"Allora?"- chiesi curiosa.

Aiden era appena tornato dal laboratorio, pronto a riferirmi a che punto stavano.
Esitò. Brutto segno.
"Be'"- iniziò -"Hanno terminato di impostarlo. Che era la parte più difficile da fare. Ora devono costruire tutto il resto." -spiegò.

-"Tutto il resto..."- ripetei, accigliata -"E quanto cavolo ci vorrà per costruire tutto il resto?"

-"Alice..."- Aiden mi strinse le spalle -"so che devono muoversi, ma... è una cosa difficile da fare! Più siamo, prima finiamo."- disse, supplicandomi con quegli occhioni scuri.
Sospirai, frustata. Non potevo dirgli di no, non ci riuscivo.

Entrammo nel laboratorio di papà e rimasi impalata e fissare ogni minimo dettaglio di quella stanza.
Non ci ero mai entrata. Avevo sempre pensato che fosse la stanza personale di papà. Dove custodiva le sue idee, i suoi segreti.
Era l'unica stanza dell'edificio a non avere le pareti in acciaio. Mi ricordava molto una stanza della mia vecchia casa, una stanza in cui la mamma mi proibiva di entrare e che io esploravo solo quando lei non c'era.
Era identica al vecchio studio di papà.

"Alice?"- sentii la voce di Will chiamarmi dall'altro capo della stanza.

"Hai detto qualcosa?"- chiesi, ancora distratta.

Papà scosse la testa, esasperato e scoppiò in una fragorosa risata. Sentirlo ridere mi fece davvero bene, non sentivo quella risata da... troppo tempo.
"Dicevo"- riprese lui -"vorresti dare una mano o preferisci restare lì impalata a fissare il muro?"- chiese, sorridendo.

"Dovresti essere onorato già della mia sola presenza."- ribattei altezzosa, trattenendo una risata.

Papà sbuffò -"Zitta e lavora"- esclamò alla fine.

Non me lo feci ripetere due volte e mi avvicinai al tavolo da lavoro.
Non ci capivo molto di quella roba. Tutti quei cosi che lampeggiavano, cip, e oggetti che facevano bip... non erano la mia specialità. Persino Lily se la cavava meglio di me!
Però Aiden mi aiutò molto e la cosa non mi dispiacque affatto. Dirigeva la mia mano verso gli oggetti giusti e mi spiegava dove inserirli.

"Come fai a sapere tutta questa roba?"- chiesi, stupita.

"A volte aiutavo mio padre a costruire le armi. Non è molto diverso."- spiegò lui, prendendomi la mano e dirigendola verso uno strano cavo nero.

Ogni tocco della sua mano con la mia, mi provocava una strana scarica di energia che si propagava per tutto il corpo.

Da giorni Aiden mi faceva uno strano effetto: i suoi occhi, nonostante non avessero lo stesso potere di quelli di Charlie, riuscivano a ipnotizzarmi; il suo sorriso mi mandava letteralmente in pallone; la sua presenza mi faceva sentire al sicuro... era una sensazione che non avevo mai provato e che mi era del tutto estranea. Era davvero spaventosa, eppure, quando ci pensavo, mi ritrovavo a sorridere.

Che cavolo mi stava succedendo?

Poi un suono orripilante mi destò dai miei pensieri. Il suono più terrificante che avessi mai sentito.

Mi tappai le orecchie con le mani e mi inginocchiai a terra, ma il suono continuava incessantemente.

"Alice!"- sentii di sfuggita qualcuno urlare, ma le mie orecchie erano concentrate a captare quell'unico orrendo suono.