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<e tu che ci fai qui?>

Dopo lunghi attimi passati a boccheggiare incerta, fissando l'uomo seduto al tavolo della luminosa cucina, Minjee riuscì inspiegabilmente a ritrovare la sua voce che fuoriuscì flebile e simile ad un lamento, quasi come se le sue aspettative fossero state deluse. Uscì più stridula di quanto si sarebbe aspettata, più acuta di quanto le era mai appartenuta, mentre i suoi occhi continuavano a vacare incerti sulla figura che non aveva smesso un attimo di fissarla silenziosamente, con il volto teso e le mani strette intorno a Momo che sedeva sulle sue gambe, intento a godersi le piccole carezze dell'uomo a lui familiare.
Fu un attimo e il volto teso si trasformò in una smorfia divertita e infastidita.
Minjee era certa fosse arrabbiato, era furioso e come poteva dargli torto? Anche lei al suo posto lo sarebbe stata.
<buffo detto da te visto che questo è l'appartamento di mio fratello> Yoongi era seduto di fronte a lei, portava un cappellino nero sul capo, a voler andare a nascondere le radici dei suoi capelli che avevano iniziato a ricrescere. Indossava dei semplici jeans neri e una maglietta del medesimo colore, con una scritta argentata troppo piccola per essere letta dagli occhi stanchi e ancora assonnati di Minjee. Gli occhi di lui lampeggiavano come saette, le labbra sottili erano appiattite l'uno contro l'altro mentre le goti erano tinte di un leggero rossore, come a voler rendere più plateale il fatto che fosse terribilmente arrabbiato.
Per la prima volta nella sua vita Minjee si sentì a disagio, provò un imbarazzo tale davanti a lui che quasi sentì la necessità di scappare, di correre fuori da quell'appartamento e di rifugiarsi nelle sue quattro mura sommersa dalla vergogna di aver ferito un animo così nobile, una persona così bella come Jungkook.
Già si faceva schifo da sola, in più lo sguardo che lui le rivolse non fece altro che farla sentire sempre più male e sempre più rivoltata da se stessa e da quello che aveva fatto.
Sembrava non esserci un attimo di pace per lei e le sue colpe.
Sembrava come se il dolore che stesse provando non fosse già abbastanza. I tre mesi di vita restanti, le lacrime di Jungkook e il suo allontanamento, il passato che era tornato a tormentarla e a richiamarla verso una folle idea che Namjoon era riuscito a sventare su un grattacelo in una fredda serata di novembre, mentre piccoli fiocchi di neve avevano preso ad imbiancare la silenziosa Ilsan.
No, tutto questo non era ancora abbastanza.
E pensare che lei aveva agito mossa da nobili intenzioni, aveva deciso di accantonare, per l'ennesima volta, la sua felicità, che più luminosa di Jungkook non aveva mai incontrato, per fare in modo che almeno lui non ne restasse troppo coinvolto. Per fare in modo che non ricapitasse la stessa situazione del piccolo Taehyung, il cui ricordo, a distanza di settimane, continuava a logorarli, sebbene cercavano di non darlo troppo a vedere.
Minjee voleva proteggerlo e avrebbe sopportato qualsiasi cosa pur di tenerlo lontano dall'enorme dolore della sua morte, ma iniziava a domandarsi per quanto sarebbe riuscita a resistere, quanto ancora sarebbe riuscita a portare avanti quella messinscena senza cedere alle pulsioni negative o a raccontare quale fosse la verità, accettando quindi la morte di entrambi?
Per quanto ancora sarebbe riuscita a stargli lontano e a sopportare silenziosamente lo sguardo sprezzante di Yoongi e le sue parole di odio che era certa sarebbero arrivate di lì a poco?
Beh, non molto.

