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1)

L'odore del fumo entrato nelle sue narici la distolse dai pensieri invani di spiegazioni, alzò lo sguardo come per capire dove si trovasse, era confusa, letteralmente.
Era sulla strada, seduta su un muretto malandato formato da pietre che avrebbero potuto cedere in pochi momenti e crollare come lei...
Adorava quel posto proprio per quello si sentiva circondata da altri errori dimenticati come lei, a nessuno mai sarebbe venuto in mente di passare le nottate in quel luogo tetro, ma a Chiara piaceva, il vento che le scompigliava i lunghi capelli castani e le bruciava gli occhi più di quanto potessero fare le sue lacrime...
Riabbassò lo sguardo osservando le sue magre e deboli gambe coperte da jeans neri con piccoli strappi al ginocchio. Osservando quel particolare si rese conto che il vento era freddo, ma poco importava, con il gelo che portava nel suo cuore avrebbe distrutto anche i gelidi soffi di vento.
Era sempre stata una bambina angelica e sorridente ma dopo lo sconcertante incidente del padre la famiglia si era completamente sciolta portando alla rovina ogni parte di essa, sua madre non faceva altro che ubriacarsi e fumare mentre sua sorella fu attaccata da una forte malattia che la porto' a passare la sua giornata chiusa nella sua camera, al buio e al freddo, Chiara invece era... era sempre Chiara, dall'esterno, ma ciò, che era cambiato era dentro di lei, qualcosa aveva smesso di battere e si era congelato trasformando Chiara in una 16enne apatica, sempre fredda e scontrosa, rivolta contra il mondo, lei contro tutti.
Chiara iniziò a contemplare la sigaretta tenuta debolmente salda tra le sue fragili dita, piego' il gomito avvicinando l'estremita' dell'arma alla bocca, prese un forte respiro ingoiando il fumo che a mano a mano che scendeva raccoglieva i suoi problemi portandoli a fondo e poi con un colpo veloce riscacciarli fuori.
Così lei si sentiva libera per un minimo di secondo ma poi, al semplice respiro seguente, come attratti da un calamita, li respirava nuovamente dentro e tutti tornavano ad attaccarsi al gelido cuore, pesando maggiormente la sua esistenza.
E cosi' a Chiara toccava ripetere nuovamente il procedimento, per potersi sentire, anche per pochi secondi, libera, libera di vivere...
Ormai a quel mondo non ci stava più a fare niente... l'unica cosa che le restava era sognare, sperare, sognare di sperare, sperare di sognare.
Lascio' la presa tra le due dita della mano cosi' che la sigaretta cadde a terra producendo un leggero suono, praticamente inudibile agli umani, non schiacciò la sigaretta, aveva sempre preferito lasciarla li, facendo soffrire la terra, era egoista, ma poco le importava.
Si diete una leggera spinta e scese dal muretto malandato attutendo il colpo con i piedi infreddoliti e inizio' a passi lenti a percorrere la strada abbandonata situata a pochi isolati da casa sua.
Senza accorgersene inizio' ad osservare le righe bianche che segnavano la strada, erano sbiadite e davano quasi in senso di "pena" come se fossero state maltrattate lungo gli anni, ma poi questa era la cruda ma vera realtà
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In pochi minuti si ritrovo' sul retro di casa sua, dove la sua finestra ancora restava aperta facendo sventolare le candide tende, per uscire di casa era obbligata ad utilizzare come via di fuga la finestra, non ci teneva particolarmente a passare per i corridoi e risentirne di tutto il dolore della sua
famiglia.
Prese una leggera rincorsa e appoggio le mani quasi congelate dal vento sul davanzale della finestra per poi entrando con l'agilità di un bradipo all'interno della piccola cameretta ereditata dallo sgabuzzino.
Si lascio' cadere sul morbido letto che emise un leggero suono arrugginito.
Si fermo' ad osservare la parete alla sua destra, era Bianca come tutti gli altri muri, ma aveva qualcosa di speciale....

La piccola bambina si alzò sulle punte dei piedi allungando un braccio per cercare si attaccare il disegno al muro con una piccola puntina dalla testa blu.
Il padre pochi minuti prima le aveva detto che quella parete era noiosa così a piccola Chiara fece un disegno raffigurante lei e il suo papà, in seguito l'avrebbe attaccato alle pareti con una puntina dalla testa blu, il colore preferito del padre.
Si sentì sollevare in aria e magicamente si accorse di riuscire ad attaccare il disegno, lo attaccò tranquillamente senza preoccuparsi di chi la teneva ben salda per i fianchi, tanto l'aveva capito.
Quando il disegno fu ben sistemato sulla parete Chiara si giro' sorridendo al padre che ricambiò ampliando un sorriso sul viso, la bambina appoggiò i piedi a terra e abbracciò il padre, quello fu uno degli ultimi abbracci che gli diede.

Ripensando a quei ricordi a Chiara scappo' un leggero sorriso che pero' si spense in fretta chiedendosi dove ora potesse essere quel foglio, ma soprattutto dove potesse essere suo padre.
Si lascio' cadere sul letto, era sfinita, ormai era mattina e un'altra notte era passata cosi', tra sigarette e lacrime.
Lei e se stessa.

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