PRENDO IL TRENO PER UN SOFFIO
Lentamente, e dico lentamente, le ragazze ed io ci avviamo verso l'uscita del Salone.
Dentro di me avverto una sorta di malinconia, un filo di tristezza velata da una certa maturità adulta.
"Questa è bella!"
"Beh, non posso mica mettermi a frignare, no?"
Le espressioni e i volti delle fanciulle raccontano tutte la stessa cosa: l'ingresso della metro è proprio a due passi, dunque non c'è ragione di affanarsi tanto.
"Però non esageriamo, ok?" Io, Roberta, che un certo senso del tempo e dello spazio ce l'ho, mi dico che la troppa calma va presa a piccole dosi, specialmente lontano dagli orari di attesa di un treno! Se per qualunque motivo dovessi perderlo, sarebbe un vero disastro!
Così cerco il modo di trainare il gruppo fuori dalla fiera, forse incapace di contenere tutto l'ansia che mi attraversa e che mi fa correre a piccoli passi come fossi una geisha in infradito.
"E allora muoviti che lo perdi!" grida la vocina.
"Mai!" rispondo io. A costo di sembrare posseduta, mi tolgo gli zoccoli, metto il turbo e prendo a correre alla Usain Bolt.
E ci vado vicino, amici! Guardo Porter e voliamo attraverso la folla per salire sul primo vagone disponibile della metro.
Due pazze.
Ci saliamo per un soffio, nella speranza di vedere di nuovo le altre tre fanciulle rimaste indietro, direttamente in stazione.
Macchè... Noi due, al treno ci arriviamo per miracolo!
"Dlin dlon. Il treno delle 16.54 per Milano è in partenza dal binario 2".
"Corriiiiiiii!"
Quasi perdo le gambe nel tragitto, ma alla fine, signore e signori, io riesco persino a strizzare Porter ripetutamente, sono in grado di salire sul treno, e ho addirittura il tempo di chattare con lei mentre il treno rimane fermo in attesa della partenza.
Mentre la guardo attraverso il vetro, l'immagine è delle più dolci che si possa immaginare...
"E basta!"
"Prima o poi ti farò fuori, lo sai vero?"
Le ragazze non fanno in tempo ad arrivare. In un video supersmieloserrimo di Hanna, la sua manina fa ciao ciao. Sob.
Questo mi dimostra, però, che se non avessi preso proprio quel vagone della metro non avrei mai azzeccato la coincidenza con il treno. Mai. Dunque, se mi è permesso dirlo, mi è andata veramente di culo.
Ora il treno è partito alla volta di Milano e Porter diventa un puntino sempre più lontano: il mio cuore è rimasto a Torino.
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