7. Secret Meeting.
"L-levi!" balbettó Eren, scattando in piedi.
L'uomo si avvicinó lentamente al ragazzo, togliendogli i fogli dalla mano in modo brusco.
"Che cazzo fai?! Non toccare le mie cose! Fatti i cazzi tuoi e mettiti le mani in culo!"
Urló Levi, guardando fisso Eren. Il ragazzo non riuscì a sostenere lo sguardo e si accovacció per terra, in attesa del pugno che non arrivó mai.
Il moro fece un respiro profondo, prese le lettere e le rimise al proprio posto, riordinando accuratamente anche le mutande.
"Cosa stavi facendo?" Chiese, con calma, mentre riordinava.
Eren, dopo un attimo di pietrificazione, si alzó in piedi e si allontanó dall'uomo.
"E-ecco... Tu... Mi ecciti troppo, sono masochista e amo il tuo comportamento violento nei miei confronti, ma soprattutto, adoro il tuo grande e grosso p-" Eren si bloccó.
Levi non lo stava ascoltando, ma era rimasto assorto guardando la pila di lettere nascosta sotto le mutande.
Il ragazzo lo chiamó, e fu come se lo avesse risvegliato da un sogno.
O forse un incubo.
"Sai, tu sei il primo che vede queste... Cose" sussurró l'uomo, prendendo un paio di boxer, per poi chiudere il cassettone e porgerlo ad Eren.
Il ragazzo fissó le mutande, poi abbassó lo sguardo.
"Scusami tanto, non volevo. Non toccheró mai più nient'altro che ti appartiene, nè torneró più qua."
"Nemmeno io torneró più qua..." mormoró Levi, fissando un punto indefinito di fronte a sè.
"Cosa?"
"Nulla. Ora vai via, non ti voglio più vedere." Disse agitamente l'uomo, spingendo Eren verso la porta.
"Aspetta! Levi, io... Ci sono, nel caso volessi confidarti!"
Levi gli sbattè la porta in faccia.
Non ti rivedró mai più.
Due ore prima, nel gay bar Attack on Rainbow si stava svolgendo una piccola riunione speciale, di quattro persone: Levi Ackerman, Erwin Smith, Petra Ral e Hanji Zoe.
Tutti e quattro erano emozionati ed incuriositi per quella riunione.
Petra aveva fatto i salti di gioia, quando Levi la chiamó per invitarla a bere un caffè; si incazzó peró quando seppe che era solo un'altra noiosa riunione.
Hanji, invece, aveva svolto alcune ricerche ed esperimenti riguardanti i comportamenti dei detenuti carcerari, e non vedeva l'ora di farne rapporto a Erwin.
E poi c'era Levi, che era incazzato perchè:
•L'appuntamento era nello stesso locale in cui decise che Eren sarebbe diventato il suo nuovo strumento di sfogo, e Erwin non doveva sapere del suo orientamento sessuale e del suo sadismo, essendo il preside particolarmente omofobo;
•Erwin gli aveva raccontato del passato del ragazzo, ma naturalmente non tutto, lasciandolo in sospeso sulla parte più importante;
•A quanto pare, Eren sarebbe diventato lo schiavetto di Erwin, e si sa che ai bambini non piace condividere i propri giocattoli.
Levi e Petra varcarono la soglia del locale, che era in orario di chiusura, e si guardarono attorno, cercando Erwin, ma non c'era anima viva.
Rimasero fermi a guardarsi per qualche istante, e Petra pensó che quella era la sua occasione: doveva farsi avanti con Levi. La donna stava per invitarlo a bere un caffè, quando una voce squillante urló alle loro spalle.
"EHI LEEEEVI!"
Hanji Zoe irruppe nel locale, correndo verso l'uomo, che la bloccó, mettendole la mano sulla faccia.
"Che voi?" Bofonchió l'uomo.
"M-ma come, Levi? Non sei felice di vedermi? Sono passati anni ormai anni dall'ultima volta che ci siamo visti! Ahhh, se ripenso a tutte le missioni fatte insieme a te!"
"Missioni? Che missioni? Pensavo fossi nuovo..." Disse Petra, confusa, ma Levi la zittì dicendo che le avrebbe spiegato tutto più tardi.
"Intanto, dove sono l' altri du' svegli, lo sniffatore e quell'altro coglione?"
"Sono in missione, Levi."
Erwin entró nel bar, sorridendo.
Alla vista dell'uomo, Hanji tiró fuori dallo zaino un raccoglitore arancione pieno zeppo di fogli, sorridendo, e gli corse incontro.
"Capitano! Ho un sacco di cose da dir-"
Levi la spinse via, facendo cadere il raccoglitore da cui volarono decine di fogli fitti di scritte, stampe e fotografie.
"Levi!" Si lamentó la donna, rimettendoli a posto velocemente.
"Erwin. Perchè hai scelto proprio questa assurda location?" chiese l'uomo, ignorando Hanji e fissando Erwin negli occhi.
Il preside gli sorrise, poi disse, con calma:
"Shoichi Morinaga è un mio amico, faceva parte di una squadra alleata. In Giappone è riuscito a stanare centinaia di yakuza, ed è sempre stato di grande aiuto nelle missioni in cui collaborammo assieme, in Asia. L'ho pregato io di venire qua ad aiutarci, spiegandogli quanto la nostra situazione sia critica, e lui è accorso subito."
"Bene, e che c'entra col bar gay?" chiese Levi nervosamente, per non perdere troppo tempo.
O forse, non gli andava giù il fatto che Erwin lo avesse rimpiazzato tanto facilmente?
"Beh, è stata una mia idea. Dopotutto, praticamente tutta la gente che frequenta questi locali per gay è losca, no?"
Il solito omofobo, pensó Levi.
"La cosa importante è che, solo ieri durante l'inaugurazione, Shoichi è riuscito a stanare ben undici criminali, grazie ai suoi finti barman, che origliavano nelle conversazioni."
Levi deglutì.
C'ero anche io là, ieri.
"Che tipo di criminali erano?" Chiese Petra, sedendosi su una sedia alta che stava davanti al bancone. Il suo vestito rosso scintillava, riflettendosi sulla parete a specchio.
"Solo pesci piccoli." Sussurró Erwin, ma non abbassó lo sguardo.
Levi lo fissó, poi andó dietro il bancone e frugó fra le bottiglie colorate, versandone un po' da ognuna, creando così un cocktail variopinto.
"Cos'è questa missione a cui sono andati?" Chiese l'uomo, sorseggiando la bevanda dal calice di vetro brillante.
"Sono andati al cimitero."
"Quel cimitero?" Chiese Hanji, seria, guardando gli intensi occhi azzurri del comandante.
"Di che state parlando?"
Chiese Levi, confuso, appoggiando il bicchiere sul lavello; poi si sedette vicino a Petra.
"Ah, già, tu non ti sei fatto vivo con noi, negli ultimi tre anni. Dunque, a circa una decina di chilometri di distanza dalla Città Buia, il sindaco ha ordinato di costruire un cimitero per tutti gli agenti di polizia che vengono uccisi durante le missioni. Ha detto che l'ha fatto per commemorare i defunti morti per giustizia, ma secondo me l'ha fatto per dare un avvertimento a chi cerca di avvicinarsi alla Cittá Buia, come per dire, ecco ció che vi aspetta. Evidentemente non vuole altri problemi con lo Stato, con tutti i poliziotti che muoiono come mosche."
Dopo circa un minuto di silenzio, in cui l'unico rumore era quello del frigorifero, Levi chiese, col suo sguardo freddo:
"Questa Città Buia... "
"È la parte del paese che è stata completamente divorata dalle organizzazioni mafiose. Ma non è per questo che vi ho convocati oggi. Si tratta di...
Eren Jaeger."
Quel nome risuonó nella mente di Levi, e il volto del ragazzo gli comparve più chiaro che mai, mentre sorrideva, chiudendo i suoi dolci occhi di un intenso verde smeraldo.
Finalmeeeeente eccomi col continuo!
Scusate moltissimo per il ritardo! Quando avevo iniziato questa storia era periodo di vacanze, ma ora c'è pure la scuola che rompe abbastanza, anche perchè quest'anno ho gli esami >.<
Comunque, ho deciso che, onde evitare altre situazione simili, di darmi una scadenza, così da segnarmela sul cellulare per non dimenticarmene.
Ho deciso di aggiornare ogni due giorni, che dite?
Naturalmente, nel caso ci fossero ritardi/capitoli speciali/situazioni anomale (?), scriveró tutto in bacheca! :)
Ho deciso anche di farvi una domanda a fine capitolo, quindi leggete tutto fino in fondo!
La domanda di oggi è:
Quali sono le vostre ship yaoi preferite?
Le mie le trovate nella presentazione sul mio profilo!
Queste risposte mi saranno molto utili per scegliere la prossima storia da scrivere una volta terminata questa, quindi me le segneró ;)
Ci vediamo sabato con un muovo capitolo!
:3
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