Cinque anni dopo

Non soffrivo il mal di mare.
Non l'avevo mai sofferto, ma il peschereccio su cui mi ero imbarcato puzzava talmente tanto di pesce e le oscillazioni erano così violente che il mio stomaco minacciò più volte di rivoltarsi contro di me.
Quando finalmente approdai a New York, tirai un respiro di sollievo.
Avevo pochi elementi a mia disposizione, ma mi bastarono per individuare il luogo in cui avrei potuto incontrarla.
Quel giorno sarebbe andato in scena un rinomato concerto lirico. Se era ancora appassionata, non poteva di certo mancare.
Camminai, fino a quando non la vidi.
Sorrideva, radiosa.
I capelli, ora di una tonalità più chiara di rosso, erano ancora boccolosi.
Se li era lasciati crescere e morbide onde le accarezzavano la schiena.
Il suo sorriso? Ipnotico.
Il vestito lilla, che si intonava alla perfezione con la sua carnagione, i suoi occhi e i suoi capelli, le fasciava il busto e copriva le lunghe gambe.
Era splendida.
Solo allora notai che si teneva a braccetto con un uomo.
Gli sorrideva, mentre lui discorreva tranquillamente di chissà quale argomento.
Non badai troppo a lui, anche se la gelosia si impossessò di me.
Fu allora che Irene si girò, e incontrò il mio sguardo.
Il sorriso si smorzò leggermente, ma poi apparve più radioso di prima.
Sorrisi, mio malgrado, notando che, al collo, aveva il medaglione a forma di cuore che le avevo regalato molto tempo prima.