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40

Erano passati quattro giorni dalla scomparsa di Taehyung e, sebbene fosse stata dura, pian piano le cose stavano tornando alla loro solita quotidianità. Dura a dirsi, però purtroppo non si può restare attaccati ad un lutto per un'intera vita e questo sia Minjee che Yoongi lo avevano compreso.
La prima era tornata a casa dopo la fine del terzo ciclo di chemio più distrutta e stanca di come era entrata, sentiva di aver lasciato un pezzo di sé indietro e sapeva al contempo che mai lo avrebbe più recuperato perché il piccolo TaeTae non sarebbero tornato in vita con uno schiocco di dita.
Seppur con amarezza e difficoltà, Minjee se n'era fatta una ragione e aveva iniziato a ritornare alla sua solita vita archiviando per un po' il ricordo del piccolo. Fragile com'era mettere da parte ciò che era accaduto nei giorni addietro sarebbe stata la scelta migliore, da molti le era stato consigliato e così ci stava provando, a denti stretti e con nervi d'acciaio.
Il secondo, invece, faticava ancora a stare dietro a quella normalità che non gli pareva più tale visto che Taehyung ne aveva sempre fatto costantemente parte, dalla mattina presto fino alla sera sul tardi quando il minore faticava a dormire e perciò si dilettavano in partite a carte o in film della Disney.
Non era poi più così tanto normale quella routine senza di lui e ciò non faceva altro che sgretolarlo.
Ci stava provando, ci stava provando più di ogni altra cosa ma gli pareva davvero difficile andare avanti come stava facendo apparentemente Minjee, sopratutto perché questa era ritornata a casa sua e lui era rimasto solo come un cane in quella clinica dall'aria pesta e drammatica.

"Avanti Yoongi è un nuovo giorno, ce la puoi fare! C-ce la puoi fare..."

Neppure la sua coscienza quella mattina di tardo Maggio sembrava convinta della riuscita di quel piano logorante di dimenticare ciò che era stato e di fare passi verso una nuova realtà.
Si trovava nella sua grigia stanza, fuori il sole splendeva ma nel suo cuore risiedevano solo cupi nubi pronte a scatenare una nuova tempesta che lui non sarebbe stato capace di bloccare e sopire.
Si passò stancamente una mano sul volto, consumato e ancora un po' assonnato, per poi farla scivolare involontariamente sul capo spoglio di capelli, una volta suo orgoglio con i ciuffi che cambiavano tinta ogni tot di mesi.
Chiuse gli occhi per qualche attimo massaggiandosi quella superficie che presto sarebbe tornata a fiorire se gli esami della settimana che sarebbe arrivata avrebbero assicurato buoni esiti. Al solo pensiero gli occhi pizzicavano di gioia, era stufo di quella tortura e non vedeva l'ora uscire libero da quel luogo e di tornare a casa sua a Daegu, dall'altra parte però quegli stessi occhi lacrimavano quasi colpevoli.
Aveva visto e conosciuto talmente tante persone in quel luogo, più o meno quale fosse stato il tempo passato con loro, che sentiva in cuor suo di non meritare appieno quella guarigione ma che essa sarebbe dovuta spettare ad altri.
Magari a Taehyung che di peccato non s'era ancora macchiato, la cui innocenza era morta con lui prematuramente.
Yoongi gli avrebbe ceduto volentieri la sua guarigione se solo fosse stata garanzia della sopravvivenza del più piccolo, ma purtroppo ogni supposizioni, ogni se e ma erano ormai inutili, non si può riscrivere il passato ma si può migliorare il futuro.
E fu proprio quell'ultimo debole pensiero che spinse il suo corpo molle, senza forza né desiderio di vivere il presente, a tirarsi ritto e a trascinare quei piedi così pensanti fuori dalla fredda stanza che lo ospitava e che sembrava aver perso ogni minimo colore vivace che le era appartenuto in quei pomeriggi passati con suo fratello, Minjee, Taehyung e Jimin.
