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#39. Esigenze

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TANTISSIMI PALLINI ROSSI!!!!

Non credo di aver mai scritto qualcosa di tanto spinto, mi sono imbarazzata, poi eccitata, poi mi sono chiesta che problemi avessi, ma ho continuato a scrivere perchè ormai... la mia dignità è persa.

Anyway, il sesso è consensuale, le parole sporche dette sono dette DURANTE IL SESSO, non sono intese veramente, sono solo a scopo sessuale. IL SESSO È CONSENSUALE (RIPETO, giusto per essere sicuri) e non so, devo mettervi una lista dei kink presenti? Perchè non leggiate se vi sentite a disagio, NON LEGGETE SE VI FANNO SENTIRE A DISAGIO.

Dirty Talking.
BDMS.
Umiliazione (Degradazione).
Controllo dell'orgasmo.
Anal play.
SADISMO E MASOCHISMO.
Sub/Dom.

Nulla di queste cose che vi ho elencato è portata all'estremo, anzi, è parecchio soft rispetto a quanto può diventare estremo ognuno di questi kink.

39. Esigenze.

Credo di avere le allucinazioni.
Forse ho bevuto troppo, forse c'era della droga nello shottino di tequila che mi sono fatta con Jessica, perchè non è affatto possibile che possa esiste un essere tanto bello.

Jess mi guarda confusa, lo vedo con la coda dell'occhio, ma non posso, non voglio, distogliere lo sguardo dal Dio che è appena entrato al pub.

I suoi capelli sono semi rasati in testa, come un carcerato, o un militare, entrambe le opzioni sono sexy da morire. È nero, un bel uomo nero, un grosso uomo nero, le sue spalle sono larghe, la vita sottile e la maglia che indossa, nera come i pantaloni, è tirata così bene sul petto ampio e muscoloso che credo di star sbavando. I suoi occhi sono alla ricerca di qualcosa, vagano per il pub in cui ho trascinato Jessica, sono marroni, anche se dalla luce non posso dirlo con certezza. Il suo viso è duro, non di quella durezza da uno che ti spaccherebbe la faccia - Non dubito che potrebbe spaccare la faccia a qualcuno, con quel corpo - ma piu una fredda inquietante misteriosa durezza, quella che ti intimidisce ma ti incuriosisce nello stesso momento.

I suoi occhi scuri incontrano i miei, lui si ferma, nella sua ricerca, e mi studia, lo sguardo severo e senza emozioni. Mi attrae come una mosca sul miele, elettricità mi danza nel petto.

"Dio Zef" Jessica sbuffa mentre segue il mio sguardo. "Smettila di farti piacere quelli che sembrano star pianificando un omicidio"

Rido ma i miei occhi non si staccano da quelli dell'uomo, neanche lui ha intenzione di distogliere lo sguardo, mi studia con una freddezza che mi fa contorcere lo stomaco. "È sexy" dico semplicemente.

"Sembra avere una pala e un sacco per cadaveri nel bagagliaio" dice la mia migliore amica. I suoi capelli biondi ondeggiando con lei quando afferra un altro shottino e lo ingoia gettando la testa all'indietro.

L'uomo smette di guardarmi per sorridere leggermente quando due ragazzine e un ragazzo si avvicinano, chiaccherano un po' e loro... si fanno un selfie con un telefono babbano, poi se ne vanno, la cosa è strana ed io sono curiosa per natura, quindi mi metto in piedi.

"Zefiraaaa" Jessica si lamenta. "Non seguire uomini poco raccomandabili per farti scopare nel retro del pub, potrebbero tramortirti e ucciderti, per poi seppellire i pezzi del tuo cadavere in giro per Londra come se stessero spargendo coriandoli"

"Devi smettere di guardare quei documentari sui serial killer, sono seria" Le dico chinandomi su di lei. "E non mi ucciderà, sono una strega forte e abile. Ma se volesse scoparmi nel retro io ci sto"

Jess fa un gesto con la mano come a scacciare una mosca. "Dimmelo se te ne vai con lui" Dice sbuffando. "Io starò qui, ad attrarre solo uomini, ew" Fa una smorfia.

"Scrivi su una maglietta che sei gay o alza il culo e vai a flirtare con qualcuna" Le dico. Mi raddrizzo e mi sistemo il vestito sulle cosce, è di un delizioso color grigio che sta benissimo sui miei capelli tinti di nero e sui miei occhi dello stesso colore dell'abito, mi fascia i fianchi larghi e la vita sottile e amo come le mie tette ci stanno dentro. "Ti scriverò un messaggio se me ne vado con qualcuno"

"Hai puntato gli occhi su di lui, te ne andrai con lui" Mormora Jess giocherellando con le ciocche bionde. I suoi occhioni verdi sono imbronciati.

"Magari mi rifiuterà"

"Impossibile" È così tranquilla che aumenta il mio ego immediatamente. "Sei troppo bella per essere rifiutata, e se ti rifiuta gli darò una lezione"

Guardo la mia amica, le braccia esili, il corpo mingherlino e il viso delicato. "Non riusciresti a dare una lezione neanche ad un bambino di cinque anni, amore" Dico scettica.

Jess mi fa il verso ed alza il dito medio, come un bambina di dieci anni, anche se ne ha ventidue. "Vattene, lascia qui la tua migliore amica, ad annegare i suoi dispiaceri nell'alcol mentre uomini vengono ad importunarla" La parola uomini è disgustata, quando esce dalla sua bocca, lo è sempre. Si è dichiarata gay a sette anni, quando ha detto a sua madre che voleva un'altra barbie per farla mettere insieme con quella che già aveva, quella stronza l'ha guardata allucinata e l'ha mandata in una scuola cattolica fino a quando non ha compiuto quattordici anni, non che poi abbia cambiato molto, ora Jess odia la religione quanto odia la madre, ed è piu lesbica che mai, inorridisce al solo vedere un cazzo per foto, figuriamoci nella realtà, ma è una donna femminile, non attira che attenzioni maschili e lo odia.

"Mi spiace, ti amo, ti vengo a cercare dopo che mi scopa sul retro e ti scrivo un messaggio se andiamo da qualche parte, ciao" Le urlo dietro mentre afferro la mia giacca di pelle e corro via.

Quasi mi dispiace, quasi, infatti, perchè quando arrivo al bancone e guardo verso dove è andato il bel uomo e lo trovo, dimentico anche il mio nome.

È elettrizzante, letteramente, sento ondate di elettricità pervadermi il corpo, mi solleticano le guance e poi il seno, prendo un grosso respiro mentre l'elettricità scivola sulla mia pancia, poi sul mio sesso fino alla punta dei piedi, mi sorprende ed eccita.

Scuoto la testa e mi calmo, ostento la mia solita sicurezza mentre cammino verso di lui, seduto comodo su uno dei divanetti all'angolo del pub, così lontano e intimo che quasi la luce non lo raggiunge, ma io lo noto. Noto un paio di anelli scintillanti sulle dita che stringono un bicchiere con un liquido scuro dentro, il modo in cui la sua testa è china e il colore di un braccialetto portafortuna, un fottuto braccialetto portafortuna arcobaleno, su un polso. Onestamente non credevo di poter trovare sexy un braccialetto della fortuna, ma hey, le cose cambiano.

Mi nota subito, i suoi occhi si alzano dall'alcol per incontrare i miei con una velocità impressionante, non tentennano, non guardano in giro, fissano me, immediatamente. Tentenno io, questa volta. I miei passi si fanno meno veloci mentre cammino, più controllati e seducenti. Lo osservo meglio, ha una cicatrice su un sopracciglio, glielo separa sulla punta, e lo rente talmente eccitante che devo fare un altro bel respiro per smettere di essere così patetica. Mi osserva mentre faccio un passo dopo l'altro, quelle iridi scure scivolano per il mio corpo, per il vestito leggero che mi lascia scoperte le gambe e per i tacchi argentati che mi fasciano i piedi e mi danno dieci centimetri in più. Quando torna a guardarmi negli occhi mi sorprendo per non notare alcun cambiamento, nessuna lussuria, solo gelida durezza. Non mi offendo e faccio le poche falcate che mi restano per raggiungerlo.

"Hey" mormoro. La musica qui piu bassa che dove stavo seduta con Jessica, riesco a sentire il tintinnio degli anelli sul bicchiere di vetro quando lo afferra e ne prende un sorso, continuando a guardarmi. "È libero?" Chiedo indicando il divanetto su cui è seduto.

I suoi occhi mi bruciano addosso. Abbassa lentamente la testa, in un cenno leggero.

Mi accomodo accanto a lui, mezzo metro circa a separaci, e gli tendo una mano. "Sono Zefira" Dico dolcemente.

Lui mi guarda a lungo, poi allunga la mano destra e stringe la mia, è piena di calli, lo sento bene, penso solo a come sarebbe se quelle dita callose toccassero la mia parte più morbida. "Seth" mormora, la sua voce è roca, misteriosa ed eccitante quanto lui.

"Scusami, non sono riuscita a non notare che prima tre ragazzi hanno fatto una foto con te" Dico curiosa.

Mi fissa. "Seth Zabini" Aggiunge il suo cognome ed io... dovrei conoscerlo?

"Ehm..." Mormoro dispiaciuta. "Non ti conosco, mi dispiace"

"Da dove vieni, Zefira?" Chiede. Il mio nome nella sua bocca è come un invito ad andare fuori di testa.

"Sono nata in Brasile anche se i miei sono inglesi, ci sono rimasta fino ai quattordici anni poi sono venuta qui, ho studiato magia a casa" Dico piano.

Un lampo gli passa per gli occhi, non riconosco l'emozione. "Gioco a quidditch" dice semplicemente.

"A livello professionale?" Chiedo curiosa. Annuisce. "Scusami, non è uno sport che amo"

"E cosa ami?" Chiede, ora riconosco bene l'emozione che gli passa sul viso, malizia, desiderio.

Ricambio lo sguardo e inclino la testa mentre stringo piu forte la mano che non ci siamo ancora lasciati. "Un sacco di cose" dico dolce.

E poi tutto si sussegue velocemente. Lui mi dice che ha perso la partita di quest'oggi, io gli rispondo che ho un ottimo modo per tirargli su il morale, lui mi afferra un braccio e mi porta con se verso il retro del pub, saluta con la mano un amico mentre ci fa entrare in un magazzino dove evidentemente tengono i rifornimenti.

"Non sarò gentile" dice contro il mio orecchio mentre mi volta e mi spinge contro il muro.

"Merlino, non esserlo" Prego.

Sorride sulla mia pelle, lo sento, e mi abbassa le mutande tirandomi su il vestito, ci esco con un mezzo passo. "Cosa ti piace?" Mi chiede.

Arriccio il naso. "Essere scopata duramente contro un muro, mi piace un sacco" dico divertita. Lui traffica con i suoi pantaloni, apre la cerniera e slaccia la cintura ma non se li toglie. Mugugno infastidita e giro il collo per guardarlo oltre ad una spalla. "Cosa aspetti?" Chiedo fissandolo negli occhi.

Mi fa un mezzo ghigno che mi fa bagnare come se non mi fossi mai eccitata in vita mia, poi mi da un calcio ad una caviglia e mi costringe a separare le gambe. Sussulto di sorpresa ma socchiudo le labbra per far uscire un ansito, questo è così sexy, Dio... "Parli parecchio" dice. Mi alza il vestito fino a incastrarlo sotto l'elastico del reggiseno, è gentile e le sue mani non sono affatto sbrigative, non vuole venire e andarsene.

"Tu stai troppo zitto" rispondo tranquilla. Le sue mani mi cingono i fianchi, mi tira a se e mi bacia il collo, gemo a bocca aperta mentre stringo le dita contro le mattonelle del muro a cui sono appoggiata.

"Dimmi cosa vuoi che ti faccia tesoro" sussurra al mio orecchio prima di prendere un lobo tra i denti. Sussulto e ansimo. Non riesco a dire nulla perchè lui scivola in ginocchio, trattengo il respiro mentre le sue mani si appoggiano al mio culo, stringe con forza e vorrei tanto riuscire a vedere i suoi occhi, capire se è eccitato quanto me da questa cosa. "Dimmi cosa vuoi" Ripete con più durezza.

"La tua bocca" mormoro appoggiando la fronte sul muro gelido, mi fa concentrare. "Mi piace essere mangiata lentamente" ansimo quando stringe le mani sul mio sedere, sento gli anelli e il calore delle sue dita sulla pelle sensibile. "E mi piacciono due dita dentro di me, con forza"

Lui non aspetta altro. Apre le guance del mio culo e me lo tira su mentre abbassa la bocca sulle mie labbra gonfie e umide. "Continua a parlare amore" mormora sulla mia pelle. Gemo e prendo un grosso respiro.

"Mi piacciono le lunghe e lente leccate alternate a quelle brevi e veloci" Gli dico. La sua lingua stuzzica la mia entrata, lecca fino all'ano e poi torna indietro, sussulto e gemo mentre fa come gli sto dicendo. Le sue mani sono salde sul mio culo, mi tirano su per avere un accesso migliore. Ringhia con forza quando infila un dito dentro di me ed io trattengo un gemito piu rumoroso.

"Sei così stretta" sussurra staccandosi per prendere respiro. Lo immagino che alza la testa per guardarmi. "Bellissima" mormora prima di aggiungere un secondo dito. Sbattono dentro di me con forza, come gli ho detto di fare, e mi fanno gemere e agitare i fianchi per averne di più.

Capisco che si è alzato solo quando mi bacia una spalla. "Dio" mugugno mentre mi monta l'orgasmo. Ho bisogno di venire. "Sto per venire" gemo.

Le sue dita si fermano ed io mi lamento ad alta voce. "Non verrai ancora" dice al mio orecchio. "È chiaro?" Chiede. Piagnucolo ma annuisco. "Brava ragazza" Questo mi eccita piu di quanto dovrebbe mentre sfrega il cazzo coperto contro il mio culo.

"Oh, Seth, ti prego" supplico. Lui sorride sul mio collo e tira giù la zip dei pantaloni neri, li abbassa velocemente ma io sono troppo occupata ad urlare quando entra in me per preoccuparmi di questi dettagli. "OH" Gemo sul muro.

Lui grugnisce e sbatte contro di me, forte, affatto gentile mentre mi afferra i fianchi e mi tiene ferma, avrò dei gran lividi domani mattina ma non mi importa, mi importa solo di quanto mi allarga bene questo cazzo e di quanto è bello l'uomo che mi sta scopando con così tanto vigore. "Sei stretta, Salazar" mormora sulla mia spalla. "Così bagnata per me, la mia piccola troia"

Gemo e accompagno le sue spinte. "Dio" gemo. I gemiti e il rumore dei nostri corpi che si incontrano riempiono la stanza, prego che abbia fatto un incantesimo veloce per silenziarla e chiuderla prima di scoparmi, perchè non mi va che il pub possa sentire i miei ansiti. "Più forte" supplico. "Dillo ancora" E sa bene a cosa mi riferisco.

Un suo braccio mi circonda il busto e la sua mano mi afferra un seno da sopra il tessuto. "Cosa vuoi che dica?" Chiede. Le sue spinte si fanno più forti. "Dimmelo"

Chiudo gli occhi e cerco di rimanere ferma e dritta contro il muro, le spinte sempre più rudi, le mani che mi stringono possessivamente. "Che sono la tua troia, dillo ancora" prego. "OH" Sto per venire e lui lo capisce, le sue spinte si ammorbidiscono leggermente.

"Se vieni, tesoro, ti farò venire così tante volte che ti farà male, molto" dice al mio orecchio. Sento l'orgasmo montare ma lo sopprimo e annuisco. "Brava ragazza" Mi bacia una spalla. La mano sul mio seno risale sul mio collo, me lo stringe con delicatezza e mi fa urlare quando colpisce dentro di me con una durezza eccitante. "Ti piace?" Chiede. Annuisco. "Dillo con le tue parole, amore, hai una lingua, no?"

Stringo i denti, l'orgasmo che mi monta ancora, così vicino, mi basterebbe accoglierlo, ma non voglio disubbidire. "Mi piace così tanto" gemo. "Seth... Dio... lo amo, più forte"

"Lo prendi così bene, come la troia che sei, si?" Sussurra spingendomelo con così forza che mi fa sussultare e urlare. "Lo vuoi più forte? Vuoi che ti sborri dentro mentre ti chiamo nei peggiori dei modi?" Annuisco mentre singhiozzo dal piacere. "Vuoi venire?" Chiede. Annuisco. "Usa la bocca, cazzo" Sibila.

"Fammi venire Seth, ti prego, ti imploro, ho bisogno di venire"

"A supplicare per il mio cazzo, la mia piccola troia che mi chiede di farle avere un orgasmo" Mormora con freddezza. La mano sul mio collo stringe leggermente ed io gemo. "Dovresti vederti adesso" sussurra appoggiando la testa alla mia, la sua bocca sul mio orecchio. "Impalata sul mio cazzo come la brava puttana che sei... mh" Geme e grugnisce ed è il suono piu bello del mondo. La mano che era sul mio fianco scivola verso sud, attacca furiosamente il mio clitoride ed io gemo, l'orgasmo così vicino. "Vieni per me" ordina. "Stringimi il cazzo e fammi venire dentro di te" il suo fiato caldo mi solletica la pelle sensibile dell'orecchio, gemo ed ondeggo contro di lui. "Fammi vedere il mio sperma colare da questa bella figa usata"

"Merlino" Vengo con un urlo roco, le mie gambe cedono mentre provo un piacere così forte che non riesco a sentire che quello per alcuni secondi. Seth mi tiene in piedi circondandomi la vita con un braccio, mi bacia gentilmente una spalla e il collo.

"Tutto bene?" Chiede dolcemente. È gentile, così diverso dal modo in cui mi ha scopato.

"Sto bene, per favore, vieni" Lo supplico. Lui non parla, non quando riprende a muoversi con forza, poche spinte e viene dentro di me, affondato fino al possibile, con un ringhio nel mio orecchio che mi fa arricciare le dita dei piedi.

Resta così per secondi prima di sfilarsi e aiutarmi a scivolare a terra con lui. Ho bisogno di sedermi e non mi importa se lo facciamo nel pavimento lurido di un pub in centro. Eppure, quando ci sediamo, un tappeto morbido mi solletica la pelle. Mi appoggio al suo petto e cerco di riprendere respiro. "Stai bene?" Chiede ancora. Le sue mani mi accarezzano la pancia e un fianco, delicate, la sua pelle scura è in contrasto con la mia, rosea, ora arrossata e sudata per l'orgasmo.

"Si, tu?" Chiedo chiudendo gli occhi. Non riesco a respirare.

"Molto bene" sussurra stanco. "Scusa se ho sfogato su di te la rabbia per aver perso la partita" Dice gentile.

"L'ho amato" E sono seria.

"E non intendevo quelle parole, non realmente" Dice ancora.

Sorrido. "Lo so, è solo per il sesso, se mi chiamassi troia al di fuori ti staccherei le palle amico" Lui fa uno sbuffo molto simile ad una risata.

"Rispetto le donne" Dice piano. Il mio sorriso si amplia.

"Si nota da come mi hai trattato, stai tranquillo"

"Ti ho scopata da dietro, ti ho sbattuta contro un muro. Come ti ho trattata?"

"Mi hai chiesto se stavo bene, se ero sicura. Mi hai tenuta quando stavo per cadere, hai fatto comparire un tappeto per non farmi sedere sul pavimento e mi hai chiesto scusa per avermi chiamata in quei modi" Conto sulle dita. "E sei preoccupato che io possa pensare che tu sia un depravato, quindi... cento punti per te, amico"

Lui ridacchia, il suono è bellissimo. "Solo cento?"

Sbuffo una risata. "Duecento, allora"

"Posso accettarlo"

"Credo che la cosa più eccitante di tutte, Seth, sia stato il scoprire che puoi dirmi quelle cose quando scopiamo, mentre di solito sei così misterioso e silenzioso" Dico sincera.

Lui appoggia la fronte sulla mia testa, il suo respiro mi solletica la pelle sudata i capelli sciolti. "Vuoi che ti accompagni a casa?" Chiede.

"Sono venuta con un'amica, se non torno da lei mi darà per dispersa, manderà la tua foto agli auror e alla polizia dicendo che mi hai rapita e fatta a pezzi" Dico divertita.

Lui non risponde ed io giro il busto per guardarlo, ha una faccia confusa. "Cosa?" Chiede.

Rido. "Guarda un sacco di documentari crime" dico alzando le spalle.

Annuisce, ancora un po' confuso, e mi lascia, si mette in piedi e mi aiuta a tirarmi su. Ci sistemiamo in silenzio, lui si tira su i pantaloni ed io mi abbasso la gonna del vestito mentre cerco le mie mutande, le pulisco con un colpo di bacchetta prima di indossarle perchè questo pavimento fa schifo. Pulisco anche lo sperma che cola dalla mia entrata e faccio un incantesimo contraccettivo, per sicurezza anche se prendo la mia pozione due volte al mese.

"Ehm... quindi, grazie" Dico agrottando le sopracciglia, non so cosa dirgli. "È stato divertente"

Si abbassa e mi scocca un bacio a stampo, non ci siamo mai baciati e il fatto che mi stia salutando così è tenero. "Grazie a te, ci vediamo in giro" Ed esce dalla porta.

Mi accorgo di non trovare più la collana di mia madre solo tre giorni dopo. La cerco ovunque, supplico Jess di aiutarmi e cerco di riaverla con un incantesimo, ma o è troppo lontana, quindi è fuori da Londra, o è stata rubata da un mago.

In un primo momento sospetto di Seth, ma non è possibile, una collanina con un ciondolo a mezza luna che costa a malapena cinquanta sterline non è un affare e l'uomo guadagna in una partita quello che guadagno io in un anno di lavoro, quindi è veramente impossibile.

Poi cerco le date delle sue partite.
È andato a Liverpool per una a metà settimana l'altro ieri, quindi è possibile che si sia incastrata con i suoi vestiti e l'abbia portata a casa involontariamente. Se l'ha notata, l'avrà nascosta per ridarmela, no?.

Mi dispero, è la collana di mia madre santo Merlino, è l'unica cosa che mi è rimasta di lei oltre un paio di orecchini ed un vestito da sposa, non posso perderla.

Jess mi guarda sospirando. "Vuoi che ti porti a Liverpool?" Chiede dolcemente.

I miei occhi lucidi le fanno pena perchè si sporge per abbracciarmi. "Devo sapere se ce l'ha lui" mormoro. "Devo sapere di non averla persa"

Jessica annuisce e mi stringe a se. "Allora andiamo" Annuisco grata. "Hai mai visto una partita di quidditch dal vivo?"

Scuoto la testa.

Il rumore, la calca, le urla, una partita dal vivo è... "Elettrizzante"

"Disgustosa" Jess parla nel mio stesso momento. "Lo vedi come ci guardano Zef? O sono io la paranoica? Perchè mi sento come un pezzo di carne bello succulento" la mia migliore amica sbuffa e fa il dito medio ad un uomo di mezza età che le fissa il culo.

"Hey bellezza" Un uomo sulla trentina ci si avvicina, non toglie gli occhi dalla biondina al mio fianco. 

"LESBICA, SONO FOTTUTAMENTE LESBICA" strilla artigliandomi un braccio e trascinandomi verso delle scale.

Scoppio a ridere, felice dopo alcuni giorni di depressa tristezza. "Dici che ci farebbero entrare in spogliatoi?" Chiedo sospirando.

"Non lo so, ma possiamo vedere questa partita e poi aspettarlo fuori dallo stadio"

E cosi facciamo. La partita è bellissima, i birividi di eccitazioni, il cuore che mi batte a ritmo di ogni gol (si può dire gol per il quidditch? Non lo so, mia madre preferiva il calcio quando c'era). Noto che il suo numero è il sei, il suo cognome è scritto in stampatello sulla sua schiena.

Alla fine della partita un uomo biondo afferra il boccino, è bello come un raggio di sole d'estate, bello in un modo quasi stucchevole. Lo esaltano tutti, lo amano tutti. Vedo Seth dare il cinque al numero cinque, l'uomo è sexy quanto lui, è bianco, i capelli in testa sono rasati e chiari, non vedo i suoi occhi ma il suo viso è bello in maniera disarmante.

Aspettiamo Seth insieme alla calca, giornalisti e fan che urlano i nomi dei giocatori quando questi gli passano accanto. Alzo la testa quando sento il cognome Zabini, seguito da un Nott e Malfoy.

Quando la gente fa spazio per permettere ai ragazzi di passare, una donna dai capelli rossi si fionda sul cercatore, lo abbraccia con forza e ride mentre lui le fa fare un giro nelle sue braccia. "Amore" Le dice mentre una serie di flash innondano i loro visi. "Sei venuta"

"Lei è bella da morire" Jess me lo sussurra, fissando la rossa.

Rido e le dò una spallata per farla barcollare. "Come faccio ad attirare la sua attenzione?" Chiedo mordendomi un labbro. Non lo vedo più, mi sono distratta con la coppia e non vedo più Seth.

Quando un giornalista si sposta riesco a rivederlo, i suoi occhi incontrano i miei e sembrano confusi. "Cosa..." La sua bocca forma queste parole.

Faccio un sorriso timido. Lui si toglie di dosso dei paparazzi e viene verso di me, la falcata ampia e minacciosa. Ha un borsone in mano. Il suo amico con la testa rasata lo segue confuso, i suoi occhi azzurri mi guardano disorientati ma è comunque sicuro, quando si avvicina a me insieme a Seth.

"Mi hai seguito fino a qui?" Seth sembra incazzato. "Cosa sei? Una stalker?"

Non dovrei, perchè sono a Liverpool, alla sua partita e la cosa, si, può essere fraintesa, ma mi offendo da morire. Assottiglio lo sguardo mentre le mie guance si arrossano per la rabbia. "Ma come osi?" Sibilo. Nott ha un sussulto, alle sue spalle. "Che stronzo. Non ti avrei piu rivisto, fosse stato in me, ma ho perso la mia collana e mi chiedevo se ce l'avessi tu. Ce l'hai?" Chiedo.

Lui aggrotta le sopracciglia. "Sei venuta fino a qui per una stupida collana?"

Spalanco la bocca mentre la rabbia mi brucia lo stomaco. "Ce l'hai o no?" Chiedo sibilando. Non merita una risposta.

"Mezza luna? Argento?" Chiede. Annuisco e un senso di sollievo mi rilassa le spalle. "Ce l'ho, credevo fosse di Liz" Gira il viso verso il biondo, lui alza le spalle.

Non so chi sia Liz e non mi importa. Allungo una mano e mi aspetto che la smaterializzi qui. "Dammela, su" ordino.

Seth assottiglia lo sguardo mentre Nott fa una risata mal trattenuta. "Mi piaci. Sono Will" mi allunga una mano.

"Non mi importa" Non gli rivolgo mezzo sguardo. "Dammi la mia cazzo di stupida collana e vattene a fare in culo" Fisso Zabini.

Dio, mi ha fatto così incazzare, come si permette di darmi della stalker? Di dare alla collana della mia defuna madre della stupida?

Seth alza le sopracciglia. "Non mi piace che mi parli in questo modo" afferma gelido.

"'Sti grandissimi cazzi" dico. Will ride ancora.

"Zef" Jessica mi ammonisce, sto quasi urlando e dei giornalisti si sono voltati verso di noi. "Calmati"

Prendo un grosso respiro. "Puoi ridarmi la mia collana così posso tornare a Londra?" Chiedo forzando un tono gentile.

Seth rivolge uno sguardo a Will, il biondo fa un gran sorriso e Seth torna a guardare me. "No" dice.

Non capisco. "No?" Chiedo stringendo i denti.

"No" alza le spalle e mi supera.

Spalanco la bocca e mi giro per guardarlo, mi dà le spalle mentre cammina verso una macchina babbana. "No" mormoro. "Cosa?" Chiedo girandomi verso Will, ancora im piedi di fronte a noi. "Cosa intende dire?"

"Bhe, un no è chiaro da interpretare" Will mi sorride anche con gli occhi, sembra uno sempre allegro.

Stringo i denti e contraggo la mascella. "Zef..." Jessica mi si mette davanti. "Calmati" cerca di darmi una mano ma io vedo rosso.

Mi giro velocemente e cammino a grandi falcate verso di lui, sta aprendo la portiera di un macchinone, una grand cherokee nera, ci ficca dentro il borsone e richiude. "Cosa cazzo stai dicendo?" Chiedo sibilando.

"Sei venuta alla mia partita, mi hai urlato contro, mi hai mandato a fare in culo e hai trattato di merda il mio migliore amico, ti aspetti una gentilezza?" Chiede alzando le sopracciglia. "Dovrei insegnarti le buone maniere, sculacciarti fino a quando non potrai più sederti"

Spalanco la bocca e boccheggio, boccheggio cazzo, nessuno aveva mai minato così la mia sicurezza. "Cosa?" Chiedo confusa ed eccitata insieme. Non dovrei, dovrei solo essere incazzata, ma il liquido caldo del piacere mi ondeggia nello stomaco.

"Sali" ordina aprendomi la portiera del passeggero.

"Non posso... la mia amica..." Mormoro. Cazzo, devo ritrovare la sicurezza, non posso permettergli di rovinarmi.

"Verrà anche lei. Se fai la brava, a fine serata avrai la tua collana" Dice tranquillo. "Ora sali prima che metta sul tuo conto anche questa disobbedienza"

"Non sono un cane" Dico assottigliando lo sguardo.

Seth sospira. "Vuoi che ti restituista la tua collana?" Chiede. Annuisco. "Allora, oggi, amore, farai quel cazzo che ti dico di fare io, anche se mi venisse la voglia di chiederti di scondizolare e fare un giro su te stessa"

"Se mi chiedi una cosa simile ti rubo le chiavi dell'hotel in cui stai, entro nella tua stanza, rubo la collana e ti scrivo un post it con un dito medio sopra, disegnato alla perfezione"

Lui sorride. "Io credo che invece scondinzolerai e farai un giro su te stessa" Mi sfida, con lo sguardo, a dire qualcosa.

Stringo i denti e mi giro verso Jess, a pochi metri da noi. "Andiamo" le urlo.

Lei sospira e si avvicina velocemente. "Te l'avevo detto di smetterla di farti piacere certi disadattati. Will non ha smesso di parlarmi neanche per prendere fiato, Dio, è normale?" Chiede lanciando un'occhiata alle sue spalle. Nott cammina piano verso di noi.

"Lo è" Seth le risponde con calma. "Non ci siamo presentati" E le allunga una mano. "Seth Zabini"

"Jessica Cooler" E gliela stringe. "Quindi? Le restituisci la collana?" Gli chiede. Seth sorride leggermente, la sua mano ancora sulla porta del passeggero che mi ha aperto.

"Solo se fa la brava" dice tranquillo. "Sali dietro, Jessica" Le ordina. Jess sospira e obbedisce.

Seth riporta l'attenzione su di me, i suoi occhi mi fissano con sfida, ricambio lo sguardo e incrocio le braccia al petto. "Sei uno stronzo" dico irritata.

"Sali" ordina. Stringo i denti e alzo il dito medio mentre lo supero e mi siedo sul sedile anteriore. Lo vedo sorridere, non un vero e proprio sorriso come quelli che mi ha rivolto Will, il suo è trattenuto ma è comunque sexy da morire. "Fallo ancora e butterò la collana nel cesso" dice guardandomi dall'alto.

Vaffanculo!

"E dai amico, quello è il mio posto" Will si avvicina, lo vedo guardare nella mia direzione e fare un broncio, un broncio come un bambino.

Seth gli dà una pacca sulla spalla. "Scorpius e Rose?" Chiede.

"Credo che vogliano concepire un bambino di fronte ai giornalisti" Dice Will divertito. Tutti e due si girano verso la folla e fissano il ragazzo biondo e la ragazza rossa che si baciano come se esistessero solo loro e non si vedessero da tre anni. "EDDAI STRONZI, MUOVETE IL CULO" urla Will mettendo le mani ai lati della bocca.

"È pazzo" Jess lo dice con sicurezza ed io sobbalzo, mi ero dimenticata di lei. "Da legare" scoppio a ridere.

Agito una gamba e guardo fuori dal finestrino. Jess e Will chiaccherano, cioè, lui chiacchera e lei ascolta, ma ogni tanto ride e interviene, secondo me le piace. Scorpius e Rose, che ho scoperto essere Malfoy e Weasley, Weasley come la gente che ha salvato il mondo una trentina di anni fa, pomiciano nella terza fila della macchina magicamente allargata.

Seth è alla guida, diretto verso il centro citta, dove c'è il loro Hotel con, a quanto pare, un meraviglioso angolo bar. Non mi parla, sento il suo sguardo ogni tanto addosso ma io lo ignoro.

"Liz ci raggiunge lì?" Chiede Seth a Will.

Lui smette di parlare con la mia migliore amica per sporgersi tra i nostri sedili. "Si, mio padre la smaterializza tra qualche minuto, mi ha mandato un vocale prima dove si congratulava con noi, te lo farei sentire ma... insomma, non vuoi ascoltare quello che mi ha detto" Seth gira il collo e lo fulmina con lo sguardo.

"Non me ne parlare, giuro Will, ti faccio scendere" sibila. Non c'è rabbia nelle sue parole, solo fastidio e una briciola di divertimento.

Will scoppia a ridere e alza le mani. Mi da un buffetto su una spalla e mi guarda. "Liz è sua sorella, bhe, non di sangue, ma i loro genitori si sono sposati quando loro erano piccoli. È una babbana" mi informa. "Ed è la mia ragazza da quattro giorni"

"Wow, ehm... congratulazioni" Dico facendogli un piccolo sorriso. È gentile e divertente e mi dispiace per come l'ho trattato. "Mi dispiace per prima" Dico gentilmente. "Ero solo incazzata, mi fa piacere conoscerti"

"Non ho mai conosciuto qualcuno di abbastanza coraggioso da urlare contro Seth, a parte me medesimo, quindi sei apposto" Mi da un altro buffetto sulla spalla e torna dritto, a chiacchierare con Jessica.

Alzo le sopracciglia e volto la testa verso l'uomo al mio fianco. "Abbastanza coraggiosa? Chi sei? La regina Elisabetta?" Chiedo divertita.

"Le persone hanno paura di me" dice scoccando la lingua sul palato. "Ti avrei cercato io, la notte del pub" Mi informa. "Ti ho notata subito ma mi hai sorpreso e sei venuta tu a cercare me" La sua voce è bassa, perchè non senta nessuno tranne noi.

"Mi prendo quello che voglio" Dico tranquilla.

Lui fa un mezzo sorriso ed entra in un parcheggio al coperto, abbassa il finestrino per passare una tessera su un sensore, perchè la barra si alzi. Parcheggia la macchina e si slaccia la cintura. Non so perchè trovo questo gesto normalissimo così sexy.

Una ragazza dai capelli marroni si lancia su Seth quando entriamo nella hall dell'hotel. Lui sorride sinceramente e le circonda la vita con le braccia. "Hey tesoro" le dice dolcemente.

"Avete spaccato" Strilla stringendo le mani sulla testa dell'uomo.

"Hey, piccola, si suppone che tu saluti prima il tuo ragazzo" Will mette di nuovo il broncio. Sorrido, guardandolo con la coda dell'occhio.

"Saluto prima l'amore della mia vita" Afferma staccandosi. Dà un bacio a stampo sulle labbra di Seth prima di fare un paio di passi indietro.

"Dovrei essere io" Il biondo si indica con i pollici premuti sul petto.

La ragazza alza gli occhi scuri al cielo, a parte il fatto di essere bianca, e non scura come Seth, ha i suoi stessi colori, gli stessi occhi e capelli scuri. E Zabini la guarda in un modo adorabile.

"Prima mio fratello, poi chi ti pare tesoro" Liz sorride ma allarga le braccia e Will non se lo fa ripetere due volte, si avvicina in poche falcate e le allaccia le braccia sotto le ascelle per tirarla su. "Sei stato bravissimo" Gli dice gentile. "Volevo esserci"

"Anche lei è una gran figa" Jess appoggia una mano sul mio braccio. "C'è tipo una selezione delle più belle ragazze di Londra per essere loro amiche?"

Ridacchio. "Può darsi" dico divertita.

Liz è un tipo, sembra una ragazza normale e non è magra e alta come Rose, ha curve e pelle morbida, ma il suo viso è molto bello, noto un neo su una tempia e una piccola cicatrice sul labbro inferiore.

"Liz, loro sono Zefira e Jessica" Will le circonda la vita con un braccio e la trascina verso di noi. "Zefira ha rimesso Seth, qui, al suo posto"

Seth gli lancia un'occhiataccia ma a Liz si illuminano gli occhi. "L'hai sgridato?" Chiede eccitata.

Rido. "E mi sta punendo" dico.

Liz alza le sopracciglia e distoglie lo sguardo da me per puntarlo sul fratello. "La stai punendo?" Chiede con un tono basso ma sorpreso.

"Non la sto ancora punendo, lo farò più tardi" afferma l'uomo lanciandomi un'occhiata. Assottiglio lo sguardo e alzo gli occhi al cielo. Non mi darà nessuna punizione, questo è certo.

"Okay, non voglio saperlo" Liz fa una smorfia ma mi tende una mano e riporta l'attenzione su di me. "È un piacere conoscervi" Stringe la mano sia a me che a Jessica. "Hai un nome particolare"

Sorrido triste. "Mia madre aveva tanto insistito, è un nome brasiliano"

"Non sembri brasiliana" Dice schietta.

"Non lo sono, ma ci sono nata e ci ho vissuto durante la mia infanzia" Il Brasile mi manca così tanto, quanto mi manca mia madre.

"Andiamo?" Seth mi guarda. Annuisco e lo supero, la sua mano si appoggia sulla base della mia schiena quasi immediatamente. "Tutto apposto?" Chiede. Annuisco ancora.

Jess si mette a chiaccherare con la barista, seduta su uno dei sgabelli del bancone. Sorrido a guardarla, da lontano. Noi siamo tutti accomodati in un angolo su un paio di divanetti attorno ad un tavolino basso, sento il calore del corpo di Liz di fianco a me, Seth di fronte, seduto su una sedia, a gambe aperte. Scorpius e Rose sono scomparsi nella loro camera d'albergo, Liz ha fatto una battuta sul sesso post vincita che non ho ben capito, ma almeno lei e Will non ci hanno lasciati soli. Non so bene cosa dovrei fare, al momento, ho un drink tra le mani e lo sorseggio da mezz'ora, devo essere abbastanza sobria per riuscire a smaterializzare me e Jessica, che, al mio contrario, ha deciso di bere e bere, influenzata dal cercare di flirtare con la donna che la serve.

"Allora, Zefira, che lavoro fai? Studi?" Chiede Liz girandosi verso di me. È spumeggiante, dice sempre quello che le passa per la testa ed è costantemente allegra, non come il suo ragazzo, però è espansiva.

"Sono una fotografa" Dico gentilmente. "Lavoro in una galleria d'arte in centro"

"Un'artista" Liz alza una gamba e si gira in modo da appoggiare una spalla allo schienale del divano e guardarmi. "Ora capisco"

Inclino la testa leggermente. "Cosa?"

"Seth" E lo indica con una mano. Il moro alza la testa e la guarda confuso. "Lo vedi, è spaventoso"

Rido, perchè la cosa mi sembra assurda, poi capisco che non è una battuta. "Cosa?" Chiedo spaesata. "Non è spaventoso"

Liz alza le sopracciglia. "Lo amo più della mia vita, ma in generale le persone lo evitano, e le donne vogliono cambiarlo"

Aggrotto le sopracciglia e sposto lo sguardo sull'uomo. Ha abbassato leggermente la testa e ora guarda il bicchiere che ha tra le mani. "Non penso sia spaventoso" Dico sincera. Riporto gli occhi su Liz. "Un po' inquietante ma è solo timidezza, suppongo, avrà imparato a nascondere i suoi sentimenti in questo modo" Alzo le spalle.

"È così, infatti" Liz annuisce, ha una luce strana negli occhi. "Io lo so, la sua famiglia lo sa" Non mi piace che parli di lui come se non ci fosse. "Ma chi non lo conosce non lo vede, scambia la sua introversione per pericolosità. Gli artisti vedono sempre oltre la pellicola davanti, anche mia madre lo era, prima che scappasse, una pittrice"

"Mi dispiace" mormoro piano. Guardo Seth, i suoi occhi mi bruciano addosso, ha un'emozione strana nello sguardo, come gratitudine mista a desiderio, non ne sono certa.

Liz alza le spalle. "E la tua, di madre?" Chiede.

Prendo un respiro veloce e distolgo lo sguardo. Non so cosa dire, non mi piace parlare della sua morte, ma Seth si alza trascinando la sedia sul pavimento di moquette, mi fissa. "Andiamo" ordina, è un ordine che sono felice di seguire. "Ci vediamo domani mattina tesoro" Si abbassa su una perplessa Liz e le scocca un bacio sulla cima della testa, poi mi afferra un braccio e mi trascina fuori dal riquadro di sedie e divani.

"Notte bro" Will dà una sonora pacca sul culo a Seth che mi fa ridacchiare, credo di amarlo anche io, è meraviglioso.

L'uomo al mio fianco alza gli occhi al cielo e afferra la mia giacca e la mia borsa dal divano prima di portarmi via. Lo guardo con la coda dell'occhio. "Dove andiamo?" Chiedo. "Non posso lasciare Jess qui"

"Avete una suite, le ho dato le chiavi, prima" Alzo le sopracciglia e lui fa un mezzo sorriso. "Ho mandato un messaggio all'hotel mentre venivamo qui, non mi andava di farvi bere e poi smaterializzare, mi piace avere il controllo"

"Lo vedo" borbotto lasciando un'occhiata alla mia migliore amica, lei mi nota e mi sorride, facendomi l'occhiolino.

"Mi dispiace per Liz, quando beve diventa un'impicciona" Dice facendomi uscire dal bar.

"Fa lo stesso. Uhm... grazie" Mormoro abbassando lo sguardo sui miei piedi. "Non è che non volessi dirglielo perchè è lei... è solo...."

"È fresco" completa.

Scuoto la testa. "Due paia di anni, ma ho ancora problemi a parlarne" dico.

Lui ci fa fermare di fronte a degli ascensori. Le porte si aprono quando pigia il pulsante, entriamo e lo guardo cliccare sull'ultimo piano.

"Ho passato otto anni a non voler parlare della morte di mio padre. Era un auror, lui... è morto in una missione in Russia"

Questa confessione scioglie il mio cuore. "Non ho frequentato Hogwarts" comincio. "Perchè non volevo starle lontano"

"Non devi dirmelo se non te la senti" Afferma guardandomi.

"Le abbiamo trovato un cancro al seno quando avevo undici anni" Lo ignoro e parlo. "Abbiamo provato a farla curare negli ospedali brasiliani, la cura era riuscita e per un paio di anni il cancro era rimasto al seno, controllato" Sbatto le palpebre per impedire ai miei occhi di appannarsi. Fisso le porte dell'ascensore. "Avevo tredici anni quando è tornato con prepotenza. Siamo venuti a Londra, dove è cresciuta, per una cura che teoricamente doveva funzionare, non ha funzionato affatto. La tenevano in vita a stenti, soffriva molto ma io non volevo, non volevo lasciarla andare e lei ha resistito per altri cinque anni, per me" mi asciugo una lacrima, le mie mani tremano leggermente. È una storia che ho raccontato solo a Jess, singhiozzando e piangendo quando è venuta in ospedale dopo la sua morte, avevamo entrambe diciotto anni. "La collana è tra le poche cose che ho di lei, è per questo che sono venuta qui, che non ho aspettato che tu tornassi a Londra. Non l'ho mai tolta in quattro anni, si vede..." trattengo un singhiozzo. "Si vede che è rimasta incastrata al tuo maglione, non lo so, però avevo bisogno di sapere che ce l'avevi"

Seth rimane in silenzio. Oso alzare lo sguardo, mi osserva con gentilezza. "Scusa se sono stato brusco, è che mi avevi detto che non seguivi il quidditch e credevo che non mi conoscessi, ho pensato che mi avessi preso in giro, che fossi qualche fan psicopatica"

Accenno un sorriso e mi asciugo le poche lacrime che ho versato. "Era anche ovvio che lo avresti pensato, solo... ero un po' agitata per la collana e ti ho attaccato" Alzo le spalle.

L'ascensore si ferma e le porte si aprono in uno squillo fastidioso. Esco prima di lui ma lo aspetto nel corridoio perchè mi mostri la stanza. "Il piano è nostro, dei giocatori" Mi informa. "Will dorme lì, Scorpius e Rose lì" Mi indica delle porte l'una di fianco all'altra, sono arancioni e con i colori pescati dei muri ci stanno veramente molto bene. Si vede che è un hotel di lusso. "I miei compagni saranno a fare baldoria" Guarda le altre porte. Sorrido leggermente e lo seguo fino all'ultima porta del grande corridoio, la apre con una tessera magnetica e mi fa strada.

È... wow, enorme. Da fuori non si vede perchè le porte sono una vicino all'altra ma è veramente una suite, sicuramente grazie alla magia.
La prima cosa che noto è il salotto, un paio di divani color crema di fronte ad un caminetto bianco, un tappeto chiaro sopra cui è posto un tavolino in mezzo a loro. Poi vedo due portoni in legno bianco aperti, si affacciano ad una stanza da letto altrettanto grande.

"Ci hai prenotato una cosa simile?" Chiedo girandomi per guardarlo.

"È dall'altra parte del corridoio" Dice alzando le spalle. Appoggia la mia borsa e la mia giacca, che mi sono dimenticata avesse lui, su uno dei due divani e si toglie il cappotto.

"Quanto ti è costata?" Chiedo piano. Non credo di potermi permettere neanche la stanza piu economica in questo Hotel ma non esiste che lui mi paghi nulla.

Alza le spalle e si siede sul divano per togliersi le scarpe. "Non ti preoccupare"

"Me ne preoccupo, te li restituirò. Dimmi quanto" Io e Jess glieli restituiremo, anche se dovessi dargli il mio stipendio della galleria d'arte.

"Non voglio fare lo snob" dice alzando la testa per guardarmi. "Ma ho più soldi di quanto me ne servano, più di quanto tu possa fare nella tua intera vita, posso pagarti una notte in un hotel che ci fa un sacco di sconto perchè amano il quidditch e perchè dormiamo sempre qui quando veniamo a Liverpool per le partite"

Wow, tantissime parole uscite una dopo l'altra, sono sorpresa. "Mi sento a disagio per questo" ammetto. Non ho mai contato sui soldi di nessuno, mai, solo sulla mia forza, da quando ero piccola, e il fatto che lui si sia preoccupato di darmi un posto in cui dormire mi fa sciogliere il cuore.

"Puoi pagare la cena, quando torniamo a Londra" Dice tirandosi su la maglia nera, se la toglie velocemente e si stiracchia. Apro la bocca ma non so cosa dire, non mentre vedo per la prima volta quanto è bello mezzo nudo. Ha i muscoli definiti, in ogni punto importante, non è nulla di esagerato ma si vede che si allena parecchio. È meraviglioso.

"Ti pagherò tutte le cene che vuoi" Affermo sicura.

"D'accordo" mormora con un mezzo sorriso mentre si alza dal divano. Deglutisco quando mi viene incontro, ma mi supera ed entra nella stanza.

Giro il collo per vederlo slacciarsi la cintura e togliersi i pantaloni. Mi si spezza il respiro perchè il suo culo è bello come tutto il resto. Afferra dei pantaloni della tuta messi sopra il letto e se li infila. "Vieni qui" ordina.

Prendo un bel respiro e lo raggiungo. Lui va verso il comodino, lo apre e tira fuori una scatoletta. Trattengo il fiato quando la schiude e afferra una collana, la mia collana. "Oh" non so, nel mio petto qualcosa si rilassa immediatamente, in un modo così rapido che mi porto una mano sul cuore.

Seth me la porta e mi sorride dolcemente. "Vuoi che te la metta?" Chiede. Annuisco e lui procede, mi afferra un gomito e mi fa voltare con gentilezza. Mi tira su i capelli e mi allaccia la collana. La mia mano corre immediatamente al ciondolo, sospiro a sentirlo freddo sul mio palmo. "Ti senti meglio?" Chiede. Le sue mani si appoggiano alle mie spalle, mi accarezzano le clavicole fino a farmi rabbrividire.

"Molto meglio" borbotto chiudendo gli occhi e appoggiandomi al suo tocco. "Grazie"

"Ora, vai sul mio letto e piegati per me, vuoi?" Il suo tono duro mi spezza il respiro, è passato dalla gentilezza alla serietà in meno di un minuto.

"E se ti dicessi di no?" Chiedo tanto per provocarlo. Che arroganza a credere di potermi realmente dire cosa fare, cioè, lo farò, ovviamente.

Si china sul mio orecchio, ora il suo petto sfiora la mia schiena e il suo respiro caldo mi solletica la nuca. "Ti piegherei sul mio letto e ti sculaccerei come la piccola disobbediente che sei merita" sussurra dolcemente.

"Non credo mi piaccia essere sculacciata, non è una cosa un po' strana?" Chiedo divertita.

Lui fa una risata bassa, la sua mano mi solletica la clavicola mentre risale. "Hai mai provato?" Scuoto la testa e lui... Cristo, mi afferra il collo e stringe leggermente. "Allora come fai a saperlo?"

"Comunque, magari mi piace comandare e tu non me lo permetti" Voglio resistere un po', non essere una preda facile e amo questi botta e risposta, sono eccitanti quanto un preliminare.

"Vuoi comandare?" Chiede, non rispondo. "Secondo me, sei una piccola troia e ami esserlo, ami essere dominata, giusto?" Continuo a non rispondere e lui mi stringe il collo mentre aderisce a me, sento il suo cazzo premermi contro il culo. "Rispondi" sibila.

Chiudo gli occhi. "Amo essere dominata" ammetto. Lui ride.

"Bene, perchè è così che ti voglio: sottomessa" Respiro profondamente. "Ma se volessi dominarmi, amore mio, sarei così felice di lasciarti prendermi come preferisci" sussurra agganciando un braccio alla mia vita, l'altra mano ancora attorno al mio collo che stringe, non abbastanza per togliermi il respiro ma abbastanza per sentire il suo tocco prepotente. "Amerei vederti cavalcare il mio cazzo"

Sussulto di sorpresa quando mi afferra la figa a coppa e stringe con forza, da sopra i jeans che indosso.

Ispiro rapidamente mentre il calore dell'eccitazione mi pervade, mai nessuno è stato capace di accendermi così rapidamente, mai. "Seth" piagnucolo.

Lui ride e mi lascia andare. "Spogliati per me" ordina facendo qualche passo indietro.

Mi volto per guardarlo. Non parlo mentre mi tiro il maglione nero sopra la testa e me lo levo, me lo prende dalle mani e lo appoggia su una poltrona accanto ad una grande finestra, fa lo stesso quando mi slaccio i pantaloni e mi tolgo il body sotto il maglione e la canotta. Fa freddo e mi sono vestita a cipolla, a lui non sembra importare comunque, aspetta pazientemente che mi sfili ogni vestito e lo appoggia con calma sulla poltrona, i suoi occhi scivolano sul mio corpo ogni volta che mi tolgo un pezzo, lo sguardo predatorio che ha mi eccita in una maniera imbarazzante.

"Di tutto?" Chiedo allacciando le dita ai bordi delle mie mutande. Non mi aspettavo di essere scopata quindi sono di una tonalità di rosa shocking che probabilmente porta una bambina di cinque anni. Lui fa un mezzo sorriso e annuisce, e i miei slip cadono a terra. Mi slaccio il reggiseno e lo tolgo.

Lui rimane in silenzio per un po', i suoi occhi che studiano il mio corpo come non ha avuto l'occasione di fare l'ultima volta. Inclina la testa di lato quando torna sul mio viso. "Sei bellissima tesoro" Mormora, la voce roca mi fa prendere un grosso respiro per calmarmi.

"Anche tu, ma se ti svestissi sarebbe meglio" E guardo decisa l'erezione che vedo premere sul tessuto della tuta, sorrido divertita.

Mi fa un meraviglioso sorriso che mi fa tremare le gambe e mi allunga una mano, gliela afferro senza troppe resistenze e faccio i pochi passi che ci separano. "Voglio veramente quella cena" dice calmo.

Alzo le sopracciglia. "Non devi sentirti in obbligo. Puoi scoparmi e arrivederci" affermo seria. Appoggio le mani sul suo petto nudo e alzo la testa per guardarlo. "Possiamo fare sesso senza implicazioni, per me non è un problema" È quello che cercavo al pub, questo incontro è stato solo per la mia collana, non credevo che mi avrebbe scopata ancora.

"Ma io voglio una cena" dice deciso. Non mi tocca e la cosa mi infastidisce, appoggio il mio peso su di lui e le sue mani corrono immediatamente ai miei fianchi per tenermi.

"Sul serio?" Chiedo curiosa.

"Perchè non dovrei volere un appuntamento?" Chiede Seth.

Sospiro. "Non lo so, perchè in generale le persone con cui scopo in pub non mi chiedono cene solo per conoscerci ma per scopare ancora"

"Io voglio conoscerti, è così assurdo?" Chiede freddo, leggermente infastidito e, si, è inquietante ma è comunque sexy quindi non ci faccio caso.

Ridacchio. "Una cena, quando torni a Londra. D'accordo" affermo annuendo.

"Ora vai a piegarti sul letto, non penso di averti ancora punito" la sua voce è un sibilo roco e meravigliosamente eccitante. Annuisco e lo lascio per avvicinarmi al letto. "Ginocchia sul pavimento e culo su" Obbedisco anche se questa posizione è troppo vunerabile, mi fido di lui, stranamente.

Lui borbotta qualcosa e un tappetino peloso compare sotto di me, ora le mie ginocchia non incontrano direttamente il pavimento ed io ne sono grata. "Grazie" mormoro dolcemente. Non mi risponde ma mi accarezza con lentezza un fianco, posizionandosi dietro di me.

"Credo che comincerò con dieci" Dice serio. Giro la testa e appoggio i gomiti sul materasso per tirarmi su ma lui mi preme una mano sulla base della schiena e mi rimette giù.

"Dieci cosa?" Chiedo allarmata. "Sono seria, non credo che mi piacerà essere sculacciata, è strano"

"Obbedisci tesoro, lo amerai" Mormora. Non obietto e lui sospira. Mi afferra i fianchi e mi accarezza il costato con le dita, mi rilassa. "Non vuoi che ti sculacci?" Chiede. Non rispondo, fisso la finestra e prendo un bel respiro mentre le sue mani scivolano sul mio culo. "Non lo farò, se non te la senti" mi accarezza le guance. "Ho bisogno che mi rispondi Zef" Esce dolce, il tono morbido e pregante.

"Cinque" dico piano. "E poi vedo se mi piace"

Lui mi da una pacca gentile sula sedere, una risposta affermativa alla mia richiesta. Chiudo gli occhi quando una sua mano sale a stringermi un'anca e l'altra si stacca da me. Le mie dita si artigliano al piumone beige, odio non riuscire a vedere cosa fa, non riuscire a guardarlo e aspettare pazientemente il colpo, ma questa attesa è allo stesso tempo meravigliosamente eccitante, sento ancora quell'elettricità pervadermi il corpo, solleticandomi la pelle fino a farmi ansimare, è strano e un po' mi fa paura, ho sentito di queste sensazioni solo in alcuni libri sulla magia che ho letto in Brasile.

Smetto di fare caso all'elettricità quando la sua mano libera si infrange contro il mio culo, senza alcun preavviso. Sento un tuffo al cuore mentre gemo, Merlino, gemo di piacere quando il dolore mi pervade il punto che ha colpito. Non c'è andato molto pesante, il piccolo dolore sfuma per lasciare il mio culo pulsante e sicuramente arrossato, per lasciare me completamente spaventata dal piacere che provo, dall'eccitazione che mi bagna.

"Tutto bene?" Chiede accarezzandomi l'anca. Annuisco velocemente.

"Fallo ancora" supplico. "Ancora"

Fa uno sbuffo simile ad una risata e mi colpisce ancora, più forte, più rapido, sulla stessa guancia. Strillo per il dolore ma non è neanche un po' forte quanto il piacere che mi lambisce lo stomaco. "Piccola troia" Sussurra accarezzandomi il culo. "Ti sculaccerò fino a quando non potrai più sederti, fino a quando non imparerai la lezione" La sua voce roca rende queste parole ancora più eccitanti. Quando mi colpisce ancora non sento più dolore, solo piacere, aumenta la forza che usa a ogni sculacciata, siamo a tre ed io ho le lacrime agli occhi, immagino solo quanto sarà forte il numero dieci. "Disobbediente troietta, piegata sul mio letto a prendere ogni colpo come la brava ragazza che sei" La numero quattro mi fa tirare le lenzuola per non cadere e stringere le gambe per trovare sollievo, le mie labbra gonfie e la mia eccitazione che mi scivola lungo le cosce. "Ho così tanti piani per questo bel culo" sussurra accarezzandomi la guancia arrossata. "Così tanti" Fa un piccolo gemito allusivo che mi fa arricciare le dita dei piedi, il calore bagnato dei miei umori che aumenta. 

"Dio" gemo quando un suo dito scivola sul mio ano, sfrega leggermente con il polpastrello e mi fa agitare i fianchi per averne di più.

"Hai già avuto qualcosa qui?" Chiede spingendo il dito nel buco, non troppo per entrare ma abbastanza per sentire la pressione. Gemo a bocca aperta e stringo le dita sul piumone, mi fanno male le ginocchia per la posizione e il culo mi brucia, ma ne voglio ancora.

"Con il mio ex, un paio di anni fa" mormoro. Jason ed io eravamo dei pazzi assatanati, all'epoca, abbiamo provato qualsiasi cosa, letteralmente, una volta mi ha comprato uno strap on per farsi scopare. Era molto aperto al sesso e lo ero, e sono, anche io, e lo facevamo alla grande. Ci siamo lasciati solo perchè lui è partito in Asia per una missione di cooperazione internazionale. E comunque, oltre al sesso, non facevamo molte cose da coppietta, lo vedevo più come un migliore amico, uno con cui scopavo, ma sempre un migliore amico.

"Altre sei?" Dice, ma è posta piu come una domanda. Annuisco e agito il culo, lui ride e alza una mano, non leva le dita dal mio ano e quando abbassa la mano sul mio sedere infila il medio dentro, fino ad un paio di nocche. Urlo e inarco la schiena, alcune lacrime scivolano sul mio viso e si asciugano sul piumone. La sesta sculacciata arriva subito dopo, sull'altra guancia, veloce e così forte da farmi singhiozzare un gemito e agitare i fianchi come a cercare un modo per sfregare il mio clitoride pulsante contro qualcosa. "Altre quattro tesoro" dice, il tono ruvido e da stronzo. "Le puoi prendere tutte, poi ti scoperò così forte che non riuscirai a camminare dritta per giorni" Ansimo e gemo alle sue parole. "Un giorno, amore mio, mi ficcherò nel tuo culo stretto e chiederò ad uno dei miei amici di usare la tua bella figa"

"Si" strillo e lui seppellisce il dito nel mio ano, con cosi tanta forza da farmi lacrimare. Altre lacrime cadono dai miei occhi quando mi colpisce ancora il culo, forte e duro, singhiozzo.

"Tutto apposto?" Si ferma, il suo dito ancora nel profondo del mio culo ma l'altra mano mi afferra un fianco.

Annuisco. "Finisci, ti prego, altre tre" supplico.

"Se le mie parole non ti piacciono..." Una nota preoccupata nel suo tono mi fa quasi piangere, è così carino.

"Mi piacciono, ti prego Seth, continua" supplico. Lui sospira ma obbedisce, il suo dito esce per rientrare dentro con una pressione meravigliosa, ondeggio i fianchi. "Perchè solo un amico?" Chiedo appoggiando la fronte sul materasso. "Due Seth, ne voglio uno anche in bocca"

Lui ringhia e mi colpisce il culo con più forza degli altri, il suo dito esce da me e quando rientra sono due. Urlo quando forza il mio ano con prepotenza, le sue dita sono bagnate e fredde, le ha lubrificante prima di penetrarmi e il freddo del gel contro il mio corpo bollente mi fa gemete e strillare ancora. "Ti legherò" sibila spingendo le dita nel mio corpo stretto. "E ti costringerò a prendere me e i miei amici in ogni singolo buco" Gemo. "E non mi importerà se strilli, li prenderai tutti, uno a uno"

"Ti prego" supplico.

"Forse ne prenderai due in quella figa stretta" dice rude. Dio, neanche Jason era così bravo a parlare sporco, ad accendermi in questa maniera. "Forse mi metterò a guardarti mentre ti usano come preferiscono"

"Si, sembri un voyeur" mormoro. Lui ride e la sculacciata che mi colpisce, ora, mi fa più male delle altre. Strillo e mi agito ma non posso impedire ad un gemito di uscire dalle mie labbra.

"Lo sono" afferma tranquillo. Amo chi sa quali sono le sue perversioni, è tutto più semplice a letto. "Ora voglio che tu venga quando ti darò l'ultima sculacciata, puoi farlo?" Chiede.

Annuisco mentre faccio scivolare una mano sotto di me per raggiungere il mio clitoride.

"Sarà forte" mi informa. Annuisco ancora e lui fa uscire per metà le dita dal mio culo, si ferma un secondo e mi lascia giocare un po' con me stessa fino ad essere ad un passo per l'orgasmo, non so come lo capisce ma alza una mano proprio quando il calore della mia venuta mi solletica il clitoride, tiro su la mano e mi aggrappo al piumone. "Brava ragazza" sussurra, amo le sue lodi quanto amo le sue offese.

Urlo quando lui mi colpisce nello stesso momento in cui infila tre dita dentro il mio culo, forte, deciso e prepotente, mi fa male, l'allungamento piacevole e doloroso allo stesso momento. Urlo ancora quando vengo, l'orgasmo così forte che devo aggrapparmi con piu forza possibile al materasso per non scivolare a terra. Seth non sfila le dita da me ma ferma le spinte e mi accarezza la testa con gentilezza con l'altra mano.

Cade in ginocchio dietro di me, lo sento perchè mi bacia la schiena e poi il sedere, le sue labbra sono gentili e mi rilassano mentre l'orgasmo va a scemare, il mio corpo si calma e i tremori smettono.

Sussulto quando le sue dita riprendono a muoversi, piano, dolcemente, ma sono così sensibile che le sento ovunque. "Seth" mugolo alzando il capo e girando il collo per guardarlo. I suoi occhi sono puntati su di me, fermi e decisi, inquietanti, continuo a trovarlo sexy da morire.

"Fidati di me" sussurra baciandomi poco sopra il culo. "Tu rilassati" Annuisco a scatti e abbandono la testa contro la coperta.

Sussulto ancora, sento la sua lingua tracciare il contorno di una guancia, piano, con così tanta delicatezza che non sono sicura sia lo stesso uomo che mi ha appena sculacciato e detto quelle cose.

"Sei stata bravissima" mormora. Le sue dita si muovono dolcemente, mi eccita ancora, come se non fossi devastata da quello che è appena successo. "Sono così fiero di te" Mi loda ed io gemo e agito leggermente il culo contro le sue dita e la sua lingua. "La mia brava ragazza" Mi accarezza un fianco con l'altra mano.

"Seth..." mi lamento. Lui ride.

"Ancora pronta per un altro round?" Chiede divertito. La sua mano sul fianco scivola verso il basso. "Adoro una puttana golosa" e mi colpisce le labbra gonfie con due dita, ansimo rumorosamente.

Mi penetra ancora l'ano ma questo non sembra fermarlo dall'attaccare la bocca alle mie labbra, spalanco la bocca ma non esce che un suono strozzato. Succhia il mio orgasmo e geme ed io sono morta, morta e sepolta con quella lingua che lecca la mia entrata e mugola al mio sapore.

"Seth" piagnucolo. Sono così sensibile ma non riesco ad evitare il piacere. Le tre dita dentro di me aumentano la forza di spinta, gemo e mi agito. "Seth" supplico.

Non si stacca da me per rispondere, lecca le mie labbra con una dolce pressione, non tocca il clitoride ma infila la punta della lingua nella mia entrata, spinge dentro di me con questa prima di aggiungere due dita.

Urlo quando colpisce il mio punto G, capisce di averlo toccato e fa in modo di non toccarlo più quando spinge. "Ti prego" prego. "Ti prego, ti prego. Seth!"

Non riesco a sentire più nulla se non le due dita nella mia figa e le tre nel mio culo che si muovono a ritmo. Questo uomo mi sta uccidendo.

Stacca la bocca per respirare ma le sue dita mi attaccano con prepotenza, non è abituato a ricevere un no ed io non voglio neanche dirlo. Voglio che continui a farmi provare piacere per il resto della vita, non riuscirò più a fare sesso con nessun altro senza pensare a come mi ha fatto sentire bene lui.

"Cosa vuoi? Usa la bocca dolcezza" ordina. È affannato ma duro e rude come al solito.

"Scopami" supplico. "Ti imploro"

"Dove?" Chiede, le sue dita spingono dentro di me nello stesso momento, fino dove riescono a raggiungere, ma Seth sta ancora attento a non toccare il mio punto G, per provocare il piacere e la tortura.

"Dove ti pare" piagnucolo.

Lui toglie le dita da entrambi i miei buchi, mi hanno allargato così bene che li sento anche se non ci sono più, e si mette in piedi. "Tirati su" mi afferra le braccia e mi aiuta a mettermi in piedi. "Riesci a sederti?" Chiede girandomi per farsi guardare.

Scuoto la testa, non credo di potermi sedere, mi brucia il fondoschiena e, si, il dolore è piacevole quando Seth mi tocca, ma ora che ha smesso di farlo sento ogni puntura di dolore.

"Okay" borbotta. "Sdraiati di pancia sul letto" Obbedisco e striscio sul materasso, fino ad appoggiare una guancia contro uno dei cuscini. "Dovrei costringerti a metterti seduta, trascinarti sul bordo del letto e scoparti in piedi, lasciarti dolorante, cosi magari la prossima volta saresti più obbediente ed educata" Gemo. Lo sento scivolare fuori dai pantaloni, colpiscono il pavimento con un fuscio. Sale sul letto, si mette a cavalcioni sulle mie gambe e mi sfiora i fianchi. "Dovrei sculacciarti ancora, ti piacerebbe?" Chiede. Scuoto la testa ma lui mi ignora e mi dà un'altra pacca sul culo, meno forte delle ultime ma più delle prime, sussulto per il dolore ma, Merlino, non posso evitare alla mia figa di stringersi attorno al nulla, la stronza supplica per qualcosa su cui allungarsi e stringersi.

"Scopami, ti prego" supplico.

Lui ride ma mi afferra i fianchi e mi tira su leggermente, infila un cuscino sotto la mia pancia per alzarmi e avere una migliore angolazione. Le mie gambe sono chiuse, lui a cavalcioni su di me, in questa posizione sarò stretta e farà male perchè non potrò accoglierlo come si deve. "Tieniti forte" ordina. Stringo le mani sulla coperta e lui mi stringe le anche mentre porta il suo cazzo contro le mie labbra, le separa con una mano ed entra in me con una veloce e rapida spinta. Urlo e lui geme. "Così stretta" sibila. Il bruciore dovuto alla penetrazione si aggiunge al dolore che provo in tutto il corpo, ancora coperto dal piacere che mi pervade e mi accalda.

Il piacere che provo continua per ore, mi prende e riprende sul letto, in ginocchio, in piedi con io piegata sullo schienale del divano, non fa incantesimi, non prende nulla, è lui, è la sua resistenza naturale ed io sono quasi shockata. Alla fine crollo sul letto, il corpo in fiamme, pervaso dal piacere e dal dolore, confuso su cosa deve provare, e la mente sgombra e soddisfatta.

Passano due settimane, non lo vedo fino a quando non mi contatta per quella cena, si scusa perchè aveva delle partite e non è riuscito a tornare a Londra prima e ceniamo insieme. È silenzioso ma non in un modo irritante, più come quella persona che studia e osserva tutto prima di parlare. Comunque io so essere logorroica e gli parlo degli studi privati che ho fatto quando ero piccola, come ho imparato tutto da mia madre e da dei maghi in Brasile poi in Inghilterra, di come mi sono appassionata di fotografia.

Sento ancora quell'elettricità pervadermi quando lo vedo la prima volta, crepita nel fondo del mio cuore per tutta la durata della cena ed io non sono capace di restare in silenzio. Ho sempre accolto i miei sentimenti, me l'ha insegnato mia mamma.

"È una domanda strana" Premetto. Lui mette giù il calice di vino e inclina la testa, curioso. "Posso chiederti quale è il tuo patrono?"

Seth aggrotta le sopracciglia. "Un falco, perchè?" È curiosità quella che gli leggo in viso.

Io abbasso lo sguardo e trattengo il respiro. Come avevo immaginato, lo sapevo. "Io... questo si che è inquietante e capisco se vorrai fuggire" Lui ride.

"Dimmi"

Rialzo gli occhi e incontro i suoi. "La senti mai... tipo dell'elettricità nel corpo, quando mi vedi?" Chiedo piano.

Lui non è stupido, abbassa lo sguardo sul piatto di riso e aggrotta le sopracciglia. "Uhm..." Tentenna ed è la prima volta che lo vedo indeciso. "L'ho sentita appena ti ho messo gli occhi addosso al pub tre settimane fa, e quando ti vedo, ogni volta, ma... non..."

"Non ci hai mai pensato veramente" concludo per lui. "Anche il mio patrono è un falco, maschio per la precisione"

Lui chiude gli occhi, la prossima frase esce come un sussurro terrorizzato. "Il mio è una femmina"

A dispetto di quello che dicono in molti, i patroni non sono necessariamente del nostro stesso sesso, e i compagni hanno dei patroni corrisposti alla coppia, etero, lesbica, gay, e così via, è normale che io abbia un patrono maschio e lui una femmina, ed è normale che una coppia gay abbia due patroni dello stesso sesso, non per forza corrispondente a quello in cui loro si identificano. Ho studiato molto i patroni in Brasile perchè la mia insegnante era ossessionata da loro, ha fatto centinaia di ricerche nei suoi molti anni.

"Non volevo spaventarti, può essere una coincidenza" dico. So che non lo è, me ne sono ricordata appena sono scesa dal taxi e l'ho visto seduto su una panchina, un paio di ore fa.

"Sai che non lo è" dice, come se mi avesse letto i pensieri.

"Lo so" ammetto.

"Compagni?" Chiede rialzando lo sguardo su di me, gli occhi scuri sembrano un po' terrorizzati.

"Dire anime gemelle è troppo sdolcinato, no?" Chiedo passandomi una mano su una coscia.

Resta in silenzio, mi fissa freddo e indeciso. "Non so cosa dire" ammette alla fine, un po' esasperato, un po' stanco.

"Neanche io" rido. "È strano, scusa se ho aperto il discorso, l'ho notato all'hotel e ci ho subito pensato. Una mia insegnante in Brasile studiava i patroni e le anime gemelle da anni, mi permetteva di leggere le sue ricerche ogni tanto"

"Credevo fosse una cosa rara" Dice. Alzo le spalle.

"Lo è" Affermo. È rarissima, tipo due persone su duemila, ma molto spesso le coppie non notano il legame anche se c'è, poi ci sono i babbani e loro non possono saperlo dato che non hanno i patroni, può manifestarsi come una sensazione di pienezza o elettricità o altre centinaia di piccole cose che solo qualcuno che conosce l'argomento nota, come me.

"Questo mi fa paura" Afferma. Merlino, non ho mai incontrato uomini che riescono ad ammettere di avere paura, mi eccita e meraviglia.

Sorrido sinceramente, non riesco proprio a trattenere la piccola risata che esplode nel mio petto. Lui alza le sopracciglia e mi fissa confuso. "Sei stupendo" dico. Seth accenna ad un sorriso dubbioso. "Fa paura pure a me" rido.

"Cosa vuoi fare?" Chiede, porta il bicchiere di vino alle labbra e ne beve un grosso sorso.

"Non siamo obbligati a conoscerci" Gli dico tranquilla. "Possiamo ignorare la cosa e tornare ognuno alla sua vita"

Lui mi fissa a lungo. "Non vuoi conoscermi?" Chiede, sembra ferito anche se lo nasconde bene.

Sospiro e giocherello con il pesce rimasto nel piatto. "Sono abituata a stare da sola, non cercavo una relazione quando sono venuta da te e sicuramente neanche tu" Sono poco piu seria, la sua espressione mi fa pentire di ogni parola ma non lo conosco, non lo conosco affatto e non ho intenzione di mettermi con lui solo perchè a quanto pare siamo anime gemelle, non esiste. "Tu mi sembri una bella persona" So che è una bella persona.

"Io voglio conoscerti" Dice con forza, la voce poco piu alta. "Lo volevo all'hotel e lo volevo quando ti ho chiamato ieri, prima di sapere di questa cosa dei compagni"

Non posso evitarmi di sorridere, questa affermazione, detta con determinazione, mi riscalda il cuore. "D'accordo" mormoro piano, cerco di sopprimere il mio sorriso ma non ci riesco. "Possiamo accantonare il legame e fingere che non esista, almeno? Così non siamo influenzati da questo?" Chiedo. Annuisce. "Va bene"

Seth mette giù il calice e sospira mentre appoggia la schiena allo schienale della sedia. "Ho una partita domenica" afferma. "E i miei orari non sono comodi. Ho ritagliato questa sera per te saltando un meeting con i giornalisti" Ora mi sento in colpa.

"Non dovevi" borbotto.

Lui mi fa un sorriso luminoso e alza le spalle. "Avevo bisogno di staccare un po' e rilassarmi" Dice. "E volevo vederti"

Gli faccio un sorriso. "Per portarmi a casa tua e scoparmi?" Chiedo divertita.

Ride piano, è sempre come se avesse paura di disturbare qualcuno con la sua voce, è tenero. "Anche" dice ridendo. "Ma volevo cenare con te, sul serio"

"È perchè non ho paura di te?" Chiedo dolcemente. Il suo sguardo si scurisce e perde il sorriso. "Io non ho paura di nessuno e tu non mi sembri spaventoso, forse un po' inquietante"

"Noti sempre tutto, tu?" Mi chiede, il tono piatto.

