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35 - L'ultimo crollo

Ero circondata da veli, morbidi veli che solleticavano la mia pelle. Il mio corpo era di pietra, invece. Un pesante masso che non riuscivo a muovere. Non sentivo più gambe o braccia, percepivo solo pesantezza, alla quale non potevo rimediare.
Non ero nemmeno in un luogo preciso, c'era solo nebbia, illuminata da un bagliore leggero e tenue. Sapevo anche che lì con me c'era Massimiliano, perso nell'aria pesante e densa che mi circondava. Lui poteva liberarmi?.

Qualcuno iniziò ad urlare, una voce familiare e femminile, ma distante. Seguirono dei boati, forti ed insistenti come spari, o forse bombe. Improvvisamente il mio corpo non fu più pesante, non come prima. Sotto di me il materasso morbido. Attorno a me braccia calde, tanto da bruciarmi la pelle.

Aprii lentamente un occhio, trovandomi davanti alle labbra arricciate di Massimiliano. I boati avevano svegliato anche lui, ma di spari o bombe non ce n'era nemmeno l'ombra, solo qualcuno che stava cercando di buttare giù la porta della camera.

<<Sibyl!>> urlò Daniela. Il suo tono mi colpì come una sberla in pieno viso, ricordandomi dove fossi, e dove in realtà dovessi già essere.

<<Sibyl svegliati, abbiamo bisogno di te, è urgente!>> urlò ancora la rossa. Prima che sbraitasse di nuovo contro la porta ero già in piedi, circondata da una delle coperte del letto che dovevamo aver fatto cadere durante la notte. Ero scivolata via dall'abbraccio di Massimiliano, lasciandolo a mugolare qualcosa fra i cuscini, mentre con il volto ricoperto dalla vergogna andavo ad aprire alla porta.

<<Scusa, non so..>> iniziai a dire.

Daniela mi squadrò da cima a fondo, zittendomi subito dopo. <<Abbiamo un problema con la sposa>> dichiarò.

Mi passai una mano su viso, cercando di mettere meglio a fuoco Daniela. Non indossava ancora l'abito da cerimonia, nonostante fosse già truccata e pettinata. <<Che ore sono?>> bisbigliai. <<Sono in ritardo?>>.

<<No, sono appena le nove>> squittì. <<Ma devi indossare qualcosa e correre nella camera di Greta, sta dando di matto, non so più cosa fare, parla di voler prendere tutto ed andarsene>> abbassò gradualmente la voce, pronunciando quelle parole, ipotizzando che non fossi sola in camera.

<<Cosa?>> domandai, sbuffando. <<Nemmeno il giorno del suo matrimonio è sicura di qualcosa quella..>> borbottai alzando gli occhi al cielo. <<Mi faccio una doccia veloce e arrivo, intanto tirale qualcosa in testa, non si sa mai che si riprenda>>.

Daniela mi sorrise annuendo. <<Pensavo di chiuderla in camera in realtà, ma seguirò il tuo consiglio>> poi si avvicinò. <<Notte interessante a quanto vedo>>.

Sospirai divertita. <<Molto>>.

Chiusi la porta della camera diretta verso le tapparelle. Feci entrare la luce del sole, ormai alto da qualche ora. <<Noo>> si lamentò Massimiliano, portandosi il lenzuolo fin sopra la testa. <<Fammi dormire>>.

Mi lanciai sul letto, facendoci rimbalzare entrambi. <<Non oggi caro mio, è il grande giorno>> allungai una mano verso i suoi capelli, spostandogli i ciuffi castani dal viso.

Lui sospirò sul cuscino, sorridendomi divertito. <<Che ore sono?>>.

<<Le nove e qualche minuto>> mi avvicinai al suo viso.

<<Ma è presto, Riccardo starà ancora dormendo>> infilò la faccia nel cuscino, ovattando altri lamenti che non riuscii a capire.

<<Facciamo a cambio allora? Io sarò la testimone di Riccardo e tu di Greta>>.

Uscì dal cuscino ridendo. <<Assolutamente no>> mugolò. Si girò sul materasso, mettendosi a pancia in su. Fece scorrerei i suoi occhi sulla mia figura, ancora avvolta dalla coperta. <<Quanto vedi?>> gli domandai avvicinandomi a lui.

<<Abbastanza>> sussurrò, allungando la sua mano verso la mia pelle. Mi abbassai fino a baciargli una guancia. <<Devo andare..>> mi lamentai poi, allontanandomi di nuovo.

Prima che riuscissi a scendere dal letto mi tirò per un braccio, facendomi cadere su di lui. <<Ti amo>> mi sussurrò all'orecchio, lasciandomi poi un dolce bacio sulle labbra.

-

Entrai nella camera di Greta lentamente, con la stessa paura di una persona che stava per mettere piede nella gabbia di leoni affamati. I miei occhi si posarono su Beatrice, immobile in mezzo alla camera. Sembrava disperata, aveva lo sguardo perso, contornato da un acconciatura che doveva essere sistemata. Era stata Greta a sfinirla così?.

Quando Beatrice mi vide tirò un sospiro di sollievo. <<Greta è arrivata Sibyl>> annunciò rivolta verso il letto, dal quale mi stavo deliberatamente nascondendo.

<<Non mi importa>> la voce di Greta mi arrivò come un sussurro strozzato. Mi decisi quindi ad entrare ed affrontare la mia migliore amica, per aiutarla anche in questa situazione.

Era sdraiata a letto, con la sottoveste in seta, a pancia in giù. Daniela le era affianco, mentre cercava di smuoverla. <<Andiamo Greta, non fare così>> le ripeteva.

<<Che succede?>> domandai. Sentendo la mia voce Greta si voltò con lo sguardo omicida. La leonessa aveva puntato la portata principale del suo pasto.

<<Succede che te ne puoi andare>> mi disse, scandendo bene le parole. <<Succede che non voglio sposarmi, non voglio stringere una promessa per sempre, cosa significa per sempre poi?>> si ritrovò ad urlare. <<Chi mi assicura che mi amerà per sempre? Chi mi assicura che io lo amerò per sempre?>> si mise a sedere, mentre prendeva fiato. <<Il tempo è un bastardo>> dichiarò.

Beatrice si risvegliò improvvisamente, scossa dalle parole di Greta. <<Perché non dovresti amarlo per sempre?>> le chiese, con una dolcezza tale da riuscire a calmare anche me e Daniela, oltre alla sposa.

<<Non lo so, ma succede a tutti no? Si smette di amare, non è una cosa anomala, al giorno d'oggi>> sussurrò, giocando nervosamente con l'anello di fidanzamento.

<<Non è un'interruttore>> le fece notare Beatrice con ovvietà. <<Non puoi smettere di amare da un giorno all'altro, accade che ti accorgi che la persona con cui stai condividendo la vita non ti rende felice, non come dovrebbe, ma non significa che la smetti di amare, vedi solo quello che prima non riuscivi a notare, cioè che non l'hai mai davvero amata>>.

<<Quindi potrei star vivendo nella menzogna? E magari non amo realmente Riccardo, non mi sto accorgendo di quanto io sia già infelice>> blaterò.

<<Adesso finiscila>> sbraitai spazientita. Mi sentii gli occhi di tutte addosso. <<Ti darai una sistemata, ti infilerai quel dannato vestito e andrai all'altare, perché è quello che sogni da sempre>> le ricordai. <<Non venirmi a dire che non ami Riccardo perché non conosco nessuno al mondo che guarda il proprio partner in quel modo, e poi c'è la questione del destino ricordi? Voi siete destinati, me lo hai ripetuto non so quante volte, e proprio oggi, ignori le tue stesse parole?>>.

<<Io..>> balbettò Greta.
<<Io niente>> ripetei dura. <<Ti conosco, tu stai trovando una scusa, ma per cosa? Perché diavolo sei in questo stato? Cos'è successo ieri sera, quando ti abbiamo lasciato?>>.

Greta prese un bel respiro, prima di alzarsi dal letto, sotto lo sguardo attento di tutte. <<Sono incinta>> dichiarò, andando verso la finestra. <<Lo abbiamo scoperto ieri sera>> continuò dandoci le spalle.

<<Ma è una notizia meravigliosa>> si congratulò Daniela, affrettandosi a raggiungerla. <<No?>> le domandò posandole le mani sulle spalle. Greta si dileguò dal contatto. <<Riccardo non sta nella pelle>> ci disse, abbozzando ad un minuscolo sorriso, prima di tornare a sedersi a letto. <<Ed anche io, lo sapete che ho sempre sognato una famiglia in grande, ma non così presto, e mi odio per questo, odio pensarla così, ma non riesco a farne a meno>>.

Mi andai a sedere di fianco a lei. <<Quell'adorabile mostriciattolo ti ha scombinato i piani, capisco quanto questo possa farti infuriare>> le circondai le spalle. <<Ma pensa a quanto sarà fortunato il mio nipotino, o la mia nipotina>> la feci sorridere, chiamandolo così. <<Che nascerà in una famiglia che lo, o la, amerà tantissimo, non credi che questo possa bastare?>>.

<<Dovrebbe, lo so>> si appoggiò sulla mia spalla, lasciandosi abbracciare.

<<E poi hai tutto il tempo del mondo per avere Riccardo tutto per te>> le dissi. <<Almeno otto mesi per adattarti all'idea di essere madre, per ridimensionare la tua realtà, per riorganizzare nei minimi dettagli la tua vita, supportata da un pazientissimo marito che ti devi sbrigare a sposare>>.

Daniela affiancò Greta, unendosi all'abbraccio e così anche Beatrice, che si accovacciò davanti a noi, stringendo le mani alla sposa, nonché futura madre.
<<Sarai una madre meravigliosa>> le disse Daniela. <<Ma prima dovrai essere una sposa altrettanto meravigliosa>> le ricordò.

<<Avete ragione, ma dobbiamo darci una mossa>> disse in tono deciso, asciugandosi le poche lacrime che avevano bagnato le sue guance. <<Non voglio nemmeno sapere quanto in ritardo siamo, e poi tu..>> mi guardò con disappunto, alzandosi. <<Sei ancora da preparare, meglio far chiamare la truccatrice così ti da una sistemata>>. Iniziò a dare ordini a destra e manca, di modo da riorganizzare tutto.

All'epoca non potevo saperlo, ma fu l'ultimo crollo di Greta, l'ultimo degno di nota.

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