PROLOGO *
Ed ecco che la mia sveglia suona...di domenica mattina alle 9. Okay Giulia mantieni la calma e non lanciare la sveglia contro il muro più vicino, non seguo la mia raccomandazione mentale e catapulto la sveglia dall'altro lato della stanza e tento di addormentarmi di nuovo. Dopo essermi girata e rigirata nel letto senza risultato impreco contro chi ha inventato la sveglia e mi alzo pigramente dal letto e osservo la mia stanza, le familiari pareti color panna che hanno ascoltato tutte le urla dei miei 15 anni di vita e decorate da cartoline, foto, disegni e forme fatte con la vernice lilla. L'armadio e la scrivania bianchi e le mensole piene di libri e peluche e la tv attaccata al muro <<Giuly! Svegliati!>> Mi urla nonna dal piano di sotto. Io abito con i miei nonni, non ho mai conosciuto i miei genitori e per quel che so nessuno dei due mi voleva quindi i miei nonni paterni mi hanno accolta <<Sono sveglia!>> Le urlo di rimando, non penso mi abbia sentito quindi mi costringo ad uscire dalle morbide coperte e mi trascino in bagno. Accendo l'acqua della doccia e mentre aspetto che si riscaldi leggo i messaggi sul cellulare e poi entro però l'acqua è quasi bollente e sto almeno cinque minuti a regolarla, insapono velocemente corpo e capelli e mi preparo mentalmente a lasciare il caldo vapore del box doccia, esco velocemente e avvolgo un asciugamano intorno al mio corpo bagnato e uno intorno ai miei capelli alla radice blu ma che poi verso le punte vanno verso il verde. Corro in camera mia e prendo l'intimo, dei pantaloni di tuta color sabbia, una t-shirt nera e asciugo velocemente i capelli e scendo in cucina trovando mia nonna intenta a preparare il caffè <<Buon giorno, sul marmo ci sono i pancake e nello sportello in alto la Nutella>> Mi dice lei con la sua dolce voce <<Ts secondo te io non so dove è la Nutella?! Comunque buon giorno anche a te>> Lei si volta e mi da una tazzina con il caffè fumante <<Nonno dove è?>> Chiedo io mentre prendo il barattolo più paradisiaco di questo mondo <<In giardino, come al solito. Comunque io vado un attimo al supermercato>> Spiega lei, ormai sulla soglia della porta <<Okay ciao>> Finisco la mia colazione e vado in camera mia dove trovo il cellulare vibrare insistentemente sulla scrivania e leggo i miei nuovi messaggi tra cui quello delle mie amiche che stanno organizzando un pomeriggio al cinema e decido di accodarmi visto che mi annoierei a stare a casa senza nemmeno un libro da leggere, visto che li ho letti tutti. Nell'attesa dell'ora di pranzo decido di rileggere "Hunger Games: Il canto della rivolta". Sembrano passati pochi minuti, quando sento nonna chiamarmi per il pranzo e scendo così velocemente che quasi quasi non mi spiaccico la faccia contro il pavimento e mi siedo a tavola <<Nonni, va bene se dopo esco con le mie amiche?>> Chiedo, infilando in bocca una forchettata di lasagne. Quanto amo la domenica <<Certo Giuly, devo solo sapere dove andate, se ti devo accompagnare e quando torni>> Dice mio nonno <<Okay, andiamo al cinema qua vicino, quindi non c'è bisogno che mi accompagni, e penso di tornare verso le 6>> Spiego io ricevendo un cenno positivo da parte dei nonni, finiamo di mangiare e aiuto nonna a sparecchiare prima di andare in salotto a vedermi un film ma vengo interrotta a metà film da mia nonna <<A che ora devi uscire?>> Chiede lei con tono premuroso, rileggo i messaggi per ricordarmi l'orario e parlo <<Verso le 3:30>> Le rispondo svogliatamente con lo sguardo puntato sulla tv <<Bhe, allora conviene che ti sbrighi perchè sono quasi le 3>> A quelle parole balzo in piedi e corro nella mia stanza ringraziando velocemente nonna. Apro l'armadio e sono tentata di buttare l'ordinata pila di vestiti a terra così riuscire a trovare le cose ma poi nonna mi ucciderebbe e quindi decido di calmarmi, prendo un top bianco a maniche corte e degli skinny jeans, mi faccio la piastra, metto un filo di matita e il mascara e infilo le converse bianche. Controllo l'orario e per la mia felicità sono le 3:20, scendo con calma e trovo i nonni seduti sul divano che guardano le foto accumulate negli anni <<Nonni io esco>> Annuncio e faccio alzare le oro teste contemporaneamente su di me <<Okay tesoro, divertiti>> Mi augura nonna e io confesso la storia della sveglia <<Giuly, d'ora in poi usa il cellulare così almeno siamo sicuri che non lo rompi, è troppo prezioso per te>> Scherza nonno, sono già pronta a ribattere ma ha ragione quindi mi limito a fare un cenno di saluto con la mano, prendere le chiavi ed uscire. Arrivo al cinema, saluto tutte e andiamo a comprare i biglietti, l'acqua e i pop-corn. Quando entriamo nella sala ci sediamo e attendiamo pazientemente l'inizio del film, io nel frattempo apro la bottiglietta di acqua gassata e il tappo scoppia facendo uscire il fumo dalla bottiglietta che io ancora tengo in mano imbambolata prima di unirmi alle risate delle altre (mi è successo veramente quando sono andata a vedere i minions). Quando il film finisce torno velocemente a casa e trovo la polizia e l'ambulanza davanti casa e sono nel panico totale <<Scusi mi può dire cosa è successo?>> Chiedo a un uomo che passa vicino a me <<Scusi lei chi è?>> Chiede lui confuso <<Sono la nipote dei signori Smith>> Chiarisco io e il sguardo passa da confuso a...dispiaciuto(?) <<Mi dispiace ma i suoi nonni sono...morti per cause sconosciute. Dovrebbe seguirci in centrale se non le spiace>> Mi spiega il poliziotto e io rimango pietrificata, incredula <<Mi dispiace, dovrebbe venire in centrale signorina>> Ripete lui e io faccio uno sforzo enorme per non piangere davanti a questo sconosciuto e rivolgergli un cenno positivo col capo, lui mi guida verso una volante della polizia e arriviamo in centrale. Qualche ora dopo sono ancora alla centrale e mi stanno facendo delle domande ma poi arrivano le più temute <<Scusi lei non ha altri parenti da cui stare?>> Chiede lo stesso agente che mi ha portata qua e che ho scoperto si chiama Signor Rossetti <<No>> Do una risposta secca <<I suoi genitori?>> Continua a chiedermi lui <<Loro non mi volevano e non ne so niente di quei due>> La risposta mi viene spontanea e l'acidità nella mia voce lo ferma dal farmi altre domande ed esce dalla stanza dopo avermi detto di stare calma e appena esce io mi abbandono a un pianto liberatorio. Non so quanto passa prima di sentire la porta aprirsi e il Signor Rossetti passarmi un foglio, io aspetto di calmarmi prima di leggere e quello che leggo non è confortante. Domani partirò per la Svizzera,per andare a stare con mia madre, spero che tutto questo sia solo un incubo ma purtroppo non lo è
SPAZIO AUTRICE
vorrei sapere cosa ne pensate
Questa è la prima storia che scrivo e ancora sono inesperta
Spero che vi piaccia!
A presto
Capitolomodificato
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