«Sai io scrivo roba mia».
Alzo lo sguardo dalla sua mano tatuata per fissarlo.
«Scrivo canzoni...In realtà è da sempre che lo faccio» continua facendo spallucce. «Scrivo testi sul telefono o su un quaderno, non sono in molti a saperlo, apparte alcuni miei amici».
«Credo che la musica sia una cosa indispensabile nelle nostre vite, io non ce la farei senza» ammetto.
«Si, è parte importantissima delle mie giornate. Tengo acceso il jukebox o il giradischi tutto il giorno e poi certe sere vado nello studio di un mio amico».
«Hai già registrato qualcosa?» chiedo curiosa.
«...Diciamo», «ma non so, non sono molto convinto».
«Hai talento Zayn, hai una voce rara che non si trova facilmente di questi tempi» dico sincera e lui accenna ad un sorriso.
«Canti da sempre?» chiedo ancora.
«Da piccolo ero entrato nel coro della scuola, ma in realtà era solo per provarci con qualche ragazza» ridacchia.
«Ma sentilo» rido anch'io.
«Una volta ho composto tipo cinque canzoni in una settimana e le ho messe dentro una cassetta per regalarle a una che mi piaceva» fa una piccola pausa, «ovviamente non mi ha cagato». Scoppiamo a ridere ancora seduti sul divano in pelle.
«Suoni anche qualche strumento?» riprendo poi io.
«Uhm diciamo che ho iniziato tardi, non sono molto bravo ma mi piace strimpellare» dice indicandomi col mento la custodia scura della chitarra a terra che prima non avevo notato.
«Invece tu?» mi domanda lui stavolta.
«Ah...No purtroppo no», «diciamo che sono un'ottima ascoltatrice, ascolto davvero di tutto» rido.
«Canto da quando sono piccola ma niente di professionale» spiego; «dovevi vedere me e mia sorella che concerti facevamo nella nostra cameretta». Lui si alza ridacchiando dirigendosi verso il giradischi.
«Devi avere tante zie» dico ripensando a tutte le donne di prima in salotto.
«Già, sono tutte come delle seconde mamme per me» dice sincero.
«Sono cresciuto praticamente circondato da donne, come hai potuto vedere».
Sorrido sincera quando sento il mio telefono vibrare in tasca.
MA CHE ORE SONO??
«Zayn mia zia mi uccide se non torno, mi ha detto di tornare tra due ore!».
«Tranquilla ti accompagno, andiamo».
Sta per aprire la portiera della macchina quando ad un tratto Safaa esce dalla porta di casa urlando: «ZAYN TI VUOLE MAMMA! È URGENTE!».
Quindi c'era anche sua mamma.
Il suo sguardo cade fulmineo sul mio.
«Tranquillo, torno coi mezzi» gli sorrido.
«Nono aspetta».
«Seriamente vai» gli tocco il gomito tranquillizzandolo.
Mi guarda ancora allarmato: «Ti mando Doniya» dice per poi correre verso l'entrata di casa sua.
Sospiro rimanendo lì impalata come una cretina. Dopo circa dieci minuti eccola che arriva.
«Doniya lascia stare veramente» dico seria.
«Ma figurati, ti devo ancora il favore dell'altra volta» dice salendo in macchina.
-
«Raro che Zayn porti a casa un altro individuo che non siano i suoi amici drogati» dice lei schietta rompendo il silenzio.
Mi giro a fissarla stranita.
«Come vi siete conosciuti?» chiede cambiando subito discorso continuando a guardare la strada.
«Ho iniziato a lavorare nel negozio di dischi di mia zia, quello a Leeds, non so se hai presente».
«Ah sisi».
«E lui ci entra praticamente ogni settimana da mesi».
«Ecco da dove prende tutta quella roba!».
«E diciamo che non ho fatto fatica a notarlo...».
«Oddio».
«Cosa??» chiedo girandomi allarmata.
«Non dirmi che ti piace mio fratello» si gira a guardarmi seria negli occhi dopo aver frenato al semaforo.
Ricambio lo sguardo un po' impanicata per poi corrucciare le sopracciglia: «Ma vaa» rido cercando di nascondere l'imbarazzo.
-
«Grazie ancora» la saluto dal marciapiede.
«Alla prossima» dice lei sorridendomi per poi ripartire.
Sono solo le 15,30 penso entrando in negozio.
La porta si chiude provocando il solito rumore dal campanello, attirando così l'attenzione di Francesca che si gira a guardarmi male.
«Che c'è?? Sono tornata in tempo» dico io alzando le mani per giustificarmi.
«Allora dove siete andati?» dice lei portandosi le braccia al petto.
«In un parco» dico io passandole accanto facendo la finta santerellina.
«A drogarvi?».
«Ancora con questa storia» butto gli occhi al cielo, «sai che sono contro».
«Mh».
Sbuffo tornando al lavoro.
-
Uscita dalla doccia e con ancora l'accappatoio addosso, decido di scrivergli:
«Allora cosa voleva tua mamma?ahah» decido di metterla sul ridere.
Non passa molto che appare la scritta sta scrivendo: «Aiuto con Walihya».
Ops forse non avrei dovuto chiedere.
Il mio volto si fa subito più cupo, non so davvero cosa rispondere.
Evidentemente non vedendo una mia risposta continua «Tranquilla, niente di strano o grave ❤️».
Che stupida che sono, ora deve pure occuparsi di non farmi preoccupare.
«Se hai bisogno di qualsiasi cosa io ci sono💞» Invio.
«Vale lo stesso».
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