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6-Avrei preferito prendermi un'intossicazione alimentare piuttosto che rivederlo

La luce del giorno penetrò nella camera da letto attraverso i buchi della tapparella, facendosi via via più intensa, tanto da svegliarmi. Mi ci volle più del mio solito a rendermi conto di dove fossi.

Ero sdraiata a pancia in giù nel mio letto, con un braccio bloccato sotto il mio corpo, mentre l'altro era abbandonato affianco al mio viso, coperto di capelli color caramello, che riempivano il cuscino.
Liberai il braccio incastrato, rigirandomi su me stessa dando la schiena al materasso, rendendomi conto solo in quel momento di indossare solo gli slip.
Mi stiracchiai, leggermente indolenzita e mi voltai verso sinistra, fermandomi ad osservare una massa di capelli mossi color castano, nascosti fra i cuscini.
Mi misi sui gomiti, migliorando la mia visuale su Massimiliano, che sembrò non accorgersi né del sole, né che mi stessi muovendo.

La sua schiena nuda si alzava ed abbassava ad un ritmo regolare, osservai la sua pelle liscia, con qualche neo qua e là, prima di far scorrere i miei occhi sul suo viso nella penombra, aveva un espressione così rilassata, pacifica.

Decisi di farmi una doccia e, senza far troppo rumore, mi rinchiusi in bagno.
Rimasi a lungo sotto il getto caldo, ancora un po' addormentata, cercando di rilassare i muscoli, provando a godermi quel momenti di pace che la mia mente mi concedeva.

Era stato bravissimo Massimiliano, durante la notte, a farmi dimenticare di tutto, lasciando spazio solo al piacere. Cercai di ricordare quelle sensazioni, i baci caldi, i nostri corpi accaldati. Non mi sentivo così da parecchio tempo, nemmeno la mia ultima relazione mi aveva portato a certi livelli.
Ricordai le nostre risate da ragazzini, sotto le coperte, prima di addormentarci.
<<Lo ribadisco>> mi aveva sussurrato all'orecchio. <<Sei straordinaria>> dichiarò sdraiandosi accanto a me.

<<E la storia del mio orgoglio?>> gli avevo chiesto, appoggiandomi sul suo petto.
Aveva sorriso, prima di passarmi una mano fra i capelli. <<Lo accetto per quello che è>>.

<<Comunque te la sei cavata bene anche tu>> lo avevo preso in giro, spostandomi da lui.
<<Ninfa incantatrice>> aveva affermato ridendo, sovrastandomi. <<Mi hai ammaliato con la storia del "non mi lascio mai andare", solo per ottenere quello che volevi>>.

Ero stata al gioco, cercando di trattenere le risate. <<Speravo che non lo scoprissi, o che almeno lo capissi domani mattina>>.
Mi aveva baciata di nuovo, a lungo. <<E sarei io la ninfa incantatrice?>> avevo sussurrato, impotente sotto il suo sguardo.

Osservai la condensa che si formò sul vetro della doccia, sorridendo come una bambina, prima che i veri pensieri occupassero la mia mente.
Eravamo due persone adulte, avremmo potuto parlare di quello che era successo, perché non volevo che ci fossero fraintendimenti o particolari conseguenze.

Era stata una notte folle, certo non me ne pentivo e l'avrei rivissuta altre mille e mille volte. Ma era lo stesso per lui?. Anche a Massimiliano non sarebbe importato delle conseguenze?.
Avrebbe accettato l'idea che quello che era successo fosse una cosa a sé, senza che significasse nulla?.
Certo c'era dell'attrazione fisica e della chimica fra noi, ma si poteva parlare di sentimenti?.

Uscii dalla doccia, lasciando che il freddo mi colpisse, per svegliarmi, mi stavo decisamente facendo troppi problemi.
Indossai dell'intimo pulito e una tuta che avevo recuperato prima di andare in bagno. Tornai nella camera da letto, trovando Massimiliano sveglio che guardava il sole entrare dalla tapparella, cercando di non riaddormentarsi.

