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Capitolo 1 -Draco-

La sveglia cominciò a suonare come impazzita, rapendomi dal confortante torpore del sonno. La sera prima mi ero addormentato non appena avevo messo piede dentro casa, verso le due di notte. Il locale era stato pieno come poche volte ed ero dovuto rimanere a dare una mano come cameriere, una volta finito il mio spettacolo.
Buttai i piedi fuori dal letto e staccai con calma la sveglia, ancora con gli occhi chiusi. Erano le nove in punto e la mia prima lezione era alle dieci e mezza, quindi avevo tutto il tempo di lavarmi, vestirmi e fare colazione. Sarei dovuto passare anche dalla Umbridge, o avrebbe continuato a rompere come solo lei era capace di fare. Il pavimento era freddo, ma era mia cattiva abitudine camminare a piedi nudi ed ormai la temperatura non mi causava nessun problema.
Raggiunsi la cucina e aprii la finestra lasciando entrare luce ed aria pulita, respirando a pieni polmoni.
Come al solito la cucina, così come il resto della casa, era un disastro. C'erano vestiti e stoviglie sparse ovunque, per non parlare del frigorifero contenente solo cose scadute. Alzai gli occhi al cielo e mi dissi che le pulizie avrebbero potuto aspettare, infondo vivevo da solo, quindi non vi erano impedimenti nella mia scelta.
Pigramente andai a fare la doccia e poi gocciolando per l'intero corridoio, tornai in camera. Gli unici vestiti puliti che avevo erano una maglietta a maniche corte e un pantalone di qualche anno prima. Li indossai contro voglia e non mi diedi neppure la pena di guardarmi allo specchio, sicuramente sarei stato ugualmente splendido. Sorrisi al mio stesso pensiero e afferrai il cellulare ed il mio zainetto, posti al centro di innumerevoli pile di vestiti sporchi.
"Dovrei fare anche una lavatrice." Dissi a me stesso attraversando quello che definivo il salone -che in realtà consisteva in un piccolo spazio dove vi era un piccolo televisore affiancato da uno stereo e un divanetto a due posti-.
Raggiunsi l'ingresso e chiusi la porta a chiave mettendole poi in borsa mentre scendevo al secondo piano. Come sospettavo, non dovetti neppure bussare, dato che la Umbridge se ne stava davanti alla porta con le braccia grassoccie incrociate al petto e lo sguardo severo. Accennai ad un sorriso -al quale lei ovviamente non ricambiò- e le porsi il denaro che le spettava. "Era ora." Disse, o almeno fu quello che riuscii a percepire mentre il suono delle sue parole veniva sovrastate dal rumore assordante della porta che sbatteva.
"È sempre un piacere anche per me..." Borbottai con ironia.

"Giorno splendori." Salutò con trasporto la professoressa di danza classica. Risposi con un cenno educato del capo, continuando a riscaldare i muscoli, sbadigliando come un cavernicolo.
Il viaggio in metropolitana mi era parso durare un'eternità, ma al contrario delle mie scarse aspettative, ero riuscito ad arrivare in orario per i corsi, se non addirittura in anticipo. Sbadigliai ancora.
"Signor Malfoy, ha fatto di nuovo le ore piccole?" Mi riprese con aria di rimprovero la professoressa Morgan, mi grattai la nuca fingendomi in  imbarazzo.
"Mi scusi..." Borbottai. Qualcuno ridacchiò prendendomi in giro, ma lo fulminai con lo sguardo e le risate smisero così come erano iniziate.
Per qualche strano e oscuro motivo, tutti provavano una sorta di timore reverenziale nei miei confronti, motivo per il quale non avevo neppure un amico.
"Signor Malfoy, perchè non viene qui e mostra ai suoi compagni la sequenza che abbiamo imparato ieri?" La Morgan si andò a sedere con eleganza su una sedia posta in fondo alla sala, appoggiata ad una parete fatta di specchi. Sciolsi i muscoli delle braccia con una scrollata di spalle ed annuii, ponendomi al centro della stanza. I miei compagni si accostarono al muro per non essermi di intralcio. "E un, due, tre, quattro..."
Cominciò la professoressa, mentre seguendo il suo ritmo cominciavo a riprodurre i passi della sequenza con fluidità.
"Stendi bene quel braccio!" Gridò ed io seguii il suo consiglio diligente.
La donna batté le mani ed io mi fermai respirando a fondo.
"Benissimo come al solito." Disse severa, anche se il suo era un complimento. Sorrisi e con un mezzo inchino arretrai.
"Mi aspetto il massimo da tutti voi. Non accetto la mediocrità durante le mie lezioni." Specificò con un gesto della mano che significava che la lezione stava iniziando. Tutti si misero in posizione ed io arretrai ancora, mettendomi in seconda fila.
"Signor Malfoy, torni pure in prima fila. Dovrebbe essere di esempio ai suoi compagni in questo modo."
Intimò la Morgan guardandomi attraverso lo specchio.
Tutti mi fissarono invidiosi borbottando tra loro e subito la professoressa li zittì con rimprovero.
La lezione fu più impegnativa del solito, ma io rimamevo il più bravo del corso, quindi non ci furono molti problemi. A dirla tutta il mio problema era proprio la facilità con la quale ballavo. Ero primo in ogni corso e la cosa infastidiva molti.
Dopo averci congedati la Morgan uscì dalla classe e noi facemmo lo stesso.
La lezione successiva era storia della danza, un'ora intera di nozioni del tutto inutili. Presi posto quindi in ultima fila e posizionando il mio zaino in modo strategico, presi il telefono per ingannare il tempo.

Ehi Dray, stasera sei di turno?

Era un messaggio di Blaise. Sorrisi alla sua domanda e mi affrettai a rispondere.

Sia come ballerino che come cameriere.

Lo avvisai. La sua risposta arrivò un istante dopo.

Benissimo, passo da te nel pomeriggio.

Il mio sorriso si allargò. Avrei avuto Blaise tutto per me per un intero pomeriggio. Cullato da questo pensiero, l'ora di storia passò in fretta e così il primo pomeriggio.
Quando il campanello suonò, ero steso sul divano, guardando uno stupido programma televisivo del quale non capivo una parola, dato che era in lingua orientale. Avevo avuto la decenza di pulire il salone e la cucina, o meglio, avevo preso la roba dal pavimento e l'avevo ammucchiata in un angolo della stanza.
Il campanello suonò una seconda volta, così mi affrettai ad aprire.
"Dray..." Cantilenò Blaise salutandomi. Mi buttai su di lui abbracciandolo e appendendomi al suo collo, mentre lui protestava stancamente.
Stavo per chiudere la porta alle nostre spalle e trasportare Blaise sul divano con me, ma non appena mi voltai, incrociai lo sguardo arrabbiato di un ragazzino sconosciuto. Strinsi di più Blaise a me e guardai il ragazzo sottecchi.
"È tuo fratello?" Chiesi infastidito. Blaise ridacchiò annuendo.
Harry invece rimaneva sull'uscio a guardarci come se fossimo alieni.
"È strano." Constatai infine. Mi staccai da Blaise e tornai sul divano come se nulla fosse successo. Oramai il mio umore era calato, non avrei potuto rimanere da solo con Blaise e la cosa mi infastidiva. "Strano io? Ma si è visto?!" Harry gridò sbattendo la porta ed io alzai gli occhi al cielo.
"Harry, comportati bene. Draco è mio amico." Sussurrò Blaise con aria di rimprovero, poi si rivolse a me.
"Io devo andare a fare un servizio. Lascio Harry qui e vi passo a prendere più tardi per andare al Durmstrang." Mi avvisò in tono serio. Io spalancai la bocca meravigliato.
"Lo lasci qui?! Che diavolo significa?"
Chiesi alzandomi e raggiungendolo mentre lui si affrettava ad andare via.
"Hai detto tu che lo avresti aiutato..."
Disse giustificandosi, scendendo le scale due gradini alla volta. Repressi un urlo e sbattendo la porta tornai in casa. Harry gironzolava come un ladro tra una stanza e l'altra.
"Sono qui solo perchè mio fratello si fida di te e delle tue doti da ballerino." Disse Harry incrociando le braccia al petto, io risi. "Ed io lo faccio solo perchè tuo fratello è un mio amico." Ribadii con uno sbuffo scocciato.
Harry si passò una mano tra i capelli neri e mi fulminò con i suoi occhi verdi. "Non sembra essere solo un amico." Mormorò. Io assottigliai lo sguardo. "Ti ha detto qualcosa?" Chiesi serio. Non avevo mai detto nulla riguardo i miei sentimenti a Blaise, ma non sapevo se sospettasse qualcosa o meno. "Quindi è così. Sei gay." Fece arrabbiato. "Mio fratello non è interessato a te e nemmeno ad altri ragazzi. Non dovresti avvicinarti a lui." Quasi gridò avvicinandosi a me. Lo guardai dall'alto. Era molto più basso e snello di me, cosa che rendeva chiara la differenza tra le nostre età.
"Cosa ne sai tu di me e Blaise?" Chiesi minaccioso.
Lui parve vacillare qualche istante, poi ritornò alla carica. "Non so niente e non voglio sapere niente. Voglio solo che gli stai alla larga. Cercati un altro ragazzo da importunare." Le sue parole mi attraversarono come lame infuocate, accendendo la mia rabbia.
Lo afferrai per il colletto della maglietta e lo buttai sul divanetto, per poi mettermi a cavalcioni su di lui.
"Che diavolo fai?" Gridò scalciando, ma io lo tenni fermo sotto di me.
"Mi hai appena detto di trovarmi un altro ragazzo." Dissi cattivo.
Lui protestò, arrossendo come una scolaretta alle prese con la prima cotta.
"Non intendevo mica me!" Fece ancora, fingendosi disgustato, anche se il realtà non fece nulla di concreto per fermare la mia bocca che intanto si stava avvicinando pericolosamente alla sua.
Mi dissi che mi sarei fermato se solo lui si fosse dimostrato incline al volermi rifiutare, ma, sorprendentemente, seppur continuasse a bisbigliarmi di fermarmi, le sue mani erano già pronte a incastrarsi dolcemente tra i miei capelli, invitandomi a cedere alla tentazione.
"Fermati coglione." Ansimò ed io contento della sua debolezza, non accennai minimamente a fare come richiesto, al contrario unii ferocemente le mie labbra alle sue, mentre i suoi gemiti coprivano le parole sconosciute che venivano fuori dalla tv.
Le assaggiai piano, con calma, come se non avessi avuto niente di meglio da fare per le prossime ore, poi, pian piano, mi scostai.
"O bhe alla faccia del fermati coglione." Mormorai cattivo quando Harry, cercò di riavvicinarmi al suo volto accaldato.
Mi alzai e con tranquillità andai a cercare il telecomando della televisione, con l'intenzione di spegnerla.
Quando tornai a guardare Harry, lui sedeva in silenzio su uno dei tanti sgabelli in cucina. Si manteneva il mento imbronciato con una mano, passandosi distrattamente un dito sulle labbra.
Spensi la tv e lo raggiunsi, sedendomi di fronte a lui.
"Dai video che Blaise mi ha fatto vedere, balli bene." Dissi schietto. Harry parve risvegliarsi da un profondo sonno.
"Grazie." Fece illuminandosi. Era chiaro che il ballo fosse una sua passione.
"Con quel livello però non riuscirai ad entrare in un'accademia... A proposito, dove pensavi di andare?"
Chiesi disinteressato. Harry si agitò sulla seduta, in imbarazzo.
"Juilliard..." Mormorò.
Io sbarrai gli occhi, meravigliato.
"Te lo dico sinceramente marmocchio. Dovresti puntare più in basso."
La Juilliard era l'accademia più famosa a New York ed era ad un livello molto avanzato. Anche io che ero un ottimo ballerino avrei trovato difficoltà nel frequentarla.
"Devo andare lì." Il tono sicuro di Harry lo fece sembrare molto più maturo di quanto non desse a vedere.
"Come mai?" Chiesi allora.
Harry arrossì.
"Era la scuola dove è andata mia madre." Disse solo. Fu allora che capii. I genitori di Blaise ed Harry erano morti quando Harry aveva solo un anno e i due avevano dovuto vivere dagli zii. Blaise mi aveva sempre raccontato di come la passione di sua madre per la danza aveva condizionato la vita di Harry, cresciuto con la voglia di portare avanti il sogno che sua madre non aveva potuto realizzare.
"Dovrai darti da fare marmocchio."
"Lo farò."

Angolino dell'autrice:
Ecco a voi il secondo capitolo di questo esperimento 😍😍
Mi scuso per eventuali errori, spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto. Se è così fatemelo sapere lasciando un commento e/o accendendo la stellina qui sotto. 🌟
Un bacione e alla prossima.

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