Fanfiction partecipante al contest "sai scrivere Midez"
Tema: should envy us -Urban Strangers

L'invidia è quel sentimento che nasce nell'istante in cui ci si assume la consapevolezza di essere dei falliti -Oscar Wilde

"Perché i nostri lettori dovrebbero invidiarvi?"
Questa è la domanda che ronda nella testa di Fedez da quando è uscito dagli studi di RTL dove si era recato per un'intervista; non è stato capace di rispondere.
Certamente qualcuno dovrebbe invidiare la relazione che ha con il cantate Mika, ma per quale motivo?
Rifiuta il passaggio a casa offertogli da Rovazzi e si avvia da solo attraverso la nebbiolina di Milano con il cappuccio della giacca calato sugli occhi.
Si alza un leggero venticello che sa di inverno, accompagna i suoi passi sull'asfalto della città, in giro ci sono solo poche persone ed il tappeto di foglie morte accoglie le scarpe di colore che si avventurano lontani dal famigliare tepore casalingo.
Fedez ama i momenti in famiglia, soprattutto con il suo compagno, quando nel freddo della notte le braccia di Mika gli circondano la vita nel loro letto, sotto il piumone, il suo respiro a riscaldarlo e a ricordargli che non è solo.
Dovrebbero invidiarli per quello?
Oppure per quando piove e le mani di Mika gli passano tra i capelli bagnati frizionandoli, spacciando così le gocce d'acqua inopportune; per quando il cantante trema per il freddo, così abituato ai climi estivi, e Fedez non si fa problemi a stringerselo addosso, rasserenando la sua mestizia con sussurri udibile solo a loro, quasi come se gli stesse rivelando il segreto della loro felicità.
È questo che la gente invidia?
Eppure lui ha un bisogno quasi malato di tutte quelle attenzioni, di sentire che Mika è con lui e che non lo lascerà.
Ha bisogno di poter controllare tutto di lui, di Michael, di loro.
Ma è l'unico a pensarlo.
E Fedez ha bisogno di risentire ogni volta le stesse sensazioni, bloccato in un limbo di pace destinato a non durare a lungo se mantenuto nella staticità.
La pioggia inizia a scendete, gli bagna i vestiti, il vento è gelido mentre gli schiaffeggia la poca pelle scoperta.
Non vede l'ora di tornare a casa per poter godere dello stesso rituale che li accompagna da ormai tre anni.
Si trascina dentro il portone di casa, prende le chiavi tra le mani tremanti, ma un foglio attaccato alla porta di legno frena qualsiasi suo proposito.
"Sorry. I can't bear us" recita e Fedez conosce bene la mano che ha vergato quelle parole, non ha bisogno di nessuna firma che gli assicuri di quello che troverà all'interno.
Infatti la casa è fredda, le luci sono spente, le stanze silenziose.
Perché dovrebbero invidiarli?
In fondo Fedez lo sa che ha avuto tra le mani una felicità temporanea. Lui riesce solo a distruggere quello che gli sta intorno.
Il loro rapporto morboso è giunto al termine senza che lui potesse dire nulla.
Ed ora c'è il caffè a scaldarlo, a tenere su le sue membra intorpidite e fredde. La solitudine lo ucciderà, lo sa.
Fuori la pioggia smette di battere, ma è rimpiazzata dalle lacrime di Fedez.
Chiude i suoi occhi per non vedere la cucina vuota e davanti alle palpebre chiuse riprende i contorni della loro fantasia, di come è stato forte il loro amore e di come non può essere distrutto, di nuovo.
Perché dovrebbero invidiarli?
Non devono, non c'è niente da invidiare.