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Capitolo 8

"La fotografia è un segreto che parla di un segreto. Più essa racconta, meno è possibile conoscere"

-Diane Arbus

2 anni dopo...

«Dai Satoru, sbrigati o ti lasceremo indietro!» Esclamò Christina, mentre correva completamente a caso, probabilmente per la troppa emozione.

«Arrivo, arrivo.» Le dissi divertito, mentre scendevo le scalinate, che mi avrebbero portato a terra.

Ma notai che accanto a Christina mancava una persona... Così mi voltai verso l'alto, coprendomi con la mano la mia faccia dai raggi del sole.

Si, stava per succedere ciò che temevo.

IZUMI'S POV

«SIAMOOOO ARRIVAAAAAATIIII» Urlai senza pensare davanti a tutta la folla, mentre Christina e Satoru mi guardavano come se non mi avessero mai visto.

«Io non lo conosco.» Affermò ironicamente e velocemente si allontanò da me, raggiungendo Christina.

Non capisco proprio cosa gli sia preso, ma ero troppo emozionato per comprendere qualsiasi cosa.

Mi diressi verso di loro, mentre mi guardavo in giro per cercare una persona.

«È arrivata anche lei?» Chiese Satoru, precedendomi la domanda.

Sentii dei passi dietro di me, e delle mani mi ricoprirono gli occhi.

«Indovina chi è» Mi disse, con una voce emozionata.

«Oh chissà, non ne ho la più pallida idea» Le dissi in modo ironico, come se non sapessi che fosse lei.

«Se dirai il mio nome, ti darò un regalo speciale...» Disse in modo sensuale accanto al mio orecchio.

«Pff, cosa vorresti fare tu?» Le dissi e mentre mi toglievo le sue mani dalla faccia, mi girai e le diedi un bacio sulle labbra.

«Benvenuto in Italia, Izumi.»

«Il piacere è tutto mio, Sakura.»

Mentre uscivamo dall'aeroporto, riuscivo a sentire ancora il rumore degli aerei andare e tornare...

Io da piccolo ho sempre amato viaggiare, e finalmente ne ho avuto l'occasione.

«Si può sapere che ti è successo?» Mi chiese Satoru, ma non gli risposi, fingendo di non sentirlo. Ero troppo impegnato ad osservare gli aerei.

«Lui adorava davvero viaggiare eh?» Sentii bisbigliare da Christina.

«Ehyy Izumi, ragazziii, andiamooo» Urlò Sakura, cercando di non farsi notare troppo (e invece si fece notare anche troppo)

Oggi era vestita molto meglio del solito, o almeno di come me la ricordavo. Indossava un abito nero con rose disegnate sopra, e dei tacchi, anche loro dello stesso colore. Inoltre portava degli orecchini non troppo volgari, che si abbinavano bene ai suoi capelli completamente marroni.

«Oggi stai davvero bene sai?» Le dissi, e lei arrossì di scatto.

Sì, lo feci apposta.

«T-ti ringrazio...» Disse timidamente e con una faccia completamente rossa.

«Che carina.» Affermai schietto.

"COSA?!"

Mi fece ridere un sacco.

Da poco io e Sakura avevamo cominciato una relazione, ma mi sembrava di conoscerla da una vita.

SATORU'S POV

Bene, finalmente ero deciso a intrapendere il famoso viaggio.

Ma andiamo con calma, ormai sono passati due anni da quando vidi mia sorella uscire dal quel dannato ospedale, anche se ci mise un po' per riprendersi al 100%.

Devo ammettere che, quel giorno, mia madre e gli altri furono davvero convincenti, dato che ero davvero un testardo, e forse anche ora lo sono un po', almeno un minimo.

Bene, un anno dopo quel giorno, mia sorella fu dimessa, e passato un po'di tempo capii che era il momento di pensare di più a me stesso, a cosa volevo ed a cosa mi aspettavo dal mio futuro. Mi diplomai con quasi il massimo dei voti nella scuola che avevo sempre frequentato appena iniziate le superiori, e le conclusi insieme a Christina, che anche lei non andò niente male, nonostante fosse una completa frana in storia dell'arte, ed altre materie.

Poco dopo il nostro diploma, Sakura ci avvertì che stava per partire. Dove? Ma ovviamente qui, in Italia, a Roma.

Ed ovviamente non trascurai l'amicizia che avevo e che ho ancora oggi con Izumi, nonostante si fosse fidanzato con lei. Però, ovviamente, i rapporti con quest'ultimo rimasero accesi, nonostante avessimo rispettivamente 18 e 19 anni.

Dato che non avevo più preoccupazioni nella mia mente, decisi di accettare la proposta fattami da Izumi due anni fa, e di visitare insieme a loro una parte dell'Europa.

Ciò significava abbandonare l'Università? Oh no, certo che no.

In realtà io provai anche ad entrarci, più precisamente nella migliore università di pittura dell'intero Giappone. Ma non fu mica così semplice come potrebbe immaginare un comune occidentale.

Per cominciare, c'erano i famosissimi jigoku shiken, letteralmente "esami dell'inferno", nominati in tal modo proprio dai suoi studenti.

Ed effettivamente, compresi che avevano ragione.

Anche se forse mollai troppo presto; Dopo neanche 3 prove, lasciai subito perdere, e riproposi a Izumi e Christina il famoso viaggio che mi proposero due anni fa.

Così eccomi qui, nella prima tappa (scelta da Izumi), ovvero l'Italia.

C'erano tante cose che mi interessavano, culturamente parlando, sullo stivale dell'Europa.

Mi affascinavano l'arte, la cultura, la storia... ad Izumi invece affascinava solo quella pazza che ci viveva da più tempo di noi.

«Sakura, dove ci stai portando?» Chiese Christina, con aria curiosa a Sakura.

«Satoru ma...» Izumi stava per dire qualcosa, e ciò mi ispirava tutt'altro che sicurezza.

«Da quando Christina è cresciuta così tanto? Me la ricordavo molto più bassa.» Mi chiese, ed io e lui continuammo a fissarla annuendoci a vicenda.

Vedemmo lei girarsi lentamente con uno sguardo non proprio contento, e, pensando ci avesse sentiti, ci voltammo da due lati diversi, come se nulla fosse accaduto.

«PENSATE FORSE CHE IO SIA UNA VECCHIETTA SORDAAA?!» Urlò con tutta l'aria che aveva in corpo, per poi tirarci due pugni nello stomaco ad entrambi.

Prima visita del giorno in Italia: l'ospedale.

...

Poco dopo, Sakura ci guidò per un po' tutta Roma, o almeno così mi sembrò, dato gli infiniti kilometri che percorremmo, prima di calare la sera e prenderci un hotel.

«Tu hai imparato qui l'italiano?» Chiesi a Sakura, non appena mi accorsi che lo parlava abbastanza bene.

«Beh non esattamente, principalmente lo imparai da mia madre, che era metà italiana, metà francese.» Mi spiegò.

«Quindi parli anche il francese?» Le chiesi, quasi stupito.

«Mah... abbastanza dai» Disse sorridendo, e tutto sembrò andare normalmente, prendemmo stanze nell'hotel, e passammo la notte lì.

...

SATORU'S DREAM

Già... Il viaggio mi fu possibile affrontarlo, ma il mio amichetto dei sogni non mi abbandonò affatto.

Mi ritrovai su una minuscola isola deserta, di notte, con una infinita distesa d'acqua che la ricopriva.

«Oh, fantastico.» Affermai, non per niente contento.

Vidi una noce di cocco, che posava sulla sabbia, avanti a quel che sembrava essere una enorme palma da cocco gigantesca, con delle scale che portavano probabilmente a qualcosa.

Cosa dovevo fare? Prendere la noce di cocco, o salire senza?

Questo è il dilemma.

La noce di cocco non mi sarebbe tornata utile in alcun modo, e mi avrebbe solo rallentato.

Così salii senza, verso le scale infinite, che tanto infinite poi non sembravano.

Mi ritrovai completamente al contrario, e, rimanendo stretto ad una delle scale della palma, vidi che sotto di me c'erano delle nuvole, come se stessi fluttuando in cielo.

Dove avevo sbagliato? Mi chiesi, come tutte le altre volte.

«I tuoi errori non sono qui.» Mi disse la famosissima sagoma nera, che ormai aveva assunto il mio stesso modo di parlare apatico «Pensi di essere salvo?» Continuò, ma non riuscii a seguire il suo discorso, che una domanda spontanea mi venne per la testa.

«Come mai tu puoi volare ed io no?» Gli chiesi, senza alcun motivo.

«Perché io non ho commesso errori.» Mi disse, e mi spinse bruscamente verso le nuvole, mentre iniziai a cadere nel vuoto, di nuovo.

FINE SATORU'S DREAM

«AAAHHHH» Urlai... ma sta volta non c'era nessuno con me.

Non c'era la mano di mia madre, che mi prendeva, mi abbracciava e mi diceva di continuare, di andare avanti e di non mollare.

Andai in bagno per rinfrescarmi la faccia, e notai che i nostri sforzi nei lavori part-time e nel conservare le paghette dei genitori, servirono a qualcosa, dato che potevamo permetterci un onesto hotel 4 stelle per passare la notte.

Anche perché i genitori di Izumi erano leggermente più ricchi rispetto a mia madre e i genitori di Christina, attualmente parlando.

SATORU'S FLASHBACK

«Mamma, cos'è questa?» Le chiesi, mentre attendevo una sua risposta, indicando una foto.

«Oh vedi... questi sono mamma, papà e tu.»

«I-io??» Chiesi in maniera impacciata.

«Esatto figliolo, proprio tu» Mi disse, sorridendo

«Ed ora dov'è papà?» Le chiesi.

«Lui è a lavoro. Perché lui lavora tanto, sai?»

«Quindi non ci ha abbandonati?» Le chiesi, ed una lacrima scese dal viso di mia madre, anche se lei provava a coprirla.

«Prendila pure se ti piace, figliolo. Magari un giorno ti servirà...» Mi disse, e fui felice, perché fu uno dei miei primi regali oltre ad un paio di occhiali nuovi, o qualche costoso quadro, di quelli che mio padre amava tanto.

FINE FLASHBACK

Ormai c'eravamo solo io, e la mia valigetta, piena di quadri comprati in giro come souvenir, e-

Aprii velocemente la valigetta, e vidi che ce l'avevo... Ma in fondo come potevo non portarla?

Ormai questa foto era diventata parte del mio cuore. Senza questa foto, il me di adesso non esisterebbe, anche se molte cose non mi erano ancora chiare.


-HI GUYSS! Come va? Spero bene, perchè al nostro Satoru son finalmente successe varie cose positive... anche se il suo passato è ancora incerto.

Ma il VIAGGIO è appena iniziato, partiti dal'Italia per arrivare sino in capo all'Europa (?)

Questo viaggio sarà sicuramente una grande crescita per tutti, compreso il nostro mangaka! Eee sì, e tornata Sakura... eheh, ci divertiremo parecchio in questo enorme viaggio.

Ringrazio tutti quelli che continuano a leggere e supportare il mio libro, tanto che ho anche creato una nuova copertina per il libro!

Bene guys, a Mercoledì prossimo con il capitolo 9... "il viaggio continua" cit.

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