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16. INIZIO DEL SALVATAGGIO. A SPASSO IN UN VULCANO?

A chiunque legga! So PER-FET-TA-MEN-TE che il monte Sant'Elena non è un'isola. Mi sono preso una licenza letteraria. Grazie e buona lettura.

Il mattino della partenza, Manuel trovò una... sorpresa, si può dire. Sceso a farsi la colazione, trovò le loro tazze sul tavolo piene di croccantini... di pesce!
Cercò di non alzare agli occhi al cielo quando Blair lo abbracciò da dietro, esclamando: - Ciao, padroncino! Come stai?-
Arrivò anche Lucy, mezza imbambolata, e Manuel aveva già provveduto a spostare le tazzine onde evitare spiacevoli sorprese.
Anche lei dovette rimediare un abbraccio mozzafiato da Blair. E Manuel, sospirando, dovette togliere a forza la sua partner da quella presa mortale.
Poi si sedette e la guardò: - Al punto, Blair, cosa vuoi? E come sei entrata in casa nostra?-
Lei sorrise a modo suo. Sembrava che il Vector Arrow di Medusa non l'avesse nemmeno scalfita, l'altra volta. Ma Manuel non voleva rischiare.
Ignorò la domanda di prima e le disse: - No, Blair, non vieni con noi, neanche di nascosto.-
Lei mise il broncio: - Cos'è, l'altra volta non mi sembravi così spavaldo...-
- L'altra volta è stato un errore tattico che non si ripeterà, garantito. Ma tu non vieni con noi.-
Lei si mise a fare gli occhioni da gatto. In versione umana era impossibile!
Lucy gli chiese: - Beh, non ci vedo che di guadagnato se viene con noi, Manuel.- Lui scosse la testa: cos'era, una congiura?
Prese Lucy in disparte, mentre Blair giocava con le corde delle tende: - Lucy, Blair fa tanto la sicura, ma si sta riprendendo da un infortunio. Non voglio che corra rischi inutili per colpa mia. Lo capisci, questo?-
Lei annuì: - Però tieni conto che potrebbe essere utile. Lo vedi anche tu, per essere una gatta magica è forte...-
- Sì, lo so quanto sono forti gli animali magici, Lucy, l'ho visto molte volte anche con te. Ma se soltanto un colpo di Medusa stava per portarla all'altro mondo... santo cielo, Lucy, non guardarmi così! Stiamo andando in una missione dove molto probabilmente rischiamo la morte contro tre ex-divinità, è un rischio troppo alto!-
Lei sospirò: - In effetti, non hai torto. Ma tieni conto che Blair può anche ignorarlo bellamente il tuo ordine.-
A questo non aveva pensato. Decise di fare l'estremo, allora.
Si avvicinò a Blair e le disse: - Blair, non ti permetto di venire con noi. L'argomento è chiuso.-
Lei gli diede un buffetto scherzoso: - Spiacente, ma come tutti i gatti che si rispettino, io non obbedisco mai.-
Lui arrivò con la faccia a un centimetro dalla sua: - In compenso a mia madre obbedivi.-
Lei rimise su il broncio: - Cattivo. Non vale l'argomento della padroncina.-
Lui rimase a fissarla con aria di sfida. Lei non fu da meno, mantenendo il suo sorriso strafottente.
Alla fine, Blair disse: - Facciamo una sfida? Se riesci a colpirmi una volta sola, resto. Se mi manchi, non ti lascerò andare senza di me.-
Lui alzò gli occhi al cielo. Gatti!
- No, non vieni e basta. Non esiste che io debba badare sia a te che a Lucy.-
Lei sembrò arrendersi: - Ooooook. Non verrò con te.-
Lui si stupì della reazione di Blair. Comunque, dopo un'alzata di spalle, uscì insieme a Lucy.
Blair sogghignò: - Non con te...-

Manuel non lo dava a vedere, ma era infuriato nero. Dovevano stare sotto gli ordini di... una Gorgon! In caso contrario avrebbero dovuto trovarne un'altra Gorgon. Non l'aveva richiesto, ma in pratica erano alla sua mercede. Poteva portarli dove voleva, nel posto giusto o in una trappola.
Comunque, si augurò di non andare in escandescenze: lo aveva fatto troppe volte, negli ultimi tempi.
Arrivarono alla nave che avrebbe condotto gli Spartoi e le streghe al punto prefissato. Non lo conoscevano ancora, ma Shaula avrebbe informato il gruppo a tempo e debito. Shaula era un'anima molto potente, che si adattava perfettamente al corpo che Eibon le aveva forgiato. Lo sentiva chiaramente anche a un chilometro di distanza dalla nave. Faceva paura.
Arrivati al punto, c'era l'intero gruppo ad aspettarli, più cinque streghe che non aveva ancora visto, piccole e con i capelli rosa.
Lucy chiese: - Non le ho già viste, loro?-
Manuel disse: - Sento l'anima della strega che mi dava la caccia a Roma con Elka e Canaris. In ognuna di loro cinque.-
Le streghe, vedendo Lucy, cominciarono a volteggiare, schioccando le dita fino a mettersi l'una sopra l'altra. E ad assumere la forma di un enorme cilindro. Che, copertosi di fumo, rivelò... la strega che aveva visto a Roma.
Lucy, al vederla, sorrise e le corse incontro abbracciandola al volo: - Mizune! Mi sei mancata.-
Lei la accarezzò un po', poi rivolse uno sguardo eloquente a Manuel: - Non mi hai ancora perdonato da tre mesi a questa parte?-
Lui si limitò a sorridere amaro: - Se mi molli la partner ci faccio un pensierino, grazie.-
Lei si girò verso il Meister, felice: - Manuel, lei mi ha accolto a casa sua quando sono fuggita da Death City. Un po' di comprensione...-
Lui commentò tra sé: "Comprensione? Ha provato ad affettarmi come un cocomero!"
Lei rimise giù Lucy, e Maka venne incontro a Manuel, abbracciandolo e sussurrandogli: - Stai bene? Hai delle occhiaie enormi!-
Lui sbuffò: - Lucy dice che ho dei Canyon. Ho solo passato la notte in bianco. Niente che non possa rimediare con una buona dormita.-
Poi chiese: - E Shaula dov'è?-
- Dietro di te.-
Fece un salto dallo spavento: non se n'era accorto. Doveva avere attivato lo Scudo dell'Anima, per questo non l'aveva riconosciuta.
Lei sussurrò: - Hai paura?-
Lui si ricompose: - Solo schifo di te, insettaccio.-
Lei gli passò davanti con la sua borsa e una faretra piena di freccie... senza arco, sussurrando: - Si dice aracnide, sciocco.-
Manuel sussurrò di rimando: - Non m'importa, fai sempre schifo.-
Poi si voltò in giro: - Dov'è Stein? Non avverto la sua anima.-
Elka arrivò in volo sul suo girino: - Non c'è. È andato al castello delle streghe... da Mabaa... sai, per il suo occhio...-
Lui pensò: "Oggi è una gara a chi vuol farmi vomitare di più."
In quel momento si udì un grido: - ECCO IL GRANDE ME CHE ENTRA IN SCENA!!!- E, per l'ennesima volta in quel mese, Manuel si spostò di un passo.
Poi urlò nel buco a forma di Black*Star: - Lo vuoi capire che se urli è inutile?-
Lui ne uscì fuori malconcio, mentre Tsubaki si abbassava di nuovo a terra in scuse ininterrotte.
Manuel voleva di nuovo interromperla (esagerava un tantinello!), ma un altro grido distolse l'attenzione del gruppo: - No! Devo tornare indietro! Non capisci, Liz!!!-
- Oh, invece capisco perfettamente! Sei un cretino nevrotico!-
- AHAHAHAHAHAHAHAH!!! Sei spassoso Kid!!!-
Manuel crollò insieme a Lucy a vedere il figlio di Shinigami trascinato dal colletto della camicia dalla sua arma Liz, mentre Patty rideva intorno ai due sgaiata.
Manuel domandò: - Non ditemi che crede ancora che casa sua sia in disordine.-
Shaula sogghignò: - E suo padre ha la Follia dell'Ordine? Umiliante.-
Kid la fissò in cagnesco: - Zitta! Tu non capisci niente di simmetria!-
- Sarà, ma penso che ci sia un numero simmetrico che si adatti perfettamente a uno Shinigami simmetrico come te.-
Lui sembrò stupito: - Quale, l'otto?-
E Shaula salì sulla nave, dicendo: - No, lo zero.-
Se non fosse stato per il fatto che era umiliante e l'avesse detto Shaula, Manuel si sarebbe messo a ridere. E a crepapelle.
Soul commentò: - Perspicace, per essere una strega...-
Il calcio di Kid lo mise a tacere per un po'. Comparvero poi Sid e la Falce della Morte Yumi Azusa. Manuel non la conosceva, ma sentì che le loro anime erano su due estremi opposti: troppo autoritaria. Arrivarono anche Kim, Jacqueline, Tsugumi e Anya. Quest'ultima aveva un set di bagagli assolutamente enorme.
Una volta a bordo, Maka le domandò: - Mi spieghi che senso ha?-
Anya mise il broncio: - Ah, già, visto che Shaula non ci ha detto dove andiamo, tu dai per scontato che io sia sprovveduta per ogni situazione, vero?-
Shaula fece capolino dalla cabina di comando: - Scusate, dovevo tradurre l'ultima parte, era un po' confusa. Il posto è... il Monte Sant'Elena.-
A Manuel gli si bloccò il respiro. Il vulcano più esplosivo del pianeta...
Maka sussurrò: - L'ultima volta che ha eruttato... l'esplosione è stata pari a ventisette mila Bombe Atomiche...-
Shaula fissò il cielo, che si stava incupendo: - Già. L'essenza dell'essere più potente dell'universo... il vulcano non poteva sostenerla. E ora l'isola del vulcano è solo una landa desolata.-
Manuel si augurò che dicesse il vero... in caso contrario l'avrebbe spedita dritta nel vulcano!

