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In classe qualcuno cerca di ignorarmi e altri ridacchiano. Questa situazione va avanti da una settimana. Dopo Halloween tutti credono che abbia litigato con Lorenzo nel bagno e che sia andata da Tommaso per "dimenticare" il biondo. Ovviamente hanno aggiunto parti in cui io sarei stata appartata con lui nella sua auto per semplicemente scopare. 

-Andate a 'Fanculo, che cazzo. Smettetela di guardarmi, di commentare. Siete solo dei curiosi di merda. Ma sapete quanto è pesante questa situazione? No, certo che non lo sapete- dico alzandomi di colpo e uscendo dalla classe sbattendo la porta. Mi chiudo in un bagno dalla porta verde e con un pennarello inizio a cancellare tutte le frasi offensive su di me e su qualsiasi altro essere vivente. 

Sento bussare alla porta e poi con uno strattone la serratura scatta e il bagno di apre. Sicure queste serrature. Davanti a me c'è Lorenzo, con un chewing-gum in bocca.

 Lui? Davvero lui? Mi guarda con una mano in tasca e le sopracciglia inarcate. 

-Beh? Vuoi fare un tuo talk show?- mi chiede annoiato e mi porge il pacchetto di gomme da masticare.

-Per te è un cazzo di gioco, giusto?- sbotto alzandomi in piedi. 

-Sei uno stronzo e non perchè mi hai fatto le corna, non per quello, ma perchè in questa popolarità del cazzo tu ci sguazzi, sembri un così bravo ragazzo- poi punto l'indice sul suo petto -E invece sei peggio di tutti quanti, hai anche il coraggio di toccarmi ancora, ma non hai capito che io ti vedo solo per quello che sei: un egoista stronzo del cazzo- alzo gli occhi nei suoi: -Tu sei quello che fa più schifo, quello che alimenta le voci, quello che è solo felice di sentire il proprio nome nei corridoi- poi respiro, ma sto bene. 

-Sai Lorenzo, tu mi fai schifo. Schifo e pena, perchè non hai altro che questo. Sei un giocattolo nelle mani degli altri- dico, ma prima che possa aggiungere altro, lui mi tira uno schiaffo. La sua mano aperta fa male. Ma fa più male pensare che sia stato lui a farlo. 

-Sei solo una puttana, se ti voglio fottere qui, io lo faccio con o senza il tuo sì- sibila tra i denti -E ti giuro che impiegherò il mio tempo qui per far si che ogni tuo giorno sia peggio di quello prima- detto questo va via e mi rivolge le spalle larghe. 

Mi accascio a terra e inizio a piangere come una bimba. Sono lacrime di rabbia, di frustrazione. Una ragazza esce dal bagno e mi guarda con occhi lucidi. Mi porge una mano e mi aiuta ad alzarmi dal pavimento. 

-Ti chiedo scusa per quello che hai sentito- dico asciugandomi il naso con un pezzo di carta igienica. 

-Non è giusto che ti facciano questo- dice e io abbozzo un sorriso. Sembra di seconda, i capelli marroni sono lunghissimi e la carnagione olivastra del viso è leggermente truccata. 

-Mancano pochi mesi e me ne vado- le rispondo.

-Ho registrato tutto- dice prima che me ne esca dal bagno.

-Davvero?- chiedo felicemente sorpresa. 

-Si- poi si guarda le mani imbarazzata, -Ho avuto paura per te-.

-Mi puoi fare un favore?- le chiedo, lei annuisce e invia il file audio alla pagina ufficiale di gossip su noi tre. 

-Spero che cadano le maschere di Lorenzo e che possiate vederlo per quello che è- detto questo la saluto e torno in classe. Non ho nemmeno il tempo di sedermi al mio banco che la professoressa mi indirizza nell'ufficio del preside per il pessimo comportamento di prima. Non c'era da sorprendersi. Scendo di un piano, svolto e percorro il corridoio fermandomi davanti alla porta con la targhetta dorata. 

Mi fanno entrare subito e rimango sorpresa dalla quantità di oggetti di arredamento ci siano in quella stanza, così piccola. Sono tutte barchette. 

-Siediti, per favore- dice il preside Corradei. I capelli bianchi e ricci si contrappongono al viso completamente rasato. La camicia bianca è indossata sotto ad un maglione a quadri. 

-Sai perchè sei qui?- mi chiede. Io annuisco e stringo le mani in pugni stretti. Appoggio lo zaino accanto a me e sospiro.

-Sono mortificata, è un periodo un po' complesso per me...-

-Un richiamo del genere compromette l'iscrizione alla borsa di studio all'università- dice interrompendomi. Mi copro la bocca con la mano e il cuore inizia a battermi nel petto all'impazzata. 

-Ho la media più alta della classe- dico a bassa voce. 

-No, dell'intero anno, ma una nota disciplinare e senza una motivazione apparente è imperdonabile Visconti- dice con dei fogli in mano.

-C'è una motivazione, la vuole sapere?- dico e lui annuisce appoggiando la schiena allo schienale in pelle della sedia girevole.

-Ci sono persone che giocano a creare storie sulla mia vita- poi respiro per restare calma, -Quelle persone scrivono "puttana" nei bagni e farfugliano alle mie spalle. Sono le stesse che piangerebbero se morissi. Sono le stesse che trasformano la loro noia in bullismo. Non sono solo io vittima di tutto, siamo centinaia qui dentro- poi guardo verso la finestra alle sue spalle. Splendida giornata autunnale per vedere il mio futuro essere spazzato via come quelle foglie arancioni mosse dal vento. 

-Non ce l'ho fatta più. Sicuramente non ero rivolta verso la professoressa, ma verso i miei velenosi compagni. E io ho davvero bisogno di quella borsa di studio, non ho altre possibilità- dico consapevole di aver fatto un passo più lungo della gamba. Non ho soldi per il mio futuro. I miei genitori non arrivano quasi a fine mese.

-Hai prove?- mi chiede. Alzo lentamente lo sguardo su di lui e annuisco. Estraggo dallo zaino una raccolta di post-it dedicatomi dai miei compagni. 

-Può iniziare da questi, farsi un giro nei bagni delle ragazze e magari anche su questa pagina di Instagram- dico e lui indossa gli occhiali per leggere bigliettino per bigliettino.

-Non so cosa si potrà fare per la borsa di studio, ma cercherò di far terminare questa cosa nel minor tempo possibile- dice attento. Diffido.

-Allora auguri- dico alzandomi e  mi dirigo alla porta, stringo il pomello, però mi fermo un istante per aggiungere:

-Poi mi faccia sapere se posso definitivamente dire addio al mio futuro, grazie-.

Esco da scuola per ultima perchè mi muovo a rallentatore. Ormai ho tutto il tempo del mondo. 

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