Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo quattro. - "Anatre."

«Non capisco cosa stia facendo.» disse Lauren freddamente mentre Camila era piegata in avanti senza pudore.
«Sinceramente, nemmeno io...» commentò Normani al suo fianco per poi sorridere dolcemente.

Lauren si avvicinò a Camila, quest'ultima si alzò e guardò la maggiore. Un piccolo sorrisetto le si formò in viso. «Ciao!»

«È la settima volta che mi saluti nel giro di questa giornata. Se mi saluti un'altra volta, giuro che...»
«Ti abbraccia.» intervenne Dinah guardando male Jauregui che incrociava le mani e sbuffava fortemente.

Lo sguardo di Camila si illuminò di immenso e sorrise dolcemente alla ragazza vestita di nero. «Ciao!» urleggiò. Il viso di Lauren si colorò di rosso, la rabbia era riuscita ad arrivare fino al suo cervello.
«Non salutarmi!» urlò a denti stretti mentre si tirava i capelli dalla rabbia. «Non ne posso più di sentirti salutare.»

Camila sorrise divertita dalla reazione della maggiore. Il viso della corvina si girò di scatto rimanendo in silenzio, ebbe immediatamente un'espressione basata su tanta confusione. «Eh?»

La cubana più piccola caricò un lancio. Dopo aver portato la mano destra davanti e di aver lasciato che le volasse qualcosa, Lauren si accorse di un altro particolare.

Camila aveva colpito un'anatra con un sassolino. «L'ho colpita.» disse contenta.

Lauren guardò come Dinah alzava le mani come per dire: "«Io non ho fatto niente.»"

Sbagliato.

Dinah aveva assai paura delle anatre.

«Le hai detto tu di lanciare la pietra?» chiese Lauren prendendola in disparte.
Dinah sospirò. «Laur, è okay. Sei troppo rigida con lei, dovresti essere più fluida; ha bisogno di divertimento e tu glielo stai impedendo.»

Alle parole di Dinah, Lauren - dannatamente nervosa - decise di aprire la bocca in questione, non voleva perdere. «Dinah Jane Hansen, Camila può far del male se si mettesse a lanciare pietre, capisci? Non c'è con la testa e non vedo il perché deve far male agli altri quando possiamo benissimo tenerla tranquilla.»

La polinesiana, ringhiò, ma non lasciò - ovviamente - Lauren per vinta. «Intanto, specifica,» disse. «Le persone che stanno tenendo Camila qui in questione siamo io, Normani e Ally. Tu non fai altro che sbuffare e mandare tutto all'aria.»

Gli occhi di Lauren bruciarono. «Sì, parli tanto ma guarda un po' cosa stanno facendo lì.» disse Lauren indicando Camila e Ally per terra a rotolare tra le poche foglie presenti. «Se quello è normale per voi, allora cercherò di farmelo sembrare normale anche per me.»

«Lauren... È semplicemente divertimento, cosa che tu - purtroppo - hai perso da quando tuo fratello è stato ricoverato in ospedale.» disse. «Puoi divertirti anche tu, Laur.»

Lauren si mise una mano tra i capelli e sospirò pesantemente. «Cristo... Non ne posso più di questo casino, D.» disse lei con fare distrutto. «Ho il cuore che non so dirti, infranto e per favore, non parlare di Chris.»

«C-Chris?» si tirò su la ragazza mentre alcune foglie erano incastrate tra i suoi capelli. Camila la guardò. «Os... O-ospedale?»

Lauren socchiuse gli occhi. «Sì, Camila. Il giorno che ti ho vista per la prima volta, ero a fargli visita. Ho così paura di poterlo perdere.»

Camila la guardò e rimase a pensare. «Lau... Lauren.» la chiamò lei con voce che le tremava. «No... Non devi av... Avere paura se le... Le persone van... Vanno via s-senza una colpa. Devi aver p-paura quando le persone decidono di f-farlo di propria volontà.» disse lei e Lauren rimase senza parole, annuì un po', lentamente.

Normani si mise seduta per terra, davanti al piccolo laghetto presente. «È strana la vita, non credete?»

Ally si mise vicino alla nera e la guardò un po'. «Perché dici questo?» chiese.
«Non lo so, sai? È strana.» sorrise. «In senso positivo ma anche negativo.»

Camila si grattò la testa e si mise vicino a Normani. «N-nooo.»

«Cosa "no"?» alzò le sopracciglia sorpresa.
Camila scosse la testa. «La vita... È bella.» disse piano prendendo la mano della sua amica. «Anche l-le br... Brutte cose p-possono por... Portarci a quelle belle.»

Lauren si mise seduta in solitudine, lontana da Normani, Ally, Dinah e Camila. Davvero non bisognava aver paura delle persone che vanno via senza una colpa? Questo era assurdo.

Gli occhi verdi di Lauren si posarono su Camila che stava solleticando Normani. Quella ragazza era così complessa che non sapeva cosa dire o cosa fare. Non sapeva niente su ciò che le accadde, quindi decise di chiamarla. «Camila!»

La piccola cubana smise di giocare con Normani e dopo aver incontrato lo sguardo di Lauren, le sue gote si colorarono di rosso e il sorriso più smagliante riuscì a spuntare come il sole ogni mattina.

Con una mossa veloce, Camila si mise in piedi e dopo aver quasi perso l'equilibrio, si avvicinò a Lauren che sorrideva leggermente, con imbarazzo. La piccola si mise vicino a lei e sorrise. «Ciao!»
Lauren roteò gli occhi. «Ciao.»

Camila aprì la bocca per dire altro ma Lauren alzò la mano per farla star zitta. «Vorrei... Vorrei chiederti una cosa, posso?»

Cabello ci mise un po' a collegare, ma accettò comunque. «Dimmi...» disse stringendosi le mani per poi abbassare la testa, ansiosa.
«Cosa ti è successo?»

La ragazza alzò la testa velocemente rimanendo sorpresa dalla domanda di Lauren. Il suo sguardo era spaventato e un grosso vuoto di memoria le si piazzò davanti. Gli occhi marroni della piccola divennero lucidi e pieni di dolore. Lauren la guardò e appoggiò la mano sulla sua spalla. «Respira.» le disse.

«Io... Io... Io...»

«Tu, tu, tu?» la guardò Lauren sorridendo un po' e Camila ridacchiò divertita. «Cosa?»

«R... Ricordo... Ricordo... Ricordo...»

Lauren respirò profondamente. «Cosa? Cosa ricordi, Camila?»

«Niente... Niente...» disse. «Un aereo...»

Lauren guardò come Camila aveva iniziato a piangere senza sosta, sospirò un po' e l'avvolse tra le sue braccia e la coccolò per bene. «Un aereo. Cosa è successo?»

«Volavo... C... Con mia famiglia... Io... Aereo c-caduto e boom.» disse lei. Lauren sorrise un po' vedendo come il linguaggio della ragazza diventava piano piano infantile.

«E poi...?» chiese Lauren.
«Mor... Morti tutti.» disse Cabello parlando chiaro. «Morì a... Anch'io.»

Lauren corrugò le sopracciglia. «Non sei morta, Camila.» disse accarezzandole il viso, con i pollici le asciugò le lacrime che non smettevano di rigare lungo le sue guance. «Sei qui con noi.»

«Io... Io sono morta...» disse. «Il mio cuore... È morto con i miei genitori...»

Lauren spalancò gli occhi. «Sono morti?»

Camila si mise una mano sulla fronte e annuì. «Morti.»

Lauren strinse Camila a sé, coccolandola. «Va tutto bene.» disse.

🌼🌼🌼

Camila da quel momento non aveva più parlato. Era rimasta in silenzio anche se, qualcosa era cambiato. Lauren stava vicino a Camila. Il suo braccio rimase attorno al suo collo e ogni tanto le diceva qualche battuta in modo da farla sorridere almeno un pochino.

Dinah e Normani, rimasero dietro di loro, guardando la scena mentre sorridevano. Ally stava davanti a tutte mentre parlava da sola come era solita fare.

«Allysus, di cosa stai parlando?» chiese Lauren e Camila la guardò con confusione.
«A-Allysus?» chiese confusa la piccola.

«Oh Dio, mio pastore, non manco di nulla, cosa mi aspetta domani mattina? Tra un po' è Natale e nascerà il nostro Cristo redentore.» disse guardando il cielo che, piano piano si annuvolava.

Dopo aver regalato un'abbondante pioggia alle cinque ragazze, queste si trovarono al riparo sotto una cabina. «Ringrazia Dio, Ally.» disse Lauren arrabbiata.
«Grazie Dio, per la tua pioggia quotidiana.»

«Allyson Brooke!» urlarono tutte all'unisono.

Una volta finita la fastidiosa pioggia, tutte si spostarono. Lauren era con Ally; Dinah, Normani e Camila erano insieme.

«Le giornate così sono veramente noiose.» disse Mani mentre evitava le pozzanghere. «Voglio di nuovo l'estate.»

Camila si morse le labbra e socchiuse gli occhi.
«Tu non vorresti?» chiese sempre Kordei. Camila negò subito con la testa, ripetutamente.
«N-No,» iniziò a dire. «Ricordi... Io... Io morta.»

Lauren, che era davanti, strinse i pugni sentendo quelle parole.

«Morta?» Normani corrugò le sopracciglia. «Come sarebbe a dire?»

«I-»

«Chancho, potresti andare da Ally e Lauren?» chiese Dinah sorridendo e Camila approvò la richiesta della polinesiana.

