CAPITOLO 25
"Credo proprio che vorrai delle spiegazioni per ciò che hai appena visto."- disse quel tipo, accennando a un Proditor di liberarmi la bocca.
Avevo voglia di urlare e scoppiare a piangere, ma non volevo che l'altro Will mi vedesse così.
Feci un bel respiro e cercai di calmarmi, poi iniziai a fissarlo con aria interrogativa.
Lui intese la mia espressione e iniziò a spiegare: -"Quel libro che tuo padre stava leggendo... non è un libro qualsiasi. È pieno di profezie riguardo voi Singularis e di pagine vuote. Ogni volta che c'è qualcosa di importante che si sta avvicinando per la vostra razza, nasce una nuova profezia. Quel giorno ne comparve una nuova. Era davvero una profezia brutta, almeno per voi. Parlava di un uomo singolare che commetteva un errore e metteva in pericolo tutta la sua razza."
Cercai di trattenere lo stupore: era ciò che stava succedendo. L'uomo della profezia... doveva essere papà.
Continuò: -"Tuo padre, sapendo che poteva essere lui l'uomo della profezia, decise di sacrificarsi. Voleva tenervi al sicuro. Proteggervi. Se lui fosse morto, tu e tua madre avreste vissuto come due persone qualunque, lontano dalla vita dei tuoi simili. Purtroppo, non conosceva la maledizione del suicidio..."- sorrise, spalancando le braccia. -"ed eccomi qui."
Non poteva essere così. La storia era sensata, ma... mio padre... non poteva aver cercato di... solo a pensarci mi tremavano le mani. Mio padre non si arrendeva così facilmente, non era da lui.
Cercai di calmare la voce: -"Quindi tu... hai fatto tutto questo, l'esercito, il potere, solo per tormentare mio padre?!"- chiesi orripilata.
Lui annuì deciso: -"Devo ricordargli ogni giorno dell'abominio che ha cercato di fare diciassette anni fa. Deve pagare per quello. È questo il mio compito. Trasformerò te e i tuoi amici davanti ai suoi occhi e poi, quando il suo ultimo briciolo di speranza si sarà infranto, lo ucciderò. E finalmente il mio compito sarà terminato."- concluse felice.
Mi ero quasi dimenticata di stare parlando con un pazzo assassino.
Iniziai a dimenarmi, cercando di allentare la presa delle corde sui miei polsi, ma invano.
I Proditor mi afferrarono e mi bloccarono di nuovo la bocca.
"Basta così"- disse il Will malvagio -"Torniamo dai tuoi amici."- sorrise e si avviò.
Arrivammo di nuovo nella sala del trono, dove tutti erano dove li avevamo lasciati.
Guardai avanti a me, senza incrociare lo sguardo con nessuno, specialmente con mio padre.
Non riuscivo a togliermi dalla mente la scena di lui circondato dal sangue. Aveva cercato di suicidarsi. Lui. Mio padre. Non mi interessava che l'aveva fatto per proteggere me e la mamma. Non lo avrei mai perdonato. Abbandonarci nel momento più critico? Questo era il modo di proteggerci? Ed ecco il risultato. Il mio cuore ormai si era spezzato in mille piccoli frammenti che mi trafiggevano il torace più e più volte.
Nemmeno lui sembrava intenzionato a guardarmi più in faccia. Forse si vergognava di ciò che aveva quasi fatto. O forse si sentiva semplicemente responsabile. Non mi faceva pena. Nella mente mi balenava soltanto quella scena orribile... Come aveva potuto?!
Ricacciai dentro le lacrime e fissai lo sguardo per terra, cercando di concentrarmi su un punto fisso del pavimento a cui aggrapparmi.
"Perfetto."- Will 2 richiamò l'attenzione su di lui. Era di nuovo sul suo macabro trono. -"Diamo inizio alla trasformazione."
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