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#55. Sentirsi meglio

Piango perchè CE L'HO FATTAAAAAAAA.
O almeno spero. Ditemi che lo vedete!!!

🔴🔴
55. Sentirsi meglio

La musica è così forte che a malapena riesco a sentire i miei pensieri e mi sento così bene che ho dimenticato tutto ed era esattamente quello che volevo.

Butto giù l'ennesimo drink che un tipo strano al bancone mi ha appena offerto e ondeggio a ritmo.

Voglio ballare.
Voglio ballare e bere ancora, mi sento così bene, cazzo, voglio sentirmi così per sempre.

Mi fanno male i piedi ma li ignoro e cerco di guadagnarmi un posto tra la calca di gente - non riesco a respirare. Voglio ballare ma la pista è troppo piena, i miei occhi cadono su un tavolo.

Sorrido e mi ci dirigo. "Posso?" Chiedo agli uomini seduti sui divanetti.

Loro mi guardano confusi, lo prendo per un sì e salgo sul divano, poi sul tavolo. Sorrido soddisfatta quando ci sono sopra, qui posso ballare senza rotture di scatole.

"Hey!" Si lamenta un uomo, deve avere sui trent'anni e mi sembra anche carino.

"Shh" borbotto chinandomi e afferrando il bicchiere che teneva in mano - lo trangugio e glielo restituisco vuoto. "Grazie" biascico, poi mi raddrizzo.

La musica cambia e parte una canzone lenta e sensuale - amo questa canzone e saltello eccitata ma qualcosa mi da fastidio, faccio una smorfia abbassando lo sguardo sui miei piedi quando provo una fitta di dolore. "Cazzo" borbotto. "Tacchi di merda" mi gira un po' la testa mentre mi chino e mi levo i tacchi malamente, facendoli cadere dal tavolo - almeno, ora i miei piedini stanno bene.

"È pazza" borbotta uno degli uomini - mi sembra lo stesso a cui ho preso il drink. "Chiamo una guardia"

"Stai seduto, voglio godermi lo show" gli dice un amico.

Sorrido loro e gli do le spalle mentre comincio a ballare. La musica mi fa dimenticare tutto e l'alcol che mi scorre nelle vene aiuta altrettanto - cazzo, adoro ballare.

La canzone cambia di nuovo ed io mi metto a saltare a ritmo, le luci mi accecano e qualcuno mi tocca un fianco, scaccio la mano infastidita ma chiunque sia mi tocca ancora, quindi abbasso lo sguardo e mi ritrovo davanti un bellissimo uomo con uno sguardo feroce e incazzato e le braccia incrociate al petto.

"Heyyy" sorrido dolcemente e giocherello con i miei capelli.

L'uomo, che probabilmente ha la stessa età di quelli seduti al tavolo, punta un dito su di me, poi sul pavimento. "Scendi" ordina.

Aggrotto le sopracciglia. "Mi sto divertento" Dico mettendo il broncio e ondeggiando ancora con la musica. "Tu dovresti vestirti più colorato" Gli urlo sorridente. "Tutto quel nero..." faccio sporgere il labbro inferiore.

È completamente vestito di nero, con i pantaloni larghi e una t-shirt che scopre ed evidenzia i suoi muscoli veramente impressionanti, chissà se fa l'auror.

Lui mantiene il viso freddo e arrabbiato, gli occhi verdi infastiditi - Godric, che noioso. "Scendi, ragazzina, o ti faccio scendere io"

"Falla scendere" sento dire uno degli uomini seduti.

Io riguardo l'uomo in nero e noto solo ora che porta il pass della discoteca attaccato ai pantaloni - è una guardia di sicurezza.

"Lasciami stare" sbuffo irritata. "Sto ballando"

"Cazzo" vedo la sua bocca muoversi ma non sento la parola, perchè c'è troppo casino. "Bene" urla.

Si avvicina ancora di più, mi afferra con un braccio il retro delle cosce e mi trascina giù. "No!" Urlo.

"Non ha le scarpe, le ha calciate via" sento urlare.

"Merda" La guardia impreca di nuovo. "Dove le hai messe?" Mi chiede mettendomi seduta sul tavolo.

Alzo le spalle. "Non lo so" gli sorrido. "Lo sai che sei proprio carino?"

Lo è. È più vecchio di me, gli dò poco meno di trent'anni, e ha un bel viso pulito, gli occhi verdi e le ciglia scure, evidenziano il colore delle sue iridi. I capelli marroni sono selvaggi, tenuti corti, senza una precisa direzione e la sua pelle ha una sfumatura scura, come se fosse costantemente abbronzato, ma so che non lo è, forse ha origini mediterranee o ispaniche.

Lui si abbassa e cerca sotto il tavolo le mie scarpe. "Qualcuno le ha prese?" Urla agli uomini.

"Che cazzo ne sappiamo noi? C'è troppa gente"

"Merda" La guardia mi scocca un'occhiataccia. "Non posso lasciarti camminare qui, è sporco e se qualcuno ha rotto un bicchiere puoi farti male"

Alzo le spalle e sorrido ancora. "Sei carino" ripeto.

Lui impreca di nuovo. Poi mi viene vicino, e mi prende ancora in braccio. "Ti porto a prendere un taxi"

"Sto bene" Sto bene, sto benissimo, devo solo bere ancora un po', ballare e divertirmi, per questo sono uscita, oggi, per dimenticare.

Lo sento sospirare quando gli circondo il corpo con le gambe e lo abbraccio mentre mi porta in giro. "Come ti chiami?" Chiede serio.

"E tu?" Chiedo io ridendo.

"Non voglio sapere il tuo nome, ragazzina, voglio solo capire quanto sei ubriaca"

"Non abbastanza" ribatto. "Tu ti diverti mai?"

"Sto lavorando" Risponde. Apre una porta con su scritto solo personale e ci fa entrare. "Ecco qui, siediti" Mi stacca da lui e mi mette a sedere su un divano morbido.

Sorrido. "Posso avere un altro drink?" Chiedo dolcemente. "Posso?"

Lui si mette le mani sui fianchi e mi guarda dall'alto. "Quanto hai bevuto?"

Alzo le spalle. Non lo so, mi hanno offerto tanto alcol in quest'ultima ora, ma non è abbastanza, non lo è, perchè la mia mente ritorna a Xavier e un brivido mi percorre. "Voglio altro" sussurro alla guardia. "Ti prego, ti prego. Ne ho bisogno"
  
Mi viene da piangere e una mano mi corre alla gola, alla ricerca di quei segni che ho fatto sparire con la magia prima di venire qui.

"Cosa hai?" Chiede la guardia mettendosi sui talloni, per guardarmi in faccia. "Stai per vomitare?"

Scuoto la testa e scivolo lentamente sdraiata sul divano, ho bisogno di chiudere gli occhi. "Sono Lily" sussurro piano. "Lily Potter. Tu?"

"Ti ricordi il tuo indirizzo? O dove hai lasciato la borsa? Hai un telefono con te, Lily?"

"Tante domande" Sussurro chiudendo gli occhi, qui la musica è solo un sottofondo. "Mi sono solo vestita e sono scappata" mormoro. "Volevo dimenticare"

"Cosa volevi dimenticare?"

Non rispondo alla sua domanda preoccupata mentre il sonno mi prende.

Lo sento sospirare, però, poi qualcosa mi copre. "Io sono Rian"

Poi buio.

*
Rian's pov

Odio i sabato sera. E odio ancora di più quando ci sono band dal vivo. La gente accorre a flotte e il mio lavoro diventa ancora più difficile.

Di solito, però, devo evitare risse, cacciare qualche ragazzo molesto e cercare di proteggere le donne, non tirarne giù una che balla in modo provocante su un tavolo.

Una donna dai capelli rossi che ora dorme sul divano nella zona dipendenti e che ho dovuto portare in braccio perchè si è tolta le scarpe, in una cazzo di discoteca! Chi è che si toglie le scarpe in una discoteca?

Sospiro e mi massaggio le tempie - cosa faccio ora? Mi ha detto che non ha dietro niente. Aveva paura di qualcosa, voleva dimenticare. Ed ora dorme.
Cosa faccio?

"Ri!" La figlia del capo, Carla, entra nella stanza e mi guarda confusa. "Hai tirato giù quella pazza sul tavolo?"

Le indico con il mento la pazza, addormentata sul nostro divano - e russa anche un po'.

Carla si blocca. "Cosa ci fa lí?" Le spiego la situazione e lei sospira. "Va bene. Lasciala lì e torna a lavoro, la controllo io. Ma dopo dobbiamo svegliarla, deve tornarasene a casa"

Annuisco e lascio la donna alle mani di Carla, torno a lavorare.

Due ore dopo il mio turno finisce, finalmente, e ritorno nella nostra stanza relax per riprendere il mio cappotto e controllare Lily.

La trovo seduta, che si guarda attorno spaesata, i capelli scompigliati e il trucco un po' sciolto. "Hey" le dico cautamente. "Stai meglio?"

Mi guarda in faccia. "Voglio tornare a ballare" bascica, è ancora ubriaca. "Lasciami andare"

"Il locale sta chiudendo" Le dico prendendo il mio cappotto dall'attaccapanni. "Devi tornare a casa"

Scuote la testa. "Non posso, no, non posso" dice strillando, in panico. "No"

Oh cielo. Proprio oggi doveva capitarmi una pazza simile? Non è giornata, veramente.

"Perchè non puoi?" Chiedo con calma, costringendomi ad essere paziente.

"Perchè c'è lui" sussurra spaventata. "Non posso, si arrabbia se mi vede così" scuote la testa e mi inquieta.

"Lui chi? Il tuo ragazzo?" Chiedo avvicinandomi lentamente.

"No" scuote la testa. "L'ho lasciato, oggi, e non posso tornare a casa, c'è lui" sembra sul punto di piangere ed io sospiro, la mia irritazione scompare e provo solo dispiacere per questa bellissima donna, che ha paura di tornare a casa.

"Non hai dei parenti? Una sorella? Dei genitori?"

Scuote la testa. "Loro non possono saperlo, non possono"

Mi porto una mano alla testa e mi massaggio le tempie. "Non posso lasciarti qui" Mormoro guardando verso la porta - Carla non la lascerà dormire qui.

"Voglio bere ancora" dice. "E voglio ballare. Andrò in un altro club"

Non glielo permetterò, è troppo ubriaca ed emotivamente instabile, non l'avrò sulla coscienza se le succede qualcosa.

Mi avvicino e le dò il mio cappotto. "Mettitelo" Le ordino prima di andare verso l'armadio dove sono poste le cose perse. Trovo delle scarpe e gliele porto. "Mettiti queste"

Lei mi guarda confusa ma non obietta e fa tutto quello che lo dico. "Hai un buon odore" sussurra infilando il naso nel cappotto. "Hai una ragazza?"

"No" rispondo secco. "Andiamo" le afferro un braccio e la tiro in piedi, lei ha il bilanciamento di una donna ubriaca e mi si appoggia totalmente con tutto il peso.

"Allora perchè c'è profumo di fiori?" Chiede allungando il collo verso di me e annusando rumorosamente. "Sei carino" sussurra con un tono malizioso. "Fammi un favore, fammi dimenticare di lui" passa le mani sul mio petto - gliele afferro prima che scivolino sotto la mia cinta e sospiro profondamente. Lei mette il broncio e sembra offesa. "Non ti piaccio?"

"Sei una bella donna, ma a me piacciono consenzienti, Lily" dico paziente. "Ecco, chiudi la giacca" le tiro su la zip, le copre totalmente il vestito nero che indossa, che a mala pena le arriva sotto il sedere. "Ti porterò da me. Ho un divano, puoi dormirci sopra" Le dico serio. "E lo dirò alla figlia del mio capo, così sa che sei da me"

La ragazza sbatte gli occhi marroni con innocenza mentre segue le mie parole. "Posso avere da mangiare?" Chiede poi.

Io sospiro - peggio di una bambina, Dio, non ho fatto niente di male per avere questo, oggi. "Ti porto a casa mia, poi puoi avere quello che ho in frigo"

Annuisce sorridente ed io sospiro ancora.

*
Lily's pov

"È viva, papà?"

"Si, amore, vai a fare colazione e basta fissarla"

La prima voce è dolce, di una bambina, la seconda invece è di un uomo e mi sembra di averla già sentita, ieri.

Mugugno, coprendomi gli occhi dalla luce che aumenta il mio mal di testa. "Cazzo" borbotto.

"Ha detto una brutta parola!" Dice la bambina, ed io mugugno ancora.

"Non urlare" biascico. "Shh"

"Scusa" sussurra la bimba ed io mi costringo ad aprire gli occhi.

Mi ritrovo due paia di iridi dello stesso colore di verde a fissarmi. La ragazzina dai capelli scuri mi guarda con curiosità ed eccitazione, porta un pigiamino colorato e mi sorride con tutti i denti che le restano - quelli davanti sono mancanti. Deve avere sette o otto anni. L'uomo, invece, sembra arrabbiato, o forse quella è la sua faccia, e mi fissa come se si aspettasse che dicessi qualcosa.

I miei ricordi mi ritornano lentamente e grugnisco, coprendomi il viso con le mani. "Ho ballato sul tavolo" sussurro tra le dita. "Ho perso le mie Valentino" borbotto. Amavo quelle scarpe, cazzo, non è giusto.

"Vai a vestirti Erin" Sento dire l'uomo, non ricordo il suo nome anche se mi pare che me lo avesse detto.

Tolgo le mani dal viso appena in tempo per vedere la bambina pregarlo con gli occhi di lasciarla restare e lui scoccarle un'occhiata da genitore. Lei mette il broncio ma gli obbedisce e va via.

"Ti puoi sedere, Lily?" Chiede lui tornando a guardarmi.

Mi sfrego la faccia e lentamente mi metto seduta. "Mi fa male la testa" mormoro.

"Dopo colazione potrai prendere delle medicine" Mi dice. Mi osserva attentamente. "Ti ricordi cosa è successo ieri?"

"Ho ballato sul tavolo, mi hai tirato giù e portato in una stanza. Mi sono addormentata" dico. "Mi hai portata a casa tua e mi hai fatto dormire sul divano come mi avevi detto"

"Ti ricordi il mio nome?" Chiede serio. Scuoto la testa. "Sono Rian. La bambina che hai visto prima è mia figlia, Erin"

"Grazie, Rian" dico sincera. "Sei stato gentile, mi dispiace se ti ho causato disturbo"

Lui mi guarda senza dire niente per un bel po', poi assottiglia lo sguardo leggermente e inclina la testa, le braccia ancora incrociate al petto. "Il tuo ragazzo ti picchia?" Chiede secco.

