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CAPITOLO 1

Il quindicenne Harry stava osservando la casa dove lui e il padrino avrebbero vissuto.
"Non è molto, ma è casa."
Harry annuì verso Sirius, che aveva appena aperto la porta della stanza dove Harry si era fermato.
"Dovremmo avvisare Moony che abbiamo trovato la casa e poi chiedergli di unirsi a noi. Oggi conoscerai i nuovi vicini di casa e tutti i tuoi nuovi compagni di classe futura. Devo parlare con lo Sceriffo della città per sistemare alcune cose burocratiche del mio arrivo."
Harry annuì, prima di guardare verso il prato e pensando alla conversazione con cui Sirius e Remus avevano voluto spiegargli tutto.


Appena arrivato a Grimmauld Place, dopo aver urlato contro i suoi amici per averlo lasciato escluso per tutta l'estate e aver ricevuto degli stracci di informazioni la sera a cena, Harry era pronto a dichiarare chiusa la giornata e andarsene a dormire.
Purtroppo, il suo padrino ed ex professore avevano delle idee diverse.
Infatti, non appena Harry aveva messo il piede sulle scale per raggiungere la stanza che gli era stata assegnata, insieme a Ron, Sirius lo aveva preso sottobraccio e portato nella stanza dove Fierobecco dormiva.
"Uh, cosa succede?" Domandò confuso il ragazzo, guardando prima l'ippogriffo nell'angolo, poi l'ex professore impegnato a leggere alcuni fogli di carta, e infine il padrino, che lo stava ancora tenendo sottobraccio.
"Dobbiamo parlare di qualcosa di molto importante." Disse Sirius in risposta.
Remus alzò lo sguardo dai fogli, sorridendo stancamente a Harry.
Harry sapeva che era a causa della luna piena.
"Noi abbiamo pensato che sia importante per te essere consapevole di alcune questioni."
Harry annuì confuso.
Remus sospirò e Sirius si fece avanti. "Hai sentito, oggi a cena? Voldemort è alla ricerca di qualcosa che non aveva l'ultima volta."
"Cosa? Una specie di arma?"
Sirius e Remus scossero la testa e Remus rispose. "Una Profezia. Che riguarda lui, in particolare."
"Una Profezia? Ma... la divinazione è molto vaga...."
Sirius annuì, concorde, mentre Remus diceva. "Che sia una stupidata o meno, Voldemort ci crede. È a causa della Profezia che ha deciso di attaccare casa vostra quell'Halloween, ed è sempre per la Profezia che vuole uccidere te."
"Per una Profezia? Mi ha rovinato la vita per una Profezia?" Poi Harry si fermò, confuso. "Ma se mi ha attaccato per una Profezia... allora, questo vuol dire che è già in suo possesso, no?"
Remus scosse la testa e Sirius spiegò. "Non ha sentito tutta la Profezia. Solo alcuni versi, abbastanza per identificarti. Lily e James la conoscevano per intero e hanno pensato di parlare con Silente e pubblicamente di una questione. Remus era partito per chiarire se fosse possibile, ma al suo ritorno... Peter li aveva già traditi."
Harry sbattè le palpebre. "Che questione? Avrebbe fermato Voldemort?"
Remus si fece avanti. "Vedi, la Profezia delinea qualcuno con il potere di uccidere il signore oscuro. Nato sull'estingersi del settimo mese, da chi lo ha tre volte sfidato."
"Io?"
"Sei nato a fine luglio, si. Ma, in realtà, non puoi essere tu."
"Perché no? Mamma e papà non lo hanno sfidato?"
Sirius rispose, vedendo Remus in difficoltà e in colpa. "No, lo hanno fatto. Ma non puoi essere tu perché i tuoi veri genitori non hanno mai sfidato o conosciuto Voldemort. Era quello che Lily e James volevano dire. Volevano ammettere di non aver avuto mai un figlio biologico, ma di averlo adottato. Avrebbero voluto fare un'adozione con il sangue, ma quello ti avrebbe reso di sangue il loro figlio."
Harry sobbalzò.
L'unica cosa che lo aveva sempre fatto andare avanti era sapere di essere il figlio di James e Lily Potter, di essere Harry Potter.
Ma a quanto pare, non era così.
"Cosa...? Non sono un Potter?"
"Ti amavano come un loro figlio. Ma, no. Una mia vecchia amica mi ha chiesto aiuto per un suo problema. Vedi, nella città in cui viveva, la sua famiglia era in pericolo. E non avrebbe potuto proteggere tutti i suoi figli. Mi ha dato te da proteggere, ma qui non avrei mai potuto adottarti. Quindi, le ho detto che dei miei amici, che sapevano di me e di lei, avrebbero cresciuto il suo figlio come proprio. Io sarei stato lo zio."
Harry si fermò.
Aveva letto alcune cose, ma non pensava che fossero vere.
Fino a quando Quirrel non aveva cercato si ucciderlo e le cose erano peggiorate notevolmente.
"Il motivo per cui lo hanno chiesto a me, Harry, è che..."
"Erano lupi mannari. Il tipo che è particolarmente diffuso in America. Potevi capirmi, nel caso lo fossi diventato. Aiutarmi a nasconderlo, anche, se fosse stato necessario."
Remus annuì, e Sirius, chiese, titubante. "Come fai a saperlo?"
"A undici anni, alla fine dell'anno, il mio professore di DADA ha cercato di uccidermi. Era o lui o io. E lui avrebbe fatto tornare Voldemort. Non so come ho fatto, Silente pensa che sia stata la mia magia e la protezione di mia madre in essa, ma tutte le parti della sua pelle che entravano in contatto con me bruciavano. Quindi, ne ho approfittato e l'ho ucciso. La luna piena successiva mi sono trasformato."
Remus e Sirius si scambiarono uno sguardo.
Remus sapeva che quei particolari lupi mannari potevano avere i denti e gli artigli anche senza luna piena, se in preda a forti emozioni.
"Come hai fatto a controllarti?"
"Quando sono scappato dai Dursley prima del terzo anno è stato difficile. Ma per il resto, ero abituato a non dire niente."
Harry stava pensando.
"Se non sono figlio dei... Potter, come posso avere la magia?"
Sirius rispose. "Sei un nato babbano."
Remus proseguì. "Sei stato affidato tu proprio per questo. Potevi passare per un lupo maledetto."
"Okay...."
Dopo un momento di silenzio, Harry chiese. "Quindi, adesso cosa succede? Posso conoscere i miei veri genitori?"
Sirius e Remus si guardarono tristi.
"Purtroppo non è possibile." Disse Remus, tristemente.
"Perché no?" Insistette Harry e Sirius sospirando ammise. "Sono morti, cucciolo. Una famiglia di cacciatori ha dato fuoco alla casa con loro dentro. Sono morti quasi tutti."
"Quasi? Qualcuno è ancora vivo?"
"Tuo zio. Solo lui."
Harry annuì. "Voglio conoscerlo."
Remus sospirò. "Cucciolo, non ti riconoscerebbe nemmeno. E posso assicurarti che non potrebbe parlare con te."
"Perché no?"
"È in uno stato quasi vegetativo. Mangia, beve, ma non interagisce con gli altri. Esiste e basta." Gli spiegò Sirius.
Harry scosse la testa. "Non importa. Gli voglio comunque fare compagnia."

