26
Erano passati diversi minuti di silenzio e nessuno dei due sembrava essere intenzionato ad aprire bocca.
Namjoon era invaso dai ricordi, ne era sommerso e non sembravano volerlo lasciare respirare.
Jungkook, invece, guardava assorto un punto sulla terra battuta appena davanti ai suoi piedi, mentre i suoi pensieri erano unicamente rivolti verso Minjee, giravano solo intorno a lei, come un turbine pronto a portare discordia nella sua testa, già fin troppo incasinata e scombussolata.
Non poteva fare a meno di pensare ai suoi luminosi quanto espressivi occhietti neri, la cui attenzione bramava ogni volta. Celavano profondi segreti, terribili paure e lacrime mia versate. Non riusciva a fare a meno di pensare alle sue guance, un tempo morbide e paffute, graffiate da mani che avrebbero dovuto donarle solo carezze e amore. Non poteva fare a meno di pensare a lei e al dolore che aveva sopportato, all'amaro che si era portata dietro negli anni e che l'aveva trasformata facendola divenire chiusa e rude, acida e diffidente.
E, nonostante fosse diventata così burbera, lui, non poteva fare a meno di amarla ed ammirarla ogni giorno in tutto il suo splendore che la malattia stava sfiorendo. Non riusciva a non amare quel suo lato fastidiosamente ironico e sarcastico che, di solito, allontanava sempre tutti. Quel suo modo di fare da dura che tralasciava sempre squarci di debolezza pronti a saltare fuori ad ogni occasione, ma che riusciva inspiegabilmente a reprimere ogni qualvolta.
Nonostante tutto non riusciva a fare a meno di lei.
Ringraziò nuovamente, nella sua testa, Namjoon, senza di lui non avrebbe di sicuro mai incontrato Minjee, poiché, in quel momento, starebbe, certamente, giacendo nei più profondi ed oscuri meandri della morte.
Senza di lui lei non si sarebbe attaccata alla vita, non si sarebbe trascinata in quel disperato tentativo nonostante la voglia di lasciarsi andare era molta, senza Namjoon, probabilmente, non sarebbe riuscita a superare la depressione, sempre se l'avesse fatto e non l'avesse nascosta come aveva fatto con ben altre cose.
Minjee era sempre stata particolare e difficile da capire, un grande mistero avrebbe osato dire qualcuno, mistero che Jungkook avrebbe svelato con tempo, calma, amore e dedizione, sempre se la malattia glielo avrebbe permesso.
La paura di perderla era tanta ed ora, che stava comprendendo molte cose, passato e presente, emozioni e sensazioni, ora che stava capendo di provare un qualcosa di più profondo rispetto ad un'amicizia, un qualcosa che avrebbe cambiato e rivoluzionato le vite di entrambi, un qualcosa che li stava già unendo... ora non poteva lasciarla andare, non poteva scivolargli dalle mani.
Non l'avrebbe mai fatto, né permesso, avrebbe trovato una soluzione.
Batté, all'improvviso, le mani sulle sue cosce, doveva andare da lei, non poteva attendere un minuto di più. Aveva bisogno di parlare, di sentire il suo dolce profumo invadergli le narici, aveva bisogno di toccare la sua pelle candida con delicatezza, aveva bisogno di vederla sorridere.
Con quel gesto improvviso, risvegliò Namjoon dal suo stato di soffocamento mentale, attirando così la sua attenzione liquida e debole. Si scambiarono uno sguardo carico di sentimenti forti ed intensi.
Namjoon poté scorgere quanto ciò che aveva appena raccontato avesse colpito e lacerato il cuore di Jungkook, accendendo, allo stesso tempo, in lui, una voglia di combattere e difendere ciò che amava incredibilmente potente e forte. Ne rimase quasi ammaliato.
<è fortunata ad averti - esordì il verde - non tutti avrebbero reagito positivamente a ciò che ti ho detto, molti avrebbero esitato> concluse osservando un opzione non molto scontata.
<ho esitato fin troppe volte in passato, non farò lo stesso errore anche con Minjee> ammise Jungkook in un primo momento, affermando poi di essere pronto a cambiare e migliorare.
Namjoon sorrise.