Minjee lo guardò stancamente ancora per qualche attimo fino a che, forse un po' intimidita o imbarazzata dalle sue colpe sofferte, abbassò il capo, puntando lo sguardo verso il pavimento. Ingenuamente aveva pensato per alcuni secondi che forse, agendo per quella via, mostrandosi ancora più pietosa di quanto già era, lui magari si sarebbe trattenuto ed invece scatenò la reazione opposta.
Il fastidio crebbe a dismisura in Yoongi che ritornò a parlare con voce pregna di collera.
<sai, settimana scorsa mi aveva accennato tutto contento che anche tu saresti partita con lui. Sprizzava così tanta allegria che quasi mi aveva fatto venire il mal di pancia dalla dolcezza - iniziò a raccontare Yoongi picchiettando con forza l'indice contro il tavolo in legno, in un vano tentativo di canalizzare la sua immonda rabbia pronta ad esplodere da un momento all'altro - ieri l'ho chiamato per sapere come stesse andando il lavoro e il vostro "adorabile" pernottamento - marcò quella parola con talmente tanto scherno che lei voltò leggermente il viso verso destra, come se le fosse appena stato tirato uno schiaffo e, in effetti, il dolore che stava iniziando a propagarsi nel suo essere era simile, se non più forte. Strinse le mani in due pugni mentre i piedi iniziarono a strisciare contro il pavimento in un vano tentativo di portarla via, Minjee sapeva bene quali parole sarebbero seguite di lì a poco e, sebbene la sua mente fosse paralizzata, il suo corpo stava cercando in tutti i modi di metterla in salvo da un altro crollo. Ne aveva già subiti troppi, l'ennesimo sarebbe stato ancor più devastante ma non ebbe la forza di allontanarsi, sembrava come se gli occhi fiammeggianti di Yoongi la stessero tenendo incollata al pavimento di quella luminosa cucina, facendole sbattere con forza il volto contro i ricordi che impregnavano quelle quattro mura. Lo guardò rassegnata ma lui non vacillò - Jungkook all'inizio ha tentato di farmi credere che stesse andando tutto bene e che tu fossi con lui per non farmi preoccupare ma, purtroppo per lui, non è un bravo attore e dalla sua voce tremante e incerta ho capito che c'era qualcosa che non andava. È crollato in fretta e mi ha raccontato a grandi linee cos'era successo - a quelle parole Minjee iniziò a vedere una vena pulsare, in maniera sempre più evidente, sul suo collo, segno che l'avvisò che la sua furia stava raggiungendo il culmine. Il volto, solitamente, color porcellana divenne man mano sempre più rosso mentre Momo sfuggì da sopra le sue gambe a causa della stretta intorno a lui che si fece fin troppo soffocante. Minjee non volle nemmeno immaginare come Jungkook fosse crollato difronte all'insistenza del fratello, le bastava già il ricordo dei suoi occhi delusi e pieni di lacrime a piegarla a metà dal dolore, non voleva udire altro. Yoongi si alzò lentamente dalla sedia e si avvicinò con passi pesanti alla minore che lo guardò intimidita e con gli occhi che pian piano stavano tornando a farsi lucidi, era stanca di ricordare quanto aveva fatto, troppo debole per reagire o per dimostrarsi infrangibile come al solito - se solo tu non fossi una donna e non fossi malata di cancro ti avrei già tirato un pugno - mormorò Yoongi a denti stretti a pochi centimetri da lei. Se c'era una persona a cui Yoongi non si doveva torcere capello, beh, quella era Jungkook, il suo amato fratellino - Sei impazzita! Tu sapevi benissimo quanto lui, in passato, avesse sofferto a causa di Sooyeon che non aveva fatto altro che prenderlo in giro, tu lo sapevi benissimo e che cosa hai fatto?! Eh?! La stessa identica cosa, se non peggio! L'hai illuso, divertendoti alle sue spalle!> Yoongi, preso da uno scatto d'ira, le urlò contro con talmente tanta voracità da farla sussultare sul posto spaventata, facendole compiere un passo indietro.
Minjee chiuse istintivamente gli occhi di fronte alle sue grida, mentre da essi iniziarono pian piano a sgorgare calde lacrime che ripresero a solcare il suo viso consumato e scavato.
<n-non è v-vero...> balbettò in un sussurro che non fu percepito dal maggiore che sembrava aver perso il lume della ragione. Il cancro aveva cambiato anche lui, dall'uomo apatico che era, si era trasformato in un soggetto privo di autocontrollo emotivo.
La malattia li aveva cambiati entrambi.
<Non credevo fossi così brava a mentire, sei riuscita a convincere anche me con la tua misera messinscena da innamorata confusa che fa finta di non comprendere i suoi sentimenti - le puntò un dito contro che poi le schiacciò contro il petto facendola arretrare ancora e ancora, mentre le lacrime non fecero che aumentare sempre di più sulle sue guance scarne. Minjee sarebbe crollata a momenti, il livello di sopportazione che si era prefissata era stato scavalcato senza troppa fatica e in veramente poco tempo, riducendola ad un cumulo di dolore, lacrime e frustrazione che la stava facendo impazzire ogni attimo di più. Strinse con forza le sue mani in due pugni, cercando di resistere - sei solo una bugiarda> sibilò lui, spingendola un'ultima volta rischiando quasi di farla cadere, mentre i piedi scalzi di lei strisciarono fino allo soglia della cucina lasciando davanti a sé piccole macchioline di sangue provenienti da alcune ferite che si erano riaperte.
A quella vista Yoongi sussultò e si morse con forza il labbro, sapeva di star esagerando ma per lui non era ancora giunto il momento di fermarsi, non ancora.
<basta Yoongi...> lo supplicò Minjee in un sussurro mentre forti singhiozzi iniziarono a scuotere il suo petto.
<basta cosa, Minjee? Di dire la verità?! Di urlare al mondo quanto tu sia meschina e disgust-> Yoongi tornò a sopraffarla con impetuosità ma non riuscì a finire di parlare che delle urla più forti delle sue lo interruppero lasciandolo senza fiato e facendolo ritrovare in pochi secondi a terra.
<Yoongi basta!> Minjee non seppe spiegare dove riuscì a trovare tutta quella voce per gridare in tale modo, né tutta quella forza che le aveva permesso di reagire spingendo Yoongi a sua volta, facendolo addirittura cadere per terra con un forte tondo. Lei non riusciva a capire nulla se non che non ce la faceva più, che non sarebbe riuscita a sopportare oltre senza parlare e gridare con rabbia a sua volta quanto stesse soffrendo anche lei.
Minjee non aveva mai mostrato il suo dolore a qualcun altro, lo aveva sempre tenuto nascosto o mostrato in una forma talmente parziale da non poter nemmeno essere considerata una confessione. Aveva tenuto sempre tutto per sé, tutto racchiuso e stipato nel suo fragile essere che in quei giorni di solitudine si era crepato talmente tanto da permettere a chiunque di sgretolarlo con un soffio.

<io sto morendo!>

Gridò con ancora più forza prima di scivolare in ginocchio sul pavimento, come una goccia sul finestrino di una macchina, e scoppiare in un rumoroso e straziante pianto che le tolse quasi il fiato.
Si rannicchiò su se stessa, colpita da forti tremori. Le sue unghie si conficcarono nella pelle delle sue braccia lasciando evidenti graffi in ogni dove, mentre il petto si alzava e si abbassava convulsamente e le gambe strisciavano sul pavimento in un vano tentativo di allontanare un qualsiasi demone che si fosse aggrappato ad esse, lasciando che i piedi sporcassero nuovamente il suolo di sangue e amarezza.
Era confusa, stanca e impaurita, emozioni che Yoongi percepì con una tale impetuosità da sentire l'aria non arrivare più ai suoi polmoni mentre gli occhi si riempirono a loro volta di lacrime difronte a quell'atroce visione che lui stesso aveva causato. La guardava, lì, seduto su quelle stesse piastrelle che si stavano impregnando di liquido cremisi, mentre i sensi di colpa iniziavano a dilagare nel suo essere tormentato e messo a dura prova da una Minjee avvilita ed esausta che non aveva fatto altro che allontanare tutto e tutti negli ultimi giorni costringendolo a delle decisioni drastiche.
Già, perché Yoongi non sarebbe mai voluto arrivare a tanto con lei ma, come aveva promesso agli altri, avrebbe cercato di scatenare in lei una reazione, una qualsiasi reazione anche se ciò avrebbe significato ferirla a tal punto.
Arrivati a quell'attimo di più totale abbattimento di ostilità e resistenza avrebbe dovuto continuare ad insistere ma, di fronte ai suoi continui tremori e pesanti singhiozzi, di fronte a quegli spasmi e a quella disperazione, non riuscì a fare altro se non ingoiare il groppo che aveva iniziato ad opprimere la sua gola e allungare verso di lei una mano che sarebbe voluta andare a confortarla e che però rimase ferma a mezz'aria non appena Minjee riprese a parlare.
<io sto morendo Yoongi... - parlò con voce flebile, le sue mani ossute cercarono inutilmente di asciugare le lacrime sul suo viso mentre gli occhi di guardarlo e di scorgere il suo stesso dramma dipinto sul volto di Yoongi che a quelle parole vacillò sul posto vergognandosi delle sue parole passate, quando le aveva detto che sarebbe andato tutto bene e non avrebbe fatto la stessa fine di Taehyung - m-mi mancano tre mesi di vita o forse anche di meno - singhiozzò stretta in se stessa mentre gli spasmi sembrarono calmarsi un poco - come posso accettare che lui mi veda m-morire? Come?! - alzò di poco il tono ma, più che sembrare arrabbiato, pareva solo ricco di rassegnazione. Minjee dava per scontato che sarebbe morta e Yoongi sapeva che la sua percentuale di sopravvivenza arrivata a quel punto era infinitamente più piccola rispetto a quella di morte, Jimin glielo aveva detto, un po' amareggiato, con gli occhi lucidi e il cuore pauroso di perdere un'altra amica - Jungkook mi ha insegnato ad amare la vita e a viverla appieno, mi ha aiutata in stupide follie e fatto ridere quando credevo di averne perso la capacità - gli occhi colmi di lacrime brillarono di una felicità malinconica al ricordo di quegli attimi spesi con l'amato ad imparare a vivere mentre cercavano di concludere quell'ultima lista dei desideri che tanto l'aveva fatta dannare e che, in quel momento, giaceva incompleta nel suo piccolo quadernetto rintanato nel secondo cassetto del suo comodino. Sembrava incredibile ma, anche in quel momento di più totale perdimento, Minjee riusciva a sorridere grazie a Jungkook, ora, distante migliaia di chilometri - mi ha insegnato cosa significa amare ed essere amati... sai, nessuno mai mi aveva amato prima di lui - ammise ricordando come nella sua infanzia non avesse mai ricevuto amore se non un arrancante e insicuro affetto da parte di un giovane Namjoon ricco di rimpianti - e ora dimmi, tu, che credi di sapere tutto, come posso io accettare di vederlo morire dal dolore al mio fianco quando potrebbe soffrire molto di meno, odiarmi, dimenticarmi e rifarsi una nuova vita con un'altra donna> Minjee finì con il raccontare il suo drammatico "piano" elaborato in un silenzioso cimitero all'ombra di un salice, quando il mondo le era crollato addosso con una violenza tale da averla portata in un lungo stato confusionale.
Nonostante le parole dell'anziano l'avessero colpita particolarmente quel primo pomeriggio, lei aveva compreso con amarezza che non sarebbe stata in grado di sopportare l'idea di non aver avuto abbastanza tempo mentre moriva in un letto di ospedale con di fianco lui, Jungkook, nel cui petto avrebbe lasciato una grande voragine.
Sapeva quanto lui fosse sensibile e non avrebbe corso quel rischio, lo amava troppo.

Ma... c'era un ma che aveva dimenticato per strada, un piccolissimo ma che per una come lei, che aveva scoperto l'amore da poco, poteva essere facilmente non notato.

<Ed è proprio qui che ti sbagli, non si tratta solo di odiare e ricominciare una nuova vita, l'amore non funziona con uno schiocco di dita né porta con sé solo cose positive. Credi davvero che lui non sia circondato costantemente da donne che ci provano spudoratamente, donne bellissime, intelligenti, simpatiche, con un carattere più amabile del tuo, meno problematiche di te e senza un cancro a gravargli sulle spalle? Credi davvero che lui non possa permettersi una relazione più tranquilla, meno intricata e dolorosa? - le parole di Yoongi furono come un dito in una piaga, le portarono continue scariche di dolore perché Minjee sapeva quanto esse fossero vere, quanto Jungkook avrebbe sofferto di meno in compagnia di una qualsiasi altra donna - lui potrebbe rifarsi una vita ma ama te, ti ama alla follia, lui ha scelto te e nessun'altra, ha sempre saputo i rischi che correva nel farlo, ha sempre saputo quanto avrebbe sofferto nel caso le cose non fossero andate per il verso giusto e tu saresti morta ma, nonostante tutto, non è scappato prima che le cose si facessero serie, lui ti è restato accanto. Jungkook ti ama ma tu gli stai negando di farlo> affermò Yoongi riprendendo un po' quel suo tono rimproveratore di poco prima, mentre la mano che aveva sporto verso Minjee in un tentativo di consolarla si era trasformata in un dito puntato verso di lei con fare accusatore.
<non è vero> rispose Minjee fievolmente a quelle parole, non riuscendo a capirne a fondo il significato, scatenando in Yoongi un lungo sospiro e una negazione esasperata con il capo.
Sapeva che Minjee fosse dura di comprendonio, ma non a tal punto.
<e invece si, dal momento in cui hai deciso di mentirgli l'hai fatto brutta deficiente! - disse l'uomo con frustrazione, facendola sussultare sul posto mentre la colpa delle sue azioni tornava a gravargli sulle spalle - L'amore non è sempre tutto rose e fiori, non è composto solo da momenti piacevoli, risate o sesso, ma prevede talvolta anche momenti di difficoltà come del resto anche la vita e tu mentendogli non gli hai permesso di amarti appieno, aiutandoti in un momento così delicato. Amare significa anche sopportare le avversità insieme! - Minjee pian piano cominciava a capire e iniziava a chiedersi come poteva essere stata così cieca di fronte a quel sentimento che tanto l'aveva travolta in quei mesi, come aveva potuto essere così superficiale? Beh, non gliene si può fare una colpa... quale giovane amante è riuscito a non compiere errori nel suo primo amore? A non tralasciare qualche piccolo quanto importante dettaglio? Semplice, nessuno e Minjee certamente non sarebbe stata l'eccezione tanto osannata - Tu pensi che quello che stai facendo sia giusto ma rifletti un attimo, se tu dovessi morire senza avergli rivelato la verità e il fatto che lo ami e lui scoprisse tutto ciò solo al tuo funerale, non credi che ne soffrirebbe immensamente di più? Non credi che sentirebbe il rimpianto del tempo passato ad odiarti piuttosto che ad amarti? Non credi che ciò lo lacererebbe molto di più rispetto al vederti morire al suo fianco dopo aver speso i vostri ultimi tre mesi assieme, a creare nuovi ricordi che poi lui avrebbe custodito al tuo posto? - le stesse parole che l'anziano signore aveva pronunciato diversi giorni prima tornarono sulle labbra di Yoongi, come una vecchia cantilena che risuonava nelle orecchie di chi non aveva seguito un giusto consiglio. Gli occhi di Minjee, che in un breve lasso di tempo erano riusciti impavidi a trattenere le lacrime, tornarono a farsi lucidi e a lasciar scappare qualche goccia salata ricca di rimpianto, errori e amore che furono asciugate con impaccio dalle dita fredde e tremanti dell'uomo che non riusciva a non rivedere in lei se stesso. Debole, fragile, abbandonato in un mondo senza il libro delle istruzioni a condurne le azioni - Minjee non ti dico che sarà semplice, perché non sarà così, ma non buttare via la tua felicità, la vostra felicità, per la paura di ferirlo perché non ci sarà regalo più grande che tu possa fare a Jungkook se non quello di vivere con lui questo poco tempo che ti resta. Goditi questi ultimi tre mesi con lui, perché se fossero per davvero gli ultimi non ne avrai altri a disposizione> e con queste ultime parole Yoongi non poté fare a meno che racchiuderla tra le sue braccia mentre questa scoppiò in un forte pianto che lo fece tremare a sua volta.
Ora Minjee capiva cosa volesse intendere e la voglia di agire si fece sempre più grande in lei ma la paura, ancora una volta, prese il sopravvento facendola indietreggiare tanto quanto i passi che aveva fatto in avanti, facendola disperare per quanto fosse incapace di vivere.

Affogò nelle sue lacrime contro la sottile maglietta di Yoongi che invano tentava di calmarla con piccole carezze sul capo spoglio e sulla schiena stanca di sostenere quella carcassa che giorno dopo giorno sembrava perdere la voglia di andare avanti.
<io lo amo> sussurrò con debolezza in preda agli spasmi, mentre l'unica cosa a tenere ancora vigile la sua mente sembravano essere i ricordi legati ad un tunnel fioriti, dei fuochi d'artificio, delle lanterne che illuminavano il cielo come stelle e occhi che brillavano come comete.
<lo so - Yoongi le picchiettò una mano sulla schiena, finendo per pensare al fratello che, inevitabilmente, era certo vacasse nelle stesse condizioni. Si amavano troppo in una realtà che avrebbe dato loro solo pugni nello stomaco - lo so>

~~~~~

Dopo aver calmato il suo logorante pianto, Yoongi aveva preso Minjee sotto braccio portandola in bagno dove l'aveva fatta sedere nella vasca, mentre lui si era semplicemente appoggiato sul bordo prendendole prima uno e poi l'altro piede che prese a medicare.
<sei arrabbiato con me?> gli chiese Minjee dopo lunghi attimi passati a fissarlo.
<non lo sono mai stato> rispose lui pacato, senza distogliere lo sguardo dal piede sinistro che stava finendo di disinfettare e da cui il sangue aveva finito di scorrere con difficoltà, proprio come le lacrime sulle guance di Minjee che, a quelle parole, si sorprese non poco.
<e perché hai reagito in quel modo all'inizio?> domandò allora con sincera curiosità, mentre quella richiesta uscì dalle sue sottili labbra in un sussurro tremolante e un po' incerto.
<dovevo farti reagire, non potevi rimanere in quello stato per altro tempo. Lisa, Hoseok e Namjoon mi hanno detto che hanno tentato di tutto pur di farti aprire la porta di casa ma tu neanche rispondevi, così ho capito che l'unico modo per avere una reazione da te era quello di farti arrabbiare e il fatto di averti trovato, qui, in casa di Jungkook mi ha solo semplificato le cose> spiegò Yoongi con fare spiccio mentre afferrava il piccolo contenitore pieno di cerotti colorati vicino al disinfettante, alla destra di Momo che era entrato nella stanza silenziosamente, senza nemmeno essere notato dal fratello del suo padrone.
Le labbra di Minjee formarono una piccola "O" nell'udire quelle parole e al pensiero dei suoi due più cari amici e del suo amato fratellastro, i cui tentativi di aiuto aveva respinto, dal primo all'ultimo, in quegli ultimi giorni.
Li aveva trattati davvero male, Minjee lo riconosceva e non poté che sentirsi nuovamente in colpa. Non aveva fatto altro che commettere errori e far soffrire le persone a lei più care negli ultimi tempi.
Era davvero un disastro, in tutti i sensi.

Si passò stancamente le mani sul volto mentre innumerevoli pensieri iniziarono ad affollare la sua mente, portandole pian piano un atroce mal di testa che fu, però, alleviato da un leggero canticchiare che Minjee notò provenire da Yoongi, su cui poi portò lo sguardo.
Nell'osservarlo la ragazza ripensò a diversi minuti prima quando l'aveva fatta ragionare e le aveva detto le cose come stavano realmente senza troppi filtri, per poi racchiuderla in uno stretto abbraccio aiutandola a calmarsi.
Yoongi aveva fatto tanto per lei e se non fosse stato per lui, Minjee era certa che in quel momento sarebbe stata nuovamente sul pavimento di casa sua a piangere e farsi del male da sola.
<Yoongi...> lo chiamò con voce flebile vedendolo attaccare un ultimo cerotto sulla pianta del suo piede sinistro, più martoriato del destro.
<mh?> mugugnò lui per poi rialzare il capo e puntare lo sguardo in quello di lei I cui occhi luccicavano ancora.

<grazie>

~~~~~

Si trovava sul retro del negozio intenta ad aiutare Hoseok a scaricare alcuni vasi di albero di giada.
Dopo il giorno precedente passato a riflettere e a parlare prima con Yoongi, al mattino, e poi con Namjoon, al pomeriggio, che aveva dovuto scassinare la porta d'entrata pur di fare il suo ingresso nell'appartamento di Minjee, visto che quest'ultima non sembrava ancora volenterosa di farlo entrare, la ragazza aveva deciso di tornare al lavoro.
Lisa e Hoseok nel vederla con profonde occhiaie e non molto stabile sulle sue gambe non avevano insistito più di tanto nel consigliarle di tornare a casa a riposare né del voler parlare riguardo a quanto era successo dalla rivelazione degli ultimi esami, non volevano discutere perché sapevano che nessuno ne sarebbe stato in grado, così avevano cercato di comportarsi nel modo più comprensivo e caloroso possibile, invitandola poi a lavorare per quel giorno solo al bancone e a non affaticarsi troppo ma lei, non appena seppe che era arrivato un nuovo ordine da scaricare, decise di andare a dare una mano all'amico sul retro.
Il castano vedendola, sebbene notò quanto fosse debole, decise di ringraziarla solamente per il suo aiuto, tenendole sempre un occhio di riguardo addosso per controllare che non cadesse o non si facesse male.
Qualcosa però cadde ma fortunatamente non fu lei ma uno dei tanti vasi che stava trasportando.
Il rossore prese velocemente vita sulle sue goti mentre le ginocchia toccarono subito terra in un tentativo di avvicinarla ai cocci rotti che poi iniziò a raccogliere con mani tremanti.
Hoseok, non appena udì quel frastuono, si avvicinò velocemente a Minjee, ringraziando successivamente il cielo che fosse tutta intatta e non si fosse fatta male, dopodiché si accovacciò al suo fianco iniziando a raccogliere insieme a lei il possibile mentre un flebile e imbarazzato "scusa" fu sussurrato al suo orecchio.
<non importa, succede> la tranquillizzò lui, regalando le poi un luminoso sorriso che fu ricambiato con più difficoltà, meno ampiezza e intensità.

Raccolsero in silenzio i cocci più grossi per diversi secondi, fino a che lo sguardo di lui non cadde sul polso di lei dove risiedeva ancora il bracciale in ulivo che Jungkook le aveva regalato alla fine della meravigliosa giornata passata al festival dei fiori di Ilsan e che lei non aveva ancora tolto.
Lo osservò per qualche attimo finché delle parole sorsero spontaneamente sulle sue labbra.
<quando hai intenzione di andare da lui?> le domandò rompendo il silenzio, facendola bloccare sul posto, mentre il viso si incupì un poco e si fece, allo stesso tempo, più timido, emozione che Hoseok giurò di aver visto rarissime volte sul suo volto.
<non credi sia arrivato il momento di agire?> le domandò ancora di fronte al suo mutismo pauroso, sapeva benissimo che Minjee avesse paura di affrontare Jungkook e di ammettere di fronte a lui cosa provasse e la confusione che le alleggiava nella testa.
<non mi piace agire di mercoledì, porta sfortuna - borbottò parole senza alcuna logica che fecero inevitabilmente sorridere il castano che scosse la testa divertito ed esasperato da Minjee. Era certo che mai sarebbe cambiata - magari lo farò domani o dopodomani> disse infine convincendo l'amico che avrebbe allungato la sua lista di rimando fino al mai.
Dopo averle lasciato una piccola carezza sulla guancia e aver sospirato, Hoseok si tirò ritto afferrando la scopa nell'angolo, vicino al mobiletto dedicato alle pulizie per poi voltarsi nuovamente verso di lei e infilare una mano nella tasca del grembiule verde.
<smettila di piangerti addosso e va da lui - mormorò prima di tirare fuori dalla tasca un fogliettino rettangolare bianco, verde e azzurro sul cui retro Minjee vi lesse chiaramente il nome della compagnia ferroviaria, che poi le porse - se continuerai a rimandare rischierai di farlo in eterno> le disse prima di incitarla a prendere il biglietto tra le sue lunghe dita.
Dopo qualche attimo di incertezza Minjee decise di afferralo e non appena lesse cosa ci fosse scritto sopra spalancò gli occhi dallo stupore. Guardò nuovamente Hoseok che le sorrise dolcemente un'ultima volta prima di ripeterle un "ora va".

E così Minjee fece.

/////
Ciao a tutti! Come state? Spero bene.
Scusate la lunga assenza e la mancanza di un messaggio che vi avvisasse di ciò ma quando sono partita credevo che sarei riuscita a trovare il tempo e la voglia di scrivere e pubblicare ma, ahimè, non ho trovato né luna né l'altra.
Mi dispiace davvero moltissimo e spero di essere riuscita a farmi perdonare con questo lunghissimo capitolo, di ben quasi 5000 parole, che spero non vi abbia annoiato o deluso!
In questa parte ho voluto mostrare quanto sia umana la nostra cara Minjee e quanto l'amore, nella sua più totale imperfezione, possa rendere cieche le persone facendole agire per una determinata via senza fargli tenere conto di tutte le conseguenze che avrebbe portato. Spero vivamente che il messaggio sia arrivato nel modo più chiaro possibile, perché sono certa di essere stata un po' contorta in qualche punto😅.
Settimana prossima ricomincio la scuola e io non ho ancora studiato nulla, vi lascio immaginare i nervi alle stelle ma, grazie ai festeggiamenti del nostro amato biscottino, che ogni giorno si fa sempre più grande *lacrimuccia*, sono riuscita a rilassarmi un po'... già, fino a che non ho aperto libro ahahahah (sto morendo dentro🙂).
Auguro un grande in bocca al lupo a tutti coloro che domani rincominceranno a lavorare e niente, ci vediamo al prossimo step che sarà ancora più struggente di quelli passati yuppie~💜.
Detto questo, se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e se volete anche un commento, ci tengo veramente tanto!
Alla prossima
nanaa02

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