One-shot premio!
Sì, proprio così! Il premio è una One-shot dedicata! Enjoy! :D
I primi raggi dell'alba mi solleticano il viso. "Buongiorno, papà!", penso.
Sfilo il braccio da sotto il collo di Nico, cercando di non svegliarlo. Lui emette una specie di grugnito, si volta e torna a dormire.
Io, invece, mi incammino in punta di piedi verso la cucina. Tuttavia, una strana apparizione fuori dalla finestra attira la mia attenzione: una colomba candida porta nel becco un fagotto (cosa, per altro, resa impossibile dalle leggi della fisica), lo posa sul davanzale e vola via strizzandomi l'occhio.
Non c'è dubbio: quei dodici lassù vogliono dirmi qualcosa.
Incuriosito, mi avvicino e sollevo un lembo della stoffa e...
DEI DELL'OLIMPO!Per lo spavento balzo indietro, incespicando nella sedia, che cade a terra. Avvolto nel lenzuolo dorme beatamente... un neonato.
Ha la pelle arrossata, come se fosse venuto alla luce da poche ore, una sottile peluria bionda in testa, la boccuccia appena increspata e le manine chiuse a pugno.
Una volta ripresomi dallo shock, mi accorgo che il mittente ha gentilmente accompagnato la consegna con un bigliettino. Sulla carta rosa e profumata, in una grafia elegantissima, è scritto:
"Fatemi il piacere di tenervela, perché mi è costata una faticaccia. Non ha ancora un nome. Per i primi sei mesi nutritela a latte rosso allungato con nettare e svezzatela con dell'ambrosia.
In bocca la lupo,
Afrodite".
Mi tappo la bocca per soffocare un urlo.
Glissando sulla generale assurdità della situazione; anche per Afrodite, inviare una bambina senza il minimo preavviso è davvero un'esagerazione.
D'un tratto la piccola apre gli occhi, ma per fortuna non scoppia a piangere. La sollevo delicatamente da sotto le ascelle e mi accorgo che non si sono neanche degnati di metterle un panno addosso. La copro con il primo indumento che mi capita: una maglietta del Campo Mezzosague.
Pur non sapendo bene come comportarmi, la prendo tra le braccia e la cullo, sorridendo per le faccine buffe che mi rivolge.
<Bianca>, la voce di Nico mi richiama alle mie spalle. <La chiamiamo Bianca>.
Questo mi fa capire che devo aver letto il biglietto ad alta voce, come faccio spesso quando sono agitato.
<Nico? Hai osservato per tutto questo tempo?>, gli chiedo stupito. <Pensavo stessi dormendo!>
<Oh, sicuramente ... con il tuo passo felpato!>
Mi siedo sul letto e gli passo la bimba. Lui la guarda per un po' e una lacrima inizia a scorrergli lungo la guancia. Gliela asciugo e lo bacio, cingendogli le spalle con un braccio.
<Bianca ...>
Solo questo nome esce dalle sue labbra, prima che cominci a singhiozzare. A volte capita che scivoli in questi momenti di disperazione, quando riemerge il grande dolore del suo passato. L'unico modo in cui posso consolarlo è fargli capire che non è solo e che lo amo tanto.
Insieme culliamo la piccola Bianca, che si contorce tra le nostre mani. Nico appoggia la sua testolina sulla propria spalla, noncurante del fatto che ci stia sbavando sopra. Quando cerco di accarezzarle la manina, poco più grande di una noce, avvolge con tutta la forza che ha il pugno attorno al mio dito.
Dopo un po', mi costringo a dare voce ad un pensiero già ben chiaro nelle menti di me e Nico: <Dobbiamo comprarle un biberon>.
<Direi che è fondamentale>.
<E dei vestiti e dei pannolini, prima che imbratti la tua maglia>, aggiungo.
<Cosa!? Guarda che questa è la TUA maglia!>
Il fraintendimento provoca un'istantanea risata in entrambi.
<A parte tutto, sai da dove viene precisamente?>, mi chiede.
<Regalino di Afrodite ...>
<Sì, questo l'avevo intuito. Ma secondo te come ha fatto->
<Non facciamoci troppe domande>, lo fermo, prima che se ne esca con una delle sue domande filosofiche alla Nico.
<Va bene, va bene, dottor Solace!>
Improvvisamente, quando inizia a tornarmi un po' di sonno, Bianca scoppia a piangere.
<IL BIBERON!>, esclamiamo io e Nico all'unisono.
Mi infilo in fretta e furia una camicia ed esco di casa alla velocità della luce. Tuttavia, fuori dalla porta mi aspetta un'altra piacevole sorpresa: mia sorella Ela, che tiene tra le braccia una piccola valigia rosa.
<Ciao Will! Questa è per la vostra bimba!>
<Ma... ma... come fai a...>, balbetto.
Lei mi strizza l'occhio. <Certe notizie viaggiano più velocemente di quanto immaginiamo>.
Mormoro un <Grazie>, mentre mi abbraccia con entusiasmo esclamando: <Sono così felice per voi! Ma ora ti lascio andare>.
La saluto prima che torni verso la sua auto.
Ancora una volta, evito di farmi domande su tutto ciò e mi limito a tornare da Nico con un sorriso a trentadue denti. Il suo umore, però, è completamente diverso, infatti Bianca continua a strillare con tutto il fiato che ha nei piccoli polmoni. Così apro la valigia, che contiene tutto il necessario: vestiti, pannolini, un marsupio e un biberon, che afferro con uno scatto.
<Ricordiamoci di ringraziare Ela!>, esclamo, mentre riempio velocemente il contenitore con latte rosso e nettare: per fortuna avevo buone scorte! Prendo in braccio la bimba, che inizia a bere beata. Quando ha finito, io e Nico possiamo finalmente sospirare di sollievo.
<E questa è fatta>, commenta lui, quasi incredulo.
<Ora la vesti tu>.
Spalanca gli occhi, mentre io stendo un asciugamano sul letto e gli passo una tutina e un pannolino. Poi mi appoggio al muro con le braccia conserte, pronto a godermi lo spettacolo. Fortunatamente, la T-shirt è salva, ma Nico sembra davvero agitato. Trattenendo a stento i tremori delle mani, cerca di allacciare il pannolino e infilare delicatamente il vestito.
Quando ha finito, esclama: <Ecco fatto!>, con grande soddisfazione.
<Sei proprio uno splendore!>, dico a Bianca con sincero affetto e un po' di commozione, mentre la prendo in braccio.
Nico, dietro di me, appoggia una mano sulla mia spalla.
<Will...>
<Sì?>, rispondo, voltandomi verso di lui.
<Ecco ... Io ti amo follemente dal primo momento in cui ti ho visto...>
<Oh, Nico!>
Mi fa cenno con la mano come per dire "fammi finire".
<...Mi hai fatto ritrovare la felicità, che pensavo non avrei mai meritato. Quando siamo venuti a vivere insieme ho pensato che non ci fosse niente di più bello di poter condividere il resto della mia vita con la mia anima gemella, ma il bellissimo dono che abbiamo ricevuto oggi mi ha fatto capire che mi sbagliavo. La lezione che ho imparato oggi è che non c'è limite alle meravigliose sorprese che la vita ci riserva. Quindi...>
Si inginocchia a terra, stringendo la mia mano nella propria.
<... Will Solace, vuoi rendermi ancora più felice sposandomi?>
Quella domanda mi lascia letteralmente a bocca aperta. Penso a quante volte ho progettato questo momento: pensavo che glielo avrei chiesto io, magari in un locale romantico, o al tramonto sulla spiaggia, o in modo plateale ad un concerto. Ma nella foga di trovare l'occasione perfetta, non ci sono mai riuscito.
E invece il mio Nico è riuscito a sorprendermi ancora una volta, chiedendomi di diventare suo marito in un momento in cui non me lo sarei mai aspettato.
Sorrido, mentre lacrime di gioia mi solcano il viso. Dopo un lungo istante, riempito da uno sguardo intenso e pieno di amore, il nodo che l'emozione ha formato nella mia gola si allenta quel minimo che mi permette di parlare e di sussurrare la mia risposta.
<Sì, Nico. Sì>.
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