Remus e Sirius si guardarono e il lupo mannaro annuì. "Molto bene. Allora dobbiamo mettere in moto il nostro piano già da adesso."
"In cosa consiste?" Chiese Harry e Sirius sorrise. "Noi tre, cucciolo, ce ne andiamo in America. Otterrò un processo lì e il mio nome verrà riabilitato anche qui. I lupi mannari sono trattati meglio in America che in Inghilterra, hanno migliori diritti. Quindi Remus avrebbe possibilità migliori che qui. E la scuola Americana permette lo studio autonomo, a differenza dell'Inghilterra, che ti costringe a frequentare Hogwarts, se vuoi davvero fare strada. Quindi, potresti studiare a casa e dare i GUFO e i MAGO quando sei pronto."
Harry fece una smorfia.
"Silente non mi lascerebbe andare via così."

Prima di sapere che avrebbe volentieri lasciato isolato un bambino che aveva appena visto morire un amico in una famiglia violenta, Harry non avrebbe mai pensato una cosa del genere, ma adesso sapeva che il Preside era abbastanza vecchio da rendersi conto che la sofferenza di uno non era importante se serviva a migliorare la condizione di molti.

Sirius sorrise, scuotendo la testa. "Silente sa che la Profezia non può riguardare te. E Augusta è troppo intelligente per lasciare che nessuno si avvicini a Neville, la possibilità che rimarrebbe. Ho fatto in modo che fosse pubblico per i seguaci di Voldemort che tu non eri imparentato con Lily e James, non di sangue. Io sono il loro erede, e tu sei il mio."
"Ma se non sono imparentato nemmeno con te."
"Penso sia il motivo per cui hai la magia, anche. La cerimonia per diventare padrino e figlioccio è antica. L'abbiamo portata avanti alla Gringott. Include un giuramento di sangue e questo ci ha resi parenti. Se andiamo alla Gringott, possiamo formalizzare ancora il legame e diventeresti mio figlio agli occhi di tutti. E, quando sarò libero, anche i giornali ne parleranno."
"Quindi nè Voldemort nè Silente potrebbero costringermi a combattere nel loro ruolo."
Sirius e Remus scossero la testa.
"Okay, sembra un buon piano. Quando lo facciamo?"
I due Malandrini sorrisero.
"Proprio in questo momento. Domani sera sarai nella tua casa d'origine."
Harry annuì, preparandosi ad uscire.
Poi, sulla porta, chiese. "Come si chiama la città dove dobbiamo andare?"
"Beacon Hills."



Harry era seduto fuori dall'ufficio dello sceriffo Stilinski, mentre Sirius e Remus dentro parlavano con l'uomo.
Poi, due ragazzi della sua età si avvicinarono per ascoltare la conversazione.
"Di cosa pensi si tratti, Scott?"
"Non lo so, Stiles, non sembrano Americani, però."
"No, siamo inglesi, in realtà."
Harry sorrise vedendo i due saltare e fissare il ragazzo.
"Oh, noi, stavamo solo...." quello che doveva chiamarsi Stiles stava balbettando e Harry ebbe pietà di lui.
Harry in prima persona aveva origliato moltissime conversazioni.
"Credevo che steste ascoltando senza che l'altro sapesse di essere ascoltato da voi."
Stiles sorrise e Scott chiese. "Non sei arrabbiato?"
"Onestamente? Starei facendo la stessa cosa, se non sapessi già di cosa si tratta."
Harry sorrise alle loro espressioni sorprese e sbalordite.
"Per risparmiarvi la fatica, ci siamo appena trasferiti qui. Stanno sistemando le ultime cose burocratiche prima di poter affermare di essere un onesto cittadino di Beacon Hills."
Stiles e Scott sorrisero e il secondo allungò la mano, confermando il sospetto di Harry.
"Piacere, Scott McCall, benvenuto a Beacon Hills."
"Harry Black, piacere."
Harry strinse la mano del ragazzo e Stiles tese la sua. "Stiles Stilinski, piacere di conoscerti."
"Come lo Sceriffo?"
"È mio padre." Annuì Stiles e Harry annuì comprendendo. "Ah, ecco perché sapevi tutto."
Stiles sorrise, non mostrando un minimo di rimorso. "Sì, si scoprono cose interessanti, quando tuo padre è lo sceriffo."
"Comprendo perfettamente. E sono un minimo curioso."
Scott e Stiles gli sorrisero e il secondo disse. "Che anno devi fare?"
"Il terzo."
"Lo stesso di noi!" Esultò Stiles e Scott indicò l'ufficio. "Se ti serve il permesso, possiamo aspettare che abbiano finito e poi ti portiamo in giro per Beacon Hills."
Harry fece una smorfia. "Il permesso? Scott, l'unico motivo per cui vengono date delle regole è per sapere cosa infrangere."
Stiles rise e guardò l'amico d'infanzia. "Questo ragazzo è fantastico."
Scott sorrise e Harry si alzò seguendo il trio.
"Quindi..... dove andiamo adesso?"
"Oh, Harry, caro, ci divertiremo molto, insieme."

Angolo autrice
Quindi, ecco la storia che FlashThompson8 ha richiesto.
Harry è un Hale e si è lavato le mani della Profezia e tutto il resto.
Non molto in linea con Harry, come personaggio, ma manterrò qualche collegamento con l'Inghilterra, sicuramente.
Solo, Harry non è il Prescelto e Augusta farebbe a pezzi Silente prima di donargli il nipote.
Quindi, Silente si trova senza Prescelto.
Forse metterà un annuncio su Tinder. O Facebook.
'Cercasi Prescelto per sconfiggere Signore Oscuro, se interessati contattare il Preside Silente'.
Sono indecisa su chi aggiungere come personaggi dal mondo di Harry Potter, tranne, ovviamente Sirius e Remus.
Forse i gemelli, o Luna, o Neville.
O lasciare il trio unito.
Accetto suggerimenti.
Comunque, Derek non sa che Harry è un suo parente, quindi se non si riconoscono non prendetelo male, solo...
'Scusa, non sapevo di avere un fratello in vita.'
Note: la Sterek sarà presente. Mi piace Lydia, ma niente Scydia (o come si chiama). Anche la Thiam va bene.
E pensavo Scallison (ScottxAllison) e HarryxIsaac
Alla prossima!
By rowhiteblack

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