CAPITOLO 4
Quella mattina, Harry stava uscendo di casa per andare a scuola.
Quando chiuse la porta, sentì la presenza di Derek alle sue spalle.
"Cosa vuoi?"
Harry lo guardò stancamente, non emotivamente pronto ad affrontare un fratello che non lo conosceva neanche e che aveva reclamato un altro come tale.
"Ho saputo che ti sei trasferito da poco qui in città."
"Come hai fatto tu, no? Perché sei tornato?"
"Avevo le mie ragioni."
"Perché hanno preso di mira tua sorella? Cosa significa la spirale? Vendetta verso chi?"
Derek lo fissò, e Harry si sentì agitare sotto il suo sguardo.
Non doveva permettergli di raggiungerlo.
"Non ne posso essere sicuro. Forse la prossima volta, tu e i tuoi amichetti troverete la persona giusta."
"Non sapevamo fosse tua sorella. E comunque, un animale l'ha uccisa, non una persona. Non arresteranno mai nessuno."
Harry scosse la testa.
Derek lo fissò. "Il tuo amico potrebbe avere superato la partita illeso, ma gli Argent..."
"So che sono pericolosi molto bene. Scott ha una solida ancora, non preoccuparti. Pensa a te stesso."
"Non vorrei essere un pessimo fratello maggiore, sai."
Harry lo guardò confuso, sentendo il proprio cuore riempirsi di speranza.
"In che senso?"
"È quello che mi sono chiesto anche io, Harry. Perché Scott e Stiles, entrambi, mi hanno accusato di essere un terribile fratello nei tuoi confronti?"
Harry insultò mentalmente i due amici, pensando già a tutti i modi in cui avrebbe potuto metterli in imbarazzo per ripicca.
"Non so di cosa stessero parlando, mi dispiace. Adesso, sono in ritardo per la scuola. Spero che non ci vedremo più."
Harry entrò nel cortile e poi nella scuola stessa, ignorando lo sguardo fisso di Derek sulla propria schiena.
***
Scott raggiunse lui e Stiles, il fiato corto. "Sei sicuro che starò bene, Harry? Ho appena sognato di attaccare Allison."
L'ultima parte venne detta sussurrando, e Harry si diede uno sguardo intorno per appurare che nessuno li stava ascoltando.
Erano tutti impegnati ad ascoltare Harris mentre spiegava la procedura del laboratorio che avrebbero dovuto seguire.
"Okay, quindi l'hai uccisa?"
"No, mi sono svegliato prima di ucciderla realmente." Disse Scott, scuotendo la testa, guardando Stiles, prima di portare lo sguardo su Harry, che inclinò la testa. "Guarda, Scott, penso che sia normale. Ti piace Allison e sei attratto da lei. Ovviamente potresti sognarla... anche se il sogno riguarda la caccia."
"Ma non voglio farle del male! La amo, Harry." Scott aveva un respiro urgente e Harry annuì. "Ho capito, non preoccuparti. Non penso che la ferirai, va bene? Penso solo che sei stato colto dalla foga del momento e hai sognato una manifestazione del desiderio che provi."
Scott guardò Harry, prima di dire. "Quindi, se esco con Allison, non è probabile che le strapperò la gola a morsi?"
"No, non lo farai. Come abbiamo appurato, è la tua ancora, è quello che ti calma e ti rende vicino al lato umano. Non penso che sarà mai la ragione per cui diventeresti un lupo."
"Beh, non nel senso di ucciderla, magari..." Rise Stiles e Scott lo spinse. "Non darmi dettagli, ti prego. Hai già detto troppo a riguardo."
Stiles alzò le mani in segno di resa. "Va bene, ma credo che tu te la stia prendendo un po' tanto."
Scott lo guardò offeso e Stiles disse. "Dai, non è che mi sia immischiato in qualcosa. Sei stato tu a includerci."
"Già, non è che sia andato da tuo fratello a rimproverarlo per non essere abbastanza buono, no?"
Stiles e Scott guardarono spaventati Harry, che alzò un sopracciglia in risposta.
"Avete qualcosa da dire, o mi guarderete e basta?"
Stiles mormorò velocemente. "Senti, mi ha solo fatto arrabbiare! Il modo in cui si comporta parlando di Scott e come fa con te! Volevo solo sentire che risposta si sarebbe inventato, ecco tutto."
"Mr Stilinski, se questa è la tua idea di un sussurro silenzioso, forse dovresti togliere le cuffiette dalle orecchie di tanto in tanto."
A quanto pareva, Mr Harris aveva finalmente sentito le loro chiacchiere continue.
O, più probabilmente, si era stancato di sentire il loro sottofondo costante.
"Penso che tu, Mr McCall e Mr Black possiate beneficiare di un minimo di distanza, sì?"
Scott e Stiles risposero. "No."
Harris indicò le sedie ai tre, che si spostarono seguendo le sue indicazioni.
Mentre si sedevano ai nuovi posti assegnati, il professore disse. "Fatemi sapere se l'ansia da separazione diventa troppo per voi, va bene?"
Un improvviso rumore da fuori e una ragazza esclamò. "Penso che abbiano trovato qualcosa!"
Tutti corsero alla finestra, e Scott impallidì vedendo un corpo venire portato verso l'ambulanza.
Harry fu sollevato nel sentire il flebile, ma costante, battito cardiaco.
***
"I sogni non sono ricordi." Disse Stiles, sedendosi vicino ad Harry e di fronte a Scott.
"Allora non era un sogno. Qualcosa è successo la scorsa notte, e non riesco a ricordare cosa." Scott guardò Harry, che inclinò la testa.
"Puoi essere andato fuori e avere trovato la persona, e poi il tuo subconscio aver pensato ad Allison. Probabilmente sei ancora troppo nuovo alla questione della licantropia, troppo giovane per essere al sicuro, nonostante la tua ancora buona. Sei solo alla fase iniziale e, come ha fatto notare Stiles, non ci sono manuali di istruzioni per quello."
"Che mi dici di Derek?" Chiese Scott, guardandolo. "Pensi che possa chiedergli consiglio? E' uno di noi da più tempo di te."
"Puoi provare a chiedere prima a Remus. Non ha mai risposto su chi ti avesse morso, Scott." Harry abbassò la voce, vedendo un gruppo di ragazze superarli, ignorando come al solito l'intera tavolata assolutamente vuota. "E se fosse stato Derek? Non penso sia il caso di coinvolgerlo, ancora."
Improvvisamente Lydia Martin si sedette vicino ad Harry, Allison vicino a Scott e vicino a Stiles Danny, l'amico di Jackson.
"Vi siete persi?" Chiese Harry, fissandoli.
Allison sorrise, prima di guardare Scott dolcemente. "L'intero tavolo era vuoto, abbiamo pensato di unirci."
"Avete fatto benissimo!" Esclamò Stiles, che stava fissando Lydia.
Jackson si sedette a capo tavola, vicino a Lydia in direzione perpendicolare.
Danny lo guardò, dicendo. "Ho sentito che secondo loro è stato aggredito da qualche specie di animale. Probabilmente un puma."
Jackson rispose. "Io ho sentito un leone di montagna."
Lydia rispose, prontamente. "Un puma è un leone di montagna."
Davanti allo sguardo sorpreso del ragazzo, fece un'espressione stupida e disse. "Lo è?"
"Chissene importa? Probabilmente questo è un senzatetto che sarebbe morto comunque."
Harry e Stiles scossero la testa.
Stiles fece vedere il suo telefono alla tavolata. "Hanno appena scoperto chi è."
"Garrison Meyes." Lesse Lydia, mentre il telegiornale riportava che era all'ospedale, in condizioni critiche, ma ancora salvo.
"Lo conosco." Disse Scott, prima di guardare Stiles ed Harry. "Quando ancora vivevo con mio padre e prendevo l'autobus. Lui è l'autista."
Harry fece un cenno verso Scott, pensando di dover scrivere al padrino quando si fossero sparpagliati gli adolescenti ficcanaso.
Ignorò la conversazione che seguiva, focalizzando di nuovo l'attenzione quando Scott annunciò.
"Gioco molto bene a bowling."
Harry e Stiles si scambiarono uno sguardo.
***
"Sei terribile a bowling!"
"Lo so! Sono proprio un idiota."
Mentre arrivavano al corridoio principale, Stiles scosse la testa. "È stato come vedere un tamponamento a catena. Prima è diventato un appuntamento di gruppo e poi te ne esci con quella frase."
"Uscire tutti insieme."
"Non si esce tutti insieme con le ragazze fighe, okay? È la morte. Uscire tutti insieme, tanto vale diventare il loro amico gay. Tu e Danny potreste uscire insieme."
"Perché sta succedendo?"
Harry stava osservando i due ragazzi, sconcertato, la chiamata conclusa con lo zio.
Aveva ignorato i due per cinque minuti ed erano impazziti.
"Potrei aver ucciso un uomo o potrei non averlo fatto."
"Non credo di piacere molto a Danny..."
"Ho chiesto un appuntamento ad Allison e adesso usciamo 'tutti insieme'"
"Potrebbe essere che i gay non mi trovino attraente?"
"Sono diventato titolare della squadra, e il capitano vuole farmi a pezzi..."
"Sono attraente per i ragazzi gay?"
Harry sospirò.
"Stiles, lo sei. Scott, Remus ha detto che può aiutarti dopo il lavoro."
Scott lo ringraziò prima di scappare, in ritardo per la clinica.
Stiles, invece, sorrise all'amico per il complimento.
"Vado anche io. Voglio trovare mio zio."
Stiles annuì, capendo perfettamente il desiderio di Harry.
Infondo, il ragazzo era arrivato fin lì solo per vedere lo zio e fargli compagnia.
****
Harry stava sistemando il cibo liquido per lo zio.
"E adesso Scott sistemerà le cose con Remus. Ti ricordi di Scott, vero?"
Harry sistemò il cuscino dello zio, parlando con voce dolce. "È uno dei miei migliori amici. Adesso è come noi, sai? Remus lo è da più tempo di me, può aiutarlo meglio."
Dopo avergli fatto deglutire il primo sorso, continuò. "Anche Derek è qui. Ma... non mi ha riconosciuto."
Harry sospirò. "Non sapeva nemmeno chi fossi, zio. Secondo papà, cioè Sirius, non mi ha mai nemmeno conosciuto, era molto giovane. Ma il mio lupo urlava per lui. Perché il suo non lo ha fatto per me?"
Harry scosse la testa, e, dopo aver finito di nutrire lo zio, posò le stoviglie nel carrello, sapendo che avrebbe dovuto portarle in cucina per lavarle anche se non era nel momento di lavoro.
Si sedette davanti allo zio, non volendo andarsene.
"Sono contento che tu sia ancora qui. Io... non so se te l'ho ancora detto, ma.. hanno ucciso Laura, zio. Mia sorella maggiore che non ho mai nemmeno conosciuto. Lei... è stato brutale. Derek deve essere tornato per cercare vendetta. Aveva seppellito il suo corpo sotto una spirale." Harry scosse la testa, prima di dire. "Anche gli Argent sono tornati. Scott, contro ogni ragionevolezza, sta uscendo insieme ad Allison, la figlia." Si strinse nelle spalle. "Non so quanto sappia di noi. Ma non appena sarà nel noto, non sarà di certo dalla parte di Scott. Sceglierà la sua famiglia. I suoi amici. Non il fidanzato mannaro."
Distogliendo lo sguardo, Harry si perse il dito dello zio mentre si contraeva, gli occhi di Peter che si focalizzavano su di lui.
Quando, però, Harry riportò il suo sguardo sullo zio, lo sguardo perso nel vuoto era tornato.
"Penso che tra un po' dirò loro di stenderti per la notte. Non deve essere piacevole stare seduto tutto il giorno. Immagino quanto debba essere rigida la schiena."
Poi sospirando, si alzò e abbracciò lo zio.
"Sirius mi ha proposto di andarmene, ma non posso farlo. Non quando hai bisogno di me. Sei mio zio, non posso lasciarti. Non dopo aver desiderato così tanto una famiglia."
Harry uscì dalla stanza, non sapendo che Peter lo stava guardando uscire.
Angolo autrice
Dal prossimo probabilmente cambierò di più la storia dalla serie.
Alla prossima
By rowhiteblack
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