CAPITOLO 4
"Hei, Alice"- la mamma mi salutò con un grosso abbraccio. -"Mi sei mancata tanto. Cavolo, quanto sei cresciuta. Sei davvero bellissima. Assomigli molto a Will. A proposito, com'è la vita con tuo padre?"
Stavo per risponderle, quando un Proditor comparve dietro di lei e le tagliò il collo con gli artigli.
"No!"- urlai, terrificata.
La mamma cadde sul pavimento, ormai morta.
Com'era potuto succedere?! I Proditor non attaccavano le persone normali!
Furiosa, estrassi uno strano coltello dalla cintura e lo lanciai contro il petto del mostro. Il Proditor si disintegrò dopo pochi minuti. Mi inginocchiai vicino la mamma. Il suo sangue stava macchiando tutto il pavimento e lei guardava con sguardo vuoto un punto impreciso del soffitto.
Non riuscii a trattenere le lacrime e iniziai a piangere a dirotto. Era la prima volta che piangevo da quando avevo sette anni...
Mi svegliai di soprassalto. Era da tempo che non facevo incubi ormai. E ora erano ricominciati. Questo era sicuramente l'incubo più brutto che avessi mai avuto. Era così strano... sembrava così reale.
Mi alzai e uscii dalla stanza. Passai davanti la porta della camera di Aiden e non riuscii a trattenermi dallo sbirciare: lui non c'era.
Entrai in camera sua e notai che c'era qualcosa sul comodino.
Una foto. Su di essa c'era un Aiden più giovane che abbracciava un bambino più piccolo, molto simile a lui. Dietro di loro c'erano una signora e un signore abbracciati che li guardavano sorridenti.
Era di certo la sua famiglia.
Sorrisi malinconica; mi dispiaceva tanto per lui, ma ero sicura che qui sarebbe stato più al sicuro.
Uscii e mi avviai verso la solita stanza di riunione dove trovai Aiden e papà che parlavano, mentre facevano colazione.
"Leggere nel pensiero?"- stava chiedendo mio padre.
"Già. L'ho scoperto ieri con Alice."- ribatté Aiden, mentre mangiava.
Entrai e mi sedetti tra di loro.
"Buongiorno."- dissi sbadigliando.
"Hei, dormigliona!"- mi salutò Will, mentre Aiden mi sorrise soltanto.
"Okay, allora... dimmi cosa sto pensando."- continuò papà.
Io afferrai un biscotto al cioccolato dal piatto di Aiden e lo mangiai golosa. Dovevo ancora capire dove Will si procurava tutta questa roba.
"Oggi caccia al Proditor?"- disse Aiden, confuso.
Mi alzai di scatto dalla sedia. "Caccia al Proditor? Davvero?!"- dissi eccitata, saltellando sul posto.
"Già. Allora è vero! Credo che questa abilità ci tornerà utile."- sorrise mio padre.
"Cos'è la caccia al Proditor?"- chiese Aiden, insistente.
"Oh, è un gioco che ho inventato per addestrare Alice ad affrontare i Proditor."- spiegò Will.
"Che bello, che bello, che bello!"- io stavo ancora saltellando.
"Questo è lo spirito giusto!"- sorrise papà.
Mi feci una doccia veloce e mi preparai per la caccia. Era da tempo che non la facevo e non vedevo l'ora.
Presi un ristrutturatore e mi posizionai al centro della stanza. "Pronta."- confermai.
"Aspettate."- Aiden era alle mie spalle. -"Che cosa devo fare?"- chiese.
"Spara ai cosi lampeggianti"- spiegai semplicemente.
Proprio in quel momento, una luce iniziò a lampeggiare dietro di me.
Mi girai di scatto, mirai e sparai un coltello proprio al centro della luce.
Sorrisi soddisfatta. Ero proprio migliorata.
Mi girai per vedere come se la stava cavando Aiden.
Non riusciva a concentrarsi abbastanza per sparare qualcosa. Decisi di aiutarlo. Sparai una freccia contro una luce e una lancia contro un'altra.
"Concentrati"- pensai, sperando che Aiden mi avesse sentito.
Lui fece un gran respiro e chiuse gli occhi, poi dal ristrutturatore ne uscì una lama che centrò l'ultima luce.
"Sì!"- Aiden iniziò a correre con le braccia in aria, come se avesse appena vinto una maratona. -"Ci sono riuscito!"
Non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere. -"Sapevo che ce l'avresti fatta."- dissi tra le risate.
Poi comparve papà. -"Siete stati davvero bravi!"- disse, sorridendo -"Avete superato le mie aspettative."- continuò.
-"Come premio, giornata libera."- concluse, e uscì dalla stanza.
Io andai a prendere il mio zaino e ne estrassi il localizzatore; poi mi sedetti.
"Cos'è quello?"- mi chiese Aiden, sedendosi accanto a me.
"Oh, è un localizzatore. Anche questo è stato inventato da Will. Serve per trovare altri Singular, però si era rotto e solo da qualche giorno sono riuscita ad aggiustarlo.. e così ti abbiamo trovato."- spiegai.
"Wow!"- esclamò lui. -"E come funziona?"
"Beh, non ne sono sicura. So solo che lavora da solo.. e quando trova un altro come noi, compare un punto rosso che ci indica la sua posizione. Così riusciamo a trovarlo prima dei Proditor e ad aiutarlo."
"Wow!... Da quanto tempo sei qui?"- gli piaceva fare domande.
"Da quando avevo sette anni. Prima vivevo con mia madre, poi un giorno è comparso Will davanti casa mia, mi ha portato qui e mi ha spiegato tutto. Poi siamo rimasti qui per tutti questi anni e lui mi ha addestrato per aiutarmi ad affrontare i Proditor.
Una volta sono uscita dall'edificio di notte, mentre Will dormiva. Volevo trovare qualcun altro come noi. Era da troppo tempo che non arrivavamo a nessuna
conclusione e avevo chiesto a Will di cercarli senza localizzatore, ma lui mi aveva risposto che ci avremmo messo troppo tempo ed era troppo rischioso... così uscii da sola. Per poco non sono morta... solo che Will si accorse in tempo che ero uscita e, con la sua super forza, riuscì a scampare ai Proditor e a riportarmi dentro. Si era arrabbiato tantissimo... io... è stata la prima e l'ultima volta che l'ho visto arrabbiato... cavolo, che stavo dicendo?"- mi ero persa nei miei stessi pensieri.
"Non mi ricordo..."- disse Aiden.
Scoppiammo a ridere.
"Ieri sera... ti ho sentito mormorare nel sonno."- aggiunsi all'improvviso.
"Già... ho avuto un incubo."- rispose Aiden, con sguardo malinconico.
Ripensai alla foto che aveva in camera sua. -"Non devi preoccuparti per la tua famiglia."- cercai di rassicurarlo. -"Vedrai, starà bene."
Nonostante ciò che avevo detto, non riuscivo a non pensare a quell'incubo e al fatto che non ero riuscita a proteggere la mamma.
"Sai..."- aggiunsi. -"Anch'io ho avuto un incubo... era davvero strano... sembrava stesse succedendo per davvero."
"Cos'hai sognato?"- mi domandò.
"Mia madre... uccisa da un Proditor e io che uccidevo lui..."- spiegai.
"Ma..."
"Lo so."- lo interruppi. -"È impossibile. Eppure... non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di mia madre morta..."
Lui appoggiò una mano sulla mia spalla. "Ehi"- mormorò. -"Era solo un incubo."
Lo speravo.
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