Era lieto di sentire quelle parole, era lieto che la sua amata sorellina avesse trovato un uomo come lui, sperò solo che con il tempo nulla sarebbe sfumato in un mare di incertezze ed allontanamenti.
<bene, solo... se prende le distanze oppure si chiude in se stessa, abbi pazienza e aspettala, per lei è strano trovare di fianco a sé qualcuno che la tratta come un essere umano> raccomandò il maggiore, ricordando al più giovane quanto la ragazza fosse vulnerabile.
<certo, non preoccuparti> lo rassicurò il corvino annuendo con convinzione, ormai aveva ben capito come rapportarsi con Minjee e quasi gli veniva spontaneo.
<a questo punto, allora te l'affido, visto le scottanti dinamiche> sussurrò le ultime parole, ripercorrendo con i ricordi ciò che gli aveva confidato la minore alcuni giorni prima, quando lui le aveva chiesto se amasse Jungkook.
Minjee, anche se non esplicitamente, gli aveva fatto ben intendere cosa provasse e, ora, aveva avuto la conferma, involontaria, da parte del corvino che con trasparente ingenuità gli aveva suggerito con comportamenti e parole quale fosse la realtà.
<che vuoi dire?> chiese Jungkook confuso, non aveva ben capito il riferimento appena posto dal chirurgo, che, in risposta, inarcò un sopracciglio.
<beh lei...tu...- mentre provava a parlare gli parve che il più giovane fosse sempre più confuso a riguardo... "possibile che non gliel'ha ancora detto?!" Si chiese il giovane rimembrando quanto Minjee non avesse peli sulla lingua e, appena ne avesse l'occasione, urlasse ai quattro venti cosa le passava per la mente, anche sentimenti di quel calibro. Forse era cambiata? - aish lascia stare> alla fine decise di non provare ad approfondire l'argomento, probabilmente i due non avevano ancora affrontato la questione faccia a faccia, senza cecità e senza barriere.
Dopo qualche attimo di esasperazione, si alzò in piedi sistemando le pieghe sul suo lungo e candido camice bianco, si passò una mano tra i capelli e si stiracchiò leggermente, cercando di tornare in sé e di mandare via quel mal umore che persisteva e pesava sul suo stomaco.
Si voltò verso il giovane uomo ancora seduto sulla panchina, la cui espressione da confusa passò ad imbarazzata, accompagnata da un leggero rossore sulle goti, forse aveva intuito a cosa si riferisse.
Namjoon sorrise nuovamente prima di parlare.
<forza, andiamo, sono sicuro che ti starà aspettando>
~~~~~
Camminavano l'uno affianco all'altro in silenzio.
Si poteva udire solo il leggero rumore prodotto delle loro scarpe accompagnato dal vociare di alcuni infermieri e pazienti che, o avevano lasciato la porta della loro camera aperta, o si trovavano per i corridoi con la scusa del volersi sgranchire un po' le gambe.
Si poteva dire, esternamente, che la loro rivalità fosse evaporata, ma quella lieve gelosia era rimasta.
Entrambi provavano ancora quella strana sensazione l'uno nei confronti dell'altro, ma cercavano di non darlo troppo a vedere. Si stavano dirigendo dalla persona centro di quella rivalità, stavano andando da colei che entrambi amavano, ma in modi, ormai, differenti. Stavano andando da Minjee, la quale si trovava in un letto di ospedale, con un tumore al fegato che la stava consumando e che di certo non la metteva nello stato di sopportare inutili bisticci, così, entrambi, si erano ripromessi di provare ad andare d'accordo.
Ma lo sforzo non sembrava stesse andando nel migliore dei modi.
<una lista dei desideri, eh?> Namjoon provò ad aprire una conversazione, ricordando la confidenza che gli aveva fatto Minjee riguardo quella pagina di block notes. Nonostante tutto, trattava ancora il maggiore come se fosse il suo più intimo confidente.
<già> mugugnò in risposta Jungkook, non sapendo come interpretare quel suo tentativo.
<si sta comportando bene?> chiese il maggiore dei due, sembrando, agli occhi del corvino, un padre che sperava che la sua dolce bambina si stesse ambientando bene nel nuovo asilo.
<direi di sì> rispose il più giovane, dubbioso della sensatezza di quel discorso.
<bene> sussurrò Namjoon.
<bene> ripeté a sua volta Jungkook, iniziando a sentire la tensione crescere in maniera esponenziale.
Il verde, solo in quel momento, comprese che, forse, sarebbe stato meglio lasciare che il silenzio colmasse quel loro tragitto che li aveva portati nel reparto dei bambini, che si trovava prima di dove risiedeva la stanza di Minjee.
Imbarazzo crebbe negli animi di entrambi, che velocizzarono la camminata, sperando che quel momento sarebbe terminato da un momento all'altro.
<ho saputo che la prossima settimana la porterai al festival dei fiori di Ilsan> esordì, nuovamente, Namjoon, dopo qualche attimo di incertezza e disagio.
<già, mi ha detto che lo ha sempre adorato - un sorriso nacque sulle labbra del più giovane nel ricordare l'amore con cui Minjee glielo aveva descritto un pomeriggio, quando si erano ritrovati sui loro balconi. Jungkook amava quei momenti di spensieratezza, credeva che avrebbe potuto vivere solo di quelli - e, sinceramente, sono proprio curioso di parteciparvi> ammise infine con grande entusiasmo che fece sorprendere l'affascinante medico di fianco a sé.
<ne rimarrai estasiato. Ah, portala nel tunnel dei glicini, è sempre stato il suo posto preferito e in primavera è meraviglioso. Infatti, durante questo festival, è meta di molti turisti> affermò, infine, Namjoon rimembrando i numerosi momenti che aveva trascorso in compagnia di Minjee in quella caratteristica attrazione del suo paese natale.
<sarà fatto> annuì il più giovane lasciando spazio ad un dolce sorriso.
Camminarono per qualche altra manciata di secondi in silenzio, fino a che, delle risate ed una voce in particolare, fecero bloccare sul posto Jungkook, facendo così fermare a sua volta Namjoon.
Il secondo guardò il primo con grande curiosità, sopratutto nel vedere un'espressione sorpresa comparire sul suo volto, mentre delle parole sussurrate lasciavano le sue labbra.
Lo vide voltarsi completamente verso la loro sinistra, dirigendosi poi verso la camera al loro fianco da cui provenivano le voci che avevano particolarmente attirato l'attenzione del corvino.
Senza fiatare lo seguì incuriosito trovandosi poi davanti una scena a dir poco comica.
Su uno dei due letti bianchi c'era sdraiata Minjee con in grembo il piccolo Taehyung, entrambi addormentati, mentre la televisione davanti a loro dava in onda la serie del coraggioso supereroe Anpanman, cartone animato che aveva conquistato i cuori di molteplici bimbi nel corso degli anni.
In piedi, alla loro sinistra, erano presenti Yoongi e Jimin che erano appena tornati dalla loro piccola escursione nelle trafficate strade di Seoul. Il primo, che tratteneva a stento le risate, teneva in mano un telefono, Namjoon comprese fin da subito che stesse facendo un video, mentre il secondo si limitava solamente a tenere una mano davanti alla bocca per non rovinare l'audio di quella registrazione con le sue risate.
In un primo momento, i due appena arrivati, non capirono il motivo di quelle risa, ma, appena iniziarono a sentire dei borbottii disconnessi arrivare da Minjee, compresero quella loro allegria.
Era davvero buffa.
<Hyung, quando lo verrà a sapere ti romperà il telefono in mille pezzi> Jungkook avvertì il fratello di una possibile ripercussione, sempre se la ragazza lo sarebbe venuta a sapere.
Yoongi, dopo aver terminato il video, abbassò il telefono facendo spallucce rivolgendo uno sguardo neutrale al minore.
<oh, vabbè, tanto il telefono è di Jimin> disse tranquillamente venendo poi colto da un improvviso sbadiglio, che fece solamente ridacchiare il corvino.
<già, asp- che?!> Jimin appena comprese le parole di Yoongi, si allarmò, iniziando a tastare le tasche della sua giacca di pelle, trovandole poi, casualmente, prive dell'oggettino che dopo poco riconobbe nella mano del maggiore.
Dopo esserne tornato in possesso, diede una manata al petto dell'uomo al suo fianco instaurando sul suo volto un'espressione offesa per il furto appena subito. Quest'ultima, però, fece solo intenerire Yoongi che, dopo aver alzato gli occhi al cielo, gli diede un piccolo e dolce bacio sulla guancia paffuta e rosea che presto cambiò tonalità.
Jungkook li guardò curioso e sorpreso, aveva intuito qualcosa a riguardo già da qualche settimana, ma non era mai stato più di tanto certo. Nonostante tutto, era contento che suo fratello fosse riuscito a mettersi alle spalle la sua ex fidanzata, Sueji, che, dopo quattro anni, lo aveva lasciato nel modo più brutto possibile e soprattutto nel momento in cui lui necessitava la sua presenza più di ogni altra cosa.
Inarcò un sopracciglio, sorridendo beffardo al fratello.
<mi sono perso qualcosa?> lo stuzzicò avanzando, nel mentre, verso il letto dove una Minjee distesa continuava a mugugnare cose senza senso nel sonno e stringeva sempre di più Taehyung al suo petto. Il piccolo aveva praticamente la nuca infossata nel seno della ragazza.
Yoongi, a quella provocazione, alzò le spalle nuovamente, sorridendo al corvino con furbizia.
<nah, solo la tua cotta che mormora fesserie nel sonno> gli rispose a tono il maggiore sistemandosi nel migliore dei modi il cappuccio della felpa nera sulla sua testa, non amava lasciare il suo capo rasato scoperto.
Un'espressione trionfante comparve sul suo volto non appena vide un forte rossore propagarsi sulle goti del fratello minore, che, a differenza delle sue aspettative, non ribatté, preferendo rimanere in silenzio.
<Yoongi...> ad interrompere quella scottante quanto scomoda conversazione fu un mugolio proveniente da Minjee, che fece voltare tutti i presenti nella sua direzione.
<oh, che carina, mi sta pure sognando> disse Yoongi con un velo di ironia a colmargli la voce.
<...ti ammazzo> quando però Minjee finì di borbottare, il sorriso del più anziano si spense, mentre il giovane dai capelli arancioni al suo fianco non riuscì a trattenere una risata nel vedere l'espressione sconcertata di questo.
<già, proprio carina> rise a sua volta Jungkook, avvicinandosi sempre di più a Minjee fino a poterle accarezzare il capo, ricoperto da una leggera stoffa bianca, silenziosamente e dolcemente.
I presenti si godettero, senza fiatare, quella tenera visione.
Credettero di non aver mai visto nulla di più bello e delicato.
L'amore con cui lui la trattava lasciava sempre tutti senza fiato.
I cuori di tutti diventarono così sensibili a quell'amore, tremarono così tanto che compresero di essersi intromessi in quel loro attimo già abbastanza e che forse era arrivato il momento di lasciarli un po' da soli.
<Kook-ah, portala nella sua stanza, è stremata dalle cure e ha bisogno di riposare come si deve> gli suggerì Yoongi in un lieve sussurro, che parve come una carezza sulla guancia, lenta e delicata.
L'uomo sapeva molto bene quanto Minjee fosse esausta, gli ultimi giorni aveva presentato grande stanchezza e un'incredibile debolezza. Quella novità la stava sconvolgendo fin troppo velocemente e faticava a stargli al passo, come del resto chiunque in quella clinica.
Ma, naturalmente, c'è chi reagisce meglio e chi un po' meno.
Il corvino, cogliendo perfettamente il messaggio del fratello, senza staccare gli occhi dal viso della minore, annuì e, dopo aver gentilmente spostato Taehyung sulla parte libera del materasso, la prese in braccio, a mo di sposa, vedendola reagire di conseguenza.
Infatti, Minjee, inconsciamente ed ancora nel mondo dei sogni, cercò con le manine il corvino, come una base sicura in cui potersi rifugiare, e strinse debolmente tra le dita la stoffa della felpa che lui indossava, mentre la testa andò ad appoggiarsi sulla spalla sinistra di lui che la sostenne con vigore e forza, cercando di stringerla a sé il più possibile.
Infine, dopo essersi scambiato una veloce occhiata con i tre presenti in quella stanza, sopratutto con Namjoon i cui occhi lo scrutavano intensamente e con fare indecifrabile, si avviò verso il corridoio che percorse silenziosamente sotto lo sguardo curioso di alcuni passanti.
~~~~~
Camminò piano, rivolgendo la sua più totale attenzione sulla minore che aveva la guancia schiacciata contro il petto mascolino di lui. La sua espressione era impagabile e Jungkook non se la perse per nulla al mondo, ridacchiando per quanto sembrasse buffa.
Sembrò procedere tutto per il meglio, in quella dolce calma piatta, fino a quando Minjee non si mosse nel sonno arrivando a circondare con entrambe le braccia il collo del maggiore infossandovi, successivamente, il viso.
Jungkook le rivolse un'occhiata curiosa, ma non fiatò continuando a camminare.
Il vero problema arrivò quando la ragazza iniziò a borbottare contro la pelle del collo del corvino, sfiorandola a volte con le labbra e solleticandola con leggeri sbuffi.
Il corpo del giovane uomo fu percorso da forti scariche di brividi, il cuore iniziò a battere più velocemente di quanto già non lo stesse facendo, lo stomaco si contorse in articolate acrobazie, mentre la pelle si fece rovente, richiedendo quasi, ad ogni attimo di più, un contatto più deciso e profondo.
Iniziò a desiderare ardentemente molteplici cose non molto consone a quella situazione e si fece rosso come un peperone in viso, mentre cercava un modo per bloccare quei suoi istinti scatenati dalla fragile creatura fra le sue braccia che, da quando era entrata nella sua vita, non aveva fatto altro che provocarlo e sedurlo, ammaliarlo ed affascinarlo.
Strinse con più forza le due prese che aveva sulla minore, una sul fianco e una dietro le ginocchia.
Cercò un modo per sfogare la sua frustrazione, ma sembrò solo provocarlo ulteriormente, poiché, a quel gesto un piccolo gemito soffocato sfuggì alla ragazza tra le sue braccia che borbottò nel sonno il suo nome, con fare quasi supplichevole.
Jungkook stava decisamente andando fuori di sé, fortunatamente, quando ciò accadde, si ritrovò di fronte alla camera di Minjee dove entrò velocemente appoggiandola sul letto, non prima di aver chiuso la porta della stanza alla sue spalle.
Se ciò non fosse accaduto, sicuramente, avrebbe agito senza pensare, seguendo quel suo istinto animalesco che lo istigava ogni qualvolta si ritrovava vicino alla minore, talmente vicino da poter sentire il respiro di lei sulla sua pelle.
Dopo averla adagiata sul materasso, ricoperto da una una appariscente e caratteristica coperta blu, con piccole stelle gialle, che era stata regalata a Minjee da Lisa e Hoseok, Jungkook, rimase ad osservarla in piedi, per qualche attimo.
Il rossore sul suo viso non sembrava essere intenzionato a cessare, mentre il suo giovane e fragile cuore continuava ad essere scosso dai forti battiti, gli occhi, invece, sembravano rapiti dai caratteristici tratti della minore che, in quel momento, erano contorti in una buffa espressione.
Sorrise, era davvero bellissima.
Nonostante fosse consumata dalle cure, agli occhi del corvino, era rimasta incantevole come la prima volta che l'aveva vista, con il volto velato di irritazione, noia e tristezza, i lunghi capelli biondi raccolti in un'alta coda di cavallo e una felpa nera forse fin troppo grande.
"Aish, non puoi più sfuggire, ormai ti ha in pugno"
Un pensiero attraversò la sua mente e si disse che, in fondo, non era poi così male avere il cuore tenuto in ostaggio da Minjee, la sua scorbutica e pungente Minjee.
Ciò non lo turbava neanche un po', perché, negli angoli più remoti della sue mente, sapeva che, anche lui, aveva il cuore della più piccola tra le mani e che difficilmente entrambi avrebbero richiesto indietro ciò che ormai non apparteneva più a loro.
Un mugolio lo risvegliò dai suoi pensieri e, appena voltato lo sguardo, incontrò la figura di Minjee intenta a mugugnare parole disconnesse, mentre il corpo si mosse leggermente nel sonno.
Il tutto gli pareva sempre più curioso, l'aveva già vista sonnecchiare altre volta, ma mai si era agitata così tanto nel sonno.
Sospirò, era sempre più interessante e non poteva resisterle.
A passo lento le si avvicinò, sedendosi al suo fianco sulla parte del letto ancora libera dalle sue grinfie.
Allungò una mano che andò a sfiorare, con le punta delle dita, la guancia rosea di lei che, sentendo quel calore, si mosse ricercandolo con più vigore fino a far combaciare la sua morbida superficie con l'arto grande e forte del corvino.
Jungkook sorrise, nuovamente, con più timidezza, appoggiando poi l'altra mano di fianco alla testa della minore, sporgendosi verso di lei facendosi sempre più vicino.
Minjee mugugnò nuovamente, prima di aprire a fatica e di poco gli occhietti, facendo sussultare il corvino, il quale credette di essere stato colto in flagrante, ma, appena sentì quello che la più piccola disse poco dopo, si rassicurò.
<Jungkook, ci sei anche tu? Mh allora è un bel sogno> sussurrò lei con voce quasi bambinesca, facendo fatica a tenere gli occhi aperti. Non si accorse di quella forte vicinanza, era troppo debole e assonnata per farlo.
<se lo dici tu> rise lui per quanto sembrasse buffa e docile in quel momento, non l'avrebbe mai vista così da sveglia. Le pizzicò una guanciotta intenerito, mentre ciò che gli aveva raccontato Namjoon gli tornò alla mente, non riusciva a credere che qualcuno avesse potuto trattarla in così malo modo.
<mh mh, già, proprio un bel sogno> annuì lei tutta felice, cercando di farsi più vicina al maggiore che, capendo le sue intenzioni, l'assecondò ritrovandosi poi a pochi centimetri dalle labbra di lei.
<torna a riposare> le sussurrò lui dolcemente vedendola sbadigliare piano ed ampiamente.
<resterai? Non mi piacciono gli incubi> gli domandò di rimando Minjee, scrutando per ancora qualche attimo il maggiore, mentre lentamente ritornava nel mondo dei sogni.
Jungkook si fece scappare un piccolo sorrisino, mai l'avrebbe abbandonata, nemmeno nei suoi brutti ed oscuri incubi.
<certo, non permetterò che ti disturbino> rispose lui, facendo scontrare i loro nasi in un piccolo e delicato contatto che fece arrossire entrambi, Minjee inconsapevolmente, Jungkook timidamente.
Una grande e luminoso sorriso comparve allora sulle labbra di lei, che si presentarono nuovamente invitanti e succulente agli occhi del corvino, che mantenne però un certo contegno. Dopodiché, Minjee sigillò definitivamente le sue palpebre addentrandosi nuovamente nel suo mondo fatto di nuvole, pulcini che giocano con gatti azzurri e pigri, alieni con la testa a cuore, unicorni e principesse dai capelli rossi, labbra che sembrano canotti, fossette morbide e conigli neri.
Ma, prima di abbandonarsi completamento ad esso, parlò nuovamente.
<kookie~> il cuore del maggiore sussultò, era la prima volta che lo chiamava in quel modo, con tono così delicato e calmo da sembrare un torrente di alta montagna, tranquillo e rinfrescante.
<dimmi, piccola> sussurrò lui in risposta con le goti in fiamme, il cuore a mille nel suo solido petto e i denti bianchi a torturare le labbra leggermente carnose.
<sei il mio Anpanman> alluse al cartone animato che poco prima aveva guardando con Taehyung, nel mentre aveva costantemente pensato a Jungkook, ogni singolo attimo.
<il mio bellissimo e fortissimo Anpanman>
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Lo so, sono softissima in questi giorni e nulla, spero che questa parte super dolciosa vi sia piaciuta!
Ve lo assicuro di solito non è da me, ma in quest'ultimo periodo sono molto coccolina, quindi se volete un po' di amore gratuito non esitate a contattarmi!❤️😂
Tralasciando questi dettagli, la parte sad si è per il momento conclusa, dal prossimo capitolo vedrete cose molto più sprint, divertenti e interessanti😏.
Ho scritto più del solito e spero non sia stato un problema o che non sia risultato noioso, questo capitolo è molto riflessivo e privo di durature conversazioni quindi se è stato troppo pesante mi dispiace, rimedierò con il prossimo!
Detto questo, se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e se volete anche un commento!❤️
Alla prossima
nanaa02
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