«Cough cough» é tutta la mattina che tossisco e mi sento debole.
Sarà stato il tempaccio di ieri, e passare la notte in bianco non ha di certo aiutato.
Sono le otto e sono sdraiata a letto con delle occhiaie assurde.
Mia zia sale in camera e si ferma sulla porta: «Come ti senti?».
«Cough male cough» dico debolmente.
«È meglio se stai a casa oggi okay?», «Se hai bisogno chiamami, io sono in negozio» continua.
Le faccio segno di sì con la testa e lei chiude la porta.
-
Rimango a letto tutta la mattina.
Incapace di prendere sonno, decido di guardare dei video su YouTube quando la schermata cambia improvvisamente: Zayn mi sta chiamando.
«Pronto?».
«Sono sotto casa tua».
«COSA?».
«Sono venuto in negozio e non c'eri, la nuova assistente mi ha dato il vostro indirizzo, le ho detto che ero il tuo ragazzo» dice, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
«LE HAI DETTO COSA??Cough Cough» ricomincio a tossire.
«Stai male?» chiede sentendo le mie condizioni.
«Ho solo un po' di tosse» mento, mi sento uno straccio.
«Allora vieni ad aprirmi».
Mi guardo allo specchio, non ci posso credere che sto andando ad aprirgli in pigiama.
«Sembro un fantasma» dico alla me stessa riflessa.
Scendo le scale e apro la porta guardandolo malissimo.
«Eddai non sei neanche un po' felice che sono venuto a trovarti?» scherza.
Continuo a guardarlo male ma lo lascio entrare: «Lo sai vero che se mia zia scopre che sei qui non mi fa più uscire di casa?» dico mentre l'ospite indesiderato si guarda intorno.
«Pensavo stessi dormendo come al solito» dice ignorando quello che ho appena detto e togliendosi il giubbotto come se fosse a casa sua.
I tre gatti di mia zia spuntano dalle altre stanze andando ad annusare il nuovo arrivato.
«OH NO, sono allergico» confessa preoccupato guardandoli.
«Che sfigato» rido prendendolo in giro.
Lui quasi automaticamente prende e corre verso le scale salendo al piano superiore per scappare dai tre mostriciattoli.
«Ehi, non entrare nella mia stanza!» urlo io da giù.
SBAM
«Ecco, come non detto» dico ad alta voce.
Decido di seguirlo salendo, ma non prima di aver preso qualche snack dalla cucina.
Apro la porta della mia camera e lo vedo seduto sul davanzale della finestra.
«Che bella visuale, da qui Leeds sembra quasi decente».
«Dai, è carina come città» rispondo convinta spingendo la porta con la schiena ma senza chiuderla del tutto.
Butto i succhi e le patatine sul letto e raccolgo velocemente i vestiti da terra sperando non li abbia visti.
«Quindi è arrivata la nuova assistente? Com'é? Cough» chiedo ancora con la tosse.
«Non mi è sembrata molto sveglia» dice lui alzandosi. «Ma di sicuro lo è più di te» continua venendomi in contro.
«Cretino» dico dandogli un pugnetto sul petto.
Lui afferra il mio polso e la sua forza mi immobilizza. La sua figura minuta nasconde la forza che in realtà possiede.
«Stronzo» continuo con gli insulti.
A quest'ultimo non ci vede più e mi scaraventa sul letto alle mie spalle.
Subito dopo si butta anche lui e tutto ciò che era prima sul mio letto, cade a terra.
Il mio cuore inizia a battere velocemente, quando mi ritrovo la sua faccia davanti.
«Non ho dormito nulla..» dico vaga cercando di parlare di qualcosa, di qualsiasi cosa.
«Stavi pensando a me?» mormora lui avvicinandosi sempre di più.
Senza accorgermene sto indietreggiando arrivando all'altezza dei cuscini.
«Il tuo messaggio non diceva altro che quello, non è vero?».
Non dico nulla.
Sento il suo respiro sempre più vicino al mio: odore di fumo.
«Ti da fastidio?» chiede guardandomi negli occhi riferendosi al forte odore.
«No» dico con un filo di voce.
Riafferra il mio polso disteso sul letto immobilizzandomi per poi azzerare la distanza tra di noi con un bacio.
Sento le sue morbide labbra stamparsi sulle mie.
Il mio cuore batte a raffica; ho paura di non essere abbastanza, ho paura di perderlo.
Mi sto innamorando?
La sua corta barba pizzica contro le mie guance, ma i suoi capelli sono così soffici.
Il bacio non diventa poi così profondo; meglio così, voglio andare piano.
Si stacca da me e mi guarda fisso negli occhi ma non riesco più a reggergli lo sguardo.
Hai vinto penso.
«Anche io stavo pensando a te questa notte» confessa.
Entrambi ci sdraiamo appoggiati ai cuscini; mi guida tra le sue braccia per poi circondarmi con uno di essi.
Poggio la mia testa sul suo petto e chiudendo gli occhi riesco a sentire il suo cuore battere veloce.
«Ora dormi» sento le sue ultime parole per poi chiudere gli occhi.
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