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Non ho via di scampo, ora posso solo tenere la testa bassa ed evitare le occhiatacce dei miei compagni di classe. Mi duole ammetterlo, ma per questi due anni, le persone mi conoscevano come la "ragazza di De Santis". Ora, che sono semplicemente Vittoria, tutti mi guardano come fossi una ragazza nuova. Lorenzo non si è nemmeno voltato quando sono arrivata in classe e non credo ci parleremo tanto presto. Tiro fuori dallo zaino il libro di greco e cerco di non pensarci. Di non pensare di aver detto "ti amo" ad una persona che ormai non riconosco più.

-Ehi- sento dire e riconosco benissimo questa voce. Il cuore inizia a battere all'impazzata e cerco di mantenere il controllo quando alzo lo sguardo su Lorenzo.

-Possiamo parlare?- mi chiede approfittando dell'intervallo. Vorrei dire di sì, di no, urlare e scappare, ma mi limito ad annuire. I miei occhi non lo vedono bello eppure è sempre lui. Non riesco più a vederlo gentile e premuroso.

-Ti chiedo scusa, è imperdonabile quello che ho fatto- dice appoggiandosi ad una finestra socchiusa. Il vento gli sposta i capelli leggermente.

-Ma ho la necessità di cambiare- dice e si morde un'unghia -Siamo troppo diversi, di due mondi diversi e Martina è più simile a me-. Alle sue parole scoppio a ridere e automaticamente la mia mano aperta finisce violentemente sulla sua guancia destra. Ho tirato uno schiaffo a Lorenzo De Santis? Io? Lui rimane piuttosto sorpreso, come me del resto.

-Hai voglia di cambiarmi? Okay fallo pure, ma sii gentile da lasciarmi prima e non farmi due corna grandi come 'sta scuola- dico sorpassandolo. Lui mi afferra per il polso e mi tira in dietro.

-Mia madre aveva ragione su di te, sei solo una bambina- sputa parole troppo cattive per essere lui.

-Fottiti Lorenzo- detto questo vado via e vorrei sotterrarmi per urlare. Tutti ci guardano, qualcuno ridacchia, altri osservano divertiti. Voglio scappare da qui. Salgo un piano e mi dirigo verso l'aula di Giulia. La vedo in fila per comprare una merendina ai distributori automatici.

-Ehi- dico distraendola dalla conversazione con Tommaso e Nicola.

-Che succede?- mi chiede. Probabilmente sono completamente paonazza e non riesco a non scuotere la testa.

-Siamo di due mondi diversi, capisci?- scimmiotto le sue parole cercando di imitare la sua voce. Giulia corruga la fronte e sgrana gli occhi.

-Vado a picchiarlo- dice portando una mano in fronte.

-Ci ho già pensato io-

-Ma davvero?- si intromette Nicola con un sorriso smagliante. Io annuisco ed evito di guardare la sua espressione così stupita.

-Per le corna immagino- dice lui. Questa volta sono io a sgranare gli occhi. Nicola è nella squadra di Lorenzo e sicuramente è uno di quelli che hanno saputo della nuova fiamma.

-Che tatto, complimenti- sbotta Giulia al mio posto. Nicola alza le spalle e sbuffa. I capelli riccissimi si muovono con lui.

-Non credo di venire sabato- dico a Giulia riferendomi alla partita. Lì tutti lo sanno e non vorrei risentirmi in questa maniera.

-Maccome, guarda che vinciamo, Tommaso fa il culo a tutti- è sempre Nicola a parlare e appoggia un braccio sulle spalle larghe di Tommaso accanto a lui.

Vorrei spiegargli che mi sento umiliata, che non sto bene, che vorrei non vedere nessuno per un po'. Ma mi limito a voltare le spalle e tornare nella mia classe. Quando mi siedo al banco c'è chi commenta sotto voce e chi viene direttamente da me a chiedere che sia successo.

-Scusate- dico alzandomi in piedi e tirando fuori quel briciolo di coraggio che ho -Potete farvi i cazzi vostri?- finisco risedendomi sulla mia sedia. Silenzio.

Il bar è il mio posto sicuro, lavorando mi concentro su altro e quasi nessuno mi conosce lì.

Preparo i due caffè, un cappuccino e un centrifugato. Servo anche i panini con prosciutto e formaggio, e le due Coca Cola.

-Vittoria- sento dire e mi volto incontrando Sole che si sposta gli occhiali da sole sulla testa. Sbuffo e spero di non fare una scenata davanti a tutti.

-Dov'è Tommy?- chiede con un tono più sopportabile del solito. Mi pulisco le mani sul grembiule e incrocio le mani sul petto.

-Oggi non è di turno, ha gli allenamenti- rispondo cercando di non sembrare irritante. Lei annuisce e si guarda attorno.

-Detto tra di noi, mi dispiace per quello che ti ha fatto Lorenzo- dice distratta.

-Grazie- rispondo incredibilmente sorpresa dalle sue parole e mi stupisco di quanto mi abbia detto.

-Ti offro un caffè- e le porgo la tazzina sorridendo. Anche lei è sorpresa di me, ma si avvicina al bancone senza dire una parola. Beve e mi guarda mentre sistemo piattini e cucchiaini nella lavastoviglie.

-Per oggi tregua- dice scrivendo un messaggio. Annuendo prendo uno straccio e libero i tavolini vuoti. Chi lo avrebbe mai detto, tregua con Sole. Sorrido quasi.

Il mio cellulare inizia a vibrare all'impazzata e quando lo sblocco per vedere cosa stesse succedendo realizzo di avere più di cinquanta notifiche di Facebook. Qualcuno ha pubblicato il video in cui ho schiaffeggiato Lorenzo; ci sono commenti e like. Qualcuno ha scritto: "Ha fatto solo bene", altri "Cornuta lei, stronzo lui" e "Salto di qualità". Blocco il cellulare e sbuffo. A me doveva capitare questo? Stupida io che ho parlato con lui.

Lorenzo l'ho conosciuto al liceo, siamo nella stessa classe dalla prima. Mi ricordo la prima volta che l'ho visto: era molto più basso di quanto lo sia adesso e si era seduto accanto a me quasi per caso. Entrambi non conoscevamo nessuno all'interno della classe e abbiamo stretto subito amicizia. In terza liceo abbiamo iniziato a frequentarci superando lo step dell'amicizia. Il nostro primo appuntamento è stato in una sala giochi poco lontana dal centro storico. Ero follemente innamorata di lui e quando mi baciò, io non volevo crederci.

Sono stati due anni belli, ma terminati.

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