Dopo essere rimaste sole, Dinah guardò Normani. «Mani, Camila ha subito un incidente orrendo, lei si definisce morta perché... Anche i suoi genitori sono morti, solo che loro lo sono davvero.» spiegò a bassa voce.

«Cioè?»
«Camila, quest'estate, era partita con la famiglia per il suo paese natale: Cojimar. Qualcosa però, durante il volo, è andato storto.» spiegò. «L'aereo è precipitato quasi subito.»

Normani ebbe un'illuminazione. «Quindi... Camila era presente su quell'aereo? Insomma, quello in cui i telegiornali ne parlavano tanto?» alzò le sopracciglia per poi guardare Camila che con i piedi calpestava le pozzanghere.

Dinah annuì piano, sospirò. «Camila ha perso la madre, il padre, la sorella e il suo fidanzato.» disse. «Ti dice qualcosa il nome: Duncan Crawford?»

Normani spalancò la bocca. «Lui? Erano fidanzati?» si mise le mani tra i capelli. «Cazzo, non ci posso credere» urleggiò. «Era un bel ragazzo...»
Dinah sorrise un po'. «Già, ma sai una cosa? Camila non era mai stata convinta di questa loro relazione, non che lui le mettesse le corna ma, era Camila il problema.»

Mani e Dinah camminarono piuttosto lente rispetto alle altre tre ragazze. «Più che altro, non era un vero problema.» disse. «Mi parlava spesso della loro relazione, le cose non erano mai positive, anzi, erano complessi mentali.»

La nera alzò il sopracciglio e Dinah annuì un po'. «Non so a cosa si rivolegesse con "Cheechee, non sono sicura di ciò che stia per fare, non credo di essere innamorata realmente".» spiegò Dinah e Normani si mise una mano sulla guancia.
«Perché non le parli?» chiese ma la polinesiana negò.
«Non vorrei che soffrisse ancora al ricordo di Duncan. Ne parleremo più avanti, ma non ora.»

Raggiunte le amiche, Camila sorrise. «Ciao.»
«Ciao, Camila.» risposero insieme Dinah e Normani. «Stai bene?»

Camila annuì piano. «V-voi?»

«Tutto bene.» rispose Dinah.

Ognuna andò verso casa sua, Lauren e Camila, però rimasero ancora insieme. «T-ti piace... Il pane...?»

Gli occhi verdi di Lauren analizzarono l'espressione indifesa della piccola. «Come, scusa?»
«T... Ti piace il pane?» ripeté Camila sorridendo.
«Che razza di domanda è?»
«Te lo... D-dico perché così... Possiamo parlare... Di... Di... Qualcosa.» mormorò Camila.

Lauren sorrise un po'. «Sì, mi piace il pane e a te?» chiese alzando il sopracciglio e la piccola annuì due volte.
«Mooolto.» sorrise. «L-Lauren.» la chiamò ancora e la maggiore sospirò.
«Dimmi.»
«Tu...» si morse il labbro. «Tu non... Andrai via... Da me, vero?»

Lauren sospirò e negò con la testa. «Non vedo del perché dovrei...» disse lei. «Sei mia amica.» Camila, alle sue parole, si sentì veramente bene. «Ah, senti... Ci stavo pensando giusto prima.»

Gli occhi marroni guardarono Lauren con tenerezza ma anche con una certa curiosità. «Stavo pensando che... Siccome tra pochi giorni è Natale, ho pensato che sarebbe stato carino se decidessi dove passarlo.» disse. «Nessuno si merita di stare da solo la notte di Natale.»

«Da te.»

«Come?» Lauren la guardò e Camila annuì tre volte.
«Io, passare Natale da... Da te.»

Lauren strizzò gli occhi e strinse i denti.
«S... Stai... Stai facendo l'espressione di una... Di una persona che ha a-appena schiacciato la cacca.»

Lauren si mise una mano tra i capelli, sorrise un po'. «Allora, sei d'accordo di stare da me?» chiese mentre i suoi piedi la portavano a casa.

Una cosa però mancava, ed era Camila.

La ragazza si era fermata alcuni passi prima e si era messa seduta sul marciapiede. Lauren si guardò indietro e la vide. Dopo essersi avvicinata a lei, Camila alzò lo sguardo e incrociò gli occhi con i suoi.

«Va... Va tutto bene?» chiese Lauren e Camila rispose chiaramente di no.
«Ho... Il... Il medico.»
«Hai il medico?» domandò ancora Jauregui e Camila urlò fortemente facendola cadere all'indietro dallo spavento.

«Io... Io non bene! Io... Io arrabbiata e sbalzo di... Umore!» disse alzandosi. Lauren fece lo stesso e si avvicinò ancora una volta alla cubana più piccola.
«Hey, va tutto bene.»

Dette quelle parole, Lauren l'abbracciò e la fece tornare tranquilla, di nuovo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro