g i u g n o
20 giugno, mancava una settimana al compleanno di Denki. Alla fine, visto che la festa originale organizzata da Ashido era stata annullata per maltempo, Denki aveva deciso di sfruttare il proprio compleanno come festa di fine anno scolastico. Hitoshi, che aveva sperato fino all'ultimo in una festa con solo gli amici stretti, non era rimasto neanche così sorpreso nel ricevere la notizia.
-Ci sarà tutti la nostra classe e tutta la tua, in più ho invitato anche la C!-
-Tu li conosci quelli della C?-
-No, ma così saremo di più e ci divertiremo di più!-
Hitoshi non era dello stesso parere, ma sapeva che per Denki era davvero così. "Più siamo meglio è" era il motto del suo gruppo di amici, e solo Hitoshi e Bakugo non la pensavano allo stesso modo. Probabilmente era l'unica cosa che avevano in comune, oltre ad una cotta per un ragazzo lentigginoso.
-Se lo dici tu...-
Commentò poi Hitoshi, mentre Denki, che si era alzato in piedi per enfatizzare il discorso, si risedeva sulla panchina, al suo fianco. Era estate, ormai, e visto che nessuno dei due aveva programmi per le vacanze (a differenza di Sero, che era partito per Okinawa, e Kirishima che era in vacanza con la famiglia di Ashido) si erano dati appuntamento al parco, giusto per non stare sempre al chiuso, cosa che Denki odiava fare con un caldo simile. E poi lui doveva incontrarsi con una sua compagna di classe che doveva restituirgli un CD o roba simile, e sarebbe passata di lì con le amiche. Hitoshi non ricordava i nomi, ma supponeva che fossero tutte ragazze della A.
-Jirou mi ha detto che tarda un po', Ochaco e Asui si sono fermate non so dove...-
-Mh.-
Commentò Hitoshi, mentre Denki si stiracchiava e si sedeva storto sulla panchina, con la testa che si appoggiava alla spalla di Hitoshi, mandando un ultimo messaggio. Hitoshi fu grato che in quel modo Denki non potesse notare il suo rossore:
-Hai presente Jirou, tu?-
Domandò poco dopo il biondo, confermando di non aver notato nulla nello strano comportamento di Hitoshi, mentre quest'ultimo rimetteva il cellulare in tasca, dopo aver risposto ad un meme mandato da Kodai.
-Temo di no.-
-È quella con il caschetto viola, bassina, che porta sempre quegli strani orecchini lunghi e sottili...-
"Ma chi cazzo è?", avrebbe volentieri commentato Hitoshi, ma si tratterebbe e si limitò a scuotere la testa.
-Ancora niente. Tu e i ragazzi siete gli unici che conosco, della A.-
Riuscì a stento ad aggiungere "della A", solo perché si ricordò di Kodai, altrimenti le sue conoscenze si fermavano a cinque ragazzi della A e basta.
-È un peccato, Toshi! Saresti simpatico a tutti, in classe, ne sono sicuro!-
Denki lo disse con allegria, ma Hitoshi sapeva che questa volta aveva torto. Non era in grado di fare amicizia con le persone, non sapeva trovare argomenti interessanti per intrattenere le conversazioni con i suoi coetanei e se la gente diventava troppa aveva gli attacchi di panico. Era consapevole che Denki era e sarebbe sempre stato l'unica eccezione a questa sua regola. Solo con lui era in grado di parlare così. Anche se ora lui e Kodai avevano chiarito un paio di cose e si parlavano più spesso, il loro rapporto non sarebbe mai stato come quello tra lui e Denki. Semplicemente, Hitoshi sapeva che era così, e la cosa lo rendeva felice e spaventato al tempo stesso.
-Eccole, sono laggiù! Ehi, ragazze, ciao!-
Erano tre ragazze, e tutte e tre non superavano il metro e sessanta. Denki era basso per la sua età, e nonostante ciò le superava tutte di diversi centimetri. Hitoshi, dal suo metro e ottanta, preferì rimanere seduto, e le salutò con un cenno senza avvicinarsi. Le tre salutarono a loro volta, una imbarazzata, una educatamente e l'altra con un movimento della testa. Solo quest'ultima si avvicinò ulteriormente alla panchina, frugando nella propria borsa senza neanche guardare in faccia Hitoshi. Probabilmente non per cattiveria, ma sembrava così occupata ad evitare lo sguardo di Denki che finì per fare lo stesso con quello di Hitoshi.
-Scusa il ritardo, queste qua si erano fermate in un negozio... Comunque, ti do subito il CD, che dobbiamo raggiungere Yayorozou tra dieci minuti.-
-Grazie mille Jirou. Allora, ti ho convinto sui Panic!At The Disco?-
-Sono meglio i Tokio Hotel.-
La ragazza tirò fuori il CD, tendendo verso Denki la mano sinistra, scoprendo il polso. Hitoshi non riuscì a fermarsi: fu più forte di lui, non lo fece apposta. Da quando, anni prima, aveva perso la propria anima gemella, era diventato un riflesso involontario guardare i polsi altrui. Ma con il senno di poi, avrebbe volentieri evitato di guardare quello di Jirou.
In inchiostro nero, ancora ben visibile, il nome era stampato in caratteri italici, come era normale che fosse:
Denki.
Hitoshi socchiuse la bocca per la sorpresa, mentre una cruda consapevolezza lo investiva: Denki era l'anima gemella di Jirou.
-Allora ci vediamo sabato, ragazze!-
-Certo, a presto Kam!
-Ciao Kaminari-kun, a sabato,!-
Le tre sparirono dietro al cancello del parco poco dopo, probabilmente dirette a casa di questa Yayorozou, e Denki tornò a sedersi di fianco ad Hitoshi, mentre si rigirava tra le mani il CD. Hitoshi avrebbe volentieri cercato un modo per chiedergli conferma su Jirou, cercando di farla risultare casuale, ma si rese conto che non sarebbe stata una buona mossa. A Denki non faceva piacere parlare della sua anima gemella (era infatti il motivo principale per il quale indossava un bracciale) e a giudicare dagli sguardi che si scambiava con Jirou (Jirou si chiamava, giusto?), tra loro doveva essere successo qualcosa: tipo un litigio. Quindi ora erano solo amici, in teoria. O almeno, questa era l'idea che si era fatto Hitoshi.
-Toshi, tu li conosci i Panic!At The Disco?-
Hitoshi si risvegliò dalle proprie riflessioni, e rispose affermativamente, accatastando la rivelazione di poco prima in un angolo, deciso a non passarci sopra per un po'. Denki lo aveva interpellato con naturalezza, non doveva essersi accorto che Hitoshi era ormai da un po' perso nei propri pensieri.
-Qualche canzone. Perché?-
-Hai mai sentito "High Hopes"?-
Hitoshi storse il naso involontariamente: aveva già sentito il titolo, ma non aveva in mente né testo né melodia. Scosse la testa, e Denki tirò fuori le cuffiette. Le attaccò al telefono e gliene porse una. Sorpreso da questa improvvisa voglia di ascoltare musica, Hitoshi si infilò la cuffietta.
Had to have high, high hopes for a living
Shooting for the stars when I couldn't make a killing
Didn't have a dime but I always had a vision
Always had high, high hopes
Had to have high, high hopes for a living
Didn't know how but I always had a feeling
I was gonna be that one in a million
Always had high, high hopes
Ora si ricordava di averla già sentita, anche più volte. Era una canzone bella, energica, ma voltandosi verso Denki notò quanto questo fosse calmo, rilassato. Sembrava che stesse pensando ad altro. Con qualsiasi altra canzone, probabilmente si sarebbe messo a ballare, trascinando Hitoshi con sé: ma non con quella. Hitoshi capì che, probabilmente, avrebbe dovuto ascoltare le parole per capire il motivo di quella calma.
Mama said
Fulfill the prophecy
Be something great
Go make a legacy
Manifest destiny
Back in the days
We wanted everything, wanted everything
Mama said
Burn your biographies
Rewrite your history
Light up your wildest dreams
Museum victories, everyday
We wanted everything, wanted everything
Denki appoggiò la testa sulla spalla di Hitoshi e gli circondò il braccio con il proprio, stringendolo come in un abbraccio. E Hitoshi gli strinse la mano.
Mama said don't give up, it's a little complicated
All tied up, no more love and I'd hate to see you waiting
-Hitoshi?-
Had to have high, high hopes for a living
Shooting for the stars when I couldn't make a killing
Didn't have a dime but I always had a vision
Always had high, high hopes
Had to have high, high hopes for a living
Didn't know how but I always had a feeling
I was gonna be that one in a million
Always had high, high hopes
Hitoshi voltò un po' la testa, appoggiando il mento sulla chioma bionda di Denki.
Mama said
It's uphill for oddities
The stranger crusaders
Ain't ever wannabes
The weird and the novelties
Don't ever change
We wanted everything, wanted everything
-Denki?-
Stay up on that rise
Stay up on that rise and never come down, oh
Stay up on that rise
Stay up on that rise and never come down
-Tu mi vuoi bene?-
Mama said don't give up, it's a little complicated
All tied up, no more love and I'd hate to see you waiting
They say it's all been done but they haven't seen the best of me
So I got one more run and it's gonna be a sight to see
Denki aveva la voce tremante, Hitoshi si immobilizzò per un secondo: non sapeva bene cosa rispondere. "Voler bene" sarebbe stato riduttivo, ma non poteva certo dirgli che in realtà provava un sentimento ben più forte. Sorrise, tacque per qualche secondo: molto, molto più forte.
Had to have high, high hopes for a living
Shooting for the stars when I couldn't make a killing
Didn't have a dime but I always had a vision
Always had high, high hopes
-Certo, Denki.-
Denki gli strinse la mano con più forza.
Had to have high, high hopes for a living
Didn't know how but I always had a feeling
I was gonna be that one in a million
Always had high, high hopes
Had to have high, high hopes for a living
Shooting for the stars when I couldn't make a killing
Didn't have a dime but I always had a vision
Always had high, high hopes
Had to have high, high hopes for a living
Didn't know how but I always had a feeling
I was gonna be that one in a million
Always had high, high hopes
-Me ne vorrai sempre?-
La canzone era terminata, Hitoshi si tolse la cuffietta ma Denki non si spostò da dov'era. Gli venne da sorridere ulteriormente: era incredibile che esistesse davvero qualcuno come lui.
-Sempre.-
🌙🌙🌙🌙🌙
-Allora, Shinso, ti stai divertendo?-
Sero gli si avvicinò, facendosi strada in mezzo a quella miriade di persone che Hitoshi era certo di non avere mai visto. Fu felice di vedere una faccia amica, sopratutto perché erano quasi venti minuti che rimaneva rannicchiato in quell'angolo, circondato da musica alta e sconosciuti che gli offrivano bicchieri pieni di chissà cosa, probabilmente qualche alcolico o peggio. Almeno Sero, a differenza del 70% dei presenti, sembrava sobrio.
-Ciao Sero.-
Lo salutò, evitando la domanda, alzando la voce per farsi sentire nonostante la musica. Non gli sembrava giusto mentire a Sero, ma dire la verità significava ammettere che si sentiva fuori posto e a disagio, come sempre. E non era giusto, perché quello era il giorno speciale di Denki.
-Kam non è con te?-
Domandò Sero, affiancandolo e appoggiandosi al muro, dopo avergli lanciato un'occhiata che sembrava dirgli "lo so che sei a disagio ma apprezzo che tu ti stia sforzando per il mio amico".
Hitoshi scosse la testa, dicendogli che Denki era andato in bagno pochi minuti prima. Sero annuì, sorridendogli, lasciando intendere che aveva capito, e poi rimase in silenzio.
I minuti passarono accompagnati soltanto da qualche commento imbarazzante da parte di entrambi, mentre la gente davanti a loro ballava e si spostava avanti e indietro per il locale per parlare con altra gente o prendere da bere. Sia Sero che Hitoshi salutarono Kirishima e Mina quando passarono loro davanti, ma stranamente i due non si fermarono e si diressero probabilmente verso il bagno. Hitoshi decise di non farsi domande.
-Questa se non sbaglio è la tua seconda festa, giusto?-
Domandò ad un certo punto Sero, durante un momento di silenzio tra una canzone e l'altra.
-Sì. Non amo particolarmente le feste.-
-Lo so, Kam me lo ha detto, e penso che sia per questo che, inizialmente, aveva pensato di non farla.-
La musica si fermò, nella testa di Hitoshi: aveva sentito bene?
Di fianco a lui, Sero gli si avvicinò con un sorriso colpevole, e tese una mano in avanti come per stringergli una spalla e tranquillizzarlo. Poi, probabilmente ricordando che Hitoshi non apprezzava particolarmente il contatto fisico, cambiò idea:
-Scusa, con questo non intendo darti colpa di niente solo che... Kam tiene molto a te, ecco, ed è bello vederlo così con qualcuno.-
Hitoshi sentì le guance andare a fuoco, non avrebbe saputo dire niente dopo una frase simile, soprattutto contando il fatto che aveva una cotta per il soggetto della loro conversazione.
-A giudicare dal tuo imbarazzo deve essere reciproca la cosa, eh?-
Ridacchiò Sero, se possibile imbarazzando Hitoshi ancora di più: stava perdendo punti come miglior membro della Bakusquad dopo Denki.
-Mh.-
Mugugnò Hitoshi, smettendo di guardarlo, e Sero non indagò ulteriormente.
Sero parve soddisfatto della situazione di imbarazzo causata, e dopo aver alzato la mano in segno di saluto, si voltò verso la mischia. Appena Hitoshi capì che se ne stava andando, lasciandolo da solo in attesa di Denki che chissà dove si era cacciato, qualcosa lo spinse a fermare Sero per un braccio, facendolo voltare di nuovo verso di lui. Sembrava stupito, ma non spaventato.
-Bro, tutto okay?-
-Posso... Posso farti una domanda?-
Sero inclinò la testa di lato: era raro che fosse Hitoshi ad iniziare una conversazione nuova, e probabilmente la cosa doveva sembrargli strana perché per Hitoshi la era. Se anche così fosse stato, comunque, non lo fece notare, e si mostrò disponibile a fornirgli tutte le risposte che cercava:
-Certo, dimmi!-
-Denki ha un'anima gemella, giusto?-
Silenzio. La musica a palla non lo permetteva, ma se fossero stati soli si sarebbe udito il respiro di entrambi molto chiaramente. Sero sembrò combattuto, come se non sapesse se dire o no la verità. Alla fine parve prendere una decisione, perché prese un respiro profondo prima di rispondere:
-Sì, si ce l'ha.-
Hitoshi lo sapeva, ma sentirlo dire da Sero lo fece sprofondare: allora non aveva speranze. Ma cosa aveva pensato? Che la strana teoria di Kodai potesse avere senso? Ma per favore! Lui aveva già avuto la sua possibilità di incontrare l'anima gemella, Denki no. Non poteva certo mostrarsi dispiaciuto nel sapere che almeno lui aveva ancora la possibilità di essere felice. Cercò di tenere la voce ferma, mentre gli faceva una seconda domanda:
-È Jirou, vero? La tipa bassa con il caschetto.-
Lo sguardo di Sero sembrò improvvisamente risollevarsi, mentre scuoteva la testa. Sembrava che avesse scampato un interrogazione per un pelo:
-Eh? No, non è lei. Cioè, sembrava, all'inizio, perché, non so se lo sai, ma Jirou ha il nome "Denki" sul polso. Però Kam dice che non coincide quindi deve essere un altro Denki.-
Hitoshi sentì parte di tutto il peso che portava sulle spalle da una settimana sciogliersi di botto, quasi tranquillizzandolo. Non era Jirou. Quindi ancora non aveva un volto, quell'anima gemella. Sempre che, magari, l'inchiostro non fosse rosso o blu.... Erano speranze vane, ma lo facevano sentire meglio:
-Grazie Sero.-
ci ho messo degli anni a scrivere sto schifo? sì. mi piace? no. lo sto usando come semplice prenditempo per arrivare al punto focale? assolutamente si. il prossimo capitoli sarà pubblicato presto? assolutamente no. vi voglio un sacco bene? si, quindi non ammazzatemi plis se avete aspettato un mese per questo aborto spontaneo.💕
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