Scream
Senti le urla propagarsi nel silenzio della casa.
E corri, scappi in camera.
Chiudi la porta con un tonfo sordo e ci appoggi la fronte.
Le lacrime continuano a scorrere, incontrollate, dolorose.
Non liberano, appesantiscono.
Fa male.
"Smettila, mi fai male!"
Fa male!
"Vieni qui!" ti senti urlare.
E allora apri la porta e vai.
Distruzione.
Devastazione.
Rimani lì, a guardarli, ad alcuni metri di distanza.
Calma apparente.
Dura poco.
Poi è di nuovo tempesta.
E stavolta sono loro a chiudere la porta, a non farti vedere.
Ancora urla.
E allora ti vesti.
"Io me ne vado!" urli.
Guardi la porta in vetro andare in frantumi e ne rimani paralizzato.
Vorresti urlare, ma non hai voce.
Componi il suo numero freneticamente, senza accorgertene.
"Pronto?"
Non gli parli, lasci che sia lui a sentire ciò che sta succedendo lì.
Lasci che senta la tempesta.
00:10
Dieci secondi.
Questo è il tempo che Lui rimase ad ascoltare.
Tu sai già che lui non se ne starà con le mani in mano.
E tu ne hai bisogno.
C'è un motivo se lui ha le chiavi di casa tua.
E questo è uno di quelli.
La serratura scatta.
Lui ti guarda e tu sei immobile, gli occhi sgranati, lucidi e gonfi, il viso bagnato dalle lacrime che ti scorrono ancora lungo le guance.
Quando ti si avvicina e ti abbraccia, tu nemmeno te ne accorgi.
Nascondi il viso nel suo collo, bagnandogli la maglia.
Senti le sue ciocche rosse bagnarti le guance.
Forse era appena uscito dalla doccia.
Vorresti dirgli qualcosa, qualsiasi cosa, ma i singhiozzi che ti squassano il corpo ti impediscono di articolare qualsiasi cosa.
Vetro, sangue.
E ora, silenzio.
Adesso ti guardano anche loro.
Ma tu non li guardi, troppo occupato a stringerti a Lui.
Quel corpo caldo che ti sa di sicurezza, ti sa di casa.
Lui è la tua casa, non quelle quattro mura.
"Vieni via." ti sussurra all'orecchio.
E tu annuisci, totalmente abbandonato a lui.
E vorresti gridare,
e non hai voce,
Ma ora hai lui che lo fa per te.
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