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<Jungkook, parlami della tua famiglia>

Era da molto che Minjee voleva porgli quella richiesta, ne era sempre stata molto curiosa.
Si era sempre immaginata la famiglia di Jungkook come un nucleo molto unito e pieno d'amore, le erano bastati i semplici scambi di battute e affetto tra i due fratelli per constatarlo.
Ne era sempre stata molto curiosa ma allo stesso tempo anche piuttosto timorosa, non voleva imbattersi in suoi possibili brutti ricordi, non voleva farlo soffrire e non voleva essere ferita a sua volta sentendo un'immensa felicità che non l'aveva mai nemmeno sfiorata. Aveva paura di udire un amore che le avrebbe sgretolato con forza il suo fragile cuore, non voleva crollare davanti a Jungkook, né farlo sentire in colpa per un affetto legittimo, che tutti dovrebbero ricevere.
Nonostante tutto, però, aveva deciso di rischiare perché, dopo tutto, Jungkook faceva ormai parte della sua vita e come lui conosceva a grandi linee il suo passato anche lei voleva poter dire la stessa cosa di lui.
Voleva conoscerlo e poter ridere e piangere insieme a lui, voleva saper agire per il suo bene, anche se sapeva che l'avrebbe fatto con impaccio.
<alla fine si parla sempre di me... mi piacerebbe sapere qualcosa di più su di te> sussurrò Minjee con le goti rosate e un timido sorriso a dipingerle le labbra, non era mai stata brava con le parole e in momenti come quelli l'imbarazzo cresceva in lei con un'impetuosità disarmante.
Jungkook a quelle parole cariche di desiderio e significato non poté che sorridere con tenerezza e gioia, gli si era scaldato il cuore nel sentire che lei voleva conoscerlo un po' di più, sopratutto perché significava che quello che stava nascendo tra di loro stava diventando un qualcosa di sempre più serio per entrambi.
Con impaccio si mosse sulla panchina, faticava a nascondere la sua immensa felicità e gli sembrava in parte stupida in quanto si trattava di una semplice richiesta, eppure avrebbe voluto gridarlo al mondo intero. Si voltò completamente in sua direzione, puntando il suo sguardo negli occhi scuri e imbarazzati di lei che sembrava aver compiuto un'immensa fatica nel dire quelle parole che a molti sarebbero potute sembrare superficiali, ma che per lei valevano moltissimo. In vita sua non si era mai interessata a nessuno se non a se stessa, a sua sorella e a Namjoon. Loro però si erano svelati a lei senza neanche che lei lo volesse o meno, lo avevano fatto proprio come continuavano a fare imperterriti Lisa e Hoseok non pretendendo nulla da lei.
Con Jungkook però era stato diverso e continuava ad esserlo, un grande interesse continuava a spingerla verso di lui, verso il suo essere affascinante, ingenuo, intelligente e infantile allo stesso tempo.

<uhm... vediamo... da dove posso cominciare? - disse lui iniziando a contemplare un punto impreciso nello spazio mentre si massaggiava il mento con fare saggio. Una strana luminosità splendeva sul suo volto, Minjee l'aveva inevitabilmente notata e non comprendeva da dove derivasse - la mia è una famiglia numerosa, i miei genitori hanno rispettivamente due fratelli a testa e ho in tutto nove cugini... ora che ci penso, siamo davvero in tantissimi> rise il corvino scatenando nella minore la stessa ilarità dopo che questa ebbe sgranato gli occhi nel sentire quanto fosse ampio il suo nucleo familiare, in confronto lei si sentì davvero sola. Dalla parte di sua madre aveva come unica zia Chaerin che era rimasta zitella e coinvolta da numerose relazioni amorose, prettamente sessuali. Suo padre, invece, era figlio unico quindi il problema non si era mai presentato.
<immagino al cenone di Natale> mormorò Minjee mentre un'immagine piuttosto divertente le passò in mente. Un lungo tavolo, la cui fine sembrava impossibile alla vista, con una tovaglia rosso ciliegia che occupava un enorme salone che pareva più una reggia che una semplice stanza di ritrovo familiare.
Dall'espressione esasperata che fece Jungkook, la minore pensò che ci fosse andata ben vicina con l'immaginazione.
<che ricordi... quando ero piccolo e mia nonna paterna era ancora viva, questa faceva a gara con l'altra nonna per chi dovesse ospitare il cenone e per chi dovesse cucinare. Ho assistito a talmente tante lotte ai fornelli che ho perso il conto - rise al ricordo di giorni lontani e felici in cui le preoccupazioni degli adulti non lo toccavano minimamente in quanto solo un piccolo pargoletto timido e con un terribile caschetto, due occhioni grandi e curiosi e una grande passione per i videogiochi - ogni volta che ci ritroviamo mi sembra che le cose non siano mai cambiate, mi sembra tutto come all'ora con l'unica differenza che qualcuno continua ad aggiungersi alla lunga tavolata... la prossima potresti essere tu, magari> concluse lui infine, accarezzandole delicatamente  una guancia con le punta delle dita, quasi fosse stata un fiore fragile e raro. A quelle parole un forte calore si propagò sul viso di Minjee che non riuscendo a sostenere lo sguardo del corvino lo puntò in direzione di una coppia di anziani intenti ad ammirare il grande albero secolare al centro della piazza con sguardo malinconico.
L'aveva fatta tremare.
<sono certa che non mi pentirei affatto di aver accettato l'invito. Da come ne parli sembrate davvero una bella famiglia molto unita> disse la minore con leggerezza, quasi avesse emesso un soffio vuoto di alcuna pesantezza.
Gli rivolse nuovamente lo sguardo mentre un forte tepore si fece spazio nel suo petto nel vederlo raggiante quanto Hoseok nel giorno del compleanno dei suoi amici. Già, perché il castano amava molto di più festeggiare e regalare amore agli altri piuttosto che riceverlo, proprio per questo Minjee e Lisa lo aveva soprannominato raggio di sole.
Jungkook in quel momento pareva proprio come lui, luminoso quanto una stella nella notte più buia dell'anno e a Minjee piaceva quell'espressione, l'amava d'impazzire. Sentiva come se la felicità di lui fosse anche la sua ed infatti sentì una strana euforia pervaderla e per Minjee, che mai era stata una persona particolarmente empatica, quel momento gli parve quasi surreale e piuttosto strano. Continuava a chiedersi come una persona potesse arrivare a cambiare così tanto grazie ad un'altra, perché per lei era stato proprio così.
Continuava a chiedersi come Jungkook fosse riuscito a farle amare la sua stessa vita.

Quell'atmosfera serena e rilassata, a tratti dolce e divertente,  sembrò però spezzarsi non appena Minjee ebbe pronunciato quelle ultime parole, qualcosa sul volto del corvino mutò in pochi attimi prendendo una nota cupa, quasi gli fosse tornato alla mente qualche vecchio e non molto felice ricordo e dell'atmosfera tranquilla era rimasta solamente qualche briciola.
<già, siamo molto uniti ma lo siamo diventati per circostanze non molto facili - un pesante sospiro  lasciò le sue labbra, mentre il sguardo sviò quello della minore, andandolo a puntare sulle piastrelle rettangolari sotto i loro piedi - la mia non è mai stata una famiglia molto abbiente, certo, non vivevamo sotto i ponti ma nemmeno in una casa con i confort adeguati. Era molto piccola e si trovava sopra il negozio dei miei genitori, vendevano e aggiustavano borse e scarpe. La clientela non è mai mancata, nonostante il guadagno non fosse un granché, e sia io che Yoongi abbiamo sempre cercato di dare una mano come potevamo... ogni tanto, se ci ripenso, sento ancora l'odore di colla che mio fratello amava tanto odorare e la pelle delle borse sotto i polpastrelli. Eravamo due bambini a quel tempo e cercavamo di rendere il tutto un gioco - un lieve sorriso malinconico lasciò le sue labbra, facendo deglutire Minjee che non sapeva esattamente né che fare né dire di fronte ad Jungkook che presto sarebbe crollato. La minore era certa che sarebbe successo, lo poteva percepire dalla sua voce un po' incerta e impastata, dagli occhi persi in un mare di ricordi che si rifiutavano di guardarla, cosa insolita per lui, e dalle sue mani che avevano iniziato a torturarsi tra loro - sapevamo di non essere ricchi come alcuni nostri compagni di scuola e sapevamo che le nostre condizioni economiche non erano delle migliori, ma sia io che lui non ci avevamo fatto più di tanto caso... eravamo bambini in fondo no? Quando però mio padre si ammalò di una malattia di cui ancora oggi faccio fatica a ricordare il nome, tutto cambiò, per noi non fu più un gioco - le sopracciglia si incresparono in un'espressione drammatica mentre la gola si fece secca e priva di qualsiasi parola per qualche attimo. Le ciglia sbatterono funeste cercando di bloccare le lacrime che pian piano stavano iniziando a crescere nei suoi occhi preannunciando a Minjee che di lì a poco non avrebbe sentito gioia e spensieratezza. La minore rimase in silenzio osservandolo e attendendo il peggio, gli si fece più vicina cercando di fargli percepire la sua presenza, di fargli capire che lei sarebbe rimasta al suo fianco - penso che in quel periodo la nostra infanzia si stoppò improvvisamente, iniziammo a vivere la nostra vita tra l'ospedale, la scuola e il negozio, a casa ci tornavamo solo per dormire e per studiare, se riuscivamo a trovare tempo, come del resto anche per gli amici. La nostra situazione economica degenerò terribilmente, oltre a dover pagare le bollette di casa, del negozio e la retta della scuola, i miei dovettero iniziare anche a pagare le cure mediche che si presentarono più costose di quanto avremmo immaginato. Ricordo che una volta mia madre, a causa dell'enorme stress, scoppiò in lacrime nel retro del negozio. Ebbe una crisi di nervi così forte che fummo costretti a chiudere molto prima del solito perché non riusciva a muoversi né a r-respirare - balbettò col cuore in gola e le lacrime prossime a sgorgare dai suoi occhi cristallini, quell'immagine l'aveva tormentato per diversi mesi. Vederla in quelle condizioni l'aveva davvero segnato e spaventato perché già c'era la possibilità che suo padre non avrebbe potuto assistere al suo ottavo compleanno, la vita non poteva portargli via anche sua madre. Il petto di Minjee si fece pesante e il respirare si fece quasi doloroso per lei, riusciva quasi a percepire lo straziante dolore di ricordi ormai lontani - io e Yoongi iniziammo a chiedere meno di quanto ci spettasse, iniziammo a rinunciare alle feste di compleanno dei nostri amici e alle nostre perché avrebbe significato una perdita di tempo e di soldi, iniziammo a rinunciare alle gite scolastiche, alle vacanze estive, ai corsi extra di musica, nonostante entrambi volevamo continuare a suonare, io la chitarra e lui il pianoforte - entrarono troppo presto in un mondo che non apparteneva alla loro età, dovettero crescere in fretta e capire cosa significava sacrificio e rinuncia senza far fuoriuscire alcun lamento, erano diventati due grandi combattenti... ma a che prezzo? - Rinunciammo all'effetto dei nostri genitori perché sapevamo che erano troppo stanchi, preoccupati e stressati per regalarci attenzioni - a quelle parole Minjee sussultò, sentì una sorta di filo conduttore tra di loro che non centrava con l'affetto che provavano l'uno per l'altra, sentì una sorta di somiglianza perché in fondo anche Jungkook e Yoongi avevano dovuto iniziare a cavarsela da soli, lasciando da parte amore e affetto nonostante ne necessitassero come aria. E tutto ciò non poté che spaventarla, aveva sperato di non incontrare mai nessuno che avesse vissuto un'infanzia simile alla sua e Jungkook era stato così bravo a nasconderla, talmente bravo che Minjee si sentì in colpa di avergli scaricato addosso tutti i suoi problemi - Lo abbiamo fatto volontariamente perché sapevamo che loro non ci avrebbero mai fatto rinunciare a nessuna delle cose elencate anche se avrebbe significato il doppio del lavoro e della fatica a gravare sulle loro spalle. In parte ci riuscimmo ed in parte no, cercarono in ogni modo di non farci mancare nulla ed io e Yoongi, una volta adulti e con un lavoro stabile e redditizio, per sdebitarci abbiamo regalato loro una casa dignitosa, abbiamo restituito loro tutti i sacrifici fatti, certo non è un qualcosa di grandioso ma sapevamo che poteva essere una buona cosa - una lacrima scappò al suo occhio destro che prontamente lui andò ad asciugare non volendo far preoccupare Minjee, la quale non poté che trovare quei comportamenti così simili ai suoi, non poté che provare dolore per ciò che aveva passato e sopportato. D'impulso afferrò quella stessa mano che era andata a bloccare quell'attimo di debolezza, la strinse tra la sua fredda e tremante, facendole intrecciare in un forte legame che aiutò entrambi ad andare oltre e avanti, che li aiutò a respirare. Grazie a quel contatto finalmente Jungkook alzò lo sguardo da terra, puntandolo poi verso Minjee, tornando a guardarla come amava fare. I loro sguardi si scontrarono con forza, entrambi liquidi e in balia di ricordi, entrambi sofferenti e cresciuti, entrambi bisognosi l'uno dell'altro a farsi forza a vicenda. Minjee baciò piano la mano del corvino come a rassicurarlo, come a sussurrargli che andava tutto bene e che lei non lo avrebbe lasciato - i miei zii sapendo della nostra situazione si mobilitarono sin da subito per darci una mano, iniziando a lavorare in negozio quando possibile e facendoci prestiti quando ne necessitavamo, anche se nemmeno loro detenevano un granché. La nostra famiglia si unì moltissimo in quel periodo, iniziammo a fare affidamento gli uni sugli altri con talmente tanta disperazione e bisogno che fu inevitabile per noi diventare una cosa sola, nel bene e nel male> finì di raccontare il maggiore con la voce un po' rauca e pesante, pregna di vecchie cicatrici e rinunce. Il volto scosso e provato, gli occhi lucidi e le labbra un po' tremanti creparono il cuore della minore che si accorse solo in quel momento che, effettivamente, mai Jungkook si era mostrato di fronte a lei così, così fragile e spento, così esposto e vulnerabile e Minjee sperò che mai sarebbe ricapitato anche se era inevitabile.
Se solo avesse potuto si sarebbe fatta volentieri carico del suo dolore e delle sue fatiche, non sopportava di vederlo così, forse perché era un animo troppo gentile e buono per essere ferito o forse perché lo amava troppo da non poter sopportare una visione così logorante e drammatica.

Ora Minjee capiva perché Yoongi fosse così freddo e pungente, mentre Jungkook così gentile nei confronti degli altri. Ne avevano passate talmente tante che il più grande si era inasprito con il tempo, costruendo attorno a sé una spessa corazza, mentre il minore, invece, aveva sviluppato una sorta di gentilezza che non veniva mai meno in quanto sapeva bene quanto una parole gentile facesse bene ad un animo in guerra con se stesso e con il mondo, ad un animo in difficoltà.
Ora Minjee capiva perché fossero così uniti, avevano imparato a fare affidamento l'uno sull'altro nei momenti bui della loro vita, curandosi le ferite a vicenda.
C'era un grande abisso tra la loro esperienze e la sua, Minjee lo sapeva bene, i genitori di Jungkook e Yoongi non avevano mai smesso di amarli e di farsi in quattro per rendere la loro vita dignitosa, mentre i suoi genitori... beh, uno era scappato con una donna più giovane non facendosi più né vedere né sentire, l'altra, invece, era come se l'avesse ripudiata indirettamente, facendola vivere sotto il suo stesso tetto riempiendola però di disprezzo e indifferenza. Ciò nonostante, la minore non riusciva fare a meno di non notare piccole e nascoste somiglianze che, certo, non la faceva stare meglio ma la facevano sentire meno sola in un mondo che sembrava avergli voltato le spalle.
Si sentiva più vicina a Jungkook e Yoongi, anche se con amarezza e lacrime.

Dopo diversi attimi di silenzio in cui i due cercarono di riprendersi al meglio, Minjee prese parola.
<non volevo farti ricordare brutti avvenimenti, scusami> sussurrò un po' mortificata, non avrebbe mai voluto farlo soffrire nuovamente. A quelle parole un lieve sorriso comparve sulle labbra del maggiore, gesto che lasciò un po' sorpresa la più piccola.
<non fa niente, io l'ho fatto con te numerose volte, è giusto che tu abbia ricambiato il "favore" - scherzò Jungkook con un'ilarità che la lasciò a bocca aperta, la ferita aperta era ancora visibile nei suoi occhi rossi e provati ma, nonostante tutto, lui aveva provato a buttarla sul ridere per cercare di smorzare la tensione accumulata - e poi è importante ricordare, siamo quello che siamo grazie al nostro passato, bello o brutto che sia stato> aggiunse infine regalandole un intenso e lungo sguardo che Minjee lo sentì penetrare fin dentro le sue ossa.
Sapeva bene che lui, con quella frase, non si stesse riferendo a se stesso bensì a lei e all'insoddisfazione che provava verso se stessa e verso ciò che era stata, sebbene avesse sempre cercato di nasconderlo ai suoi occhi.
Come sempre a Jungkook non sfuggiva nulla.
Minjee sospirò con dramma sostando, per qualche attimo, lo sguardo su una piccola famigliola che stava passeggiando poco più in là rispetto a dove loro erano seduti. I due genitori ridevano e giocavano felici con i due figli maschi che non avranno avuto più di sette o otto anni. Li osservò con attenzione, facendo fare la stessa azione anche al maggiore, entrambi percepirono una tale spensieratezza che, in un primo momento, invidiarono pensando al passato ma, dopo neanche molto tempo, ne furono contagiati facendo nascere in entrambi grandi e dolci sorrisi.
Sembrava quasi che la loro mancanza fosse stata colmata da qualcun altro.

Quando tornarono a guardarsi Minjee non riuscì a trattenere i suoi pensieri.
<non ti dirò che mi dispiace, la compassione non piace a nessuno - sussurrò sincera. Quello che lui aveva vissuto non era certo stato semplice e la minore sapeva bene che quando si soffre l'unica cosa che si cerca sempre di evitare è la compassione oppure il classico "poverino, mi dispiace", anche se fatto in buona fede - ti dirò solo di essere fiero di te stesso come i tuoi genitori e Yoongi lo sono di te, come io lo sono di te> gli disse allora con dolcezza non distogliendo mai lo sguardo dai suoi occhi scuri e leggermente lucidi, continuando a stringere la sua forte e grande mano in quel momento un po' tremante e debole.
Gli accarezzò dolcemente una guancia donandogli un sorriso gentile e raggiante per quanto il suo cuore logorato glielo potesse permettere. Aveva sofferto con lui, parola dopo parola, sospiro dopo sospiro, tremore dopo tremore.
Si alzò poi dalla panchina senza preavviso mettendosi di fronte a lui che la guardò un po' sorpreso, spostò la mano sottile dalla sua guancia tra i capelli neri che scompigliò e accarezzò con uno sguardo che lui non le aveva mai visto addosso, che non le era mai appartenuto.
<sei stato bravo Jungkook-ah, hai tenuto duro per tutti loro, ora puoi lasciarti andare, non serve più che tu sia così forte> disse lei con delicatezza dopo aver notato quanto Jungkook avesse cercato di non piangere né in quel momento, né quando in passato le cose si erano fatte difficili per lui e la sua famiglia. Capì di aver fatto centro quando gli occhi di lui si sgranarono liquidi e stanchi e come una diga non molto salda, iniziarono a lasciar andare qualche piccola lacrima salata che furono asciugate con premura da Minjee che lo strinse poi in uno stretto abbraccio che gli sussurrò che aveva fatto un buon lavoro e che ora finalmente poteva rilassarsi e lasciarsi andare.

Forse non erano poi così diversi come pensavano.

~~~~~

Dopo aver mangiucchiato qualche altra prelibatezza per strada e aver riso fino alle lacrime grazie a qualche vecchio racconto esilarante e divertente, i due si diressero verso la piccola montagnetta sopra cui avrebbero assistito allo spettacolo pirotecnico e dove Hoseok e Lisa avevano dato loro appuntamento.
Quando arrivarono di fronte all'inizio della scalinata mancava solo mezz'ora all'inizio della centrale attrazione del festival che avrebbe dato il benvenuto all'estate, e già un po' di gente si stava avviando verso la cima. Minjee sospirò di fronte alla scalinata ormai divenuta, negli ultimi tempi, una dei suoi acerrimi nemici insieme ai broccoli, che le servivano periodicamente in clinica e che Namjoon e Jungkook la obbligavano a mangiare, nemmeno avessero stretto un'alleanza.
<dici che non troveremo una scala mobile sulla strada?> domandò Minjee a Jungkook che si trovava al suo fianco, con le mani posate sui fianchi e la camicia sempre più sbottonata, sembrava stesse morendo di caldo.
<a meno che questa montagna non sia un centro commerciale, credo proprio di no> le rispose l'uomo con un riso, passandosi una mano tra i capelli neri, mentre gli occhi vispi osservarono con attenzione l'espressione di Minjee che continuò a mutare andando dal divertimento, al fastidio e infine alla preoccupazione.
<me li ci vedo gli scoiattoli a fare la spesa> mormorò la più piccola cercando di nascondere il grande timore che stava nascendo in lei, sapeva che nelle condizioni in cui era non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare in cima, ormai anche per le scale di casa sua si era arresa a prendere l'ascensore. La situazione la stava preoccupando non poco.
Jungkook la osservò per qualche attimo interdetto, sapeva bene cosa stava passando per quella testolina e aveva in mente una soluzione da proporgli ma era certo che lei non avrebbe mai accettato, così, non appena la vide iniziare ad incamminarsi, la seguì silenzioso tenendo sempre ancorato su di lei un occhio vigile prima che cadesse o collassasse per la fatica.
Stava diventando sempre più debole, era impossibile non notarlo.

~~~~~

<Dio Jungkook sto per morire...> esalò esausta la minore, stravaccata su un enorme masso come un foca intenta a prendere il sole. Jungkook a quella visione e a quelle parole non riuscì a trattenere una risata, per l'esilarante situazione, sebbene in parte fosse un po' drammatica.
<Minjee, ti ricordo che abbiamo fatto solo due rampe di scale di appena dieci gradini l'una e ce ne aspettano almeno altre quaranta> le disse il corvino non appena ebbe placato le sue risate. Si accovacciò vicino a lei punzecchiandole con la punta dell'indice destro una guancia che prese in un secondo momento ad accarezzare non appena vide un'espressione un po' amareggiata farsi spazio sul suo viso.
<di questo passo faranno in tempo a fare venti spettacoli pirotecnici che noi non saremo ancora arrivati - sbuffò la minore stancamente massaggiandosi le tempie e chiudendo per qualche attimo gli occhi - non penso di farcela> mormorò infine, sussurrando un lieve "mi dispiace".
A quelle parole Jungkook l'aiutò a sedersi sul masso, le sistemò il leggero strato di tessuto verde che copriva il suo capo pelato, che accarezzò dolcemente, e le stampò poi un delicato bacio sulle labbra, non che ci fosse una ragione in realtà, ne aveva solamente voglia.
<non fartene una colpa, sai bene che non ce né motivo - la rassicurò vedendo le sue goti farsi rosee non appena le loro labbra si separarono dal dolce contatto - e poi ho un'idea> decise infine di proporgli ciò che aveva ideato, in un modo o in un altro sarebbero dovuti arrivare in cima e strisciare come lombrichi sugli scalini non sarebbe certo stato un buon stratagemma.
<ovvero?> domandò la minore curiosa e speranzosa.
<ti porto in spalle, tanto sono allenato e non dovrei fare molta fatica> l'espressione fiduciosa di lei morì sul suo stesso volto in pochi secondi a quella proposta, proprio come Jungkook aveva immaginato.
<e la mia risposta è... no> rispose Minjee con nonchalance, sottolineando la sua decisione scuotendo un dito nell'aria calda di metà Maggio, facendo sbuffare il maggiore.
<perché?> chiese lui in disaccordo.
<perché non ti utilizzerò come un mulo> rispose lei decisa e contrariata dalla sua proposta, non gli piaceva l'idea di usarlo come una carrozza, era davvero pessima come proposta.

Iniziarono a battibecchiare sulla questione per più di cinque minuti attirando l'attenzione di alcuni passanti che a volte sorridevano per quanto fossero buffi.

<va bene fai come ti pare, ci vediamo in cima> disse infine Jungkook all'ennesimo rifiuto di lei, voltandole le spalle, sapendo che sarebbe stato l'unico modo per smuoverla dalla sua idea.
<va bene ciao - disse lei in un primo momento inflessibile. Lo guardò allontanarsi sempre di più ma non appena lo vide iniziare una nuova rampa di scale, sospirò sconfitta richiamando la sua attenzione. Dopotutto non voleva perdersi lo spettacolo - e va bene, portami a cavalluccio> mormorò a denti stretti vedendolo tornare indietro trionfante.
<togliti quella faccia da schiaffi> sibilò lei vedendo il sorriso vittorioso di lui ampliarsi sempre di più.
<dillo un'altra volta e ti abbandono sul ciglio della montagna> disse Jungkook con soddisfazione facendola sbuffare sonoramente e appoggiare il capo sulla sua spalla con l'umore sconfitto e leggermente divertito. Nonostante tutto quella situazione non poteva che farla ridere.

Iniziarono ad avanzare piuttosto velocemente grazie alle forti gambe di Jungkook che si muovevano forti e prestanti sulla ripida salita che Minjee, sicuramente, non sarebbe riuscita a completare nelle condizioni di estrema stanchezza in cui si trovava.
Rimasero per qualche minuto in un silenzio rilassato in cui la minore si perse nel ripensare a quanto il maggiore le aveva raccontato poco prima, rimembrò sopratutto quanto aveva detto riguardo al fratello, parlandone quasi fossero stati una persona sola a quei tempi non molto luminosi.
Così, presa da una nota di curiosità, decise di porgli qualche domanda cercando di non osare troppo e di essere il più discreta possibile.
<da quello che mi racconti ogni tanto sembra che Yoongi non sia cambiato molto nel corso degli anni> affermò lei iniziando a punzecchiargli il collo con due dita, facendolo rabbrividire e rilassare allo stesso tempo.
<per nulla> rispose lui dopo un attimo di sorpresa per l'argomento appena proposto.
<com'era come fratello?> domandò con sincera curiosità, le sarebbe piaciuto sapere com'era il rapporto tra fratelli, un vero rapporto non come quello che vi era stato tra lei e Namjoon perché, sebbene gli volesse bene, riconosceva che non fosse stato esattamente un fratello per lei.
A quella domanda Minjee poté scorgere un lieve sorriso nascere sulle labbra di Jungkook, non appena si sporse più in avanti nell'osservarlo dalla sua postazione che si rivelò più comoda di quanto aveva immaginato.
<Yoongi penso sia stato il miglior fratello che potesse mai capitare, è stato il mio punto di riferimento per molti anni e ha cercato sempre di aiutarmi e di farmi camminare con le mie stesse gambe. In un certo senso mi ha cresciuto - raccontò con dolcezza il corvino, passo dopo passo, ricordo dopo ricordo, mentre gli occhi presero a brillare di malinconia - certo era fatto a modo suo, era il tipo di fratello che ti affogava in mare con la scusa del volerti aiutare a trattenere il fato sott'acqua, che imbrogliava quando giocavamo a Yughi-ho e a Monopoli e che ti diceva continuamente che eri stato adottato, ma nonostante tutto ci siamo sempre voluti bene. Ricordo che entrambi andavamo matti per i Pokemon, simulavamo continuamente delle lotte sul divano dove lui repentinamente vinceva perché più grande e più astuto di me... faceva finta di essersi fatto male per farmi abbassare la guardia e buttarmi giù dal divano> raccontò Jungkook esasperato, facendo scuotere il capo a Minjee che si mostrò piuttosto incredula e divertita.
<ripeto, quell'uomo era già perfido da bambino> mormorò la minore scatenando una leggera risata nel corvino che sussurrò un semplice "chissà".
<piuttosto... Namjoon com'è stato con te?> Jungkook approfittò di quel momento di particolare e insolita loquacità per domandarle qualcosa riguardo al suo passato, sapendo che quella serata sarebbe stata solo un'eccezione... o forse no.
<è stato molto paziente e credo che certe volte mi abbia fatto più da padre che da fratello, mi ha insegnato all'età di dieci anni ad andare in bicicletta, sui roller e a nuotare. Ha sempre fatto il tifo per me> ammise Minjee con un po' di imbarazzo, stringendosi di più a Jungkook. Non la metteva a suo agio parlare di certi avvenimenti sebbene alcuni fossero belli come quelli appena raccontati.
Semplicemente faticava ad esternarli, quasi fossero stati una vergogna e il maggiore, percependo il suo stato d'animo, decise di non insistere più di tanto e di non girare il coltello nella piaga.
<sono sicuro sia stato un buon insegnante> sussurrò lui allora, accarezzandole dolcemente una coscia con il pollice in un delicato movimento, sentendola accoccolarsi su di lui senza aggiungere altro se non un "già".
Il momento dolce tra loro però non durò molto perché quasi senza accorgersene arrivarono in cima alla piccola montagna dove trovarono già numerose persone appostate e pronte per lo spettacolo. Non si erano nemmeno resi conto di aver fatto così tanta strada.
Jungkook aiutò Minjee a scendere dalla sua schiena e, non appena entrambi ebbero messo i piedi per terra, iniziarono a cercare Hoseok e Lisa tra la folla, fino a che, una chioma rossa, intenta a sbracciarsi, non saltò alla loro attenzione.

<pensavamo vi foste persi> ammise Hoseok non appena i due si sedettero al loro fianco.
<scusateci, colpa della salita> disse Minjee indicando stancamente le scale appena compiute, quasi come se lei stessa le avesse fatte e non l'uomo dai capelli neri al suo fianco che aveva appena finito di arrotolarsi le maniche della camicia in lenti movimenti sexy che certamente non erano passati inosservati agli occhi della minore.
<già le scale...> ripetè Lisa con un'espressione maliziosa a dipingerle il volto che fece sospirare pesantemente l'amica.
<Lisa, non pensare male, non siamo tutti come te e Hobi che ogni attimo è buono per darci dentro> mormorò la maggiore tra le due facendo andare di traverso a Jungkook l'acqua che gli aveva offerto gentilmente Hoseok, mentre quest'ultimo diventò rosso quanto un pomodoro nel vedere alcune persone affianco a loro voltarsi e guardarli con facce stranite, a volte scandalizzate.
<p-per favore godiamoci lo spettacolo!> urlò imbarazzato il castano richiamando l'attenzione dei tre, ponendola così sullo spettacolo che iniziò poco dopo.

Ci fu un primo botto senza alcun colore che avvisò tutti i presenti di prepararsi e in un attimo l'intero luogo si fece silenzioso, accompagnato da piccoli sussurri entusiasti.
Dopodiché iniziò la meraviglia ricca di colori luminosi e sgargianti che illuminarono il cielo notturno come tante ed enormi stelle.
Ai primi botti Minjee sussultò un po' spaventata, per lei che mai li aveva visti dal vivo quel rumore era davvero fin troppo forte e invadente, tanto da farle quasi chiudere gli occhi a volte, perdendosi così il meraviglioso spettacolo che si stava parando di fronte lei.
Jungkook, notando dei continui sussulti al suo fianco e sentendo delle leggere e scurrili imprecazioni che ormai conosceva fin troppo bene, decise di intervenire, un po' perché intenerito e divertito dalla situazione e dall'essere scaricatore di porto di Minjee, un po' perché non voleva che si perdesse ciò che mai prima aveva avuto l'occasione di ammirare, perciò, dopo averla spostata tra le sue gambe, portò entrambe le mani sulle sue orecchie, isolandole almeno un po' da quei botti facendole così finalmente godere di quella meraviglia che le fece luccicare gli occhi e appoggiare la schiena delicatamente contro il petto di lui che l'accolse con calore e conforto.
<Jungkook guarda quello!> esclamò ad un certo punto la più piccola indicando un fuoco d'artificio che una volta scoppiato si apriva a salice piangente, andando a ricreare perfettamente la visione della pianta. Altri gridolini entusiasti si susseguirono non appena altri fuochi di quel tipo furono fatti esplodere in cielo facendo ridere intenerito Jungkook che non poté che trovarla adorabile nella sua incredulità e innocenza.
Quando il tutto finì in gran bellezza con una serie di botti strepitosi e colorati ad illuminare il cielo notturno, Minjee batté le mani entusiasta sussurrando un "è stata davvero una buona idea inserire questo punto nella lista".
<soddisfatta?> gli chiese il corvino con le labbra a pochi millimetri dal suo orecchio che poi baciò lentamente, continuando con una scia di baci che le lasciò lungo tutto il collo facendola accaldare e sussultare.
<mh molto, ma tieni i tuoi ormoni a bada, ci sono degli occhi innocenti qui intorno> gli rispose lei indicando con un gesto del capo alcuni bambini poco distanti da loro che ogni tanto lanciavano qualche occhiata curiosa nella loro direzione, forse per il capo rasato di Minjee o forse per le effusioni che si stavano godendo in pubblico che loro ancora non capivano, fatto sta che non ebbero modo di rifletterci più di tanto che la voce di Lisa attirò la loro attenzione.
<piccioncini voltatevi un attimo> disse questa facendo alzare gli occhi al cielo a Minjee per il nomignolo appena utilizzato che le faceva venire il mal di stomaco.
<Lisa quante volte ti ho detto di non util-> non fece in tempo a finire di parlare che non appena entrambi si voltarono un forte flash li investì in pieno volto, accecandoli per qualche attimo e facendoli mugolare di dolore.
<Dio quanto siete carini!> gioì la rossa scuotendo in aria il telefono con cui aveva appena fatto loro una foto e, non appena Minjee riacquisì la vista e capì cosa fosse appena successo, scattò in piedi, sgattaiolando via dalle braccia accoglienti di Jungkook, ancora intento a strofinarsi gli occhi doloranti, iniziando a rincorrere l'amica ordinandole di cancellare la foto.
<scordatelo!> rispondeva questa ad ogni minaccia da parte della maggiore iniziando a fare lo slalom tra i partecipanti del festival che rivolgevano loro occhiate annoiate e infastidite.

Nel mentre Jungkook e Hoseok le guardarono in lontananza gustando due sprite che il secondo aveva comprato poco prima.
<Minjee la butterà giù dal dirupo, vero?> domandò il corvino preoccupato ottenendo uno sguardo esasperato dal castano che sospirò sconfitto dall'esuberanza della fidanzata, amante degli scherzi e dei dispetti.
<probabile> mormorò questo infine, facendo scuotere la testa a Jungkook che sorrise divertito pensando a profonde parole mentre ammirava da lontano la donna che aveva imparato ad amare e la cui perdita temeva più di ogni altra cosa.

"La vita a volte regala degli inizi non molto felici e piacevoli, ma a coloro che riescono ad affrontarli, sopportarli e superarli ripaga con il tempo, con doni molto più meravigliosi e con persone ancor più meravigliose"

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Ciao a tutti! Come state? Spero bene.
Sarò breve visto il capitolo lunghissimo (5636 parole) che spero non vi abbia annoiato, né otturato le vene per la troppa dolcezza ahaha❤️
Ormai la scuola è giunta al termine e quest'ultima settimana è praticamente inutile perché, fortunatamente, non avendo materie insufficienti non ho nulla da recuperare e ciò significa che... avrò molto più tempo per leggere e scrivere, yuppie!💃🏼🎉🎉🎉 (piango di gioia!😭).
Detto questo, spero davvero di ritornare ad aggiornare più frequentemente, proprio come facevo prima.
Se il capitolo kilometrico vi è piaciuto lasciate una stellina e se volte anche un commento, mi farebbe molto piacere sapere una vostra opinione riguardo la storia in generale, al suo sviluppo e al capitolo proposto con un piccolo racconto del passato del nostro pargoletto!
Alla prossima
nanaa02

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