Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

#58. Anima

🔴

58. Anima

"È ridicolo"

"Cosa?"

"Il modo in cui guarda quella stronza"

Sento i loro occhi addosso ma i miei sono su quella stronza di cui stanno parlando.

"Smettila, Hugo!"

Li ignoro, ancora, fino a quando Lily non mi da un coppino, che mi fa girare a guardarla.

"Cosa?" Chiedo massaggiandomi il collo. "Stronza" aggiungo.

"Mai come quella, smettila di ossessionarti!" Lily sbuffa.

Sorrido e torno a guardare Neith Nott e il modo in cui terrorizza i due ragazzi seduti al suo solito posto nella grande sala comune delle case - i due corvi si alzano e se ne vanno via, evitando il suo sguardo.

Sorrido. "Lo so che è ridicolo" Dico osservandola. "Ma non ci posso fare a meno"

"È una bulla, Hugo, ed è stronza dentro, quella" Rimarca Lily, ancora.

Louis, al mio fianco, sospira, ma non lo guardo, non riesco a guardare mai nessuno se Neith è nel mio raggio visivo.

"Non te lo so spiegare" Appoggio un braccio attorno alle spalle della mia migliore amica e me la tiro a me. "Ha qualcosa"

"La cattiveria, ecco cosa ha" Risponde la rossa, facendomi ridere.

"Secondo me, sei gelosa" le sussurro all'orecchio.

Lei mi spintona ma io non la mollo. "Di quella? Mai"

"Mh" Sorrido, ma non smetto di guardare Neith - è seduta, i piedi sul tavolino e le sue due amiche accanto, una che attira una parte della mia attenzione "Come se non vedessi come guardi Rae"

Lily mi guarda male, poi mi spinge ancora ed io la lascio fare. "Come guardo una che voglio uccidere" Ribatte.

Louis ride ma non dice niente, non è uno che parla spesso, ma non ha bisogno di parlare per farci capire che ora è divertito, basta il sorriso e le sopracciglia alzate. Infatti, Lily sbuffa e gli fa il dito medio.

"Non mi piace, è irritante e arrogante e pensa sempre di saperne più di tutti" Dice Lily.

La sua voce diventa immediatamente un sottofondo, quando Neith alza lo sguardo e punta gli occhi scuri nei miei. Non sembra sorpresa di vedermi fissarla, mi guarda e basta, le sopracciglia leggermente alzate e un sorriso presuntuoso che danza sulle labbra arrossate da qualche genere di lucidalabbra. Sembra sfidarmi, sembra sempre sfidarmi quando ci scontriamo, come se fosse curiosa di vedere fino a che punto posso arrivare.

Le sorrido di rimando, un sorriso più presuntuoso del suo, poi le mando un bacio e distolgo lo sguardo. La sento fissarmi, sarà incazzata per il bacio, ma io non guardo nella sua direzione, fingo che la sua presenza in questa sala non mi faccia venire la pelle d'oca.

*

Ricordo esattamente quando è che quella ragazza ha fatto scattare qualcosa in me. Ricordo il suo viso pieno di lacrime, le spalle tremanti dai singhiozzi, ricordo i suoi occhi arrossati quando mi ha guardato, mi ha notato e mi ha urlato contro di andarmene.

Avevamo undici anni, lei era rinchiusa in una cabina del treno ed io avevo aperto la porta perchè pensavo non ci fosse nessuno dentro. Ci ho trovato una bambina che non voleva andare via dalla sua famiglia e quando mi ha guardato, nel mio cuore qualcosa ha fatto clic, ed io non ho mai smesso di voler capire cosa è successo, il perchè mi sento così attratto da lei.

Ho provato a parlarle, a farmela amica, in questi anni, ma Neith è come un animale ferito, non mi ha mai lasciato avvicinare, è sempre stata aggressiva e crudele, ma io l'ho sempre guardata negli occhi, e ho sempre rivisto la bambina che piangeva sul treno, quella che riluttante si è fatta abbracciare e consolare da me, dopo che mi ci sono seduto accanto.

"Starò con Myra" Neith ha gli occhi scuri contornati dalla matita nera, e uno sguardo assassino che farebbe tremare anche la persona più grossa.

Non fa tremare la McGranitt, che la guarda con fastidio. "Starai con chi decido io" Le dice seria. "O vuoi lucidare tutte le coppe nella stanza dei trofei?" Neith non le risponde. "Come pensavo.
Hugo, vieni a sederti qui"

Neith mi guarda, l'occhiata che mi lancia è tutto fuorchè buona. Io però, le sorrido e mi accomodo al suo fianco. "Ciao, Neith" Le sussurro sporgendomi leggermente al suo orecchio.

Lei mi scocca un'altra occhiataccia. "Non mi parlare, sfigato"

Sorrido. "Sei carina oggi" Rispondo.

I suoi occhi mi fulminano ma io le faccio l'occhiolino. Godric, è divertente quando si arrabbia, riesco a vedere meglio l'insicurezza nei suoi occhi, quella che nasconde sotto il trucco e la crudeltà.

"Credi tanto di essere migliore di me, vero?" Chiede assottigliando le palpebre e avvicinandosi al mio viso.

Sorrido e la cosa la manda in bestia, odia non farmi paura, odia non riuscire a controllarmi. "Credo che tu abbia bisogno di rilassarti un po', dolcezza" Alzo la mano e le scaccio una ciocca scura dal viso. "Non mordo"

Contrae la mascella ma non si allontana dal mio tocco. "Lasciami stare, Weasley, o te ne pentirai"

Mi viene da ridere ma lo sopprimo. "Mi piace quando mi minacci e mi guardi in quel modo, lo trovo un tantino esagerato ma mi piace, meglio di quando piangi" la prendo in giro.

Stringe ancora di più i denti, e poi un suo braccio si alza. Dolore sordo mi percorre una guancia quando Neith mi da un pugno in faccia.

"Neith!" Urla la McGranitt.

Rido, ora, perchè non me l'aspettavo, perchè è più forte di quello che credevo. "Colpa mia" Dico alla preside, ridendo. "Cazzo, piccola, sei forte"

"Non mi chiamare così" Neith ringhia, alzandosi in piedi. "Non lavorerò con lui!"

La classe di trasfigurazioni del settimo anno ci fissa, non ce n'è uno che non ha gli occhi su di noi, inclusa Lily, che mi guarda come se fossi scemo e me lo fossi meritato.

"Sei in punizione" Le dice la Preside. "La violenza non è la risposta, signorina, e non la accetto nella mia scuola"

Neith sembra più incazzata e tento di arginare i danni. "È stata colpa mia" intervengo massaggiandomi lo zigomo dolorante.

"Per ciò anche tu sei in punizione, Hugo"

Mugugno. "Non è giusto" Borbotto.

La preside mi guarda male. "Questo pomeriggio strofinerete i trofei, così spenderete la vostra energia in qualcosa di meglio dell'aggressività e della provocazione"

Neith stringe i pugni ma non dice niente. Io faccio comparire del ghiaccio per la mia guancia e me lo metto in faccia. "È pure venerdì" Mi lamento. "Lasci correre preside, Neith chiederà scusa"

Ora, entrambe le donne mi guardano male - Minerva non lascerà correre e Neith non chiederà scusa.

Sospiro e mi tappo la bocca.

*

Non mi parla, ovviamente, e strofina il trofeo che ha in mano con stizza. Ma io non posso farne a meno, apro bocca.

"Credo che Louis si stia facendo la tua amica" Dico.

Neith si irrigidisce per un secondo, poi si rilassa e torna a sfregare. I miei occhi le percorrono la schiena, i capelli lunghi fino al culo e la gonna corta che le sfiora il retro delle cosce. Vedo una parte del suo viso, il modo in cui le sue labbra sono strette l'una all'altra e il suo naso è arricciato, l'irritazione che le riempie gli occhi.

"Lui non vuole ammetterlo, ma lo vedo" Spazzo per terra. "L'altra volta aveva un succhiotto grande quanto una moneta sul collo, e il rossetto di Myra sulla camicia"

Neith sta in silenzio per minuti, finisco di spazzare e comincio a pulire le vetrine dove sono riposti i trofei.

"Come fai a sapere che fosse il rossetto di Myra?" Chiede sorprendendomi.

Mi giro a guardarla - ha gli occhi su di me, la postura rigida e l'espressione irritata, come al solito. "La tua amica indossa un'unica tonalità di rossetto, la stessa sulla camicia di Louis"

"Forse tuo cugino l'ha ficcato da qualche altra parte" Dice, crudele. "Myra non si metterebbe mai con un simile strano"

Sorrido. "Louis non è strano e sono piuttosto sicuro che lo ficca solo nella tua amica" faccio una smorfia.

Lei mi guarda, gli occhi scuri arrabbiati, poi si gira e torna a pulire.

So che odia aver cominciato una conversazione con me, odia che la sua curiosità abbia preso il sopravvento, ma io lo adoro, e sorrido guardandola.

"È lungo eh?" Chiedo per infastidirla.

Gira la testa e mi guarda confusa. "Cosa?"

"Il palo che hai nel tuo bel culo" glielo guardo con un sorrisetto arrogante.

Alzo la testa in tempo per vederla lanciarmi addosso una delle coppe - la scanso e cade sul pavimento facendo un brutto rumoraccio, per fortuna non si rompe.

"Ahia!" Strilla lamentandosi, si porta una mano al petto e trema improvvisamente.

La mia sorpresa svanisce, ora la fisso confuso. Mi avvicino. "Cosa c'è?" Chiedo preoccupato.

"Merda" Piagnucola alzando la testa per guardarmi - ha gli occhi pieni di lacrime di dolore. Guardo la sua mano, del sangue le macchia la camicia. "Ho preso una coppa rotta, mi ha graffiato il palmo quando te l'ho lanciata"

Guarda la sua mano, poi il suo viso si fa ancora più bianco e chiude gli occhi terrorizzata.

Aggrotto le sopracciglia. "Dobbiamo andare in infermeria"

"Non è niente, devo solo pulirla" Borbotta ma ha ancora gli occhi serrati.

"Cosa hai?" Mi tasto le tasche ma le bacchette sono state prese dalla preside. "Vieni, andiamo"

Si oppone ma io la trascino con me fino all'infermeria - è buia perché ormai tutti se ne sono andati a letto, ma accendo una lampada e tiro fuori un kit di pronto soccorso dall'armadio.

Neith mi guarda, trema ed è troppo pallida, non capisco. "Dammi, faccio io" Mi tende la mano buona, ha del sangue sulla manica e gira di colpo la testa, chiudendo gli occhi.

Non capisco e allungo una mano, le prendo il viso tra le dita e la costringo a girarlo per guardarmi - quando li apre, i suoi occhi sono spaventati e lucidi ed io continuo a non capire. "Che ti prende?"

Deglutisce e sbatte le palpebre. "Non mi piace" sussurra. "Il sangue" Chiarisce.

Alzo le sopracciglia e abbasso gli occhi sulle sue mani. "Hai paura del sangue?" Chiedo confuso.

Sembra aver pensato che la sto prendendo in giro, perchè mi toglie le mani dal suo viso e mi guarda male. "Non fare lo stronzo" sibila. "Dammi la cassetta, faccio da sola"

Ma se ha paura del sangue, come pensa di fare da sola?.

"D'accordo" Dico facendo un passo indietro. "Voglio essere medico" Le dico gentile. "Posso bendartela io, anche metterti i punti se è necessario" le prendo il braccio e lo tiro piano a me. "Tu devi solo chiudere gli occhi e in cinque minuti sarà tutto finito"

Mi guarda tentennante e azzarda un'occhiata alla sua mano, distoglie subito lo sguardo.

Godric, tutto potevo immaginare tranne Neith Nott tremante e spaventata per un po' di sangue.

A sua difesa, non è un po', la ferita è profonda e si vede che ha toccato qualcosa perchè il sangue è copioso. Lo fermo con un asciugamano e premo per stoppare la fuoriuscita.

Neith guarda da un'altra parte in tanto che la pulisco e applico due punti magici, fascio poi il tutto con una benda pulita.

Le prendo le mani e le passo un asciugamano bagnato tra le dita, dove il sangue l'ha sporcata dopo che le ha premute contro la pelle. "Fatto" dico mettendo via quello che ho usato.

