Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo sessanta. - "Principio."

Questo sarà l'ultimo capitolo di questa storia. Spero che siate pronti e che lo leggiate fino all'ultima parola.

------------------------------------

Il corpo gracile di una ragazza era seduto sul materasso di un letto singolo. Il piede era poggiato su di esso e le sue dita erano nell'intento di allacciare le stringhe delle scarpe di una marca non famosa. Il suo labbro inferiore veniva torturato dai suoi stessi denti. Le unghie divorate, indossavano uno smalto rosa confetto. Lei aveva quello stupido vizio, ovvero; di mangiarsi le unghie come non mai, fregandosene del suo stomaco e dei problemi che potessero causare. Era rimasta l'unica a restare in vita, tutti erano scomparsi, tutti non c'erano più, erano morti. I suoi occhi erano spenti, di quella volta non ricordava nemmeno cosa fosse accaduto, né di ciò che accadde prima. Ricordava solo che erano morti tutti. Si alzò un po' dal letto, sbandando leggermente. Non aveva preso ancora la stabilità. Erano passate due settimane, era sveglia da soli cinque giorni, non appena la porta abbastanza spessa si spalancò, gli occhi di un uomo si posarono sul corpo non stabile della ragazza. «Cosa stai facendo?»
Lei rimase a guardarlo, non disse nulla e tornò a sedersi mentre le stringhe erano slacciate. «Credo che tu voglia andare via, vero?» La guardò ancora ma lei rimase in silenzio. «Devi ancora riprenderti, tra un po' le infermiere verranno da te per farti degli eventuali controlli.»

Lei continuava a non rispondere. «So che sei ancora sconvolta per la notizia dei tuoi genitori e del tuo ragazzo.» Sospirò l'infermiere. «Sono cose che purtroppo la vita offre.» Lei lo guardò come se il suo cuore fosse crollato più del dovuto. «Ma vedi, devi stare a riposo.» Continuò il discorso e la ragazza piano piano si tolse le scarpe un po' goffamente. «Con tuo padre eravamo amici, sono stato io stesso a metterti al mondo. Ho aiutato tua madre a farti nascere. È stato emozionate, tu eri davvero piccola, solo che urlavi come una disperata.»

La giovane lo guardò, inclinò la testa guardandolo senza capire. «Io ricordo.» disse Camila guardandolo. «Io dormito tanto tempo e, Camila consape... Consapevole ciò che successo.»
«Come? Allo schianto dell'aereo tu eri già messa male, come può essere?» chiese lui sorpreso e Camila tirò su con la testa, e sorrise dolcemente.
«Io viaggiato?»

«Viaggiato? Camila, dimmi di più.» sussurrò lui prendendo la sua mano e la cubana la strinse dolcemente, facendolo sorridere.
«Io viaggiato con... Testa!» batté le mani.

L'uomo corrugò le sopracciglia e negò con la testa.

«Io come volata, io viaggiato per tutto anno scolastico. Io conosciuto tanta gente.» sussurrò Camila mordendosi il labbro.
«Tanta gente? Tipo?»

«A-Allyson chiamata Ally o... Allysus, Norman... Normani e... Lauren.» sorrise un po' dicendo il suo nome. «Io amare Lauren Jauregui.»
«E chi è?»
«Una ragazza... Bella per me, io innamorata. Lei avere occhi verdi e capelli neri. Lei prima non sopportarmi, ma poi, lei andata a cercare me per Cuba.»

«Perché, eri a Cuba?»
«Io... Io litigato con lei. Ricordare che lei non mi amava perché io... Malata.»
«E poi?»
«Io partita.» disse. «Io andata a Cuba da mia nonna... Mercedes. Lei volere insegnare a riprendere memoria.»

«Cos'è successo però?»
«Io scoperto Rana Del Ley, grazie a Lauren. Io andata al concerto, una sera. Lauren cercava me, aveva trovato il mio sguardo tra tanta... Gente.» disse parlando piano cercando di non sbagliare. I suoi ricordi, il suo viaggio mentale, lo ricordava perfettamente. Questo però, era solo una specie di sogno.

Lauren era diventata un sogno.

Ally lo stesso.

Normani lo stesso.

Dinah, no.

Dinah l'aveva conosciuta, ed erano amiche per davvero. Chissà se Lauren e le altre due amiche fossero state reali. Camila era pazza, sì. Ma veramente si era affezionata a quelle amicizie così vere nonostante fossero invisibili.

Questo viaggio le aveva dato veramente tante cose. Ricordava come erano morti i suoi genitori, come stava per morire lei, com'è morto il suo fidanzato.

Lei non poteva più scordare queste cose che ormai erano rimaste impresse dentro di sé.

«Beh, Camila... Lo sai che queste persone che hai conosciuto sono il frutto della tua immaginazione?» chiese lui e Camila annuì.
«Io sapere. Io preso cane, quando con Lauren Giargiaghi, insieme.»
«Chi è ora Lauren Giargiaghi?»
«La ragazza che amavo.»

Camila sorrise tristemente e si passò una mano tra i capelli, con fare molto perplesso. «Io... Conosciuta qui, in ospedale.» mormorò con le lacrime agli occhi. «Lei... Triste.»

Il medico si sistemò i capelli con fare sconvolto, perplesso.

«Non... Io non capisco.» mormorò. «Che è successo?»
«Lei avere fratello in ospedale, qui.» disse. «Io sicura di ricordare che lui... Qui.»

«Come si chiamava? Da ciò che hai "vissuto", ricordi?»

«Io, sì.» annuì Camila. «Lui Chris... Chri... Christopher. Christopher Jauregui.» disse facendo un po' di fatica a causa del nome leggermente complicato.
«... Io avevo già sentito questo nome.» disse il medico pensandoci. «Mi toccherà chiedere a qualcuno.» disse lui. «Ma tu resta qui a riposare, Camila. Non voglio che ti alzi per nessun motivo.»

Camila si morse le labbra e si passò una mano sulla fronte bendata. «Sì.»

Il medico decise di lasciare Camila. Non appena la ragazza si accorse che ormai era da sola, decise di guardare la televisione e di alzarsi completamente dal morbido materasso. Camminando mentre cercava di metterci tutta la forza del mondo, arrivò a destinazione, di fronte alla finestra.

Quando Camila vide come Lauren era così presente nella sua vita, pensò che svegliarsi da quel coma, sarebbe stato inutile, alla fine.

Camila avrebbe preferito dormire in eterno pur di rimanere con l'amore della sua vita.

Camila avrebbe preferito andare in quel posto preferito, a vedere le stelle con Lauren. Lei avrebbe voluto parlare ancora una volta dei suoi genitori.

Una lacrima rigò sul suo viso, Camila non aprì la finestra per far entrare gli uccellini nella stanza. Camila non voleva più le scarpe slacciate e problemi, Camila non poteva più fare nuove conoscenze.

Camila non poteva ridere delle anatre, Camila non voleva più ricevere i regali se non fatti da Lauren... Camila si poteva svegliare ancora una volta alle 03:00 A.M., a causa di un incubo.

Cabello non poteva più stare insieme con Lauren, Camila doveva superare da sola la paura delle cavallette, doveva anche imparare che gli aquiloni non sono aquile.

Camila non poteva adottare un nuovo amico da sola, non voleva ritornare più a scuola...

Tante cose Camila non poteva più fare, tanto era il dolore che stava sentendo da quel momento in cui aveva aperto gli occhi e si era svegliata.

Camila voleva ripetere ogni cosa, ma realmente. Camila non voleva che questo fosse solo un bellissimo sogno. Lei voleva vivere con quella ragazza con i capelli lunghi e neri dagli occhi verdi e profondi.

La cubana sbatté la fronte sul vetro. Sperando di tornare normale.

Nel suo viaggio dissero che sbattendo la testa, lei sarebbe tornata normale.

I sogni a volte erano bastardi.

Camila non era tornata normale nonostante tutti i colpi che si stava dando alla testa.

La porta si aprì e il medico di prima la prese con fermezza e la tirò a sé. «Basta! Che sei impazzita?»
«Lasciare, io visto nel viaggio che con un colpo in testa io brava, io tornare normale.» disse disperata e l'uomo la portò a letto.
«Camila, non porta a niente una cosa così. Sono cose che capitano solo nei film, solo nei cartoni animati. Tu hai visto che con un colpo alla testa, sei tornata normale. Ma questo significa che lo desideri così tanto fino a portarti a sognare. Ascoltami, tu riprenderai conoscenza.»

«Sempre detto, a me.»

«E comunque, io conosco un certo Christopher. È in coma.» sussurrò il medico e Camila alzò le sopracciglia sorpresa.
«Io vedere!»
«C'è una ragazza. I suoi capelli sono neri e ha gli occhi verdi. I più belli che abbia mai visto, al momento.» spiegò e la Cabello sorrise con amore e si mise a piangere dalla contentezza.

Non era poi così male.

«Io volere vedere.» disse guardando l'uomo.
«Vado a chiamarla, se vuoi.» disse il medico e Camila annuì due volte, contenta di ciò che stava per accadere.

🌊🌊🌊

«Eccoci, se ha bisogno di qualcosa, mi trova fuori.» disse l'uomo lasciando una ragazza davanti alla porta chiusa.
«Okay...» disse occhi verdi confusa. Abbassata la maniglia, questa ragazza decise di entrare e di chiudere la porta alle sue spalle.

«Ciao?»
«Lauren!» Camila si alzò e non appena si mise a correre, cadde di colpo, sbattendo il viso.

Lauren l'aiutò subito a rialzarsi. «Ciao... Ci conosciamo?»
«Sì! Io sì. Tu no.» rise Camila e abbracciò forte la ragazza che considerava come se fosse l'amore della sua vita.

«Beh... Non avevo dubbi.» disse Jauregui. «Come fai a conoscermi?»
«Tu qui per tuo fratello. Io conoscerti. Io e te, passato tempo insieme.» sorrise. «Tanto tempo.»

Lauren si mise una mano tra i capelli, non sapendo bene cosa dire. «Credo che tu... Mi abbia confusa con un'altra persona.» le disse ma Camila la guardò con rabbia.

«Io innamorata solo di Lauren Michelle Jauregui, impossibile che io, innamorata di altri. Tu... Tu non ricordare di me, io sì, io stata con te, noi fatto l'amore con nostre anime. Noi unite per una notte.»

Lauren guardò bene Camila e socchiuse gli occhi.

«Hai un viso conosciuto.» disse Lauren e Camila le afferrò la mano. «Ma...»
«Io... Io conoscere Ally, Dinah e Normani.» disse la Cabello con le lacrime agli occhi. «Io viaggiato con voi mentre io in coma.»
«In pratica... Mi stai dicendo che, mentre dormivi, la tua testa era in un universo e stavi con noi?» chiese Lauren cercando di spiegarsi, Camila non tardò a rispondere.
«S-sì!» disse. «Tu non sopportare Camila, io malata. Tu volere le donne, ma non me.»
«Io amo le donne.» disse Lauren pensandoci ed entrò in ansia. «Ma che cazzo... Perché non ti volevo?»
«Perché io malata. Tu nella tua vita non volere una ragazza sc-scema.»

Lauren corrugò le sopracciglia. «È strano... Io non sono così.»
«Io non dire che tu essere così. Tuo carattere cambiato durante nostra conoscenza. Tu amato me, alla fine. Nostra storia era complicata.»

La ragazza maggiore rilassò le spalle, ormai curiosa di Camila. «Wow. Sono molto sorpresa. Dimmi il tuo nome.»
«Camila Cabello.»
«Okay, Camilla Cabello.»
«Ugh! Nooo!» disse Camila mettendo il broncio. «Cameela Cabeyo!» disse e Lauren rise alzando le mani.
«Okay! Non voglio stuzzicarti.» disse. «La tua famiglia verrà?»
«...»

Lauren inclinò la testa. «No?»
«Mia famiglia morta, in incidente.» sussurrò. «Io andare a Cuba.»
«Hai origini cubane?»
«Sì.»
«Io pure.» sorrise Lauren. «Senti, facciamo una cosa.»
«Uh?»

Gli occhi verdi si spostarono da un'altra parte. «E se... Venissi da noi?»
«Se mamma Clara vuole, sì.» rise Camila e Lauren ridacchiò divertita.
«Glielo chiederò. Mi piacerebbe sapere di più su questo viaggio.»

Camila sorrise. «Io volere passare tempo con te come passato nel viaggio.»
«Io credo di averti già vista in un mio sogno. Ricordo che eri con me, io ti dovevo proteggere. Poi non lo so, ci ho provato tantissimo e sei sparita davanti a me.» disse Lauren. «Per questo avevi un viso conosciuto, ma non sapevo il tuo nome.»
«Io ultima volta che visto te, ero in ospedale. Tu poi sparita davanti a me.»

Rimasero in silenzio.

«Ricordo.» disse Lauren. «Beh, che dici di vedere come vanno le cose tra noi?»

Camila sorrise.

Lauren non conosceva Camila, ma era come se le due si conoscessero da una vita. Lauren aveva deciso di prendersi cura della Cabello, il suo cuore voleva quello. Voleva fare del bene per quella ragazza.

Camila conosceva Lauren, Camila aveva deciso di seguire Lauren perché anche il suo cuore voleva quello.

«Io aspettare te qui, allora.» sorrise Camila. «Io aspettare te su letto di ospedale, come al... Principio.»
«Dove ci siamo viste la prima volta, nel tuo viaggio?»
«In ospedale.» ripeté Camila. «Qui.»

«È il destino?»
«Un delfino?» chiese la Cabello.
«Destino.» ribatté la grande.
«Delfino.»

Lauren rise e si sollevò. «Va bene, Camila.» disse. «Allora penso che questo destino-delfino sarà bello se verrà affrontato nel giusto modo in compagnia.» sorrise. «Vieni e viviamolo insieme.»

«Io venire con te, Lauren.» sussurrò Camila. «Io aspettarti.»

Una volta che Lauren abbandonò la stanza, Camila si rialzò e aprì la finestra, facendo entrare gli uccellini.

L'attimo era giunto. Il principio era iniziato per una seconda volta. Camila poteva riviversi il suo sogno, l'unica differenza era che poteva giocare le carte nel modo giusto.

Ora doveva aspettare solo Lauren e piano piano, la sua vita sarebbe stata una sorta di replay.

Lauren in realtà, l'accettò dal primo istante, quella era la Lauren che avrebbe sempre voluto conoscere.

La cicatrice sul suo cuore, era sparita.

Non ci sarà nessun "OH YEYEYEYEYE", non ci saranno scleri ma solo parole, adesso.
Come avete ben visto, la storia è giunta al termine con ben sessanta capitoli. È stata una storia lunga e faticosa, ricca di divertimento ma magari anche di verità. Dico, fieramente, che questa storia la amo, che mi sono legata tantissimo.
Avevo pensato al classico finale, le due che scampano da tutto e da tutti e che restano per sempre felici e contente.
Non so come mi sia venuta sta idea, insomma, il fatto che questa storia alla fin dei conti, non è stata reale al quel punto, che quella storia era semplicemente il frutto dell'immaginazione di Camila.
In poche parole, Camila ha anticipato il suo futuro con il suo viaggio.

Spetta a voi, ora, pensare come saranno andate le cose. Se Lauren avrà deciso di prendere con sé Camila, o no. Non ci sarà un epilogo, la storia finisce così. Spero vivamente che vi sia piaciuta, che abbiamo riso e abbiate provato quelle emozioni forti.

Vi ringrazio.

-giargiaghi.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro