CAPITOLO 16
"La creatura che su un trono siede"- lesse Aiden ad alta voce. -"Creatura. Che cosa potrebbe essere?"
Gli avevo mostrato la profezia sulla mia lettera e aveva avuto la mia stessa reazione.
Ora stava camminando avanti e indietro con il foglio in mano. Aveva la fronte aggrottata e la bocca imbronciata... era adorabile e divertente allo stesso tempo.
Scoppiai a ridere, senza riuscire a trattenermi.
"Hei, non sforzarti troppo! Potresti svenire come papà!"- esclamai, tra le risate.
"Che cosa?! Ora te la faccio pagare!"- iniziò a correre verso di me.
"Aiden..."- cercai di farlo fermare, ma invano. Mi decisi a scappare.
Al terzo giro intorno al letto, non ce la feci più. Crollai sul materasso col fiatone. Già, ero proprio una ragazza in forma!
Aiden si sedette accanto a me, mi mise una mano sul fianco e mi caricò su una spalla.
"Aiden!"- esclamai, prendendolo a pugni sulla schiena. Ovviamente, non gli facevo niente. -"Fammi scendere, cavolo!"
"Chiedimi scusa."- non riuscivo a guardarlo in faccia, ma scommettevo che aveva un sorriso malefico stampato sul viso.
"No!"- protestai.
"Bene! Sei piuttosto leggera, possiamo restare così tutta la giornata."- iniziava a farmi male la testa, stando a testa in giù.
"D'accordo... scusa."- borbottai.
"Che cosa?"- ora faceva anche finta di non sentire?! Era davvero troppo.
Mi avvicinai al suo orecchio e urlai: -"Ho detto SCUSA!"
Aiden rimase per un po' immobile. Poi, dopo qualche minuto, crollò sul letto.
"Mi hai spaccato un timpano."- disse con la faccia sprofondata nella coperta.
A stento trattenni le risate. -"Stavi esagerando!"- mi giustificai.
Lui sbuffò, si rimise seduto e continuò a leggere.
"Bene, quindi, dice che questa creatura vuole la nostra sottomissione e creerà molti conflitti. Direi che è quello che sta succedendo."
"Già. Conflitti è la parola giusta."- borbottai, ricordando il litigio, ormai passato, con papà.
Gli presi il foglio di mano: -"Poi la seconda parte... il suo creatore ci servirà per sconfiggerlo. E noi non sappiamo nemmeno di chi si tratta, perfetto."
"E la terza"- Aiden si sporse verso di me per leggere -"la si può sconfiggere soltanto con il fatidico oggetto... che sarebbe...?"- chiese, confuso.
"Non chiederlo a me."- sospirai -"Dovremmo dirlo a Will, potrebbe saperne di più..."
"Meglio di no."- mi interruppe Aiden -"È occupato con la costruzione del localizzatore. Non dobbiamo distrarlo."
"Forse hai ragione."- gli concessi -"A proposito, come va la costruzione?"- chiesi.
"Oh... "- Aiden distolse lo sguardo da me. Non era un buon segno.
"Aiden...?"- lo richiamai, cercando di incrociare il suo sguardo.
"Be', ci stanno lavorando"- divagò.
"Be', devono muoversi!"- esclamai, furiosa.
"Lo so. Hai ragione. Dà loro un po' di tempo." -mi rassicurò.
Ed ecco di nuovo quell'odiosa sensazione: qualcuno ci stava spiando.
Mi girai verso la porta, ma non c'era nessuno. Che cavolo mi prendeva?!
"Che c'è?"- mi domandò Aiden, preoccupato.
"Pensavo ci fosse qualcuno... di nuovo."- borbottai. Aiden si alzò, chiuse la porta e ritornò a sedersi accanto a me.
"Così va bene?"- mi si avvicinò un po' di più.
Sentii di nuovo quel brivido, ormai piuttosto familiare.
Iniziai a fissare Aiden, cercando di capire perché mi facesse sentire in quel modo.
"Perché mi stai fissando?"- Aiden aggrottò le sopracciglia, ma aveva un'espressione divertita.
"Oh..."- distolsi lo sguardo, arrossendo -"Niente."
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