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m a g g i o

Per Hitoshi, studiare non era mai stato un grande problema: era una di quelle persone odiose alle quali basta leggere il testo uno o due volte per saperlo, e visto che le materie scientifiche gli piacevano molto era preparato su tutti i fronti. Come aveva scoperto già mesi prima, invece, Denki non andava tanto bene a scuola. Non perché non si impegnasse, ma perché faticava a stare concentrato, o a capire i concetti alla prima. Hitoshi se ne era accorto già alla loro prima uscita per studiare, ed era felice di notare che, studiando insieme, Denki riusciva a prendere qualche sufficienza in più. Ora che si avvicinavano agli esami di fine anno, però, sapeva che avrebbe dovuto impegnarsi di più perché Denki si concentrasse:

-Okay, ci sei, quindi dopo aver scritto x fratto 2 devi...-

-Moltiplicare per l'altra frazione?-

-Esatto, scrivi.-

Erano sul pavimento del salotto di casa Shinso, come quasi ogni pomeriggio da due mesi a quella parte. All'inizio avevano iniziato a fare i compiti in camera, ma Hitoshi si era reso conto presto che se c'era Denki in casa i suoi non ce la facevano a stare buoni, e che quindi se li ritrovavano a bussare alla porta ogni cinque minuti con una qualche scusa stupida. E così erano rimasti di sotto, con soltanto la porta della cucina a dividerli da sua madre. Era imbarazzante, in realtà, il rapporto che i suoi avevano sviluppato con Denki: non erano mai stati così "paterni" neanche con Kodai, che conoscevano da molto più tempo. Eppure a Denki sembrava una cosa bellissima:

-Mi sembra di conoscere te e i tuoi da tutta la vita!-

Aveva detto, qualche giorno prima. E la cosa più strana era che anche Hitoshi aveva questa sensazione.

-Ragazzi, ho preparato la torta di mele, volete fare una pausa?-

Denki terminò di scrivere l'espressione e si voltò verso Histohi, come se stesse chiedendo il permesso: gli aveva giurato che sarebbe stato il viola a decidere le pause, perché altrimenti Denki si sarebbe distratto troppo. Hitoshi sbuffò, ma poi sorrise:

-Va bene, in fondo mi sembra tu abbia capito.-

-Yey!-

Denki si alzò in piedi con uno scatto, e si fiondò in cucina. Hitoshi, invece, prima mise a posto i quaderni sparsi per il pavimento. Era quasi un riflesso spontaneo, rimettere a posto anche i libri e quaderni di Denki, oltre ai propri, lo faceva tutti i pomeriggi. Ma quella fu la prima volta in cui concentrò particolarmente l'attenzione sulla grafia: era così disordinato che Hitoshi non si aspettava avesse una bella grafia, quasi familiare.

-Toshi, guarda che la finisco tutta! Cavolo, signora Shinso, è sbalorditiva!-

Hitoshi sorrise di riflesso: Denki era un gran ruffiano, ma la madre di Hitoshi era cotta di lui quanto il figlio stesso.

-Si, si, arrivo.-

Hitoshi chiuse il quaderno e lo appoggiò all'interno della borsa gialla.

🌙🌙🌙🌙🌙

-Uffa, davvero non ci vuoi andare?-

Due ore dopo, erano entrambi stesi sul letto di Hitoshi. Lui era appoggiato con la testa sui cuscini, mentre Denki era steso orizzontalmente con la testa appoggiata sul suo stomaco. All'inizio, Hitoshi non aveva fatto altro che arrossire, ma quando si era reso conto che in quel modo Denki non poteva vederlo si era tranquillizzato: avrebbe potuto guardarlo tranquillamente senza che lui potesse vedere il rossore che gli provocava.
Hitoshi alzò la rivista sopra alla testa, per guardarlo, e Denki spostò un po' la testa per ricambiare il suo sguardo, appoggiandosi il telefono in grembo. Quando si spostò, Hitoshi si lamentò:

-Ahi, lì fai male. E, no, non verrò a quella stupida festa.-

Denki si spostò di nuovo, cercando una posizione comoda per entrambi, poi iniziò a supplicarlo:

-Eddai, ti prego! Ci sarà tutto il gruppo, ed entrambe le classi! Non c'è modo migliore per festeggiare la fine dell'anno scolastico!-

-Denki, guarda che ci puoi andare anche senza di me.-

Non voglio che tu ci vada lo stesso, no. Non voglio rimanere solo l'ultimo giorno di scuola, ma non voglio neanche venire a quella festa. Ma non voglio che sacrifichi i tuoi amici per me.
Denki sia alzò a sedere, gli rivolse un'occhiata offesa:

-Se non ci vai tu non ha senso che ci vada anche io.-

Gli rispose, e Hitoshi si chiese sinceramente il perché: dopotutto, Denki conosceva tutti a quella festa, e anche in caso contrario fare amicizia non era un problema per lui. Già amicizia, e anche qualcosa più. Hitoshi scosse mentalmente la testa: Denki non era il tipo da andare con la prima che capitava, dopotutto aveva un'anima gemella, e che cavolo!

-Perché no? Conosci tutti, ti trovi bene con tutti.-

-Si, ci vado d'accordo ma...-

Denki fece una pausa, spostò lo sguardo da un'altra parte. Hitoshi pendeva dalle sue labbra: ma?

-...ma con te è diverso, credo.-

Qualcuno mi uccida ora.

-Ah. In senso buono?-

Denki tornò a guardarlo, sorrise. Sembrava un sorriso diverso dal solito, quasi triste.

-Certo, in senso buono! Sei il mio migliore amico!-

Migliore amico.

Hiroshi ricambiò il sorriso, senza enfasi.

Si salutarono poco dopo, Denki dovette tornare a casa per cena.

Hitoshi mangiò in compagnia di sua madre, perché suo padre era a lavoro.
Aiutò sua madre a sparecchiare e poi si chiuse in camera. Si stese nel letto, sotto le coperte, ancora vestito. Avrebbe tanto, tanto voluto piangere, ma non ci riusciva: non usciva niente dai suoi occhi, niente si niente. Migliori amici, ecco cos'erano. Tutto qui.
Una notifica sul telefono. Denki era l'unico ad avere la notifica personalizzata. Guardò il messaggio, senza visualizzare:

Denki:
Sono così felice che andremo alla festa insieme! Già deciso cosa mettere?
21:09

Hitoshi non rispose. Come si era ritrovato ad accettare? Perché aveva accettato? Quell'ultima frase doveva averlo rimbambito, non c'era spiegazione.
Perché continuava a sentire quelle due parole in testa come un'eco? Come fanno delle parole a fare così male?
Hitoshi si rigirò nel letto. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per riuscire a dormire e ignorare quel messaggio. Qualsiasi.

Tu:
non lo so, ma credo che ci sia tempo prima del sette di giugno per decidere di vestirmi come al solito.
21:11

Denki:
Meglio se cominci a pensarci seriamente! Anche perché ora che ci penso forse sarà a tema...
21:11

Tu:
e me lo dici così?
21:11

che cazzo dovrei mettere?
21:12

Denki:
Tua mamma non vuole che usi queste parole.
21:12

Tu:
non cambiare discorso.
21:13

La schermata whatsapp venne sostituita dall'avviso di chiamata. Ovviamente era Denki, ma Hitoshi aspettò a rispondere. Si schiarì la voce, sperò di non sembrare sull'orlo delle lacrime e prese diversi respiri profondi. Poi, rispose.

-Ehi.-

-Weii! Scusa se di ho chiamato, ma così è più facile spiegarti tutto, visto che sono dovuto andare via di corsa.-

Suo malgrado, Hitoshi sorrise: era più forte di lui, anche in situazione come quella sentire la sua voce era una boccata d'aria fresca. Anche quando urlava.

-Nessun problema, comprendo la praticità della cosa.-

La praticità? Ma che diavolo stai dicendo? Denki ridacchiò:

-Dicevo... Forse ci sarà un tema specifico, ma non so ancora molto, visti che è Mina ad organizzare tutto...-

-Oh cavolo...-

-Già, sapevo che avresti reagito così.-

Denki rise, ma non c'era nulla da ridere. Mina? Ad organizzare una festa? Davvero?

-Possiamo fidarci di Ashido?-

Domandò Hitoshi, consapevole che la risposta fosse no.

-Non renderla così tragica! Anche Eijirou le darà una mano.-

-Mi sentirei più sicuro se ci fosse Sero a darle una mano, più che Kirishima.-

Denki ridacchiò, poi tacque qualche secondo.

-Sero sarà occupato, Matsuoka viene in città per la festa, quindi staranno un po' insieme, durante la settimana...!-

-Matsuoka?Ma non è-

-Ah-a, sembra che non si vedano dall'estate scorsa, quindi è giusto che passino un po' di tempo insieme.-

Hitoshi annuì, poi si rese conto che Denki non poteva vederlo e sussurrò un "giustamente", prima che Denki continuasse:

-Comunque, manca ancora un po' a giugno quindi abbiamo il tempo di scoprirlo!-

-Questo sicuro... Ma comunque sia, se è una festa a tema non ci vengo.-

-Uffa! Eddai, perché? Sarà divertente!-

-Non ho intenzione di vestirmi come se fosse carnevale, è imbarazzante!-

-Ma no, dai!-

Era incredibile
Le ore passavano a una velocità disarmante e Hitoshi non avrebbe mai voluto riattaccare. Era entrata anche sua madre, a dirgli che andava a dormire. Era tornato suo padre, che finiva di lavorare alle due di notte. Erano scoccate le tre, e loro erano ancora lì, a parlare. Era una situazione così assurda: fino a cinque mesi prima non si sarebbe mai sognato di riuscire a stare parlare con qualcuno per delle ore sperando solo di non smettere più. E di certo non si aspettava che il qualcuno in questione potesse essere qualcuno come Denki: un ragazzo solare, pieno di amici, rumoroso e senza vergogna. Tutto ciò che Hitoshi non era e non amava. O almeno così credeva.

Dall'altro capo del telefono, Denki sbadigliò. A contrario di Hitoshi, Denki risentiva molto del sonno perso e forse era meglio chiudere la chiamata, altrimenti c'era caso che il biondo si addormentasse in classe.

-Denki, forse è meglio che tu vada a letto.-

-Eh? No, non sono-

Sbadiglio.

-stanco! Parliamo ancora un po'!-

-Domani c'è scuola, possiamo vederci all'intervallo.-

Provò a dirgli Hitoshi. Denki mugugnò qualcosa, in disaccordo, ma alla fine si lasciò convincere.

-Mph, va bene... Vengo a prenderti finita la seconda ora! Buonanotte, Toshi!-

-Buonanotte, Denki.-

Hitoshi chiuse la chiamata, rimase qualche secondo ad osservare la scritta online mutare nell'ultimo accesso, poi spense il telefono e si ritrovò al buio. Gli sembrava di sentire ancora la voce di Denki, eppure sapeva benissimo che intorno a lui c'era solo silenzio. Appoggiò la faccia sul cuscino, respirando pesantemente, poi si girò a pancia in su. Rimase così, immobile, per minuti interi, a fissare il soffitto. Gli scappò un sorriso sarcastico, si nascose gli occhi dietro al braccio.

-Sono proprio nella merda.-

Il braccio sugli occhi iniziava ad inumidirsi, ma Hitoshi non poteva credere di star piangendo. Stava piangendo per un ragazzo, davvero. Hitoshi non aveva mai creduto che sarebbe arrivato a ridursi così: da quando aveva perso Tenshi, credeva che non avrebbe più sofferto in questo modo. E invece era anche peggio, sì, perché questo volta l'anima gemella era più che un limite un cancello di metallo, chiuso, che Hitoshi non avrebbe mai oltrepassato. Denki aveva un'altra anima gemella, doveva accettarlo e superare la cosa. Se voleva rimanere vicino a Denki, avrebbe dovuto fare del suo meglio per vederlo solo come amico, nulla di più. Poteva farcela. Doveva farcela. Spalancò le braccia, si girò da un fianco e cercò di addormentarsi. Un'altra notifica.

Denki:
TOSHIIIIII
3:16

COME SI FACEVANO LE EQUAZIONI FRATTE?
3:17

Hitoshi rimase qualche secondo immobile, a fissare lo schermo: chi cazzo si metteva a fare matematica alle tre di notte? E perché proprio Denki? E soprattutto, come faceva ad essersi scordato come si facevano che le avevano fatte insieme proprio quel pomeriggio?

Tu:
ti serve saperlo ora? non avevamo finito, oggi pomeriggio?
3:19

Denki:
Si
3:19

Cioè, no, le abbiamo finite quelle di compito, ma ci stavo pensando e non me le ricordo.
3:19

Hitoshi prese un respiro profondo, si ritrovò a sorridere senza volerlo. Che cretino. E lui si era pure innamorato, di quel cretino.

Tu:
torna a dormire.

3:20

ne parliamo domani
3:20

Denki:
Ma così non riuscirò a dormire! :(
3:21

Tu:
...
3:21

Denki:
Allora posso venire domani pomeriggio da te che me le rispieghi? :))))
3:21

Hitoshi si schiaffeggiò la fronte, si lasciò scappare una risata. Era un deficiente, distratto, a tratti stupido ed era troppo impulsivo. Come era successo? Come aveva fatto, Hitoshi, ad innamorarsi di una persona simile? E perché una persona come lui avrebbe dovuto passare le notti a parlare con uno come Hitoshi? Il sorriso di Hitoshi si affievolì un po', mentre rispondeva affermativamente: è così che si comportano gli amici?







scusate l'attesa, scusate il capitolo corto. la scuola è iniziata da tre giorni e già voglio che finisca, il mio tempo libero sta già scarseggiando e probabilmente il prossimo capitolo ci sarà fra tantissimo, scusate.
nel frattempo, voi com'è andate? traumatico il ritorno a scuola?
cosa ne pensate di come sta andando a avanti la storia? avete già idea di dove andrà a parare (probabilmente , è abbastanza palese credo)?

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