Capitolo ventisei. - "Due cactus."
«Ma stai scherzando?» chiese Lauren mentre si toglieva il trucco, per un attimo rimase paralizzata.
«Tutto bene?» chiese lei e Lauren si alzò mostrano gli occhi pieni di sapone. «Non tanto, missà.»
«Cazzo, Camila. Aiutami.» disse agitando le mani al vento mentre cercava di resistere al dolore del sapone.
«Sì.» disse Camila prendendo un panno e cercò di scacciare la schiuma. «Via, schiuma cattiva.» disse lei e Lauren sorrise un po', sentendo sollievo.
Il trucco era completamente colato lungo gli zigomi della ragazza dai capelli neri. Gli occhi, attorno a quelle iridi verdi, erano rossi, lasciando un effetto a dir poco meraviglioso. «Belli.» sussurrò Camila e Lauren sospirò.
«Si è tolto il colore?» chiese. «Attorno agli occhi, intendo.»
«Sì, tolto.» disse Camila toccando il la tinta che in quel momento era tornata liquida.
Lauren guardò Camila e sospirò un po'. «Mi piace quando mi controlli così, Camila.» disse e Camila portò le dita sulle labbra carnose e le accarezzò un po'.
«Dici?»
«Dico...» sussurrò Lauren appoggiando la fronte contro quella della ragazza, chiudendo gli occhi. «Mi piace tanto.»
Camila, sentendosi bene in quell'attimo, chiuse gli occhi anche lei e avvicinò il viso a quello di Lauren, un po' di più.
Il sospirò di Lauren andò a scontrarsi sulle labbra di Camila, il leggero rossore era presente sulle guance di entrambe le ragazze.
Le labbra di Lauren e Camila si sfiorarono di poco ma la prima, tirò lentamente indietro la testa. «Continui ad aiutarmi, per favore?» chiese dolcemente Lauren e Camila alzò lo sgurdo verso si lei, bagnandosi le labbra con la punta della lingua.
«Sì...»
Camila prese il panno e lo bagnò con un po' d'acqua e iniziò delicatamente a pulire il viso di Lauren. Mentre Camila faceva, Lauren rimaneva in piedi a guardarla. «Sei davvero gentile, con me...»
«Nah, io fare piacere. Mi piace aiutare te.» disse un po' freddamente Camila, sospirando di conseguenza.
Jauregui alzò il sopracciglio. «Sembri nervosa.» disse lei accarezzando il suo viso. «Tutto bene?»
«Sì, stare bene... Comunque, pulita.» sorrise un po' Camila e Lauren alzò le spalle.
Camila uscì dal bagno ma Lauren, decise di fermare la ragazza per il polso. «No, signorina.» disse Lauren dolcemente, Camila si girò e guardò prima il polso e subito dopo Lauren, la ragazza la lasciò.
«Cosa?»
«Devi fare il bagnetto.» sorrise.
«Io fare un bel niente.» disse Camila seriamente e Lauren rise.
«No, no. Tu fai il bagnetto che sei piena di tinta per colpa mia.» disse Lauren sorridendo. «Forza, ora mettiamo l'acqua calda e spogliati.»
Camila alzò il sopracciglio e guardò malissimo la ragazza dagli occhi verdi che sorrideva. «Io picchiare?» chiese alzandosi le maniche della maglia.
«No, no. Però, se hai bisogno di una mano per lavare i capelli, posso aiutarti.» sussurrò lei e Camila annuì un po' con la testa.
«Ora, Giargiaghi, uscire.» disse Camila spingendo Lauren fuori dalla porta del bagno.
Lauren ridendo, uscì fuori.
Camila sospirò e si tolse per prima cosa i pantaloni, dopo aver messo l'acqua calda, la ragazza si tirò via pure la maglia.
Il suo corpo, rimase coperto dall'intimo e da una leggera canottiera nera. La ragazza entrò nella vasca con quegli indumenti. Una volta appoggiata la schiena sullo schienale della vasca, la cubana chiuse gli occhi e si rilassò fino a quando l'acqua calda non raggiunse il suo collo.
I suoi capelli erano zuppi, incollati alla sua schiena quasi da farle da seconda pelle. La mano sinistra stava camminando lungo il bordo della vasca, intanto la mano destra tappò il suo naso e il corpo sprofondò nelle acque limpide, senza schiuma.
Emersa dopo un minuto, Camila si guardò intorno e si asciugò gli occhi. Tra non molto avrebbe avuto quella festa. Cosa sarebbe successo? Sarebbe stata in grado di sopportare tutto e tutti? Però, da una parte, era anche contenta di andare alla festa della ragazza più popolare della scuola.
Per Camila, farsi il bagno era un punto perfetto per riflettere sulle cose. La testa di Camila stava esplodendo ma ciò non le importò più di tanto.
La porta si aprì e Lauren guardò le scapole di Camila marcate. «Hey? Sei pronta per lavare i capelli?» chiese Lauren ma Camila negò.
«Io no fatto nulla, ancora... Io pensare.»
Lauren si mise una mano dietro la nuca e si mise in ginocchio davanti a Camila, appoggiando le braccia sul bordo bianco e lucido. «A cosa?»
«Nulla di... Speciale.» disse e Lauren accarezzò la guancia con due dita. «Andare bene a festa?»
«Andrà bene, piccola. Ci sono io, no?» chiese lei e Camila respirò un po' profondamente tirando il naso all'insù.
«Dai, Camz. Lavati e non pensare alle sciocchezze. Quando hai finito, ricordarti di chiamarmi che ti lavo i capelli. L'ultima volta hai allagato metà bagno con la cornetta della vasca.» disse Lauren lasciando un bacio sulla guancia alla ragazza e si alzò nuovamente per poi uscire dal bagno.
Camila ricordò quando aveva allagato il pavimento, non sapeva che la cornetta potesse schizzare tutto.
La cubana, si tolse tutti gli indumenti fradici e iniziò a lavare il suo corpo con un bagnoschiuma che profumava di frutti di bosco. «Mamma mia...» disse Camila mentre spostava la schiuma dal suo petto. «Ah, Okay.» sussurrò. «Io aver trovato tette.» disse appoggiando i palmi delle mani su esso. «Piccole.» rimase sconvolta. «Giargiaghi!»
Lauren arrivò subito da Camila e la guardò. «Dimmi? Hai finito?»
«Guarda, io no tette...» disse girandosi verso di Lauren che immediatamente chiuse gli occhi e indietreggiò fino a cadere dentro una bacinella.
«Copriti!» urlò Lauren con una mano sugli occhi mentre il rossore andava a salire.
«Ma non si vedono...» disse Camila. «Io piatta, bisogno lente di ingrandimento.» disse e Lauren ringhiò nella sua frustrazione.
«Posso lavarti i capelli, sì o no?»
«In realtà... Io chiamato te per tette.» disse la Cabello e Lauren si tirò i capelli.
«A me delle tue tette non mi interessa!» disse in pieno imbarazzo.
«Oh...»
La maggiore dopo aver preso coraggio si alzò e si avvicinò a Camila che iniziò a bagnarle i capelli con l'acqua della vasca.
La piccola invece, prese la cornetta e la guardò curiosa. «Uh.»
«Guai a te.» disse Lauren con voce ferma. «Guai a te se lo fai.» intanto Camila osservava da vicino i buchetti da dove usciva l'acqua e non appena aprì l'acqua, il getto andò sul viso di entrambe. «Cazzo!» urlò Lauren.
«Vagina!» fece lo stesso Camila.
Trenta minuti dopo.
«Camila chiede scusa a Giargiaghi.» disse Camila mentre stringeva il lembo della maglietta bianca a maniche corte – com'era solita a fare –.
«È okay...» disse Lauren mentre stava seduta davanti al fuoco con i capelli completamente bagnati. «Solo che... Quando ti dico una cosa, la devi fare...» disse mentre guardava il fuoco.
«Sì, okay... Camila pentita, triste e triste ancora, ecco.»
«Sei triste due volte?» chiese Lauren alzando il sopracciglio trattenendo un sorriso.
«Sì.»
«E perché?» insistette.
«Perché triste tu, triste anch'io.» disse e il cuoricino di Lauren andò a farsi un giro.
Camila iniziò a giocherellare con Luigi, lanciandogli la pallina di continuo. «Luigino ubbidiente.» disse lei, Lauren intanto stava apparecchiando per la cena.
«Molto, hai visto? Sta crescendo bene.»
«E tu non voler prendere Luigino perché Rottweiler.» disse Camila e Lauren sorrise.
«Ho sbagliato a pensarla così, mi sono ricreduta.» disse dolcemente e Camila lanciò la pallina un'altra volta.
«Immagino che tu volessi chiamare cane con nome da duro.»
«Stavo pensando a Patrick. È un nome carino.»
«Patrick? No. Lui bullo.»
«Ovvio, appunto per questo volevo chiamare il cane così.»
🐶🐶🐶
«Oggi cosa facciamo?» chiese Lauren nella direzione dell'uscita da scuola. Camila le camminava al suo fianco e intanto pensò a cosa fare per passare la serata insieme. «Che sia qualcosa di sobrio, non voglio pitture in faccia.»
Camila in quel momento non rispose, era troppo concentrata nel camminare mentre che pensava a cosa fare poi. «Uh... Aspetta, attimo.»
«Sì, aspetto un attimo.» disse Lauren mentre si reggeva lo zaino sulle spalle.
«Oh, trovato!» disse Camila sorridendo e Lauren alzò il sopracciglio curiosa.
«Davvero? Hai un'idea su dove andare questo pomeriggio?» chiese lei contenta.
«Sì, Lolo.» sorrise Camila e intanto, le due ragazze videro Patrick insieme a Cameron Dallas parlare.
Lo sguardo del ragazzo pieno di acne, era completamente innamorato. «Quella ragazza, Cameron... Quella ragazza!» disse lui. «Ha rapito il mio cuore. È così brava con le rime...»
Camila si trattenne dal ridere.
«Innamorato?» gli chiese.
«Di certo è una ragazza meglio di te, e poi... Chi ti ha detto che io sono innamorato?!»
Lauren si trattenne dal prendere a colpi il ragazzo. «In realtà nessuno, ora noi ci spostiamo.» disse Jauregui prendendo via con sé Camila.
Uscite da scuola, le ragazze incontrarono le loro amiche. Lucia osservò come le mani delle due ragazze erano intrecciate. «Gelosa?» chiese Keana guardandola.
«Io? Nah, stavo osservando un po'.»
Lauren e Camila andarono a casa a mangiare. «Quindi, piccola?»
«Mh?» alzò il sopracciglio mentre ingoiava l'ultimo pezzo di pane inzuppato di sugo.
«Dove andiamo? Prima non hai risposto...»
«Giargiaghi, io e te, andare a Ikea.» sorrise dolcemente e Lauren si mise una mano sulla fronte senza speranza.
Come di parola, Lauren e Camila si trovarono nel grande negozio. «Davvero grande.»
«Sì... E io mi chiedo come ti sia venuta questa idea meravigliosa...» disse Lauren anche se poi adocchiò qualcosa di carino. «Vieni, guarda qui... Ci sono tanti peluche.» disse e Camila si illuminò.
«Scegli quello che ti piace.»
Ovviamente Camila scelse il peluche più bello ma anche quello più caro. Lauren per poco non si buttò per terra.
«Credo che vada bene questo...»
«Lolo, aspetta.» disse Camila mentre raggiungeva Lauren con una sedia e due piccoli cactus finti. «Guarda che carino.»
«Cosa ce ne facciamo di una sedia?» chiese Lauren quasi svenendo.
«Boh... Io pensavo bellina.»
«Beh in effetti lo è... Ma no! Non possiamo prenderci una sedia.»
«Ma... Sedia trasparente... Bellina...» disse appoggiandola per poi mettersi seduta nel mezzo del corridoio.
Lauren sospirò. «Va bene. Ora prendi la sedia e quei due... Cactus.»
«Cactus presi per camera nostra, uno regalo per te.»
Le due dopo aver speso una fortuna, uscirono.
«Non-azzardarti-mai-più.» disse Lauren parlando chiaro e Camila sorrise contenta.
Le due tornarono a casa, Camila contenta prese i due cactus e uno lo diede in mano a Lauren. «Tieni.»
«... Grazie?»
«È un pensiero. Io regalo te.» disse. «Io e te avere qualcosa di uguale.»
La rabbia che Lauren aveva, era andata via in un attimo, Camila sì che la rendeva tranquilla. Non riusciva proprio ad essere arrabbiata con una creaturina così preziosa ed innocente come Camila. «Tu arrabbiata con me?»
«No, perché?» chiese Lauren rilassandosi un po'.
«Sembravi... Insomma, sedia costosa.»
Lauren sorrise con tenerezza e accarezzò il viso di Camila. «No, non sono arrabbiata con te, e poi sembra comoda questa sedia.» disse Lauren sedendosi. «Sì, proprio così.» sorrise.
«Ti piace, cactus?»
«È carino. Lo metto sul mio comodino.»
«Io pure, così io e te uguali.» sorrise Camila euforica e Lauren rise.
Le due ragazze andarono in camera a mettere i cactus sui propri comodini. «Ecco qua.» disse Lauren sorridendo.
«E ora, sedia dove mettere?» alzò il sopracciglio Camila e Lauren si illuminò.
«Vieni, è semplice.»
Camila, seguì Lauren con curiosità. La maggiore decise di prendere la vecchia sedia di Camila e di spostarla lontano dal tavolo mettendo così la sedia nuova. «Ecco qua, Camz.» sorrise Lauren allontanando un po' la sedia dal tavolo. «Prego, vieni.» disse Lauren invitando la ragazza a sedersi.
La cubana si mise seduta sulla sedia e Lauren la spinse dolcemente. «Ecco qua.» disse. «Ora aspettami qui.» sussurrò Lauren e lasciò Camila seduta da sola sulla sedia.
La ragazza rimase seduta e finalmente, dopo trenta minuti, Lauren arrivò con una pirofila che conteneva delle squisite lasagne. «Per la principessa di casa.» sorrise.
«Scongelato?» alzò il sopracciglio Camila.
«Sì... Dai, non rovinarmi le cose.» disse Lauren mentre sporzionava.
«Io no rovinare nulla.» disse Camila. «Quando io cercare gelato, io visto lasagne.» disse. «Ovviamente io no trovato gelato.» sussurrò abbattuta e Lauren si mise una mano dietro la testa.
«Sai che facciamo domani, allora?» chiese Lauren mentre serviva la ragazza.
«No?»
«Domani andiamo a comprare il gelato.»
Per Camila, quella frase era migliore di una dichiarazione d'amore.
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