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Sento il calore di un raggio di sole sul viso.

Ma non è stato lui a svegliarmi.

Ma barba ispida e baci umidi che come carezze scivolano sulla mia pelle.

Tengo ancora un po' gli occhi chiusi fingendo di dormire per godermi appieno queste attenzioni.

-Lo so che sei sveglia, furbacchiona.

Mi sussurra all'orecchio con quella sua voce roca e calda.

Sensuale la sua mano mi accarezza tutta.

-Non è vero. Sto dormendo.

Rispondo ridacchiando.

-Hai intenzione di continuare a dormire.

Mi dice, mentre la sua mano si inoltra in luoghi proibiti.

-Certo che si!

Rispondo mostrandomi indifferente, mentre dentro di me un piccolo fuoco comincia a bruciare.

Lo sento sorridere e girarmi a pancia in su' inchiodandomi al materasso.

Tengo gli occhi socchiusi per continuare questo nostro gioco malizioso.

E attraverso le palpebre semi chiuse lo vedo torreggiare tenendosi con una sola mano.

L'altra, furbetta, si infila nelle mie mutandine caricandomi di aspettativa.

-Anche se faccio così?!

Mi dice, mentre con un dito comincia ad accarezzare in modo lascivo il mio punto più sensibile.

Trattengo un gemito e annuisco, incapace di dare voce ad una sola parola.

- E se faccio...questo?

Dice, infilando un dito nella mia più intima fessura e cominciando a pompare.

Resto senza fiato, il respiro si spezza in gola.

Mordo il labbro inferiore con i denti e stringo le lenzuola in un pugno.

-Continui a dormire?

Mormora sulle mie labbra, leccandole successivamente.

Annuisco ancora con più energia. Non voglio dargliela vinta.

Lo sento scivolare via, e poi è un attimo.

Tira via la biancheria, unica barriera.

Sento i suoi capelli sfiorare la pancia, le cosce. Fino a che non sento le sue labbra baciare il mio fiore fradicio per lui.

Lecca.

Succhia.

Morde.

Spalanco gli occhi incapace di resistere alla visione di lui lì, chino in mezzo alle mie gambe.

I capelli biondi oscillano seguendo il movimento con la testa.

Le sue pozze oceaniche bruciano per me.

Mi tiene inchiodata con la lingua e con lo sguardo.

Lascio andare il lenzuolo e artiglio la sua massa color del grano.

I miei gemiti si mescolano al frinìo delle cicale che entra dalla finestra lasciata aperta.

Prima che io possa raggiungere la vetta si tira su e mi bacia con passione, facendomi sentire il mio sapore.

- Non stava dormendo signorina Anderson?

Gli tiro un pugno sul bicipite in tensione mentre lui se la ride sotto i baffi.

-Ho trovato un'attività molto più allettante.

-Ah si?

Ride baciandomi il collo.

Imprigiono il suo corpo tra le mie gambe e comincio con una mano a massaggiare il piacere che sento crescere sempre di più solo per me.

Chiude gli occhi ed emette un gemito mentre la mia mano si infila nei suoi boxer.

Tiro via la barriera ingombrante e comincio a pompare piano. Su e giù.

Inverto i ruoli e lui me lo lascia fare. Sono sopra di lui a cavalcioni, il mio seno friziona sul suo petto e strofino il mio piacere sulla sua coscia mentre pompo il suo con una mano.

Incapace di resistere oltre mi accomodo meglio e lo accolgo dentro di me.

Lo vedo trattenere un ringhio e serrare la mascella scolpita, buttare la testa all'indietro e chiudere gli occhi blu.

Mi muovo saltellando, le sue mani mi stringono i glutei sodi.

-Mi fai impazzire.

Mi dice tra un gemito e un ringhio.

Le posizioni si invertono segno che non ha più voglia di giocare.

Mi inchioda di nuovo al letto e con spinte forti e vigorose si prende tutto il suo piacere, concedendomi lo stesso privilegio.

-Adrian!

Invoco il suo nome accecata dall'estasi, che mano a mano aumenta sempre di più.

-Vieni Didi. Mia dolce dea.

Bisbiglia impercettibilmente sul mio collo, mordendolo subito dopo.

-Vieni per me.

L'urlo che mi sfugge è un misto tra stupore, liberazione e godimento allo stato puro.

Dopo poche spinte mi raggiunge.

-Mia!

Urla all'apice del suo orgasmo.

Si accascia su di me schiacciandomi senza soffocarmi.

È ancora dentro di me ed è in casi come questi che ci perdiamo l'uno nell'altra, senza mai capire dove comincio io e finisce lui.

-Ti amo Adrian.

Gli dico baciandolo tra i biondi capelli umidi.

-Ah ah ah...non vale dopo il sesso.

Scoppio a ridere e gli pizzico un gluteo.

Sobbalza e mi morde piano un seno.

-Dimmelo.

Gli dico.

-Dirti cosa?

Finge lui.

-Che mi ami!

Dico, punzecchiandogli un fianco.

- Se me lo chiedi così gentilmente...
Ti amo Didi. Sempre. Credo di essermi innamorato di te quando ti misi quel verme tra i capelli. Mi sono innamorato di te durante il bacio sotto il vischio. Quando ti ho visto andar via lasciandomi da solo davanti a quel gate. Quando non ci sei stata. Sei sempre stata qui_ indica il suo cuore sollevandosi appena_ Ti ho amato quando ci siamo detti addio. E ho continuato ad amarti durante la tua assenza. E continuerò ad amarti fin quando avrò un cuore nel petto e respiro nei polmoni. E forse anche dopo. La mia anima è legata alla tua. Ovunque andrai lei ti seguirà.

Sorrido commossa e lo bacio delicatamente.

-Fai sembrare insignificante il mio "ti amo". Vergognati.

Scoppiamo a ridere.

-Non prendertela non tutti nasciamo poeti.

Ridiamo ancora.

-Certo che però la cosa dell'anima è un po' inquietante...

-Ma sentila, sei solo gelosa del mio lato poetico.

Ci intrecciamo in una lotta goffa e giocosa.

-Oooh ma qui qualcuno si è svegliato di nuovo.

-Puoi dirlo forte.

Mi guarda serio e si tuffa su di me. Tra baci e carezze riprendiamo di nuovo a fare l'amore. Con il corpo, il cuore e l'anima.











Angolino

Per ringraziarvi, dei risultati raggiunti, ho voluto regalarvi un pezzettino della vita di Adrian e Didi
Prima dell'incidente.
Grazie ancora, ai lettori silenziosi e non.
Grazie di vero cuore.

Con Affetto.

Lizzie.

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