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Il tempo passò in fretta al negozio e ben presto si fece pomeriggio.
Tutto procedeva nella norma, clienti indecisi, pignoli, esuberanti, fin troppo accondiscendenti.
Nuove ordinazioni ed eventi.
Tutto molto movimentato e coinvolgente.
<ci ha messo mezz'ora a decidere tra le ortensie blu e viola, mezz'ora!> mormorò Lisa passando entrambe le mani sul suo volto mentre il mal di testa iniziò a torturare le sue tempie.
Aveva accolto un uomo sulla cinquantina che era intenzionato ad abbellire il giardino della sua grande e raffinata villa, Lisa vedendo le foto del complesso gli consigliò delle ortensie blu o viola, la differenza tra le due non era molta.
L'uomo non sicuro della sua scelta rimase indeciso per parecchi minuti borbottando tra sé e facendo supposizioni, portando la ragazza all'esaurimento.
<e alla fine che ha deciso?> le chiese Minjee cercando di trattenere una risata nel vedere l'espressione sconcertata dell'amica.
<un po' di entrambe> sussurrò la rossa lasciando la testa in balia della mani mentre i gomiti poggiavano sul bancone in ciliegio.
A quelle parole la bionda non riuscì a trattenersi scoppiando in una fragorosa risata che dopo un po' contagiò anche l'amica disperata ed esausta.
<cos'hanno da ridere tanto le mie ragazze preferite?> chiese Hoseok alle due dopo aver finito una telefonata con il loro rifornitore.
<beh a Lisa capitano sempre i clienti migliori> disse Minjee con una nota di ironia che fece sospirare rassegnata la rossa che riservò poi al fidanzato uno sguardo sospettoso.
<invece sembra che due gatte morte ti abbiano preso di mira, tutti i martedì e i giovedì si presentano qui e ti importunano chiedendoti sempre due rose rosse e, naturalmente tu dai loro molta corda> affermò Lisa stizzita che aveva notato questa insistenza ormai da diverse settimane e la gelosia la stava a dir poco divorando nonostante conoscesse la fedeltà del fidanzato.
<oh andiamo pensi davvero che io le guardi, lo sai che per me sei l'unica> ammise lui tirandola verso di se facendola arrossire vistosamente.
Minjee sentì di star per morire dalla dolcezza e dalla carie.
Sorrise semplicemente a quella vista decidendo poi di lasciarli soli per qualche momento, sopratutto perché la cosa sarebbe diventata alquanto imbarazzante per la bionda visto che si sarebbe sentita la terza incomodo.
Si allontanò da essi avvicinandosi all'entrata, controllò che i vasi esposti fuori fossero tutti in ordine dopodiché si concentrò sui gigli bianchi, suoi fiori preferiti, che sistemò nel miglior modo possibile sullo scaffale alla destra dell'uscio a cui Minjee diede le spalle per qualche attimo fino a che la porta d'ingresso fu spalancata e il campanello tintinnò.
Visto che i due piccioncini erano impegnati in effusioni amorose, Minjee, dopo aver sospirato rumorosamente, si voltò per accogliere il nuovo cliente che appena incontrò il suo sguardo si sorprese nel vederla lì.
Jungkook si trovava sulla soglia del negozio con un paio di jeans neri, un maglione blu e un paio di scarpe bianche mentre un'espressione stupita era dipinta sul suo volto.
<Minjee che ci fai qui?> le chiese sorpreso il corvino osservandola attentamente potendo constatare la stessa sorpresa negli occhi della ragazza che, a quella domanda, inarcò un sopracciglio.
<beh come puoi vedere ci lavoro - gli fece notare la scritta sul suo grembiule - piuttosto, la vera domanda è cosa ci fai tu qui, Jungkook?> gli chiese la bionda incrociando le braccia al petto mentre sul viso del giovane uomo si formò un leggero rossore quando si rese conto della figura da babbeo che aveva appena fatto.
Si schiarì la gola grattandosi la nuca imbarazzato.
I lineamenti severi di Minjee si addolcirono a quella visione, era fin troppo adorabile.
<s-sono qui per comprare dei fiori, vorrei abbellire un po' il mio balcone, a quanto pare resterò a Seoul più del previsto> affermò Jungkook facendo incuriosire la ragazza.
<vuoi dire che la tua sistemazione non è permanente?> chiese sorpresa Minjee vedendo però un cambiamento nell'espressione del più alto.
<già, in realtà sono qui per mio fratello, niente di più nulla di meno> raccontò lui tristemente, facendo ben intendere con il tono che non si trattava di una storia felice.
Vedendolo un po' giù di morale, Minjee, decise di cambiare argomento.
<beh fortunatamente sei capitato nel miglior negozio di fiori della città, di sicuro troverai qualcosa per abbellire il tuo brutto, sudicio e triste balcone> commentò lei sarcasticamente vedendolo sorridere leggermente, aveva fatto centro.
<quanta delicatezza> disse lui con un velo di ironia che fece ridere internamente la ragazza che però mantenne sempre il suo composto contegno.
Iniziarono ad avviarsi verso un preciso reparto quando una domanda sorse nell'animo del corvino.
<perché lo hai chiamato sudicio?> le chiese lui vedendo un'espressione di disgusto formarsi sul volto di lei.
<credimi, non lo vorresti sapere> lo liquidò la bionda fermandosi davanti ad una serie di vaschette colme di gerani rossi e di un rosa pesca molto ammaliante.
<mettimi alla prova> le consigliò lui facendola voltare verso di sé.
La distanza tra di loro era veramente poca, qualche centimetro, e quando Jungkook se ne accorse arrossì vistosamente rimanendo incantato dai tratti della più bassa che lo guardò con diffidenza e incertezza.
Minjee lo scrutò attentamente facendo poi spuntare sulle sue labbra un sorrisetto che durò una manciata di secondi.
<No> disse secca facendolo sbuffare come un bambino, cosa che intenerì molto la ragazza.
<questi sono i gerani, i fiori da balcone per eccellenza, per ora ho solo queste due tonalità ma tra qualche giorno dovrebbero arrivarne degli altri>
<tranquilla, mi vanno bene questi> la rassicurò lui indicando i fiori color pesca che mise da parte seguendola poi verso un'altro reparto dedicato alle piante grasse.
Jungkook osservò quelle piccole piantine verdi, cicciotte e con molte spine trovandole davvero carine, nel mentre un grugnito di disapprovazione sfuggì alla bionda.
<ti consiglierei un piccolo cactus San Pedro, sono molto belli, ma con il tuo gatto invadente e super attivo ci sarebbe solo il rischio di far male a qualcuno> disse Minjee lanciando poi un'occhiata curiosa a Jungkook che osservava assorto nei suoi pensieri le numerose piante con le spine.
Lo guardò silenziosamente di profilo notando la sua mascella pronunciata e ben delineata, alcuni orecchini tempestavano le sue orecchie e una piccola cicatrice segnava il suo zigomo sinistro, guardò quest'ultima con un particolare interesse .
Di solito le cicatrici sul volto lo deturpavano, ma, in quel caso, lo resero solamente più affascinante e caratteristico.
Minjee ebbe quasi l'impulso di toccarla e tracciarla con la punta dell'indice talmente ne era attratta.
Fortunatamente il corvino si girò verso di lei bloccandola sul posto e facendola riprendere da quei suoi strani pensieri.
Si guardarono per interminabili secondi mentre un leggero rossore dipinse le guance di Jungkook, la ragazza temette di essere stata colta in flagrante.
<uhm che cosa hai detto? N-non stavo ascoltando, scusa> ammise il corvino imbarazzato lasciando di sasso Minjee che sentì quasi il bisogno di sbattere la testa contro un muro.
"Ma quanto può essere svampito questo qui!?"
Si passò una mano sul viso lasciandosi sfuggire dalle labbra una leggera risata.
<non fa niente, tranquillo> ridacchiò ancora vedendo il faccino di lui divenire sempre più rosso.
~~~~~
I due continuarono con la loro ricerca non sapendo però di essere osservati da lontano, infatti Lisa e Hoseok si erano messi sull'attenti non appena ebbero sentito il campanello d'entrata tintinnare.
Avevano notato una certa confidenza tra i due, erano certi che si conoscessero.
<e quello chi è? Non l'ho mai visto> ammise Hoseok mentre quella domanda continuava a tartassare il suo povero animo.
<boh, ma è fatto bene, molto bene> affermò Lisa squadrando il corvino da capo a piedi, soffermandosi sopratutto sulle sue spalle larghe, le braccia forti e muscolose, le gambe lunghe e allenate.
<sei seria? - il moro inarcò un sopracciglio notando della malizia negli occhi della fidanzata - almeno si più discreta!> la sgridò infine assumendo un'espressione offesa che fu subito sciolta non appena lei gli regalò un buffetto seguito da un piccolo bacio.
<comunque sono sicuro che sia il classico play boy> le confidò lui iniziando a fissarli da lontano.
<tu dici?> gli chiese lei notando un certo impaccio nel giovane uomo nell'approcciarsi e un'insolita curiosità negli occhi di Minjee.
<si, quello stronzo ed affasciante, il tipo di persona che Minjee odia> rise malvagio il moro sapendo già come l'amica l'avrebbe respinto.
Stava per aprire nuovamente bocca quanto la fidanzata lo zittì con una gomitata.
<shhh stanno arrivando> sussurrò Lisa facendo mettere sull'attenti Hoseok.
I due fecero comparire sui loro volti larghi e finti sorrisi che furono subito ricambiati con ingenuità da Jungkook che trasportava tra le sue mani due vasi di fiori mentre Minjee portava il terzo.
<benvenuto da Red Flowers, io sono Hoseok e lei è Lisa, la mia fidanzata> si presentò il moro allargando sempre di più il suo plastico sorriso, stessa cosa fece Lisa.
La bionda inarcò un sopracciglio.
"Mamma mia, sono più pettegoli e finti di mia zia Chaerin"
Pensò Minjee esasperata, lanciando poi un'occhiataccia ad entrambi i suoi colleghi di cui aveva notato i continui sussurri e le indiscrete occhiate.
<piacere, sono Jungkook> un piccolo sorriso da coniglietto comparve sulle labbra del corvino che strinse la mano ad entrambi i ragazzi che, per qualche attimo, sembrarono inteneriti da quel particolare.
Lisa stava per fargli qualche domanda quando l'entrata di due anziani signori attirò l'attenzione di tutti e quattro.
Il signor e la signora Lee, gestori del panificio della palazzina affianco, si avvicinarono al bancone dove il corvino stava pagando la sua roba.
Minjee notò subito stanchezza e dolore trasudare dai volti di entrambi che camminarono come se fossero appesantiti da qualcosa di molto grande e struggente.
Tutti videro le profonde e scure occhiaie sotto i loro occhi che sembravano avessero appena finito di versare le ultime lacrime.
<signori Lee, che piacere vedervi! sembrate molto provati, è successo qualcosa?> domandò loro Lisa che li aveva particolarmente a cuore.
<Tesoro, è successa una cosa davvero terribile> sussurrò l'anziana signora stringendo la mano del marito che sembrava vuoto di ogni sentimento mentre osservava il pavimento.
<Dongsun è venuto a mancare> quelle singole parole fecero sussultare Minjee che sentì la gola seccarsi.
Era a conoscenza che il figlio maggiore della coppia fosse malato di tumore da mesi e che si erano messi in moto, tramite una clinica, per fare in modo che ne uscisse sano.
Ma, a quanto pareva, la malattia aveva avuto la meglio su di lui.
La donna scoppiò a piangere mentre Lisa cercò in un qualche modo di consolarla, Minjee nel vederla pensò che forse era quello il destino che l'attendeva e paragonò l'anziana a sua madre, sempre se avesse versato qualche lacrima per la propria figlia.
La bionda sentì le gambe tremare e la testa iniziare a girarle vorticosamente.
Rabbia, paura, tristezza e solitudine si insediarono in lei come corde pronte a stringerla fino a spezzarla di in tanti piccoli frammenti.
Si attaccò al bancone mentre scorse sul viso di Jungkook, di fronte a lui, una sorta di familiarità con quelle due persone che ormai sembravano aver perso un pezzo di loro.
Il corvino li guardò come se fosse consapevole del loro dolore, o così almeno sembrò a Minjee che sentì di star per crollare da un momento all'altro colta da tutte quelle emozioni così forti quanto travolgenti e soffocanti.
La sua mente non fece altro che iniziare a vorticare attorno al suo immenso problema.
Sarebbe morta anche lei?
Avrebbe combattuto o avrebbe lasciato libero arbitrio alla malattia?
Qualcuno avrebbe sofferto per colpa sua?
Voleva davvero continuare a vivere per vedere la sua sua vita sgretolarsi davanti a sé?
<Minjee ti senti bene?> le chiese Jungkook una volta che rimasero da soli, Lisa e Hoseok si erano appartati insieme ai due signori sconvolti che erano venuti da loro sopratutto per organizzare i fiori per il funerale.
Il corvino aveva notato la poca stabilità della bionda e il viso ormai diventato pallido e sofferente.
La vide assorta nei suoi pensieri e sull'orlo di una ricaduta che riconobbe perché già vista negli occhi di qualcun altro a lui molto caro.
Le afferrò una spalla scuotendola delicatamente, ripetendo poi quelle semplici parole vedendola così ritornare in sé.
<io uhm...io non...tu...n-non preoccuparti> balbettò lei passandosi una mano tra i capelli respirando pesantemente.
Deglutì rumorosamente dando poi il resto al corvino che la guardò ancora molto preoccupato.
<posso fare qualcos-> non fece in tempo a finire che Minjee lo bloccò con un gesto della mano.
<va tutto bene, Jungkook, torna a casa> disse lei sviando il suo sguardo puntandolo così sui deplian impilati sul bancone.
Picchiettò un dito sulla superficie liscia del tavolo mentre il corvino si avviò verso la soglia del negozio dove, prima di uscire, guardò un'ultima volta in direzione della ragazza preoccupato e dispiaciuto dopodiché se ne andò.
Minjee rimase sola in quel grande spazio con il cuore pesante mentre sentiva in lontananza i singhiozzi soffocati della signora Lee.
~~~~~
Scossa più che mai la ragazza, a fine lavoro, tornò nella sua dimora.
Appena entrata scorse in lontananza i frammenti del vaso che quel mattino Momo aveva rotto attirando così l'attenzione di lei.
Si avvicinò ad essi raccogliendoli e stando attenta a non tagliarsi; dopodiché si dedicò alle faccende riguardanti la casa, giusto per distogliere la sua mente dal doloroso episodio che aveva sconvolto l'atmosfera al negozio.
Tutta l'allegria era morta in una manciata di secondi.
Minjee si ritrovò davanti alla lavatrice mentre era intenta a riempirla con i vestiti sporchi dei giorni prima.
Controllò in tutte le tasche dei vari indumenti che non ci fossero fazzoletti o cose simili, se no sarebbe stato un vero disastro a fine lavaggio.
Continuò tranquillamente a fare il tutto per un po' di tempo finché non si imbatté nei pantaloni del giorno prima.
Controllò le tasche posteriori dove trovò un piccolo pezzetto di carta.
Lo prese e lo tirò fuori riconoscendolo poi come quello che le aveva dato il medico, quello su cui aveva scritto il nome di una clinica contro i tumori maligni, comunemente detti cancro, e un numero di telefono.
Respirò profondamente appoggiando il fondoschiena al lavandino dietro di lei.
Osservò il fogliettino tra le sue tremanti dita mentre i volti dei due anziani le tornarono in mente insieme a quelle parole dolorosamente pesanti e struggenti.
Chiuse piano i suoi occhi sentendo il suo cuore battere ad un ritmo pazzo nel suo petto.
Strinse con una mano il bordo del lavandino con talmente tanta forza da far diventare le sue nocche bianche.
Pensò a lungo arrivando così ad una decisione.
Riaprì gli occhi e si diresse in salotto dove afferrò il suo telefono componendo lentamente e con le dita tremanti il numero inciso sul pezzetto di carta, dopodiché fece partire la chiamata.
Non era ancora pronta a lasciarsi morire.
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Ciao a tutti
Spero davvero che anche questo capitolo, nella sua allegria e tristezza, vi sia piaciuto.
Mi è venuto più lungo del previsto ma spero che non sia stato un problema e che non sia stato pensante.
Ammetto, mi sono divertita molto a scrivere il dialogo tra Hoseok e Lisa, spero che lo stesso sia accaduto a voi nel leggerlo.
Detto questo, se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e se volete anche un commento!
Alla prossima
nanaa02
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