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Un tetro silenzio alleggiava nell'appartamento buio e disordinato di Minjee.
Piccoli frammenti di porcellana erano sparsi sul pavimento rendendolo un campo minato per i piedi nudi e freddi della ragazza che vi continuava a passare sopra, ancora e ancora, senza averne mai abbastanza, quasi come se stesse cercando di farsi più male di quanto già sentiva.
Erano passati tre giorni dai terribili esiti dei suoi esami e dall'allontanamento di Jungkook, tre lunghi giorni che Minjee aveva passato girando per casa lentamente, senza forze, tremante come una foglia, con il volto consumato e scavato dalle lacrime che si ripresentavano nei suoi occhi ad ogni lieve instabilità, ad ogni devastante ricaduta causata dal dolore incessante dei ricordi e dal male causato alla persona che amava più di se stessa. Ricordava ancora perfettamente lo sguardo ferito e deluso di lui, le sue parole incredule e amareggiate.
La notte vedeva ancora i suoi occhi scuri e gentili colmi di lacrime amare.
Provava sempre più ribrezzo verso se stessa, attimo dopo attimo, giorno dopo giorno.
Si era ripromessa di essere una persona migliore per lui, finendo però con il mostrargli la sua parte peggiore caratterizzata da insicurezza, paura e disperazione velati di una spessa indifferenza e cattiveria che erano sempre appartenute a sua madre.
Si era comportata proprio come Danbi aveva fatto per vent'anni con lei, si era comportata proprio come la persona che più odiava al mondo e ciò non poteva che accrescere la soffocante sensazione di disgusto che colmava la sua gola facendo mugolare il suo stomaco che, malnutrito, chiedeva pietà e un po' di cibo.
Aveva distrutto in una manciata di minuti la sua felicità, la persona che era riuscita a farle rivalutare la vita e farle credere che forse, dopo tanto dolore, ci sarebbe stato anche per lei un lieto fine. Aveva rovinato tutto.
Ora non le rimaneva niente se non un pugno nello stomaco ricco di amarezza e la consapevolezza che la sua esistenza sarebbe durata ancora per poco. Quest'ultima era forse l'unica consolazione che Minjee aveva, insieme al fatto che Jungkook non avrebbe sofferto troppo per la sua morte visto quanto lei gli aveva falsamente rivelato.
Ora era certamente ferito, lo sapeva, ma con il passare del tempo Minjee era sicura che tutto per lui si sarebbe aggiustato e magari avrebbe trovato qualcuno migliore di lei, con un carattere più amabile, senza traumi infantili né problemi o malattie serie a gravargli sulle spalle. Sperava per lui un futuro più roseo che non prevedesse visite in cliniche oncologiche, l'assistere alle terribili iniezioni di chemio o aiutare una disperata a concludere una lista che non aveva speranze di essere finita sin dall'inizio.
Ora che ci pensava, in effetti, era stata un gran peso per lui, l'aveva solo sommerso di problemi e ansie che in fondo non meritava di sopportare, l'aveva coinvolto in un pesante e drammatico periodo per un innocuo patto che aveva finito per farli innamorare e Dio... quanto lo amava Minjee.
Lo amava alla follia, come mai era riuscita a fare con Namjoon.
Lo amava così tanto da essere disposta a lasciarlo andare e di caricarsi il dolore di entrambi sulle sue fragili spalle, era disposta ad accettare di vederlo con un'altra donna pur di sapere che stesse bene e meglio di come invece sarebbe potuto stare al capezzale del suo letto nell'area dei terminali alla conclusione di quei tre lunghi mesi che l'aspettavano.
Era disposta a morire dal dolore, a logorarsi lentamente a causa delle lacrime e dell'insaziabile sentimento che è l'amore che, dopo ventitré anni, era riuscita finalmente a conoscere seppur in circostanze drammatiche.
Grazie a Jungkook aveva imparato a vivere e avrebbe fatto di tutto pur di restituirgli il favore, pur di non vederlo morire con lei rubandogli quella vita che lui stesso le aveva donato.
Era una triste realtà, lo sapeva bene, ma preferiva che le cose andassero così. Non sarebbe riuscita a proteggere i suoi due più cari amici,Hoseok e Lisa, che ormai sapevano la verità, ma almeno ci sarebbe riuscita con lui.

Le andava bene così anche se, in quel momento, era davvero dura.
Era davvero dura anche solo pensare di poter riuscire a raggiungere il termine di quei tre mesi senza di lui, senza il suo inebriante profumo, senza la sua dolce risata e i suoi racconti divertenti, senza il suo sguardo gentile e le sue delicate carezze, senza il suo essere a volte infantile e giocherellone. Senza il suo amore.
Sapeva che si sarebbe pentita, perché in fondo nessuno vuole morire da solo, ma sperava che sarebbe riuscita a resistere a quella straziante sensazione che già dilagava nel suo petto, la mancanza.

Minjee era pronta a tutto ma, allo stesso tempo, era già fin troppo a pezzi per sopportarlo.

Era un contrasto che faticava a sopportare e le sue disastrose condizioni ne erano la prova, il rifiuto verso il cibo e la mancanza di sonno lo erano. Minjee era già con un piede nella fossa, forse non sarebbe passato molto tempo prima che anche l'altro sarebbe scivolato al suo interno.
Sarebbe certamente impazzita o forse lo era già, sperava solamente che ciò che l'aveva soffocata a sedici anni non l'avrebbe tormentata nuovamente. Lo sperava debolmente sentendo però quelle sensazioni familiari iniziare di nuovo a farsi sentire, solo che in quel caso non ci sarebbe stato Namjoon ad afferrarla in tempo, anche perché Minjee si era barricata in casa e chiunque aveva cercato di farle visita era finito per restare di fronte al sua portone d'entrata chiuso per molto tempo, accompagnato talvolta da un disturbante silenzio altre da leggerissimi singhiozzi che si potevano udire arrivare da dentro l'appartamento.
Forse più che lottare per la felicità di Jungkook, Minjee si stava semplicemente lasciando andare all'inevitabile, si stava abbandonando a se stessa sperando che il tutto sarebbe finito il prima possibile.
In fondo era tutto una gran confusione dove Minjee era carnefice di se stessa senza nemmeno rendersene conto.

In quel momento si trovava ai piedi del suo divano più grande, quello su cui aveva letto numerosi romanzi, mangiato ramen insieme ad Hoseok, messo lo smalto e spettegolato con Lisa e fatto l'amore con Jungkook la prima volta.
La schiena era appoggiata con rassegnazione al materasso mentre le gambe magre erano distese sul pavimento sopra cui poggiava il suo fondoschiena. Gli occhi spenti e pieni di lacrime, pronte a sgorgare ancora e ancora, guardavano assenti le piante dei piedi di lei poste di profilo internamente. Esse erano state completamente graffiate e lacerate dai cocci ancora sparsi sul pavimento dell'intero salotto appartenuti a costosi vasi di porcellana che sua madre le aveva regalato in un vano tentativo di riportarla a casa, lontana da un lavoro umile che metteva in ridicolo la reputazione della famiglia e della sua progenitrice.
In un impeto di rabbia e disperazione Minjee li aveva scaraventati al suolo schiacciandoli con furia e costernazione, cerando di distruggere i ricordi della sua infanzia che l'avevano resa così insicura e spigolosa, così incapace di non fare male alle persone a cui più teneva. Cercò di distruggere ricordi che mai sarebbero scomparsi ma che, al contrario, sarebbero rimasti incisi nella sua mente e nel suo animo come un indelebile su un cartelletta di plastica.
Più cercava di cancellarli dalla sua memoria e più essi gli facevano male, bastava vedere le sue piante dei piedi su cui il sangue ormai asciutto e incrostato si mescolava con quello fresco e caldo fuoriuscente dalle nuove ferite, procurandogli un dolore fisico che non poteva però essere lontanamente paragonato a quello mentale e che quindi ricercava disperatamente per sovrastare quest'ultimo che la stava demolendo troppo in fretta.

Minjee era persa, non vi era dubbio, era in balia di una burrasca dove il dolore fisico era l'unico salvagente che riusciva a farla rimanere a galla, a farla rimanere collegata con la realtà non facendola vorticare troppo a lungo in paure, rimpianti, amori e pensieri negativi e pesanti che la trascinavano verso il fondo del mare pronto ad inghiottirla in ogni attimo prima del tempo prestabilito, ma non poteva certamente continuare così, doveva trovare un altro salvagente a cui aggrapparsi.
Fortunatamente per lei la burrasca aveva deciso di graziarla facendola arrancare nei pressi di un piccolo scoglio dai tratti felini con due occhioni scuri e il manto bianco tranne il muso a cappuccino.
Dalla porta finestre del salotto che dava sul balcone arrivarono una serie di piccoli miagolii che attirarono con difficoltà la scarsa attenzione di Minjee, il cui sguardo si posò su Momo che fece il suo ingresso zampettando sui suoi arti cicciotti facendo attenzione a non ferirsi con i cocci sparsi al suolo come già in precedenza era accaduto.
La ragazza lo guardò stupita, meravigliata della sua presenza lì e confusa dal fatto che Jungkook non l'avesse portato con sé. Lo osservò avvicinarsi lentamente alla sua figura, salire sul grembo e accucciarsi lì come già molte volte aveva fatto in precedenza sia con lei che con il padrone.
Meccanicamente Minjee iniziò ad accarezzarlo, come se fosse un'azione già impostata in lei. Passò più e più volte una sua mano sulla schiena finendo con il grattargli il capo come a lui piaceva tanto, facendogli socchiudere appena gli occhietti.
Poi, dopo qualche attimo, decise di prenderlo con delicatezza e sollevarlo in modo tale da far incontrare i loro sguardi che si scontrarono con un'impetuosità che le fece male, non tanto per l'occhiata innocente che lui le rivolse ma per chi l'animale rappresentava.
Lo guardò stanca e distrutta, priva di qualsiasi energia e volontà di continuare una vita che aveva già prefissato una sua inevitabile scadenza.
<Momo, ho combinato un bel pasticcio> non seppe esattamente a cosa si riferissero quelle parole, sentendole sulla punta della lingua le aveva dette e basta, non comprendendone appieno il significato.
Il gatto la guardò in silenzio, proferendo poi qualche miagolio non appena lei lo strinse a sé iniziando a piangere scossa da un forte e soffocante magone che le strinse lo stomaco e il petto facendole mancare per qualche attimo il respiro.
Minjee lo strinse a sé con disperazione riempendo il salotto di pensati e strazianti singhiozzi e gridolini che aumentarono d'intensità con il passare dei secondi e con il micio che iniziò a strofinare il muso contro il suo collo, non sfuggendo a quella stretta ma lasciando che l'amata del suo padrone si calmasse con la sua presenza che simboleggiò un piccolo e debole conforto.

~~~~~

<certo che il tuo padrone ti vizia davvero troppo> sussurrò Minjee notando quanto il micio seduto sulle sue gambe avesse preso peso in fretta, in poco più di un mese. A quell'affermazione Momo lasciò fuoriuscire dalle sue fauci solo un piccolo miagolio compiaciuto a causa delle delicate carezze che la ragazza non aveva smesso di riservagli.
Era passata più di un'ora dal loro incontro e il felino sembrava essere riuscito a calmare e distrarre l'animo tormentato e logorato di Minjee, quasi come per magia. Con la sua sola presenza e le sue basse fusa era riuscito a farle dimenticare per qualche attimo la terribile situazione in cui si trovava, quanto aveva perso e cosa le sarebbe aspettato da lì in poi.
"Il gatto di Sailor Moon" lo avrebbe denominato Lisa se solo fosse stata con lei in quel momento, se solo non fosse stata respinta silenziosamente da Minjee più e più volte fuori dal suo appartamento. La rossa aveva sempre amato quel manga e non appena aveva visto accidentalmente Momo a casa sua aveva preteso e pregato Jungkook di appiccicargli sulla fronte una mezza luna, ottenendo una graffiata dal felino e un rimprovero da Hoseok.
Minjee rise appena a quel ricordo.
Quella fu la prima risata e il primo momento di spensieratezza da quando aveva ottenuto gli esiti degli esami e non appena se ne rese conto guardò con stupore la causa di tutta quell'innaturale e breve leggerezza. Scrutò i suoi occhi scuri, rimanendo quasi incantata da quanta innocenza comunicassero.
<sei davvero magico - sussurrò Minjee a pochi centimetri dal muso del gatto iniziando poi a picchiettargli il nasino schiacciato con la punta dell'indice destro vedendolo scuotere appena il capo - dai, forza, andiamo. Ti riporto a casa> gli disse infine dopo un lungo sospiro, ragionando sul fatto che era il momento di riportarlo nell'appartamento di Jungkook e capire il perché girasse indisturbato sul balcone.

A fatica si tirò in piedi mugolando poi di dolore non appena iniziò a compiere i primi passi a causa della pelle lacerata della pianta degli arti inferiori. I tagli le bruciavano ma non si fermò, continuò a camminare cercando di ignorare il bruciante dolore mentre sistemava tra le sue braccia l'adorabile micio dal manto candido.
Si avvicinò lentamente al mobiletto d'entrata dove, dal primo cassetto, estrasse la chiave che molto tempo prima Jungkook le aveva donato in un piccolo bar davanti ad una tazza di caffè. Ricordava quel pomeriggio perfettamente, ricordava la tenacia e la gentilezza di Jungkook che l'avevano convinta ad accettare un qualcosa che in realtà era destinato a qualcun altro.
Strinse con forza il piccolo oggetto nella sua mano sinistra, mentre lo sguardo tornò a farsi cupo come qualche ora prima.
Il maggiore le aveva donato tutto se stesso e lei lo aveva ripagato con una menzogna.
Il respiro tornò a farsi irregolare e quel fragile attimo di serenità vacillò instabile, all'animo di Minjee bastava davvero poco per ricadere nel suo dolore e nei suoi errori, così poco che le lacrime tornarono ad essere presenti nei suoi occhi che, dopo lunghi anni in cui le avevano trattenute, erano divenuti una diga mal funzionante.
Di lì a poco sarebbe crollata nuovamente se non che, grazie ancora a Momo, Minjee riuscì a riprendere il controllo di se stessa grazie agli insistenti miagolii di lui contro il suo petto. Scosse con forza il capo tornado poi a camminare, aprì la porta di casa sua, che era stata sigillata per tre giorni, e si incamminò sul pianerottolo arrivando così di fronte all'appartamento di Jungkook davanti cui dondolò incerta con i piedi doloranti.
Stare lontano da tutto ciò che poteva richiamare il suo ricordo sarebbe stata un'ottima opzione ma, purtroppo per lei, in quel momento doveva affrontare quell'ostacolo che certamente le avrebbe recato dolore.
D'altronde non poteva tenere con sé Momo.
Infilò con mano tremante la chiave nella serratura e, dopo un lungo respiro, la fece scattare aprendo così la porta in legno laccato che la divideva dall'appartamento in cui aveva creato numerosi bei ricordi con il corvino, il quale in quel momento si trovava a centinaia di chilometri di distanza da lei, in una città che quest'ultima mai aveva visto se non in cartolina o in televisione.
Fece lentamente il suo ingresso venendo accolta da silenzio e oscurità. Si guardò attorno cercando di capire come Momo fosse riuscito ad uscire dall'appartamento fino a che, dopo qualche passo, notò la porta finestre che dava sul balcone leggermente aperta e la tapparella alzata di qualche centimetro.
Da come le tende erano scomposte Minjee immaginò che nella fretta di andarsene Jungkook si era dimenticato di controllare che il tutto fosse chiuso e messo in ordine e Momo ne aveva approfittato per sgattaiolare sul balcone e nell'appartamento di lei indisturbato.
<che goffo... ah Momo, il tuo padrone non si smentisce mai> sussurrò lei appoggiando il felino sul pavimento mentre si apprestò a sistemare ciò che l'amato aveva dimenticato. Non era la prima volta che accadeva, molto spesso era capitato che quando Minjee si fermava a dormire da Jungkook si accorgesse molto spesso che lui si scordava di chiudere le finestre e sistemare le tapparelle, facendola spaventare il mattino seguente con il pensiero che fossero entrati i ladri.
<babbeo> borbottò immersa nei ricordi con un lieve sorriso accennato sulle labbra che divenne sempre più amaro e meno spensierato con il passare dei secondi.
Assaporare la felicità per lei, in quel momento, era come un rischio perché inevitabilmente l'avrebbe fatta anche soffrire. Sospirò amareggiata da questo fatto massaggiandosi poi le tempie con stanchezza, era davvero una triste realtà che sperava sarebbe riuscita a sopportare per i successivi tre mesi.

Dopo aver controllato che non ci fosse altro fuori posto, Minjee si avviò all'entrata pronta ad andarsene e a non mettere più piede lì. Stava per spegnere la luce del salotto, che aveva accesso momentaneamente per non rischiare di urtare qualcosa o di cadere, quando una serie di miagolii simili a dei lamenti la fecero voltare verso il corridoio che portava alla zona notturna della casa e in un secondo momento avviare in quella direzione accompagnata da qualche sbuffo.
Non appena arrivò sulla soglia della stanza da cui poteva chiaramente udire il felino, un fremito al petto bloccò Minjee sul posto. Era la camera da letto di Jungkook.
I raggi di quel tardo pomeriggio entravano fievoli nella stanza attraverso le piccole fessure delle tapparelle creando un piccolo gioco di luci che illuminava parzialmente la grande camera. Gli occhietti di Minjee vagarono timidi prima verso gli armadi alla sua destra, dove un mese prima lui l'aveva colta a spiare al loro interno, poi verso il grande comò alla sua sinistra dove erano poste le numerose foto riguardanti l'infanzia di Jungkook, per lo più dove erano ritratti lui e suo fratello.
Lo sguardo della ragazza infine cadde sul grande letto a due piazze poco più in là, dove lei e l'amato avevano passato numerosi attimi insieme, intimi e non, ritrovandosi a volte a fare le parole crociate in momenti di pura tranquillità e a giocare a Risiko come due adolescenti.
Il cuore le si riempì di malinconia, nonostante fossero passati solo tre giorni dalla loro separazione e qualche mese da quelle vicende Minjee ricordava quei momenti come un qualcosa di molto lontano, quasi fosse accaduto decenni fa.
Aveva come la sensazione che mai le sarebbe stato più permesso di riviverli.

"Aveva ragione in fondo, non sono più la stessa Minjee di un tempo"

Non appena si rese conto dei suoi pensieri e della sua totale dipendenza dall'amore e da Jungkook, si fermò a riflettere silenziosamente.
Non era più quella di un tempo. Il suo carattere spigoloso era rimasto, certo, come anche il suo forte sarcasmo e tutto ciò che l'aveva sempre caratterizzata ma il tutto si era come ammorbidito. Ed ora che ci rifletteva forse sapeva il perché.
Minjee, respinta da tutto e tutti sin da bambina, aveva trovato la sua unica fonte di protezione in quel carattere così forte e pungente che le aveva permesso di sopravvivere in una realtà priva di affetto e ora che l'aveva conosciuto non poteva però modificarsi drasticamente perché d'altronde si sa che dopo una certa età non vi è più modo di incidere in maniera decisiva nel modo d'essere d'una persona, ma lo si può solo alleviare e così era accaduto a Minjee.

Le persone cambiano con il tempo, l'amore fortifica e indebolisce, muta e rinvigorisce.

Con le sue poche certezze e consapevolezze strette nelle mani, Minjee si avvicinò al grande letto dalle coperte blu mare su cui era accucciato Momo che non aveva smesso un solo attimo di lamentarsi, come se anche lui soffrisse per la lontananza del padrone.
Minjee si sdraiò al suo fianco con il cuore in tempesta, le lacrime a rigargli le guance, un lieve e malinconico sorriso sulle labbra, il corpo tremante e il sonno sulle palpebre.
Lo accarezzò con la punta delle dita facendolo rilassare e, senza volerlo, facendo addormentare entrambi.

~~~~~

Il mattino successivo a fatica Minjee prese coscienza dal suo lungo e tanto ricercato sonno, mugolò parole sconnesse e si rotolò stancamente nel grande e morbido letto che l'ospitava. Infossò il viso nel cuscino sopra cui aveva appoggiata la testa e non appena percepì il familiare profumo di colonia di Jungkook sorrise involontariamente.
Schiacciò la sua faccia in esso mormorando il suo nome con voce impastata fino a che un vago ricordo del pomeriggio precedente le tornò alla mente. Poi un altro e un altro ancora.
Di scatto aprì gli occhi tirandosi velocemente ritta sul materasso e borbottando parole di cattivo costume per il forte giramento di testa che la colpì. Non appena si riprese quel tanto che bastava per comprendere la situazione, Minjee si accorse con imbarazzo che effettivamente il giorno precedente era crollata come un sasso sul letto di Jungkook e, dall'orario che segnava la sveglia sul comodino affianco, che aveva dormito tutta la notte da lui.
Quello che però più la sorprese fu il fatto che si trovasse sotto le coperte, era certa di non essere stata lei a farlo e, non appena udì della dolce musica di sottofondo provenire da dietro la porta della camera da letto che lei non ricordava di aver chiuso, ebbe sempre più la sensazione di non essere sola nell'appartamento.
Le gambe di Minjee si mossero quasi involontariamente portandola velocemente giù dal letto e fuori dalla stanza. Percorse il corridoio scalza aumentando sempre di più il passo non appena udì una voce familiare canticchiare una vecchia canzone e un forte profumo di caffè dilagare per l'intera casa.
Scossa da imbarazzo, ansia e batticuore, senza pensarci un attimo di più, non appena fu sulla soglia della cucina Minjee vi fece il suo ingresso. I suoi occhi si sgranando non appena videro chi vi era al suo interno, mentre la sua bocca si aprì leggermente non riuscendo però ad emettere fiato.

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Ciao a tutti! Come state? Spero bene.
Ecco qui un nuovo capitolo di Spring Day che spero vi sia piaciuto e non vi abbia annoiato sebbene sia privo di dialoghi e ricco di lunghe e drammatiche riflessioni.
Mi scuso per il ritardo ma scrivere questo capitolo mi ha messo davvero a dura prova e il blocco dello scrittore non ha certo aiutato, spero solo che il risultato abbia ripagato l'attesa.
Comunque, tornando alla storia... chi sarà mai lo sconosciuto in cucina? Lo scopriremo nella prossima puntata!😉

Piccolo avviso di servizio: come già detto qualche capitolo fa, ho deciso di iscrivere Spring Day ai Kpop fan fiction Awards e adesso c'è la possibilità per voi lettori di lasciare una recensione e dare da 1 a 5 voti alla storia nel penultimo capitolo, denominato "giudizio dei lettori", del libro che potete trovare nel mio elenco lettura dedicato ai concorsi. Troverete tutte le indicazioni a inizio capitolo!
Quindi se avete voglia e tempo vi invito caldamente a lasciare qualche recensione e qualche critica costruttiva a Spring Day in modo tale da farmi sapere cosa ne pensate e in cosa posso migliorare! Ringrazio di cuore tutti quelli che lo faranno e quelli che l'hanno già fatto ( lilxarmy03 e sxkosmos grazie mille ragazze💜).

Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e se volete anche un commento!
Alla prossima
nanaa02

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