Capitolo diciannove. - "Malintesi."
«Sono così contenta di vederti, fratellino mio.» sorrise Lauren mentre accarezzava la guancia del ragazzino disteso sul letto. «Ancora non ci credo che tu... Insomma, sei sano e salvo.» sorrise Lauren mentre lo coccolava.
«Sono... Contento anch'io, Lauren.» sorrise lui. «Chi è quella la giù?»
Camila era seduta sulla sedia di plastica, era impegnata a pregare, la sua testa era china ma le sue parole, erano decisamente insensate. «Lei è Camila, la mia nuova amica. Purtroppo non l'hai ancora conosciuta.» sorrise Lauren e guardò Camila. «Camz, vieni?»
La piccola non la sentì, era impegna a rimanere con la testa bassa e a pregare senza sosta. «Perdonala.» sussurrò Lauren e lui la guardò con aria confusa.
«Perché fa così?»
«Spera che i genitori tornino da lei, ma è impossibile.» disse Lauren con dolore. «Purtroppo, sono morti e lei è... È una demente.» sussurrò cercando di non farsi sentire da Camila e per fortuna, non la sentì. «Ora arrivo.»
Lauren lasciò Chris e si avvicinò a Camila che si oscillava lentamente mentre rimaneva con la testa basta, intanto, le sue parole, diventavano sempre più frequenti e veloci, ma anche incomprensibili e senza un senso compiuto.
«Hey,» attirò la sua attenzione. «Lauren parla Camila, ripeto, Lauren parla Camila.» disse imitando un astronauta, la Cabello alzo il viso e vide come Lauren la guardava con un filo di tenerezza.
«Dimmi!» sorrise.
«Che ci fai qui, tutta sola?» alzò il sopracciglio e Camila si morse il labbro, abbassò la testa e pensò un po' a cosa rispondere.
«Io... Pregare.» disse. «Così aiuto i miei genitori a venire da me, come detto Clara.»
Lauren negò. «No, non c'è bisogno, i tuoi genitori stanno bene, in un posto migliore da tutto questo.» sussurrò mettendole una ciocca di capelli dietro la testa. Camila chiuse gli occhi al suo contatto.
«Quindi, non torneranno più?» il suo labbro inferiore tremò di poco, Lauren glielo accarezzò con il pollice. «Loro, lasciata?»
«Piccola, non c'è bisogno di piangere, sai che ora sei con me.» sorrise abbassandosi e Camila scontrò la fronte con la sua, con tenerezza. «Io ci sono, per te.» sussurrò.
«Grazie, Lolo.» sussurrò Camila e baciò la guancia di Lauren, con tenerezza.
Lauren si alzò e guardò Camila. «Andiamo, c'è un persona che vuole conoscerti.» le porse la mano e Camila l'afferrò immediatamente. «Vieni.»
Camila venne portata verso il lettino, la distanza dal letto alla sedia dove era seduta prima, era davvero poca. La cubana si avvicinò timorosamente al letto e guardò come il ragazzo aveva gli occhi puntati su di lei. Si sentì imbarazzata e un po' a disagio.
«Siediti.» disse Lauren sbattendo di poco la mano sul materasso del letto dove era disteso Chris.
«Io? No. Disturbo...» sussurrò Camila ma Lauren ovviamente negò.
«No.» le accarezzò la nuca e Camila accennò un piccolo sorriso e si mise seduta al bordo del letto.
Chris guardò con attenzione Camila, quest'ultima si stava mordendo le labbra senza sosta. «Ciao, io mi chiamo Christopher.» sorrise cercando nascondere il leggerò dolore che stava provando.
«Oh, oh... Oh! Io... Oh... No Lauren, io imbarazzo, io vado via.» disse Camila imbarazzata ma Lauren poggiò le mani sulle sue spalle e la guardò negli occhi.
«Non vai da nessuna parte, ora presentati.» disse con tono rassicurante e Camila annuì un po' e si mise seduta.
«Ciao... Chiamo Camila.» sussurrò e Chris annuì. «Camila Cabello, al completo.»
I due ragazzi risero e Camila rilasciò un sorriso tenerissimo, sentendosi fiera di aver divertito Lauren e Chris.
«Sei molto simpatica, Camila.» disse Chris mentre si passava una mano tra i capelli lunghi e disordinati.
«Oh? Davvero?» chiese non smettendo di sorridere e il ragazzo annuì con tenerezza.
«Proprio così, quanti anni hai?»
«Tanti, ma ne dimostro pochi.» disse Cabello e Chris negò con la testa. «Lauren, quanti anni ho?» chiese lei guardando la ragazza dai capelli corvini.
Lauren sorrise mentre giocherellava con un braccialetto colorato. «Hai diciotto anni, Camz. Ti ricordi quanto ne ho io?»
«Diciannove.» sorrise. «Lolo ha anno in più di me.» guardò il ragazzo che sorrideva un po' sforzato. «Perché sorridi così? Hai una paralisi facciale?» chiese mentre inclinò la testa, Lauren invece guardò male il ragazzo.
Dopo varie chiacchiere, il pancino di Camila iniziò a brontolare. «Ouch, famina...»
«Vieni, ti accompagno in un posto meraviglioso.» sorrise Lauren prendendo la mano di Camila.
Lauren aspettò Camila alla fine delle scale, la piccola piano piano scendeva.
Una volta messi i piedi per terra, si guardò intorno. «Io vedo muri.» disse sussurrando. «Pensavo di essere l'unica ad avere problemi, anche tu non scherzare.» rise forte dopo aver realizzato ciò che aveva appena detto.
«Scema... Guarda lì.» indicò i distributori delle merendine. «Hai detto che hai fame, no? Ti ho portato dal cibo.»
«Oh! Meraviglioso!» disse urlando e correndo per il corridoio dall'eccitazione. «Dai, apri, voglio tutto.» disse Camila con emozione mentre appoggiava le mani e il viso nel vetro.
«Ehm, non si apre.» disse Lauren guardando come la felicità di Camila si smontava in un lampo. «... Devi metterci i soldi, senza questi, le merendine non scendono.» sussurrò mentre prendeva dalla tasca, il portafoglio. «Vieni qui.»
Camila era pronta per dare un calcio al distributore, ma non appena udì quelle parole, decise di avvicinarsi a Lauren e di lasciar perdere la sua rabbia. «Che devo fare?» alzò le sopracciglia, intanto Lauren cercava qualche moneta da inserire.
«Tieni.» dopo aver trovato la monetina, prese con sé Camila e avvicinò la sua mano alla fessura. «Metti la moneta qui.» sussurrò al suo orecchio e Camila lasciò che la moneta venisse risucchiata dalla macchina.
Sentito il leggero tonfo, Lauren passò la mano sull'addome di Camila, che si irrigidiva leggermente. «Ora che la moneta è scesa, premi il sette e poi il tre.» disse guidando la ragazza a premere i giusti tastini.
La bottiglietta d'acqua iniziò a venire giù fino a fare un bel botto. «Ora abbassati e spingi questo sportello, l'acqua è lì.» sorrise dolcemente Lauren e Camila la guardò e ricambiò altrettanto.
La minore si abbassò e cercò di spingere lo sportello, intanto Lauren, stava dietro di lei, con l'intimità leggermente premuta sulla natica destra della piccola cubana.
Lauren inclinò la testa all'indietro, cercando di acchiappare più capelli possibili in modo da farci una bella coda, Camila invece, – dopo aver recuperato la bottiglia – rimase concentrata e con la bocca schiusa, mentre cercava di capire come funzionasse il distributore.
Solo che...
«Oh signore, ma vi sembra questo il modo?!» chiese un'infermiera mentre accelerava il passo verso le due. Lauren la guardò terrorizzata. «Fare azioni sessuali in un ospedale! Chiamo i vostri genitori!» gridò e Camila si mise dritta con la schiena, facendo combaciare la schiena con il petto di Lauren.
«Signora... Non capisco di cosa lei stia parlando.» intervenne Lauren arrossata. «Non stavamo facendo niente.» l'infermiera rise alle sue parole ma negò subito con la testa.
«Ah no? E cosa mi dice della ragazzina abbassata, con sguardo fermo, concentrato e con la bocca aperta? E lei con il suo basso ventre premuto sul suo didietro e con la testa inclinata all'indietro?!» chiese parlando velocemente.
«No guardi... Ci dev'essere sicuro un malinteso,» cercò di dire Lauren mentre Camila rimaneva con la mano alzata. «Posso spiegarlo.» ignorò completamente la ragazza.
«Me lo spieghi.»
«Beh, magari, quel che ha visto è stato solo un errore di prospettiva, no? Insomma, voglio dire; da vicino non sembrava nulla di sconcio, visto che io mi stavo legando i capelli e la mia amica qui stava controllando se ci fosse altro nel distributore.»
Il criceto entrò nella ruota e iniziò a muoverla, facendo funzione il cervello dell'infermiera. «Oh...» disse. «Ho capito.»
«Io e Camila siamo etero, quindi non vedo perché incolparci per una cosa che non ci piace nemmeno fare.» disse.
«E invece io...» borbottò Camila. «Lolo...»
Forse era una di quelle poche volte in cui Lauren sudò freddo.
Camila stava per caso smontando il gioco? Lauren guardò la ragazza, con terrore. «C-cosa?»
«Ho preso un sorso d'acqua, fresca, mi piace distributore.»
Lauren sospirò di sollievo. «Bene, quindi ora, se alla signora infermiera non da fastidio, possiamo continuare a scegliere cosa prendere da mangiare.» disse Lauren guardando in cagnesco la donna che subito scappò scusandosi per almeno dieci volte.
Camila vide l'infermiera andarsene e guardò Lauren. «Ma tu non eri frocia?» chiese lei e Lauren scoppiò a ridere. «No...?»
«Sono frocia, sono fiera di esserlo.» disse Lauren e Camila annuì un po' e un dolore alla testa arrivò immediatamente, quasi da far accasciare Camila per terra. «Hey?» la prese subito Lauren.
«Okay... È okay.» disse Camila sistemandosi.
La ragazza dagli occhi verdi non rimase sicura dalle sue parole. «Posso portarti a farti controllare, tanto siamo qui...»
«Voglio patatine, poi anche succo lì, poi barretta cioccolato.» disse Camila mentre guardava il distributore.
«Ti sei già ripresa?»
Una risata uscì dalle labbra della piccola. «Solo mal di testa. Io sentita come se trapano si conficcasse dentro.» disse. «Ouch, ouch.»
«Va bene... Prendiamo queste patatine ecc... Magari hai bisogno di energia.» sussurrò Lauren e iniziò a prendere ciò che Camila desiderava.
🍫🍫🍫
Lauren coccolava Camila mentre stavano in macchina. Il sonno era veramente tanto, si erano fatte le 05:00 A.M.
Mike guidava piano, iniziavano ad esserci già delle macchine, per alcune persone, alzarsi presto era diventata una vera e propria abitazione – ovviamente a causa del lavoro –.
Le braccia di Camila, coperte dal leggero strato del giubbotto di Lauren, strinsero il corpo della ragazza dai capelli corvini. «Non fa altro che dormire, eh?» chiese Clara guardando le due ragazze.
«È molto stanca... È stata una giornata pesante per entrambe. Figurati, quando siamo scese, un'infermiera ha pensato che stessimo facendo atti sessuali in ospedale. In realtà io mi stavo legando i capelli e Camila era piega in avanti che cercava di capire qualcosa del distributore.»
Mike, Clara e Taylor scoppiarono a ridere ma Lauren li zittì tutti. «Shh! Ma siete pazzi? C'è gente che dorme.» disse Lauren mentre coccolava Camila con tenerezza.
«Non toccheremo la tua "Bella Addormentata", Lauren.» sorrise Taylor e la sorella più grande le lanciò un occhiataccia.
Arrivate a casa, Lauren guardò Camila, facendole un leggero solletico sotto al naso. «Sveglia, piccola. Siamo arrivate.» disse con leggero sonno.
«Ugh... Lolo...» brontolò Camila nascondendosi il più possibile.
«Ci aspetta il lettino, forza.» disse di nuovo Lauren e Camila si mise seduta.
Dopo aver salutato la famiglia Jauregui, le due ragazze andarono dentro casa, Luigi si mise subito ad abbaiare ma dopo aver realizzato che erano arrivate le sue padroncine, saltò contento.
«Felice.» sorrise debolmente Camila visto che era morta di sonno. «Sei bellissimo, mancato.» intanto si fece leccare il viso, – dopo essersi abbassata – intanto Lauren si spogliava, rimanendo in intimo.
«Camz, andiamo...» disse lei e Camila si affrettò ad alzarsi e di correre da Lauren che aveva aperto le braccia per abbracciarla.
Chiusa la porta alle loro spalle, Camila cercò di togliersi la roba, Lauren si avvicinò e poggiò le mani sui lembi del maglioncino. «Posso...? Insomma, posso aiutarti?»
Un cenno di testa andò più che bene a Lauren che piano piano iniziò a togliere la roba a Camila per poi buttarla per terra. Le labbra carnose della Cabello premettero sul petto di Lauren, – che subito rabbrividì – facendola sospirare.
«Andiamo, dobbiamo metterci il pigiama, oggi entriamo alla seconda ora.» sussurrò Lauren.
Camila e Lauren dopo essersi messe il pigiama, si misero tra le coperte, al caldo. «Sono... Sono stanca.» disse la minore che venne avvicinata subito al corpo caldo di Lauren.
«Ora dormi, tra poche ore dobbiamo svegliarci per andare a scuola.» disse. «Abbiamo Miss. Frangipane.»
«Oh, bella notizia, mi piace Miss. Frangipane.» sorrise Camila mentre stava già vagando con la testa.
«Hai ragione, quella donna è un mito.» sorrise Lauren e diede un bacio sulla testa a Camila. «Ora non scocciarmi, dormi.»
«Ma io non scocciare.» disse Camila con il broncio.
Lauren si girò, dando le spalle a Camila. Chiuse gli occhi per vedere un po' quale sarebbe stata la sua reazione.
«Lolo?»
Lauren non rispose.
«Ugh... Lolo?» dopo non aver ricevuto nessuna risposta, Camila si avvicinò al corpo "dormiente" della Jauregui e avvolse le braccia attorno al suo busto. «Scusa Lolo, se sono impossibile, ma ti voglio tanto bene.» sussurrò lei e diede un bacio sulla schiena della ragazza per poi chiudere gli occhi.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro