Capitolo 39
Pov. Scorpius
Mi sveglio di soprassalto ed un po' confuso, è ancora notte e ci impiego pochi secondi a ricordarmi di essere nella stanza degli ospiti di Rose, ma ci impiego qualche momento di più a capire perché mi sono svegliato.
È stato un urlo a svegliarmi, ed è Rose, praticamente mi butto giù dal letto ed esco dalla stanza, a cui non avevo neanche chiuso la porta, proprio come Rose, in caso di necessità.
<< No!... Basta!... >>
<< Rose! >> la chiamo entrando nella sua camera, lei è sul letto che si gira da una parte all'altra.
<< Fermati!... >>
<< Rose svegliati! >> ormai sono al suo fianco sul letto e, quando la tocco, scatta seduta e si allontana urlando << Sono Scorpius, Rose guardami >> la fermo prima che si faccia male. Non sembra avermi riconosciuto infatti è terrorizzata e sta piangendo << Guardami >> questa volta cerco di utilizzare il tono più dolce che possiedo.
Porto una mano al suo viso e con delicatezza le alzo il mento così che possa vedermi bene in faccia, ci vogliono diversi secondi prima che capisca davvero che era solo un sogno e che inizi a calmarsi. Mi stringe le mani ed inizia a regolarizzare il suo respiro in base al mio, poco a poco smette anche di piangere. In tutto questo tempo rimango in silenzio a guardarla, solo perché sapevo che sarebbe riuscita a tranquillizzarsi da sola.
<< Meglio? >>
<< Si... Grazie >>
<< Cosa stavi sognando? >>
Si asciuga il viso e deglutisce, io mi allungo a prendere un fazzolettino dalla scatola che ha sul comodino e glielo porgo, lei si soffia il naso un paio di volte << Ero all'ospedale, nel mio reparto, c'ero ma era come se nessuno mi vedesse o sentisse... Sparava, sparava sui miei pazienti ed io non riuscivo a fare niente, ero come un fantasma ma completamente invisibile >>
<< Era solo un incubo, una reazione a quel che è successo oggi >>
<< Lo so... >>
<< Non accadrà mai più. Puoi stare certa che dopo oggi il direttore del San Mungo prenderà provvedimenti, se anche così non fosse tuo cugino e tuo zio creeranno sicuramente un dipartimento per mettere diversi auror come sicurezza e, detto proprio francamente, non lascerò che il vostro direttore non faccia niente >> cerco di rassicurarla.
<< Cosa... ? >>
<< Rose... Sono un avvocato ed il mio studio è molto famoso, quello che è successo oggi è assolutamente intollerabile, non resterò a guardare mentre l'ospedale non fa niente per la sicurezza. Il trascinerò tutti in tribunale per assicurarmi che tu sia al sicuro quando sei a lavoro, quello di oggi è stato un incidente tragico, ma non fare nessun cambiamento sarebbe una cosa davvero molto negligente da parte di tutti. >>
<< Non c'è bisogno che tu faccia tutto questo per me >>
<< Certo che ce n'è bisogno. E poi... Si! Certo, lo farei soprattutto per te, ma nell'ospedale non c'eri solo tu, c'erano dei bambini, c'era la ragazza del mio migliore amico e c'erano molti pazienti con i parenti. Non potrei mai lasciare che si possa creare " la prossima volta ", non dovrà esserci, per nessuna ragione. Le persone vengono in ospedale e devono potersi sentire al sicuro per poter avere la possibilità di essere curate >>
È sorpresa dalle mie parole ed io resto ancora un po' seduto sul suo letto a guardarla, è tranquilla, guardo l'ora << Dai, è ancora molto presto, prova a dormire ancora un po', io sarò nella stanza accanto >> lascio la sua mano e mi alzo.
Neanche il tempo di mettermi completamente dritto che Rose ha ripreso la mia mano.
La guardo ma lei ha abbassato lo sguardo, aspetto che parli ma non succede << Cosa c'è? >>
<< Resta >>
<< Non torno a casa, te l'ho detto, sarò nella stanza accanto, non devi preoccuparti >>
<< No. Intendo resta a dormire qui con me >> la guardo sorpreso << Ti prego >>
Mi risiedo sul letto, le afferro la testa delicatamente e la bacio piano << Non c'è bisogno di pregarmi, resterei per tutto il tempo che desideri, oltre al fatto che lo faccio molto più che volentieri >> ammetto sorridendole.
La lascio andare per alzarmi di nuovo e sistemarmi dall'altra parte, sul lato sinistro, alzo le coperte e mi sdraio accanto a lei che si riavvicina a me << Ti da fastidio se ti sto vicino? >>
Mi scappa una risata, la bacio di nuovo mentre mi metto sul fianco come lei, poi la rigiro in modo da poterla abbracciare da dietro così da poterla stringere senza troppi problemi << Direi proprio di no >> mormoro nel suo orecchio.
Si sistema nel mio abbraccio intrecciando una delle sue mano in una delle mie sul suo ventre << Grazie >>
<< Smettila di ringraziarmi, non ce n'è bisogno. Adesso cerca di dormire, ci sono io >>
<< Notte >>
<< Buona notte >>
Prima di addormentarmi controllo che Rose dorma, cosa che avviene dopo pochi minuti, me ne accorgo dalla respirazione e dal fatto che ha allentato un po' la presa sulla mia mano.
Aspetto ancora qualche minuto per controllare che non stia facendo già un altro incubo ma la sento rilassata quindi, alla fine, cedo anch'io alla stanchezza e mi addormento.
Pov. Rose
Quando inizio a svegliarmi mi sento riposata e, dopo aver sentito un leggero borbottio, mi viene da sorridere perché ricordo subito a chi sono accanto.
Apro gli occhi e osservo Scorpius, nella notte dobbiamo esserci mossi, per forza, perché, se quando ci siamo addormentati lui mi abbracciava da dietro, adesso lui è sdraiato sulla schiena mentre io gli sono mezza sopra con la testa sul petto, evidentemente non aveva la maglietta neanche stanotte e non c'ho fatto troppo caso a causa dell'incubo, e mi abbraccia la vita.
Lo osservo un po'. " Sono contenta che sia rimasto ieri... Spero che non si sia sentito costretto a restare a dormire qui con me solo per la giornataccia che ho avuto perché, anche se avevamo detto di non affrettare le cose, io sono contenta "
Riappoggio la testa sul suo petto e chiudo gli occhi, ascolto semplicemente il battito calmo e regolare del suo cuore mentre mi godo la sua vicinanza, oltra alla tranquillità e, in un certo senso, l'intimità del momento.
" Dopo tutto questa era la prima volta che dormivamo insieme " mi ritrovo a sorridere come una ragazzina al pensiero.
Quando inizia a svegliarsi me ne accorgo subito perché mi stringe un po' di più oltre al fatto che inizia a muoversi un po'.
Decido di fargli capire che anch'io sono sveglia anche se sono in mobile << Buongiorno >>
<< Giorno... non volevo svegliarti >>
<< Non l'hai fatto. Ero già sveglia, solo che volevo bearmi ancora un po' di questo calore >>
<< Mmm... Mi sembra un buon piano. Neanch'io mi sento ancora pronto ad alzarmi da qui >> mormora voltandoci sul fianco ed appoggiandomi il meno sui capelli, anch'io gli abbraccio la vita con un bracco mentre una mano l'appoggio a palmo aperto sotto la mia testa, sul suo petto.
In pochi secondi inizia ad accarezzarmi la schiena, cosa che apprezzo particolarmente e, senza rendermene davvero conto, per riflesso, inizio a fargli i grattini sulla schiena, me ne accorgo perché anche lui sembra apprezzare le coccole.
Ad un certo punto lo sento sospirare << Temo di dovermi alzare >>
<< Per forza? >> chiedo un po' lamentosa, ride del mio tono.
<< Devo andare a riprendere Tommy a casa dei miei >> a questa affermazione mi allontano saltando giù dal letto.
<< Che ci fai ancora li sdraiato! Forza! >> mi guarda prima confuso e poi scoppia a ridere clamorosamente.
<< Ho detto che devo andare, non che sono di fretta >> e continua a ridere facendomi arrossire.
<< Non ridere ed alzati! >> e gli tiro il mio cuscino in faccia << Senti... Posso venire con te a prendere Tommy? >>
Smette di ridere e, mi raggiunge, mettendosi seduto dalla parte del letto dove ho dormito guardandomi << Certo! Non ti lascerò da sola per diversi giorni, ieri mi sono spaventato anch'io >> siamo praticamente una difronte all'altro.
Mi basta allungare un braccio per potergli infilare le mani in mezzo ai capelli << Davvero... Mi dispiace >>
<< Lo so >> mi abbraccia la vita alzandosi ed iniziando a baciarmi. Riprende a parlare quando finalmente decidiamo di staccarci << Cerca solo di essere un po' paziente se sarò appiccicoso in questi giorni >>
Finiamo di vestirci e, mentre aspetto che salga il caffè, scrivo un biglietto per Hugo, non vorrei che si preoccupasse se non mi trova a casa.
Quando il caffè è pronto Scorpius ormai mi ha raggiunto in cucina ed è al mio fianco appoggiato al bancone della cucina, sorseggiamo così il caffè, in piedi chiacchierando. Mi spiega quanto Astoria adori Tommy, ed in generale i bambini, e di come i suoi genitori abbiano provato più e più volte ad avere un altro figlio dopo di lui ma che per problemi all'apparato riproduttivo Astoria non sia più riuscita a restare incinta.
<< È così un giorno, in una delle sue passeggiate solitarie, si è ritrovata davanti all'orfanotrofio per i piccoli maghi. Da quell'anno mamma si occupa di queste serate di beneficienza, io e papà siamo molto orgogliosi di lei ma sappiamo entrambi che soffre ancora per quella che lei vede come una sua mancanza >>
<< Non è così raro il problema di Astoria, non dovrebbe prendersela così con sé stessa, è un qualcosa che non si può prevedere >>
<< Già, c'è stato un momento in cui temevamo sarebbe caduta in depressione ma per fortuna non è stato così, ha trovato altro su cui concentrarsi ed anche papà le è stato molto d'appoggio >>
<< Si vede che si amano molto, hanno una bellissima complicità >>
Finiamo il caffè continuando a chiacchierare e, quando usciamo, attacco il bigliettino che ho scritto per Hugo all'ingresso così che lo possa vedere subito.
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