Mi giro per lavarmi le mani in un lavandino poco vicino, le lascio il tempo per riprendersi.

Quando torno a guardarla, lei è ancora tremante e fissa la sua camicia insanguinata. Trema forte, poi comincia ad aprire i bottoncini.

"Che fai?" Le chiedo.

Lei mi lancia un'occhiataccia e continua fino a levarsi l'indumento e buttarlo lontano da lei. "Dammi la tua camicia" Ordina allungando una mano, le dita che tremano.

"Come?"

"Non posso girare in reggiseno, dammi la tua camicia" È seria e sono sempre più sorpreso da lei.

"Rimettiti la tua e cambiatela in stanza, un po' di sangue non ti ucciderà" Rispondo.

Si irrigidisce ancora di più ed evita di guardare dove la sua camicia è appallottolata. Sono ancora più confuso, il bisogno di sapere cosa le prende vibra in me, l'attrazione che provo brucia nel mio stomaco.

"Non posso rimettermi quella" Dice, i suoi occhi si abbassano sulla camicia e un tremito la percorre. "Non posso" La sua voce si incrina ed io chiudo gli occhi, sospirando.

"D'accordo" mormoro aprendo la camicia e togliendomela per dargliela.

Lei la prende e la indossa senza una parola. Mi guarda, il suo sguardo si sofferma sul mio petto, poi sale sulle mie braccia. Alzo le sopracciglia quando mi guarda negli occhi e lei mi restituisce un'occhiata rabbiosa.

"Non dirai a nessuno quello che è successo" dice fredda. "Rae pulirà per me la stanza dei trofei e non c'è bisogno che la preside lo venga a sapere. Chiaro?"

Non rispondo, la guardo e basta. "Sei carina quando fai la prepotente, piccola, ma con me non attacca"

Si incazza ancora di più, le sue guance si arrossano e i suoi pugni si stringono - fa due passi verso di me, mi punta un dito al petto, e non ho mai trovato una ragazza arrabbiata così attraente. "Fai quello che ti dico, Weasley, non dire a nessuno cosa è successo o te la vedrai con me"

"Cosa mi dai in cambio?" Chiedo, giusto per irritarla ancora di più.

Lo fa, nei suoi occhi brilla ira e preme il dito sul petto con rabbia. "Non ti riempio di pugni, che ne dici?"

"Dico che ti ho dato la mia camicia, e tu non hai neanche detto grazie"

Lei aggrotta le sopracciglia e la vedo rifletterci, quando sorrido si riprende, mi guarda male. "Fai quello che ti ho detto" Ordina, poi si volta e se ne va.

Sorrido a guardarla - è carino che crede di potermi mettere i piedi in testa.

Perciò, due giorni dopo sono davanti a lei, la mano tesa.

"Cosa vuoi, Weasley?" Chiede con irritazione.

"Ciao Hugo" mi saluta Rae con un sorriso - tra le tre, lei è quella che mi piace di più, se si esclude l'attrazione ridicola che provo per Neith.

"Ciao Rae" le dico dandole una carezza sul braccio. "Sono qui per qualcosa di mio" ora parlo con Neith.

Neith mi fissa, poi si guarda attorno nella sala comune - ci stanno fissando in molti, lo sento, ma io mantengo lo sguardo su di lei. "Non ho niente di tuo" Risponde la Nott tornando a guardarmi.

Sorrido ancora di più, la infastidisce e ne sono consapevole. "Pensa bene" rispondo. "È bianca, ha lo stemma grifondoro sul petto"

Neith assottiglia lo sguardo mentre Rae sorride, poi si alza e mi afferra per un braccio. Non me l'aspetto e increspico mentre mi tira fino ad uscire dalla sala. Apre una porta di uno sgabuzzino e mi costringe ad entrare, poi la chiude e mi da uno schiaffo sul petto.

"Sei scemo?" Chiede sibilando.

"È passata una settimana e gradirei la mia camicia indietro, a meno che tu non la stringi come una copertina mentre dormi perchè ami il mio odore. In quel caso, puoi tenertela" Sorrido e lei mi da un altro schiaffo.

"Sei uno stronzo!" Si infastidisce. Sbuffa poi fa comparire la mia camicia. "Ecco a te, idiota, e non mi parlare in pubblico!"

Rido. "Quindi posso parlarti in privato?" Chiedo avanzando verso di lei.

Neith fa un passo indietro ma la sua schiena colpisce la porta che ha chiuso.
Lo sgabuzzino è piccolo e poco illuminato, vedo il suo viso solo per la tenue luce della lampada elettrica messa sul soffitto, ma è flebile come se fosse sul punto di spegnersi.

"Ti ho restituito la camicia, quindi che ne dici di non parlarmi più? E smettila anche di guardarmi, pervertito"

Faccio un altro passo verso di lei, il suo odore mi circonda, è fiorito, forte, e inspiro a pieni polmoni. "Sicura che non ti piacciono i miei occhi addosso?" Chiedo alzando una mano verso il suo viso, le accarezzo una guancia con il dorso delle dita - lei trattiene il fiato. "Perchè ogni volta che li noti raddrizzi la schiena - ti senti più potente, mh? Ti faccio sentire forte quando ti guardo, Neith?" Sussurro le parole, il mio respiro le solletica le labbra e lei deglutisce.

Mi sorprende, e posa una mano sul mio petto. Si alza sulle punte e raggiunge il mio orecchio, è seducente, sexy e una mia mano corre ad un suo fianco. "Sai come mi fai sentire?" Chiede mormorando al mio orecchio, il suo odore è piu forte quando si avvicina.

"Dimmi come" sussurro accarezzandole un'anca.

"Disgustata, stronzo!" E tenta di darmi una ginocchiata nelle palle.

Le fermo il ginocchio proprio prima che entri in contatto con il mio inguine e la guardo con divertimento. "Bel tentativo" non le lascio andare la gamba e lei si dimena per farsi mollare.

"Lasciami" si lamenta spintonandomi - non mi muovo di un centimetro.

"Mi hai appena aggredito, perchè dovrei lasciarti?" Chiedo tenendole fermo il ginocchio, lei si appoggia alla porta con tutto il peso, perchè le ho tolto il bilanciamento. "Mammina e papino non ti hanno insegnato le buone maniere?"

I suoi occhi si adombrano e mi da un pugno su una spalla - mi fa un po' male, ha una buona forza, l'ho notato anche altre volte. "Hugo!" Sibila, è la prima volta che dice il mio nome ed è un ammonimento, eppure adoro come esce dalla sua bocca. "Lasciami" ripete seria.

Sospiro, ma la lascio e lei mi da un altro pugno sul petto, le afferro il polso prima che possa darmene un altro ancora e mi spingo su di lei, fermando la sua mano contro la porta, al fianco della sua testa. "Continui ad aggredirmi" sorrido e mi chino sul suo viso, il suo odore è innebriante e infilo una gamba tra le sue, sfiorandole le cosce. "Mi piace"

Le si arrossano le guance e stringe i pugni. "Pervertito" Ripete ma non si agita e non mi dice di lasciarla quindi avvicino le mie labbra al suo orecchio, inspiro il suo profumo e sfrego il naso contro il suo collo. Lei fa un verso strozzato.

"Non ci credo" mormoro sulla sua pelle. Sono tentato di leccarla, di sentire il suo sapore, ma non lo faccio, non ancora.

"Cosa?" La sua voce è un po' ansante - ha perso il controllo, forse lo vuole quanto me.

"Che sono l'unico a sentire quest'attrazione, questo bisogno costante di averti nel mio raggio visivo" Sussurro al suo orecchio, la mia mano sul suo polso si rafforza, le accarezzo il palmo e spingo più forte la gamba tra le sue, l'altra mia mano è ferma sul suo fianco.

Lei mi sorprende, la sua mano libera sale sul mio petto, stringe le dita sulla mia camicia e mi avvicina. "Odio quando mi guardi" Mormora, sono certo che volesse risultare incazzata, ma il suo respiro è pesante e le sue parole flebili.

Sorrido e passo le labbra sul suo collo, le sfrego e lei trema. "Ah si?" Chiedo sulla sua pelle.

"Si" mugugna. "Odio che ogni volta che mi giro ci sei tu a fissarmi con quegli occhi azzurri" Non so se lo fa apposta, non lo so proprio, ma le sue ginocchia si piegano leggermente e appoggia il suo inguine contro la mia coscia. Chiude gli occhi alla sensazione ed io tasto il limite, la sfrego contro di lei. "Oh" geme a bassa voce.

Non resisto più, le lascio il polso e le afferro la testa, attirandola a me per un bacio.

Neith geme sulle mie labbra, poi mi circonda il collo con il braccio che le ho appena liberato e mi tira a se, sfregandosi contro la mia coscia.

È dolce, la sua bocca e il lucidalabbra che ha addosso, e mi spingo su di lei perchè non è l'unica che ha bisogno di un po' di frizione - ho un'erezione da quando mi ha trascinato qui dentro.

La bacio più forte, le stringo i capelli e affondo l'altra mano sul suo culo. Lei mi tiene e continua a sfregarsi su di me, il bacio rabbioso che ci stiamo dando la fa mugolare.

Non respiro più, è solo per questo che mi stacco - la guardo, gli occhi chiusi e la bocca aperta, il suo gloss rosso rovinato. Vuole venire, lo sento dall'umidità sui miei pantaloni, dal tremore del suo corpo.

Non so come siamo arrivati a questo punto ma non mi spaventa affatto quello che provo per lei, l'attrazione che sento. Quindi le stringo il culo e infilo la mano sotto la sua gonna.

"Che ne dici?" Sussurro al suo orecchio, ho la voce roca, il respiro irregolare, la lussuria mi sfoca la vista. "Posso darti una mano?" Raggiungo la sua entrata e faccio piccoli cerchi da sopra le mutande. "Ucciderei per darti una mano, tesoro"

Lei apre gli occhi, quel marrone scuro incontra il mio azzurro ed è pieno di eccitazione. "Non ti sopporto" ansima. "Non posso lasciartelo fare"

Sorrido. "Non lo scoprirà nessuno" sfrego contro le sue mutande fradice. "Lasciami aiutarti"

Neith geme forte quando spingo contro la sua entrata. "Dio" piagnucola. "Ho bisogno" si agita sulla mia gamba e sulla mia mano. "Solo una volta" mi guarda e annuisce.

Lo prendo per un sì e scosto i suoi slip, infilando un dito dentro di lei. Trattengo un gemito, perchè è bagnata e le sue pareti mi stritolano, è stretta, tanto. "Te l'hanno mai fatto?" Chiedo usando l'altra mano per slacciarle la camicia, voglio vedere quelle tette se è l'unica volta che me lo permetterà.

Abbandona la testa contro la porta e annuisce. "Julie" sussurra. "E Nicolas" Due dei suoi ex - la ragazza è uscita l'anno scorso, Nicolas invece è ancora qui.

"E chi lo faceva meglio?" Chiedo piegando le dita per colpire il suo punto G, lo trovo, perchè lei trema e geme forte.

"Tu" Mormora. "Lo fai meglio tu"

Questo aumenta il mio ego in maniera spropositata, mi sento un cazzo di re. "Mh?" Mormoro. "Ne puoi prendere due?"

"Non sono vergine" Dice, rispondendo alla domanda che non ho trovato il coraggio di farle.

Contraggo la mascella, stringendo i denti, e senza preavviso inserisco un altro dito. Lei urla, aggrappandosi alle mie spalle, poi viene, lo sfregamento contro la mia coscia troppo piacevole.

Ansima, stringendomi mentre le sue gambe cedono. La tengo a me, fino a quando non riesce a raddrizzarsi e stare in piedi da sola.

Sfilo le dita da lei, l'odore che riempie ora lo sgabuzzino è il suo e sto morendo dalla voglia di assaggiarla, quindi me le infilo in bocca.

La mia erezione fa male, il suo sapore nella mia bocca ha contratto il mio cazzo e mi porto una mano ai pantaloni, slacciandomi la cintura.

"Non ti toccherò" La sento dire, la voce dura - è tornata la stronza.

"Non devi toccarmi" Mormoro tirandomelo fuori dai boxer. Ho bisogno di toccarmi e non mi importa se mi guarda. "Se vuoi darmi una mano, mettiti in ginocchio e slaccia la camicia"

Alzo lo sguardo per fissarla, ma lei non sta guardando il mio viso, è intenta a osservare la mia mano che fa su e giù pigramente sulla mia asta.

Ha le palpebre allargate e gli occhi scuri, la vedo, la lussuria, e mi masturbo più velocemente.

"Neith" la richiamo per farmi guardare. Lei sembra sorpresa, ammaliata, ma risale con lo sguardo e incrocia il mio. "In ginocchio"

Mi odia, lo vedo da come mi guarda, odia volermi come io odio volere lei, ma a differenza sua io ho passato anni a fare i conti con la mia attrazione, e mentre lei l'ha combattuta, io l'ho accettata, molto tempo fa.

"E se non volessi?" Chiede.

Lo vuole, lo vedo. "Sei libera di andartene" Rispondo. "Mettiti in ginocchio" ripeto. "Slaccia la camicia, voglio venire su di te"

Socchiude la bocca e scatta a guardare il mio cazzo. Lentamente si inginocchia, i pugni stretti lungo i fianchi e l'odio che sprigiona da lei, eppure poteva andarsene, ma si è messa in ginocchio. "Non voglio sporcarmi" mormora.

Il tono irritato mi fa aumentare la velocità, adoro che sia arrabbiata, con me, con se stessa, adoro che senta anche lei questo legame, che lo combatta.

Rido. "Allora apri la bocca, tira fuori la lingua"

Lo sento, il piagnucolio che fa alla mia frase, e mi porta al limite. Lei obbedisce, apre la bocca, la lingua fuori, ed io dirigo il mio orgasmo sul suo viso, voglio che lo ingoi, ma voglio anche che le macchi le labbra, che si sporchi ugualmente. Ed è quello che succede.

Lei ingoia la maggior parte, si lecca le labbra per pulirsi, lo sperma che le cola dal mento. "Sei carina, così" mormoro, accarezzandole una guancia con il pollice.

"E tu sei uno stronzo" Sibila scacciandomi la mano. Con un'occhiataccia afferra la mia camicia per terra, quella che ha portato a tutto questo, e si pulisce il viso.

"Perchè, piccola, Nicolas non ti ha coperto di sperma?" Lo so, il mio tono ha un che di rabbioso, lo nota pure lei. Mi sistemo i pantaloni, riallacciando la cintura.

"Sei geloso?" Chiede rimettendosi in piedi.

"No" Rispondo - non è vero, sono geloso, mi brucia nel petto.

Alza le sopracciglia. "Ma se tutta Hogwarts chicchiera delle tue abilità a letto" Dice irritata.

Rido. "Ora sei tu quella gelosa"

Fa uno sbuffo dal naso. "Di te? Mai"

Sorrido ancora di più e allungo una mano verso di suo viso, le accarezzo una guancia e seppure lei mi stia guardando con rabbia, non si scosta. Non si scosta neanche quando mi chino verso il suo orecchio. "Ho leccato fighe, le ho toccate" sussurro, lei trema. "Ho toccato anche qualche culo" Afferro il suo da sotto la gonna, sfioro con le dita il suo ano e lei rabbrividisce, trattiene un gemito. "Mi hanno succhiato, toccato e leccato, Neith. Ma ti svelo un segreto, lo vuoi sapere?" Chiedo.

"Mh" mormora, un gemito e un'assenso.

"Sono vergine" Sussurro.

Poi mi allontano da lei, voglio la sua reazione, voglio guardarla mentre assimila quello che le ho appena detto.

Sgrana lo sguardo, mi fissa come se fosse confusa. "Come?"

"C'è solo una persona in cui voglio infilarmi, Neith" Le do un buffetto sulla guancia.

È ancora sorpresa, mentre la scosto, apro la porta ed esco, lasciandola lì.

*
Neith's Pov

Rae sorride come se sapesse quando mi rimetto seduta sul divano, eppure mi sono pulita dal trucco sbavato.

"Hai le labbra gonfie" Mi riferisce la mia migliore amica.

La guardo. "Il nuovo lucidalabbra mi ha fatto allergia" Mento con la facilità con cui respiro, sono sempre stata brava a farlo, solo una persona sembra sempre vedermi dentro, anche se sparo un sacco di stronzate, ed è la stessa che mi è venuta in faccia dieci minuti fa.

"Mh" Rae punta gli occhi verso il gruppetto di Hugo. "Hai visto Myra?" Mi chiede.

Scuoto la testa e volto il capo per guardare dove guarda Rae. Gli occhi azzurri della mia migliore amica sono puntati su una certa Weasley con i capelli rossi, che ride rumorosamente. I miei occhi, invece, si spostano su Hugo.

Lo odio. Odio il fuoco che mi consuma ogni volta che lo guardo, il modo in cui mi sento raddrizzare la schiena, il potere che provo ad attirare la sua attenzione - sono l'unica ragazza che guarda, da sette cazzo di anni.

Hogwarts ha fatto congetture a riguardo, dicono che ci conosciavamo prima della scuola, dicono che stiamo insieme in segreto, dicono che l'ho stregato. L'ultima è l'ipotesi più gettonata, credono l'abbia incantato con una pozione, ragazze e ragazzi lo borbottano in giro, lo sussurrano alle mie spalle. Non capiscono, non capisco neanche io.

Hugo mi sorride, i suoi occhi scivolano sulle mie gambe accavallate, poi sulla mia bocca. È presuntuoso, arrogante, ama quello che abbiamo fatto. Io, invece, lo odio, odio averlo adorato, odio aver perso il controllo, odio l'attrazione che provo per lui, quella che lui non nasconde, mentre io ci lotto ogni giorno.

Vengo distratta da Myra, che si butta a sedere accanto a me. La mia amica sistema la sua gonna sulle gambe nude. La guardo in faccia e so senza che me lo dica dove è stata.

"Ancora?" Chiedo fissandola.

Non approvo. Non approvo per niente quello che sta facendo con quel Weasley, Louis, e lei lo sa.

Prende un sorso d'acqua da un bicchiere che fa comparire e si rilassa contro lo schienale del divano. "Non so di che parli" dice senza guardarmi.

Le mie amiche sono quello che ho più di caro al mondo, dopo la mia famiglia, ma non ci diciamo tutto, non sempre, ognuna di noi mantiene un proprio segreto, argomenti di cui non si parla mai.

Hugo lo sapeva, di Myra e Louis. Myra l'ha ammesso solo dopo che l'ho messa all'angolo, dopo che il Weasley me l'ha riferito. E odio che se ne sia accorto prima di me, odio essere risultata meno intelligente.

Lancio un'altra occhiata a Hugo, come al solito incontro il suo sguardo e lui mi fa un altro sorriso.

"Senti chi parla" Mi sussurra Myra dandomi una gomitata. "Hai un succhiotto sul collo"

Rae si rianima, si sporge verso di me e mi scosta i capelli. "Oddio hai un succhiotto! No, sono due!" Ride. "Cazzo, chi è stato?"

Myra mi guarda, le sopracciglia alzate, ed io mi copro il collo con i capelli. "Nessuno di importante" borbotto.

Rae è eccitata. "Non ti fai toccare da nessuno dalla scorsa estate, se hai due succhiotti non è nessuno di importante" fa una risatina. "Chi è? Te ne sei andata via con Hugo, è lui?"

La guardo male. "Neanche se l'inferno gelasse" Sibilo, mento, ma come ho già detto, sono brava a farlo.

"Ah si?" Sussulto quando sento la voce di Hugo, alle mie spalle. Si deve essere alzato e avvicinato senza che lo notassi.

Mi giro a guardarlo - Lily Potter e Louis Weasley sono al suo fianco, come sempre.

Hugo sorride, una fossetta compare sulla sua guancia - vedo molte ragazze guardarlo e raddrizzo la schiena, guardandole male e facendogli distogliere lo sguardo.
Il sorriso del Weasley si amplia, come se sapesse esattamente quello che ho fatto. "Volevo solo ricordarti del nostro appuntamento di domani mattina"

Lo fulmino con un'occhiataccia. "Non è un appuntamento!" Sibilo.
Dobbiamo fare solo la relazione e ovviamente lui urla in giro che abbiamo un appuntamento, perchè fa sempre di tutto per darmi fastidio.

"Mhmh" Dice divertito. Mi scruta il viso, gli occhi azzurri hanno quella scintilla di sfida che mi fa formicolare la pelle, il filo che ci lega che si agita dentro di me. "Hai qualcosa sul mento" si indica il suo con un sorriso. "Forse yogurt"

Sgrano lo sguardo e mi pulisco freneticamente, mentre le mie amiche mi fissano con confusione. Ma io mi sono sistemata, ho lavato il viso e i denti nel bagno del corridoio, non è possibile che ci sia qualche traccia del suo orgasmo sulla mia pelle.

Sorride, quando abbasso le mani e lo guardo male, quando capisco che l'ha detto solo per indispettirmi e che non ho niente sul mento. "Fottiti" Sibilo. "E vattene, tu e i tuoi amici sfigati"

Mi fa un altro sorriso, Hugo Weasley mi sorride sempre, anche quando lo tratto di merda, e mi sorprende, mi incasina la testa. "Ciao, Neith, a domani" Soffia un bacio, poi mi da le spalle e va via.

Lily Potter sofferma lo sguardo su di me troppo a lungo, prima di seguire Hugo e Louis, come se sapesse, come se mi stesse giudicando.

*

So che è entrato in biblioteca prima di vederlo - mi passa un brivido sulla schiena e la raddrizzo. Rifiutandomi di cercarlo con lo sguardo, lo fisso sul libro di testo che sto sfogliando.

La sedia davanti alla mia si sposta e Hugo fa un colpo di tosse per richiamare la mia attenzione.

Alzo lo sguardo, incontro i suoi occhi azzurri e fingo un'espressione infastidita, eppure, come ogni volta, qualcosa sfarfalla dentro di me e mi sforzo di non mostrarlo sul mio viso.
Ha i capelli scuri scompigliati, i ricci color mogano scarmigliati come se non gli importasse abbastanza domarli, alcuni boccoli gli cadono sulla fronte e ne scosta uno dagli occhi, che sono azzurri come il cielo. Quando mi sorride gli compare una fossetta sulla guancia. A differenza della sorella, Hugo non ha lentiggini marcate, solo una piccola spruzzata sul naso e gli zigomi.

Lo odio.
Odio il suo sorriso presuntuoso e il modo in cui mi fa sentire.

Avevamo undici anni, la prima volta che ci siamo incontrati. Stavo piangendo sul pavimento di una cabina del treno, non volevo andare via dalla mia mamma morente, non volevo abbandonarla e lasciare mio padre, e Hugo ha aperto la porta, mi ha vista debole, mi ha vista piangere - non permettevo a nessuno di vedermi piangere, non potevo mostrarmi debole alla mia famiglia, doveva contare sulla mia forza. 
Ho asciugato le lacrime, gli ho urlato di andarsene - lui mi ha ignorato, si è avvicinato, si è seduto al mio fianco e mi ha abbracciata.
Anche allora avevo sentito una scintilla nel petto, qualcosa che si risvegliava, ma ero troppo occupata a singhiozzare per prestarci la dovuta attenzione.

Ora, sette anni dopo, quella scintilla è ancora lì, e la odio, così tanto che farei di tutto per liberarmene.

"Buongiorno, Neith" dice sempre il mio nome, quando mi parla, non so perchè ma so come mi fa sentire - scombussolata, infastidita, odio che mi faccia effetto.

È strano, quello che sento per lui, mi fa provare troppe cose, per questo faccio di tutto per stargli lontano - fingo che i suoi occhi non mi facciano rabbrividire, ignoro i suoi saluti e non lo guardo quando stiamo nella stessa stanza, anche se il mio corpo freme e vorrei farlo.

"Sei in ritardo" Rispondo. "Ho preso dei libri e ho cominciato a leggerli, questi li devi leggere tu" spingo dei tomi verso di lui.

Mi sorride ma non insiste con le chiacchiere e comincia a lavorare.

Non parliamo per la mezz'ora successiva. Finisco di sottolineare dei punti del libro che ho preso e alzo lo sguardo su di lui.