Quell'ultimo nome, così dolce al suono, fu un duro colpo per il petto di Yoongi che annaspò affaticato a metà corridoio, appoggiandosi per qualche attimo contro la fredda parete bianca.
Aveva ridotto in brandelli il cuore di quel ragazzino, ricordava ancora il dolore nei suoi occhi delusi e increduli, consapevoli di essere sempre stati nutriti da un'amara illusione.
Lo ricordava perfettamente, d'altronde sarebbe stato ben difficile per lui dimenticare un'espressione così affranta che aveva fatto tremare persino il suo intero essere, che raramente in passato era stato scalfito in tale maniera.
Quella mattina si era alzato con l'intenzione di parlargli, ma con quale coraggio l'avrebbe fatto?
Aveva preso la sua decisione riguardo lui e Sueji, era riuscito a ragionare proprio come gli aveva consigliato Minjee ma tutte le volte che aveva pensato a Jimin e a cosa gli avrebbe potuto dire una gran paura lo assaliva, un timore che nemmeno sapeva spiegarsi.

"Ah Yoongi, sei diventato proprio debole... prima non avevi paura di niente, figuriamoci di un marmocchio"

Brontolò la sua coscienza quasi a volergli ricordare quanto il cancro avesse fatto un buon lavoro su di lui, riducendolo ad un magro ammasso di cellule incapace di contenere le proprie emozioni, cosa assurda per lui, e di fronteggiare un ragazzino timido e alla ricerca di un amore perfetto.
Già, perché Park Jimin era proprio questo, un romantico sognatore e già dal loro primo incontro Yoongi avrebbe dovuto avvisarlo che con lui non ci sarebbe mai stato nulla di un amore come quello dei libri, anzi vedendo cosa gli avesse appena fatto patire ipotizzò che forse avrebbe dovuto dirgli che avrebbe solamente sofferto in sua compagnia, ma conoscendolo, Yoongi, fu certo che non l'avrebbe ascoltato.
Park Jimin era talmente testardo che sicuramente avrebbe fatto di testa sua non ascoltando minimamente i consigli del più anziano che avrebbero solo voluto proteggerlo dalla sua involontaria crudeltà. Aveva iniziato ad amarlo a tal punto che, conoscendo la sua mancanza di dolcezza e tenerezza, aveva pensato più e più volte di allontanarsi da lui prima che anche il minore si innamorasse a sua volta. Avrebbe volentieri rinunciato alla sua felicità se ciò avrebbe significato un suo sorriso e non le sue lacrime come invece era avvenuto.
Le cose purtroppo però gli erano sfuggite di mano, era stato talmente stregato da quell'adorabile fiamma arancione che non era stato capace di fermarsi in tempo.
Aveva errato perché nel pieno di una tormenta impossibile da placare, non avrebbe potuto niente d'altronde contro tutte quelle emozioni e sensazioni che sorgevano in lui ad ogni sguardo o risata del più piccolo.
Nonostante tutto, però, aveva esitato quando lei era tornata pronta per ricominciare, aveva esitato quando Jimin aveva cercato ardentemente un suo sguardo riassicuratore, una parola di conforto che andasse a smentire ciò che i suoi occhi avevano appena visto ovvero la rivelazione di una bugia che Yoongi aveva costruito attorno a lui.
Min Yoongi sapeva bene come stessero le cose nel suo animo eppure aveva esitato, ma avrebbe continuato a farlo?
Questa era la domanda che in quel momento continuava a tormentarlo.
Non voleva più dare a Jimin false speranze, non voleva più farlo soffrire in quel modo, ma dubitava che ne sarebbe stato capace.
<perché è così difficile?> sussurrò ad un certo punto osservando le piastrelle lucide e bianche, accompagnate da piccole venature nere, sotto i suoi piedi.
Non ricordava che la relazione con Sueji fosse stata così complicata. Certo, c'erano stati numerose discussioni, qualche pausa e qualche momento di più totale apatia ma mai Yoongi si era fatto così tanti problemi nell'amarla e non riusciva a comprendere se fosse un bene o un male. Se stesse esitando per paura o per l'incertezza e falsità dei suoi sentimenti.

L'unica cosa di cui era certo era che voleva rivederlo, a tutti i costi, nonostante provasse timore e fosse privo di coraggio. Voleva rivederlo per mettere fine al dolore di entrambi e far cessare quelle lacrime che ormai avevano consumato le loro guance, solcandole calde e impetuose.

~~~~~

Appena mise piede nel colorato giardino, la forte luce solare lo colpì in pieno viso facendogli chiudere gli occhi doloranti per qualche attimo, mentre indelicate imprecazioni sfuggirono dalle sue labbra.
<disgraziato di un sole...> borbottò Yoongi infastidito, sistemandosi il cappuccio della sua felpa nera che era leggermente calato da sopra la sua testa, mentre cercò di aprire leggermente gli occhi per vedere il mondo attorno a sé.
Pareva un vampiro che, dopo aver passato cento anni a dormire, aveva deciso di incontrare improvvisamente la luce, facendosi distruggere da essa. Yoongi si sentiva proprio così, sopratutto quando vide in lontananza una testolina arancione di spalle seduta su una delle tante panchine libere. Improvvisamente tutta la sicurezza, che aveva apparentemente acquisito passo dopo passo nei lunghi corridoi della clinica, sembrava essere svanita di colpo e quasi si chiese quale malsana idea lo avesse spinto ad incontrare la luce, quella giovane luce che lo stava man mano distruggendo.
Esitò nuovamente e, non appena se ne rese conto, si tirò uno schiaffo attirando gli sguardi straniti di una coppia di pazienti intenti in una sana passeggiata con i loro pigiami a pois e le teste pelate. Yoongi non si curò molto di loro, ponendo tutta la sua attenzione su se stesso con il quale si arrabbiò.
Possibile che fosse diventato anche un codardo?!
Questo non poteva sopportarlo.
Così, stringendo i pugni con forza, reprimendo le lacrime, ormai sempre presenti nei suoi occhi, e strisciando i piedi, si avviò verso quella panchina solitaria su cui sostava un'anima che sembrava così simile e compatibile a lui.
Non poteva fermarsi proprio in quel momento, doveva chiarire le cose, doveva farlo per tutti e due.

Passo dopo passo, più o meno incerto qual era stato, arrivò a destinazione dove trovò un Jimin stanco e provato, con profonde e scure occhiate a circondargli gli occhi. La scomparsa di Taehyung aveva lacerato anche lui.
Aveva ferito un po' tutti.
Yoongi, in un primo momento, si fermò in piedi vicino alla panchina osservando il minore che, sebbene avesse notato la sua presenza, non lo aveva degnato nemmeno di uno sguardo continuando a riporre la sua attenzione sul grande ciliegio appena sopra le loro teste. Il preferito di Minjee.
Il più grande, allora, si sedette silenziosamente al suo fianco vedendolo irrigidirsi, dopodiché iniziò a fissare l'erba verde sotto i loro piedi ancora un po' umida a causa delle continue piogge dei giorni addietro.
Strofinò piano le ciabatte ai suoi piedi su quella superficie che ne sporcò la suola di terra e fango, facendolo inevitabilmente sospirare.
Passarono qualche attimo in silenzio mentre un'aria sempre più tesa si alzò tra di loro diventando quasi irrespirabile.
Jimin cercò di rimanere indifferente nei confronti del maggiore, che aveva iniziato a lanciargli numerosi sguardi con la coda dell'occhio pensando ingenuamente di non essere notato, mentre in lui iniziava a crescere la voglia di guardarlo a sua volta, di parlargli, di accarezzarlo, di abbracciarlo e di baciarlo proprio come era accaduto fino alla settimana prima.
Sebbene non lo volesse, Jimin non faceva altro che continuare a desiderarlo.
Nonostante avesse capito perché fosse lì, nonostante avesse intuito che certamente gli avrebbe detto che tra loro non poteva funzionare e che sarebbe tornato probabilmente con la sua ex, nonostante tutto lui non poteva fare a meno di essere felice della sua presenza al suo fianco anche se faceva male il pensiero di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
Perché Jimin, ormai, era fortemente innamorato di Yoongi e sarebbe stato incapace di affermare il contrario, sebbene gli stesse facendo male, molto male.

Un sospiro fece tendere le sue orecchie mentre gli occhi continuarono a guardare quella pianta che ormai aveva perduto tutti i suoi fiori.
Ciò che iniziò a dire Yoongi non fu per niente rincuorante.
<io ho amato moltissimo Sueji, è innegabile questo - sbuffò fuori il maggiore con occhi vitrei, fissando un punto impreciso nello spazio. Jimin deglutì a fatica credendo che non sarebbe riuscito a trattenere le lacrime fino alla fine del discorso, era certo che non sarebbe mai stato così forte - ho passato numerosi bei momenti in sua compagnia, ho pianto e riso insieme a lei, ho vissuto numerose avventure e passato attimi di pace con lei. Ricordi che certamente mai potrò dimenticare. Sai, penso sia stata in assoluto il mio primo vero amore...> il cuore di Jimin, ormai crepato nel più crudele dei modi, iniziava a non sopportare più tutte quelle parole ed era prossimo nel frantumarsi tra le tozze e fragili mani del proprietario che, proprio come aveva previsto, non era riuscito a contenere le numerose lacrime nei suoi occhi.
Esse avevano preso a scorrere furiose sulle sue guance, consumandole più di quanto già lo fossero.
Un piccolo singhiozzo sfuggì al suo controllo facendo tremare lo stanco corpo di Yoongi, la cui bocca divenne improvvisamente asciutta, ottenendo un retrogusto amarognolo.
Il maggiore stava per ricominciare a parlare quando Jimin, con voce più sicura di quanto si sarebbe aspettato, lo anticipò.
<s-se sei qui per questo, per dirmi quanto eri felice con la tua ex, basta dirlo... ho ancora cinque minuti della mia pausa mattiniera e non vorrei sprecarli in questo modo> disse con freddezza, continuando a guardare dritto davanti a sé mentre lacrime calde bagnavano le sue guance e le sue labbra piene e rosee. Non sarebbe certo rimasto a sentire quelle parole piene d'amore non rivolte verso di lui che lo stavano solo uccidendo, no, non avrebbe sopportato oltre.
Non ottenendo nessuna risposta, con una profonda delusione a colmare i suoi occhi e con il cuore ormai a pezzi, Jimin sussurrò un lieve e tremante "va bene", alzandosi poi dalla panchina pronto per andarsene. Non fece però nemmeno un passo che una forte stretta avvolse il suo braccio sinistro, bloccandolo e facendolo risedere.
<stai seduto e zitto e lasciami finire di parlare> Yoongi parlò forse con fin troppa forza, ma la paura nel vederlo andare via lo aveva scombussolato talmente tanto che anche i suoi gesti e la sua voce si erano fortemente disperati, proprio come i suoi occhi ora puntati sul profilo del minore, paffuto come ricordava.
A quelle parole così intimidatorie il minore, sebbene il minore avesse voluto rispondergli a tono, tacque.
Un altro sospiro lasciò le labbra di Yoongi accompagnato da un sibilo, "testone", rivolto al più piccolo.
<stavo dicendo che penso che Sueji sia stato il mio primo vero amore - quelle parole logorarono nuovamente Jimin, i cui occhi, socchiudendosi, emisero nuove lacrime che raggiunsero con grande velocità il suo mento - con tutto quello che abbiamo vissuto e con tutto quello che mi ha fatto provare ho sempre pensato che fosse così ma mi sbagliavo, mi sbagliavo di grosso. - quelle ultime parole, sussurrate con voce vuota, fecero sgranare gli occhi ormai privi di speranza di Jimin che non poté credere a quanto avesse udito. Pensò addirittura di essercelo immaginato perciò non si mosse di un millimetro dalla sua posizione, guardando con occhi spalancati e lucidi l'albero di fronte a sé - Non chiedermi come l'ho capito perché nemmeno io lo so - uno sbuffo divertito lasciò le sue labbra, era incredibile quanta confusione ci fosse in lui - ma sono certo che quello che ci legava era un amore di convenienza, per numerose ragioni faceva comodo ad entrambi stare insieme e poi andavamo così d'accordo che il tutto quasi ci sembrava normale. E la prova certa di ciò è stato quando lei mi ha lasciato perché avevamo scoperto del cancro, non ero più conveniente. In questi giorni mi sono reso conto che, sebbene le volessi bene, non ho mai esitato quando mi si è presentata una situazione in cui avrei potuto procurarle dolore, ho sempre tirato dritto per raggiungere i miei obbiettivi non preoccupandomi realmente per lei. Jimin, sono più egoista di quanto credi> mormorò Yoongi infine, continuando a tenere una mano ancorata al braccio del più piccolo, mentre portò l'altra sul viso, passandola stancamente sugli occhi.
Un punto interrogativo nacque nella testa di Jimin, che si asciugò con il dorso di una mano alcune lacrime fuggitive.
<perché mi racconti questo?> gli domandò in un fievole sussurro, vedendolo con la coda dell'occhio arrossire leggermente, cosa rara per lui.
<perché con te è diverso, lo è sempre stato - il cuore del minore perse qualche battito, facendolo sussultare sul posto - ho sempre paura di sbagliare i modi o i termini perché so di non possedere gentilezza e che ti potrei ferire. Ho sempre timore di lasciarmi andare perché so che poi non riuscirei più a farne a meno e non vorrei rimanere ferito a mia volta, perché quello che provo verso di te è sincero, più di quanto credevo. - un rossore sempre più intenso iniziò a popolare le goti del maggiore che a fatica stava pronunciando quelle parole che contenevano tutto l'affetto che aveva accumulato nei confronti dell'arancione, i cui occhi si riempirono nuovamente di lacrime ma, non di dolore bensì di gioia - in questo momento vorrei da una parte poterti lasciare andare, così, almeno, sarei certo di non causarti più dolore come già ho fatto, dall'altra però mi pare impossibile perché ne morirei. Ho bisogno di te... io credo di amarti e mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto, non avrei mai voluto, credimi> un singhiozzo accompagnò quelle ultime parole dette tutte d'un fiato.
Yoongi era finalmente riuscito a dire tutto ciò che pensava e provava, sebbene con voce a tratti timida e tremante, ma ce l'aveva fatta e non poteva che esserne soddisfatto e fiero. Era riuscito finalmente ad essere completamente sincero con Jimin, sussurrandogli le sue paure e incertezze che erano semplicemente legate al timore di fargli del male e non a pensieri egoistici come invece era sempre accaduto con Sueji.

Dopo aver pronunciato quelle parole cariche di un amore sincero, Yoongi chiuse lentamente gli occhi lasciando andare un lungo sospiro, rilassando i nervi che fino a quel momento erano stati tesi come corde di violino.
Quando li riaprì, a discapito delle sue aspettative che, sebbene in una piccola percentuale fossero fiduciose, erano per lo più certe che Jimin mai lo avrebbe perdonato, incontrò gli occhi liquidi del più piccolo che lo guardavano colmi di lacrime cristalline, il viso paffuto era divenuto rosso quanto un pomodoro mentre le labbra si erano tirate in un tremante sorriso.
Le sue piccole manine si posizionarono sulle guance calde di Yoongi, il quale arrossì ancora più vistosamente a quell'azione, avvicinando così i loro visi che si unirono in un piccolo bacio.
Jimin, scosso com'era, decise di agire per comunicare ciò che stava pensando e provando, perché sembrava incapace di far fuoriuscire suoni dalla sua bocca.
Quando si staccarono entrambi sorrisero con sincerità e con gli occhi pieni di lacrime, non erano mai stati più felici di quel momento. Miriadi di forti, felici e travolgenti emozioni scalpitavano nei loro petti riducendoli in tremati e fragili esseri che sembravano aver soggiornato nell'iperuranio.

Il tutto durò, però, solo pochi attimi, fino a che gli occhi di Jimin si sgranarono alla visione di una donna alle loro spalle. Yoongi incuriosito e preoccupato dal suo sguardo scioccato si voltò verso la stessa direzione rimanendo sbigottito nel trovare, a pochi metri da loro, Sueji.
La donna, vestita da un'elegante camicia bianca, dei jeans azzurri e un paio di scarpe color cipria con il tacco, li guardava sconcertata e con la bocca leggermente aperta, incredula a ciò che le si era parato di fronte.
Aveva assistito al loro bacio e alle loro delicate carezze.
Dopo qualche attimo di puro gelo, Sueji decise di avvicinarsi ai due mentre un'espressione cupa prese posto sul suo viso. Appena fu di fronte ad entrambi, Jimin si alzò rapidamente volendo lasciarli da soli ma un gesto della mano della donna lo bloccò.
<resta pure, tanto credo che tutti e tre già sappiamo come andrà a finire, non rimarrò qui a lungo> disse la corvina, facendo poi passare il suo sguardo dal minore a Yoongi, colui con cui aveva condiviso numerosi attimi della sua vita.
<immagino che quindi la tua risposta sia un no> mormorò lei in sua direzione vedendolo annuire lentamente, dopo aver lasciato andare un lungo sospiro.
<già, mi dispiace> sussurrò Yoongi, ammettendo che, nonostante tutto, in parte, gli dispiacesse di come le cose fossero andate tra di loro. Non avrebbe certo dimenticato tutti i bei momenti passati assieme.
Un lungo sospiro uscì dalle labbra così bene incorniciate dal rossetto rosso della donna.
<immaginavo, avevo già sospettato qualcosa l'altra volta, quando avevo sorpreso il tuo amichetto intento a spiarci, - indicò con un gesto del capo Jimin che arrossì - ma pensavo si trattasse di una donna e che lui fosse stato mandato solo per controllarti ed invece... non pensavo fossi diventato finocchio> disse infine Sueji, facendo sorprendere il minore di quell'ultima parola che, di solito, era sempre stata usata da alcuni suoi compagni di classe contro di lui quando volevano dargli fastidio o prenderlo in giro.
Si voltò appena verso Yoongi per vedere una sua reazione, trovandolo stranamente rilassato e con un furbo sorriso a dipingergli le labbra che il minore non comprese.
<a quanto pare tu mi hai convinto a cambiare sesso> rispose Yoongi pungente vedendola dopo alcuni secondi, scoppiare in una fragorosa risata che mise ancora più confusione nella testa di Jimin.
Yoongi aveva notato un familiare luccichio negli occhi della donna quando aveva pronunciato quella parola e aveva compreso che volesse giocare un po' e scherzare come i vecchi tempi e così la ricambiò con la stessa moneta, felice della sua reazione, sebbene lo avesse sorpreso un po'.
<sei sempre il solito - rise la donna scuotendo il capo divertita, facendo poi comparire sul suo viso un'espressione dispiaciuta - scusa per averti lasciato solo quando avevi bisogno di me, sono stata davvero pessima e mi merito questo... - posò poi il suo sguardo nuovamente su Jimin che guardò con occhi gelosi e allo stesso tempo grati, era certamente addolorata dalla scelta del suo ex ma era allo stesso tempo sollevata che ci fosse stato qualcuno che si fosse preso cura di lui in sua assenza. Proprio per questo decise di trattenere le sue lacrime e di approcciarsi ad una via più scherzosa e positiva, era lei che aveva sbagliato e questo era ciò che si meritava e lo avrebbe accettato senza se e ma - prenditi cura di lui, è testardo e pungente ma sa essere un cuore di panna quando vuole> disse lei, ricordando alcuni buffi e dolci avvenimenti ormai irraggiungibili.
Dopo quelle parole, non lasciò tempo a nessuno dei due nel risponderle, dandogli così loro le spalle e andandosene con il cuore pieno di rimpianti e amarezza, felice però nell'essere riuscita a controllarsi e del fatto che al disastro che lei aveva combinato qualcuno vi aveva posto rimedio.

Così i due amanti felici la guardarono andare via, chi più chi meno confuso.
Era andata meglio di quanto si sarebbero aspettati ed ora potevano finalmente dare vita al loro amore, sebbene fossero timorosi dell'esito e incerti del loro futuro. Ma non per questo si sarebbero persi d'animo.

~~~~~

Nel leggere quel messaggio un largo sorriso comparve sulle labbra di Minjee che sospirò rassicurata e felice, appoggiando poi, accanto a sé, il telefono.
Fortunatamente le cose erano andate per il meglio e come lei aveva sperato.
<ah Momo, tutto è bene quel che finisce bene, no?> domandò la ragazza al gatto che sostava mezzo addormentato sul suo grembo mentre la guardava con i suoi grandi occhioni neri.
Le rispose con un lieve "meow~" facendola sorridere con ancora più dolcezza mentre con la mano libera andò ad accarezzargli il morbido pelo bianco, a tratti con macchie color cappuccino, per poi picchiettargli delicatamente con l'indice il nasino triangolare che il gatto leccò di conseguenza.
Le piccole zampine andarono a pigiare contro l'addome di lei, come a voler richiamare la sua attenzione, quando Minjee la rivolse verso la vasca da bagno vicino a cui era inginocchiata e dove era immersa una mano intenta a sentire se l'acqua che la riempiva avesse perso un po' del suo calore ustionante.
<uh è pronta> esultò in un sussurro la ragazza, tirando fuori la mano dall'acqua e picchiettando il fondo schiena di Momo, facendolo così scendere dal suo grembo con pigri movimenti.
<bene, ero stufo di aspettare> mormorò una voce maschile facendole alzare lo sguardo.
Jungkook era appoggiato allo stipite del bagno con indosso una semplice maglietta bianca e dei pantaloni grigi della tuta, i piedi scalzi aderivano perfettamente con il parche mentre gli occhietti scuri la scrutavano attenti e penetranti.
Minjee alzò un sopracciglio divertita.
<non mi sembra di averti invitato a fare il bagno con me> disse alzandosi dalla sua postazione così da poter fronteggiare il corvino che si era appena staccato dallo stipite, ponendosi di fronte a lei con sguardo strafottente e le mani nelle tasche.
<beh, si da il caso che questo sia il mio appartamento> sussurrò lui a pochi centimetri dalle labbra della minore che portò entrambe le braccia a circondargli il collo.
<sai bene che finiremo a fare altro in quella vasca se entri anche tu> disse lei, certa di quello che sarebbe accaduto, guardandolo con occhi pieni di ovvietà mentre notò il viso di lui arrossire un po'.
<non penso ti dispiacerebbe> mormorò lui a voce bassa, mentre il suo viso si scaldò ancora di più facendo ridere teneramente Minjee che schiacciò un dito contro la sua morbida guancia color ciliegia.
Sebbene tentasse di fare il "bad boy", la parte di lui timida e impacciata non riusciva a non comparire.
<già, comunque entrerai in quella vasca solo se mi lascerai tenere la bandana> propose Minjee ottenendo, in un primo momento, uno sguardo sorpreso da Jungkook che mutò velocemente in un'occhiata di disaccordo.
La minore non si sentiva molto a suo agio senza quel leggero tessuto e non amava che lui vedesse quella pelata, nonostante le avesse ripetuto molte volte che non se ne doveva vergognare.
<tanto lo sai che te la toglierò in un modo o in un altro> borbottò lui, venendo fulminato da uno sguardo serio della più bassa che, in un secondo momento, volle andare come a supplicarlo, facendolo infine cedere.
<ok ok, va bene, se proprio lo desideri - sospirò lui esasperato scuotendo il capo rassegnato, regalandole uno sguardo gentile non appena la vide sorridere leggermente con pura sincerità. Le lasciò una dolce carezza sul viso per poi baciarle le labbra, mentre le mani scesero ad afferrare l'estremità della grande maglietta di Minjee che fece salire verso l'alto per poi togliere completamente, ricevendo uno sguardo curioso da parte della proprietaria - non posso toglierti quel pezzo di seta, ma questi si> disse infine passandole le mani sui fianchi iniziando a far scorrere i leggins neri di lei lungo le sue lunghe gambe, mentre una risatina sfuggì alla più piccola che gli lasciò tanti piccoli e teneri baci sul collo.
La parte migliore di Minjee stava decisamente uscendo in compagnia di Jungkook e lei non poteva che esserne estremamente felice, in quanto voleva donargli la parte più bella e luminosa di sé, sebbene presto gli avrebbe mostrato anche quella più drammatica.

Immersi in bolle di sapone e schiuma i due si lasciarono andare in discorsi stupidi, battute divertenti, riflessioni filosofiche, carezze talvolta dolci altre rudi, baci a fior di pelle e per ultimo fecero l'amore.
In quel turbine di emozioni, risate e grovigli di gambe, Minjee non poté non ricordare con felicità il messaggio che poco prima gli aveva inviato Yoongi che sembrava essere riuscito a fare chiarezza nella sua mente.

"Un'amica mi ha detto che, se ami veramente una persona, non permetti ad un'altra di fare breccia nel tuo cuore.
Jimin mi ha fatto capire molte cose, tra cui la veridicità di quanto detto e, proprio per questo, ho scelto lui"

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Ciao a tutti! Spero stiate tutti bene!
Questa volta sono stata piuttosto veloce e spero che ne siate felici e che il risultato vi sia piaciuto!
Avevo voglia di scrivere un qualcosa sulla nostra coppietta Yoonmin e questo è il risultato, so che molti li vedono come brotp ma volevo semplicemente mostrare che i gay sono proprio come gli etero. Provano anche loro emozioni, amano e soffrono per amore, ridono, piangono, fanno passeggiate al parco, mangiano gelati o caramelle gommose, dormono e guardano la televisione proprio come tutti gli altri. Sono normali tanto quanto gli eterosessuali, i transgender, ...
Sono umani e vanno rispettati in quanto tali, ognuno è libero di fare quello che vuole.
Scusate per questo polemicone ma sono stufa di sentire gente che non fa altro che spalare cacca sugli altri solo perché ignorante.
Alla fine Minjee e Jungkook spuntano sempre come margherite e niente, mi piacerebbe fare anche solo un libro di due pagine a capitolo dove racconto le loro brevi avventure insieme giorno per giorno. Anche quando vanno a prendere insieme un gelato e basta. Sono innamorata di questi due ahaha, buffo vero?
Ho visto Avengers Endgame e tutti in sala, per ben due volte, abbiamo pianto come bambini💔
Detto questo, se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e se volete anche un commento.
Alla prossima
nanaa02

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