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Capitolo 14

"Tutto l'interesse dell'arte è nel principio. Dopo il principio, è già la fine."

-Pablo Picasso


Finalmente eravamo arrivati. Eravamo in Spagna. Precisamente a Madrid. Io, Satoru Picasso, colui che era rimasto tutto questo tempo con un cognome diverso da quello originale, celato nell'ombra del mistero, finalmente stavo per scoprire dal vivo chi era il mio più famoso antenato, Pablo Picasso.

«Andiamo, Satoru» Disse Christina mentre lentamente uscivamo dall'aeroporto di Madrid. Ormai più che un viaggio d'ispirazione, sembrava una corsa contro il tempo. Volevo saperne di più il prima possibile. Volevo saperne di più su mio padre, ed oggi ne avrei avuta l'occasione. Gli aerei nel mentre continuavano ad andare e venire, provocando rumori anche dall'esterno della struttura.

Ogni persona che partiva, lo faceva per un particolare motivo. Ogni persona che invece atterrava qui, era di ritorno, o semplicemente di passaggio. Tra tutte questo enorme numero di persone, eravamo gli unici a saperlo. Sembra strano, no?

Qualche ora prima...

«Satoru Picasso. E' un piacere conoscerti» Disse l'uomo che mi stava seduto a pochi passi, e che poco tempo fa era vestito in maniera stramba. Quasi irriconoscibile. Esattamente alla mia sinistra, su quell'aereo che ci avrebbe condotti in Spagna.

«Ovviamente non puoi chiamarmi Dio dell'Olimpo...» Affermò ironicamente l'uomo di mezza età «...quindi lascia che mi presenti. Io sono Amod»

«Amod... il piacere è tutto mio. O meglio, nostro» Mi corressi, indicando Christina alla mia destra.

«Lei è la tua ragazza?» Disse sfacciatamente, guardando i lunghi capelli rossi della ragazza, per poi puntarli verso di me.

«C-certo che no! Sono una sua amica» Affermò la ragazza seduta accanto a me, dal tono abbastanza infuriato.

«Bene Amod, perché hai scelto proprio la Spagna?» Domandai, senza giri di parole inutili.

«Ascolta. La Spagna è il luogo dove è nato uno dei più grandi pittori della storia, nonché, a quanto pare, un tuo antenato: Pablo Picasso» Disse iniziando ad abbassare il tono di voce, per non infastidire gli altri passeggeri.

«E fin qui ci sono anch'io. Conosco Pablo Picasso, il pittore famoso per le sue opere iniettate dall'arte del cubismo, meglio di mio padre stesso» Gli dissi, iniziando ad abbassare anch'io il tono, ma rimanendo il più chiaro possibile per il discorso.

«Esatto. Tuo padre, a differenza del suo antenato, è stato un pittore decisamente più riservato, quasi come se nascondesse qualcosa»

Riservato... questo darebbe quasi un senso al motivo per il quale avevo sempre avuto un cognome diverso...

«Riposati durante il viaggio Satoru. Ti spiegherò meglio quando atterreremo» Disse l'uomo, fissando le nuvole visibili dai finestrini, per poi chiudere gli occhi.

Mi voltai senza motivo verso Christina, la quale era rimasta semplicemente ad ascoltare tutta la conversazione. Notai sul suo viso un'espressione strana, diversa da quella che ha di suo solito. Sembrava come preoccupata...

Mi sistemai per iniziare a riposare, ma sentii un rumore strano provenire dalla mia destra. Capii subito di chi fosse. Mi voltai da quel lato, e vidi Christina arrossita per il suo brontolio di stomaco.

«P-penso di dover mangiare qualcosa» Disse timidamente abbassando la testa, e ciò mi fece scoppiare dal ridere.

Prima di ricevere un pugno da lei dritto in testa. Ma ne era valsa la pena. Fortunatamente passò in fretta l'hostess e presi qualcosa velocemente a me e lei, giusto per spezzare l'appetito.

Presente

Madrid è la capitale della Spagna, nonché città più popolosa di quest'ultima. Non avevamo intenzione di soffermarci sul territorio, nonostante fosse esteticamente stupendo. Ciò che in questa nazione dovevamo fare, era vedere la Guernica, situata al Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia. Purtroppo si era fatto piuttosto tardi, e Christina sembrava avere di nuovo appetito.

L'uomo andò avanti prima di noi senza proferire parole. Probabilmente anche lui era stanco del viaggio, e voleva riposarsi ancora. Io e Christina prendemmo velocemente un caffè e ci dirigemmo all'hotel. Nonostante fosse abbastanza tardi, Madrid sembrava non addormentarsi mai. Una città viva, insomma.

«Si nota la differenza con Otaru, eh?» Mi domandò improvvisamente Christina, dopo un lungo silenzio durante la passeggiata.

«Già... ad Izumi sarebbe piaciuta una città così viva» Le risposi, nominando il nostro amico partito chissà dove

Il tragitto continuò normalmente, finchè non arrivammo in hotel.

«HEEY SATORU!» Esclamò improvvisamente una voce ormai familiare. Era Amod che improvvisamente mi saltò addosso ancor prima che riuscissi ad accorgermi di lui.

«Ma insomma...» Mi lamentai mentre cercavo di levarmelo di dosso, peggio di un Koala.

«Me lo immaginavo molto più calmo, ed ecco invece che inizia ad urlare in un hotel» Dissi a Christina mentre Adom fortunatamente si staccò e andò a prendere le stanze.

«Sì... abbastanza eccentrico» Dichiarò Christina mentre cercava di interrompere la sua risata.

Passammo la notte a chiacchierare del più e del meno mentre bevevamo anche un po' di alcolici, per poi avviarci nelle nostre stanze a dormire.

...

La mattina seguente, ci svegliammo tutti più o meno allo stesso orario... o meglio, quasi tutti...

«Allora signor Zeus dei miei stivali che non ho, vuole svegliarsi o no?» Urlò Christina fuori dalla sua porta mentre le ripetevo di non alzare troppo la voce, nonostante fosse mezzogiorno passato.

«Insomma, ma chi è che sta urlando?» Uscì l'uomo dalla sua stanza, con barba e baffi ben curati ed un vestito elegante. «Beh? Cosa fate lì impalati?» Chiese successivamente, mentre osservava me e Christina piuttosto sbalorditi, come se avessimo appena visto un pezzo di cometa distaccarsi dalla principale. Quest'uomo sembrava avere infinite personalità...

...

Prendemmo un taxi ed arrivammo alla struttura in poco tempo, nonostante il traffico.

«Siamo arrivati» Disse Amod mentre pagava il tassista. Scendemmo dall'auto e velocemente ci dirigemmo verso l'entrata per pagare il biglietto e visitare il museo.

Prima della Guernica, facemmo caso a moltissimi altri quadri di valore, così come tantissime sculture.

«Ti piace il posto, Satoru?» Mi chiese Amod toccandomi la spalla.

«Tch. Che artista sarei se non mi piacesse?» Gli dissi con una risatina sotto il naso.

«Beh allora? Andiamo a vedere la Guernica?» Chiese Chrstina, stranamente interessata a queste cose. O forse era una mia impressione... ma fatto sta, che anche lei si era messa ad osservare i quadri che la guida ci mostrava, innegabilmente stupendi. Fortunatamente quest'ultima parlava inglese, quindi non trovammo alcuna difficoltà nel seguire la storia dei dipinti... anche se Christina ogni tanto aveva la testa tra le nuvole...

E finalmente arrivammo lì. Davanti all'opera più famosa di Picasso. La Guernica. Uno dei dipinti artisti dell'epoca del cubismo, che rappresentava moltissimi casi della guerra. Moltissime tragedie, accadute realmente durante la nostra storia. Rappresentava la protesta contro la guerra. Esempi sopra di essa erano una madre con il suo bambino che stringeva tra le braccia straziata, o ancora donne e uomini che fuggivano e cercano aiuto, in cui anche animali come il toro, simbolo della Spagna, era impaurito. Ma da tutto ciò, in tutte le figure, c'era sempre un piccolo simbolo, come un fiore o una candela. Questi vari simboli, rappresentavano la speranza.

«Padre... sono arrivato...» Affermai con molta convinzione, mentre stringevo i pugni e Christina mi osservava. Feci un piccolo ghigno, come ad indicare che finalmente avevo capito...


-HEY guysss scusate il ritardo, ma ho avuto da fare. Ecco il capitolo 14!

Satoru è finalmente arrivato in Spagna e visto dal vivo il quadro di uno dei suoi antenati...  ma sarà davvero tutto qui? Qual è il segreto dietro il padre?

A Mercoledì prossimo con il capitolo 15!


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