Non mi guarda, sono poche le volte che non lo fa quando siamo vicini, ed è concentrato, le sopracciglia aggrottate e la mano sinistra che scrive su un foglio accanto al libro. È veloce, legge quel libro così velocemente che ne sono sorpresa, le pagine scorrono in pochi secondi.

"Lo sento" Dice alla fine, facendomi sussultare. "Che mi stai guardando, Neith" Alza lo sguardo, incrociando il mio, e fa un sorriso presuntuoso. "Ciao" mi saluta.

"Hai finito?" Ribatto irritata.

Gli basta poco per farmi incazzare e fa di tutto per farmelo fare, per innervosirmi. Non capisco ciò che sento e odio che lui me lo rinfacci ogni giorno con le sue occhiate e la sua voce, quando io vorrei allontanare questi sentimenti - non me lo permette, non me lo permette mai. Appena penso di esserci riuscita, di aver trovato un posto nel mio cuore per rinchiudere l'attrazione che provo, lui spunta fuori, mi sorride, mi saluta, o mi guarda semplicemente, e la gabbia che avevo costruito crolla ed io devo ricominciare da capo.

"Sì" risponde facendomi vedere i suoi appunti. "Posso scrivere questa parte della relazione e tu l'altra" Non scherza, adesso, e gliene sono grata.

"D'accordo"

Torniamo a lavorare.
Mi piace questo silenzio, e stranamente riesco a concentrarmi meglio, anche se lui è davanti a me.

Di solito, se siamo nella stessa stanza, la mia pelle formicola e sono costantemente nervosa, ho bisogno di guardarlo, o di avvicinarmi. Adesso, invece, lui è a mezzo metro da me ed io mi sento totalmente calma, è strano ma è piacevole, mi culla.

"Come sta tua mamma?" Chiede improvvisamente. Alzo la testa e lo fisso, il mio cuore che salta un battito.

Sono passati sette anni da quando gliel'ho detto, ho pianto poi piagnucolato sulla malattia di mia madre, ma lui se lo ricorda ancora. Non dovrebbe sorprendermi, c'è qualcosa che ci lega e anche io ricordo tutto quello che so su di lui, eppure il mio stomaco si stringe e lo fisso sorpresa.

"Come?"

Lui è tranquillo. "Tua mamma, Neith, come sta?"

Lo odio. Lo odio. Devo smetterla di sentirmi così. Devo smetterla di volerlo. Perciò, stringo i denti e lo guardo male. "Non sono affari tuoi"

Hugo sorride. "Era solo una domanda, piccola, non c'è bisogno di agitarsi"

Assottiglio lo sguardo. "Non chiamarmi in quel modo!"

"Perchè lo combatti?" Chiede e so a cosa si riferisce.

"Non combatto niente"

Lui scuote la testa e si allunga sul tavolo. "Quindi se mi avvicino, non senti nulla?" Trattengo il fiato quando una sua mano si alza, mi sfiora una guancia e odio non riuscire a scostarmi. "Se ti tocco, non provi un tuffo al cuore?" Mi accarezza le labbra con il pollice e il mio cuore perde un altro battito. "Se ti guardo, non hai la pelle d'oca?" Sorride, la fossetta sulla guancia e gli occhi luminosi, è bello, è sempre così bello. "E se sono nella tua stessa stanza, non lo sai senza vedermi?" Si sporge ancora, mi accarezza il collo con il mignolo. "Perchè io si, il mio cuore si ferma quando ti tocco e rabbrividisco ogni volta che sei vicino a me, e quando mi guardi, un cazzo di fuoco mi brucia la pelle. Perchè lo combatti?"

Perchè ho passato la vita a essere quella forte, a sostenere mia madre, a non mostrare debolezze, perchè lei sta morendo e io devo fingere che vada tutto bene, così che non si preoccupi, quindi mento, sono cosi brava a mentire che persino i miei stessi genitori mi credono, dico che sto bene, quando sto crollando, e loro mi credono, tengo tutto chiuso in me. E odio, odio così tanto che un semplice ragazzo è capace di leggermi dentro, odio la debolezza che provo quando lo guardo, la voglia di lasciarmi andare. Odio che sia l'unica persona che mi ha mai visto piangere in questi anni.

Per questo lo combatto, perchè non posso essere fragile, non posso crollare.

Mi sento messa all'angolo, quindi uso l'unica cosa che ho: la cattiveria. "Non c'è niente che combatto perchè non c'è niente tra di noi, Weasley" mi sporgo verso di lui e lo guardo seria, con odio. "Sei pazzo a pensare che ci sia, a credere a un presunto legame inesistente, ed è da sfigati inseguire per sette anni una ragazza che non ti vuole e non ti vorrà mai, preservandole pure la verginità" tolgo la sua mano dal mio viso con irritazione e faccio una risata. "Non ti odio, Weasley, non sei abbastanza importante, ma non ti sopporto, è chiaro? Lo capisci?"

Odio me stessa, odio il modo in cui il suo sguardo si spegne e lui si raddrizza.

Non ho mai ferito i suoi sentimenti negli anni passati, anche se gli ho detto tante cose cattive, ha sempre risposto con un sorriso. Invece, ora sembra infastidito, il viso duro. "D'accordo" risponde serio. "Puoi combattere quanto vuoi, Neith, ma quello che provi resterà per sempre lì, aumenterà fino a quando non potrai più chiuderlo dentro il tuo cuore" Sorride, non è ampio come al solito, è divertito ma in modo crudele. "Vuoi che ti lasci stare? Bene"

Lo guardo sorpresa ma cerco di non mostrarlo. "Bene" rispondo.

"Finisci la relazione, ecco la mia parte" mi passa dei fogli, poi si alza, afferra la giacca e se ne va.

E lo sento, quando non è più nella biblioteca.

*
Hugo's pov

Sono curioso. Sono anche incazzato, perchè mi ha preso in giro sulla mia verginità, ma per lo più sono curioso.

Cosa farà ora che non le presterò più attenzione? Quello che prova le esploderà in faccia? Me lo auguro, ora che non lo mitigo più con gli sguardi e i saluti.

Sorrido a Winter, seduta sulle mie gambe, ma non ascolto molto quello che mi sta dicendo. Mi dispiace per le ragazza, ma tutta Hogwarts sa che ho occhi solo per una certa stronza, Winter inclusa, che mi sta usando per far ingelosire la sua ex.

Le accarezzo distrattamente una coscia e sorrido quando mi sento addosso gli occhi di Neith.

"Ti fissa" Mi riferisce Lily.

"Lo so" rispondo passando il pollice sulla pelle liscia dell'interno coscia di Winter. "Vuoi prenderci un dolcetto, Winter?"

Lei alza le spalle e si mette in piedi, andando verso alcuni tavoli pieni di cibo vicino al muro.

"Perchè non te ne liberi? È insopportabile" dice Lily sbuffando.

"Dici Winter?" Chiedo. "È carina"

"E ti sta usando per rimettersi con Haylee" continua Louis.

"Ed io la sto usando per far uscire fuori di testa Neith, mi sa che siamo pari"

Entrambi i miei cugini mi guardano, ma nessuno dei due dice niente, sanno che quando mi metto in testa qualcosa, nulla può farmi cambiare idea.

Winter torna, si siede al mio fianco e mi porge un muffin. "Ti piaccio?" Chiede e la sua voce spezzata mi fa voltare il viso per prestarle attenzione.

Sta per piangere? "Come? Cosa è successo?" Chiedo confuso.

"Nott" Tira su con il naso. "Mi ha detto che non ti piaccio e che mi usi"

Alzo le sopracciglia. "Ti ha parlato?"

Winter annuisce, gli occhi verdi lucidi. "Ha detto cose cattive"

Mi viene da ridere - allora è così che vuole contrattaccare? Bene. "Vieni qui" la faccio sedere ancora sulle mie gambe. "Haylee ti guarda da quando sei vicina a me" Le accarezzo la schiena e infilo una mano tra le sue ginocchia, accarezzandole le cosce. "Ti importa davvero se mi piaci o no? O è più importante se piaci ancora a lei?"

Winter gira il viso verso dove sa che Haylee è seduta. "È più importante lei"

Sorrido e le accarezzo il viso. "Allora dammi un bacio e vai a prenderti la tua ragazza"

Winter si rianima, mi da un bacio sulla guancia e si alza, andando dalla tassorosso poco lontana.

Smetto di pensarci appena esce dal mio raggio, penso piuttosto al fatto che Neith Nott è così gelosa da minacciare Winter.

"Non mi piace quel ghigno" borbotta Lily.

"Significa guai" aggiunge Louis, la voce atona ma le labbra arricciate in un piccolo sorriso di divertimento, uno che mostra solo a noi.

Sorrido ancora di più. "Esploderà, ragazzi, e lo farà molto presto"

*
Neith's pov

Stritolo l'erba tra le dita con forza, degli steli si staccano ed io vorrei avere le mani avvolte attorno ai capelli di Hugo Weasley e della ragazzina che gli è seduta in grembo.

È caldo, oggi, ed è domenica, così molti sono in giardino, a godersi il sole. Così, Hugo è senza maglietta, e la quindicenne che gli sorride ha anche le mani sul suo petto.

Non ci parliamo da tre settimane e mi sembra di impazzire. Non ho mai sentito così tanto questa attrazione, questo peso che è nel mio stomaco da sette anni non è mai stato così grave, mi scava nel cuore.

"Lo fa apposta" sussurro a bassa voce.

Le mie amiche mi sentono, perchè si girano a guardarmi. Poi Myra segue il mio sguardo. "Ecco, di nuovo" borbotta. Rae le da una gomitata che noto benissimo. "Cosa? Dobbiamo continuare a fingere che non ha una cotta per lui da sette anni? Sono stufa"

La guardo, poi guardo Rae. "Come?"

"Niente" trilla Rae. "Myra ha preso troppo sole"

Myra la guarda male ma non aggiunge altro. "Non ho una cotta per lui" Dico alle mie amiche.

"Sei gelosa, sei sempre gelosa quando frequenta qualcuno" Risponde Myra alzando gli occhi ambra al cielo. "Ed è quasi un mese che non ti guarda - quando hai sentito Daria Finnegan dire che forse non gli piacevi più, hai incantato la sua zuppa che le è esplosa in faccia a cena"

"Non sono stata io!" Mento, ovviamente, e Myra alza le sopracciglia - non mi crede.

Daria se lo meritava, sparla di me da mesi e questa cosa con Hugo è stata la ciliegina, gliel'ho fatta pagare e la zuppa non si è tolta dalla sua camicia per giorni, perchè ci avevo messo una pozione di resistenza.

"Come vuoi, ma noi non siamo sceme. In più, Louis mi ha detto del vostro legame"

Spalanco la bocca mentre Rae si porta una mano alla fronte. "Salazar" borbotta.

"Louis ti ha detto cosa?" Chiedo. "Quando esattamente? Mentre era impegnato a scoparti?" Cattiva, odio averlo detto, ma è l'unica cosa che so fare quando mi sento in trappola: attaccare.

Myra alza ancora le sopracciglia ma non si offende. "C'è un legame, quindi" afferma guardandomi.

"Non c'è niente" Sibilo.

Rae sospira. "Neith" dice il mio nome con dolcezza. "Puoi dircelo"

Non posso, sono cresciuta ingabbiando i miei sentimenti, non so come mostrarli alle mie amiche e non voglio farlo, l'umiliazione che proverei sarebbe troppa.

"Non c'è niente da dire" Ripeto.

Myra non desiste. "Nella mia cultura, i legami sono importanti" dice seria. "Bilanciano la nostra magia, la rendono anche più forte" non la guardo ma sento i suoi occhi addosso. "Non sono da temere ma da accogliere. Se c'è un legame, sei fortunata ad averlo trovato"

"Non c'è niente" Non ne voglio parlare.

"Hugo è carino, Neith, e sembra sempre avere occhi solo per te. Sai cosa si dice in giro" Rae si unisce al discorso, anche se in genere fa di tutto per non far arrabbiare nessuno.

"Cosa?" Chiedo stizzita.

Rae mi guarda. "Che non fa sesso con le ragazze. Per te"

Avevo sentito questa diceria in giro, prima che Hugo me lo confermasse, ma non ci avevo mai creduto. "Non mi importa, non lo voglio" Ripeto.

