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La divisa scolastica gialla ricadeva morbida sul suo corpo, risaltando sulla sua pallida pelle che pareva porcellana.
Il cravattino stellato era allentato, la camicia bianca scomposta ricadeva leggermente fuori dalla gonna corta e nera che fasciava i suoi fianchi e che a Minjee parvero più magri di quanto ricordava, come del resto anche le gambe, le braccia e il viso.
Era cambiata molto, se non troppo.
Aveva lasciato crescere i capelli in una folta chioma che aveva tinto di un castano chiaro, ricordava ancora quando, diversi anni prima, le aveva sussurrato che un giorno li avrebbe voluti avere di quel luminoso colore, simile quasi al caramello, prelibatezza di cui andava molto golosa.
Li teneva sciolti, liberi di ricadere sulle spalle che Minjee vide tremare.
Già, tremavano proprio come le mani strette in pugni.
Non capendone il motivo Minjee fece risalire il suo sguardo fino al viso della sua giovane sorella dove scorse gli occhietti neri guardarla arrabbiati e lucidi, il nasino era leggermente rosso, la mascella era serrata mentre le labbra erano tirate in una dura linea orizzontale.
Voleva mostrarsi arrabbiata e forte ma, come Minjee ben sapeva, quella facciata non gli apparteneva più di tanto e, dopo nemmeno pochi attimi, quelle stesse labbra si incurvarono verso il basso anch'esse tremanti, gli occhi avevano iniziato ad osservare il volto stanco e consumato della sorella maggiore, soffermandosi poi sulla tremenda pelata, coperta sempre da uno strato sottile di stoffa, che occupava il capo spoglio della poveretta che non sapeva che dire né che fare, non una novità per lei, naturalmente.
Jungkook, che in tutto quello era rimasto in disparte e che aveva ben compreso la situazione, si pentì di non aver insistito più di tanto nel far parlare Minjee con la sorella, che in quel momento sembrava cercare di trattenere una crisi emotiva.
Si pentì perché sapeva che averglielo fatto scoprire in quel modo era stata la cosa peggiore, lui stesso lo aveva sperimentato con Yoongi. Purtroppo però il danno era fatto e lui non poteva fare più nulla.
Anzi, lui in realtà non avrebbe dovuto proprio fare niente, sapeva che era un discorso che loro due avrebbero dovuto affrontare da sole, faccia a faccia. Peccato che avessero aspettato fin troppo tempo.
Jungkook sentiva di essere di troppo in quel momento, lo capiva dal fatto che le due si stessero fissando intensamente non degnandolo di alcuna attenzione e, in fondo, le capiva.
Così, si fece più vicino a Minjee e, dopo averle sfilato dalle mani i candidi gigli, le sussurrò fievoli parole all'orecchio.
<io vado dentro a preparare il pranzo, vi lascio sole> dopo averle accarezzato una spalla e lanciato uno sguardo incoraggiante, sparì nel suo appartamento con la scusa del pasto che, in effetti, Jungkook e Minjee avevano programmato di passare insieme dopo il turno della secondo al negozio di fiori.
Lo avevano deciso durante la mattinata, quando non erano riusciti a fare a meno di scriversi e di lanciarsi provocanti messaggi come due liceali in piena crisi ormonale.
Minjee dopo aver seguito con la coda dell'occhio la scomparsa del suo bellissimo amante, tornò a posare l'attenzione sulla sorella che sembrava sempre più arrabbiata, con le guance rosse fuoco e gli occhi liquidi e schiusi in fessure.
La maggiore non sapeva davvero cosa fare, non era mai stata molto delicata con le parole e in quel momento necessitava di quella delicatezza più di ogni altra cosa.
Si sentì un incapace e ammise di non essere stata una buona sorella, non che lo fosse mai stata in realtà.
Le aveva raccontato menzogne per più di due mesi, rifiutando le sue proposte di incontro, iniziando a diminuire le chiamate e i minuti che passavano al telefono.
Wendy riusciva a capire solo dalla voce lo stato della sorella e, più di una volta, le aveva posto domande preoccupate riguardo la sua salute. Minjee si era sempre raccontata la scusa di non voler farla preoccupare, ma la ragazza sapeva che la verità fosse un'altra e più ci pensava e più si sentiva uno schifo.
Si dondolò piano sui talloni mentre lo sguardo deluso della sorella la trafiggeva e feriva più di una lama affilata.
