Capitolo 2 *
Un urlo da una voce acuta ed infastidita proviene dal piano di sotto ma lo ignoro, poi lo sento di nuovo ma stavolta capisco che si tratta del mio nome. Apro gli occhi e una stanza non mia si para davanti agli occhi e i ricordi di questi giorni si fanno spazio nella mia mente, mi volto verso il cellulare e l'orario che segna di certo non mi rende felice poi, con uno scatto che mi fa sobbalzare, la porta della camera si apre e Amanda entra <<Svegliati altrimenti farai tardi>> Dice e fa per uscire ma si blocca poco prima di chiudere la porta e si sporge verso l'interno della stanza <<Ah, quasi dimenticavo, io non ti accompagnerò>> Aggiunge per poi uscire e sbattersi la porta alle spalle e io sbuffo <<Tanto non te lo avrei chiesto comunque>> Dico anche se non poteva più sentirmi, mi avvicino all'armadio e prendo un maglione grigio perla con delle stelle disegnate, un paio di skinny jeans chiari e le all stars grigie, mi vado a fare una doccia e decido di non lavare i capelli visto che ci avrei messo molto ad asciugarli. Dopo prendo lo zaino e mi incammino verso scuola seguendo le istruzioni che Amanda ha scritto su un foglietto, che ho trovato attaccato allo zaino con un pezzo di scotch, che controllo ogni cinque minuti per essere sicura di star percorrendo la strada giusta. Mentre controllo per l'ennesima volta il foglietto vado a sbattere contro qualcosa...o meglio qualcuno. Mi trovo davanti un ragazzo con i tratti asiatici, i capelli castano scuro, gli occhi erano grandi e di un intenso color cioccolato e la pelle leggermente olivastra <<Scusami, non ero attenta a dove andavo. Scusami ancora>> Dico un pò in imbarazzo
Giulia reagisci , dove è finita la Giulia forte e che risponde a tutti in modo seccante? DOVE?!
Una vocina nella mia testa continua a torturarmi ma io decido di non darle ascolto <<Non ti preoccupare è stata anche colpa mia. Comunque il mio nome è Daniele>> Disse porgendomi la mano che io stringo leggermente esitante <<Piacere, Giulia>> Mi presento e lui mi rivolge un sorriso smagliante per poi guardare a terra e io faccio per superarlo data la fretta ma la sua voce mi ferma <<Aspetta ti è caduto questo foglietto>> Dice abbassandosi per prenderlo e si ferma un attimo a leggerlo sotto il mio sguardo leggermente scocciato...una padellata di fatti suoi no eh? <<Anche io vado in quella scuola se vuoi ti accompagno io così eviti di scontrarti con altra gente per leggere questo>> Dice cercando di nascondere una piccola risata e la mia parte orgogliosa e femminista dice di rifiutare ma il mio senso di orientamento mi sta implorando di accettare e alla fine decido di dare ascolto a quest'ultimo <<Certo>> Dico facendogli un sorriso, purtroppo falso...l'ennesimo, ma lui non disse niente <<Allora Giulia, in che classe hai la sfortuna di stare?>> Dice iniziando a camminare mentre io lo seguo e solo in quel momento mi ricordo che npn conosco la sezione in cui sto <<In seconda del linguistico-specifico l'indirizzo di studio visto che in quel liceo ce ne sono ben tre- ma non so ancora la sezione>> Dico aumentando il passo visto che fatico a stargli dietro <<Anch'io sono in seconda e, se hai fortuna, avrai me come compagno di classe>> Dice ridacchiando <<Sto facendo i salti di gioia>> Replico io facendolo imbronciare <<Così mi offendi>> Dice appoggiandosi una mano al petto per poi scoppiare a ridere seguito da me poi, preoccupato, controlla il cellulare e mi prende per mano iniziando a correre. Capisco il motivo della corsa solo quando, appena arrivati davanti alla scuola, sento la campanella suonare e ci fiondiamo dentro, un lungo corridoio tappezzato di quadri realizzati dagli studenti e una moltitudine di aule tutte uguali che confoderebbero chiunque <<Vai in presidenza-si ferma per indicare l'ultima stanza alla fine del lungo corridoi- così ti dicono in che sezione sei...ora devo andare>> Dice frettolosamente per poi entrare in un aula all'altro capo del corridoio, cammino fino alla porta e prendo un profondo respiro per poi bussare <<Avanti>> Mi invita ad entrare una voce che probabilmente appartiene ad una donna di mezza età e infatti, quando apro la porta, una donna di mezza età con i capelli castani portati corti e pomposi mi accoglie con un sorriso <<Lei deve essere la signorina Giulia-si ferma per aspettare un mio cenno positivo che arriva subito-Io sono la preside di questo istituto ed è un piacere conoscerla. Non mi voglio dilungare troppo poiché la campanella è già suonata ma voglio solo avvertirla che riguardo le regole sono molto rigida, detto questo...la sua classe è la 2°C, la accompagno>> Dice per poi alzarsi ed affiancarmi, esce dalla stanza e si dirige verso l'altra parte del corridoio cetcando di camminare velocemente, per quel che le sue gambe tozze potevano fare, arrivate davanti alla porta la apre senza bussare e, per richiamare l'attenzione dei presenti, si schiarisce la gola e tutti si zittiscono <<Professoressa, ragazzi, vi presento la nuova arrivata>> Dice e la professoressa diede una fugace occhiata al registro <<Giulia, è un piacere averti qui e spero ti troverai bene>> Dice con un sorriso di circostanza stampato in volto e, dopo aver lanciato uno sguardo spaventato alla preside, la sua espressione cambia...come se stesse parlando con un fantasma <<Puoi sederti lì>> Dice nervosamente per poi sedersi e la preside esce iniziando a borbottare qualcosa, mi avvicino al banco da lei indicato e, ad aspettarmi sorridente, c'era Daniele. Le sei ore di lezione sembrano non finire più e, come se non bastasse, la ricreazione è stata occupata dalla preside che faceva raccomandazioni ed illustrava regole troppo lunghe e noiose per essere ricordate, quando la tortura finisce butto tutto nel mio eastpack grigio e faccio per alzarmi ma una voce mi ferma <<Aspetta, ti ricordi la strada per tornare indietro?>> Mi chiede Daniele mettendosi lo zaino in spalla ed uscendo dalla classe insieme a me che intanto ripercorro mentalmente il percorso fatto stamattina ma non ne esce niente e sbuffo <<No>> Rispondo acida e lui ridacchia <<Ti ricordi la via?>> Mi chiede mentre varchiamo la soglia dell'edificio e io sbufo di nuovo, non volevo ridurmi a dover chiamare Amanda per farmi venire a prendere <<No, ricordo solo che è uno chalet>> Dico e lui sembra illuminarsi, per mia fortuna <<Ho capito dov'è, io abito un isolato dopo>> Dice e io tiro un sospiro di sollievo e ci incamminiamo verso casa mia mentre parliamo del più e del meno. Arrivati davanti casa mia lui si ferma <<È questa?>> Mi chiede indicando la casa e io annuisco felice <<Come facevi a saperlo?>> Gli chiedo controllando nei dintorni se c'era l'auto di Amanda e-sembrava davvero la mia giornata fortunata- non c'era <<Qua ci sono pochi chalet visto che, anche se siamo in Svizzera, noi italiani preferiamo le case e ho pensato che dovevi abitare qua per forza visto che gli altri sono tutti a qualche chilometro da qui>> Mi spiega e io mi limito ad annuire <<Ci vediamo domani>> Dico facendo un cenno con la mano per poi entrare in casa, vado in cucina e sul frigo c'è un post-it giallo che stacco mentre tiro fuori la mozzarella
Sono a lavoro e tornerò stasera, dopo l'ora di cena. Fatti da mangiare e non mi bruciare la casa
-Amanda
Un sorriso amaro si dipinge sul mio volto e accartoccio il foglietto per poi aprire tutti gli sportelli in cerca del necessario per fare una piadina che poi mangio davanti alla televisione. Passo il pomeriggio sul divano a leggere finché non sento il mio stomaco brontolare e ritorno in cucina dove, a causa della mia immensa pigrizia, faccio un'altra piadina per poi piazzarmi sul divano a leggere <<Oh ma dai! Alaska non può essere veramente morta...perché John, perché?>> Sbottai infastidita ma un rumore di chiavi mi distrae dal libro e, pur di non vederla, inizio a raccogliere tutte le mie cose e faccio appena in tempo a chiudermi in stanza che sento la porta di ingresso chiudersi...cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?
Spazio autrice
Ciao a tutte
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci ho messo davvero tanto per farlo quindi vi prego di commentare o mettere una stellina
CAPITOLOMODIFICATO
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro