Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Undici: Hockenheimring

Hockenheim, Germania


«Ma ci credi? Sei riuscito finalmente a battere Luke!».

Michael guardò Stoffel perplesso. «Non ho battuto nessun Luke. Ho soltanto avuto la fortuna di essergli dietro quando il motore gli è andato a puttane, e comunque non ho guadagnato nessun punto in più di lui».

Il ragazzo belga rispose alle parole di Michael con un'alzata di spalle prima di prendere un sorso del suo caffè. «Suvvia, almeno goditi la sensazione di essere riuscito a cacciare via a calci in culo Primo Posto Assoluto», borbottò contrariato, «Sei proprio un bacchettone».

Michael alzò gli occhi al cielo ma non si lasciò scappare un sorrisetto soddisfatto. Non poteva negare di essere stato felice di aver strappato la vittoria a Luke, nonostante giudicasse la cosa come un puro caso fortunato. Sarebbe potuto succedere a chiunque nella sua posizione, il ritiro di Luke era stato soltanto dettato dal guasto del suo motore. Era stato felice di vincere, ovvio, ma quella vittoria vista con un occhio più critico non significava nulla. «In realtà la vittoria l'ho festeggiata domenica sera con quel pazzo di Daniel – non festeggerò mai più con lui, mai più», sbottò, facendo scoppiare a ridere Stoffel.

«Ce l'hai presente l'anno scorso quando vinse Monaco, no? Si è portato dietro l'aria di festa fino al Canada. È stato fantastico, dobbiamo ammetterlo», commentò il belga, sorridendo mentre salutava Max che stava passando di lì, «Lui sì che sa come festeggiare».

«Parlate di Daniel? Dio, è un pazzo. Ti sei ripreso da Silverstone, Michael?», borbottò Max, sedendosi accanto ai due ragazzi. Con lui una ragazza bionda che si nascondeva dietro la spessa montatura degli occhiali – presumibilmente Valerie, la sua ragazza – e un Esteban Ocon piuttosto provato accompagnato da una grande tazza fumante di caffè nero.

Michael alzò un sopracciglio. «Beh, più o meno Max. Il tuo compagno di squadra è un tipo piuttosto... esuberante, direi», rispose alla domanda del ragazzo olandese, facendolo ridere, «Come mai qui, tutti e due? O dovrei dire tre... non ci presenti la tua amica, Max?».

Max arrossì insieme a Valerie, ottenendo un sospiro adorante da parte di Stoffel. «Beh... lei è Valerie, la mia ragazza. La sto presentando a tutti oggi, credevo fosse ora di farlo», borbottò Max, facendo un cenno alla biondina, «Val, loro sono Michael e Stoffel».

«Piacere di conoscervi», borbottò Valerie, imbarazzata, prima di posare il capo sulla spalla di Max. Michael e Stoffel risero inteneriti dalla scena, prima che il momento fosse rotto da Esteban.

«Dio, mi sta venendo da vomitare. Preferirei mille volte stare a litigare con Pierre o Checo».

I quattro ragazzi si voltarono verso di lui che, con gli occhi mascherati dalle lenti scure degli occhiali da sole, fissava la scena con le labbra piegate in una smorfia di disgusto. «E allora vattene, nessuno ti obbliga a stare qui», sbottò Michael, indispettito, «Di solito tu giri con Luke, no?».

Esteban annuì sfilandosi gli occhiali da sole dalla montatura rotonda. I suoi occhi erano contornati da un paio di occhiaie che fecero sussultare il tavolo. «Di solito. Ma da Silverstone ha palesemente mandato a fanculo sia me che Pierre – evidentemente gli brucia che ha perso e ha bisogno di prendersela con qualcuno».

La spiegazione di Esteban fece rizzare le orecchie a Michael. In effetti, nei giorni in cui aveva cercato di riposarsi dalle tre gare consecutive e dalla festa selvaggia del dopo gara a Silverstone, aveva sentito qualche voce riguardante un comportamento fin troppo scostante da parte di Luke, che a quanto pare aveva allontanato i due francesi con cui faceva comunella dalla gara in Spagna e s'era mostrato freddo anche nei riguardi di Valtteri, ritiratosi anch'egli dall'ultima gara durante le battute finali. All'inizio non ci aveva dato molto conto, più impegnato a recuperare energie che ad analizzare i comportamenti del suo rivale, ma in quel momento sentiva di dover indagare più a fondo – e grazie alla provvidenziale presenza di Esteban al tavolo poteva farlo benissimo.

«Dici che sta allontanando tutti, quindi?», chiese Michael curioso, ottenendo un'occhiata stranita da parte di Esteban.

«E a te che importa? Pensavo lo odiassi, di certo non dovresti spasimare per sapere ogni minimo spostamento di quel pallone gonfiato», borbottò il francese, incrociando le braccia sul tavolo.

A quelle parole Max sorrise. «È perché tra lui e Luke gatta ci cova, Esteban. Non dirmi che non te ne sei accorto!», esclamò, facendo arrossire veemente Michael mentre il tavolo esplodeva in una risata.

«Non è vero! Max, ma cosa ti salta in mente?!», sbottò Michael, cercando di difendersi inutilmente. Loro due erano rivali, no? Tra rivali non c'era spazio per certe cose!

Eppure, e questa era una pillola davvero dura da ingoiare, forse Michael aveva cambiato idea su Luke. Più che altro, il fatto che avesse allontanato tutti dopo essersi ritirato dal Gran Premio lo preoccupava – non voleva rimanesse solo, nonostante si odiassero quella era una cosa che non augurava a nessuno, specialmente considerata la mentalità fragile di Luke. Doveva indagare su quella cosa, ma senza destare sospetti – il pensiero che Max andasse in giro a sbandierare un amore che non esisteva lo faceva rabbrividire dal terrore.

«Non è vero, Michael? Suvvia, vi abbiamo visto tutti a Silverstone! Mancava tanto così e vi saltavate addosso a vicenda», obiettò Max, alzando un sopracciglio.

Michael scosse la testa. «Non è assolutamente vero! Abbiamo solo parlato a Silverstone, niente di che».

Max alzò un sopracciglio. «Andiamo, c'era una tensione sessuale così forte che l'abbiamo sentita dal fondo della Pit Lane. Non dire stronzate, Michael».

«Beh... anche se fosse, a Luke non piacciono i ragazzi. Quindi non potrebbe esserci nessun tipo di tensione sessuale fra di noi – solo la tensione del pre-qualifiche».

«Tu non me la conti giusta», sbottò Stoffel, attirando l'attenzione su sé stesso, «Sei troppo nervoso quando si parla di Luke. E poi scusa, anni fa giravano voci su di lui in compagnia di vari ragazzi, per quanto ne possiamo sapere è bisessuale», aggiunse, alzando le spalle.

Michael sapeva benissimo che Luke fosse bisessuale, ovviamente, ma quello era un dettaglio cruciale che purtroppo gli altri al tavolo non potevano sapere – se Luke non aveva fatto coming out un motivo c'era, e lui non era nessuno per rivelare l'orientamento sessuale altrui ad altra gente, soprattutto dato che Luke gliel'aveva detto in confidenza. «Due voci sono abbastanza? Non sapete a quante modelle sono stato associato prima del mio coming out. I rumors non vogliono dire niente e sicuramente Luke è etero».

«Indipendentemente dal suo orientamento sessuale, credo che non scopi da un po'. È acido quanto uno yogurt scaduto, per Dio!», si lamentò Esteban, facendo scoppiare a ridere tutti.

«Devo ammettere che un po' lo invidio. S'è portato a letto Dua Lipa!», commentò Stoffel, alimentando il coro di risate che s'era creato. Fortunatamente per Michael, la questione Luke fu accantonata per un po', permettendogli così di evitare altre domande scomode. Ora come ora, a Luke non voleva pensarci.

***


«Mi dispiace, Luke. Non sarebbe dovuto succedere».

Il biondo ignorò completamente le sue parole del suo ingegnere mentre, arrabbiato, scappava via dal garage diretto alla sua motorhome. Il suo motore era scoppiato – di nuovo – durante le prove libere, avrebbero dovuto cambiarne ogni componente ottenendo così delle penalità che relegavano Luke nelle ultime posizioni. Lui, quello in testa al mondiale, nelle ultime posizioni accanto ad una Sauber qualsiasi. Non ci poteva credere.

Ancora con il casco in testa per non farsi intervistare, Luke camminò velocemente nel Paddock evitando ogni possibile contatto con i giornalisti. Era furioso, e sapere che non poteva farci nulla era pure peggio: non aveva nessuna colpa da imputare a nessuno, l'affidabilità – qualcosa che mai aveva pensato potesse tradirlo – era l'unico problema. Erano impazziti tutti, in Mercedes, dal doppio ritiro a Silverstone; certo, Valtteri s'era ritrovato coinvolto in un incidente, ma la sua monoposto aveva avuto problemi al motore, cose che non si vedevano più nella scuderia tedesca dal 2016. E adesso il motore aveva cominciato a fare le bizze, da solo, come se fosse stato colpito da una brutta maledizione. 

Luke pensava sul serio di avere qualche maledizione addosso, in quel periodo gli stava andando tutto male; forse, pensava lui, era il fatto di essersi lasciato andare. Tutte quelle amicizie gli facevano male, quella era l'unica conclusione. E per questo, non molto a malincuore – voleva già farlo da tempo, in realtà – aveva deciso di allontanare Pierre ed Esteban, raffreddare i rapporti con Valtteri (che c'era anche rimasto male) e tornare ad odiare Michael. Quella prospettiva l'aveva accolta con entusiasmo, vista la sua vittoria a Silverstone e il fatto che in quel momento, con ogni probabilità, gli stava rubando una Pole. Luke aveva deciso di non seguire il resto delle qualifiche nonostante la curiosità, non sopportava vedere il suo rivale trionfare – specie perché lui, alla fine, non aveva potuto lottare.

Passato un tempo ragionevole dalla fine delle qualifiche, Luke sentì bussare alla porticina del suo motorhome. Il biondo non si curò neanche di sistemarsi – aveva ancora la tuta la cui parte superiore adesso penzolava sulla sua vita – mentre andava ad aprire, trovando la sua assistente, Meghan, dietro la porta. La ragazza gli sorrise rassicurante porgendogli una bottiglia d'acqua che il pilota accettò con piacere, visto il caldo che faceva quel giorno ad Hockenheim nonostante avesse piovuto proprio quella mattina.

«So già cosa mi dirai, ma Luke, hai delle interviste da fare», esordì Meghan incrociando le braccia al petto, «E poi non mi piace vederti così abbattuto e sciatto».

Luke sospirò. «È inutile che io venga, ho fatto giusto due giri di pista prima che scoppiasse il motore! Sul serio, Vandoorne su un trattore guasto si è mostrato più utile di me ed è tutto dire».

Meghan alzò gli occhi al cielo. «La gente vorrà comunque intervistarti perché, notizia flash, in testa al campionato ci sei ancora tu. E poi devi difendere la tua squadra, non lasciarli tutti in balìa dei media con Valtteri come unico che può dare giustificazioni o spiegazioni», sbottò la ragazza facendo accigliare Luke.

«È umiliante».

«È necessario. Datti una sistemata e andiamo».

Luke sospirò rassegnato, tuttavia cedendo agli ordini di Meghan e dirigendosi in bagno per darsi una rinfrescata e cambiarsi in vestiti più leggeri. Non aveva nessun senso restare in tuta, le sue qualifiche ormai erano finite da un'ora – forse neanche erano iniziate. In ogni caso cercò di non pensarci, concentrandosi più sulle scuse da dire e sulle domande fin troppo prevedibili sull'affidabilità e sul mondiale a rischio a cui avrebbe sicuramente dovuto rispondere. Avrebbe preferito starsene nel motorhome a deprimersi e a dormire, ma purtroppo non poteva; il dovere chiamava e lui avrebbe dovuto rispondere in modo molto forzato.

«In garage erano tutti dispiaciuti nonostante le buone qualifiche di Valtteri», sbottò Meghan mentre insieme uscirono dal motorhome, diretti al ring delle interviste, «Avresti dovuto vedere Toto: era furioso».

Luke sorrise leggermente al pensiero del suo Team Principal arrabbiato. Toto Wolff era uno quasi sempre furioso con tutti, specie quando i suoi piloti andavano male. A Luke non aveva mai riservato un grande trattamento, in realtà; l'aveva sempre guardato con troppa sufficienza e con sospetto. «Quand'è che Toto non è furioso, Meg? I tavoli in garage sono pieni di crepe per colpa sua».

Meghan scoppiò a ridere. «Hai ragione, ma oggi era nero sul serio. Non riescono a spiegarsi perché ci siano tutti questi problemi di affidabilità, i motori andavano bene finora».

«Vorrei saperlo anch'io», sbottò Luke, sospirando, «È come se fossi stato colpito da una vera e propria maledizione».

«Succede, non è nulla di cui preoccuparsi – sono sicura che ci rimetteremo in carreggiata, Luke».

Luke avrebbe voluto rispondere, ma la vista di Michael che tutto contento parlava con i giornalisti gli fece morire le parole in gola. Vedere il suo eterno rivale gioire per qualcosa che non si meritava per Luke era terribile, qualcosa che gli faceva desiderare di togliergli quel sorriso dalla faccia una volta per tutte. Si convinse che ci sarebbe riuscito, in un modo o in un altro. La vendetta, del resto, era lenta e richiedeva tempo e costanza, cosa che Luke aveva da vendere ormai.

***

Teresa's driver of the day: Stoffel Vandoorne, Mclaren 🇧🇪🇬🇧


[A/N] Buon pomeriggio! E scusate per questo immenso ritardo, ma domenica e ieri sono stata impegnatissima e non ho avuto tempo per mettermi a scrivere. Ora la sessione estiva è finita, quindi sono tutta vostra 😏

Allora, che dire di questo capitolo? A me non convince molto, ma spero vi piaccia lo stesso 🤔 Luke ormai ha deciso di tagliare i ponti con tutti, ma quanto durerà questa cosa? Eh, chissà.... 😏

Ci vediamo domenica con l'ultimo capitolo prima della pausa estiva! 💞 (GASP SIAMO GIÀ ALLA PAUSA)

Ps: no, non mi sono ancora ripresa dalla gara e non penso succederà tanto presto

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro