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Capitolo 23


Pov. Rose

<< Ora. Puoi dirmi che diavolo hai combinato? Perché non ti sei fatto rimettere a posto in ospedale? Pensavo ci fossi già stato ed invece hai il viso gonfio, pieno di lividi e graffi! >> esclamo leggermente alterata perché, per quanto sia contenta di federe il mio fratellino, vedere le condizioni in cui è non mi piace per niente.

<< Rose... >> dal tono di voce che usa e dal fatto che abbassa gli occhi mi si gela il sangue perché temo proprio di aver capito cosa gli è successo << Ehm... Non è che potremmo andare a parlarne da qualche altra parte? Magari a quattrocchi? >> il suo è praticamente un sussurro ma sobbalzo lo stesso sulla sedia, inizio a sentire lo stomaco sottosopra e se i miei dubbi verranno confermati potrei persino vomitare.

" Ti prego. Ti prego, fa che non sia così, non può averlo fatto un'altra volta davvero "

<< Cosa succede? >> chiede zio Harry.

<< Qualunque cosa ti sia successa abbiamo il diritto di saperlo anche noi, siamo la vostra famiglia e non permetterò più a nessuno di tagliarci fuori di nuovo >> afferma nonna.

Ma io non ascolto nessuno << Di nuovo? >> ho bisogno che Hugo mi risponda.

Guarda un attimo gli altri, ma loro non possono capire, non sanno niente, poi torna a fissare me << Si. Da quando sei andata via ha rincominciato >> mi ritrovo a deglutire perché sento che sto per vomitare.

<< Scusate un attimo >> mi alzo e senza che nessuno dica o faccia niente esco fuori perché con tutte quelle persone iniziavo a sentirmi soffocare.

Ho il cervello in panne, cerco di calmarmi ma non è semplice, ho bisogno di qualche minuto per fermare il casino tremendo che mi si rimescola per la mente, quando sono sicura di essermi ripresa torno in sala dove trovo tutti in silenzio.

Hugo mi sta fissando e l'aria colpevole che leggo nei suoi occhi è un ennesimo colpo che cerco di assorbire << Mi dispiace ma non potevo restare. Ho cercato di aiutarlo e non ci sono riuscito >>

<< Smettila immediatamente! Non è colpa tua, niente di tutto questo è mai stata colpa tua. Avrei dovuto prevederlo e restare con te, avrei dovuto rimandare il mio ritorno a Londra almeno fino a quando tu non fossi stato indipendente >>

<< Rose... >> prova a ribattere qualcosa ma nonno l'ha già interrotto.

<< Ragazzi? Penso che ci dobbiate delle spiegazioni >> il modo in cui si rivolge a noi è così autoritario che credo proprio abbia sorpreso tutti nella stanza, non avevo mai sentito il nonno rivolgersi a qualcuno così ed a quanto pare non ero l'unica.

<< Non credo che sia una buona idea >> ammetto.

<< Ed a noi non interessa se pensi che sia una buona idea o no. Siamo la vostra famiglia e qualunque cosa sia successa ha evidentemente scosso entrambi oltre ad aver ferito fisicamente Hugo >> continua nonno guardandomi con rimprovero.

Nessuno dice niente, si limitano tutti a fissare me e Hugo, è lo sguardo di Albus che mi smuove. In tutti questi anni ci siamo sempre tenuti in contatto, gli raccontavo un sacco di cosa ma di questa faccenda non ho mai detto nulla, neanche il minimo cenno.

Guardo un'ultima volta Hugo e capisco subito che non dirà niente se non inizierò a raccontare io, vuole essere sicuro che io voglia davvero far sapere tutta la verità o meno ai nostri familiari.

Mi risiedo sospirando e chiudendo gli occhi " Questo non sarà facile "

<< Non c'è un modo semplice per dirlo o per sentirselo dire quindi... >> mi raddrizzo sulla sedia e fissando i nonni ricomincio a parlare, gli parlo come se fossero i familiari di un mio paziente perché non so come altro potrei fare << è stato papà >> aspetto un momento prima di rincominciare a parlare, tutti hanno bisogno di assimilare le mie parole.

