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Epilogo

Non tutte le storie hanno il lieto fine.
Non tutte le storie hanno il lieto fine, sfortunatamente.
A volte... a volte dobbiamo mettere per primo il nostro bene, il bene di chi ci sta davanti.
A volte dobbiamo perdere, per vincere.
A volte dobbiamo accettare la sconfitta, mandare a fanculo il lieto fine e smettere di credere che il mondo sia una favola della buonanotte.
A volte dobbiamo capire quando l'amore è giusto e quando è sbagliato, quando fa piu male che bene.
A volte dobbiamo riuscire ad amare noi stessi prima degli altri.
A volte... a volte è giusto lasciarsi andare, per amore.
Vi auguro un amore sano e una vita dolce.
Vi auguro di amare voi stessi, di capire i vostri errori e di allontanarvi da coloro che vi hanno ferito.
Ricordate: L'amore non è mai una debolezza, ma a volte è uno sbaglio, o, come direbbe Scorpius, uno scherzo del destino.

Traffico con la mia valigia, sbuffo infastidito e la lascio, si apre e dei vestiti si sparpagliano nel letto.

"Fanculo" sibilo, faccio un incantesimo senza bacchetta per allargare la capienza della valigia e per chiuderla, sbuffo.

Non ho manco trovato il tempo di togliermi la divisa e manca solo questa valigia di merda a farmi saltare i nervi, la passaporta è tra due minuti ed io non so neanche dove ho messo quel dannato portachiavi.

"Accio portachiavi" dico fermo, l'oggetto mi vola tra le mani, distruggendo un orologio sul comodino, stringo i denti e tengo stretto la valigia.

E tre secondi dopo atterro nella sala da pranzo del Manor, distruggo qualcosa, lo capisco dal fracasso che ho fatto.

"Scusate" mormoro sistemandomi la divisa nera da auror e riparando al mio danno.

"Scorpius" urla Kate, mi corre incontro e mi abbraccia i piedi, la prendo in braccio.

"Non sei più cosi leggera, eh peste?" Chiedo baciandole una guancia con forza, la stringo a me "Mi sei mancata"

"Pure tuuuuu" strilla e mi stringe più forte.

I suoi capelli sono cresciuti come la sua altezza, ormai ha sei anni e ha perso anche qualche dentino davanti, rido e la metto giù.

"Katherine Astoria Granger Malfoy! Metti subito apposto il casino che hai fatto sul tappeto o butto tutti i tuoi giochi" sento la voce soave di Hermione, rido mentre la vedo entrare nella sala, appoggia ciò che le fluttuava attorno sul tavolo "Scorpius" dice dolcemente, mi viene incontro e mi abbraccia "Credevo dovessi arrivare venerdì"

"Oggi è venerdì" rido e la stringo a me.

"Scusa, ho avuto un caso complicato e ho perso la cognizione del tempo, magari piu tardi mi dai una mano per quello eh?" Chiede staccandosi e guardandomi dolcemente "Dovresti raderti meglio amore" dice accarezzandomi le guancie.

Rido "Non ho tempo"

Lei sbuffa poi con un colpo di bacchetta mi rade le guancie, alzo gli occhi al cielo "Meglio, cosi non sembri trascurato. Mangi vero? Sei dimagrito più di prima"

"Basta Hermione, lascia stare mio figlio" sorrido a papà, appena entrato e gli vado incontro, lasciando la mora.

"Grazie" affermo sbuffando, do un breve abbraccio a papà e gli sorrido "Come state?"

"Scusa mamma ma con questi che ci faccio?"

Mi blocco immediatamente, mi giro solo per incontrare gli occhi di Rose, la rossa si paralizza più di me. Mi fissa come io fisso lei, non la vedo da tre anni ed è così cambiata, ha tagliato i capelli, le cadono mossi fino a poco più sopra della spalla e ha smesso di riempirsi gli occhi di trucco. L'ossessione per le gonne corte ce l'ha ancora, però.

"Puoi metterle sul tavolo amore" Hermione interrompe i nostri sguardi "Perchè sei ancora in divisa Scorpius? Vai a cambiarti che tra qualche minuto si cena" Guardo la mora e annuisco.

"Vado, ho una fame..." dico sorridendole.

"Ci credo, non mangi" afferma Hermione, alzo gli occhi al cielo.

Guardo un'ultima volta Rose, con la coda dell'occhio, ed esco dalla sala, salgo le scale e vado nella mia ex stanza. È luminosa e non puzza di chiuso, per fortuna, l'avranno pulita. Sorrido riguardando questa stanza e appoggio la valigia sul letto, con un gesto della mano faccio rimettere apposto i vestiti dalla magia.