Alzo le spalle. "Le cose importanti. Ho notato il tuo sguardo quando tua sorella mi ha parlato di te"

Lui arriccia le labbra e sospira, ma non rilassa le spalle e i suoi occhi sono ancora duri e freddi. "Non mi importa di ciò che pensano gli altri"

Sorrido. "Importa a tutti" Affermo. "C'è chi piu e chi meno"

"È solo che mi hai sorpreso" I suoi occhi cercano i miei, quando li incontro, si fermano e sostengono lo sguardo. "Hanno tutti paura di me da quando ero piccolo" alza le spalle. "Will..." Sorride con affetto. "Lui non si è mai arreso con me, i nostri padri erano molto amici. Will è l'unica persona che mi conosce totalmente. Anche Liz non si è mai arresa, è espansiva e frizzante, il mio opposto, ma ha tentato sempre di includermi in qualsiasi cosa facesse"

"Hai dei buoni amici" Dico dolcemente.

"Lo so" afferma. "E non me li merito"

Scuoto la testa e rido per l'assurdità di questa affermazione. "Scherzi" rido ancora. "Credo di non aver mai conosciuto una persona come te Seth, e lo dico positivamente. Non ti conosco ancora bene ma hai già fatto parecchio per me" Il modo in cui mi ha trattato, le gentilezze e la bontà che ho visto in lui, è una persona buona. "Secondo me, ti meriti ogni cosa che hai"

Accenna ad un sorriso e abbassa lo sguardo, timido, lo è e ogni tanto lo dimentico perchè ostenta sempre freddezza, ma lui è timido e riservato.

"Venerdì ho una pausa di qualche ora nel primo pomeriggio"

"Io lavoro alla galleria d'arte fino all'una, ho una pausa pranzo che dura fino alle tre"

Annuisce. "Ti vengo a prendere" Sorrido. "E lunedì pomeriggio ho tempo per una passeggiata, dovrò comprare alcune cose per un galà a fine settimana, se non ti dispiace accompagnarmi"

"Shopping? Ci sto" Dico con entusiasmo, lui ride.

"D'accordo"

Dopo cena lo porto con me al mio appartamento, facciamo il sesso migliore della nostra vita e lui si addormenta al mio fianco, la mattina dopo non lo trovo ma un vassoio sul tavolo attira la mia attenzione, messo sotto a una tazza fumante di caffe e due brioche appena comprate, nessun biglietto, ma è uno di poche parole, mi ha portato la colazione e mi basta.
Ci sentiamo al telefono quasi ogni sera, mi racconta di suo padre e del suo patrigno, ogni tanto Will caccia qualche frase urlata e mi saluta. Venerdì ci vediamo solo un'ora per i nostri impegni ma lo porto in un ristorante indiano e lui quasi soffoca con il piccante contenuto nel cibo, rido tanto, come non facevo da tanti anni.

Will si lamenta quando suono al loro campanello, lunedì, dicendo che vuole venire anche lui, con una faccia da cucciolo abbandonato così adorabile che ho ceduto e gli ho permesso di venire con noi. Chiacchera un sacco, non ho mai visto una persona che parla così tanto, a ruota libera, mi parla della sua ex psicopatica che voleva sposarlo, mi pare si chiamasse Jasmine, e del fatto che vuole darle un ordine restrittivo di almeno cinquanta metri da lui, rido perchè William è un sacco divertente, non capisco se sono battute o è proprio il suo modo di fare. Compriamo uno smoking nuovo ad entrambi, blu scuro per Will e grigio per Seth, costati l'uno più di tre miei stipendi mensili, mi sorprendo cosi tanto a vederli non battere ciglio e consegnare la carta di credito. Will mi obbliga a provare un vestito verde da sera, mi spinge dentro i camerini con una taglia che crede mi possa stare e mi fa morire dal ridere, anche perchè ci azzecca. L'abito mi stringe il busto e il seno, allacciato dietro il collo per lasciare la schiena scoperta, e scende soffice sulle gambe, è verde scuro ma il tessuto è brillantinato.

"Te lo compro" Decreta William quando esco da dietro la tenda.

Ho guardato il prezzo mentre lo provavo e no, decisamente non me lo compra. "Compralo per Liz" gli dico.

"Liz preferisce che le compri le caramelle, e no, non è in senso perverso, quella donna è una bambina" Will ridacchia con amore. "Dai, vieni al galà con noi" Insiste. "Te lo compro così tutti moriranno di invidia a vedere quanto sei bella"

Non ci sta provando con me, lo so, ma arrossisco leggermente lo stesso. "Perchè non te lo provi tu, allora?" Chiedo ironica.

"Dovrei vero? Il verde starebbe benissimo su di me" Dice tranquillo. "Ma io e Liz abbiamo già deciso i nostri outfit, se cambio quella mi stacca la testa, è una piccola furia"

Seth gli dà una spinta e lo fulmina con lo sguardo. "Non parlare di lei in quel modo" gli dice. Non è arrabbiato però.

"Scusa papino" Spalanco la bocca e scoppio a ridere, l'ha appena chiamato daddy? Lo amo.

Seth alza gli occhi al cielo. "Posso comprartelo io" Dice gentile. Scuoto la testa. Lui sospira e si avvicina in modo che Will non possa sentirlo, abbassa la testa verso il mio orecchio. "Mi ripagherai, stanne certa, ma voglio che tu venga al galà con me e questo vestito mostra che Dea sei"

Arriccio le labbra, tra il fastidio e l'indecisione. "Non voglio spillarti soldi e questo coso costa settecento sterline" Dico piano.

Lui mi alza il mento e mi guarda negli occhi, è serio ma gentile. "D'accordo, possiamo fare un giro per negozi alla ricerca di qualcos'altro?" Chiede.

"Non hai degli allenamenti serali?" Chiedo. Alza le spalle.

"Posso saltarli"

Una commessa dà una busta nuova a Will e la sua carta che il biondo rimette dentro il portafoglio. "Fatto. Siete noiosi e lenti, andiamo a prendere un gelato?" Chiede afferrando tutte e tre le buste. "Ho visto questa gelateria che ha aperto nuova alla fine della strada, Rose ci ha portato Scorpius e hanno detto che è buonissima. Sapete che una volta un ragazzo ha spalmato del gelato sul mio petto e l'ha leccato? E stato strano ma ero troppo eccitato per negarglielo" Alza le spalle. "Ti ho raccontato perchè mi sono rasato i capelli? Cioè, li ho rasati tre anni fa e li ho sempre tenuti così, sono fighi, ma la prima volta che li ho tagliati e stato perchè una stronza ha deciso di giocare con dello sciroppo d'acero e per toglierlo dai capelli ci stavo mettendo troppo, quindi ho preso il rasoio elettrico e li ho rasati" Annuisce alle sue parole ma io mi sono persa. "Andiamo?" Chiede.

"Mi hai... Hai preso il vestito?" Chiedo abbassando lo sguardo sull'abito che ancora indosso.

"Le ho fatto prendere la tua taglia dal magazzino, non ti farò portare a casa qualcosa che altra gente ha gia indossato" Will sorride. "Su, cambiati così posso andare a strafogarmi di gelato"

"Non puoi, abbiamo gli allenamenti" Gli ricorda Seth.

"Non lo diremo al coach. Se glielo dici ti nascondo il latte di soia, giuro Seth"

Non... Cristo ma che problemi hanno questi ragazzi? "Cosa?" Chiedo shockata.

"Beve latte di soia, è anche vegetariano. Non capisco come facciamo a essere ancora amici sai?"

"Shhh" Lo zittisco. Non riesco a pensare. "Will, mi hai comprato il vestito?" Chiedo. Lui annuisce confuso. "Non puoi farlo"

"Perchè?" La confusione sul suo viso lo fa sembrare un ragazzino.

"Perchè, uno, non mi conosci abbastanza per farmi dei regali, due, non ho intenzione di accettare un regalo così costoso" È esasperante, sono stanca.

"Nah, mi va di farlo e l'ho fatto, faccio sempre quello che voglio e se è per i soldi, mi basta che tratti bene il mio migliore amico, e per me siamo pari"

Aw, mi viene da piangere e tirargli uno schiaffo, ma non faccio nessuno di queste cose, lo fisso. "Ma non mi conosci"

"Ti conoscerò, comunque sei forte, a stare alle esigenze di Seth devi esserlo per forza" Will mi fa un sorrisetto ed io non capisco.

"Esigenze?" Mormoro e nello stesso momento in cui lo dico capisco. "Oddio" arrossisco e faccio un passo indietro. Mi giro verso Seth. "Sul serio?" Chiedo.

"Vuoi dirmi che non hai parlato a Jessica delle mie esigenze?" Chiede divertito.

Chiudo gli occhi e mi passo le mani sul viso, sospiro. "D'accordo, mi prendo il vestito" Affermo. "E avrei anche bisogno di scarpe, porto il trentanove" E afferro la busta che mi tende Will. "Siete..." non trovo la parola giusta. Faccio un versetto irritato ed esco dal negozio.

Sento Will scoppiare a ridere e gli occhi di Seth su di me fino a quando la porta non si chiude alle mie spalle.

Sorrido, però, perchè questi ragazzi sono la mia possibile nuova famiglia, perchè mi hanno accolto senza problemi e mi trattano come fossi parte di loro.

Vado a quel galà con quel vestito e dei tacchi argentati che mi ritrovo sul tavolo di casa mia con un girasole sopra e un portachiavi a forma di falco. Rido e piango un po', perchè è la cosa piu carina che qualcuno abbia fatto per me da... bhe, mai.

Mi diverto molto, e lui mi ascolta veramente, mi porta in montagna la settimana dopo che gli dico che non ci sono mai stata. Facciamo tanto sesso, quando perde, quando vince, quando riusciamo a vederci, ogni volta che ci ritagliamo qualche oretta per noi. Passano tre mesi, poi altri tre, ed io mi innamoro di luì, è così facile farlo, non mi oppongo neanche al sentimento, lo accolgo felicemente.

E non avevo idea che avrei veramente trovato la mia anima gemella, non in un pub e non conoscendolo dandogli le spalle premuta contro il muro mentre lui mi scopa come preferisce.

Hey... ehm... 😳

No, devo dire qualcosa a questo punto, perchè, insomma...

Una donna che fa sesso non è una troia, e Seth lo sa, Zef lo sa e tutti qui lo sappiamo, è solo una preferenza sessuale, molte persone amano venire umiliate con queste parole, giusto per farvelo presente. Se avete problemi a riguardo non avreste dovuto leggere, ho messo parecchie avvertenze.

Poi... questi kink non sono i miei, non tutti almeno (Non sono una da bdsm o da masochismo), è solo che ho immaginato Seth così e ho recentemente letto una smut su questo che la sculacciava e l'ho trovato strano ma sexy quindi l'ho dato al mio amore.

Quindi... ehm... idk. Spero vi sia piaciuto.

(E si, avrete la os su Will e Liz, l'ho scritta prima di questa ma non l'ho mai finita, ups)

Baci
Rose

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