Io sussulto, non me lo aspettavo. "Come?" Chiedo sgranando gli occhi.

"Il tuo ragazzo ti picchia, Lily?" È serio, stoico.

So essere così anche io, nonostante ieri mi sia lasciata andare troppo, quindi incrocio le braccia al petto e lo guardo con determinazione. "Non sono affari tuoi"

"Hai dei lividi sul collo. Non so perchè ieri non li avevo visti ma oggi sono lì" Mi indica ed io mi porto le mani alla gola - cazzo, l'incantesimo di occlutamento deve essere scomparso.

"Devo rifare l'incantesimo" borbotto tra me e me, cercando con gli occhi la bacchetta. "Hai visto la mia bacchetta?"

Lui alza le sopracciglia. "La tua che? Hai detto incantesimo?" Chiede confuso. "Hai malattie mentali?"

Io lo guardo con attenzione, seria, e cerco di capire cosa mi ha appena detto. "Come?" Mormoro.

Erin torna nel salotto vestita di tutto punto, con un sorriso a illuminarle il viso e una spazzola in mano. "Papà, devi farmi i capelli" gli dice allegra.

Lui distoglie lo sguardo da me e prende la spazzola dalle mani della figlia, poi si mette a districare i nodi, prima di intrecciarli in una bella treccia alla francese.
Senza alcuna traccia di magia.

E un campanello di allarme suona nella mia testa mentre mi guardo attorno nella stanza. Ci sono due divani, delle coperte in giro, un tappeto peloso per terra e una televisione davanti a dove sono seduta io, sopra un mobile di legno bianco. Vedo dei giochi, delle bambole e dei pupazzi riposti in delle mensole. Una libreria piena di libri, alcuni molto colorati, suppongo per bambini, accanto ad una portafinestra, oltre vedo degli alberi, altri palazzi. Guardo con attenzione, alla ricerca di qualcosa che mi può dire che in questa casa si usa la magia. Ma non trovo niente, le foto appese ai muri non si muovono, il grande orologio sopra la televisione non ha la faccia dei proprietari di casa, da solo l'ora, e le riviste sul tavolino di legno sono inanimate.

"Oh" sussurro piano, a me stessa. "Siete babbani" E sento il panico che monta dentro di me - Cazzo, dei fottuti babbani!.

"Io sono Erin" Mi dice la bimba. "E tu chi sei?"

"Lily" sussurro. Sono ancora shockata. Un babbano mi ha portato a casa sua, ed io non so cosa fare.

"Lui è Rian, il mio papà, fa paura ma non ti spaventare, in realtà è coccoloso, anche se è un gigante"

"Erin!" La rimprovera lui, finendo di legarle la treccia e appiattendo dei capelli ribelli sulla sua nuca.

Sorrido sinceramente. "Non ho paura"

"È stato lui a farti male?" Chiede la bambina, guardandomi con un cipiglio preoccupato.

Per un momento non capisco, poi seguo i suoi occhi sul mio collo. "No, non è stato lui" Dico guardandomi attorno alla ricerca di qualcosa da usare per coprirmi. Trovo una felpa scura e me la infilo prima di chiudere interamente la zip.

"Bene, mostriciattolo, vai a metterti le scarpe, andiamo a fare colazione fuori" Le dice spingendola di nuovo verso l'uscita dalla stanza.

"Davvero?" Chiede strillando e facendomi venire una fitta alla testa. Poi corre via.

"Devi mangiare qualcosa prima di prendere le medicine" Mi dice ancora. "Non posso dartele a stomaco vuoto"

Lo osservo mentre raccoglie la coperta che ho usato per dormire e la piega. Pulisce la piccola sala con tranquillità e mi da il tempo per riflettere.

"Sei stato gentile" mormoro. "Ma devo andare"

"Non se sei in post sbronza" Mi dice serio, fermandosi per guardarmi. "Ieri hai bevuto molto, e non hai dietro il telefono o neanche dei soldi, quindi stammi a sentire: vieni con noi a fare colazione, intanto chiama qualcuno che ti può venire a prendere"

Sospiro e annuisco. "Bene" borbotto. "Ma devo coprirmi, tua figlia non può vedere come sono messa"

Lui si blocca totalmente, mette giù un cuscino e alza la testa per guardarmi. "Come sei messa?"

Stringo i denti, poi mi tolgo di dosso la coperta e la felpa e gli faccio vedere.

Rian sgrana lo sguardo shockato, poi si avvicina per guardarmi meglio. "Come ho fatto a non vederli, ieri?" Chiede con una punta di terrore nel tono, lo nasconde bene ma lo noto.

"Trucco" borbotto. L'incantesimo che ho applicato dura solo poche ore, quindi quando il tempo è scaduto i lividi sono tornati. "Non..." tentenno. "Non me li ha fatti tutti lui" dico seria. "La metà è lavoro"

"Che lavoro fai per avere così tanti lividi, cazzo?" Mi afferra delicatamente un braccio e guarda un livido a forma di dita sul mio bicipite - quello me l'ha fatto Xavier, due giorni fa, quando ho fatto cadere un bicchiere e l'ho rotto. È stato orribile, ed è stato in quel momento che ho deciso che l'avrei lasciato.

"Servizi segreti" mento ma un babbano non sa cosa è un Auror. "Un sacco di missioni e un sacco di criminali"

"Sei un'agente?" Chiede sorpreso. Scuote la testa. "No, non mi interessa, mi interessa sapere perchè hai permesso al tuo ragazzo di conciarti così! Ti ha strozzata!" E sono quasi morta.

"Ex ragazzo" lo correggo. "L'ho lasciato"

"E lui ti ha picchiata" Sibila. "Merda, devi denunciarlo"

Scuoto la testa. "No, io... non voglio metterlo nei guai e ormai ho chiuso con lui" Dico rimettendomi la felpa. "A volte è colpa mia" sussurro.

Lui inspira forte e lo vedo stringere i pugni. "Nulla che puoi fare giustifica questo, Lily, niente. Non è colpa tua"

Lo so, è solo difficile da accettare. "Puoi darmi dei vestiti?" Chiedo sussurrando.

Rian sta in silenzio e quando alzo la testa lo becco a fissarmi. Si schiarisce la gola, poi alza una mano ed io non lo faccio apposta, lo giuro, ma sussulto. Lui sembra spaventato, sorpreso, e abbassa la mano. "Puoi seguirmi? Ti presto delle cose" dice con gentilezza.

Mi mostra la sua stanza e va a prendere dei vestiti dal suo armadio. Io intanto la osservo, nella mia mente analizzo le informazioni, creo un profilo.

Rian è una persona tranquilla, autoritaria perfino, da come è messa la sua stanza direi che gli piace il controllo e lo manifesta nell'ordine. "Sei stato un militare?" Chiedo osservando il modo in cui ha rifatto il suo letto, è perfetto e le lenzuola sono ripiegate come ci insegnano in accademia auror, militarmente.

Lui gira il collo e mi guarda, sorpreso. "Sì" annuisce. "Come hai fatto a..." non finisce la frase ma sembra vedermi in un modo diverso. "Agente segreto, giusto"

Sorrido. "Già. Non lo sembro, lo so" dico alzando le spalle. "Tra le migliori, però. Mio padre è uno dei sergenti capo"

Mi viene incontro. "Immagino che anche gli agenti segreti di discendenza possano finire in relazioni abusive"

Mi punge sul vivo e faccio una smorfia. "Non volevo fallire"

"E gli hai permesso di conciarti così perchè non volevi fallire?" I suoi occhi verdi si riempiono di rabbia e mi sorprende.

"Si può dire così" Affermo.

Ci guardiamo ancora un po', come se ci stessimo sfidando a distogliere gli occhi per primi. Lo fa lui, sospirando. "Tieni, credo che i jeans ti staranno, in caso ti posso prestare una cintura. E puoi tenerti sopra la mia felpa"

Abbasso lo sguardo sui jeans. "Di una ragazza?" Chiedo.

"Di mia moglie" Risponde gelido. "Ti faccio vedere dove è il bagno, ho degli spazzolini nuovi, puoi prenderne uno"

No. Non ha una moglie, non è nel suo profilo, non si vede nella stanza immacolata, non c'è niente di femminile qui, non uno specchio, non una spazzola per capelli, del trucco, o qualcosa che può dirmi che qui dentro vive una donna.

"Sei divorziato?" Chiedo mentre mi spinge fuori dalla sua stanza e per il corridoio. Mi ignora. "Vedovo?" Questo lo fa fermare ed io alzo la testa per guardarlo.

Mi fissa dall'alto, gelido. "Okay. Non sono affari tuoi, Lily. Sono gentile con te, perchè è nella mia natura, ma non intrometterti e non psicanalizzarmi come stai facendo. Sei un'agente, l'ho capito, ma non mi interessa, tieni le tue intuizioni per te" È serio e mi intimidisce, mi fa sentire come se avessi dieci anni e stessi venendo rimproverata da un genitore - ed è quello che sta facendo, mi sta rimproverando come una figlia.

Annuisco. "Scusa" sussurro dispiaciuta.

"Ti aspettiamo in salotto, fai pure con calma" Torna alla fredda gentilezza.

Lo faccio. Mi lavo la faccia, togliendo tutte le ultime tracce di trucco, e mi spazzolo i denti fino a quando il sapore di alcol non scompare. Mi vesto e i jeans mi stanno perfettamente, anche se non sono qualcosa che metterei mai, il mio stile è più femminile, questi pantaloni sembrano buoni per lavorare sotto una macchina e mi chiedo che tipo fosse sua moglie e come è morta.

Quando torno in salotto, Erin sta guardando un cartone animato in tv, seduta sul tavolino con i piedi che dondolano. Quando mi vede, sorride con tutti i denti e salta giù. "Ce l'hai fatta!" Dice allegra. "Sto morendo di fame, ci hai messo tantissimo"

Rian si alza in piedi, da seduto sul divano, e si avvicina alla figlia. "Fa la brava" la rimprovera bonariamente. Poi guarda me. "Puoi metterti questo cappotto, è mio ma non ho altro da darti" mi tende una giacca nera, è grande e si vede ma non dico nulla e la prendo, mettendomela e chiudendo la zip - solo quando lo indosso mi rendo conto che è lo stesso che mi ha dato ieri notte.

"Grazie" mormoro abbassando il naso per inspirare il suo odore, come ho fatto ieri, ed è sempre buono, di pulito e fiori, e ora che ho conosciuto la bambina dico che è lei che glielo lascia addosso.

"Tieni" Mi tende un telefono babbano. "Puoi chiamare un amico perchè ti venga a prendere, facciamo colazione al bar qui sotto, Erin lo adora"

Annuisco e prendo il cellulare, poi compongo l'unico numero che so a memoria. "Hey, sono Lily" Dico quando mi risponde.

"Lily! Cazzo, ti ho cercata ieri! Perchè mi chiami da un numero sconosciuto?"

Spiego velocemente la storia, sussurrando quando gli dico che è babbano e che non ho la mia bacchetta dietro.
Lui mi dice che sarà da me in venti minuti.

"Andiamo" restituisco il telefono a Rian e dopo essermi messa gli anfibi troppo grandi che mi ha dato ieri notte, seguo lui e sua figlia fuori dall'appartamento.

*
Rian's pov

La donna sembra ammaliata da Erin, e la ascolta con trasporto intanto che beve il suo te e mangia i biscotti che le ho comprato.

Siamo qui da dieci minuti quando un uomo dai capelli marroni entra come una furia nel negozio e Lily salta in piedi.

Cerco di capire se è lui, il suo ex, se è colui che le ha fatto quei lividi, ma l'uomo sembra preoccupato e le si avvicina con sollievo quando la vede. "Lils, ti ucciderò un giorno di questi" Borbotta irritato e la tira in un abbraccio. "Devi smetterla di fare scelte impulsive. E se qualcuno di pericoloso ti avesse presa? Invece del babbano?"

Aggrotto le sopracciglia alla parola nuova - babbano? Cosa significa?

Ma Lily mi lancia un'occhiata quando si stacca da lui. "Rian" Dice ed io mi alzo in piedi - Erin ci guarda con curiosità. "Hugo, mio cugino"

L'uomo che deve avere intorno ai venticinque anni, mi tende una mano. "Grazie" dice gentile. "Sul serio, grazie"

Gliela prendo e accenno ad un sorriso. "Non c'è problema. Anche io ho una ragazza impulsiva a cui badare"

Erin, a riprova di quello che ho appena detto, si alza in piedi. "Oddio, lo sai che sei gigante?" Chiede shockata.

Hugo ride. "Sono solo molto alto, quando crescerai sarai alta quanto me" le dice dolcemente. "Ti piacerebbe?" Erin annuisce.

"Sediamoci" Dice Lily posando una mano su quella del cugino - lui gliela prende e la intreccia alla sua e per un attimo mi chiedo se siano più che cugini.

"Sei venuto in auto?" Chiedo a Hugo.

Lui mi lancia un'occhiata che non capisco poi annuisce. "L'ho parcheggiata un po' distante, cammineremo un po'."

"Che auto hai?" Chiede Erin curiosa.

Hugo aggrotta le sopracciglia. "Ti piacciono le macchine?" Noto bene che ha evitato la domanda ma cerco di non insospettirmi perchè non sono più in guerra e questo ragazzo non avrebbe motivo di mentire.

Erin sorride, mostrando i buchini tra i denti. "Mia mamma le riparava" Dice contenta. "Sai, quelle macchine belle con cui si corre"

Lily alza le sopracciglia e lancia un'occhiata ai suoi pantaloni - sono ovviamente non nel suo stile, lo vedo, ma sono gli unici che ho trovato, ed è anche stato un puro caso, ho dato via tutte le cose di Meriem, evidentemente ho scambiato quei jeans per dei miei.

Hugo ed Erin intraprendono una conversazione sulle macchine mentre io guardo la donna, una donna con cui non avrei mai parlato in una qualsiasi altra situazione ma che ora è allo stesso tavolo con me e mia figlia.

"Grazie" mi sussurra avvicinando il viso al mio. "Per tutto"

Annuisco. "Come ho già detto: non è un problema"

*

È passato un mese da quando ho tirato giù una donna dai capelli rossi da un tavolo, scalza e ubriaca. E non credevo che l'avrei rivista, eppure eccola lì, nella discoteca che balla in pista, ancora ubriaca.

Non ci penso neanche, mi faccio strada tra la calca di gente e la afferro per la vita, tirandola via dall'uomo con cui stava ballando, uomo che è abbastanza vecchio per essere suo padre.

"Hey!" Si lamenta lui. Io gli scocco un'occhiataccia e tiro su Lily, trascinandola fuori dalla pista.

Quando la metto a terra, lei si gira a guardarmi e mi sorride con tutti i denti, le labbra colorate di rosso come il vestito che indossa. "Rian" strilla abbracciandomi.

"Cosa fai?" Chiedo lasciandola stringermi a se.

Ride esageratamente ma non lo fa apposta, è lei che è così, esagerata, naturale, e mi da una stretta ai bicipiti. "Volevo solo vederti" dice allegra. "Beh, pensavo di farlo di nascosto ma mi hanno detto che il tuo turno iniziava tardi così ho cominciato a bere e quel signore mi ha chiesto di ballare"

"Ti è successo qualcosa?" Chiedo accigliato, la guardo bene, alla ricerca di lividi o ferite ma non ne vedo da nessuna parte.

"Posso aspettare fino a quando non finisci?" Chiede con due occhioni dolci, preganti.

Sospiro. "Finisco alle tre tesoro, perchè non vai a casa e mi chiami domani mattina?" Chiedo dolcemente, con lo stesso tono che utilizzo con Erin quando è malata o indisposta a fare qualcosa.

Lei si morde un labbro e scuote la testa in modo quasi compulsivo. "Non posso"

"Non puoi andare a casa?" Chiedo piano. Annuisce con gli occhi bassi. "Mi avevi detto che lo avevi lasciato"

Alza la testa di scatto. "L'ho fatto" protesta.

C'è altro e voglio scoprirlo ma Carla batte una mano sul bancone accanto a noi e mi scocca un'occhiataccia. "Il tuo turno è già iniziato, Ri" Mi dice seria. "Mi dispiace interrompervi, ma flirta fuori dal tuo turno di lavoro. Siamo pieni, per piacere"

Annuisco e lascio Lily, facendo un passo indietro. "Devo lavorare" sussurro chinandomi vicini al suo orecchio per farmi sentire. "Se non vuoi tornare a casa, resta, ma non bere, okay?"

I suoi occhi scuri si riempiono di piacere, lo vedo che le piace quando qualcuno si prende cura di lei. "D'accordo" Annuisce.

"Resta qui, se vai via dimmelo o dillo a uno dei baristi" Annuisce ancora ed io le do una carezza sul braccio, poi la tiro di nuovo su e la metto a sedere su uno sgabello girevole che si è appena liberato. Poi mi allontano. "Zack" Chiamo uno dei miei amici baristi. Lui mi guarda mentre prepara un drink. "Tieni d'occhio quella ragazza per me?" Lui segue il mio sguardo e i suoi occhi neri si illuminano di interesse. "Non si tocca" Zack ride e annuisce. "Servile qualcosa di analcolico, magari anche degli stuzzichini, voglio che torni sobria"

Zack ride. "Capisco" mi fa l'occhiolino e versa l'alcol che stava preparando in un bicchiere, servendolo ad una ragazza accanto a me.

Il mio turno prosegue senza troppi intoppi; ogni tanto riesco ad avvicinarmi abbastanza al bancone del bar per vedere Lily ma la maggior parte del tempo lo trascorro osservando le persone e cercando di evitare che vengano ferite o molestate - gli uomini ubriachi sono i peggiori, dagli un po' di alcol e dimenticano ogni filtro che avevano.

Quando ho finito e il locale sta chiudendo, mi avvicino a Lily. Sussulta quando poso una mano sulla sua schiena ed io la tolgo subito. "Scusa"

Agita una mano. "Mi hai preso alla sprovvista" dice tranquilla.

Mi siedo accanto a lei, su uno sgabello, e la guardo. Non dico niente mentre la fisso bere quello che è rimasto del suo drink e mettere in bocca le ultime patatine.

"Sei sobria?" Chiedo piano.

"Si, il tuo amico mi ha imbottito di patatine e olive" Dice senza sorridere, poi alza la testa e i suoi occhi scuri incrociano i miei, sembra stanca. "Scusa se ti ho disturbato a lavoro, non dovevo venire"

Scuoto la testa. "Cosa è successo?"

Fa una smorfia. "L'avevo cacciato e mi ha lasciato in pace, poi questo pomeriggio lui... è tornato a casa, ed io non dovevo aprirgli, lo so, non dovevo" Tira su con il naso. "Mi ha dato uno schiaffo" si indica il viso, le mani che tremano. "Sono un agente, cazzo, io sono forte, sono molto forte, Rian, ma non..." alza le spalle. "Non sono riuscita a fare niente, mi ha fatta cadere con lo schiaffo, e ho sbattutto la testa, forte, credo di essere svenuta perchè quando ho riaperto gli occhi lui se n'era andato ed io ero ancora sul pavimento"

Ho la nausea, quello che mi sta dicendo mi fa venire il voltastomaco e non mi sto neanche accorgendo di star stringendo forte i pugni fino a quando non sento dolore per le unghie corte che mi si sono conficcate nella pelle del palmo.

"Sei andata in ospedale? Hai fatto una visita?" Chiedo guardandole il viso e la testa.

"No ma mi sono fatta controllare dal medico che abbiamo a lavoro. Mi ha detto che non ho niente, devo solo riposare un po'"

Ne parla come se fosse nulla, come se il fatto che il suo ex ragazzo l'abbia colpita così forte da farla cadere e svenire sia una cosa da tutti i giorni. E lei è venuta qui, a ballare e bere, dopo aver rischiato un trauma cranico.

"Devi denunciarlo" Le dico serio. "Devi almeno ottenere un'ordinanza restrittiva"

"Lo so" sussurra. "Ma... non voglio metterlo nei guai" devo averla guardata malissimo, perchè abbassa la testa in vergogna. "Lo so" borbotta ancora. "Non voglio che mi guardino e pensino che sono stata la stupida che si è fatta picchiare e non voglio che lui abbia dei problemi, non è cattivo, è solo... a volte non riesce a controllarsi"

Mi fa incazzare, la rabbia mi bolle nello stomaco e vorrei urlarle addosso, dirle tutto quello che penso delle cazzate che mi sta propinando, ma mi costringo a fare un bel respiro e ad essere paziente, perchè è normale, quello che pensa è normale, è stata manipolata, probabilmente le chiedeva scusa e le portava dei fiori e si inginocchiava supplicandola, dicendole che non lo avrebbe mai più fatto.

"Credi che se io mi arrabbiassi, ora, potrei mettermi a distruggere quella vetrina con gli alcolici?" Chiedo facendo un cenno con il mento alla suddetta, dietro il bancone.

Si morde il labbro inferiore. "Non lo so"

"Tu lo faresti?" Chiedo. Lei scuote la testa. "Perchè sapresti controllarti" Annuisce. "Okay" Dico paziente. "Se la distruggessi, non sarebbe un po' esagerato?" Non risponde, guarda la vetrina. "Ora supponiamo che invece della vetrina io me la prenda con Zack" dico facendo un altro cenno con il mento, questa volta al barista ancora occupato a riempire la lavastoviglie e pulire insieme alle cameriere. "Diciamo che lui mi fa cadere addosso un bicchiere e per sbaglio mi ferisca" affermo. "Dici che posso picchiarlo per quello? Posso fargli un occhio nero e incrinargli una costola?"

Lei segue Zack con gli occhi e scuote la testa. "No"

"Perchè?"

"Non l'avrebbe fatto apposta, non giustifica una tale violenza" Mormora scuotendo la testa.

"Allora perchè giustifichi lui?" Chiedo dolcemente, usando tutta la pazienza che ho per dirle che non le sto andando contro, voglio solo che capisca.

Sta in silenzio e stiamo così per minuti, lei ragiona ed io la guardo ed è decisamente una delle donne più belle che io abbia mai visto. I capelli sono di un rosso così acceso che mi chiedo se siano naturali, la pelle è lattea e spruzzata di lentiggini, il naso ha una gobbetta che la rende ancora più bella e gli occhi sono grandi, di un colore miele che in realtà nasconde anche un po' di verde, se guardati da vicino. È truccata, è poco sugli occhi ma le sue labbra oggi sono rosse fiammeggianti come i suoi capelli e il vestito che indossa, le stanno bene, molto bene.
È una donna che non avrei mai avvicinato in un'altra occasione, che avrei ammirato da lontano senza mai parlarle. Ma ora siamo qui, seduti insieme, e mi rendo conto che è meno irraggiungibile di quello che avrei pensato se l'avessi vista per strada o in un bar.

"Andiamo" Le dico mettendomi in piedi. Il locale sta chiudendo ed io voglio tornare a casa.

Lei scende dallo sgabello e si mette il trench che le ha portato la ragazza addetta al guardaroba. Non mi guarda e sembra ponderare qualcosa quindi non dico niente e vado a recuperare la mia roba - lei sta lì mentre vado ed è lì quando torno.

"Non vuoi tornare a casa?" Chiedo gentilmente. "Posso accompagnarti"

Lei scuote la testa. "Abito lontano" Dice camminando al mio fianco.

Non dico altro fino a quando non arriviamo alla mia macchina. Sospiro, poi le apro la portiera. "Sali" Ordino.

Obbedisce senza discussioni e sale in auto.
Il tragitto verso casa mia è breve, solo quindici minuti, e lo trascorriamo in silenzio.

"Puoi dormire sul divano" le sussurro facendola entrare in casa.

"Dove è Erin?" Chiede togliendosi i tacchi mentre si guarda attorno.

"Dorme da una vicina quando lavoro fino a chiusura, anche lei ha una figlia e si divertono insieme" Mi levo la giacca e la appendo all'attaccapanni accanto alla porta e metto le scarpe nella scarpiera - Lily fa lo stesso. "Vieni. Ti posso dare qualche cosa da mettere per essere più comoda"

Lei mi ferma, la sua mano si stringe sul mio avambraccio ed io mi giro per guardarla, accigliato. "Cosa c'è?" Chiedo pazientemente.

Lily scuote la testa, poi si alza sulle punte dei piedi e avvicina il viso al mio. So cosa vuole fare, quando posa delicatamente una mano sulla mia nuca e mi guarda quasi chiedendomi il permesso. Ma non so cosa voglio fare io, non so se voglio baciarla.

È indiscutibilmente bella, ma io non bacio nessuno da anni, non faccio sesso con nessuno da anni. Non so cosa fare, non so come muovermi e ho paura che mi venga in mente Meriem, come mi è venuta in mente adesso.

Lei sembra rendersene conto, perchè devia il suo bacio dalle mie labbra alla mia guancia, poi torna a posare i piedi per terra. "Andiamo, dammi questa maglietta in cui posso dormire che ho sonno" Dice dandomi una carezza sul braccio mentre si allontana.

La seguo nella mia stanza e la guardo mentre si siede sul mio letto, in attesa.

*
Lily's pov

Lui sta lì, mi guarda mentre mi siedo sul letto e sembra indeciso e dispiaciuto. "Scusa" dice, facendo uscire la parola come se se la stesse trattenendo. "È solo che io... non lo faccio da quando è morta mia moglie"

Lo guardo, sono curiosa. "Da quanto è morta?"

"Cinque anni" Mormora. Sembra sforzarsi per dirmelo, come se non ne parlasse spesso, però lo fa, con me, ed io aspetto che continui. "È stato solo un incidente stradale, lei era ubriaca e ha preso una curva male, la macchina è stata sbalzata ed è finita giù da un burrone."

Mi si stringe il cuore. "Erin non...?"

"No, lei era con mia madre" Risponde. "Io ero in Afghanistan, sono tornato subito e mi sono congedato dall'esercito per prendermi cura di Erin"

"Mi dispiace" Non risponde, si limita a guardarmi, gli occhi verdi profondi.
È un bel uomo, ha qualcosa che mi attrae, qualcosa oltre l'aspetto fisico. E lo osservo - ci guardiamo a lungo e non resisto. "Quindi non vuoi baciarmi?" Chiedo inclinando il capo e facendogli gli occhi dolci.

Se lo sorprende, non lo mostra, e le sue belle labbra si sollevano di qualche millimetro in un sorriso che cerca di trattenere.

"Dimmi, sei abituata a ricevere quello che vuoi, vero?"

Sorrido innocentemente e annuisco. "Sono la più piccola di tre, e gli altri sono maschi"

"Quindi una principessa" Dice sussurrando, non ha l'intenzione di essere sexy o attraente, lo dice quasi come se la cosa neanche gli piacesse, come un'accettazione, ma a me fa rabbrividire, forse è il tono, il modo in cui lo dice.

Spero che mi chiami principessa ancora.

"Mhmh" Annuisco ancora e lo osservo. "Quindi... vuoi baciarmi o non vuoi?" Chiedo e voglio una risposta.

Mi fissa e sembra indeciso, poi prende un piccolo respiro. "Voglio" Sussurro. "Ma..." non continua volutamente.

"Hai paura di essere felice perchè lei non c'è? O la amavi troppo per permetterti di andare avanti?" Chiedo con curiosità, voglio tanto sapere che rapporto ha con le relazioni, come era con sua moglie, non sono mai stata così curiosa di un uomo, voglio sapere tutto.

"Nessuna delle due" Scuote la testa. "È solo che non lo faccio più da tanto, Erin mi prende tutte le energie e mi sono concentrato su di lei e nessun altro"

Io sorrido, inclino un po' la testa e i miei capelli scivolano su una mia spalla - i suoi occhi seguono la curva del mio collo e mi osservano in viso. "Beh" mormoro dolcemente, usando la mia migliore voce dolce. "Io sono qui" sussurro. "E sono molto sicura che tu sia molto frustrato"

Ora, sembra sorpreso. Quelle iridi verdi si sgranano e socchiude le labbra mentre mi fissa. "Lo sono" Ammette in un mormorio. "Molto"

Assorbo il suo sguardo mentre mi metto lentamente in piedi, senza i tacchi sono ancora più bassa di lui e devo alzare la testa per guardarlo. Faccio i passi che ci separano e mi fermo solo quando siamo a pochi centimetri. Alzo il capo per guardarlo e lentamente alzo le mani, posandole con cautela sui suoi fianchi - voglio che abbia tutto il tempo del mondo per scostarmi, per allontanatsi e dirmi di no.

Ma non lo bacio. Lo tocco e le mie dita si stringono sulla sua vita e sui muscoli che sento sotto, sul calore della sua pelle, ma non mi muovo per baciarlo, aspetto paziente.

"Mi usi per dimenticarti di quello che ti ha fatto il tuo ex?" Chiede serio, i suoi occhi mi scrutano il viso, cerca qualcosa ma non capisco cosa.

"In parte" Sussurro sinceramente. "Ho bisogno di questo, e mi fido di te, per questo volevo vederti, perchè mi hai salvata la prima volta, volevo essere salvata una seconda"

Mi osserva a lungo, io non riesco a distogliere lo sguardo dal suo e neanche lui può. Lentamente una sua mano si solleva e mi cinge gentilmente una guancia, mi accarezza le labbra con il pollice ed io mi ritrovo a trattenere il respiro.

È un babbano, cazzo, un babbano, e mi fa sentire come se tutta la mia magia sfrigolasse sottopelle, come se potessi percepirla nitidamente.

"Ti ha picchiata qui?" Chiede. Sospiro e annuisco e la sua carezza si fa più leggera, come se avesse paura di farmi male - ma io non sento dolore, l'incantesimo l'ha fatto temporaneamente sparire come il livido.

"Non voglio parlarne" Ammetto in un sussurro.

Annuisce e l'altra mano sale a prendermi il viso dall'altro lato. Ora mi aspetto che mi baci, che mi si prema addosso e mi faccia sentire il tuo corpo enorme e il suo calore, e fremo di aspettativa, fremo per il bacio che ancora non mi da. "Non sono così, nel sesso" Mi dice serio.

"Come?" Chiedo confusa.

"Gentile, Lily"

Oh cielo.
Mi sento arrossare e liquido caldo di piacere mi brucia nella pancia, dritto verso il mio clitoride. "Non sarai gentile?"

Scuote la testa, il viso serio come quando mi ha tirata giù dal tavolo o mi ha portato via dall'uomo con cui ballavo nella discoteca. "No" Calca sulla negazione e mi costringe ad alzare la testa ancora di più. "Non sarò gentile"

"Beh, non lo eri neanche prima, quindi..." Dico stirando le labbra in un piccolo sorriso malizioso. "Mi va bene se fai l'uomo delle caverne, Rian, puoi sballottolarmi in giro come hai fatto la prima sera che ci siamo conosciuti"

I suoi occhi si addolciscono e lo vedo che trattiene il divertimento. "D'accordo, principessa, come vuoi"

Sorrido ancora di più mentre usa il nomignolo e amo che abbia notato che mi è piaciuto, prima. "Cosa devo fare?" Chiedo accarezzandogli i fianchi. "Qualsiasi cosa"

Rian mi osserva per qualche secondo, poi mi lascia andare e fa un passo indietro, liberandosi dalla mia presa - le mie braccia cadono lungo i miei fianchi mentre cerco di capire cosa sta facendo.

Lo guardo, che mi supera e si va a sedere al bordo del letto. Quando i suoi occhi incontrano ancora i miei c'è un fuoco che ci arde dentro che mi fa rabbrividire di piacere. "Togliti il vestito" Dice serio, la voce bassa e roca ed io sento le mie mutande bagnarsi e il mio cuore perdere qualche battito. "Lentamente" Aggiunge.

Prendo un piccolo respiro sorpreso e poi obbedisco, allungando le mani all'indietro verso la schiena e aiutandomi con un po' di magia a far scivolare la zip. Mi sfilo le spalline sottili fissandolo dritto in quelle belle iridi verdi e faccio lentamente scivolare il vestito fino alle caviglie.

Lui osserva ogni movimento, ogni respiro, e lo sguardo che ha è puro fuoco. "Il reggiseno" ordina. Lo tolgo obbediente. "Ora voltati" Sento i suoi occhi sulla schiena e poi sul culo, quando mi volto. "Piegati"

Ora, il mio cuore perde diversi battiti e sento le farfalle nello stomaco, l'ordine che mi ha dato che mi toglie il respiro. "Come?" Chiedo girando il viso per guardarlo oltre una spalla.

"Piegati" Ripete, il viso freddo e serio, come quando incazzato mi ha detto di scendere dal tavolo.

Mi piego.

"Ancora di più"

Lo faccio - mi piego tanto che ormai la mia testa è all'ingiù e il mio culo è completamente alla sua vista. Mi chiedo se riesce a vedere quanto sono bagnata, perchè io lo posso sentire.

"Metti le mani per terra e apri di più quelle gambe" Ordina ed io obbedisco, di nuovo, e continuerò ad obbedire perchè amo quello che mi sta facendo.

Apro gli occhi e lo vedo alzarsi dal letto. Mi guarda in viso, poi si slaccia la cintura e il mio stomaco precipita mentre ho le palpitazioni.

"Scegli una parola" Dice attorcigliando la cintura sulla mano, tenendo per se la parte di metallo. "La userai se diventa troppo"

Non riesco a pensare e i miei occhi scorrono sulla stanza, o almeno sulla parte che riesco a vedere piegata così e con la testa all'ingiù. Noto un disegno sul muro che probabilmente ha fatto Erin quando era piccola. "Sole" mormoro osservando il sole giallo.

Lui annuisce. "Ora, riceverai una punizione, principessa, per aver ballato sul tavolo e per esserti ubriacata tanto" Dice serio. "È chiaro?" Annuisco. "Dillo a voce alta"

"Chiaro" quasi strillo.

Ed in una frazione di secondo lui cala la mano con la cintura e la pelle di questa di infrange contro il mio culo praticamente nudo. Ora strillo sul serio, sussultando di sorpresa mentre il dolore infiamma la mia eccitazione.

Non mi da il tempo per fare niente che la cintura cala di nuovo contro le mie guance ed io riesco solo a tenermi per non cadere.

"Ti eccita?" Chiede. Annuisco. "Una punizione non dovrebbe piacerti, principessa, significa solo che non è una buona punizione"

Il suo viso è di ghiaccio mentre mi colpisce ancora. Lo fa altre quattro volte mentre strillo e piango, lacrime di piacere e dolore scivolano sulla mia fronte e sui miei capelli e le mie braccia diventano sempre meno forti. Il sangue mi è arrivato alla testa e non riesco più a tenermi quando mi lascia andare.

"Torna dritta" Dice addolcendo il tono. Mi aiuta, tenendomi quando le mie gambe traballano e accarezzandomi la schiena. "Brava ragazza, le hai prese tutte, brava" mormora dolcemente.

Annuisco asciugandomi il viso.

"Puoi dire la tua parola quando vuoi, Lily" Sussurra. "Quando vuoi e mi fermerò"

"Sto bene" Borbotto. Sto benissimo.

"Se ti ricordo lui..."

Scuoto la testa. "No, mi fido di te, non mi ricordi di lui"

"Bene" sospira, come se fosse una cosa che aveva bisogno di sentirsi dire. "Ora, togliti quelle mutande e mettiti in ginocchio sul letto" la sua voce torna dura mentre mi lascia andare.

Obbedisco, togliendomi le mutande sotto i suoi occhi affamati. Poi salgo sul letto, il culo che mi brucia e il dolore che aumenta il mio piacere.

Lo guardo, in attesa, quando mi metto in ginocchio sul materasso. "Allarga le gambe" Le allargo e lui accenna un sorriso a vedermi fare quello che mi chiede. "Solo le brave ragazze ottengono premi, Lily" dice serio. Le sue mani corrono alla sua zip e si slaccia i pantaloni, i miei occhi che corrono verso il suo inguine e la grossa erezione che si vede sotto il tessuto dei jeans neri. "Pensi di essere stata una brava ragazza?" Le sue dita afferrano il bordo della maglietta mentre annuisco velocemente.

"Sì" dico ed è una mezza supplica.

E lui si leva la maglietta in un unico movimento, facendomi vedere quanto cazzo è bello il corpo dell'ex militare.
Non posso farne a meno, lo fisso, mangiandomi con gli occhi la pelle di un marrone chiaro e i muscoli definiti - alcuni tatuaggi gli ricoprono un braccio e un pettorale, poi vedo una frase scritta in corsivo appena sopra un fianco, sul costato.
Il mio sguardo scivola sui peli della sua pancia e su come la V delle sue anche punta dritto verso quello che nascondo i pantaloni aperti.

Voglio che li tiri giù, voglio riuscire a vedere di più, scoprire di più. "Quindi sei stata una brava ragazza?" Chiede di nuovo. Annuisco e lui si avvicina al letto. Ci sale sopra lentamente e mi osserva con attenzione mentre si sdraia e scivola sotto le mie gambe aperte con la testa. Le sue mani si agganciano alle mie cosce e un brivido mi attraversa la schiena. "Siediti sul mio viso, Lily, prendi il tuo premio"

Non me lo faccio ripetere di nuovo e obbedisco, abbassandomi sulla sua bocca anche grazie alle sue dita, che mi obbligano a dargli il mio peso.

Quando la sua lingua entra in contatto con la mia pelle bollente io sussulto e un grugnito di piacere leva il mio corpo. Lui mi stringe il culo, facendo aumentare il dolore ma mi bacia e mi lecca con fame, compensando il dolore con il piacere che mi sta dando.
È bravo, maledettamente bravo, nessuno mi ha mai dato tutto questo piacere solo leccandomi e mi contorco mentre il mio orgasmo mi brucia nel ventre e non riesco a stare ferma, cavalcando il suo viso e stringendo forte le dita sulle sue avambraccia.

Vengo, tremando e irrigidendomi, inarcando la schiena per trovare più pressione sulla sua lingua e gemendo come una dannata - grazie Merlino che sua figlia non è qui.

Mi lecca gentilmente durante l'orgasmo, facendomi contorcere per le scosse di assestamento. Poi mi solleva lentamente da lui, facendomi sedere al fianco del suo viso mentre si mette seduto.

"Sei buona" mormora leccandosi le labbra e pulendosi il viso con il dorso della mano.

"Cazzo" borbotto shockata.

"E quella parolaccia ti vale un'altra punizione" Mi informa ed io rido.

"Tu non dici parolacce?"

"Io posso" Dice accennando ad un sorriso giocoso. "Tu no, le brave ragazze non dicono parolacce"

"Beh, io si"

"Non quando sei a letto con me"

Rido ancora, grata di questa pausa, il mio corpo ne aveva bisogno. "Va bene, signore" Faccio un saluto militare e lo faccio sorridere veramente.

"Dillo ancora"

"Signore" Dico subito.

Il suo sguardo cambia, se prima era giocoso e calmo ora è fuoco e desiderio. "A quattro zampe"

Obbedisco, sollevata che non mi chieda di sdraiarmi sulla schiena perchè ho ancora il culo dolorante e sono certa che ormai sia anche livido e arrossato.

Scende dal letto e giro la testa per guardarlo mentre si abbassa i pantaloni e si toglie anche i boxer neri.
Sussulto, perchè quel coso non entrerà mai dentro di me senza farmi male, mai.
Dovevo aspettarmelo, è un uomo grande e grosso, probabilmente supera il metro e novanta e ha una mole minacciosa, da militare e ora guardia, ma niente può prepararti a quello che sto guardando ora.

Si avvicina ad un cassetto e tira fuori dei preservativi. "Sono vecchi, mi dispiace" Dice guardandomi ma io non lo guardo in faccia, troppo occupata a fissare il cazzo che sarà dentro di me tra pochi minuti.

"Sono coperta e pulita" Mormoro continuando a guardare la sua erezione. È talmente eccitato che vedo il liquido pre eiaculatorio colare dalla sua punta. "Vieni dentro di me"

"Sei sicura?" Chiede indeciso. "Posso scendere a comparli alla farmacia"

"La mia pillola è valida al cento per cento, nuova di zecca e la danno solo a noi agenti" dico inventandomi un sacco di cazzate ma non posso dirgli che prendo una pozione al mese che mi copre fino al ciclo.

Lui annuisce e si avvicina ed io aspiro il fiato in aspettativa. Mi sento fremere intanto che sale sul letto e si mette in ginocchio dietro di me. Sussulto quando con due dita prende i miei umori e li sparge sulla sua asta prima di forzare lentamente la sua punta dentro di me.

"Non so quanto potrò resistere" mormora, la voce piena di sforzo. "È passato tanto tempo"

Onestamente, non so neanche io quanto potrò resistere, perché lui non ha neanche messo l'intera punta ed io mi sento già pronta per un altro orgasmo, che bolle nel mio ventre e fa pulsare il mio clitoride.

Grugnisce ed io gemo, strillando quando non aspetta un altro minuto e mi tira a se dai fianchi, seppellendosi dentro di me in uno scatto piacevolmente doloroso.

"Oh cazzo" Piagnucolo. "Cazzo, cazzo" ripeto.

La sua mano scende sul mio culo, dandomi uno schiaffo forte. Sussulto e piagnucolo per il dolore, ho bisogno di venire, ho bisogno che si muova e che mi scopi e mi riempia, sono così eccitata che mi gira la testa. "Cosa avevo detto sulle parolacce?" Chiede ma il suo tono è pieno di sforzo, ansimante, non più controllato come prima.

"Ti prego" supplico. "Scopami"

Se ne sta fermo dentro di me, le mie pareti che lo stringono e posso sentirle pulsare. Voglio che si muova, ho bisogno di sentirlo muoversi.

Mi accarezza i fianchi, circondandomi il corpo con quelle mani enormi, ed esce lentamente prima di rituffarsi forte. Urlo per la spinta violenta e per il piacere che mi pervade e continuo a gemere e piagnucolare mentre comincia a scoparmi.

"Sei stretta, principessa" Grugnisce, le sue dita scivolano sul mio culo e mi accarezza i segni che mi ha fatto. "Brava puttana obbediente" mormora ed io gemo più forte. Piagnucolo quando il suo pollice mi sfiora l'ano e sfrega. "Se sarai abbastanza brava, la prossima volta ti prendo qui" Si china e mi afferra i capelli con la mano libera, continuando a scoparmi e utilizzando la presa sulla mia testa per tirarmela su. "Ti piacerebbe, principessa?"

Provo ad annuire ma la sua stretta è forte e non posso muovere il capo. "Si" Ormai ho gli occhi pieni di lacrime, di piacere e dolore. "Si signore" Aggiungo ansimando, poi gemo forte e stringo le mani sulla coperta, accompagnando le sue spinte e spingendomi all'indietro verso di lui.

La mano sui miei capelli scende sul mio seno, me lo stringe con violenza, poi si abbassa sulla mia pancia, mi accarezza e stringe. "Ripetilo" ordina sfiorandomi il clitoride con le dita mentre il pollice dell'altra mano ancora sfrega sul mio ano.

"Si signore"

E per premiarmi mi massaggia il clitoride e spinge il pollice nel mio sedere. E mi basta, perché vengo, molto più forte e potente della prima volta.
Lui grugnisce e viene subito dopo di me, con un'ultima spinta profonda e violenta.

"Oh Dio" mormora sfilandosi e crollando al mio fianco. Io mi sdraio, perché non ce la faccio più a tenermi a quattro zampe, e lui mi avvicina con un braccio, facendomi posare al suo petto. "Ora ti prendo qualcosa per pulirti" dice dandomi un bacio sulla testa. "E una crema lenitrice"

Chiudo gli occhi per un attimo, ho bisogno di riprendere respiro. Lui si alza poco dopo, infilandosi i boxer e uscendo dalla stanza. Apro le palpebre quando torna e lo osservo mentre mi viene incontro. Si inginocchia dietro di me e non posso più vederlo ma sento un asciugamano bagnato sulle mia labbra sensibili, che pulisce il casino che abbiamo fatto. Poi una crema fredda sulle mie guance, me la spalma con gentilezza, stando attento a non farmi male, e mi fa sentire meglio, anche se è una crema babbana.

"Sono stanca" mi lamento, strisciando più vicina al cuscino per posare la testa.

Non dice nulla ma mi accarezza la schiena con gentilezza. Mi lascia per qualche minuto, facendo chissà cosa nella stanza, poi una coperta mi viene posata sopra e lui si infila sotto con me.

"Vieni qui" dice tirandomi a se. Mi accarezza i capelli e la schiena e lo sento baciarmi la testa ma io sono troppo stanca, gli occhi mi si chiudono e le coccole calmano il mio cuore impazzito, fino a quando non mi addormento.

Quando mi sveglio, sono ancora tra le braccia di Rian ma sento dei rumori in casa. Mi irrigidisco e mi costringo a schiarirmi la mente mentre mi tolgo di dosso il braccio pesante dell'uomo al mio fianco e rotolo per potermi mettere seduta.

"Rian" sussurro dandogli delle spinte al braccio. "Rian, c'è qualcuno in casa"

Lui grugnisce e mi cerca, afferrandomi una coscia e seppellendo il viso sulla mia pelle nuda. Lo spintono ancora e lui apre gli occhi e alza il capo per guardarmi. Sgrana lo sguardo e mi lascia immediatamente, mettendosi seduto di colpo. "Cosa cazzo..."

"C'è qualcuno in casa" ripeto.

"Cosa cazzo hai in faccia?" Dice in tono urgente, il terrore che gli sbianca il volto.

Mi porto una mano al viso e sussulto, toccando il livido che ho per le manacce di Xavier - l'incantesimo ha finito l'effetto. "Lo devo coprire, ho il fondotinta in borsa" mento. Ma nella borsa ho la bacchetta e la userò per fare un altro incantesimo.

Scuote la testa e allunga una mano verso il mio viso, me la posa sul collo, poco sotto al livido, e mi avvicina con uno sguardo spaventato. Osserva il livido per un lungo momento, spavento e preoccupazione gli dipingono gli occhi. "Devi denunciarlo, ora"

Sussulto quando la porta della camera si spalanca e mi affretto ad afferrare la borsa dove tengo la bacchetta. "Buongiorno dormiglione" Urla eccitata la voce di Erin.

Ed io lascio immediatamente cadere la borsa per coprirmi il corpo nudo.
Se Rian è in panico, non lo mostra. Sorride dolcemente alla figlia mentre lei guarda me, poi lui, gli occhioni verdi grandi e sorpresi. "Buongiorno amore, vai in cucina, ora mi alzo e ti preparo la colazione"

Erin mi fissa. "Ciao Lily, sei tornata?" Chiede eccitata. I suoi occhi si posano sulla mia guancia e perde tutto il divertimento e l'eccitazione, il sorriso le scompare dal viso. "Ti sei fatta male?" È dispiaciuta.

"Ciao Erin" Mormoro tenendomi stretta la coperta sul petto.

"Vai in cucina" Le dice Rian dolce. "Ti preparo pancetta e uova, ti va?"

Lei torna a sorridere. "Addy ti aspetta in salotto, sai che non vuole lasciarmi senza averti visto, papà" Rian annuisce ed Erin scappa via.

Lui esce dal letto e lo osservo mettersi dei pantaloni della tuta. Si gratta la pancia quando si gira a guardarmi. "Vuoi fare una doccia?" Chiede con tono gentile. "Poi ti accompagno dalla polizia"

Il cuore mi si riempie di piacere per questo uomo che non mi conosce, ma si preoccupa per me. Mi metto in piedi e i suoi occhi scivolano sul mio corpo nudo, il fuoco che li pervade riscalda anche me mentre avanzo verso di lui.

"Ho voglia di farlo ancora" sussurro posando le mani sul suo petto nudo. Prende un grosso respiro quando mi sporgo e gli do un bacio sul collo, lo lecco e lui mi afferra per la vita, stringendomi a se e alzando la testa per darmi più spazio. "La prossima volta lo voglio in bocca, forte e violento"

Rian mi si sfrega addosso mentre io lo mordo e succhio. "La prossima volta forse ti accontenterò, forse te lo costringerò in gola e non la smetterò fino a quando non verrò, non importa se piangi, principessa, perchè so che lo adorerai"

Gemo e mi struscio sul suo corpo, mi sento accaldata e il brivido di eccitazione va dritto al mio clitoride - lo mordo forte e succhio, leccando la pelle scura e salata.

"Basta" ansima sussurrando. "Devo salutare la vicina e fare la colazione a mia figlia, non distrarmi"

Rido per il tono giocoso e lo bacio ancora sul collo prima di fare qualche passo indietro. "Si signore" Mi porto la mano alla fronte.

Lui mi osserva con calore. "Non dirlo, se non vuoi essere piegata su qualcosa e scopata, principessa"

Sono tentata dal sfidarlo, dire un sì signore per vedere cosa farebbe, ma sto zitta e mi chino a prendere la sua maglietta sul pavimento, quella che ha tolto ieri - la indosso e recupero le mie mutande, almeno così non sono nuda e il mio vestito è inutile e scomodo ormai.

"Vieni" Dice posandomi una mano sulla schiena. Lo seguo fuori dalla stanza e poi nel corridoio.

La porta della sala è aperta e una donna mora è seduta sul divano - si alza quando vede Rian, un sorriso gentile sulle labbra, un sorriso che si affievolisce quando mi nota con lui.

"Buongiorno" Dice lei, deduco che sia Abby.

"Ciao, Abby" Lui non le sorride così apertamente ma è a suo agio con lei, tranquillo e cortese. "Vai a farti la doccia, principessa" mi sussurra all'orecchio. "Tra poco ti raggiungo"

Sorrido maliziosamente a guardarlo e annuisco, superandolo.

"Come stai? Siete qui da tanto?" Lo sento dire. Lei risponde ma non riesco a udire cosa ha detto. "È stata brava? Le hai imbottite di zucchero come al solito? È per questo che ti adora" Abby ride ed io entro in bagno, non sento cosa dicono altro perchè mi chiudo dietro la porta.

Mi lavo i denti con uno spazzolino nuovo che trovo nello stesso cassetto dell'altra volta e poi entro in doccia.

Mi sono appena messa lo shampoo che Rian entra nella piccola stanza, si spazzola i denti, sorridendomi dallo specchio, e quando gli do le spalle va in bagno. Poi si sveste e apre la porta scorrevole, entrando in doccia con me.

"Hai fatto la colazione a Erin?" Chiedo quando mi si preme sulla schiena.

"Le ho dato dei biscotti e la televisione, quando finiamo vi preparo pancetta e uova" Mi dice chinandosi a baciarmi una spalla.

"Quindi... quale è la storia con Abby?" Chiedo scostandomi da lui per sciaquare lo shampoo. Mi giro per guardarlo e il mio stomaco si stringe per il modo in cui mi osserva - è malizioso e colpito, mi fa sentire bella.

"È la vicina, te l'ho già detto" Borbotta, concentrato a mangiarmi con gli occhi.

"Mh" Mormoro afferrando il bagnoschiuma e spremendo una generosa quantità sulla spugna da doccia. "A me sembra altro"

Lui mi prende la spugna dalle mani e comincia a passarmela addosso. "No, Addy è una donna dolce ed è un'amica"

La spugna mi passa per il petto e quando arriva al mio inguine io apro le gambe per lui, lasciandolo fare quelli che vuole. "A lei piaci" Gemo piano quando preme la spugna contro le mie labbra, ma poi si piega e la fa scivolare sulle gambe.

"Non è così" Insiste costringendomi a voltarmi. "Siamo amici"

"E ti tiene la figlia ogni volta che lavori, e lavori sei volte a settimana"

Lo sento fissarmi. "Come fai a saperlo?" Chiede. Io taccio e lui mi fa volare ancora, mettendo via la spugna. "Mi hai cercato" mormora e non sembra arrabbiato.

"Un po'." Avvicino indice e pollice di una mano.

Rian scuote la testa. "Stalker"

Alzo le spalle e lui ride, mi riempie il cuore di calore e recupero la spugna per terra, usandola poi su di lui. Mi lascia fare e sussulta quando mi metto in ginocchio.

"Lily" Geme quando avvolgo la sua erezione con una mano, lasciando perdere la spugna. "Non abbiamo tempo"

"Scommetto che posso farti venire in cinque minuti" dico divertita. "Ti prego" la mia altra mano sale a giocare con le sue palle e lui geme più forte. "Ti prego signore"

Rian mi fissa, lo vedo che cerca di prendere una decisione, poi mi afferra per i capelli. "Apri" ordina, ed io obbedisco.

Non viene in cinque minuti, ce ne mette quindici mentre mi usa e fa quello che mi aveva promesso, facendomi piangere.

Mi ci vogliono altri quindici minuti per riprendermi. Rian sorride soddisfatto e mi avvolge nel suo accappatoio, poi si copre con un asciugamano e torniamo nella sua stanza - per fortuna la porta del salotto è chiusa, si sente la sigla di qualche cartone animato ad alto volume quindi possiamo passare senza essere notati.

"Mettiti questi" Rian mi passa dei pantaloni della tuta grigi che sono ovviamente suoi e probabilmente posso entrarci due volte, ma obbedisco e li indosso sopra le mutande che ho pulito con la magia quando lui non guardava. "Arrotolali sulla vita"

Quando andiamo in sala, Erin sta guardando annoiata un cartone e salta in piedi quando vede il padre. "Ho fame, papiii" Piagnucola con tono lamentoso.

Lui si china a darle un bacio sulla testa e le accarezza i capelli - la scena è adorabile. "Vai a preparare la tavola, io faccio la colazione, okay?"

Lei annuisce e in mezz'ora siamo seduti, il profumo di carne è nell'aria ed io ho in mano un te caldo mentre guardo le interazioni tra padre e figlia.

"Mangia piano, Erin" le dice fissandola mentre si avventa sul piatto.

"Ho fame"

"Ti verrà mal di pancia e poi dovrò portarti dal dottore, e ti farà una puntura. Vuoi che ti faccia una puntura?" Erin sgrana lo sguardo e scuote la testa. "Allora mangia piano"

Rido silenziosamente osservando la bambina che obbedisce a suo padre e mangia più lentamente.

"Ti sei fatto male anche tu, papà?" Chiede osservandolo con curiosità e masticando del bacon.

Lui aggrotta le sopracciglia ed io mi giro a guardarlo. "Dove amore?" Le chiede.

Lei si indica il collo, masticando a bocca chiusa, e lui si posa una mano sul punto incriminato.

Non posso trattenere il sorriso mentre lui volta la testa e mi scocca un'occhiata severa. Alzo le spalle e bevo un sorso di te. "Forse a lavoro" borbotto divertita mentre lui si specchia su un cucchiaio e vede i segni di morsi e i succhiotti che gli ho lasciato.

"Si, il mio papà lavora tantissimo" Erin allarga le braccia esageratamente. "Ma mi piace Abby, ci fa mangiare la torta" mi sussurra complice ed io sorrido.

"E il papà non te lo fa fare?" Chiedo sporgendomi e usando il suo stesso tono.

Erin scuote la testa. "Solo poche volte. Abby me la da sempre"

"E dovrò parlare con Abby a riguardo" Dice Rian ad alta voce.

Erin si lamenta e li osservo bisticciare con un sorriso. Finisco la colazione e poi aiuto Rian a rimettere apposto.

"Devo andare" Dico passandogli i piatti da mettere nella lavastoviglia - una invenzione babbana grandiosa, devo dirlo a nonno. "Il mio turno comincia tra un'ora e vorrei tornare a casa, prima"

Rian chiude la portiera del marchingegno babbano e si gira per guardarmi in faccia. Mi tira a se, appoggiandosi al bancone, e si china per darmi un bacio, uno lungo e profondo che risveglia il calore nel mio ventre.

"Vorrei rifarlo" mormora. "Ma ho un lavoro sfiancante, e devo badare ad Erin"

Sospiro e lo abbraccio, ne ho bisogno e lui ricambia immediatamente. "Rifacciamolo" Dico piano. "Non deve essere ogni giorno, solo... ogni tanto, ti prego"

Lo sento baciarmi la testa e accarezzarmi la schiena, stringendomi a lui. "Lasciami il tuo numero" Annuisco e glielo lascio, poi me ne vado.

*
Rian's pov

Sto guardando con Erin la televisione quando Lily riemerge dalla mia stanza ed entra in salotto.

Sorrido a notare che si è messa una mia maglietta e nient'altro e che ha i capelli scompigliati e il rossetto che portava ieri notte quasi scomparso - io ho dovuto lavarmi la faccia tre volte perchè andasse via dalle mie labbra e dal mio collo.

Lily sbadiglia, poi si avvicina e senza una parola si accuccia al mio fianco. Le circondo il corpo con un braccio e la copro con la coperta mentre chiude gli occhi e si riaddormenta. È stanca, abbiamo dormito forse quattro ore questa notte e lei è appena tornata da una missione durata due settimane, scommetto che non è stato facile e che non dorme bene da giorni, quindi me la stringo addosso e le bacio la testa.

"Perchè si è svegliata se è venuta qui per dormire ancora, papà?" Chiede Erin con un cipiglio confuso.

"Non lo so, amore, forse si sentiva sola nel letto" Le dico dolcemente.

Lei annuisce, vedo il suo cervello lavorare, ragiona. "Per questo viene a dormire da noi così tante volte?" Chiede.

Non so come spiegare alla mia bambina di otto anni che cosa succede tra me e la rossa, perchè neanche io lo so bene, quindi annuisco. "Si amore"

Erin osserva Lily e la sua testa sul mio petto. "E non ha una famiglia?"

"Si che ce l'ha, ma a volte le persone si sentono meglio con altre, anche se non sono la loro famiglia" Le spiego.

"E noi facciamo sentire meglio Lily?" È curiosa e i suoi occhioni verdi mi osservano in attesa di una risposta.

"Si" Annuisco accarezzando la schiena di Lily e tirandomi addosso meglio anche Erin. "Si sente meglio"

Erin annuisce e la prende come una spiegazione buona, tornando a guardare i suoi cartoni tranquillamente. Io abbasso lo sguardo su Lily quando lei si muove, posando un braccio attorno al mio stomaco e stringendomi, e mi chiedo cosa stiamo facendo e perchè comincio a provare qualcosa per la ragazzina che come un uragano è entrata nella mia vita.

*

"No" Scuote la testa, ridendo, e i suoi occhi si illuminano. "Mai"

"Non è la prima volta che me lo dicono" Dico sorridendo.

"Non ci credo che ne hai trentuno" Dice. "No, non è possibile"

"Ho una figlia di otto anni, principessa, quanti pensavi che ne avessi io?" Chiedo.

Stiamo passeggiando lungo il Tamigi e, per la prima volta dopo i quattro mesi in cui abbiamo cominciato questa cosa, stiamo parlando delle nostre età.

"Non so, ventisette forse, massimo ventotto" Ride allegra. "Credevo che l'avessi avuta giovane e ti fossi sposato per riparare all'errore"

Scuoto la testa, per niente infastidito o arrabbiato dalle sue supposizioni. "Erin è stata voluta. Io e Meriem c'eravamo sposati l'anno prima, avevamo ventitré anni"

"Vi amavate" È un'affermazione ma annuisco.

"Tanto" ammetto. "Ma la nascita di Erin ha cambiato tutto, lei ha cominciato a bere ed è entrata in depressione. Io non me ne sono accorto fino a quando non è stato troppo tardi, passavo mesi e mesi via e quando tornavo lei si rimetteva in piedi, non ha mai voluto essere un peso, per questo non me l'ha detto. Poi è morta ed io mi sono incolpato, per tanto tempo."

Lily si appoggia al mio petto e mi da una stretta alla mano che è intrecciata alla sua. "Mi dispiace" dice sporgendosi per darmi un bacio sulla spalla.

"È passato tanto tempo, mi dispiace solo che non mi abbia chiesto aiuto" 

Annuisce e torna a guardare davanti a se. Ragiona su qualcosa, la vedo pensare, poi sospira e si accuccia meglio contro di me. "Perchè hai smesso? Con i militari?" Chiede piano. Apro la bocca ma lei torna a parlare. "Lo so che era morta lei ma potevi lavorare alla base, saresti riuscito ad essere sia militare che padre"

Scuoto la testa. "Erin ha fatto tre anni ed io non ero neanche riuscito a farle gli auguri, perchè ero in una missione di pace in Afganistan" dico serio. "Pensavo di mollare da un po', la morte di Meriem mi ha solo dato una spinta in più"

"Ma questo lavoro di ora..." sospira. "È terribile, Rian, non puoi continuare a farlo, dormire quattro ore e poi svegliarti per accompagnare Erin a scuola"

Me la stringo addosso. "Vorrei tentare il concorso da poliziotto" ammetto, è la prima volta che lo dico a qualcuno.

Lily si illumina e mi guarda felice. "Davvero? E cose ti ferma?"

"E se non lo superassi? O se finissi per odiarlo?" Chiedo, mostrandole una delle mie più grandi paure.

Lily scuote la testa. "Ti piacerebbe, ti conosco e so che ti piacerebbe e lo supereresti con i voti pieni"

Sorrido e sento un peso sollevarsi dal mio petto - lei mi supporta, mi fa sentire meglio. "Grazie" le do un bacio sulla testa.

"Lily?" Una voce fa irrigidire la rossa al mio fianco ed io alzo la testa per capire chi l'ha chiamata.

"Oh Godric" la sento sussurrare e non capisco - forse è un'imprecazione di qualche film o serie tv.

Una donna rossa ci si avvicina, sorridendo mentre un uomo biondo la segue - lei sembra estasiata, lui freddamente cortese, come se fosse abituato all'eccitazione della sua ragazza.

"Rose" Lily mi lascia la mano per abbracciare la donna, che le assomiglia incredibilmente - forse la sorella?.

La nuova arrivara stringe forte Lily e le da due baci sulle guance. "Cazzo, da quanto è che non ci vediamo?"

"Dal matrimonio" Le dice dolcemente Lily, lasciandola e tornando al mio fianco - cerca la mia mano ed io gliela porgo senza indugio. "Ciao Scorpius"

Il biondo le fa un sorriso freddo ma non cattivo o antipatico, è gentile. "Ciao"

Scorpius afferra Rose per la vita e la tira a se, limitando la sua esagerata eccitazione e facendomi sorridere. Lui mi guarda, poi mi tende una mano. "Piacere, Scorpius"

"Rian" Gliela stringo.

"Al mi aveva detto che avevi lasciato Xavier ma cazzo, hai recuperato in fretta" Rose mi sorride con tutti i denti. È stramba ma mi fa comunque sorridere.

"È successo mesi fa" Risponde Lily contraendo la mascella.

"Zio non sarà stato contento, gli piaceva"

Lily si rabbuia ed io non so cosa fare per scacciare la sua tristezza, quindi mi sporgo e tendo una mano a Rose. "Sorelle o cugine?" Chiedo facendo un sorriso giocoso.

"La seconda" Rose mi stringe la mano come fa tutto il resto, con forza ed eccitazione. "Anche se ci scambiano sempre per sorelle"

"Avete la stessa bellezza" Dico gentile e lei sorride ancora di più. "Chi si é sposato? Avete parlato di matrimonio"

Scorpius circonda la vita alla ragazza e le da un bacio sulla testa. "Noi" Dice lei mostrandomi la fede. "Non l'hai sentito?"

Aggrotto le sopracciglia mentre Lily si irrigidisce. "In che senso?" Chiedo confuso.

Sentito? Dove?.

"Volete prendere una cioccolata calda? Mi andrebbe molto" dice Lily tirandomi per un braccio. "Possiamo chiacchierare un po' ma noi tra poco dobbiamo andare."

Annuisco seguendola.

*
Lily's pov

Cazzo. C'è mancato poco.

"Babbano?" Mi chiede sussurrando Rose, sembra shockata.

"Sì, e tu gli hai chiesto perchè non ha sentito che ti sposavi il ministro della magia" Le do una pacca non troppo forte sul braccio.

"Non lo sapevo" Rose guarda Rian, in fila per ordinare la nostra cioccolata. "Cazzo" borbotta. "Sono stata con babbani, ma non abbastanza per aver paura che lo scoprano" I suoi occhi scivolano sul suo corpo e scuote la testa. "È proprio bello.
Detto tra noi, non mi piaceva Xavier, sono contenta che ti sia trovato uno meno stronzo" torna a guardarmi. "Da quanto vi vedete?"

"Quattro mesi, circa, ma è solo sesso" La informo.

Solo sesso. Anche se il mio cuore palpita quando lo guardo e sono completamente incantata quando mi sorride.

"Certo" Rose alza gli occhi al cielo. "E il tuo scopamico ti ha portato a passeggiare sul Tamigi alle otto di sera?"

"Sua figlia ha un pigiama party con le amiche ed io sono appena tornata da una settimana in Svezia, volevamo solo stare insieme"

"Ha pure una figlia!" Rose scuote la testa. "Ti stai cacciando in un bel guaio, Lils, spero che mio fratello te l'abbia detto"

Hugo me lo dice ogni volta che ci vediamo ma io lo ignoro, ed ora che lo ripete anche Rose il fastidio mi irrita lo stomaco. "Anche tu hai un figlio, questo non ti ha impedito di stare con Scorpius"

"Ed è stata dura, per noi e per Jonathan. Non è così facile far coesistere tutte queste cose. E quando non avrà più tempo per te? Quando le cose diventeranno più serie e tu dovrai nascondergli chi sei veramente?"

Alzo le spalle. "Non lo so" Mormoro. "Ma lui... mi fa stare bene"

Rose sospira e alza gli occhi quando Rian e Scorpius tornano con in nostri ordini. Lei sorride a suo marito e gli da un bacio sulla guancia quando si siede al suo fianco. Gli sussurra qualcosa e lui lancia un'occhiata a Rian - immagino gli abbia detto che è babbano.

Rian mi posa davanti una tazza di cioccolata calda e appoggia una mano sulla mia coscia. "È simpatico" mi sussurra riferendosi a Scorpius ed io sorriso. "Molto calmo e freddo, lei è l'opposto"

"Allora" Rose guarda Rian. "Come vi siete conosciuti?"

*
Rian's pov

Poso immediatamente gli occhi su di lei quando entra nel mio salotto - ha fatto una doccia veloce ed io l'ho aspettata, scegliendo un film e preparando degli snack - e mi blocco fissandola, mangiando con lo sguardo il suo corpo.

"Lily" La rimprovero con tono da genitore, come se stessi parlando a mia figlia.

Intreccia le mani dietro la sua schiena e mi guarda con innocenza, gli occhioni scuri grandi e le ciglia che sbattono. "Cosa?"

"Avevamo detto film, principessa" dico serio.

"Allora guarderemo il film"

"Non se sei vestita così" Non riesco ad evitarmelo e i miei occhi le percorrono il corpo, mi sento irrigidire e indurire mentre lei arrossisce. "Vieni qui" Comincia a camminare verso di me ma io scuoto la testa e scocco la lingua sul palato.  "A quattro zampe, striscia per me principessa"

Lei sgrana lo sguardo ma mi obbedisce, come al solito. Il body bianco in pizzo che indossa mostra tutta la sua pelle e il fatto che lo indossi per me e che probabilmente l'ha comprato per me mi fa correre il sangue a sud.

Dovevamo veramente solo guardare un film. Non la vedo da una decina di giorni ed è tornata solo oggi, non so dove è andata e cosa ha fatto perchè non può parlarmi del suo lavoro ma appena sono andato a prenderla da casa sua ho visto quanto era sfinita, distrutta e stanca, per questo il film, per questo le ho detto che avrei fatto i pop corn e ci saremmo potuti accoccolare sul mio divano mentre Erin è a scuola. Eppure ora lei indosa un completino in pizzo e delle cazzo di parigine bianche semi trasparenti.

Allargo le gambe e Lily ci gattona in mezzo, mettendosi in ginocchio e posando le mani sulle mie cosce. "Dovevamo guardare un film" le dico serio, non la tocco, anche se lei mi guarda con occhi preganti.

"Possiamo guardare un film" sfrega i palmi contro i miei pantaloni, le dita che si stringono sul mio interno coscia, e sbatte le ciglia. "Magari uno vietato ai minori"

Sorrido, questa donna non manca mai di sorprendermi. Mi fa sentire bene, mi fa sempre sentire bene, che stiamo passeggiando sul Tamigi, chiacchierando delle nostre giornate o di quello che ci piace fare, o che ce l'ho incatenata al letto, il culo rosso e un gioco dentro di lei.

Ma ora, mi basta guardare i suoi occhi per capire che non mi sta dicendo tutto.

"C'è qualcosa che non va?" Chiedo allungando una mano sulla sua guancia.

Lei scuote la testa ma non dice nulla ed io sospiro. "Rian!" Strilla quando la afferro per le braccia e la tiro su, costringendola a cavalcioni sulle mie cosce.

"Cosa c'è che non va, principessa?" Chiedo serio. "Cosa posso fare?"

Sospira e mi circonda il collo con le braccia. "Ti voglio" Mormora e non lo sta dicendo con malizia, è seria. "Molto. Nel senso che quando non ci sei mi manchi e quando ci sei voglio solo stringerti una mano e sentirmi come mi fai sentire tu, protetta e amata" I suoi occhi si riempiono di lacrime ed io rimango interdetto, la fisso con confusione.

"Lily" Dico dolcemente. "È lo stesso per me, lo sai, vero?"

I suoi occhi marroni, lucidi, mi restituiscono uno sguardo fragile. "Cosa stiamo facendo?" Sussurra. "Cosa facciamo? Avevamo detto solo sesso, ci eravamo promessi questa cosa ed io ho infranto la promessa, sono stata una stupida"

Capisco cosa prova, capisco il caos che deve avere in testa e nel cuore, perché è lo stesso caos che provo io da tre mesi a questa parte, non sono mai stato bravo a tenere sesso e cuore separati, mai, ma mi sono messo l'anima in pace e ho ammesso a me stesso che Lily Potter mi piace, mi piace lei, mi piace come mi parla, mi guarda, come mi sento quando mi è attorno, come tratta mia figlia. E il mio cuore, che avevo giurato sarebbe stato solo e unicamente di Erin, è stato donato anche alla ragazzina che sei mesi fa ho dovuto tirare giù da un tavolo alla discoteca in cui lavoro.

"Tu mi piaci, principessa, molto - la promessa l'abbiamo infranta entrambi, non devi sentirti così"

Scuote il capo con violenza. "Devo, cazzo, perchè non so come spiegarti alcune cose. Ero convinta, Rian, ero convinta che mi sarei divertita, mi sarei dimenticata di Xavier e di quello che mi ha fatto e sarei andata avanti. Invece provo questi sentimenti, che sono così forti che a volte non riesco a provare altro, per te, per un cazzo di babbano"

Aggrotto le sopracciglia. "Che significa?" Non è la prima volta che dice quella parola, a volte la sussurra, altre è ad alta voce, come quando suo cugino è venuto a prenderla la prima volta che l'ho conosciuta.

E non capisco.

Sospira e si scaccia le lacrime. "Dobbiamo finirla qui" dice seria. Scende dalle mie gambe e prende una mia felpa che avevo lasciato sul divano - se la infila e si copre. "Dobbiamo smettere, basta" insiste senza guardarmi, le braccia a circondarle il busto.

No, cazzo.

"Lily" Mi metto in piedi e la guardo serio. "Principessa, guardami" lei tira su con il naso ma alza gli occhi e incrocia i miei. "Cosa c'è? Possiamo parlarne, possiamo trovare una soluzione"

Lily scuote la testa. "Non c'è soluzione, non posso dirtelo e basta"

La testa mi pulsa mentre sento montare un'emicrania. Sono confuso, non so cosa fare, non so cosa non mi può dire e perchè sembra così affranta, vorrei fare qualcosa per farla stare meglio, per levarle quelle lacrime dagli occhi e rilassare quelle sopracciglia. "Non capisco" Mormoro spaesato. "Cosa ho fatto? Posso rimediare, possiamo rimediare"

"Tu non hai fatto niente" Dice. Scuote la testa. "Io devo... devo solo andare" e si volta, e corre nella mia stanza a recuperare i suoi vestiti.

"Lily!" La seguo.

Lei si veste in fretta e furia. "Non posso" borbotta a se stessa. "Non posso innamorarmi di un babbano, non posso"

Sono confuso e spaesato e non so cosa fare mentre lei si infila la giacca e le scarpe e si gira a guardarmi.

"Lily" dico dolcemente. "Sembri scossa, perchè non ci sediamo e non ci calmiamo? Poi possiamo parlarne"

"No, no, devo andarmene"

Se non la conoscessi bene direi che è uscita fuori di testa, che è impazzita, ma invece la conosco e vedo tutto, vedo le sue labbra tremare e i suoi occhi affranti, il modo in cui si stringe in se e scuote la testa, come se volesse rassicurarsi. Vedo quanto è scossa e spaventata, fragile, e sono certo che qualsiasi missione ha fatto nell'ultimi giorni ha influito su pensieri che aveva già, quindi la guardo paziente.

"Posso almeno accompagnarti a casa?" Chiedo gentile. "Starei meglio ad accompagnarti, per piacere"

Lei sembra ancora più affranta. "Mi dispiace" mormora. "Mi dispiace tanto" poi mi spinge ed esce dalla stanza.

La seguo quando apre la porta d'ingresso ed esce, e quando la seguo fuori non la trovo più - è come se fosse scomparsa.

Ed io non capisco, non capisco proprio cosa è appena successo.

*
Lily's pov

La famiglia di babbani che ho salvato mi è impressa in testa. Loro hanno visto la magia e ne sono rimasti traumatizzati, ci hanno odiati, ci hanno lanciato contro cose, chiamati mostri e streghe, terrorizzati da noi.

Ho cercato di non pensarci, mentre mi facevo prendere da Rian davanti ad una casa che non è neanche la mia, ho cercato di non pensare a tutte le bugie che gli ho detto, su dove abito, sulla mia famiglia e sul mio lavoro. Ho tentato di non pensarci, di concentrarmi solo su quanto mi mancava e su quanto volevo stare con lui.

Ho comprato quel completino questa mattina, per lui, perchè volevo essere bella per lui, volevo dimenticare la parola mostro, che mi è stata urlata contro decine di volte solo ieri.

Però lui mi ha visto, oltre la maschera di seduttività e malizia, oltre il sorriso giocoso che avevo messo su, e mi ha chiesto cosa c'era che non andasse.

Mi ha distrutto.

Quell'uomo magnifico, per cui ormai provo amore, che mi vede, sente che non sto bene e vuole fare qualcosa per farmi sentire meglio, ma a cui sto mentendo da sei cazzo di mesi, a cui dico bugie su bugie.

Non posso dirgli la verità, non posso dirgli che sono una strega e che sono innamorata di lui. Non posso.

E se reagisse come quei babbani? Se smettesse di vedermi come la donna che si sta scopando da mesi e cominci a vedermi come un mostro. E se ne rimanesse traumatizzato?

Non posso.

Quindi lo lascio, me ne vado e mi smaterializzo appena esco dalla sua porta di casa.

*
Rian's pov

"Rian" La sua voce mi allarma immediatamente, scatto a sedere sul letto e mi tolgo il telefono dall'orecchio per ricontrollare il numero.

Ma è lei, non la sento da un mese ma so che è lei. "Lily? Cosa è successo?"

Singhiozza e piange. "Rian" dice il mio nome con disperazione. "Lui..." singhiozza più forte.

E mi basta. Mi metto in piedi e indosso rapidamente una felpa e dei jeans. "Cosa ha fatto?" Chiedo mentre mi tiro su i pantaloni. "Mandami la tua posizione, ora"

Lei continua a piangere ma sento la vibrazione di un messaggio e quando guardo il telefono vedo che mi ha inviato la sua posizione - è in una parte di Londra che non ho mai sentito ma metterò il gps e se sarà necessario prenderò mille multe per eccesso di velocità.

"Stai al telefono con me, arrivo subito principessa, okay?"

Lei tira su con il naso. "Non riuscirai ad entrare nel quartiere" piagnucola. "È protetto da un incantesimo, devi dire la parola d'ordine"

Aggrotto le sopracciglia. "Tesoro, sei ubriaca?"

"Verbus unt" mormora poi grugnisce di dolore ed io ignoro le sue farneticazioni ed esco dalla mia stanza.

Mi metto le scarpe e una luce si accende nella stanza di Erin. "Papino" La sento mormorare, si affaccia dalla porta. "Dove vai?"

Cazzo, speravo di lasciarla addormentata e chiedere ad Abby di darci un occhio ma ora sono sicuro che non mi lascerà mai andare.

"Riesci a metterti le scarpe in fretta? Lily ha bisogno di noi, tesoro" le dico infilandomi la giacca, il telefono ancora attaccato al mio orecchio, tenuto dalla mia spalla.

La mia bimba nota l'urgenza nella mia voce perchè annuisce e si mette la giacca e le scarpe senza protestare, sopra il suo pigiamino con gli unicorni. "Sta bene, Lily?" Chiede sussurrando.

Prendo le chiavi della macchina e stringo il cellulare in mano. "Non lo so, piccola"

"Spero che sta bene" borbotta con afflizione. Io le accarezzo la testa.

"Lily, dimmi cosa è successo" dico alla donna ancora al telefono con me mentre metto la cintura alla mia bambina e chiudo la portiera.

"Aveva detto che aveva dimenticato delle cose da me" sussurra, la sua voce piena di dolore e pianto. "Gli ho detto che poteva passare a prenderle, ho detto che finivo il lavoro tardi e che ci sarei stata solo per le undici" piagnucola ed io mi muovo a mettermi la cintura e ad accendere la macchina. Il telefono si collega all'auto e la sua voce risuona per l'abitacolo mentre io esco dal parcheggio e mi metto in strada, dopo aver messo il gps e la mia destinazione - dice che sono quindici minuti.

"Non dovevi vederlo da sola" Mormoro piano. Mi sento male, per come mi parla, per come piange e singhiozza, e così la mia bambina, che ha le sopracciglia aggrottate e gli occhi pieni di lacrime, solo per il dolore che si sente dalla voce della rossa.

"Lo so" mormora. "Ti prego, dove sei?"

"Ci sono quasi" aumento la velocità. "Ci sono quasi, principessa"

Erin sta in silenzio ed io continuo a parlare a Lily, rassicurandola e calmandola mentre guido come un pazzo per le strade vuote.

Sono quasi arrivato quando all'auto si spegne il motore. "Cazzo, non ci voleva" impreco.

"Papà!" Erin mi rimprovera sussurrando. "Sono cinque sterline nel barattolo delle parolacce"

"Va bene signorina. Resta qui mentre do un'occhiata alla macchina"

"No" Lily urla. "Dì la parola d'ordine. Si è bloccata perchè siete babbani, dì la parola"

Erin mi guarda confusa ed io sospiro - forse è ubriaca, o forse ha colpito la testa e le è venuto un trauma cranico. Ma dico la parola, solo per farla contenta. "Verbum unt" E la macchina si riaccende ed io rimango sorpreso.

"Rian" Lily usa un tono supplicante. "Ti prego, ho bisogno di te"

"Muoviti papà!" Strilla Erin.

"Hai portato Erin?" Lily sembra inorridita e spaventata. "Non puoi lasciarla vedere come sono messa, hai capito? Non puoi"

Io parcheggio vicino ad una fontana, davanti al palazzo dove Lily è. "Metto giù, devi venire ad aprire la porta"

"È aperta. È il primo piano"

Prendo la mano ad Erin e la porto con me verso l'appartamento. La porta è aperta ed io entro immediatamente. "Stai qui amore" Dico a mia figlia. "Guarda, stenditi sul divano, dormi un po'."

Erin si siede sul divano e osserva la stanza. "C'è un orologio strano" Mi dice. "Oh, guarda che bello papà, la foto si muove!"

Non presto troppa attenzione alle parole di mia figlia e mi addentro nella casa, che è straordinariamente grande se si considera che da fuori sembra la metà. "Lily!"

"Quì" Seguo la sua voce ed entro in una camera da letto. Accendo la luce e sussulto, terrorizzato.

"Cazzo" Le corro incontro e le prendo il viso tra le mani. "Andiamo in ospedale"

Lily singhiozza, poi mi abbraccia stretto. "Oh, Rian" Piange disperata. "Scusami, scusami così tanto, non sapevo chi chiamare, avevo bisogno di te"

Cerco di calmarmi e le accarezzo la schiena e la testa. "Va bene, tesoro, tranquilla, respira"

Lei singhiozza più forte. "Mi odierai" Mormora. "Mi odierai, odio me stessa per averti chiamato, mi odio, mi dispiace tanto"

Non capisco ma è certo che non la odio. "Mi sei mancata tanto" le sussurro. "Tanto, principessa, a me e ad Erin, e non ti odiamo, ti amiamo, entrambi, tesoro, e se chiami, vengo, lo sai, vero?"

Piange e mi stringe forte e restiamo in silenzio, godendoci il calore l'uno dell'altro.

"Papà, c'è un gufo che mi capisce!" Erin urla dal salotto ed io sorriso.

"Avrà fatto dei sogni strani" mormoro alla ragazza tra le mie braccia.

Lily si ritira e scuote la testa. "Mi dispiace"

"Perchè mi chiedi scusa?" Chiedo guardandola. Mi si stringe il cuore. "Dove è il bagno?"

Lei mi indica una porta dentro la camera ed io mi alzo dal letto per entrarci. Bagno un'asciugamano e trovo un kit di primo soccorso, poi torno da lei.

L'ha picchiata, forte - ha un labbro spaccato, un livido che le si sta formando sulla guancia e un occhio che le diventerà nero. È messa male, molto male, e dobbiamo andare in ospedale appena possibile.

"Cosa è successo?" Chiedo sedendomi accanto a lei e pulendole il viso con l'asciugamano. Trovo un sacchetto di ghiaccio istantaneo nel kit e lo scuoto e lo spremo.

"Mi ha chiesto se vedevo qualcuno" sussurra con gli occhi bassi. "Non sono riuscita a dirgli di no e lui si è arrabbiato" le labbra le tremano. "Si è arrabbiato tanto, non l'avevo mai visto così incazzato." Sussulta quando poso il ghiaccio sul suo occhio. "Mi ha detto che sono una troia, io gli ho risposto male e lui mi ha colpita. Ho cercato di difendermi ma poi mi ha colpita ancora ed io ho sbattuto la testa e non ho potuto fare più niente" tira su con il naso. "Ha urlato, mi ha picchiata, credevo che sarei morta, pensavo che..." le lacrime le scivolano sulle guance e mi stringe una mano. "Che non ti avrei mai più rivisto"

Le do un bacio sulla testa e poi tiro su la mano che mi stringe e le do un altro bacio sul palmo. "Ce la fai ad alzarti? Ti porto in ospedale, okay?"

Lei tira su con il naso ancora ma annuisce. "Portami al San Mungo" mormora. "Ti do l'indirizzo, è vicino"

Non conosco un ospedale con questo nome a Londra ma annuisco e la sostengo mentre si mette in piedi. Le metto addosso la giacca e la aiuto a infilarsi le scarpe.

Quando torniamo all'ingresso, Erin è seduta sul divano e un cazzo di Gufo con il manto nero è sulle sue gambe. Ho le allucinazioni?

"Guarda papà?" Mi dice la bimba sorridente. "Si chiama Edwige, c'è scritto nella gabbietta"

Lily si tira su il cappuccio della giacca e forza un sorriso per Erin. "Ciao tesoro" le dice dolcemente.

Quando Erin la nota, salta in piedi, facendo volare via il gufo, che entra in una gabbietta aperta. Mia figlia le corre incontro e la abbraccia, facendo fare un grugnito a Lily e facendola appoggiare a me - le ferite che ha sul viso non sono le uniche, a quanto pare.

"Mi sei mancata, Lily!" Urla Erin dandole un bacio sulla pancia, il massimo che può raggiungere.

"Andiamo in ospedale, vieni" Dico ad Erin. Lei si stacca dalla rossa e mi guarda confusa. "Lily non si sente bene"

"Oh" Erin aggrotta le sopracciglia e guarda Lily, poi le sorride e le prende la mano che non è nella mia. "Ti sei fatta male?"

Vedo Lily piangere, stringendomi forte la mano, come per trovare la forza. Poi annuisce. "Si, amore" le sussurra piano.

"Allora andiamo dal dottore, lui ti farà sentire meglio" Dice Erin con convinzione.

Metto Lily sdraiata sui sedili posteriori e metto la cintura a mia figlia prima di inserire l'indirizzo che mi ha dato la rossa e partire.

In venti minuti siamo lì. Io prendo Lily in braccio e la metto su un lettino quando degli infermieri ce lo portano - le trovano una stanza incredibilmente in fretta.

"Chiamo i suoi genitori" Mi dice una donna dai capelli biondi. "Potete aspettare in sala d'attesa"

"No" Lily quasi strilla. "No, loro stanno con me"

"Ma signorina..." L'infermiera protesta e Lily le scocca un'occhiata seria.

"Ti ricordo chi sono?" Le chiede la rossa. "Loro stanno con me"

Aggrotto le sopracciglia confuso mentre l'infermiera abbassa lo sguardo e annuisce.

Chi è? E perchè l'infermiera l'ha accontentata così in fretta?

Lily torna a sdraiarsi e mi stringe forte una mano, l'altra ancora intrecciata a quella della mia bambina. "Rian" mi sussurra ed io mi avvicino ancora di più. "Vedrai delle cose" mi dice seria. "Ti spiegherò più tardi, okay? Ma non ti spaventare, non sei impazzito"

Non capisco e le mie sopracciglia si aggrottano ancora di più. "Come?"

"Fidati di me" dice seria. Poi guarda l'infermiera bionda. "Chiama i miei genitori e Hugo Weasley, non allarmarli troppo, è chiaro?"

La donna annuisce e poi va via. Due minuti dopo entrano altri infermieri e medici. "Vieni qui, Erin" Mia figlia lascia Lily e si avvicina a me, io me la stringo addosso e guardo gli uomini e le donne fare il loro lavoro.

Sgrano lo sguardo quando vedo volare delle fiale e dei fogli. Una dottoressa fa delle domande a Lily e una penna volante scrive su un foglio altrettanto volante.

Forse sono impazzito.

Lily mi stringe una mano e non mi vuole lasciare andare neanche quando sono d'intralcio ai dottori - loro la guardano e lei gli restituisce un'occhiata seria, e loro la accontentano, di nuovo. "Portate un letto per la bambina, deve dormire" Dice la rossa e in un secondo un letto compare vicino alla finestra.

"Papà" Erin sembra estasiata. "Hai visto?" Allunga una mano verso la penna che scrive e questa le fa il solletico sul palmo, facendola ridere.

Lily sorride leggermente. "Non sei impazzito" Mi sussurra tornando seria. "È decisamente un brutto modo per dirtelo" mormora. "Ma non potevo andare in un ospedale babbano"

Scuoto la testa guardandomi attorno. Ci sono bende e medicine volteggianti, i medici dettano e la penna per aria scrive su una pergamena, ed io mi sento girare la testa.

"Sono una strega, la magia esiste"

Oh cielo.

Sono impazzito. Lily è pazza e lo sono anche io.

"Hai un trauma cranico" dice la dottoressa ed io alzo lo sguardo su di lei. "Un brutto trauma cranico, signorina Potter, chi l'ha ridotta così?" Guarda me con sospetto.

"Non è stato lui" dice in fretta Lily.

"Le daremo qualche pozione, anche per diminuire questi brutti lividi. E avrei bisogno che si togliesse la maglietta, devo controllare quelle costole"

Nonostante mi senta un pazzo, aiuto Lily a togliersi la maglia e le accarezzo la testa quando fa una smorfia.

Erin sussulta e un'infermiera le si avvicina velocemente, coprendo Lily al suo sguardo. "Vieni, vuoi vedere la stanza per i bambini? Possiamo guardare la televisione babbana e colorare"

Erin mi guarda ed io guardo la donna con serietà. Poi annuisco e lascio andare mia figlia. Lei segue contenta l'infermiera ed io le osservo fino a quando non escono dalla stanza.

"Lily" mormoro allungando una mano verso il suo petto. È arrossata e livida, ho visto morte e dolore nei miei anni da soldato ma nulla mi ha mai fatto sentire così impotente, non posso fare nulla per farla sentire meglio. "Dimmi dove posso trovarlo" sibilo serio. "Dimmi dove, così posso restituirgli quello che ti ha fatto"

Lily porta la mia mano alla bocca e me la bacia. "Lo denuncerò, okay?" Chiede in un mormorio. "Lo denuncerò, ma non fare cazzate, resta con me, di questo ho bisogno"

Annuisco e mi chino per baciarle la testa. "Mi dispiace tanto" Le sussurro tra i capelli.

"Dobbiamo fare dei controlli, può far uscire il suo ragazzo, signorina Potter?" Chiede la dottoressa. Lily scuote la testa.

"No, no, deve stare con me" Dice con tono allarmato.

La dottoressa mi guarda, pregandomi con lo sguardo di convincerla a lasciarmi andare. "Aspetterò proprio davanti alla tua porta, va bene? Non dureranno molto e tornerò prima che tu possa sentire la mia mancanza"

A lei si riempiono gli occhi di lacrime ma annuisce e mi lascia andare la mano. Le do un bacio leggero sulle labbra e una carezza sulla testa, poi esco dalla camera.

Sussulto quando un foglio volante sfreccia davanti al mio naso. E mi sento impazzire, ho mal di testa e non so se quello che sto passando ora sia un sogno o la verità, perchè quello che vedo è magia, e la magia non esiste.

"Rian?" Alzo la testa e incontro gli occhi scuri di Hugo. Sembra confuso e allarmato. "Cosa ci fai qui?" Accanto a lui ci sono un uomo e una donna, e assomigliano incredibilmente a Lily.

"Lily mi ha chiamato, era disperata e dolorante e sono andato da lei, l'ho portata io qui" Dico preoccupato. "Il suo ex ha trovato un modo per entrare in casa, l'ha picchiata di nuovo"

"Di nuovo?" La donna dai capelli rossi accanto a Hugo sembra terrorizzata. "In che senso, di nuovo?" Guarda Hugo ma Hugo sembra altrettanto confuso.

"Non ne ho idea, zia. Cosa significa, Rian?" Mi chiede ed io mi porto una mano alla fronte.

"Non te l'ha detto? La picchiava, l'ha picchiata, una volta così forte che è svenuta" Credevo che lui lo sapesse, è il suo migliore amico. "Ora ha un trauma cranico, un occhio nero e probabilmente qualche costola rotta"

L'uomo accanto a Hugo fa un passo avanti. "Xavier l'ha picchiata?" Chiede serio, i suoi occhi verdi sono preoccupati e increduli.

Annuisco e in quel momento la porta della stanza di Lily si apre - la dottoressa ci guarda tutti e poi punta gli occhi nei miei. "Abbiamo finito i trattamenti e chiede di te"

Non faccio in tempo ad entrare che la donna dai capelli rossi si affretta dentro.

"Mamma" Sento Lily dire. Mi guarda quando entro nella stanza e qualcosa nei suoi occhi si rilassa. Mi allunga una mano ed io la prendo, avvicinandomi e mettendomi al suo fianco. Devo avere gli occhi preoccupati, perchè lei mi bacia il dorso e forza un sorriso. "Sto bene"

"Cosa ha?" Chiedo alla dottoressa.

"Una trauma cranico e oltre i lividi che vedi e il labbro rotto anche due costole incrinate"

Guardo Lily e lei abbassa lo sguardo. "Mi ha dato dei calci quando ero per terra" mormora e il mio cuore si spezza per il modo fragile con cui ha parlato - le accarezzo la mano per rassicurarla.

"Le ho dato delle medicine per il dolore e delle pozioni guaritrici. Deve riposare e resterà qui per qualche giorno mentre le passa il trauma cranico e le costole guariscono"

"Lily" L'uomo dagli occhi verdi le si avvicina e la dottoressa e gli infermieri presenti fanno presto ad andarsene.

"Papà" Lily piagnucola e lo abbraccia quando lui si china per stringerla. Io faccio un passo indietro e lascio la mano alla rossa. "Mi dispiace tanto"

"Vieni" Hugo mi posa una mano sulla schiena. "Prendiamo un caffè"

Annuisco. "Devo controllare Erin"

*
Lily's pov

Mi sento come se mi fosse passato sopra un camion. Ma le pozioni che mi danno e il fatto che Rian è vicino a me attenuano il dolore.

Mamma ha pianto per ore, ora è seduta su una sedia e mezza addormentata. Papà è rimasto con me fino a poche ore fa, poi si è alzato ed è andato a prendere Xavier. Hugo è tornato nel mio appartamento a prepararmi del cibo decente e portarmi dei vestiti. Rian, invece, è al mio fianco, la sua mano nella mia e gli occhi vigili - noi soldati siamo bravi a non perdere la concentrazione, a mostrare sangue freddo e a stare svegli.

"Sdraiati accanto ad Erin" Gli sussurro lanciando un'occhiata alla bimba, dormiente nel letto che le ho fatto portare.

"Solo quando ti addormenterai anche tu" risponde serio.

Non dormirò questa notte, lo so io e lo sa lui, è più forte di me. "Mi dispiace" mormoro. "Per averti trascinato in questo casino" scuoto la testa.

"Non so ancora se è un sogno e mi risveglierò a momenti, dandomi dello stupido per aver creduto alla magia" sussurra. "Non lo so. Ma devi spiegarmi, Lily, devi spiegarmi tutto"

Io sospiro, poi agito una mano e davanti a noi compare un pupazzo di Erin, uno che le ho comprato io. 

Rian sgrana lo sguardo. "Cazzo" sussurra.

"È vero, tutto, ed è per questo che ti ho lasciato Rian" mormoro prendendo la mia bacchetta. "Solo per questo" faccio comparire delle lucine attorno a noi. "Avevo paura, così paura che mi avresti guardata diversamente, che avresti visto un mostro, una strega nel modo babbano con cui la intendete"

Rian mi guarda, mi accarezza la dita e scuote la testa. "Non potrei mai vederti come un mostro" dice. "Mai, principessa"

Questo mi toglie un peso enorme dal petto e gli bacio la mano, più e più volte. "Grazie" sussurro.

"Quindi è vero, tutto questo è vero" Annuisco e lui sospira. "Mi sembra di impazzire, come se credere alla magia fosse da pazzi e da bambini"

"Lo so, per questo non volevo, non avrei mai dovuto fare questa cosa con te, perché non sono brava a separare sesso e cuore, Rian, soprattutto con te"

Lui accenna ad un sorriso. "Neanche io sono bravo in questa cosa, mi sono accorto che ti amavo quando hai portato quel pupazzo ad Erin" dice dolcemente, il mio cuore impazzisce ed entrambi guardiamo il drago di stoffa che le ho comprato da diagon alley. "Eri tutta imbacuccata, con la sciarpa di lana che ti arrivava agli occhi, eppure vedevo il sorriso che avevi da come le tue guance erano tirate. Avevi le mani dietro la schiena e ti sei rifiutata di baciarmi prima di vedere Erin, dicevi che avevi una cosa per lei. E quando glielo hai mostrato, Erin l'ha amato e tu eri così felice.
La sera stessa Erin mi ha chiesto perchè l'avessi fatto, ed io non ho saputo rispondere. Sai che mi ha detto lei?" Scuoto la testa, le lacrime che mi scorrono sulle guance. "Ha detto: vorrei che diventasse la nostra famiglia, così possiamo farla sentire sempre meglio e possiamo sentirci meglio noi" 

"Ha detto così?" Chiedo guardando Erin. Rian annuisce ed io mi sporgo per abbracciarlo. "Mi fate sentire meglio, per questo le ho preso un regalo e per questo le voglio bene, e amo te"

Lui mi bacia la testa e mi stringe a se, accarezzandomi e coccolandomi. Finisce per sdraiarsi al mio fianco e finalmente entrambi ci addormentiamo.

*
Rian's pov

Lily ci spiega tutto, a me e ad Erin e quella notte infernale in cui ho creduto di essere pazzo si rivela vera, è tutto vero.

Mi dice che devo segnarmi in una lista di babbani che sanno della magia, che il ministero e il ministro della magia, Scorpius Malfoy, l'uomo biondo che faceva gli occhi dolci a sua moglie, devono sapere di noi, e devono assicurarsi che non lo andiamo a dire in giro.

Imparo molte cose, Lily mi presta libri sulla storia della magia ed io li leggo tutti, scoprendo perchè l'ospedale ha fatto di tutto per far contenta Lily e la sua famiglia e chi è il padre della donna di cui mi sono innamorato.

Erin è estasiata ma sa che non deve dirlo ai suoi amici, adora Edwige e la gufetta ama lei.
Lily guarisce e torna a casa mentre Xavier viene messo in prigione per quattro anni, per aggressione, percosse e violenza domestica.
Io mi decido finalnente a fare il concorso per diventare poliziotto e lo supero, lavorando finalmente in modo stabile e continuo, così posso vedere più spesso Erin e Lily.
E noi siamo felici.

"Oddio" Erin strilla e corre a guardare il grande quadro di famiglia appeso in salotto - si muove e ogni persona all'interno sorride e fa qualche faccia buffa. "Papà, è bellissimo"

Lily ci ha costretti a venire a casa di sua nonna, la chiamano la Tana e sono sicuro che se non fosse per la magia questa casa cadrebbe a pezzi, per quanto è vecchia e storta. Ma dentro è accogliente e c'è un caos tipico delle famiglie numerose.

"Hey!" Lily urla e tutto si zittiscono, smettendo di fare quello che stanno facendo e girandosi per guardarci. "Lui è Rian, e lei è Erin"

Decine di paia di occhi ci fissano, poi sorridono e ci salutano. Riconosco Hugo e Rose, insieme a Scorpius, poi James e Albus Potter, i fratelli di Lily, e i genitori, che ci sorridono e ci fanno cenno di avvicinarci.

Nella seguente ora tutti vengono a conoscerci. Erin gioca con il figlio di Victoire e Teddy Lupin, Remus, ed io chiacchero con i cugini e i fratelli della mia ragazza.

Lei si siede accanto a me e mi da un bacio sulla guancia. "Quando diventa troppo, scappiamo" mi sussurra facendomi sorridere.

"E cosa andiamo a fare?" Chiedo con un sussurro, facendole fare un sorriso malizioso.

"Ho comprato un intimo rosso che ti piacerà da matti" Passa la mano su una mia coscia e mi fa irrigidire.

"Verrai punita, dopo" Le sussurro.

"Per cosa?" Chiede con un sorriso - ama le sue punizioni tanto quanto ama i suoi premi.

"Per provocarmi in pubblico, principessa, credo che meriti dieci sculacciate" La sua mano sfrega più forte e più in alto, in sfida. "Venti, allora"

Sorride e mi da un bacio sulle labbra. "Non vedo l'ora"

E quando, quasi un anno fa, Carla mi ha urlato di andare a cacciare la ragazzina che ballava ubriaca sopra un tavolo non avrei mai immaginato che quella stessa ragazzina sarebbe stata la mia nuova vita, la metà del mio cuore.

È da un bel po' che voglio scrivere di un Weasley che si innamora di un babbano. Ed eccoci qui.

Amo Rian e amo Lily. Il trope genitore single (soprattutto padre single) è decisamente tra i miei preferiti e non riuscivo proprio a vedere Rian senza una bambina.

Erin è stupenda e ps ha quasi tutte le lettere che ha il nome Rian (That's not a coincidence😉).

Amo questa coppia ma non sono sicura di averla descritta al meglio, essendo una OS non potevo scrivere troppo, già sono 18 mila parole e mi sembrano tante.

Niente. Adoro questi due, spero che siano piaciuti pure a voi.

Baci,
H

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