Il viaggio fu lungo, con Sid alla guida dell'imbarcazione. Quando Manuel gli aveva chiesto se lo sapeva fare, lui si era limitato a dire: - No, ma imparo sempre in fretta, io. Ero fatto così.-
Ci rinunciò e si diresse a cercare Kid. Non voleva che tenesse il broncio con Soul anche durante il viaggio. Nel farlo, incrociò Maka, anch'essa in pensiero per Kid, probabilmente.
Quando lo vide disse: - Vai da Kid? Meglio di no. Lo conosco da più tempo ed è meglio lasciarlo per un po' solo.-
- E tu allora dove vai? Da Soul?-
Lei scosse la testa: - Il cretino è ancora sul letto a lamentarsi per il calcio "molto poco figo" di Kid. E Lucy?-
Manuel sorrise: - È con Mizune. Deve svagarsi un po'.-
Maka lo fissò dritto negli occhi, smeraldo con zaffiro: - E tu? Non dovresti pensare a dormire?-
Lui sostenne lo sguardo per un po', poi lo volse di lato, triste: - Non riesco a smettere di pensare a...-
- A Crona?-
-... Ho come un presentimento. Oggi qualcosa andrà storto.-
Lei lo afferrò per il braccio e lo condusse in coperta: - Devo parlarti.-
- Non lo stiamo facendo già? E non c'era bisogno che mi strattonassi, cammino da più tempo di te.-
- Ascolta: prima che il Kishin fosse risvegliato, io non riuscii a usare Soul per qualche tempo. Non era perché non mi piacesse o perché litigassimo, lo facciamo anche adesso. Era perché... avevo paura: paura di fargli male. Non volevo correre rischi. Se vuoi diventare un grande maestro d'armi, i rischi devi correrli, sapendo che ogni volta che combatti, può essere l'ultima volta che lo farai.-
Manuel non disse niente. Rimase a fissare il mare, pensando agli occhi di suo fratello.
Maka gli chiese: - Piuttosto, tu l'hai capito perché Kid non esce con Liz? Sembra che lei sia l'unica che abbia osato avances, finora.-
Lui scosse il capo, ridacchiando: - Sarebbe asimmetrico, per Kid, stare con una sola delle sue armi.-
Poi sentirono dei passi per niente silenziosi vicino alla cabina di Tsubaki. Un attimo dopo, affacciatisi, videro...
... Black*Star che spiava la sua arma dalla finestra, urlando: - Prima regola dello Spione! Controlla le tue emozioni e muoviti cautamente!!!-
Subito uno Shuriken uscì fuori dalla finestra, conficcandosi nella testa dell'assassino.
Manuel e Maka si fissarono imbarazzati, poi se ne andarono dicendo: - Visto niente!-

Il viaggio sembrò interminabile, ma nel giro di sei ore, Manuel poteva vedere un'isola grigia all'orizzonte. Era solo, in coperta. Ed era arrabbiato con Stein. "Ciao, ragazzi, tornate in fretta per la dissezione, mentre faccio un trapianto alla regina delle streghe!". Lo odiava. Udì dei passi.
Non si voltò nemmeno: - Shaula... cosa vuoi?-
Lei, con fare innocente: - Solo fare due chiacchere.- Lui la fissò con poca convinzione.
Shaula si appoggiò al parapetto, con grazia signorile: - Devo parlarti di Meme...-
Lui sbuffò sonoramente: - Hai scoperto qualcosa?-
Lei era allegra: - So come far tornare in vita la mia vecchia ospite. Ma c'è un "ma".-
Manuel era curioso: - Cioè?-
Lei sogghignò: - Dipende tutto da te.-
Lui sbarrò gli occhi: - Di cosa parli?-
Lei spiegò: - Vedi, Meme è in una situazione così complicata che spiegartela adesso sarebbe inutile. Ti farebbe venire solo un gran mal di testa. Ti basti sapere che un fantasma, uscito dallo Stige, ha due strade. Una: finire a Yomi, la terra Oscura dei fantasmi e dei demoni inferiori, dominio assoluto di Circe. Due: cercare un posto per rimediare ai propri errori.
E nella seconda ipotesi ci sono altre due possibilità. La prima: trovare novantanove Uova di Kishin e l'anima di una Strega, col rischio di diventare demoni-fantasma o tornare alla condizione umana. La seconda: usare i "Segreti dello Stige" per farla tornare tutta d'un pezzo.-
Manuel chiese: - E qual è il problema?-
Lei sorrise gelida: - Chi lo fa... deve usare la metà del tempo che ha una persona per vivere come omaggio allo Stige.-
E lui chiese ancora: - Mi permetto di insistere, io cosa c'entro?-
Shaula si leccò le labbra: - Vedi, figlio delle Tenebre... l'essenza dell'elemento che porti con te ora è al massimo: ma se falliamo con Karkadoom e lui ritorna, le Tenebre diminuiranno per lasciare spazio al padre dei Kishin. Più i tuoi poteri aumentano, più la tua vita aumenta. Ora è al massimo e il figlio di Shinigami può dirti benissimo quanti anni hai, ma proporzionalmente, uno o due secoli li hai. Sta a te: o riportiamo Meme in vita ora... o aspettiamo, col rischio di perdere te.-
Lui distolse lo sguardo, non dando a vedere di essere spaventato a morte: - C-ci devo pensare...-
- Prendi il tempo che vuoi, piccolo, ma fai in fretta! Manca poco all'arrivo.- E si allontanò.

Tsugumi aveva sentito tutto. Si accasciò contro il muro pensando a Meme... a Manuel... alla sua... natura. Ogni volta che vedeva Black*Star, cercava di scappare. Perché? Che c'entrava lui... con la sua maledizione?
Si ricordava della chiacchierata avuta con Shinigami. Tsugumi, dobbiamo parlarti di una cosa...

Arrivarono alle pendici del monte fumante. Manuel, preso dai dubbi sapeva di avere poco tempo. Si avvicinò di soppiatto a Kid.
Una voce gli arrivò al cervello: "No! Cammina con gli altri. So cosa vuoi. Difficilmente si nasconde qualcosa a uno Shinigami. Quanti anni hai? 256. Ed è meglio che tu li allunghi il più possibile. Meme era importante, ma nemmeno Shaula conosce ogni conseguenza dei "Segreti dello Stige"."
Kid... il professor Sid aveva ragione: quella donna annebbiava il cervello.
Arrivati alla base, Shaula si rivolse a Kid: - Giovane Shinigami? Tocca a te. Solo la morte o la sua vicinanza aprono la porta.-
Lui si avvicinò e toccò la base del monte. In un istante un masso si spostò, rivelando un'entrata buia e piena d'aria bollente. E che puzza! Anya, le mani piene di borse, le mollò per tapparsi il naso. E Soul sentì un gridolino di dolore da una delle borse. Capì. E rimase zitto.
Entrati nella spelonca, tutti insieme, augurarono buona fortuna a Sid e Yumi Azusa, che sarebbero rimasti fuori onde evitare spiacevoli sorprese. Poi, Kid chiuse la porta per evitare che qualcuno entrasse all'inseguimento.
Kim apriva la fila con Jacqueline a fare luce. Arrivarono in una zona spaziosa e illuminata da torce. Black*Star si mise sull'attenti, imitato subito dopo da Maka e Kid, che impugnarono le loro armi.
Manuel sbuffò, sollevato: - Mi sembrava tutto troppo liscio...-
Una risata stridula invase la grotta: - Muahahahahahahaha! Ti rendo io le cose difficili, Desper!-
Un essere strano e verdastro, coperto di squame, con le braccia enormi, i piedi e le gambe minuscole, sostenendosi sulle palme delle mani come un orango, fece capolino dall'altra parte della caverna, su una porzione di roccia sporgente da una stalattite.
- Oggi finalmente mi divertirOOOOOOOOOOH!- concluse cadendo dalla stalattite e cadendo di testa su ogni scalino verso l'uscita.
Manuel disse, una volta finito il tiptap di testa: - Beh, Black*Star, qualcuno più comico di te l'hai trovato...-
L'assassino lo interruppe: - Più comico?! NESSUNO MI BATTE IN NIENTE!!!-
La creatura, rapida, lo colpì al petto con l'avambaccio, spedendolo contro una colonna di stalagmite.
Poi sorrise, sadico, riappoggiandosi sulle nocche: - Tale padre, tale figlio. Un clan di incompetenti. Eravate solo un po' dotati.-
Un attimo dopo, un calcio del killer lo scaraventò indietro sulle scale.
Manuel afferrò Lucy tramutata in Scettro Nero: - Ma che accidentaccio di creatura è? Ha un'anima molto grande!-
Shaula si tolse un po' di polvere dal vestito, noncurante, e rispose: - È un Imp. Creature demoniache poste al servizio delle streghe Stigie. Molto scarsi con le gambe, ma nelle mani e nelle braccia possiedono il doppio di forza e resistenza di un uomo come Sid Barret.-
Anya trasalì: - Il doppio? Il professor Sid strappa i pali della luce come tegole!-
L'Imp fissò Anya e l'alabarda apparsale in mano. Scosse la testa: - Tsugumi... Perché scappare da ciò che sei?-
Manuel si voltò verso Anya, poi rivolse il suo sguardo alla creatura: - Di che accidenti parli?-
L'essere verde indicò Black*Star, incurante: - Tranquilla! Una volta finito lui, finirà tutta la tua paura!!!-
Maka si mise in mezzo: - Prima devi togliere di mezzo me!-
Lui rise, isterico: - Spiacente, Albarn, ma per conoscenze e maledizione vincolante, solo uno del Clan della Stella può uccidermi!-
Shaula sorrise: - Maledizione vincolante... quella pazza di Medea!-
Black*Star urlò a Tsubaki: - Tsubaki! Modalità Granata Fumogena!-
Il fumo disorientò gli occhi piccoli e rossi dell'Imp e, per una volta, tutti furono d'accordo a lasciare l'Imp da solo con l'assassino: scapparono verso le scale.
L'Imp non era d'accordo e saltellò veloce verso Anya: - Ferma, Gatta Nera!-
- Tsubaki! Modalità kusari-game!- La catena avvolse la creatura alla vita, impedendogli di continuare.
Kid bombardò il soffitto di proiettili, impedendo alla creatura di seguirli. Per Black*Star, Manuel era tranquillo: ce l'avrebbe fatta e li avrebbe raggiunti.
L'Imp iniziò a ridere, una volta che la catena raggiunse il Meister assassino: - Sciocco! È inutile che cerchiate Crona! Le mie signore aspettano solo Desper, - detto questo si leccò le labbra; - mentre il mio stomaco aspetta un buon pasto... di anime.-

Arrivati con il fiatone oltre le scale, Manuel squadrò Anya e Tsugumi: - Gatta Nera? Che storia è questa?-
Tsugumi si ritrasformò come per rassicurare Manuel, ma l'urlo disperato di Lucy ruppe l'aria. Tutti si voltarono e videro... una scena orribile! Mizune si contorceva davanti a Elka Frog, disperata.
Le contorsioni cessarono e Mizune alzò lo sguardo...
...iniettato del simbolo dello zodiaco... dello SCORPIONE!!!

Angolo dell'Autore: Pronto l'ombrello per i pomodori! Splat splat splat! Lo so! Capitolo orribile! Ma importante per questa ff.
Ma sono riuscito a scrivere il capitolo sedici e a dare la suspence necessaria, no?
Accetto ogni critica, ma il meglio arriva tra due capitoli. Promesso.
Aspetto critiche d'ogni sorta, grazie.
Alla prossima! Joma joma dabarasa.

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