Capitolo tre. - "Nuove conoscenze."
Camila si svegliò alle 03:30 P.M., ci mise un po' a realizzare che si trovava in una camera del suo appartamento. il medico di famiglia, Cowell, l'aveva aiutata ad accompagnarla a casa, promettendole che due volte alla settimana sarebbe stato da lei per portarle il cibo e le cose che più aveva bisogno.
Era il ventitré dicembre e faceva piuttosto freddo lì. Camila si alzò dal letto e si ricordò di un piccolo particolare. Doveva andare a scuola per salutare Miss. Frangipane. Ricordava quando il medico le aveva detto che era venuta per sapere le sue condizioni, quindi, Camila per ringraziarla sarebbe dovuta andare a scuola.
Non aveva tanti vestiti, quindi si mise un paio di jeans che le arrivavano fino a metà gamba. L'unica cosa che aveva di pulito in quel momento era una camicia che le copriva fino a metà pancia. «Mh, a Camila... Non sta.» Mormorò.
Una volta controllato se ci fosse qualcosa da mangiare, cercò di afferrare una scatola di biscotti dal piano più alto della credenza. Era troppo bassa. «Uffi, malediz...» cercò di arrampicarsi. «Zione...»
Dopo essersi scocciata, decise di usare le maniere forti e di afferrare lo sgabello di legno al suo fianco. Dopo aver preso la giusta misura e dopo aver calcolato la distanza che c'era per toccare il cassetto della cucina, decise di arrampicarsi. Il suo sforzo era immenso, si mise in punta di piedi ma non appena si sporse troppo con il corpo, il suo piede destro decise di abbandonarla e di farla cadere per terra.
Camila si mise con le braccia conserte, sbuffò intensamente. Dopo aver visto un mestolo vicino a lei, nel suo cervellino sorse un'idea che secondo lei era geniale. Camila mise di nuovo lo sgabello nella posizione di prima, prese il mestolo e si mise sopra il piano di legno. Piano piano, si avvicinò la scatola dei biscotti, ma dopo aver esagerato con il mestolo, tutto le cadde addosso e di conseguenza, cadde pure lei con il sedere per terra. «Ssstronzo!» disse con rabbia alla scatola di biscotti.
Camila decise di mangiare i biscottini che erano ancora dentro la scatola. Dopo aver finito, decise di uscire di casa completamente scalza. I suoi piedi sentirono il gelo dell'asfalto, una volta realizzata la questione, decise di entrare di nuovo dentro casa e di mettersi delle scarpe con degli strappi in modo tale da non chiedere ai passanti di legargliele in continuazione.
Chiusa la porta alle sue spalle, la ragazza si guardò intorno, cercando di capire dove andare. Voleva andare a sinistra, ma una volta cambiata idea, andò verso la sua destra. I passi erano lenti, piccoli e un po' traballanti. «Ciao!» salutò lei un passante. «Poootrebbe aiutarmi?»
L'uomo la guardò e si sistemò gli occhiali da vista sul naso. «Certamente... Dimmi tutto.» disse lui con tono contento.
«Conosce una certa Frangipane?» chiese Camila sperando in una risposta positiva.
«Insegna?»
«Proprio così... Vorrei sapere dove.» lo guardò.
«Alla Miami High School, è a qualche isolato da qui... Cammina lungo la strada e poi svolta a destra.»
Destra.
Qual era la destra? «S-scusi... Ancora una cosa.»
«Certo ragazzina, dimmi tutto.» disse lui sorridendo.
«Sa dirmi qual è la destra?»
Dopo averle spiegato quale fosse la destra, Camila Cabello riprese a camminare lungo la strada. I suoi occhietti ammiravano con interesse ogni particolare che la grande città le offriva. Il freddo si faceva sentire. «Tanto freddo.» batté i denti due volte.
Una volta raggiunta la grande struttura, Camila rimase con la bocca aperta. «Wooow.»
Alcuni degli studenti uscivano dalla scuola, Camila si fiondò nella grande folla mentre cercava di deviare i ragazzi che non smettevano di urlare felici.
Per quale motivo lo facevano?
La piccola ragazza cercava di fermare ogni studente ma ognuno di essi, non le rispose. «Scusa, sto cercand... Cercan...»
Molte persone la guardavano male visto che non riusciva ad esprimersi come una persona "normale". Il naso della latina si scontrò sul petto di una ragazza molto più alta.
Dopo essersi massaggiata la punta del naso, guardò attentamente la figura bionda con tanta ricrescita. «C-ciao... T... Ti prego, aiuta...»
La ragazza prese da parte Camila visto che non capiva nulla di ciò che stava per chiederle. «Camila?!» la guardò stupefatta, quasi si mise a piangere dall'emozione. «Come ci sei arrivata qui? Io... Io pensavo che ti trovassi ancora in ospedale.» le prese le mani. «Sono felice, Chancho.» una lacrima rigò lungo la sua guancia.
Camila la guardò e abbassò la testa. Si morse il labbro cercando di ricordarsi chi fosse questa ragazza. Sembrava che si conoscessero da tanto. Un forte abbraccio la travolse, quasi da lasciare Cabello senza fiato.
Dopo che la piccola si staccò dalla presa, guardò male la finta bionda. «Io sono davvero felice che tu sia qui, tu come stai?»
La ragazza dagli occhi nocciola inclinò la testa ad un lato, non capendo chi fosse questa qua. La ragazza al momento misteriosa, la guardava speranzosa. «Ssse s-stai guardando ciò... Ciò che ho in... F...» si morse lingua. «... Ffronte. È un bandana, n-non una garrrza.»
La ragazza più alta sorrise un po' e l'abbracciò ancora. «Mi dispiace tanto per tutto ciò che ti è successo, amica mia...»
Il viso della bassa era completamente affondato nel seno prosperoso della più alta.
Camila, colta dall'imbarazzo, si staccò subito da lei. I suoi occhi ispezionarono i lineamenti tristi della ragazza davanti a lei. «Vorr... Vorrei...»
«Oh certo, dimmi tutto... Cosa c'è?» poggiò le mani sulle sue spalle.
«Vorrei... Ch... Mh... Chiederti un... Una cosssa.»
La ragazza sembra avere un briciolo di felicità in quelle parole, era così pronta ad ascoltarla. «Dimmi.»
«Ma tu, chi... Chi ca... Cazzo sei?»
🐠🐠🐠
«Allora... Dinah...» parlò Camila mentre guardava la bionda finta davanti. «St... Sto cer... Cercando Miss. Frangipane.»
Dinah la guardò e annuì. «Insegna da me, perché la stai cercando?» alzò il sopracciglio e Camila rimase in silenzio per elaborare la frase a dovere.
«Io... Ringrazio lei...» disse mentre guardava con timidezza Dinah. «Lei... Venuta in oss... Ospedale. Voleva vedere... Come...»
«Voleva vedere le tue condizioni di salute?»
Camila annuì dolcemente. «Proprio così.» disse lei e Dinah sorrise.
«Vieni, ti porto da lei.» la prese per mano e andarono nell'aula professori. «Eccoci qui.» la guardò. «Busso?»
Camila annuì un po' timorosa. «S-sì.»
Dinah bussò la porta e non appena uno degli insegnanti acconsentì, la polinesiana si affacciò. «Buon pomeriggio, c'è Miss. Frangipane?»
Il professore, sorrise annuendo, la donna si girò e vide come Dinah le faceva segno di avvicinarsi. I tacchi, non tanto alti, la portarono davanti alla porta. «Miss, chiedo scusa per il disturbo. Ho una persona da farle vedere.»
Gli occhi marroni dell'insegnante, la guardarono con curiosità ma anche con confusione. «Non capisco.»
Una volta uscita, Miss. Frangipane, guardò come Camila alzava la mano. «B-buon pomeriggio, lei... Lei è...»
«Frangipane, sono proprio io... Ciao Camila.» sorrise lei. «Finalmente ci vediamo,» poggiò una mano sulla sua spalla. «Come stai?»
«Sto be... Bene.» disse Camila. «S-sono venuta per ri... Ringra...»
La donna alzò gli angoli della bocca facendo un triste sorriso. «Per cosa?»
Camila aprì gli occhi. «Per... Venuta.»
Frangipane ridacchiò. «Oh, vero. Che sbadata... Non ringraziarmi, ero in pensiero per te, quindi ho deciso che sarebbe stato giusto farti una visita.»
Camila dopo aver elaborato il piccolo discorso dell'insegnante, arrossì. «Grazie... È stata... Gentile.»
«Non devi ringraziarmi, anzi, è stato un piacere vederti.»
Prima che la donna entrasse di nuovo nell'aula professori, Camila decise di fermarla afferrandola per il polso. Dal movimento brusco, la docente si girò. «Sì?»
«Signorina... Io... È ora di... Far lez... Lezione?» alzò il sopracciglio.
«No, Camila. Da oggi iniziano le vacanze natalizie, quindi, ogni studente sta andando a casa.»
Camila si sentì fuori luogo. Guardò la donna davanti al suo naso e si stropicciò un occhio. «Ah...»
«Dai, ora torna a casa.» sorrise.
Camila guardò Dinah. «Mh, m-mi...?»
La polinesiana annuì. «Vuoi che ti accompagno a casa?»
Cabello si sentì illuminata dalle sue parole, annuì per un paio di volte e afferrò la mano della più alta. «A-andiamo!»
Dinah venne trascinata via dalla latina. Camila inciampò sui suoi stessi passi e Hansen ridacchiò. «Aspetta, devo salutare delle mie amiche, vieni?»
Camila guardò storto la ragazza, approvò dolcemente. «Sì.» Dinah andò verso destra per poi uscire, si recò da altre tre ragazze.
«Amiche.» sorrise la polinesiana attirando la loro attenzione. «Scusate ma ho avuto un contrattempo.»
«Non preoccuparti, D.» sorrise una ragazza scura. «Chi hai lì?»
Dinah si spostò e sorrise. «Lei è Camila Cabel-»
«Hey, ma io ti conosco.» intervenne subito la ragazza dai capelli neri e occhi verdi come smeraldi. «Sei la stessa ragazza che ho incontrato in ospedale.»
Camila guardò la ragazza e senza dire nulla la salutò con la mano.
«Ciao, quindi tu sei la famosa Camila Cabello?» alzò le sopracciglia e la ragazza sembrò rifletterci su.
«Credo di sì.»
La ragazza sorrise un po'. «Ah, piacere. Il mio nome è Lauren Jauregui.»
Lauren Jauregui.
Gli occhi marroni di Camila decisero di dare attenzione anche alle altre due ragazze. «V-voi?»
«Io mi chiamo Normani Kordei.» si presentò la nera.
«Io sono Allyson Brooke Hernandez.» sorrise. «Ma se ti è complicato, chiamami Ally.»
Camila annuì. «Nien... Niente scuola?»
«Come?» chiese Lauren.
«No, Mila.» sorrise un po' Dinah ricordando il nomignolo. «Miss. Frangipane te l'ha detto.»
Camila rise e si sbatté una mano sulla fronte. «Ahiahi, è vero.»
Le cinque ragazze abbandonarono l'edificio. Camila stava camminando vicino a Dinah, solo che stavano leggermente distaccate.
Lauren si accorse di un dettaglio.
Camila era in mezzo alla strada mentre guardava come una farfalla bianca stava svolazzando sulla sua testa.
Una Ford si stava avvicinando rapidamente a lei. La piccola rimase immobile, piena di paura.
Lauren con un gesto rapido decise di afferrarle immediatamente il polso e di tirarla verso di sé. «Ma sei pazza?» chiese e Camila la guardò un po', con le lacrime per poi iniziare a piangere forte.
Dinah guardò male Lauren. «Complimenti, l'hai fatta piangere.» disse.
«Non è colpa mia, DJ. Se lei non si fosse messa in mezzo alla strada, non avrebbe rischiato di essere investita.» ringhiò Lauren e Camila cercò di asciugarsi le lacrime.
«È okay, tranquilla.» sussurrò Jane e la bassa annuì debolmente.
«L-Lauren, ca... Cattiva.»
Lauren la fulminò con lo sguardo e Camila si nascose dietro la polinesiana. «M-mi... Mi... Mi picchia!»
«Oh, Camila. Tranquilla, Lauren può sembrare un blocco di ghiaccio ma in realtà è una ragazza dolcissima.» spiegò Ally è Lauren guardò male la più bassa del gruppo.
«Vuoi dire altro? Non sono dolce.»
Ally fece per aprire la bocca per spiegare altre caratteristiche della ragazza dai capelli corvini. Normani la fermò tappandole la bocca in modo che non parlasse in sua presenza.
«Laure... Lauren buffa...» disse Camila ridacchiando un po' e Lauren grugnì e andò via. Il resto del gruppo la seguì.
«Non la voglio in mezzo.» bisbigliò Jauregui a Kordei e quest'ultima la guardò.
«E perché? È una ragazza indifesa, non la conosci nemmeno...»
Lauren sospirò. «Non voglio persone come lei con noi, abbiamo tanti problemi e, non ho voglia di averne anche altri per colpa sua.»
Camila intanto manteneva Dinah per mano mentre faceva oscillare il braccio con il suo. «È una bella giornata, non credi?» chiese la polinesiana.
«Lo cre... Credo!» sorrise Cabello. «Ho av... Avuto pa... Paura io.»
«È normale... Però, la prossima volta cerca di stare con noi.» sussurrò la più alta e Camila annuì un po'.
«Ce... Certo.»
«Ora cosa farai?» chiese Ally mentre le camminava vicino e la guardava dal basso, Camila sorrise divertita.
«Bass... Bassa tu.» sorrise.
«Lo so,» disse Brooke.
«Perché non vieni con noi? Dobbiamo andare al parco.» intervenne Normani. «Sarebbe carino se venissi un po' con noi, non fa bene stare a casa rinchiusi.»
Lauren ringhiò per poi sbuffare pesantemente, stufa di questa situazione.
«Cer... Certo, so... Sono lieta...» disse Camila alla nera e quest'ultima le sorrise.
La ragazza dai capelli corvini, strinse i pugni.
Camila si avvicinò a lei, la guardò con tenerezza. «C-ciao.»
Lauren non le rispose, abbassò il capo di poco solo per ricambiare il saluto. Camila si morse il labbro. «S-so... Sono così... Brutta?»
La maggiore, le rivolse uno sguardo, era profondo. Non le disse nulla. Per Lauren, Camila non era per niente brutta, anzi, era perfetta nelle sue imperfezioni. Lauren Jauregui, l'aveva apprezzata fin dall'inizio.
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