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Epilogo - E vissero tutti felici e contenti... dopotutto

Non ricordavo dell'esistenza di questa foto e quando l'ho rivista ho sclerato di brutto perché mi ha ricordato una cosa (poi capirete cosa). Godetevi l'epilogo!



***



Michael's pov



10 anni dopo



«Mi raccomando, non essere cattiva con gli altri bambini che la tua maestra si è lamentata», dissi a Selena, aggiustandole il colletto della camicetta.

La bambina sbuffò, roteando i suoi grandi occhi verdi così simili ai miei. «Ma gli altri bambini sono cattivi con Kev», ribatté imbronciata, «Voglio proteggerlo».

Scossi la testa, sorridendole. «Sono sicuro che Kevan sappia difendersi da solo, sta tranquilla stellina», borbottai, baciandole la guancia.

«Sei pronta, Sel? Perderete l'autobus», la chiamò Luke, raggiungendoci. Stretto tra le sue braccia c'era Kevan, più piccolo di Selena di tre anni.

Identico in tutto e per tutto a Luke, Kevan era nato prematuro e per questo era molto più piccolo rispetto ai suoi coetanei, ragion per cui Selena volesse sempre proteggerlo. Selena era, invece, identica a me, eccezion fatta per i capelli neri che le ricadevano lisci sulle spalle; era un tipetto tosto, il contrario di suo fratello. Era una me in miniatura in tutto e per tutto, ragion per cui chiunque la chiamasse mini Michael (cosa che la faceva incazzare di brutto, anche).

Avere dei figli all'inizio era stata una cosa che mi spaventava, soprattutto perché non sono granché bravo a prendermi cura delle persone - ancora oggi, Luke è un genitore migliore mille volte di me. Però Luke aveva insistito e diamine, ripensandoci adesso sono contento che l'abbia fatto, Kevan e Selena sono la cosa più bella che mi sia mai capitata - oltre a Luke, ovviamente.

Dovevo ammetterlo, la nostra relazione non era stata sempre rose e fiori, però l'abbiamo fatta funzionare. Ci sono stati alti e bassi, nella nostra relazione così come nelle nostre vite, ma siamo rimasti l'uno accanto all'altro, che fosse una bazzecola come la morte del mio pesciolino rosso preferito o qualcosa di davvero serio, come il ritorno inaspettato del padre di Luke, venuto ad Hollow's per cercare il perdono di suo figlio. Luke l'aveva perdonato, alla fine, ma aveva deciso di mantenerlo comunque a distanza. Quella notte pianse un sacco e io lo tenni fra le mie braccia senza poter fare altro, non sapevo come comportarmi e mi faceva davvero male sentirlo stare così, lo sentivo nelle mie ossa.

Quello ed altre mille cose mi avevano fatto capire, con gli anni, che Luke era la mia anima gemella. Qualcosa ci aveva spinti a trovarci e a metterci insieme, la stessa cosa che mi spingeva a non mandarlo a fanculo quando combinava qualche cazzata delle sue - tipo quando lasciava le sue mutande in giro per la nostra camera da letto o quando mi disse che mi amava per la prima volta mentre me lo scopavo la sera del ballo. Ero così preso da Luke da tollerare persino i sui difetti, cosa che ovviamente anche lui faceva con me - ed era un bene, visto che sono la definizione vivente di 'difetto'...

«Certo che crescono così in fretta. Il giorno prima sono dei poppanti e il giorno dopo picchiano gli altri bambini a scuola...», sospirò Luke, guadagnandosi un ceffone sul braccio, «Ahia! Perché l'hai fatto?».

«A te sta bene che Sel picchi bambini innocenti? E meno male che tu sei quello responsabile!», sbottai, alzando gli occhi al cielo.

Luke scrollò le spalle, ridendo. «Se è per proteggere Kevan ovvio che mi sta bene. E poi così facendo si protegge dai bambini pervertiti che vogliono vedere la sua vagina! E non dire che sono responsabile, ieri li ho scaricati da mia madre senza neanche chiedergli della loro giornata a scuola! A pensarci sono davvero un genitore orribile».

Scossi la testa, abbracciando Luke. Odiavo quando si commiserava per piccolezze, cosa che faceva sempre. «Suvvia, non essere così duro con te stesso, io mi dimentico addirittura di andarli a prendere a volte! E comunque... Sono contento che ti li abbia lasciati da Liz, ieri», mormorai sorridendo malizioso.

Luke ridacchiò nel mio orecchio. «Piaciuto il regalo di compleanno?», mi chiese, baciandomi il collo.