Mi tolgo la maglia della divisa e sospiro, qualcuno bussa alla porta.

"Avanti" urlo, sicuro è Kate che vuole mostrarmi un suo disegno, sorrido all'idea e guardo la porta aprirsi e una figura totalmente diversa da quella di Kate entrare e chiudersi la porta alle spalle.

Fisso Rose guardarmi indecisa, con degli asciugamani in braccio "Mamma mi ha detto di portarti questi" dice piano, non ci parliamo da anni e la prima cosa mi dice è una bugia, so benissimo che Hermione poteva mandarmeli per magia.

"Appoggiali pure sul letto" affermo, mi accorgo di essere a torso nudo e mi infilo un maglione nero.

La osservo mentre si avvicina al mio letto e li appoggia lì, si ferma e si acciglia "Fumi ancora?" Chiede, una ruga di espressione tra le sopracciglia, guarda prima il pacchetto di sigarette lanciato sul letto e poi me.

"Si, fumo ancora" affermo osservandola "Cosa vuoi Rose?" Chiedo "Non voglio litigare, perchè sei venuta qui?"

"Intendi al Manor o in camera tua?" Chiede, senza espressione, ma so che mi prende in giro.

"Rose..." mormoro in avvertimento.

"Starò al Manor solo per oggi, mamma mi ha chiesto di aiutarla in delle cose, non credevo di vederti, credevo arrivassi domani" afferma tranquilla "Ma, dato che ci sono, voglio parlare"

"Di cosa?" Chiedo piano.

"Hai sempre avuto ragione, quasi almeno..." mormora "Era uno sbaglio, tutto, non voglio odiarti, non voglio litigare" dice seria, si sistema dei capelli dietro l'orecchio "L'amore non è una debolezza"

"Rose..." mi allarmo.

"No, fammi finire" dice "L'amore non è una debolezza ma a volte è uno sbaglio, e noi abbiamo sbagliato, ti ho odiato, ma ti capisco, hai avuto paura, e l'ho avuta anche io, però tu sei stato maturo e responsabile e hai preferito non dirmi che mi amavi e allontanarmi, invece di vivere una relazione tossica"

"Bene" non so cosa dirle, non voglio ricascarci e non voglio neanche dire nulla di troppo. Sono sorpreso che sa che la amavo, tre anni fa, ma ignoro tutto e annuisco.

"Nulla, questo, siamo fratellastri, dovremmo incontrarci, possiamo salutarci e chiederci se stiamo bene a vicenda" afferma alzando le spalle.

"Okay" mormoro "Tu... come stai?"

"Bene, sono quasi guarita, ogni tanto ho qualche scoppio, ma è abbastanza raro" dice sorridendomi, rivedo la Rose quattordicenne, prima di tutto. Eppure... eppure nasconde le mani tremanti dentro le maniche della felpa "Scusa... non ti vedo da un po' e ho emozioni contrastanti"

"Piano piano ne uscirai, sono contento che tu stia bene" le sorrido dolcemente, rassicurandola.

"Tu, invece, come stai?" Chiede onestamente curiosa.

"Bene" annuisco.

"La divisa ti sta benissimo, sono stata contenta quando mi hanno detto che eri riuscito ad entrare, hai catturato tanti mangiamorte... quello di tua madre anche?" Chiede, si tortura il bordo della gonna con le mani che sono ancora leggermente tremanti, e questo tradisce il suo tono tranquillo.

"Si" Sono un po' frenato ancora per il nostro passato ma non posso impedire un sorrisetto vittorioso "Il mese scorso, per fortuna si"

"Non è fortuna, sei sempre stato un ottimo osservatore, sapevo che avresti risolto il caso" afferma annuendo, i suoi capelli si muovono a ritmo del suo movimento di capo.

"Grazie"

E cade un silenzio imbarazzato "Bhe..." lo interrompe lei "Io vado, mi ha fatto piacere questa chiaccherata, ora possiamo essere civili"

"Civili" ripeto. Lei annuisce di nuovo e si avvicina alla porta.

"Ciao Scorpius"

"Ciao Rose" freno l'impulso di chiamarla principessa.

Ciao...

Fine.

Non dico nulla sulla fine, leggete il prossimo capitolo di spiegazioni.

Grazie per tutto.
Grazie per avermi seguita fino a qui.
Grazie per non aver abbandonato questa storia un po' diversa dalle mie solite.
Grazie per esservi fidate di me.

Non odiatemi troppoooo

Baci
Rose

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