Questa si sentiva messa da parte, lo vedeva, lo vedeva dal suo sguardo afflitto e arrabbiato, impotente e disperato.
Minjee però, nonostante sapesse dell'inevitabile discussione che si sarebbe venuta a creare e del fatto che avrebbe dovuto affrontare il problema "malattia", per l'ennesima volta si mostrò intollerante e non collaborativa riguardo al confronto con la sorella. Se avesse potuto sarebbe fuggita più che volentieri.
Infatti iniziò a sviare l'argomento, troppo codarda nell'affrontare la minore che pretendeva solo la semplice e cruda verità dalla sorella, che amava più di ogni altra cosa al mondo, nonostante la distanza e i problemi familiari avessero logorato il loro rapporto.
<non dovresti essere a scuola a quest'ora?> le chiese fievolmente, ottenendo uno sguardo incredulo da Wendy, questa sapeva del carattere difficile della maggiore, ma non si sarebbe mai aspettata di vederla fare finta di niente di fronte all'evidenza.
Rimase in silenzio, sbigottita, mentre il dolore crebbe nel suo petto.
<nostra madre sa che sei qui?> le pose un'altra domanda, vedendo che non accennava ad aprire bocca e a guardarla con occhi pieni di struggimento ed emozioni contrastanti.
Ma, non appena Wendy diede voce ai suoi pensieri, Minjee iniziò a preferire il suo silenzio disarmante e asfissiante.
<stai morendo u-unnie?> sussurrò piano balbettando quel nomignolo che le aveva sempre affibbiato.
Sebbene il suo volto mostrasse rabbia e delusione, la sua voce tradiva quella facciata, mostrando quanto fosse fragile in quel momento, quanto il suo animo fosse stremato ma ancora nel pieno della tempesta.
Quelle poche e semplici parole fecero mancare per qualche attimo il respiro a Jungkook, che da dentro l'appartamento aveva udito quella fievole domanda e per poco non aveva fatto cadere un bicchiere, e alla stessa Minjee che negli ultimi giorni, immersa nella spensierata e romantica compagnia del corvino, aveva quasi dimenticato il suo fragile stato tra vita e morte.
Sentì quasi di avere un mancamento, il volto si storse in una smorfia spaventata che fece sussultare anche Wendy che tremò sul posto capendo di aver fatto centro, e la maggiore non poté che odiare quell'enorme debolezza che stava popolando il suo animo da quando la malattia aveva bussato alla sua porta.
<mamma potrebbe preoccuparsi o peggio, potrebbe darti per disp-> Minjee riprese a parlare, cercando di non dare troppo peso al macigno che gravava sul suo petto e che le rendeva quasi difficile respirare. Il cuore doleva come la testa ed emozioni asfissianti ripresero il controllo del suo corpo portandola in uno stato di rifiuto più assoluto, non avrebbe sopportato tutto quello ancora per molto ma, al contrario dei suoi desideri, non fece nemmeno in tempo a finire di parlare che la sorella la anticipò, non accettando la codardia della maggiore.
<hai il cancro> sussurrò la castana ormai certa della sua iniziale supposizione, infatti parve più un affermazione che una domanda, al che Minjee non poté che arrendersi e confermare.
Che senso avrebbe avuto continuare a mentire?
<si, al fegato> fu come una liberazione, al contrario di come si era immaginata si sentì finalmente più leggera.
Tutte le persone a cui teneva ora sapevano del suo dramma e, nonostante tutto, non riusciva a capire se fosse più un bene o un male, sopratutto per la reazione che si scatenò in Wendy, la stessa che aveva visto giorni prima in sua zia Chaerin e in Lisa.
Gli occhi della giovane sedicenne diventarono ben presto due pozze piene di grandi e calde lacrime, le palpebre sbatterono più e più volte confuse, mentre le labbra si schiusero tremanti non riuscendo ad emettere suoni.
Scosse piano il capo, muovendo i lunghi capelli castani sulle spalle magre e fragili che non riuscirono a sostenere quella notizia che, sebbene fosse stata intuita, le procurava un dolore immenso nel petto.
Le gambe si mossero lente e molli, le braccia si allungarono disperate alla ricerca di Minjee che, vedendola così persa e in preda alle lacrime, non poté fare a meno di andarle in contro e racchiuderla con forza in uno stretto abbraccio, mentre i ricordi la riportarono a quando Wendy aveva poco più di cinque anni e, nel cadere dal muretto di casa, si era sbucciata le ginocchia crollando in un forte pianto, correndo poi alla ricerca di Minjee, non della madre, che appena la vide arrivare non fece altro che accoglierla tra le sue braccia e consolarla.
Si potrebbe dire che, in quei lunghi e oscuri anni addietro, Wendy fosse stata l'unica, oltre a Namjoon, a cui la maggiore avesse riservato tanta dolcezza e riguardo, proprio come stava facendo in quel momento drammatico dove urli soffocati si infrangevano contro la felpa blu di Minjee, bagnata da lacrime e disperazione.
La minore scosse il capo con ancora più forza, mentre la fronte premeva contro la spalla della sorella poco più alta di lei che prese ad accarezzarle il capo con un'espressione che non lasciava trasparire nulla, nonostante nel suo corpo vigesse un tremendo temporale che aveva spazzato via, in pochi secondi, la dolce primavera che si era instaurata e che Jungkook stesso aveva costruito con cura in quegli ultimi giorni di metà Maggio.
Velò i suoi sentimenti come ben sapeva fare, non facendosi scappare nemmeno una lacrima delle tante che ormai non versava da anni e che sembravano troppo stipate in quegli occhi scuri che raccontavano poco e celavano troppo.
Doveva prendersi cura di Wendy in quel momento, non aveva tempo per disperarsi a sua volta... anche se, in realtà, di tempo non gliene restava molto prima del vero dramma e si chiedeva se mai le sarebbe bastato per vivere, amare e piangere un'ultima volta.
Piccoli "no" iniziarono a susseguirsi, bassi e strozzati, facendo dolere le orecchie di Minjee che chiuse piano gli occhi, sospirò profondamente e le sussurrò dolci parole incoraggianti.
<shhh, vedrai, andrà tutto bene - sebbene non ci credesse nemmeno lei ben a fondo tentò quella via, mentì perché era quello di cui Wendy aveva bisogno e non appena vide il suo viso riaffiorare dalla felpa, in cui si era rifugiata, sentì di aver azzeccato le parole giuste. Tentò un ampio e largo sorriso, andando a togliere con le fragili e fredde dita le ultime lacrime sul viso della sorella che sembrava starsi calmando - o ti sei forse dimenticata con chi ha a che fare questo piccolo cancro?> a quella scherzosa domanda un piccolo sorriso comparve sulle labbra di Wendy che le rispose con un "no Unnie" colmo di speranza e sollievo.
<e allora basta piangere, su, se no ti vengono le rughe e sembrerai più vecchia di me> sussurrò Minjee, toccandole con la punta dell'indice lo spazio tra le due sopracciglia fino a quel momento corrugato, facendole scappare una risatina, notando poi come si impegnò nel bloccare le numerose lacrime ancore pronte a bagnare le sue guance.
La maggiore, vedendo che si era calmata del tutto, fece allora qualche passo indietro porgendole poi una mano.
<dai, vieni, vorrei farti conoscere una persona>
~~~~~
Alla fine Wendy era restata a pranzare a casa di Jungkook, il quale aveva subito stretto un buon legame con la sedicenne che si dimostrò subito una gran chiacchierona e un'ottima forchetta, tanto che tenne testa allo stomaco senza fondo del corvino.
A Minjee parve quasi che non mangiasse da giorni e, a notare dalla magrezza del suo corpo, un dubbio le balenò in mente che si collegò subito a sua madre, fissata con diete rigide. Ma non fece domande, non voleva rovinare quella piacevole atmosfera che si era venuta a creare.
Minjee e Jungkook sedevano vicini, mentre la più piccola si trovava di fronte a loro, tutta sorridente con i capelli ora legati in una treccia laterale. Fortunatamente fu troppo impegnata ad ingozzarsi e a parlare a raffica che non si accorse, forse, delle dolci carezze dei due innamorati di fronte a lei e delle loro mani che, ogni qualvolta era stato loro possibile, si erano cercate e si erano intrecciate delicatamente o in modo giocoso.
Nonostante il dolore di pochi attimi prima, la situazione sembrava essere ritornata pacifica e allegra, come nel quotidiano.
Passarono da un argomento all'altro, da sguainate risate a battute squallide che quasi battevano quelle che il dottor Seokjin proponeva a Minjee ogni qualvolta si trovassero in un momento morto assieme, una volta gliene aveva mandato addirittura una per messaggio, con tanto di faccine sorridenti.
Erano diventati amici, sopratutto grazie a Namjoon, che avrebbe voluto fosse stato lì presente con loro, che aveva permesso una loro conoscenza più approfondita.
Namjoon.
Il suo nome iniziò ripetersi nella sua testa, mentre uno strano presentimento si fece spazio in lei.
All'inizio non capì a cosa si riferisse ma, non appena, puntò nuovamente il suo sguardo sulla sorella minore, una domanda si fece spazio nella sua mente.
<come facevi a sapere dove abito?> le chiese all'improvviso, bloccando la discussione tra lei e Jungkook riguardo agli spiedini di agnello e se fossero più buoni solo cotti alla griglia o anche imbevuti di salsa piccante.
Entrambi si voltarono verso Minjee, sorpresi dal suo tono che si era stato fin troppo alto e deciso.
<questa mattina, appena mi sono svegliata, Namjoon-Oppa mi ha scritto, dandomi il tuo indirizzo e dicendomi che mi dovevi parlare. Sono davvero molto felice che abbiate risolto> concluse lei con un sorriso, mentre il viso di Minjee prese, piano piano, una tonalità di colore molto vicina al rosso e un'espressione furibonda di fece largo su di esso.
Jungkook si allontanò leggermente dalla minore avendo paura di un'imminente sfogo omicida, sapeva che lei e il chirurgo avessero sempre parlato poco della loro famiglia e che riguardo la sorella minore quest'ultimo avesse insistito che Minjee dovesse prendersi il suo tempo e che dovesse essere lei a decidere quando parlargliene.
Sebbene non provasse molta simpatia nei suoi confronti, quella situazione gli parve piuttosto strana, Namjoon gli era sempre parso molto serio e deciso riguardo le sue parole e azioni, non contraddicendosi mai.
Eppure i fatti parlavano chiaro.
<scusatemi un secondo> disse Minjee, con una calma che fece spaventare sia il corvino che Wendy che la osservarono afferrare il cellulare e scomparire nel bagno dell'appartamento del primo.
<ho come la sensazione che non si fossero messi d'accordo> ammise la castana, guardando preoccupata l'uomo davanti a sé che si passò distrattamente una mano tra i capelli neri.
<penso tu abbia azzeccato> disse lui, picchiettando nervosamente un dito sul legno del tavolo attorno a cui sedevano.
<lo ucciderà verbalmente, vero?> domandò lei preoccupata.
<probabile>
~~~~~
Passò qualche attimo di silenzio, mentre leggeri borbottii arrivarono ovatti dal bagno in cui Minjee si era rinchiusa e che, a quanto pareva, sembrava essere riuscita a mantenere la calma.
Ad attirare particolarmente l'attenzione del corvino però fu Wendy che, dopo aver appoggiato i gomiti sul tavolo e il mento sopra ad una mano, gli rivolse un'occhiata curiosa, quasi sognante. Era estasiata dall'estrema bellezza dell'uomo, lo trovava davvero molto affascinante e si complimentò mentalmente con la sorella per l'ottima scelta.
<e così tu e mia sorella state insieme?> gli domandò lei, vedendolo immobilizzarsi sul posto per poi sbattere più e più volte le palpebre confuso e sorpreso, per lasciarsi andare infine in un'esclamazione sorpresa pensando di non aver capito ben a fondo di cosa stesse parlando.
<cosa?!> chiese con tono forse fin troppo acuto, tanto che fece ridere di gusto Wendy che lo osservò diventare rosso come un pomodoro, trovando che fosse piuttosto buffo.
<beh voglio dire da come vi guardavate e toccavate, credevo stesse insieme> disse lei, ammettendo di aver notato i loro continui sguardi complici e i loro corpi che continuavano a cercarsi impazienti. Li aveva visti e semplicemente aveva deciso di fare finta di niente trovandoli fin troppo carini per essere disturbati.
<beh... ecco... io non lo so...> bofonchiò Jungkook imbarazzato grattandosi il capo, non era passato nemmeno un giorno da quando si erano finalmente baciati ed erano finiti a letto insieme che non sapeva come definire il loro rapporto, sopratutto perché semplicemente non ne avevano parlato, non ancora, ma sicuramente prima o poi avrebbero dovuto.
<ah capisco, siete i così detti a.c.b.> tentò la castana lasciandolo palesemente confuso e interdetto.
"Oh mio Dio, queste adolescenti sono tutte fissate con gli acronimi"
Pensò Jungkook, collegando quei modi di dire e fare a sua cugina che aveva solo un anno in più di lei.
Si passò una mano sul volto esasperato, non riusciva proprio a capirle.
<che vuol dire?> chiese dubbioso e preoccupato, dal suono non sembrava qualcosa di bello.
<amici con benefici - rispose lei ovvia, lasciandosi andare in una fievole risatina non appena lo vide arrossire il doppio, gli occhi quasi uscirgli dalle orbite, agitarsi sulla sedia su cui sedeva e cercare di non balbettare in modo impacciato - oh andiamo, stavo scherzando, non sono cose che mi riguardano> lo rassicurò lei, vedendolo rilassarsi e lasciare che un sospiro si levi fuori dalle sue labbra, mentre il rossore man mano si affievolì.
<e poi... - riprese a parlare la sedicenne, intrigata dalle reazione del più grande e affascinata dalla grande differenza di caratteri tra lui e Minjee, non si sarebbe mai aspettata che sua sorella sarebbe andata d'accordo con un tipo come lui - l'importante è che siate felici, qualunque cosa siate> concluse Wendy infine, con un dolce sorriso incoraggiante che fu ricambiato da Jungkook con più timidezza.
Dopo qualche attimo di silenzio, a riprendere parola fu proprio la più piccola che si fece più seria e composta, particolari che fecero intuire a Jungkook che avrebbe affrontato argomenti non molto leggeri e scherzosi come quelli di pochi minuti prima.
<Jungkook, come sta vivendo il cancro mia sorella?> chiese fievolmente, quasi avesse timore di porre quella domanda per la risposta che forse non sarebbe stata poi così tanto piacevole.
<in silenzio, negli ultimi tempi sta iniziando ad aprirsi un po' di più ma, difficilmente, da opinioni riguardo ciò che prova e sente riguardo la malattia. Mai un lamento, cerca sempre di mostrarsi invincibile ma sta iniziando a sgretolarsi> sospirò il corvino ripensando ai due mesi addietro.
Certo, avevano fatto passi da gigante ma ancora Minjee non esprimeva i suoi pensieri riguardo il cancro, troppo impegnata a non pesare sugli altri piuttosto che preoccuparsi del macigno che la stava demolendo moralmente.
Già, seppur la ragazza gli regalasse luminosi sorrisi, Jungkook sapeva che piano piano stava rallentando, stava dando spazio alla stanchezza e alla paura, sebbene non lo ammettesse mai e cercasse sempre un pretesto per cambiare discorso ogni qual volta il problema saltasse fuori.
Un amaro sorriso comparve sulle labbra del giovane uomo che, inevitabilmente, ripensò al discorso che Minjee gli aveva fatto la sera prima, mentre stavano cenando al festival delle lanterne.
<pensa, è più preoccupata per noi che per se stessa. Ho quasi la sensazione che se potesse ci allontanerebbe tutti per evitare di vederci piangere e soffrire con lei. Pensa di essere la nostra piaga, il nostro dolore - gli occhi si abbassarono andando ad osservare il bracciale in legno al suo polso, che prese ad accarezzare delicatamente con la punta delle dita, quasi fosse il suo tesoro più grande - ma non si è resa conto che siamo stati noi a decidere di stare al suo fianco, l'abbiamo scelto noi perché l'amiamo e non importa quanto possa fare male o quanto possa essere straziante vederla in questo stato, non importa perché qualsiasi sofferenza è niente in confronto all'idea di perderla> disse lui, ricordando come ogni qualvolta il pensiero di una possibile perdita di Minjee gli recasse un dolore lancinante, una fitta talmente forte da fargli mancare il respiro.
Ormai si era abituato fin troppo alla sua presenza, per certi versi scorbutica e sarcastica, per altri impacciata e timida, che non ne poteva più fare a meno. Come del resto anche Lisa e Hoseok, infatti era come se avesse parlato anche a nome loro.
<a quanto pare, allora, non è cambiata - sussurrò Wendy passandosi una mano sulla fronte con fare grave - non è cambiata per nulla> i suoi occhi presero una nota triste e malinconica, una sfumatura quasi colpevole, tanto da far insospettire Jungkook che si mise sull'attenti.
<non so se tu sei a conoscenza del passato di mia sorella - con un gesto del capo il corvino le fece intendere che si, ne sapeva qualcosa, anche se in parte lo aveva scoperto tramite una fonte che Minjee avrebbe voluto non fosse mai stata interpellata - beh, ecco, dopo che Namjoon partì per gli Stati Uniti la situazione degenerò tra Minjee e mamma, io all'epoca non conoscevo bene le dinamiche dei loro disguidi e non riuscivo a credere che mia madre potesse essere stata così crudele con lei visto che con me era sempre stata dolce e apprensiva. Più di una volta le diedi della bugiarda - Jungkook vide chiaramente il pentimento nei suoi occhi, vide quanto, a distanza di anni, risentisse dei suoi errori e sbagli - ma nonostante tutto mi perdonò e solo nell'ultimo anno che passò a casa compresi a fondo la verità, iniziai a vedere tutto con chiarezza e decisi di prendere le sue difese, nonostante lei fosse molto contraria a ciò. Non voleva che quello stesso odio fosse rivolto anche a me e purtroppo le cose non andarono proprio nel verso giusto - i tratti del suo viso iniziarono a tremare al ricordo di quanto accaduto e il corvino non poté che arrivare a chiedersi che mostro fosse quella donna che aveva concepito prima Minjee e poi Wendy. Poteva essere chiamata per davvero madre? Poté solo immaginare cosa accadde alla castana seduta di fronte a lui una volta prese le difese della sorella - Iniziò ad evitarmi e a dirmi che si vergognava di me ed io, una misera bambina di soli tredici anni, non feci altro se non piangere e disperarmi tra le braccia di Minjee, facendola sentire tremendamente in colpa> gli occhi di Wendy si riempirono di lacrime, diventando lucidi e gonfi, ma sembrò cercare di trattenersi, nonostante il dolore del ricordo le stesse logorando l'animo.
<Jungkook, mia sorella è andata via di casa anche per colpa mia, pensava di essere la causa delle mie sofferenze, pensava di essere lei nel torto. Perciò, per smettere di vedermi piangere, venne qui, lasciando tutto quello che conosceva> alcune piccole e solitarie lacrime lasciarono i suoi occhi, bagnando lentamente le guance, tutto sotto lo sguardo mortificato del corvino che non sapeva che dire né che fare per consolarla.
Il suo cuore, seppur contro la sua volontà, non poteva che essere arrabbiato con Wendy, dava a lei la colpa della fuga disperata di Minjee e della sua insana idea riguardo al fatto che le persone intorno a lei soffrivano e basta. Dall'altra parte però la sua testa gli ripeteva gli avvenimenti che Namjoon gli aveva raccontato.
In quella triste storia, l'unica ad avere colpe era Danbi, la madre di entrambe le ragazze che non era mai riuscita ad amare Minjee e a comprendere l'affetto di Wendy per questa.
Jungkook era davvero frastornato da tutto ciò, non avrebbe mai creduto di incontrare una famiglia così complicata e che quasi non poteva essere chiamata in quel modo.
Sorrise dolcemente nel vedere tutto il dispiacere di Wendy mischiato all'amore che ella provava per sua sorella maggiore, che si era sempre messa da parte per il suo bene. Allungò impacciato un fazzoletto in direzione della minore il cui viso, dalla nota scherzosa sempre presente, si era fatto rosso e lacrimoso.
<Wendy, sebbene tu non riesca a comprenderlo, la colpa non è tua e se Minjee ti sentisse ti ripeterebbe le mie stesse parole. Purtroppo le cose in casa vostra non erano semplici per tua sorella, fin da prima della tua nascita, e se lei ha deciso di andarsene appena maggiorenne è solo perché era stanca e voleva finalmente sentirsi libera, voleva provare nuove esperienze e vivere dignitosamente, come tutti noi dovremmo fare. E, da come mi ha parlato di te, ho potuto constatare quanto non provi risentimento nei tuoi confronti e quanto ti voglia bene> disse lui con tono gentile, rincuorando l'animo di Wendy che divenne leggero e soffice quanto una nuvola.
Per un attimo il buon umore ritornò a popolare il suo essere.
Non passò però nemmeno un secondo che si incupì nuovamente, sembrava come essersi soffermata nel pensare un qualcosa in particolare. Un qualcosa che scosse nel profondo anche Jungkook.
<che succede?> le domandò lui preoccupato, non capendo quel suo improvviso cambiamento.
<stavo pensando che se ci fai ben caso, alla fine, in ogni circostanza, è sempre Minjee a consolare gli altri, a mettere se stessa in secondo piano per preoccuparsi e prendersi cura delle altre persone, anche in momenti in cui è lei quella che sta soffrendo più di tutti - inevitabilmente il pensiero della sedicenne tornò a quando, prima di pranzare, davanti a lei era scoppiata in un pianto liberatorio e la sorella l'aveva consolata dolcemente, reprimendo con forza i suoi sentimenti per non crollare insieme a lei. Wendy ripensandoci si sentì davvero stupida, era Minjee quella che aveva il cancro non lei, eppure non si era scomposta più di tanto mettendo al primo posto la minore - ma chi si prende cura di lei quando crolla?> domandò fievolmente infine, quando ormai le lacrime erano tornate a scorrere sul suo viso.
Jungkook rimase scosso da quell'osservazione mentre una risposta silenziosa e incerta si fece spazio nella sua testa, quasi senza volerlo, risuonando come una cantilena disorientante.
Minjee era una brava bugiarda e sapeva nascondere bene il suo dolore, gli altri invece erano dei cattivi osservatori e faticavano a scorgere la menzogna, perciò tutto andava a dipingere perfettamente quella situazione di pieno dramma, dove a rimetterci era sempre lei.
Ma, in tutto quello, Wendy non aveva tenuto conto dell'entrata in gioco di nuove persone come Jungkook, che sapevano leggere molto bene Minjee. Quindi, forse, quella dinamica sarebbe potuta cambiare.
Forse.
Fatto sta che i due non ebbero nemmeno il tempo di continuare a discutere riguardo a ciò che sentirono la porta del bagno aprirsi e videro Minjee comparire con il volto dipinto da un grande strato di esasperazione.
Si avvicinò a loro a passo spedito massaggiandosi la fronte con fare quasi comico, mentre Jungkook e Wendy cercarono di ricomporsi nel miglior modo possibile, abbozzando poi un sorriso forzato.
<allora?> gli domandò curioso il corvino, cercando di velare il suo stato d'animo scosso.
<zia Chaerin è andata a trovare Namjoon e lo ha praticamente obbligato a scrivere a Wendy, trovando inconcepibile il fatto che non le avessi ancora parlato. Dovevate sentire come starnazzava quella zitella> raccontò Minjee, lanciando distrattamente il telefono sul divano mentre ripensava alla conversazione avuta poco prima con il povero Namjoon, dove in sottofondo si sentiva la donna dai capelli color platino continuare a borbottare, a voce fin troppo alta.
Più che esasperante, era stata una scena a dir poco comica, dove il chirurgo non aveva fatto altro che sbuffare e tenere a bada Chaerin che tentava ogni volta di sottrargli il telefono per poter parlare con Minjee e "dirgliene quattro".
<oh Unnie non trattare male la zia, è meravigliosa così com'è!> a difendere la donna intervenne la castana, che rise sotto i baffi per le espressioni buffe della sorella maggiore.
<non emulare quella pazza, potrebbe contagiarti con la sua follia- Wendy stai bene?!> non appena Minjee guardò meglio la minore, si accorse del suo viso distrutto dal pianto e si allarmò immediatamente.
<certo> ripose spiccia la più piccola, andando visibilmente in panico.
<e come mai hai gli occhi gonfi e rossi, neanche avessi visto Titanic?> le domandò sospettosa, assottigliando gli occhietti in due fessure, mentre il panico pervase sempre di più la poveretta che non sapeva cosa inventarsi.
<le ho raccontato un po' di tue disavventure che l'hanno fatta ridere forse un po' troppo, come ad esempio quando ti sei inventata scuse imbarazzanti per non fare il bungee jumping> a soccorrere Wendy fu Jungkook, che dopo aver parlato lanciò uno sguardo a questa per invitarla a stare al suo gioco e per fortuna il tutto riuscì per il meglio.
<già, sei davvero una fifona Unnie> rise nervosa la castana e, nonostante Minjee non sembrò crederci, non andò a fondo della questione, lanciando solamente un'occhiataccia al corvino che si limitò a deglutire rumorosamente.
~~~~~
Non passò nemmeno un'oretta che arrivò il momento per Wendy di tornare a casa, se no sua madre avrebbe iniziato a sospettare qualcosa a riguardo, sempre se non l'avesse già fatto.
Si ritrovarono tutti e tre sulla soglia di casa e, dopo aver accarezzato un'ultima volta Momo, di cui aveva potuto fare conoscenza poco prima, dopo che questo sembrava essersi svegliato da un lungo sonnellino, Wendy abbracciò calorosamente la sorella che la strinse a sua volta con forza.
<mi farebbe molto piacere se quest'anno tu venissi a festeggiare a casa il mio compleanno> disse la minore, sciogliendo l'abbraccio in modo tale da poter vedere chiaramente la reazione della maggiore che non sembrò molto entusiasta della proposta.
<non mi sembra una buona idea> ammise Minjee dubbiosa, l'idea di tornare a casa non la entusiasmava affatto, sopratutto rivedere certe facce che avrebbe voluto archiviare per il resto della sua vita.
A quel quasi rifiuto Wendy si imbronciò.
<ma è il mio compleanno! Quest'anno ci sarà anche Namjoon-Oppa e poi vorrei che venisse anche Jungkook> lamentò la castana facendo sospirare la sorella che, dopo essersi scambiata uno sguardo con il corvino, sussurrò un "ci penserò" facendo tornare il sorriso sulle labbra di Wendy che, dopo averli salutati un'ultima volta, scomparve dal pianerottolo prendendo le scale.
I due rientrarono velocemente in casa chiudendosi la porta alle spalle.
<avevi ragione, hai una sorella fantastica> le disse lui dolcemente, potendola finalmente sfiorare senza avere intorno occhi indiscreti. Le accarezzò teneramente una guancia, mentre Minjee si beò delle sue coccole socchiudendo gli occhi e sorridendo a sua volta.
<sono molto felice che siate andati subito d'accordo e scusami per l'imprevisto, non avrei mai immaginato di ritrovarmela qui a Seoul> si scusò lei infine, Jungkook aveva organizzato un pranzetto per loro due ma l'arrivo di Wendy aveva sconvolto i loro piani.
Il corvino scosse la testa sussurrando un "non fa niente", leggero, che parve quasi un soffio.
Le loro labbra poi si unirono in un lungo bacio bisognoso e ricercato, che presto si trasformò in un qualcosa di più.
Le mani iniziarono ben presto a vagare sul corpo dell'altro delicate e voraci allo stesso tempo, i respiri affannati si mescolarono tra loro e l'istinto iniziò a prevalere, lasciando da parte la ragione.
Non appena i baci bagnati e sensuali di Minjee si spostarono sul collo del corvino, questo, impaziente, la sollevò da terra avviandosi verso la sua camera da letto sotto lo sguardo di Momo che li vide scomparire a fine corridoio, miagolando così in loro direzione.
I due così si immersero nella loro piccola bolla di sapone, dove poterono lasciarsi andare completamente, dove poterono permettersi fragilità e debolezze, lontani da un mondo pieno di difficoltà e problemi.
E mentre si lasciano dolci carezze, baci bisognosi, piccoli morsi e delicate attenzioni, un pensiero tormentò per qualche attimo Jungkook. Mentre osservava e baciava il volto colmo di piacere di Minjee una frase iniziò a ripetersi nella sua mente.
"Minjee mette sempre gli altri al primo posto, li consola e rassicura anche quando è lei quella che sta soffrendo più di tutti. Ma chi si prende cura di Minjee quando è lei a crollare?"
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Ciao tutti!
Ecco qui un nuovo capitolo abbastanza lungo e intenso, ben 5000 parole.
Spero non sia stato troppo pesante e noioso, nel caso scusatemi, ma non sapevo davvero come accorciarlo e mi sembrava inutile estendere questa vicenda per due capitoli.
Spero che il messaggio finale di Wendy si sia capito e non sia stato spiegato in modo confuso, ero incerta al riguardo perché pensavo di aver fatto un pastrocchio e niente, fatemi sapere se è ok!
Devo dire che in certe circostanze mi sento un po' come Minjee, spero voi siate un po' più fortunate❤️
Detto questo, se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e se volete anche un commento, mi farebbe molto piacere sapere una vostra opinione a riguardo!
Alla prossima
nanaa02
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