"Perchè?" Chiede Myra. "Perchè ogni volta che ti senti un minimo coinvolta emozionalmente ti tiri indietro?"

Guardo Myra, poi Rae, che sembra ugualmente seria. "Parlate di me quando non ci sono?" Chiedo.

Rae alza le spalle. "Ti vogliamo bene e vogliamo il meglio per te"

"Hai paura che ti piaccia sul serio?" Myra non è delicata con le parole come Rae e mi guarda in attesa.

Non ne voglio parlare, perchè non mi lasciano in pace?. "Tu? Perchè nascondi la tua relazione?" Chiedo. "E tu?" Guardo Rae. "Non fingere che non hai paura della tua cotta per Lily"

Myra mi fissa, gli occhi ambra seri, il viso duro. "Io e Louis non abbiamo una relazione, facciamo sesso, cosa che a te servirebbe" Assottiglia lo sguardo. "E non essere cattiva con Rae"

Guardo la mia amica bionda - Rae si mordicchia il labbro inferiore. "È vero che Lily mi piace" borbotta. "Ma a volte mi ricorda mio padre, per questo mi fa paura"

Sospiro e mi sporgo per tirarla in un abbraccio. "Scusami tesoro"

Lei mi stringe, poi allunga un braccio e tira a noi anche Myra, che si lamenta ma si lascia abbracciare. "Odio litigare con voi" borbotta Rae.

Myra mi guarda seria e da un bacio sulla testa di Rae.
E il discorso è chiuso.

*
Hugo's pov

"Non sapevo fumassi"

Neith gira la testa e mi guarda. "Mi segui?" Chiede espirando il fumo. Sapeva della mia presenza prima che la manifestassi, così non si è spaventata, così ha avuto il tempo per calmarsi e riprendersi, per mostrarmi la facciata gelida, lo so.

"No, sono salito per prendere aria"

Non è verissimo. Ho incontrato Rae, che mi ha accennato che Neith sarebbe salita sulla torre questa sera per vedere non so quale costellazione.
Ho passato il pomeriggio a combattere con me stesso, una parte mi urlava di non andare da lei, di continuare questo gioco del silenzio che ci portiamo dietro da più di un mese, l'altra voleva vederla, parlarle, sentirla vicina.

Sono stato nervoso per tutto questo tempo infernale. Guardarla e parlarle smorzava un po' il fuoco dell'attrazione che provo, ora che non lo faccio più si è accumulato dentro di me e mi sento sempre così irrequieto, agitato.

"Posso andarmene, dato che sono uno sfigato e che non mi sopporti" ripeto quello che mi ha detto e le sue sopracciglia si avvicinano, sembra dispiaciuta, ma è un secondo e fa in fretta a tornare di ghiaccio.

"Fai come ti pare" Si gira e torna a fumare.

Sospiro, poi mi avvicino al parapetto e respiro l'aria fredda. Allungo una mano verso di lei, che sbuffa ma mi mette tra le dita la sigaretta.

Aspiro il fumo, mi calma, e gliela ripasso. Continuiamo a passarcela fino a quando non finisce ed io la calpesto sotto gli stivali.
Sono più tranquillo, non so se è la nicotina o il fatto che finalmente siamo a pochi centimetri di distanza, forse entrambi, ma mi sento più fermo, vedo più chiaramente.

"Non dovevo spingerti così tanto su quello che proviamo" Affermo.

Lei si irrigidisce ma insiste a guardare fuori.

"Forse non provi quello che sento io e ti sto solo infastidendo sul serio, forse mi sbaglio"

Neith prende un lungo respiro. "Cosa pensi che sia?" Chiede sussurrando. "Un legame?"

Trattengo un sorriso - sapevo di non essere l'unico a sentirlo. "Non lo so, ho paura di cercarlo nei libri" Ammetto, ed è la verità.

Lei guarda le stelle, scuote la testa. "C'è una fiaba antica" mormora. Si abbraccia la vita come se avesse freddo e chiude gli occhi. "Su una strega e un uomo" La ascolto. "Lei è stata gettata in un pozzo da un gruppo di cacciatori di streghe, che le hanno rubato la bacchetta e mandata a morire"

Si accarezza le braccia, sembra cercare rassicurazione, ed io mi avvicino e poso una mano sulla sua, sul bordo del parapetto.
Si irrigidisce ma non apre gli occhi e non si scosta.

"Trascorsero giorni, senza cibo, né acqua, solo con la sua magia che la teneva in vita.
Un giorno, passò un carro con all'interno quello che lei non sapeva essere un principe babbano, almeno è così che alcune versioni dicono, altre parlano di un mago potente, altre ancora di un contadino - preferisco il principe babbano"

Mi chiedo quante versioni di questa fiaba ha letto.

"L'ha percepito, prima che il carro arrivasse, e la sua magia le ha urlato di farsi sentire, perchè sarebbe stata la sua salvezza" Neith sospira. "E così ha fatto. Ha cominciato a strillare e il principe, sentendola, ha fermato la carrozza ed è corso in suo aiuto. Ha pensato di aver sentito la voce di un angelo, perchè qualcosa aveva scricchiolato nel suo petto, al suono.
Ha tentato di tirarla fuori da lì, ha fatto di tutto, ma il pozzo era incantato e non era possibile aiutarla.
Non poteva lasciarla lì, c'era qualcosa, un legame, un'attrazione che li spingeva uno verso l'altro, anche se non si erano mai visti in viso, c'era qualcosa.
Così, il principe costruì un castello sul pozzo, le mandò cibo, acqua, perchè non sopportava l'idea di starle lontano, di perderla.
Invecchiarono, insieme, e morirono, ma la strega non riuscì mai a uscire dalla gabbia, e il principe a vedere il suo volto. Il legame, il filo che li legava, era abbastanza.
Alcuni lo chiamarono interitus, distruzione, morte, perchè consuma, annienta. Altri, gli diedero il nome di anima, principio vitale, come se fosse la linfa della vita stessa"

Sono sorpreso. "Neith" sussurro.

Lei scuote la testa. "Ho trovato il libro nella sezione proibita, credo sia una fiaba cancellata, una che qualche re del mondo magico antico ha deciso di bandire, perchè un babbano aveva amato una strega e viceversa" Tiene gli occhi chiusi, come se non vedermi potesse rendere le cose più facili. "L'anima è un legame potente che non si manifesta sempre, e quando lo fa è raro - sono quattro, le anime confermate, da quando la strega e l'umano sono morti, mille e cinquecento anni fa"

Lo sapevo. Sapevo che c'era qualclsa di speciale nel modo in cui mi sentivo, sapevo di non essere pazzo.

"Lo odio" Riprende lei. "Lo odio così tanto. Odio quanto mi sento debole quando mi parli, mi guardi. Odio che riesci a vedermi dentro, quando non ho mai permesso a nessuno di farlo. Odio anche questo stato di nervosismo in cui sono, che mi segue da un mese, da quando hai smesso di parlarmi e di guardarmi. Odio non poter controllare questa cosa, perchè è irrazionale."

"Lo odio anche io" Mormoro.

Lei spalanca gli occhi e scatta con il viso a guardarmi. "Come?" Chiede sorpresa.

"Lo odio anche io" Ripeto, anche se so che mi ha sentito. "Odio tutte le cose che hai detto tu, che riesci a vedermi dentro, che non mi sento capace di controllarmi quando sei vicina. Odio che ho passato un mese a trattenermi fisicamente per non guardarti o parlarti. Mi sopraffa, questo legame, lo fa sempre e non riesco mai a gestirlo, posso solo assecondarlo"

Neith mi guarda, cerca qualcosa nei miei occhi. "Non c'è un legame" sussurra. "Non può esserci, non sono così speciale"

Le prendo la mano e la stringo. "Quello che provo è speciale, siamo speciali, Neith, non combatterlo che ti distruggi"

È questo, il secondo significato di questo legame - interius, la distruzione, la morte. Combatterlo ci annienta, disintegra parti di noi che non avremmo mai indietro. Così, è morte dell'anima.
Interius e anima. Due significati perfetti per questo caos.

"È ridicolo" sussurra.

Sorrido, perchè Lily usa sempre quella parola per riferirsi a noi, a me e a Neith.

"Non importa se lo è, ci proveremo lo stesso, ci proverò lo stesso"

Lei mi guarda, gli occhi marroni vulnerabili, fragili, li chiude per un secondo. "Ci proviamo, da soli" afferma aprendo le palpebre e mostrandomi la freddezza che la contraddistingue.

"Intendi dire di nascosto" Mormoro. La capisco, la capisco sempre.

Annuisce. "Non voglio..." storce il naso. "Non voglio giudizi, se non va bene"

Sorrido giocoso. "Credi tanto nel nostro futuro, è confortante"

Mi guarda male. "Cominci male"

"Secondo me, invece, trattieni un sorriso" Le do un buffetto sulla guancia. "Ma mi piaci anche da incazzata, quello sguardo cattivo mi fa venire voglia di inginocchiarmi"

Ora, nasconde decisamente un sorriso. "E cosa ti trattiene, esattamente?" Chiede.

"Posso?"

Neith mi guarda, poi annuisce.

Sorrido e la attiro a me per un bacio. Ci baciamo per minuti, fino a quando lei non mi si struscia addosso e le sue mani si sfregano contro i miei fianchi.

Sono felice, cazzo, ancora più felice quando la accontento e mi metto in ginocchio. Di più quando le bacio le gambe, le cosce e poi le anche. Quando infilo le mani sotto la sua gonna e tiro via le mutande. Quando si siede sul mio viso e mi permette di mostrarle quanto adoro le sue occhiate gelide e il tono duro che spesso e volentieri mi riserva.

*
Neith's pov

Mi viene voglia di fuggire.
Vorrei farlo, vorrei scappare e dirgli che non staremo più insieme, vorrei andare lontano, così che quello che provo smetta di sopraffarmi.

Mi chiedo quanto lontano devo fuggire per smettere di sentire queste emozioni, se saranno con me anche se me ne vado dall'altro capo del mondo.

"Smettila di torturarti" Hugo non mi guarda, gli occhi sulle stelle che si vedono dalla torre di astronomia.

Sono passate quasi due settimane da quando ho accettato questa cosa, e ora siamo seduti sul pavimento, una coperta sotto di noi. Beh, io sono seduta, lui è sdraiato, in mezzo alle mie gambe con la testa sul mio ventre.
Mi piace, mi piace tanto il calore che sento, la tranquillità, la calma, mi piace che mi tocchi, le mani che mi accarezzano i polpacci, mi piace che ogni tanto mi dia un bacio sulla coscia, mi piace che ci siamo incastrati senza parlare e che non abbiamo bisogno di farlo per sedare quel legame che in genere si agita dentro di noi.

È facile, così. Ci diamo un bacio, ci sediamo vicino, facciamo in modo di toccarci, e mi sento bene, come se tutte le mie energie si fossero ricaricate di colpo, come se potessi fare dieci chilometri di corsa senza problemi.

"Non mi torturo" borbotto fingendomi infastidita, ma non lo sono, sono così calma che niente può farmi incazzare.

Ancora, però, non so cosa fare, non so come comportarmi, non so se posso fidarmi di lui. Ancora non riesco, non posso, mostrarmi, non riesco e non posso far cadere la maschera, perchè non so farlo, è lì da troppo tempo, attaccata al mio viso, al mio cuore, e non so come staccarla senza farmi del male.

"Dovrai parlarmi, prima o poi, lo sai?" Chiede spostando gli occhi nei miei. "Mi piace anche il silenzio, ma se non mi parli non posso capire cosa hai, piccola, il legame non ci fa sentire i pensieri l'uno dell'altro, sfortunatamente" mi fa un sorriso giocoso ed io rispondo con una smorfia.

"Sto bene" borbotto.

"Non è vero" Dice passando il pollice sul mio ginocchio. "Sei rigida"

"Sto bene" ripeto seria.

"Devi farmi vedere, Neith" Mi dice e lo guardo confusa. "La vera te, devi farmela vedere" Mi sorride e mi accarezza le gambe in un massaggio calmante.

Odio che sia così intelligente e logico. Odio che non abbia paura di quello che prova.
Mi fa sentire immeritevole, come se lui fosse su un altro livello.

"Non so come si fa" Ammetto.

Hugo sospira, poi si alza da me e si mette seduto, girandosi per guardarmi - mi prende una mano e la accarezza con entrambe le sue. "Ho paura dell'altezza" Dice serio. "Per questo non gioco a quidditch"

Aggrotto le sopracciglia e lancio un'occhiata al parapetto in metallo. "Siamo sulla torre più alta di Hogwarts" mormoro.

Lui alza le spalle. "È la tua preferita"

Sbatto le palpebre sorpresa. "Possiamo stare da un'altra parte, non per forza qui" dico. E lo intendo, non voglio che stia male per me.

"Non mi da fastidio se non mi sporgo, poi mi piace guardare le stelle, è rilassante"

Si porta la mia mano alla bocca e mi da un bacio - il mio cuore salta un battito e le farfalle nel mio stomaco si rianimano.

Chiudo gli occhi e respiro per un secondo, poi lo guardo. "Non mi piace il sangue" Sussurro. "Perchè fin da piccola ho guardato mia mamma vomitarlo o perderlo e ora appena ne vedo un po' ho la sua immagine morente in testa"

Hugo sospira, poi mi attira a se e mi abbraccia. "Capisco" sussurra dandomi un bacio sulla testa e accarezzandomi la schiena.

Restiamo così, abbracciati, per minuti. "Sta meglio, adesso" Dico, rompendo il silenzio. "È ancora malata ma è sotto una cura sperimentale che dovrebbe farla guarire"

Non risponde ma le sue mani continuano a coccolarmi e mi attira ancora di più a se.

"Ho passato gli ultimi dieci anni a nascondere le mie emozioni" Dico, il mio respiro che si infrange sul suo collo. Lo tengo stretto, le mie braccia attorno al suo busto, e lui mi da un altro bacio sui capelli. "Perchè loro non si preoccupassero di me, avevano già troppo di cui preoccuparsi, figuriamoci aggiungere una bambina di otto anni. Ero piccola ma mi sono costretta a crescere, a nascondere i pianti dietro un'espressione calma - devo essere sempre fredda, o li farò stare male, più di quanto già stanno" Mi lascia parlare, mi piace che mi lasci parlare. È la prima volta che dico questa cosa ad alta voce. "Per questo io..." lo stringo ancora di più, come se potesse darmi la forza. "Non lo so fare, Hugo, non so mostrarmi, non so ridere e piangere come le altre persone.
Qualcosa non va in me"

Hugo si stacca, le sue mani vanno al mio viso e mi costringe a guardarlo. "Nulla non va in te, Neith, nulla" dice serio, il viso duro. "È solo il modo in cui reagisci al trauma, non è sano ma non è un problema che non si può risolvere"

"Non so se voglio risolverlo" Dico. "Non so se voglio tornare a sentire quelle emozioni in maniera così forte. Forse preferisco restare così, niente mi può ferire, niente mi fa stare male"

"Ma dentro stai male" Mi accarezza le guance e parla con un tono gentile.

"Sì, ma nessuno si preoccupa di me, così non faccio stare male chi mi circonda" Insisto. "È così, sono una preoccupazione in meno, devo esserlo, non posso essere un peso" mormoro. "Non posso, capisci?"

Annuisce. "Capisco" Sospira rumorosamente, i suoi occhi scandagliano il mio viso. "Ma non significa che sia giusto" Aggiunge. "Non significa che qualcuno non voglia preoccuparsi per te - magari vorrebbero ma tu li allontani. Forse è così, per le tue amiche o per i tuoi genitori, forse li preoccupi di più fingendo di stare bene, non aprendoti"

Alzo le spalle e lui fa un altro sospiro - lo sa, che non voglio parlarne, che quello che ho detto oggi non l'avevo mai detto a nessuno, e lui non mi spinge, è paziente e odio il modo in cui mi fa sentire, come se fossi capita, senza neanche parlare.

Si china e mi da un bacio sulle labbra. Gli circondo il collo con le braccia e mi spingo per approfondirlo. Il sapore di cioccolato è nella sua bocca quando incontro la sua lingua ed io gemo, affondando le dita nei suoi capelli.

"Neith" mormora quando scendo a dargli un bacio sul collo. Geme ed è un bellissimo suono - gli do un altro bacio, succhio per lasciargli un succhiotto, perchè lui me ne ha lasciati due nello sgabuzzino, qualche mese fa.

Risalgo per dargli un bacio sulla guancia, poi sulle labbra, il suo odore è innebriante e mi spingo ancora, fino a sedermici in grembo.

"Neith" Ripete Hugo, e di nuovo lo ignoro.

Non è ancora venuto per mano mia, non l'ho ancora toccato, ma lo voglio, ogni volta che lo tira fuori, se lo stringe mentre mi lecca o mi scopa con le dita, ogni volta un desiderio viscerale mi stringe lo stomaco ed io devo trattenermi per non buttarmici addosso.

Non mi ha mai costretto, non mi ha mai nemmeno chiesto di farlo. Mi sono inginocchiata e mi è venuto addosso una sola volta, nello sgabuzzino, ma da quando stiamo insieme in questo modo no, e voglio toccarlo, ora.

"Grazie" sussurro baciandogli la mascella, le mie mani salgono sotto la sua felpa e le sfrego contro la pelle liscia.

"Per cosa, tesoro?" Chiede ansimando.

Lo guardo e lui mi restituisce lo sguardo, l'espressione confusa - ma sa di cosa parlo, deve saperlo. "Per avermi ascoltata" Nel suo sguardo c'è una scintilla di chiarezza, poi sorride.

"Ascolterei la tua bella voce sempre" È sincero e qualcosa nel mio petto si riscalda.

Non rispondo, non so cosa rispondere, ma gli do un bacio sulle labbra. Lui mi afferra da dietro la nuca e lo approfondisce mentre io infilo una mano sotto i suoi pantaloni, fino ad avvolgerla attorno alla sua erezione.

Sussulta, geme sulla mia bocca. "Neith"

"Posso?" Chiedo accarezzando la punta con il pollice.

"Puoi farmi quello che vuoi, piccola, ma tu non devi se non vuoi" Ha gli occhi a mezz'asta e le labbra schiuse e arrossate, è bello, mi piace quest'espressione.

"Ti sembra che farei mai qualcosa che non voglio?" Chiedo abbassandogli i pantaloni con la mano libera.

Lui non ribatte, mi guarda quando gli bacio il petto, poi scendo sul suo ventre. Ansima quando do una prima leccata alla sua punta, mi avvolge i capelli con una mano, tenendomeli lontani dal viso. "Apri" ordina e il mio cuore sprofonda come ogni volta che mi parla in questo modo.

"Non mi dare ordini" Borbotto fingendo fastidio.

Hugo mi guarda e mi tira i capelli per alzarmi la testa. "Apri" Ordina, ancora.

"O?" Aprirò la bocca e lo succhierò, perchè muoio dalla voglia di farlo, ma amo anche quando ci combattiamo e questo lui sembra saperlo.

Alza le sopracciglia, poi la mano libera e mi da uno schiaffo sulla guancia. Spalanco la bocca, più per lo shock che per il dolore - non ha fatto male.

"Apri" ripete.

Amo il tono dominante e amo anche che, anche se mi sta guardando serio, c'è un'attenzione nella sua espressione che mi fa sentire al sicuro, non mi farebbe mai del male, lo so.

Lo guardo. "No"

Lui sorride ed è il mio Hugo, quello divertente e testardo. "Davvero?" Chiede con un sorriso in viso. "Non me lo sarei mai aspettato"

Odio le stupide fossette che gli vengono sulle guance quando sorride e odio il suo tono allegro. Non mi sta prendendo in giro e lo odio, perchè mi fa venire voglia di dirgli tutto, ogni cosa che ho sempre soppresso.

"Bene, allora" Dice facendo sparire il sorriso. "Hai tre secondi per aprire, Neith, non di più. Vuoi essere trattata male? Ti accontento"

Stringe le labbra quando lo guardo male ma, nonostante il viso serio, c'è del divertimento che scintilla nel suo sguardo azzurro.

"Uno" Rafforza la presa sui miei capelli e mi costringe ad avvicinarmi al suo membro, le mie labbra lo sfiorano. "Due" Conta. La sua mano libera si avvicina al mio viso, mi accarezza la guancia.

Non dice il numero tre, non dice niente. Lascia il mio viso, poi alza la mano. Chiudo gli occhi quando mi da un altro schiaffo, un po' più forte, mi lascia una puntura di dolore, ma non è un dolore spiacevole, non ancora.

Apro la bocca e lui ci spinge dentro la sua punta. "Ora succhia" Mi guarda mentre obbedisco, chiude un attimo gli occhi e fa un grugnito che mi fa formicolare il ventre.

Sono bagnata, l'eccitazione mi riscalda e mi slaccio la felpa.
Succhio, andando più a fondo, la pelle liscia leggermente salata, non è spiacevole e le poche volte che l'ho fatto mi è piaciuto - mi piace anche adesso, più del solito e la mia mano che non è attorno ad una sua gamba scivola tra le mie cosce.

Hugo geme guardandomi mentre la infilo sotto i miei pantaloni e gli slip. "Tocca quella bella figa e vieni con me, piccola, okay?"

Annuisco e succhio con più entusiamo, voglio che venga, voglio ingoiare il suo orgasmo come lui ha fatto con me per giorni.

"Infila due dita, ce la fai?" Chiede, la voce roca mi fa rabbrividire. Obbedisco. "Forte, Neith, scopati forte come farei io" obbedisco ancora e divento più frenetica, nel succhiarlo e nel toccarmi. Lui mugola ogni volta che io gemo, il riverbero sul suo membro. "Sto per venire, tesoro" grugnisce e me lo costringe più a fondo.

Trattengo il riflesso del vomito e prendo a coppa le sue palle. Lui grugnisce e viene ed io lo seguo, sfregandomi il clitoride fino a quando non tremo, la pressione che si accumula nel mio ventre che esplode in un meraviglioso orgasmo.

Ingoio il suo seme e mi tiro dritta, ansimando.

Hugo ha le mani per terra, si tiene come se fosse stremato ed io sorrido a guardarlo. "Cosa?" Mi chiede quando mi nota.

Alzo le spalle. "Hai una bella faccia quando vieni"

Lui sorride, il suo viso si illumina quando lo fa, come al solito. "Mi parli sporco, piccola?" Chiede.

Rido. "Mh" Mugugno avvicinandomi per un bacio - si lascia baciare. "La prossima volta potrai perdere la tua ciliegina" dico ironica.

Ride forte alla parola ciliegina, allontanandosi dal mio viso. Il suono della sua risata riverbera per la torre, mi fa rabbrividire. "È un accordo allora" ride sporgendosi per darmi un bacio sulle labbra. "Ciliegina, bella questa" ride ancora.

"Stronzo" Sbuffo alla presa in giro. Ma poi sbadiglio, sono stanca e lui lo nota.

"Andiamo" mi accarezza una guancia e si tira su. Mi tende una mano e mi aiuta ad alzarmi.

Lo guardo tirare su il lenzuolo che abbiamo steso e poi farlo scomparire. Mi avvolge la coperta che avevamo portato attorno alle spalle e pulisce il pavimento ricoperto delle briciole del panino che mi aveva portato - perchè, secondo lui, non avevo mangiato abbastanza a cena.

Mi passa una mano sulla schiena per riscaldarmi e scendiamo le scale in silenzio. Quando arriviamo giù, è ora di salutarci, ma non voglio.

"A domani" Si china per darmi un bacio. "Sognami, e voglio che sia un sogno sporco" sorrido e mi sporgo per un altro bacio. "Buonanotte"

Poi si allontana ed io lo guardo fare due passi indietro.

"Hugo" mormoro.

"Dimmi, piccola"

Mi sforzo di ingoiare il mio orgoglio. "Vuoi..." sospiro. "Vuoi dormire con me?" Chiedo.

Dopo tutto quello che gli ho detto oggi, dopo quanto mi sono aperta, non voglio che se me vada, non voglio passare la notte a ripensarci e pentirmene, voglio che lui stia con me e mi rassicuri.

Sorride. "E le tue amiche?"

"Glielo dirò" mormoro. Il suo sguardo si illumina e il suo sorriso si amplia. "Okay?"

Non si avvicina però, non mi tocca. "Solo se va bene a te" dice guardandomi, i suoi occhi scandagliano la mia espressione cercando di capire se sono sicura.

"A me va bene" Annuisco.

"Okay" Hugo allunga una mano, mi accarezza una guancia. "D'accordo, tesoro, dormirò volentieri con te"

Sorrido e annuisco. "Bene"

Ride. "Bene" ripete. "Andiamo che ho sonno"

Myra, che è ancora in piedi quando entro nella nostra camera in comune, mi guarda con le sopracciglia alzate. "Ecco cosa fai tutte queste notti"

"Ciao Myra" dice Hugo con un sorriso. Guarda il suo pigiama azzurro e la crema che ha in viso. "Sei sempre bellissima"

Myra lo guarda male ed io gli lancio un'occhiataccia che gli dice di smetterla se non vuole che lei gli tagli la testa.

"Dorme con me, va bene?" Le chiedo.

Myra sospira, poi alza le spalle. "Non mi importa" E se ne va nel suo letto.

Questa notte, dormo meglio di quanto ho mai dormito. Hugo accanto, il suo corpo premuto contro il mio e le sue braccia a circondarmi.

Quando mi sveglio, non è più al mio fianco ma lo sento parlare con Rae. Sorrido a vederli divertirsi e mi alzo per andare in bagno.

"È scontrosa la mattina" gli sta dicendo la mia amica quando esco dal bagno.

"Non è vero" borbotto avvicinandomi.

Hugo mi attira a se e mi da un bacio sulla testa. "Perchè? Non è scontrosa sempre?" Chiede. Lo spintono ma non si muove e mi da un altro bacio, sulla bocca ora. "Adesso vado, così non ci vedono insieme"

Mi acciglio quando mi lascia. "Ci vediamo questa sera?" Chiedo.

"Te l'avevo detto, oggi non posso, serata film con Lily e Lorcan"

È vero, me ne ero dimenticata. "Ah" non nascondo la mia delusione.

"Potresti venire" dice scherzoso.

Lo guardo. "Posso?"

Lui sorride. "Puoi, se sei pronta a farglielo sapere. Nella nostra stanza, dopo cena, metteremo dei cuscini per terra e lo proietteremo sul muro. Pensaci"

Annuisco. Poi ci penso, per tutta la giornata.

Odio stargli lontano, ora che stiamo insieme è insostenibile non poterlo toccare, o guardare o parlare, lo odio.

Così, dopo cena busso alla porta della stanza di Hugo, il suo cognome sulla targhetta sul legno. Ma non è lui ad aprirmi, è Lily, che mi guarda allucinata.

"Cosa vuoi, Nott?" Chiede.

"Neith?" Sento la voce di Hugo. "Sei venuta" apre di più la porta e mi sorride. "Sei venuta sul serio" sembra colpito, la sua voce morbida.

"Che ci fa lei qui?" Chiede Lily.

Hugo la ignora e mi fa entrare. "Ciao Neith" Louis mi saluta, il ragazzo non mi fa neanche un sorriso ma capisco dalla sua espressione che non è infastidito dalla mia intrusione.

"Cosa ci fa Neith Nott qui, Hugo?" Chiede ancora Lily.

"Dove pensi che abbia passato queste notti?" Louis dice senza guardarci, gli occhi sul telefono, impegnato a mandare un messaggio.

"Come?" Hugo lo guarda. "Lo sapevi?"

"Ti sembro stupido?" Chiede il biondo, continua a guardare il suo cellulare.

"D'accordo. Lily, Louis, Neith è la mia ragazza" mi prende la mano ed io guardo i due - Louis annuisce, finendo di scrivere il suo messaggio, e Lily sgrana lo sguardo.

"Cazzo" Esclama Lily. "Non me l'aspettavo" da un calcio a Louis, per terra. "Perchè non me l'hai detto?"

"Perchè sei insopportabile questi giorni" Dice Louis con uno sbuffo.

"Guardiamo il film?" Chiede Hugo.

I due smettono di bisticciare e si preparano per guardare qualunque sia il film che vogliono vedere.

"Allora?" Hugo mi sorride e si china per darmi un bacio. Lo ricambio anche se sono un po' accigliata.

"Sono facili" dico guardando Lily sedersi accanto a Louis e mettersi in bocca delle patatine.

"Mi sei mancata" mi da un altro bacio. "Vieni, sediamoci"

Si scopre che Lily Potter ama le stupide commedie romantiche e che costringe i due cugini e migliori amici a guardarle con lei. Così, passo la serata tra le braccia di Hugo, a ridere per il film.

Quando lo finiamo è buio e oltre il coprifuoco. "Resta" mi accarezza un braccio. "Dormi qui, posso prestarti qualcosa.
Anche Lily resta, dorme sul letto di Finnegan, è in infermeria per un contusione"

Mi convince e finisco per addormentarmi al suo fianco.

*
Hugo's pov

Sento una carezza sul viso e apro gli occhi - sorrido, perchè incontro lo sguardo di Neith, accucciata su un mio fianco.

"Buongiorno" sussurro sorridendole. La mia voce è roca e i suoi occhi sfarfallano.

Mi accarezza la fronte e sospiro alla coccola. "Sei carino quando dormi"

Mi prende alla sprovvista e rido. "Solo quando dormo?"

"Mh" Borbotta fingendosi esasperata. Continuo ad accarezzarle il viso. "Non mi piace ignorarti" sussurra e so di cosa parla.

La questione è sul mio stomaco da giorni. È stata lei a dirmi di nasconderci ma so che non le piace, come non piace a me - non mi piace starle lontano, non mi piace doverci appartare per un bacio.

"Non piace neanche a me, Neith" La attiro a me e infilo il viso nel suo collo - odora di buono e le bacio una spalla.

"Allora perchè lo stiamo facendo?" Sussurra, esce debole e timido, ha paura e lo capisco.

"Quando ti sentirai sicura, lo diremo a Hogwarts, piccola, ma solo quando sarai certa"

Sospira e sento che mi da un bacio sui capelli. Non aggiunge altro e non ha bisogno di farlo, so cosa pensa, so quale è la sua lotta interna.

*

Godric, ogni volta che ha quello sguardo da stronza vorrei darle una sculacciata, mostrare a Hogwarts che alla stessa bulletta che tormenta chiunque le intralci la strada piace essere schiaffeggiata mentre ha il mio cazzo in bocca.

"Perchè non mi fai un bel sorriso, Neith, sei così carina quando sorridi" Le dice Benjamin Goyle, il gomito appoggiato al tavolo e un brutto ghigno in viso.

Neith alza gli occhi dal suo libro, che stava fissando insistentemente, cercando di ignorare l'altra serpe, e aggrotta le sopracciglia. "Non sorrido a ragazzini con il cazzo piccolo, Benny" risponde seria. "Perchè non me lo fai tu un bel sorriso, e intanto te ne vai prima che mi alzi?"

Benjamin arrossisce mentre la classe serpeverde-grifondoro del settimo anno ride. Poi la guarda male. "Troia" borbotta mentre se ne va.

Mi stiracchio e allungo una gamba proprio quando lui mi passa accanto. L'idiota inciampa e cade a terra.

"Cazzo, scusa, mica ti avevo visto" Dico con un sorrisetto. Goyle mi fulmina con un'occhiataccia - i nostri compagni continuano a ridere. "Cosa stavi dicendo a Neith?" Chiedo e la mia voce assume un tono pericoloso.

Tutti qui sanno che nessuno, e dico nessuno, può metterle una mano addosso senza il suo consenso se io le sono vicino, figuriamoci darle della troia.

I ragazzi attorno a noi si zittiscono immediatamente quando mi alzo.
Infilo le mani nelle tasche e lo guardo dall'alto - non si è ancora messo in piedi. "Perdonami, non ho sentito" dico con un finto tono gentile. "Cosa ti ha detto, Neith?" Chiedo girando il viso verso la mia ragazza.

Lei agita una mano e finge di leggere il suo libro, non mi guarda. "Bellissima, mi pare" Lo difende. "Vero, Goyle?" Chiede lanciandogli un'occhiata.

Alzo le sopracciglia, tornando a guardare Goyle. "In effetti, è bellissima" dico con un tono scherzoso, non troppo e questo Benjamin lo sa. "Giusto?"

Lui fissa me, poi Neith, poi ancora me. "Vero" Annuisce. "Bellissima."

Sorrido allegro. "Allora che ci fai a terra?" Chiedo allungando una mano. "Vieni, fatti aiutare" lui tentenna ma sa che non può dirmi di no e accetta il mio aiuto. Lo tiro su senza troppa fatica e gli tolgo della polvere inesistente dalla giacca. Lui mi fissa spaventato mentre gli lascio la mano e gli raddrizzo la cravatta. "Vai, mettiti in ginocchio, e chiedile scusa" gli sussurro. "E guai se sento ancora quella parola levarsi dalla tua bocca, anche se dovessi riferirti alla tua cazzo di madre" Sorrido. "Chiaro?"

Goyle sbianca ancora di più, poi annuisce e si precipita a chiedere scusa a Neith, in ginocchio. Lei alza gli occhi al cielo e gli dice di sparire, così Benjamin mi guarda in cerca del via libera, che gli do con un cenno del capo.

Poi, torno a sedere al mio posto.

E quando, alla fine della lezione, Neith Nott mi trascina in un'aula vuota, so esattamente perchè.

"Mh?" Chiedo divertito mentre lei mi sbottona la camicia e mi bacia il collo. "Ti piace essere difesa?"

Mi morde la gola e si struscia sulla gamba che ho tra le sue. "Mi piace quando fai il prepotente" dice risalendo per un bacio sulle labbra.

Le angolo la testa in modo da poterlo dominare - lei mugola ma mi lascia fare, lascia che sia io a prendere il controllo.
Il sapore dei mirtilli che metteva in bocca prima invade i miei sensi e la avvicino di più, solo perchè è talmente buona che non ne ho abbastanza.

"È stato sexy" mi sussurra quando la lascio. "Lasciami dirti quanto" mi da un bacio sulla guancia, poi scivola in ginocchio.

"Merda" impreco a bassa voce. "Abbiamo lezione tra quindici minuti" Le sussurro. Lei mi ignora e continua a slacciarmi la cintura.

"Ce la fai" Dice. Me lo tira fuori dai boxer e ci posa sopra la bocca - sussulto e gemo, stringendo le dita sul banco a cui sono appoggiato.

Lo succhia, la sua bocca è morbida e bagnata e sa esattamente come farmi impazzire.

"Ti stai ammorbidendo?" Mi chiede staccandosi per guardarmi, la sfida nelle labbra storte in un sorrisetto.

Il fatto che sia perversa tanto quanto me mi infiamma il corpo, ogni volta che ripenso al suo sguardo dopo che le ho dato il primo schiaffo, ogni volta che ricordo che ama quando le stringo il collo e le tiro i capelli.

Quindi, le afferro la gola. Lei apre la bocca senza che glielo chieda ed io glielo metto dentro - grugnisco quando non perde tempo e mi succhia, una mano che mi stringe le palle, l'altra avvolta attorno alla mia coscia.

Ci mettiamo ben più di quindici minuti, e quando mi siedo accanto a Lily, a lezione di storia babbana, sono venti di ritardo.

*

Sono sdraiato accanto a Neith, il petto ansante e la pelle luminosa di sudore. Ho fatto bene ad aspettare, perchè ora che ho dato a lei la mia verginità sento che è stato giusto.

E il suo telefono sceglie proprio quel momento per cominciare a squillare. "Chi ti chiama all'una?" Chiedo borbottando.

Lei lo afferra, mettendosi seduta, e allarme le attraversa lo sguardo quando legge il nome della persona in linea. "È mio padre" Sussurra. Prende un bel respiro, raddrizza la schiena, e accetta la telefonata. "Si?" È gelida, come la vecchia Neith, quella che vedo fuori dalla nostra bolla di intimità, quella che mi mostrava quando ancora lottava contro questo legame.

Suo padre parla e il suo viso impallidisce.

"Devo venire?" Chiede seria. Il suo tono è freddo e la postura rigida, sembra tranquilla, esteriormente, ma io la vedo, la paura nei suoi occhi. "D'accordo" annuisce e ascolta il padre. "Fammi sapere, terrò il telefono vicino" sospira mentre lui parla e si massaggia la fronte. "Non stare sveglio tutta la notte, fatti portare un letto e stalle vicino. Sta bene, il peggio è passato" Continua a rassicurarlo, per diversi minuti, e quando mette finalmente giù, mi guarda senza vedermi. "Devo tornare in camera" dice, la voce flebile.

"Cosa è successo?"

Lei si alza e afferra la mia maglietta da terra, indossandola mentre cerca la gonna. "Mia mamma ha avuto una piccola crisi, questo potrebbe significare che il trattamento non funziona" si infila le mutande. "Ora sta bene, è sotto osservazione"

"Mi dispiace" mormoro - non riesco ad immaginare quanto dolore può provare adesso, nonostante lo senta, lì, sulla mia pelle. "Vai da lei?"

"No, ora è tardi e lei è stabile" risponde. Continua a non guardarmi.

"Allora perchè stai prendendo le tue cose?" Chiedo.

"Papà potrebbe chiamarmi in mezzo slla notte, se peggiora. Non voglio svegliarti" Risponde, prendendo in mano la sua camicia e racattando i nostri vestiti per terra.

"Neith" Dico, la voce dura e lei lo nota, così alza la testa e mi guarda.

"Cosa?" Chiede, gli occhi freddi - trattiene tutto, trattiene sempre tutto.

"Lascia per terra quella roba e vieni qui" Alzo il lenzuolo.

Le sue spalle si ammorbidiscono dalla tensione che continua a tenerla rigida. "Ti disturberà il telefono" Dice piano.

"Ora, Neith"

Stringe i denti, poi si arrende e lascia le cose che aveva in mano, venendomi in contro ed entrando sotto le coperte.

Mi abbraccia ed io sospiro. "Starà bene?" Chiedo.

La sento tirare su con il naso. "Non lo so" sussurra, la voce rotta, e non è la stessa persona che ho guardato dire a suo padre di non preoccuparsi, il viso serio e tranquillo, ora è la ragazzina di diciotto anni che ha una madre morente, ora si permette di togliere quella maschera di freddezza. "Non lo so, Hugo"

"Vediamo" dico dandole un bacio sulla testa. "Okay? Vedremo, insieme. Non mi allontanare più, voglio stare al tuo fianco. È chiaro?"

Annuisce e mi stringe più forte.
Quella notte, nessuno di noi due dorme.

La mattina dopo, suo padre la chiama per dirle che la signora Nott sta bene e che è stato solo un piccolo effetto collaterale del trattamento. Dice che starà sotto osservazione ma che è fuori pericolo.

Appena chiude la chiamata, Neith lancia il telefono sul letto e scoppia a piangere. La abbraccio, la consolo fino a che il pianto non scema in piccoli singhiozzi.

"Devi tornare al dormitorio prima che si sveglino tutti" Sussurro lanciando un'occhiata a Louis e ai gemelli Finnegan che dormono poco distanti - ho fatto un incantesimo muffilato su tutta la nostra area, così che non ci sentano. I gemelli non sanno di Neith - quando sono entrati, dopo la fatidica chiamata, avevo le tende chiuse e non manca poco perchè si sveglino tutti.

Neith scuote la testa. "Non voglio" sussurra stringendomi. "Voglio stare con te"

È emotiva ed è la prima volta che la vedo così, è sempre così brava a nascondere le sue emozioni. "Dobbiamo andare a lezione tesoro, e prima ancora a colazione"

Tira su con il naso e alza la testa dal mio petto. Mi guarda con quegli occhi arrossati e so che qualunque cosa mi chiederà, lo farò.

"Andiamo insieme" mormora asciugandosi le lacrime. "Ti prego."

Godric sa quanto vorrei accontentarla. "Te ne pentirai?" Chiedo serio. "Eh Neith? Te ne pentirai questa sera? O domani? A me non frega un cazzo di quello che pensano quelli là, ma a te?"

Ha sempre mostrato un'immagine di sè fredda, controllata, e cedere a me, dopo sette anni, modificherà di certo come la guardano gli altri. Immagino solo le stronzate che diranno alle nostre spalle.

"Voglio stare con te" Neith insiste. "Ti prego"

Chiudo gli occhi e prendo un bel respiro. "Bene" la guardo. "Brava, piccola" mi sporgo per darle un bacio sulla fronte. "Allora facciamoci una doccia, okay?"

Annuisce e si alza in piedi.

*
Neith's pov

Hugo è gelido, l'ho visto così solo poche volte, ad esempio quando Goyle mi ha dato della troia o qualcuno ha preso in giro uno dei suoi amici.

Mi cammina al fianco, la sua mano intrecciata alla mia e il suo pollice che mi accarezza rassicurante il dorso.

Siamo entrambi freddi, io ho addosso la mia maschera da stronza e chiunque ci vede si sposta per farci passare.

Sette anni, Hugo ha aspettato sette anni per questo momento, eppure mi ha chiesto se fossi sicura, ha continuato a chiedermelo mentre ci lavavamo e vestivamo, me l'ha chiesto ancora prima di uscire dalla sua stanza.

"Ci vedo bene?" Sento qualcuno sussurrare.

Sento delle imprecazioni di sorpresa, delle frasi shockate e qualcuno che richiama a una scommessa. Ma ignoro tutti, continuo a camminare verso la sala grande.

"Sei bellissima" Mi sussurra Hugo chinandosi al mio orecchio. "Cazzo, quello sguardo da stronza, piccola, mi fa venive voglia di spingerti in uno sgabuzzino"

Mi fa sorridere, non riesco a trattenerlo. "Smettila, idiota" dico ridendo.

Porta le nostre mani intrecciate alla sua bocca e mi da un bacio sul dorso delle dita. "Rilassati" mormora dandomi un altro bacio. "Ucciderò chiunque ti giudicherà"

"Protettivo?" Lo prendo in giro.

"Molto, e tu lo adori"

Sorrido - è vero, lo adoro. 

Lily alza le sopracciglia, quando entriamo nella sala grande e vedo espressioni sorprese anche in Myra e in Rae. Ci andiamo a sedere vicino alle mie amiche, nella tavolata serpeverde, ma la Potter ci segue e scivola al fianco di Hugo - gli da un bacio sulla guancia e una pacca di incoraggiamento sulla coscia, sotto il tavolo, e fa un sorriso a me.

Non mi scappa l'occhiata che lancia a Rae, e come la mia amica tenti di non guardarla. "Buongiorno" dice la rossa. "Oggi ci sentiamo coraggiosi?"

Hugo sorride apertamente e mi da un bacio sulla testa. Mi rilassa e mi appoggio a lui, sperando che mi trasmetta la sua calma.

"Tutto apposto?" Mi sussurra, la sua mano mi accarezza un ginocchio.

Annuisco lanciando una breve occhiata attorno a noi - ci guardano, occhiate sconcertate e sorprese, ma non mi sento come credevo, sono tranquilla. "Sì, sto bene"

Sorride e si china per darmi un bacio, bacio che ricambio.

*
Hugo's pov

Diversi mesi passano e non abbiamo nessuna notizia negativa sulla mamma di Neith. Si riprende e scopro che è una donna stupenda - bella dentro e fuori, come sua figlia.

La scuola ha smesso di fissarci come se potessimo sbranarci da un momento all'altro e ora sono tranquilli, per lo più.

"Goditela"

"Come?"

"Ho detto: goditela" Nicholas Alexander, l'ex ragazzo della mia ragazza e uno stronzo con la puzza sotto il naso.

Lancio un'occhiata a Neith, che se ne sta andando alla sua lezione di storia. Ci siamo appena salutati e Nicholas mi ha approcciato. "Cosa stai dicendo?" Chiedo. Sono confuso.

"Che ti lascerà, quando penserà che ti sei innamorato, o quando lei proverà troppo per te" Nicholas mi cammina al fianco. "Mi ha lasciato quando le ho detto che l'amavo" mi informa. "E ha fatto così anche per gli altri e le altre prima di noi"

Seppure non sopporto questo stronzo, ora non mi sta parlando con arroganza, è tranquillo, come se mi volesse avvertire.

Quindi mi sforzo di stare calmo e gli sorrido. "Grazie amico, mi so gestire" gli do una pacca sulla spalla e me ne vado.

Ma non smette di ripercorrersi nella mia testa per tutta la settimana.

"Cosa hai?" Mi chiede Neith. "Sei strano, da un po' di giorni"

Mi accarezza la mano che ha tra le sue e guarda il lago nero - tra poco ce ne andremo, e non vedremo più questo castello, così facciamo di tutto per stare fuori. "Sto pensando" dico tirandola meglio tra le mie gambe aperte.

Siamo seduti sull'erba e lei è tra le mie cosce, la sua schiena contro il mio petto. "Sai farlo?" Chiede divertita.

Sorrido e le do un bacio sulla testa. "Non fare la stronza"

"Ti piace" mi dice.

"O mi renderai duro, amore" sussurro con divertimento al suo orecchio. Ride ma non aggiunge nulla e neanche io, così torniamo al silenzio di prima.

Non passa molto perchè Neith respiri profondamente e si stacchi da me per girarsi e guardarmi - incrocia le gambe tra le mie e mi fissa con sguardo serio. "Cosa c'è?" Chiede.

Storgo il naso e guardo oltre a lei, in tempo per vedere un tentacolo della piovra gigante che fa capolino dall'acqua scura.

Neith sbuffa, poi mi prende il viso tra le mani e me lo gira per farsi guardare. "Allora?" Chiede.

"Nicholas mi ha detto che l'hai lasciato quando ti ha detto che ti amava" sputo fuori.

Non sono mai stato uno insicuro, mai, ma le parole di Nicholas sono nella mia testa e ho il terrore che se le dico i miei sentimenti, lei mi lascerà, e non voglio che mi lasci.

Neith aggrotta le sopracciglia. "E allora?" Chiede confusa.

Tiro fuori il coraggio e la guardo con serietà. "Se ti dico che ti amo, mi lascerai?" Chiedo. "Perchè posso non dirtelo, può restare dentro di me"

Neith si paralizza e le sua mani, sul suo viso, cascano sulle sue cosce. "Mi ami?" Annaspa - le ho tolto il respiro e non so dire se è una cosa positiva o negativa.

Scuoto la testa. "Non te lo dirò finchè non rispondi alla mia domanda"

"Non amavo Nicholas, quando mi ha detto che invece lui amava me, gli ho detto che non sapevo se sarei mai riuscita ad amarlo e ci siamo lasciati" Sussurra. I suoi occhi scuri sono spalancati e parla come un automa, come se non riuscisse a togliersi dalla mente la sua domanda e volesse una risposta.

"Quindi se non mi ami, mi lascerai?"

"Sì" annuisce piano. "Tu mi ami?"

Respiro, il mio cuore batte fortissimo nel mio petto e mi viene voglia di vomitare, ma prendo coraggio e parlo. "Da sette anni, Neith" dico. "Ora mi lascerai?"

Scuote la testa e mi si butta addosso, abbracciandomi. "Non ti lascerò" sussurra. "No"

So che cosa significa senza che me lo dica, e le darò tutto il tempo del mondo perchè riesca a trovare il coraggio di dargli una voce.

Non sono morta.

So che sono mesi che non aggiorno (quasi 3 oddio😰) ma sono completamente oberata di cose da fare, lo stress è alle stelle e devo prendere alcune decisioni importanti che io, da bilancia quale sono, non sono capace di prendere.

Hugo è un sottone ma a noi piace così.

Poi, chissà, forse mi coglierà l'inspirazione e scriverò di Louis e Myra e di Lily e Rae. FORSE.

Spero che non vi scocci la mia fissa per i legami e le anime gemelle. In questo caso era fondamentale per il plot poi in genere lo adoro nei fantasy, soprattutto se si odiano.

Ps: Neith non dice a Hugo che lo ama, ma ripeterò per sempre che quelle parole non sono facili per chiunque, soprattutto per una persona che ha sempre soppresso tutto (piccola, mi fa tenerezza lei). Quindi, le azioni valgono più di mille parole, non prendetevela con lei perchè non è stata capace di dirlo.

Spero che voi stiate bene e che questa piccola os vi piaccia.

Bacioni,
H

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro