CAPITOLO SETTE✅
La mattina dopo il piccolo incidente in bagno mi sveglio sperando di trovare Hermione in cucina per fare colazione insieme, ma lei non c'è. Si è nuovamente rinchiusa in biblioteca, come faceva all'inizio.
Non voglio disturbarla, ma solo capire il motivo del suo isolamento, perché non so veramente che cosa fare con lei.
Perciò busso alla porta della biblioteca, senza ricevere risposta. Busso ancora e ancora finché non decido di prendere la bacchetta e aprire.
-Hermione, tutto okay?-
-Si Draco-
-Non mentire Hermione, pensavo che sarebbe cambiato qualcosa da ieri-
Si è finalmente girata a guardarmi.
-Va bene Draco, qualcosa è cambiato. Forse non mi sei così indifferente come credevo-
-Davvero?-
In tutta risposta ricevevo un bacio a stampo che mi porta totalmente sulle nuvole.
I giorni passano veloci, ora lei non si chiude più in biblioteca da sola ma passiamo il tempo insieme a leggere, studiare o semplicemente chiacchierare , mangiamo e cuciniamo insieme.
Un pomeriggio, mentre stiamo prendendo un the in cucina, sento una voce chiamare aiuto. Come è possibile? Siamo soli qui.
-Herm, hai sentito?-
Lei tende l'orecchio
-C'è qualcuno che chiede aiuto-
-Ma qui non c'è nessuno a parte noi due- replico io, confuso.
-Lo specchio!-
-Che?-
Lei preoccupata sia avvia verso la biblioteca e io la seguo a ruota.
-Qualcuno ci aiuti!- è Potter.
-Cosa facciamo?- domando io. Non possiamo certo aiutarli chiusi qui.
-DOBBY- grida Hermione.
L'elfo si materializza con un sonoro pop.
-Dobby, devi andare ad aiutare Harry!-
-Harry Potter è in pericolo?-
Hermione annuisce. Guardo di nuovo lo specchio e mi accorgo che sono a Villa Malfoy.
-Dobby, sono a Villa Malfoy- a quelle parole lo vedo rabbrividire, ma annuisce e si smaterializza in fretta. Da quella villa non potranno mai uscirne tutti vivi.
Dobby è partito già da molti mesi e di Potter e Weasley nessuna notizia. Vedo che Hermione è logorata dalla preoccupazione e cerco in tutti i modi distrarla e di non farle pensare ai suoi amici. Stranamente mi ritrovo anche a sperare che stiano bene, se dovesse succedergli qualcosa Hermione impazzirebbe.
Ormai ho perso la cognizione del tempo e quando vedo arrivare un Patronus non so neanche che giorno è.
Il Patronus, una bellissima cerva, appartiene a Severus Piton e ci porta un messaggio terrificante.
-Preparatevi, stanno arrivando- breve ma diretto al cuore come una pugnalata.
-Herm, cosa significa?- urlo terrorizzato. Guardandola mi rendo conto che il suo volto tradisce una certa paura, ma dura un secondo, già si è ricomposta.
- I Mangiamorte ci hanno trovati, dobbiamo scappare! Io conosco un posto dove nasconderci, prepara la tua roba, e in fretta!- sentenzia impassibile. Come fa ad avere questo sangue freddo in una situazione del genere?
Corro in camera a prendere la bacchetta, qualche vestito e tutto ciò che ritengo necessario.
-Draco dammi la tua roba!- mi urla dalla sua stanza.
Infila tutto in una borsetta minuscola: Incantesimo Estensibile Irriconoscibile, furba la ragazza.
Mi prende per mano e ci smaterializziamo all'entrata di Hogwarts.
-Herm... Perché siamo tornati a Hogwarts?-
-Dobbiamo combattere ormai, non possiamo più nasconderci. Avevo pensato di portarti lontano, ma ci avrebbero trovato in pochi giorni; non abbiamo altra scelta-
-Okay - dico con aria preoccupata- ma stammi vicina, non voglio perderti-
Si alza sulle punte dei piedi e mi bacia, la prendo per i fianchi e la attiro a me. Ci stacchiamo dopo poco, prendiamo un bel respiro ed entriamo.
La battaglia infuria in ogni angolo; a terra ci sono molti corpi tra cui quelli di Colin Canon e Lavanda Brown, due Grifondoro.
Hermione mi stringe forte la mano. Penso che non sopporti vedere i suoi compagni caduti.
-Ti amo Hermione Granger-
-Ti amo Draco Malfoy- e combattiamo.
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