Strinsi i suoi capelli in un pugno, ansimando leggermente. «U-un sacco. Anche se mi sto ancora chiedendo come hai fatto a legarti da solo in quel modo», chiesi in un sussurro, arrossendo mentre gli eventi di ieri pomeriggio scorrevano nella mia testa.

Luke si staccò da me, arrossendo leggermente. «Uh... Ho chiesto a Calum di darmi una mano», confessò, mordendosi il labbro inferiore.

Alzai un sopracciglio. «Calum?».

«Uh-uh. Non avrai pensato che ci riuscissi da solo!», ridacchiò nervoso, «Non sei... Geloso, vero?».

Deglutii. «No, però conoscendo i tuoi trascorsi con-».

«Ci facevo sesso mille anni fa, Michael! E poi... Niente mi piace quanto il sesso con te, marito», mugugnò, facendomi andare letteralmente a fuoco quando pronunciò la magica parola con la M - mi faceva ancora andare fuori di testa, il fatto che fossimo sposati.

La mia proposta di matrimonio, a pensarci, era stata un completo disastro. Inizialmente Luke doveva trovare l'anello in un cupcake fatto da me, ma dopo una giornata passata a bruciare teglie con Ashton avevo deciso di fargli trovare l'anello in modo casuale, mettendolo con la sua custodia di velluto blu nel cassetto chiuso a chiave del comodino dove ci sono... Beh, cose degne di stare sotto chiave.

Fatto sta che, dopo averci messo l'anello dentro mi dimenticai di chiuderlo a chiave e all'epoca Selena aveva soltanto due anni e quindi andava girando per casa aprendo e chiudendo cassetti. Ovviamente quale cassetto doveva aprire se non quello? Luke mi rimprovera ancora per quella faccenda...

Tornando a noi, il pomeriggio in cui avrei dovuto fare la proposta a Luke pianificai tutto nei minimi dettagli. Lasciai Selena da mia madre, riempii l'ingresso e la camera da letto di candele profumate, misi il profumo preferito di Luke e indossai i migliori abiti che trovai nell'armadio. Il piano era semplice, avrei dovuto chiedere a Luke se potevo fargli un massaggio visto che tornava sempre stressato da lavoro, e da cosa nasce cosa, lui avrebbe aperto il cassetto dei preservativi e trovato l'anello. Sembrava facile, il problema era che Luke sapeva già tutto...

Alla fine comunque è andato tutto bene, ma mancava quell'elemento sorpresa che avrebbe reso tutto più romantico... Beh, ad ogni modo quel giorno siamo rimasti a letto finché mia madre non mi ha chiamato per chiedermi di andare a riprendere Selena, facendo l'amore come mai prima di allora. Forse fu più romantico perché sapevamo che di lì a poco avremmo reso il nostro amore ufficiale in ogni senso...

Uscii dalla mia spirale di ricordi solo quando sentii qualcosa sotto la mia schiena - il divano, presumo. Luke era seduto a cavalcioni su di me, si stava già sbottonando la camicia facendomi intravedere la pelle diafana - e decorata da succhiotti disposti a mo' di costellazione - del suo petto.

«Che fai, Luke? Non dovresti andare a lavoro?», chiesi senza fiato, poggiando le mani sui suoi fianchi e spingendoli contro i miei.

Luke mi sorrise a bocca aperta. «Potrei essermi preso la giornata libera solo per te, Mikey», borbottò, chinandosi per baciarmi, «Oggi è il tuo compleanno e sarò tutto tuo per tutta la giornata. Come lo sono sempre, del resto. Non devi temere nessuno Michael, io sono solo tuo».

«S-solo mio», mugolai sulle sue labbra, sorridendo, «Mi piace come suona».

Luke rise. «Piace un casino anche a me».

Se c'era una cosa che amavo della mia relazione con Luke - una delle tante, a dire il vero - quella era il sesso. Con il tempo la nostra vita sessuale non s'era assopita per niente, anzi, s'era rafforzata e non potevo essere più che grato per questo, perché Luke ha un corpo meraviglioso e la sola sensazione di sentirlo sotto di me riusciva a farmi sentire alle stelle. Da quando c'erano i bambini era anche meglio, perché farlo in segreto era stranamente più eccitante - e sì, questo è un altro dei motivi per cui io non sono il migliore genitore dell'anno. Ci farò l'abitudine.

«Te l'avrò detto migliaia di volte, ma amo fare l'amore con te», ansimò Luke, alzando la testa dal mio petto per baciarmi.

Assaporai il contatto più che potevo, facendo scorrere le mie mani sulla pelle di Luke e sentendo la sua pelle morbida sotto le dita. «Non mi stancherò mai di sentirtelo dire», sospirai io, sorridendo, «Dio, adesso mi sento in colpa. I bambini si siederanno su questo divano e io me la farò sotto a forza di trattenere le risate».

Luke si appoggiò con un gomito sul mio petto, guardandomi scettico. «Cosa dovremmo dire del tavolo su cui mangiano? E della scrivania dello studio su cui fanno i compiti? E di praticamente tutta la casa? Michael ti prego, abbiamo battezzato qualsiasi superficie piana di questa casa, più l'amaca in giardino, e ora ti preoccupi di questo stupido divano?».

Arrossii. «Eh... Questi sono dettagli. Però sul divano mi ci hai trascinato tu, quello che si lamenta ogni volta che i bambini se ne vanno dalla sala da pranzo perché Dio santo, ci ho messo il culo qui sopra, poveri bambini», lo imitai ridendo, «Fammi divertire mettendoti un peso sulla coscienza».

Luke sbuffò. «Ricordami perché ti amo, perché in questo momento sono a tanto così dal mandarti a fanculo per sempre».

Sorrisi malizioso. «A parte le mie doti in fatto di sesso non vedo perché tu debba amarmi».

Luke scosse la testa. «Infatti io non ti amo, ti ho sposato perché hai il cazzo grosso. Andiamo Michael, cresci un po'».

«Hey, guarda che lo so che mi ami per un mucchio di cose», dissi imbronciato, «Diciamo che però il mio pene è una tra le cose più importanti del mucchio».

«Se avessi voluto sposare qualcuno perché ha il cazzo grosso avrei sposato Calum, poi», borbottò Luke alzandosi, facendomi un sorrisetto bastardo.

Mi alzai anch'io, fissando mio marito con sguardo assassino. «Ripeti ciò che hai detto», sbottai, avvicinandomi cauto a lui.

Il sorriso di Luke si ampliò. «Calum ce l'ha più grande del tuo», ripeté, cominciando a correre quando quasi balzai addosso a lui.

Lo inseguii, ridendo per motivi inspiegabili. «Vedremo se ripeterai ciò che hai detto appena ti acchiappo, stronzo!», gli urlai contro.

Luke scoppiò a ridere. «Ti amo!», gridò facendomi battere il cuore a mille - e non solo per la corsa.

«Ti amo anch'io, Luke!», strillai di rimando, sentendomi più felice che mai.

E quando una persona riesce a farti sentire felice mentre la rincorri nudo per casa dopo che ti ha accusato di avere il pene piccolo, o mentre ti dice che ti ama nel bel mezzo di un orgasmo, allora sì che la ami sul serio.



Fine



***



[A/N] E' abbastanza sera...? Sì dai

NON POSSO CREDERCI CHE SIA FINITA aiuto, quando ho iniziato a scriverla non avrei mai pensato di arrivare all'ultimo capitolo, di postarla qui su wattpad e soprattutto di ricavarne tutto questo seguito, questa storia è la prima che posto su wattpad a raggiungere 10k di visualizzazioni e 1k voti mentre ancora la stavo postando, ed è solo merito vostro. Quindi davvero, grazie di cuore per tutto, vi voglio bene più di quanto immaginiate.

Quindi ehm, parliamo di questo epilogo? Ve lo aspettavate che avrei concluso la storia così, dieci anni, un matrimonio e due figli dopo? Onestamente, credo che sia il finale perfetto, l'avevo immaginato prima ancora di iniziare la storia e sono felice che sia venuto così ahaha

Non scriverò un sequel, preferisco che la storia rimanga così, con questo finale da e vissero tutti felici e contenti. Però posto le missing moments, eh! Ho già qualche idea in mente, e mi piacerebbe sapere se voi avete qualche momento particolare dei muke (o dei cashton, ci saranno anche loro) che volete vedere ed io provvederò - o cercherò di provvedere, ovvio. Tenete la storia in archivio, quando inizierò a postare le one shots lo dirò qui :)

Detto questo, vi ringrazio un'ultima volta per aver seguito questo sclero nato dal nulla. Significa tantissimo per me.

Ci vediamo quando posterò le missing moments o in qualche altra mia storia, se avrete voglia di sopportarmi ancora ovvio AHAHAH

A presto,

Teresa. 



**il nome del capitolo è il musical E vissero tutti felici e contenti... dopotutto di Shrek III, quello in cui Azzurro doveva uccidere Shrek, se lo ricordate. lmao**


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