<<Buongiorno>> lo salutai.
Lo sentii brontolare qualcosa, come me non sembrava proprio una persona mattiniera. <<Prepara gli occhi, sto per aprire le finestre>> lo avvertii prima di tirare su le tapparelle, facendo entrare la luce del mattino.

<<Dammi un attimo e diventerò più socievole>> sussurrò, passandosi una mano sul viso.
Mi sedetti sul letto. <<Un caffè?>> domandai, facendolo annuire.

<<Anche due>> affermò osservandomi. <<Ma tra un secondo>> continuò afferrando il mio braccio, facendomi scivolare su di lui, sul suo petto nudo.

<<Se non mi sentissi uno straccio, fisicamente intendo, tornerei volentieri su certi discorsi fatti questa notte>> scherzò.
<<Oh beh..>> mi avvicinai al suo orecchio, molto lentamente, accarezzandogli il collo con un dito. <<Per tua fortuna siamo in due sfiniti qua>> sussurrai.

<<Sei proprio una ninfa incantatrice di uomini>> rispose, facendomi ridere.
La mia pancia prese a brontolare. Mi liberai quindi dalla sua presa. <<Sto morendo di fame>> affermai. <<Vado a preparare qualcosa>>.

<<Io andrei in bagno..>> cominciò ad alzarsi.
<<Se vuoi lavarti, ci sono degli asciugamani puliti>> lo informai prima di volare in cucina, ed evitare che diventasse lui la mia ninfa incantatrice.

Mi raggiunse poco più tardi in cucina, indossando i pantaloni della sera prima, mentre si chiudeva la camicia bianca.
<<Biscotti possono andare bene? O preferisci delle fette biscottate con marmellata?>> domandai.

<<Quello che prendi tu, non ho preferenze>> sorrise avvicinandosi a me, per aiutarmi. Mi prese dalle mani le due tazze con il caffè e ne approfittai per recuperare il latte dal frigo.

<<Serviti pure>> gli dissi mentre mi accomodavo di fianco a lui.
<<Grazie>> mi sorrise, senza guardarmi.

<<Massimiliano>> lo chiamai poi, posando la mia tazza di caffè. Lui alzò lo sguardo, distraendosi così dai suoi biscotti. <<Ci ho pensato e vorrei essere sincera con te>>.
<<Non so perché, ma sento che centra questa notte>> rise.
<<Siamo anche perspicaci>> scherzai, cercando di far rimanere la conversazione sull'ironico, di modo che fosse meno imbarazzante da affrontare.
<<É il mio talento segreto>> sussurrò. <<Ma non volevo interromperti, prosegui>> continuò osservandomi curioso.

<<Volevo semplicemente dirti che per me non devono esserci per forza delle conseguenze, come dire..delle conseguenze emotive>> cercai di spiegarmi. Notai che le sue sopracciglia si incurvarono in un espressione perplessa. <<Non dico che sia stato un errore, anzi lo rifarei e volentieri>> sorrise compiaciuto. <<Ma ecco voglio che tu sappia che non penso ad una relazione, soprattutto in questo periodo della mia vita full-time>> feci le virgolette, sottolineando così l'ultima parola. <<Molto probabilmente non ti stavi nemmeno ponendo il problema, ma per evitare fraintendimenti mi sembrava giusto dirtelo>> conclusi, liberandomi di un peso.

Mi prese la mano. <<Sibyl non assillarti>> mi guardò divertito. <<Con me almeno non devi, anche perché nemmeno il mio è un periodo da relazioni, quindi accetto e condivido ogni tua parola>>.
Tornò ai suoi biscotti come se nulla fosse, mentre rimasi a guardarlo dubbiosa.

<<Anche se>> alzò di nuovo lo sguardo su di me. <<Non posso prometterti che mi tratterrò con te se dovesse ricapitare>>.
Lo osservai compiaciuta. <<Allora non promettermelo>>.

Si avvicinò a me divertito. <<Nemmeno ora?>> chiese, lasciandomi un bacio sulla base della mandibola.
<<Soprattutto ora>> riuscii a dire, prima che la sua lingua accarezzasse il mio collo.

Proprio mentre stavamo per approfondire la conversazione il mio telefono prese a suonare, facendomi sussultare.
Cercai di ignorarlo.
<<Forse dovresti rispondere>> Massimiliano si allontanò lentamente da me.
<<Richiamerà>> sussurrai.
<<No, ti prego rispondi>> insistette.
<<Guasta feste>> lo rimproverai, facendolo ridere.

Lessi sullo schermo il nome di Greta e mi affrettai a ricevere la chiamata.
Mi alzai dal tavolo andando verso il salotto. <<Grigri come stai?>>

<<Credo che la parola esatta sia confusa>> dichiarò. <<Sei libera oggi? Possiamo vederci?>>.
<<Sì, non dovrei avere impegni>> velocizzai il passo andando a recuperare la mia agenda. <<No oggi sono tutta tua>>.

<<Fantastico>> sospirò. <<Possiamo trovarci prima di pranzo?>> domandò.
Alzai lo sguardo verso Massimiliano che stava finendo la sua colazione, pensando a ciò che aveva interrotto Greta.
<<Avrei un paio di cose da fare, però per pranzo mi libero>>.

<<Perfetto allora per pranzo da me>> affermò.
<<Ci sarò>> lanciai l'agenda sul divano, sedendomi sullo schienale. << Cercherò di fare il prima possibile>>

<<Va bene, tanto io sono qua..disperata>> il suo tono era quasi teatrale.
<<Così grave è la situazione?>> risi.
<<Potrebbe, ma non voglio distrarti, finisci quello che devi fare e raggiungimi>>.
<<Va bene, a dopo Grigri>>la salutai.
<<A dopo Bibi>>.

Quando alzai lo sguardo trovai Massimiliano in piedi che si chiudeva gli ultimi bottoni della camicia la camicia.
<<Cosa fai?>> gli chiesi, indicando le sue mani sui bottoni.

<<Dovrei andare ad insegnare a degli adolescenti>> mi spiegò, senza nemmeno provare a nascondere il sorriso che gli comparve sul volto.
<<Che ore sono?>> domandai avvicinandomi a lui.
<<Le otto e mezza>> disse, guardando il suo orologio.

<<E a che ora hai lezione?>> accarezzai il colletto della camicia.
Sospirò. <<Alle undici>>.

<<Oh beh allora..>> sussurrai, cominciando a sbottonare i bottoni. <<Abbiamo ancora un po' di tempo no?>>.

Abbassò il suo viso alla mia altezza divertito, portando una mano sulle mie labbra. <<Potremmo averlo sì>> dichiarò prima di affermarmi le cosce, per mettermi sul tavolo.

Non ebbi nemmeno il tempo di sorprendermi che si fiondò sulle mie labbra.
Ma dove diavolo era stato fino a quel momento?.

-

A mezzogiorno in punto stavo suonando il campanello fuori dell'appartamento di Greta e Daniela. Le due abitavano insieme da parecchi anni. In realtà l'appartamento era di Greta, un regalo dei suoi nonni, ma essendo troppo grande per una persona, lo aveva affittato alla rossa.

<<Ehilà, forza entra>> esclamò di fretta, lasciandomi da sola sull'uscio.
<<Sei indaffarata vedo>> urlai, chiudendo la porta dietro di me. La raggiunsi in cucina rimanendo allibita davanti al caos disumano che la circondava.

Fin dal tempo delle scuole quando Greta era preoccupata o in ansia si metteva a cucinare, per lo più dolci, la aiutava a sgombrare la mente ed a rilassarsi. Non avevo mai assistito ad una perdita di lucidità pari a quella, era indaffarata nel preparare più ricette in contemporanea ed era chiaro che non stesse per nulla bene.

<<Hai un grembiule anche per me?>> le domandai.
<<Lì>> indicò dietro di lei. <<Secondo cassetto>>.

Indossai il grembiule azzurro e l'affiancai, iniziando a mescolare l'impasto per la sua famosissima torta al cioccolato, mentre lei metteva in forno una torta salta.

<<Dan? É al lavoro?>> le chiesi.
<<Sì, tornerà un po' prima di cena>> mi informò. <<Io ho il giorno libero invece>>.

<<Così ti puoi concentrare a cucinare>> dichiarai, osservando come stesse tagliando in modo maniacale una zucchina. <<Grigri mi stai preoccupando>> sussurrai.

I suoi grandi occhi castani mi osservarono confusi. <<Perché?>>.
<<Stai preparando chissà quante portate, cosa succede?>>.

<<Non sono poi tante>> affermò quasi offesa. <<Ho preparato una vellutata, una torta salata, dei contorni che si stanno cuocendo..>> si guardò attorno spaesata.

<<E anche la torta>> le ricordai.

La vidi arrendersi davanti all'evidenza. <<Ho esagerato>> sussurrò, posando il cucchiaio. Si voltò e si lasciò scivolare sui mobili, sedendosi a terra. La seguii, mettendomi accanto a lei. <<Che ti ha detto?>> le chiesi.

<<Mi ama>> aveva gli occhi lucidi. <<Credo che le sue parole siano state "ti amo più di quanto tu possa immaginare">> con il palmo della mano si asciugò una lacrima che sfuggì al suo autocontrollo. <<Il punto è che io non lo immaginavo nemmeno Bibi, solo in questi mesi senza di lui mi sono finalmente resa conto di quanto la nostra relazione fosse a senso unico, ovvero il mio..ero solo io a provare qualcosa per lui>> recuperai un tovagliolo, di modo che potesse asciugarsi il viso. <<E voi avete tentato di farmi aprire gli occhi così tante volte>> sospirò.

<<Quindi non gli credi?>>.
<<No>> dichiarò. <<Io non voglio credergli>>.
<<Ma?>>.

<<Ma il mio cuore è suo, da sempre>> sussurrò. <<L' ho capito la prima volta che l'ho visto, lui è l'uomo della mia vita, ma perché deve essere così difficile?>>.

<<Lo sappiamo tutti quanto lento sia Riccardo in questo genere di cose>> la circondai con un braccio, facendole appoggiare la testa sulla mia spalla. L'avevo consolata così tante volte a causa della stessa persona che era diventata un'abitudine. <<Cosa gli hai risposto comunque?>>.

<<L' ho mandato a quel paese>> disse. <<Mi sono avvicinata a lui e l'ho riempito di insulti, così brutti che non voglio nemmeno ripetere>> sorrisi davanti alla signoria di Grata, nonostante quello che stesse passando. <<Ma mi sono avvicinata troppo e la rabbia ha vacillato, ero quasi caduta nella trappola dei ricordi, stavo per ricadere nelle sue braccia e lui l'ha notato, ma mi sono ripresa per fortuna>>.

<<E che hai fatto?>>.
<<Gli ho detto che non doveva più azzardarsi a provare a contattarmi, aggiungendo che avrei preferito prendermi un'intossicazione alimentare piuttosto che rivederlo>>.
<<Wow>> mi meravigliai, era decisamente arrabbiata. <<L'hai bacchettato per bene, non c'è che dire>>.

<<Ho esagerato?>> si alzò preoccupata, osservandomi. <<Forse non avrei dovuto essere così cattiva>>.
<<Secondo me quel ragazzo aveva bisogno di una bella strigliata, magari si sveglia un po'>>.

Greta lasciò ricadere la schiena sul mobile dietro di noi, guardando il pavimento. <<Cosa succederà adesso?>>.
Le sorrisi. <<Abbiamo un pranzo da preparare no?>>.

Ridacchiò. <<Intendo seriamente..>>.
<<Credo che aspetteremo>> alzai le spalle. <<E se dovesse andare peggio, lo accetteremo e andremo avanti, come abbiamo sempre fatto, che dici?>>.

<<Sarai sempre al mio fianco a preparare dolci quando impazzisco?>>.
<<Indosserò il grembiule prima ancora che tu te ne renda conto>>.

Scoppiò in un pianto inconsolabile, la abbracciai, cercando di farla tranquillizzare, ma allo stesso tempo la lasciai sfogare, facendola liberare da tutte le ansie che aveva accumulato in quegli ultimi mesi.

Qualche ora dopo eravamo sdraiate sul suo letto con la torta al cioccolato e il dvd di Orgoglio e Pregiudizio, con Keira Knightley, a tenerci compagnia.
<<...tutte cose che voglio dimenticare e chiedervi di mettere fine alla mia agonia>> recitai.
<<Non capisco>> rispose Greta, nello stesso momento di Elisabeth Bennet.
<<Vi amo>> esclamammo insieme. <<Con grande ardore>>.

<<Ooh odio questo film, perché lo amo così tanto>> brontolò Greta.
<<Ci fa alzare troppo le aspettative sugli uomini, insomma siamo tutte consapevoli che Darcy non esista, eppure lo cerchiamo per tutta la nostra vita>> scossi la testa, guardando il televisore appeso al muro, mentre Elisabeth rimaneva da sola sotto la pioggia, dopo aver rifiutato il miglior uomo del mondo.

<<Concordo>> sussurrò Greta. <<Ci meritiamo Mr. Darcy noi e vaffanculo a tutti gli uomini>> affermò, recuperando un altro pezzo di torta. <<Vaffanculo a Riccardo, vaffanculo anche al professore che non ti ha richiamata>> dichiarò. <<Che cafone>> aggiunse.

Ricordai improvvisamente di come la mia migliore amica fosse completamente all'oscuro di Massimiliano.
<<Che hai?>> mi chiese notando la mia espressione.

<<Niente io..forse, ecco...>> balbettai. <<Forse non li butterei proprio tutti gli uomini>> alzai le spalle.
Le si illuminarono gli occhi. <<Hai conosciuto qualcuno?>> mi chiese. <<Hai conosciuto qualcuno alla cena ieri sera?>>.

<<Ma il tuo girl power?>> le chiesi ridendo. Era una scena quasi patetica, un secondo prima stavamo urlando contro gli uomini ed ora Greta sembrava emozionata all'idea che ne avessi conosciuto uno.

<<Bibi tu che parli con un uomo e che pensi alla tua vita privata è un evento che va oltre a qualsiasi cosa>> affermò in tono serio. <<Ora sputi il rospo>>.

Pensai a cosa sarebbe potuto succedere se gli avessi rivelato della notte di fuoco che avevo passato, ma soprattutto con chi. Mi avrebbe sicuramente ripresa, perché Massimiliano era il migliore amico dell'ultima persona che Grata voleva vedere o anche solo sentir nominare.
<<No niente, volevo dire solo che c'erano degli uomini interessanti alla festa tutto qua>> ero una codarda.

<<Oh non incominciare anche tu, Daniela non ha fatto altro che parlarmi di persone che le hanno chiesto di uscire>> scosse la testa.
<<Daniela? Davvero?>> ero sbalordita, Dan non si vantava mai.
<<No, non con vanità, solo non sapeva bene come reagire alla cosa>>.
<<Si è rimessa in pista finalmente>>.

<<Anche troppo>> Grata alzò gli occhi al cielo. <<Mi ha detto che è rimasta piacevolmente colpita dal migliore amico di Riccardo, si chiama Massimiliano non so se l'hai conosciuto..>>.

<<Sì lo conosco>> risposi, rimanendola ad ascoltare.

<<Arrabbiata com'ero con Riccardo le ho detto che non deve nemmeno nominare i suoi amici>> dichiarò, come avevo immaginato. << Lei mi ha risposto che tanto non ci avrebbe mai provato con lui perché sembra che qualcun altro lo stia puntando>>.

Mi agitai leggermente, persino le mie guance si arrossarono.
Come avevano fatto a scoprirmi così in fretta?.
<<E chi?>> domandai comunque.

<<Henry>> mi confidò. <<Sembra che Enrico si sia preso male per Massimiliano e che la cosa vada avanti da qualche anno>>.

Cercai di velare lo stato di sconforto in cui mi fece cadere quella rivelazione.
Sembrava come se un palazzo mi fosse appena caduto addosso, non lasciandomi nemmeno il tempo di fuggire.
Inconsciamente avevo appena spezzato il cuore del mio migliore amico.

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