<< Cosa... ? >> è il sussurro di zia Ginny che mi fa riprendere a parlare.

<< Dopo la morte di mamma... >> mormoro per poi riprendere a rivolgermi a loro come i familiari di un paziente << Bhè tutti sapete come ce ne siamo andati, vedevo papà disperarsi qui a Londra quindi pensavo che trasferendoci in America le cose sarebbero migliorate ed invece, dopo la novità del trasferimento ed esserci sistemati, non è migliorato assolutamente nulla. All'inizio si limitava a bere ed a piangere, niente di eccessivo, ma poi... Una sera è rientrato a casa davvero tardi, Hugo dormiva ed anch'io ero andata a letto ma l'ho sentito rientrare, quasi non si reggeva in piedi da quanto aveva bevuto, quando l'ho visto ho cercato subito di aiutarlo invece mi sono ritrovata a terra a causa della forza dello schiaffo che mi aveva tirato. Il giorno dopo si è scusato piangendo, Hugo era piccolo quindi non si accorse di nulla ed io ci sono passata sopra, la nostra famiglia stava già facendo i conti con la perdita di mamma, non avevamo bisogno di altri guai. Per un mese, quasi due, non successe più niente quindi iniziai a pensare che si fosse trattato davvero di un caso isolato ed invece, è successo ancora >> mi fermo un attimo perché sono parecchie cose da raccontare ed inizia a non essere facile raccontare quel che è accaduto.

<< Io non capivo, certo, ho visto i lividi di Rose, ma lei diceva che era distratta e si faceva male cucinando o facendo le pulizie ed io le credevo. Qualche tempo dopo decisi di aiutarla di più in casa, non volevo che continuasse a farsi male, così ho iniziato ad accorgermi che, effettivamente, non era così sbadata da causarsi tutti quei lividi o graffi. È stato poco dopo che ho capitolo cosa stava succedendo in casa >>

<< Ho cercato di parlarci quando era sobrio ma non voleva ascoltarmi... >> mormoro.

<< Mio dio... >> sussurra zio George mentre Victoria si alza velocemente portando il piccolo Remus nella stanza accanto per evitare che sentisse il nostro racconto.

" Effettivamente non è adatto alle orecchie di un bambino, per quanto poco possa capire "

<< Una sera ero così stufo di tutto, non volevo che facesse male ancora a Rose, così senza pensare alle possibili conseguenze di ciò che facevo, ho semplicemente colpito papà ad una gamba. Volevo solo che la smettesse di colpire Rose... Morale della storia, avevo solo peggiorato la situazione, ero piccolo e gli feci solo il solletico e per proteggermi Rose si è rialza da terra e si è frapposta tra noi beccandosi lo schiantesimo al mio posto >> vedo chiaramente Hugo rabbrividire ed anch'io non posso fare a meno di farlo a quel ricordo << Merlino. Lo ricordo come se fosse successo ieri, fu orribile, non mi sono mai spaventato tanto in vita mia. L'incantesimo era stato così forte che Rose venne scaraventata fuori dal soggiorno fino al salotto dove si schiantò direttamente nella credenza di mamma, era fatta, completamente, di vetro ed era piena di piatti, bicchieri, tazze, tazzine, zuppiere e calici. Le uscì un rantolo di dolore e poi semplicemente svenne praticamente sul colpo ma c'era così tanto sangue che temetti fosse morte. Anche papà si è spaventato moltissimo, si è ripreso subito, l'abbiamo portata immediatamente all'ospedale magico ma anche lui era convinto di averla uccisa, aveva perso troppo sangue. Se fossimo stati babbani non ci sarebbe stato nulla da fare, ma per fortuna siamo maghi, i medici riuscirono ad aiutarla ma l'hanno dovuta riempire di rimpolpa sangue >>

<< Mon Dieu! >> esclamano Dominique, Victoria e zia Fleur, zia si mette le mani davanti alla bocca.

<< Mi risvegliai in ospedale. La conta dei danni è stata abbastanza alta, trauma cranico, multiple lacerazioni, tre costole incrinate, spalla destra lussata ed una doppia frattura alla gamba sinistra. Da allora papà non ha più bevuto o alzato un dito su di noi >>

<< Quello è stato proprio un brutto anno... >> mormora Hugo cercando di scacciare i ricordi, come sto facendo io dopo tutto << Pensavamo fosse passato. Insomma, papà tende ad urlare ma non ha più alzato le mani o bevuto. Invece ora ha ricominciato. Ho provato a stargli vicino, anche se ora sono grande, e so decisamente difendermi, è comunque mio padre, non potevo colpirlo, quindi ho finito per prendere e schivare colpi più volte in questi due mesi >> è così che cala il silenzio nella sala.

Non riesco più a guardare in faccia nessuno, un po' perché sto combattendo contro le mie paure, un po' perché mi sento in colpa nei confronti di mio fratello per averlo lasciato solo ed un po' perché non so come reagiranno a questa cosa.

<< Non mi hai mai detto nulla... >> dopo vari minuti di silenzio è Albus a parlare.

Alzo lo sguardo incrociando gli occhi arrabbiati di Albus << Io... Non potevo! Non sapevo come fare, non volevo far preoccupare nessuno più di quanto già erano e dovevo controllare che non facesse male ad Hugo >>

<< Salazar scherzi? Ci siamo scritti per anni interi, mi raccontavi tutto, o almeno credevo mi raccontassi tutto, e non hai trovato un momento per scrivermi della situazione in cui ti ritrovavi? Che avevi bisogno di aiuto? >>

<< No, non ho mai trovato il modo di farlo, non sapevo proprio come dirti una cosa del genere e poi davvero, controllavo a vista Hugo >>

<< Infatti l'unica che le ha prese davvero, fino a due mesi fa, sei stata tu e ne hai prese proprio tante >> mi rimbrotta Hugo.

<< Eri solo un bambino, non potevo permettergli di farti male >>

<< Eri una bambina anche tu! Per l'amor del cielo Rose! >> esplode zio Harry.

<< Ormai è passata >> mormoro sospirando, cerco di cambiare discorso perché inizio a sentirmi davvero a disagio << Cosa credi di fare? >> chiedo a Hugo.

<< In che senso? >>

<< Ora che sei a Londra, cosa pensavi di fare? >>

<< Oh... Pensavo di seguire il tuo esempio. Ho impacchettato tutto, incantato la valigia e sono partito. Ovviamente ho lasciato un biglietto a papà dove gli spiegavo dove me ne andavo e perché. Sinceramente non credo che si renderà conto che non sono a casa prima di una settimana quindi non vedrà neanche il mio biglietto prima di prossima settimana, ieri sera ha bevuto come mai >>

<< Ok. Hai fatto bene a lasciargli un messaggio, è sempre nostro padre. Verrai a stare a casa con me nel frattempo >>

<< Grazie... Mi cercherò un lavoro ed una casa al più presto >>

<< Cosa? >> gli chiedo un secondo confusa.

<< Mi cercherò un lavoro ed una casa al più presto, non ti sarò di intralcio o un peso >>

<< Hai battuto la testa? Tu non sei un peso e poi come ti è venuta in mente questa cosa di cercarti un lavoro? Non credo proprio signorino! Tu resterai con me fino alla fine dei tuoi studi, se pensi che ti lascerò mollare ti sbagli di grosso! Non mi sei mai stato di intralcio e tanto meno un peso >> riprendo fiato prima di girarmi verso zio Harry << è possibile effettuare un trasferimento all'accademia per auror? Dovrà ricominciare da capo o potrà fare l'ultimo anno come avrebbe dovuto fare in America? >>

<< Me ne occuperò io stesso, non preoccupatevi. Potrai continuare il tuo percorso di studi senza rincominciare da capo. >> afferma zio Harry alzandosi.

<< Grazie >> ringraziamo contemporaneamente io ed Hugo.

<< Finirò di pagarti io gli studi >> Hugo cerca di ribattere ma alzo la mano per zittirlo e continuo a parlare << Non voglio neanche sentire le tue storie o lamentele, non mi interessano anche perché sembra proprio che tu ti sia completamente rimbecillito viste le tue uscite di poco fa >>

<< Perché ho il sospetto che mi rinfaccerai questa cosa per parecchio tempo ancora? >>

<< Perché sai che è così. A settembre farai il tuo ultimo anno che la cosa ti piaccia o no, non andrai a lavorare, finirai di studiare, poi potrai lavorare e trovarti il tuo appartamento, fino ad allora ricordati che io lavoro. Ed indovina? Guadagno abbastanza da mantenere entrambi, chiaro? La casa che ho comprato è abbastanza grande perché entrambi si possa avere la nostra privacy. Pensavo che, volendo, potresti sistemarti nella dependance, l'ho sistemata, è abbastanza grande, molto carina ed accogliente, è composta da un grande ingresso, soggiorno, camera da letto, cabina armadio e bagno. Così avresti una tua " indipendenza " ma sarai comunque obbligato a venire in casa per mangiare, che ne dici? Se vuoi, altrimenti, c'è una camera per gli ospiti accanto alla mia camera da letto >>

<< Penso che la dependance sia perfetta, lo sai che mi è sempre piaciuto poter stare un po' per conto mio. Grazie sorellona, per tutto, non sai quanto ti sia grato per tutto ciò che hai fatto e continui a fare per me. Prima o poi riuscirò a ripagarti di tutto >> mi abbraccia << Mi sei mancata sul serio >>

<< Anche tu zuccone. E smettila di dire cavolate, sei il mio fratellino, se non mi occupo io di te chi dovrebbe farlo? E poi a me basta che tu riesca a realizzarti, non mi devi niente. Ora andiamo a casa, così ti sistemi e mi fai dare un'occhiata alle tue ferite, ok? >>

<< Ok >> lo vedo guardare i nonni, gli zii ed i cugini che sono rimasti in sala. Zio Harry, Albus, Victoria, Teddy, Lucy, Molly e zia Fleur sono chi andato via e chi nella stanza accanto. << Sono mortificato per aver rovinato la domenica a tutti >>

<< Oh caro... Non hai rovinato nulla, non è colpa tua >> lo rassicura nonna Molly << Avreste dovuto dirci cos'è successo, avremmo potuto aiutarvi, non vi avremmo lasciati affrontare tutto da soli. Ma forse è anche colpa mia, in questi anni non avrei dovuto assecondare questo allontanamento, sarei dovuta venire in Ameria o impedire il vostro trasferimento e tenervi qui con noi. Voi non avreste subito quel che avete patito, avrei potuto aiutare mio figlio ma soprattutto, non avrei perso così tante cose della vostra vita >>

<< Bhè potrei tornare a trovarvi domani, sempre che per voi vada bene, mi farebbe piacere passare un po' di tempo qui con voi >> dice con una nota di insicurezza Hugo facendomi sorridere.

<< Ma certo! Puoi venire quando vuoi, le porte di questa casa saranno sempre aperte per te >> afferma nonna Molly pronta alle lacrime << Ed anche a noi farebbe molto piacere passare un po' di tempo con te, come con Rose ti riempiremo di domande >>

<< Ci saremo anche noi >> commenta zia Ginny sorridendogli, riferendosi agli adulti.

<< Perfetto, allora ve lo mando domani tanto ho un turno dalla mattina fino al pomeriggio. Almeno sarò tranquilla che non starai fa solo per pranzo >> approvo subito alleggerendo definitivamente l'aria.

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