Umanità.
Pov Levi.
Mi girai in torno cercando Eren con lo sguardo, chiedendo anche alla gente appena uscita da quell'inferno.
Puntai il mio sguardo sul portone, quasi disintegrato, vedendo quattro figure correre verso di me,sorridendo e piangendo allo stesso tempo, mentre lasciavano scie di sangue al loro cammino.
Erano bambini.
Bambini che non ho salvato ne io ne Hanje.
Una volta arrivati ai miei piedi, iniziarono a parlare.
-T-tu sei l'uomo basso, con i capelli corvini, e gli occhi freddi.
Quello che non è veramente antipatico.
L'amico del ragazzo con i capelli castani, e gli occhi diversi?
Del ragazzo con un occhi verde e l'altro rosso?-mormorarono quasi in coro, sorridendomi, come se avessero trovato un tesoro in una situazione del genere.
-Prima cosa, io non sono mai stato antipatico, seconda cosa dove è il ragazzi che era con voi?- sbottai pacato, con un pizzico di preoccupazione nella voce, guardando una seconda volta il portone, disintegrato.
-L'ha detto il ragazzo dagli occhi diversi.-mormoro, un bambino biondo dagli occhi verdi.
-Ora dov'è il ragazzo?-chiesi spazientito, e preoccupato.
-Lì.- Indicarono contemporaneamente la stuttura dalla quale pochi minuti prima erano usciti.
Li guardai.
Non stavano mentendo.
Eren era ancora lì dentro.
Ed aveva salvato dei bambini, che non erano insieme agli altri.
Corsi in quella direzione, e una volta entrato, girai per i corridogli, salii sulle scale, entrai nelle stanze, sbattendo con forza le porte in acciaio, e corro.
Corro, facendo sbattere i miei piedi con forza al suolo.
Gridando il suo nome.
Gridando con tutta la forza che avevo in gola.
Gridi con disperazione, preoccupazione, ansia, e paura.
Poi la vidi, la sua figura, a terra, i suoi vestiti..mi avvicinai.
-EREN!-sbraitai.
Pov Eren.
-Oh Oh Oh. Che scena commovente.-
Una voce roca alle mie spalle, che conoscevo fin troppo bene mi arrivo alle orecchie come un fulmine.
Rimasi a guardare d'avanti a me, senza smuovere un muscolo, o emettere parola, fissando il suolo senza nessun tipo di emozione.
-Posso dedurre che anche i mostri possono socializzare con dei bambini.-la sua voce è divertita, mi deride.
Non risposi,semplicemente continuai a ascoltare la voce alle mie spalle, con il volto riverso verso il pavimento.
-Non ti ricordi di me? Sono io il tuo amato creatore.
O per meglio dire ti ho scoperto.
Sei nato cosi.-ridacchia tossendo leggermente.
-Vedo che non hai smesso di ammazzare la gente, nel tuo solito modo.-constata.
-Ti fa sentire meglio sgozzare la gente, e dargli la morte, cosa che non puoi avere tu? Eh?- ride con voce soffoccata.
Alzo di poco il capo, guardando le pareti sporche di sangue, e i cadaveri sgozzati, mentre le loro budella fuoriuscivano dal loro corpo ancora caldo.
Una scia di corpi morti lasciata da me si espandeva per tutto l'edificio.
Un sorriso mi spunta tra le labbra uno leggero, quasi invisibile, che non feci neanche a Levi.
-Sai, sapevi che ogni volta che uccidi qualcuno, la tua umanità si spegne sempre di più, giusto?- chiede retorico.
-Allora, per quale motivo hai accettato di lavorare con quei due?-la sua voce era beffarda, avrei voluto staccargli le corde vocali, per poi usare il suo craneo come tazza,per il mio caffè mattutino.
-Non lo so.- finalmente risposi, lo sentii sussultare.
-Pensavo ti avessero tagliato la lingua.- ridacchia.
-Sai...-dissi ancora girato di spalle.
-Forse avevo trovato qualcuno che non mi odia.- risi sarcastico.
-Sai benissimo, che quando scopriranno cosa sei, ti uccideranno.-
La sua voce era seria.
-Come se potessero farlo.- un sorriso amaro, mi solca il viso.
-Siamo proprio pessimisti.- constata.
-Sbagliato,sono realista.- gli risposi.
-Ovviamente.- mi diede ragione.
Un passo.
Feci un passo avanti.
-Dove stai andando?-mi chiese.
-Sul tetto.- risposi per poi incamminarmi nuovamente.
-Ora che mi ricordo, ogni volta che riuscivi ad evadere, ti trovavano sempre sul tetto a fumare.-
-Qualche problema?-la mia voce era rotta dal nervosismo(?)
-No,mi chiedevo solo perchè,con tutte le capacità che avevi, invece di uccidere i tuoi compagni di cella,e stare sul tetto a fumare. Tu non sia veramente fuggito.- pochi passi dietro di me, continuava a parlare quello stronzo che ora sembrava stranamente calmo.
-Tentai di farlo una volta.- gli dissi mentre, salivo un gradino.
-Non dirmi che non ci sei riuscito. Non ci crederei.- esordi rocamente.
-Ero riuscito nel mio intento. Ma mi persi in piccole sciocchezze.- ero serio, il mio sguardo era rivolto verso la rampa di scale, che stavo lentamente attraversando.
-Sciocchezze?-chiese ridacchiando con voce roca.
-Si, uccisi un ladro che mi punto contro un coltello in cerca di soldi. Lo sgozzai con il suo stesso pugnale da cucina.- risposi con uno sbuffo.
-Potevi lasciarlo andare.- suggerì.
-Avevo voglia di eliminarlo.- gli risposi con tono basso, quasi in un sussurro pacato.
Come se potessi disturbare i corpi martoriati da me stesso.
Arrivati sulla terrazza, scavalco il muretto, e mi siedo sulle tegole color mattone, accendendo una sigaretta, sfilata dal pacco di Marlboro.
Vidi in lontananza, i camion partire uno a uno,senza di me.
-Quelli sono i tuoi amici.- constata.
-Non ho mai avuto amici. Eccetto uno.- lo correggo, ispirando dalla sigaretta.
-Posso sapere chi è?- chiese beffardo e territoriale(?).
-No.- risposi secco.
-Dimmelo.- alza la voce, mettendosi di fronte a me.
-No. È morto.- lo liquidai, portandomi poi la sigaretta cangerogena alla mia bocca.
-Dobbiamo andare.- esordisce guardandomi negli occhi.
-Fammi finire la sigaretta.- gli risposi pacato, guardando i bambini,arrivare di fronte a Levi, dall'alto.
-E poi sai bene, che non ci vengo con te,di mia spontanea volontà.-continuai, facendo fuoriuscire il fumo dai miei polmoni.
-Sono venuto preparato.-rispose sghignazzando.
-Non so se sarà efficace.- affermai.
-Hai due opzioni.- sbottò nervoso.
-Dille.- risposi pacato.
-Uno: uccido i tuoi amici, e farò di te una macchina assassina.-
-Due: Ti sparo indebolendoti e farti perdere sangue fino a collassare per poi iniettarti una cosa.-
Rispose beffardo, mentre la sua voce tremava per le grosse risate trattenute.
Mi giro, spegnendo la sigaretta.
Il suo braccio è alzato e punta la sua arma contro di me.
-Ne ho parecchi di proiettili nel corpo.-lo guardai seccato.
-Shh.-si porta l'indice alla bocca, e dopo averlo abbassato mi spara, una decina di colpi, con delle Magnum.
Colpo.
Colpo.
Colpo.
Colpo.
Colpo.
Colpo.
Colpo.
Colpo.
Colpo.
Colpo.
Colpo.
Si avvicina pericolosamente a me.
Iniettando qualcosa nel mio collo per poi ridere.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Vidi il mio sangue diventare più nero del solito, mentre i miei occhi, riflessi sulla canna sella sua arma, diventavano di un giallo acceso.
All'apparenza, ma sempre spento.
Poi il buio, come sempre.
L'oscurità avvolgeva il mio corpo come per consolarmi, mentre sentivo solo essere sollevato, quasi a volare e dei passi.
Nulla di più.
Il buio era la mia unica compagna insieme ai mostri del passato.
Pov Levi.
Mi avvicinai a lui, lo guardai.
Non era Eren.
Strinsi i pugni fino a sbiancarmi le nocche, per poi prendere ripetutamente a pugni il muro, lercio,e imbrattato di liquido cremisi.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro